Centro città

[Asher]

Non mi permetterei mai, Signore.
Forse però è troppo accecato dalla rabbia per poter ragionare lucidamente.

Aveva provato a provocare Lucas in tutti i modi possibili, spesso anche inconsciamente, senza però ottenere alcun risultato. A ogni sua frecciatina, il ragazzo ribatteva in maniera tagliente e distaccata ma sempre educata, senza mai alzare il tono di voce o lasciarsi sfuggire un moto di rabbia o di frustrazione. E questo non faceva che confondere le idee di Asher, sabotare la sua convinzione che quella faccia da bravo ragazzo che il Tassorosso sfoggiava non era altro, appunto, che una facciata. Ma più tentava di smascherarlo più si comportava come mai avrebbe creduto di fare, in maniera snob, aggressiva, prepotente, in sostanza come Demetri, ma senza la sua sottile ironia, la sua lucidità e la sua capacità di camminare sul bordo del baratro senza cadere. Dopo appena cinque minuti di conversazione, invece, Asher non solo l’aveva superato quel bordo ma stava precipitando dentro al baratro senza alcuna possibilità di rallentare la caduta o attutire l’impatto. Il fatto che la sua adorata figlioccia avesse sguainato la bacchetta in sua presenza considerando lui stesso una minaccia era un chiaro indizio di come le cose stessero andando male. Nonostante ciò o forse proprio per questo motivo, Asher continuò a inferire verbalmente su Lucas che in quel momento appariva, ai suoi occhi, come l’incarnazione del male assoluto: dopotutto era colpa sua se Tisifone gli si stava rivoltando contro.

Chissà, forse conoscendoli direttamente potrebbe cambiare idea.

Esattamente quello che lui era solito ribattere al proprio compagno e quella sorta di sintonia, di identità di pensiero su molti degli argomenti che stavano sfiorando invece di rallegrarlo lo facevano irritare maggiormente. Se si fossero incontrati in altre circostanze, probabilmente, avrebbero anche potuto passare un piacevole pomeriggio a base di chiacchiere intelligenti, ma adesso il MediMago era troppo accecato dalla rabbia e dalla paura che quell’uomo potesse far del male alla sua piccola, di nuovo, per potersi soffermare su quei pensieri futili.

Yuma non è un servo, Signore.
E' un essere vivente e va trattato col rispetto che merita.

Non fu tanto la risposta tagliente di Lucas a ferirlo, quanto la reazione che le proprie parole ebbero su Tisifone. Quanto avrebbe voluto allungare una mano per accarezzarle una guancia, tirarla a sé e sussurrarle che non era nulla, che era solo un brutto sogno, come faceva quando era piccola e si svegliava nel cuore della notte urlando con gli occhi sbarrati e fissi sul vuoto, o meglio sui corpi senza vita dei suoi genitori. Ma non poteva farlo, non poteva consolarla, doveva aprirle gli occhi su quel ragazzo, metterla in guardia, allontanarla da lui prima che fosse troppo tardi. Quando il docente di Trasfigurazione gli aveva confessato di amarla, Tisifone non aveva battuto ciglio, anzi gli si era avvicinata per confermare con la sua presenza, quella affermazione. E non aveva bisogno di usare la Legillimanzia su di lei per sapere che quel sentimento era ampliamente ricambiato.

Perché proprio ora? Perché proprio lui?

Si chiese l’ex Grifondoro, che a furia di vivere con Demetri e frequentare Sandyon, aveva acquisito un po’ della loro paranoia e della loro tendenza a vedere male e pericoli ovunque. E quindi li sembrava strano che dopo anni di solitudine, Tisifone si fosse innamorata così profondamente di qualcuno proprio adesso che aveva scoperto una parte di verità sui suoi genitori e le sue origini. Come poteva credere che questo Lucas Turner fosse davvero il semplice insegnante di Trasfigurazione che diceva di essere? Poteva un vero Tassorosso essere capace di mantenere tutto quell’autocontrollo e provare a tenerli testa? A non indietreggiare mentre lui avanzava in maniera minacciosa, bacchetta alla mano? Tutte quelle considerazioni spinsero l’uomo a perdere del tutto il senso della misura, spingendolo a pronunciare parole che mai avrebbe pensato di dire, non in presenza della sua figlioccia con il solo scopo, peraltro, di sconvolgere Lucas e portarlo a una qualche reazione estrema che però non avvenne.


Credo sia abbastanza intelligente da comprendere che non tutti gli uomini sono uguali, Signore. E credo conosca abbastanza sua figlia da sapere che probabilmente le sta facendo del male.

Gliel’hai raccontato…

Fu un sussurro quello che uscì dalle labbra di Asher, vedendo il modo pacato con cui Lucas aveva reagito alle sue parole e rendendosi solo in quel momento davvero conto di quello che aveva realmente detto.

Milaya…

Provò a dire, il tono dolce e caldo come era solito usare solo ed esclusivamente con lei, la bacchetta che spariva nella tasca dei pantaloni e la mano tesa verso di lei.

Avrei preferito incontrare Demetri.
Un Avada e un Oblivion avrebbero fatto meno male.

Si, Demetri non avrebbe sprecato tutto quel tempo con le parole, avrebbe direttamente ucciso lui e oblivato lei per farle dimenticare tutto. Ma il dolore che quelle parole avevano provocato in lui non erano nulla in confronto al senso di fallimento che provò nel vedere che Tisifone, invece di prendere la sua mano, si aggrappava a quella del ragazzo che, a sua volta, la attirò a sé e la avvolse in un abbraccio protettivo. La stava proteggendo da lui e lei non faceva nulla per impedirglielo.

Portami ovunque tu voglia, basta che sia lontano da qui.

No milaya aspetta…

Quella parole vennero pronunciate al vento perché subito dopo che la donna aveva pronunciato quella richiesta, i due erano spariti Merlino solo sapeva dove. Non si sarebbe mai dimenticato lo sguardo carico d’odio e disprezzo che la sua piccola gli aveva rivolto né la promessa di incontrarsi presto che aveva letto in quello del ragazzo.

Oh si Lucas Turner… ci rivedremo presto… molto presto.

Sibilò malevolo, scaricando la sua rabbia e la sua frustrazione sugli addobbi rimasti in cucina, scoppiando a colpi di Sectusempra i palloncini. Dopo aver devastato la stanza, Asher risalì al piano di sopra per inviare al compagno un gufo con cui lo avvertiva che da lì a un’ora sarebbe andato a fargli visita in Cornovaglia. Aveva bisogno della sua lucidità e della sua capacità di tessere intrighi per trovare un modo per riportare Tisifone da loro. Prima di partire però avrebbe mandato un gufo anche a Sandyon per chiedergli informazioni sul ragazzo.

FINE

[Robyn]

[tahoma][ VENERDI' SERA - ORE 22:17 - CASA DI MONIQUE ]

Come di consueto oramai da qualche settimana, il Venerdì sera Robyn si dirigeva presso l'abitazione della compagna dello zio poiché durante tutto il weekend i due si davano agli allenamenti, o meglio, era lui che doveva allenarsi secondo quanto lei gli diceva mentre la donna correggeva compiti oppure leggeva o magari lo osservava con attenzione per individuare gli eventuali errori di tecnica o di metodo.
A dir la verità fino ad allora non c'era stato molto modo di correggerlo visto che Monique aveva puntato a farlo allenare sulla concentrazione e sull'autocontrollo, insegnandogli una posizione classica di yoga e imponendogli almeno quattro ore di meditazione continua e imperterrita dalle tre del pomeriggio alle sette di sera, mentre solitamente la mattina il ragazzo seguiva gli esercizi per il corpo forniti dallo zio che erano stati gentilmente richiesti dalla Vice Preside, non troppo esperta di allenamento muscolare maschile.
Sarebbe giunta oramai a momenti e il giovane ed ultimo discendente dei Laars immaginava che avesse molto appetito, visto sopratutto il duro lavoro che spesso e volentieri non le permetteva di dedicarsi alla classica mensa di ogni sera, questo almeno il Venerdì, il giorno più pesante perché quello che poneva fine alla settimana e quindi dove bisognava far quadrare tutti i conti, tutti i voti conseguiti ed i punteggi aggiornati delle casate.

Certo che si da' proprio un bel da fare... Non vorrei che stasera fosse troppo stanca e fossi di impiccio.
Mh, staremo a vedere, manca poco ormai.

Quello fu il suo primo pensiero, abbastanza cordiale e altruistico nei confronti della mentore che cercava sempre di servire ed accontentare come meglio poteva.
Da Daemon aveva acquisito il dono della gentilezza e della capacità in cucina oltre che del canto, e quando si trovava sotto gli allenamenti del parente ormai defunto, cercava di rendere accomodante la sua presenza in qualsiasi modo, per alleggerire il peso dell'allenamento sulle spalle di una persona che potrebbe avere molto di meglio da fare che stare a trasmettere i propri segreti e la propria esperienza ad un terzo qualunque.
Inoltre, forse con Daemon questo concetto era meno stretto perché l'uomo era un parente vicino, ma quando si parlava di Monique Vireau invece, Robyn Laars percepiva una maggiore necessità di essere premuroso con lei, con un modo di fare più sciolto rispetto a quello dello zio Vastnor ma la stessa identica serietà e determinazione in tutto, una sorta di via di mezzo di quel sangue, il sangue di una famiglia così complessa, ricca di segreti e tal volta anche di buone sorprese, quando ci si metteva di impegno.
Ed ecco intanto che finalmente la porta andava lentamente ad aprirsi e dunque, mentre stava ancora occupato a sistemare una teglia uscita dal forno, il ragazzo si voltò appena per poter guardare la bellissima donna sua nuova maestra di vita, salutandola non solo con la voce ma anche con la vista di una tavola preparata a dovere, un buon vino immerso nel ghiaccio, bianco, una porzione di tiramisù per successivo dolce e posate d'argento pulite e sistemate adeguatamente per l'occasione.



Bentornata mentore.
Com'è andata la settimana?
Stasera più tardi del solito... Orata al cartoccio con patate al forno e pachino, per dolce del tiramisù.





Ha appetito?
La bottiglia di vino è già stappata![/tahoma]

[Monique]

Una settimana... estenuante.
L'inizio dell'anno era sempre traumatico, soprattutto per lei visto che la Bergman era, come sempre, in giro per vari meeting e toccava quindi alla donna il compito di organizzare tutto, coordinare le attività scolastiche, controllare gli orari delle lezioni, occuparsi della propria Casata e molto altro ancora.
Per fortuna c'erano i nuovi Prefetti a sveltirle e toglierle un po' di lavoro, e nonostante la loro giovane età insieme a quelli già rodati facevano davvero una bella squadra: ciò non toglieva che svolgere il ruolo di Vice Preside non fosse semplice, soprattutto di una scuola così prestigiosa come Hogwarts, e se a quello si aggiungeva anche la sua vita che scorreva imperterrita e non faceva sconti, beh... era quasi incredibile come ancora non fosse crollata.

Sono più tosta di quanto tutti pensino...

Pensò Monique, un leggero sorriso mentre apriva la porta di casa con un sospiro e, posando la borsa all'ingresso, si avviava verso la sua bellissima, luminosa e soprattutto costosa cucina.

Al suo interno, un profumo buonissimo aleggiava nell'aria e raggiunse anche il nasino alla francese della Vireau, che sentì un brontolio non indifferente provenire dal proprio stomaco: eh sì, qualcuno aveva davvero fame.
Ma a differenza di quanto potesse pensare all'inizio, non era stata la sua adorata Sophie a preparare tutto, bensì un ragazzo che da qualche tempo passava il weekend a casa sua...

Bentornata mentore.
Com'è andata la settimana?
Stasera più tardi del solito... Orata al cartoccio con patate al forno e pachino, per dolce del tiramisù.

Monique sorrise in direzione di Robyn, lasciandosi cadere su una sedia alta di fronte al bancone della cucina e passandosi un momento una mano sul viso con un secondo sospiro stanco.

Buonasera Robyn.
Non dovevi disturbarti con la cena ma ammetto che mi fa piacere, ho una fame...

Confessò la donna, con un lieve sorriso: sicuramente più alla mano ed amichevole di Sandyon, per quanto cercasse comunque di mantenere un certo distacco come se all'effettiva lui fosse semplicemente un suo alunno e niente di più.

Settimana caotica, il rientro a scuola è sempre così d'altronde.
Bisogna solo aspettare che tutti rientrino nella loro routine... tu come stai? La meditazione procede, ti senti più calmo ora quando ti applichi?

[Robyn]

[tahoma]Buonasera Robyn.
Non dovevi disturbarti con la cena ma ammetto che mi fa piacere, ho una fame...

Temevo non aveste appetito a dir la verità, allora non esitate e sedete pure, vi servo io...

Disse quasi subito, avvicinandosi velocemente con la teglia contenente la portata principale della serata.
In effetti era una delle prime volte che si cimentava nel cucinare il pesce, ricordava perfettamente che razza di insalate di mare che preparava Daemon, ma era meglio ricacciare certi pensieri dentro di se per non far di nuovo affiorare quella rabbia tenuta contenuta per tutto il tempo della meditazione.
Arrivato al tavolo, si preoccupò subito di cominciare a mettere il pesce già sfilettato e privo di spine nel piatto di Monique, avvicinando anche una buona quantità di patate e pomodorini, con una aggiunta di un sughero speciale ricavato dal grasso del pesce dorato in forno e il succo di pomodoro dei pachino, da poter provare con qualche fettina di pane già tagliata.



Settimana caotica, il rientro a scuola è sempre così d'altronde.
Bisogna solo aspettare che tutti rientrino nella loro routine... tu come stai?
La meditazione procede, ti senti più calmo ora quando ti applichi?

Immagino che la persona più agitata sarà lo zio, sempre così abituato alla solitudine.
Mi dispiace vedervi già così stressata, necessita di un massaggio dopo cena? Spalle, gambe, piedi, schiena, non c'è problema...
I miei esercizi proseguono in maniera concreta e a mio avviso utile, ma non è ancora abbastanza per annientare la rabbia che mi circonda.
Sogno ancora la notte... Sogno ancora la sua morte... Troppo spesso.

Disse alla fine, mentre serviva alla donna anche il vino nel bicchiere di cristallo di Boemia, facendo attenzione che non si versasse nemmeno una goccia sulla tovaglia ben lavorata ed estremamente costosa, spostandosi infine per andare a sedersi dalla parte opposta a quella della signorina Vireau, appoggiandosi allo schienale osservandola negli occhi per porle la maggiore attenzione possibile.[/tahoma]

[Monique]

Temevo non aveste appetito a dir la verità, allora non esitate e sedete pure, vi servo io...

Difficile che mi succeda di perdere l'appetito, a meno che non sia successa una cosa davvero grave.
E poi diciamocelo, come non rendere giustizia a questa cena fantastica?

Replicò Monique, azzardandosi a fare un occhiolino al ragazzo mentre si lasciava servire la cena sul piatto, non perché pensasse a Robyn come ad un suo servo, ma perché aveva compreso che al ragazzo piacesse fare quei gesti verso di lei, essere quindi premuroso nei suoi confronti, allora che male c'era a lasciarlo fare?

Grazie Robyn.

Mormorò semplicemente quando lui le riempì il piatto con pesce, pomodori e patate, il tutto accompagnato da un sughetto dall'aria deliziosa e da qualche fetta di pane già tagliata e freschissima.
Monique sorrise al ragazzo e prese subito un pezzo di pane con cui assaggiare il sughetto da lui preparato, mugolando appena di piacere ed annuendo con ammirazione verso l'Auror ribelle.

Complimenti, è eccezionale.
In quanto a cibo fai decisamente concorrenza a tuo zio.

Ed ovviamente lei si riferiva a Sandyon, visto che non aveva avuto modo di conoscere Daemon.
Gli spiegò per sommi capi come fosse andata la settimana per lei e poi s'informò sui suoi esercizi, così da poter mangiare con calma mentre ascoltava le sue risposte.

Immagino che la persona più agitata sarà lo zio, sempre così abituato alla solitudine.
Mi dispiace vedervi già così stressata, necessita di un massaggio dopo cena? Spalle, gambe, piedi, schiena, non c'è problema...

In effetti tuo zio Sandyon non è stato troppo felice di tornare a fare lezione, ma il fatto che abbia accettato spontaneamente d'insegnare per un altro anno mi fa pensare che in fondo l'idea di formare giovani menti non gli dispiaccia poi troppo.

Confermò la donna con un sorrisetto divertito sulle labbra, pensando che se anche così fosse stato, il compagno non avrebbe mai avuto il coraggio di ammetterlo.

Ti ringrazio comunque ma no, non mi serve un massaggio, una buona nottata di riposo sarà più che sufficiente.

Aggiunse, accompagnando quelle parole da un sorriso riconoscente per la sua premura.
Gli chiese poi come stesse andando la meditazione, e la risposta che ricevette non fu diversa da quella che si era aspettata.

I miei esercizi proseguono in maniera concreta e a mio avviso utile, ma non è ancora abbastanza per annientare la rabbia che mi circonda.
Sogno ancora la notte... Sogno ancora la sua morte... Troppo spesso.

Capisco cosa provi - mormorò la Vice Preside, posando la forchetta vicino al piatto con un sospiro - Anche io, nonostante siano passato anni, sogno ancora la morte della mia tata e non riesco a darmi piace.
Non smetterai mai di rivivere quei momenti Robyn, e nemmeno pretendo che succeda. Voglio però insegnarti a controllare la rabbia che ti assalirà in quel momento, e ad incamerarla in qualcosa di positivo.

Cercò di spiegargli la Vireau, con voce decisa certo ma anche dolce perché in qualche modo si stava affezionando a quel ragazzo e soprattutto rivedeva molto di se stessa in lui.

Stasera ti mostrerò come la rabbia possa offuscare le tue capacità e renderti debole, vulnerabile agli occhi del nemico: voglio che tu veda coi tuoi occhi perché tengo tanto al tuo imparare a controllarla, a plasmarla per farla diventare un vantaggio da sfruttare.
Persone cattive, marce e corrose dentro dal Male, ti direbbero di farti guidare da essa per diventare più forte... - già, quella sarebbe stata la classica frase di suo padre - ... io invece ti dico di combatterla e di annientarla per essere lucido e pronto a difenderti.
E' questo che dimostra la vera capacità di un mago.

[Robyn]

[tahoma]Monique era una donna così a modo, gentile, premurosa, modesta, onesta... Robyn più la conosceva e più comprendeva il perché lo zio si fosse legato così tanto a lei.
Aveva una impostazione davvero esemplare, capace anche di mettere a proprio agio una persona per quanto magari lei fosse su un gradino più in alto, o anche più di uno, per intendersi.
Robyn la osservava mangiare ed ella dispensava eleganza anche in un rito così tranquillo e normale, davvero sorprendente quante cose si potessero ancora osservare nella vita, tutto molto diverso dal defunto zio che al contrario aveva una impostazione molto più cameratesca e gioviale con lui, quasi fosse un gioco di battute e scherzi il loro rapporto.
Laars sapeva bene che non avrebbe mai potuto più avere un rapporto simile con un'altra persona, ma gli andava più che bene anche quello che stava vivendo ed avendo con Monique, la zia, la quale di sicuro aveva tutte le carte in regola per potergli dare dei consigli preziosissimi per la sua vita futura sul campo di battaglia e non.

Complimenti, è eccezionale.
In quanto a cibo fai decisamente concorrenza a tuo zio.

La bravura in cucina è una dote naturale della nostra stirpe, o almeno così sempre dice mia madre.
Anche se devo ammettere che lo zio Sandyon è l'unico di tutta la famiglia ad avere più dimestichezza con la carne che col pesce.

Ed ecco qui che poteva essere servito un altro piccolo aneddoto sul compagno della francese più famosa del mondo.
Niente di esagerato, per intenderci, ma comunque una piccola informazione in più da sfruttare per poter dire di essere quanto più possibile aggiornata e informata delle abitudini e delle capacità in toto del proprio uomo.

Ti ringrazio comunque ma no, non mi serve un massaggio, una buona nottata di riposo sarà più che sufficiente.

Lo diceva spesso anche Daemon.
La notte è la più fida alleata della persona che che fatica, a patto che la sua mente sia sgombra di pensieri e sia predisposta a lasciare in pace i nervosismi accumulati durante il giorno.

Non smetteva mai di menzionarlo, non ne era affatto capace e magari era la cosa più giusta.
Perché biasimarlo per una cosa simile?
Probabilmente Monique sarebbe stata d'accordo sul ricordare quanto più possibile quella persona cara per non farla morire anche dentro il proprio cuore ma a volte si sa, certe cose bisogna sentirsele dire, quindi in tutta onestà ogni tanto Robyn si sentiva molto a disagio nel raccontare certi motti del defunto zio davanti alla persona che era il suo nuovo mentore.
Forse, nella mente premurosa del ragazzo, c'era il pensiero che a lei potesse infastidire il riferimento sempre ad un ex maestro.
Evidentemente non conosceva ancora il cuore della principessa di ghiaccio, capace paradossalmente, di sciogliere anche gli iceberg più imponenti e minacciosi.

Capisco cosa provi.
Anche io, nonostante siano passato anni, sogno ancora la morte della mia tata e non riesco a darmi piace.
Non smetterai mai di rivivere quei momenti Robyn, e nemmeno pretendo che succeda.
Voglio però insegnarti a controllare la rabbia che ti assalirà in quel momento, e ad incamerarla in qualcosa di positivo.
Stasera ti mostrerò come la rabbia possa offuscare le tue capacità e renderti debole, vulnerabile agli occhi del nemico: voglio che tu veda coi tuoi occhi perché tengo tanto al tuo imparare a controllarla, a plasmarla per farla diventare un vantaggio da sfruttare.
Persone cattive, marce e corrose dentro dal Male, ti direbbero di farti guidare da essa per diventare più forte... io invece ti dico di combatterla e di annientarla per essere lucido e pronto a difenderti.
E' questo che dimostra la vera capacità di un mago.

Maestra, è sicura che vuole cominciare già da stasera?
Zia, vorrei che tu riposassi, hai bisogno di riprenderti dall'impegnativa settimana.
Se lo riterrà necessario, nel caso domani potrei svegliarmi molto presto ed impiegare anche la mattina al posto dei soliti esercizi fisici, ma vi prego, andate a dormire e recuperate le energie, ci tengo che stiate sempre in salute e in forma...

Dietro quelle parole c'era molto di più che una semplice richiesta per gentilezza.
Non solo quando si prendeva la confidenza di chiamarla "zia" lo faceva per sottolineare che in quell'istante voleva parlare in termini di parentela e quindi di maggiore vicinanza di affetto e di comprensione, ma successivamente nel tono delle sue parole, si poteva evidenziare come lui volesse sempre accertarsi che lei stesse bene, che non accusasse stanchezza o problemi, forse in via ancora del fantasma di uno zio già perso.
Non gli importava se era solo un poco di stanchezza, poche ore di sonno o un raffreddore, se qualcuno si fosse intromesso durante la notte, attaccando la casa, Robyn desiderava che Monique si trovasse al massimo delle sue condizioni, si, esatto, sembrava un ragionamento stupido e per certi versi lo era ma... Non voleva perdere per l'ennesima volta una guida, temeva poi di perdere anche definitivamente la vera strada da seguire, oltre che una persona cara, un'altra, per la precisione.[/tahoma]

[Monique]

La bravura in cucina è una dote naturale della nostra stirpe, o almeno così sempre dice mia madre.
Anche se devo ammettere che lo zio Sandyon è l'unico di tutta la famiglia ad avere più dimestichezza con la carne che col pesce.

Le piaceva scoprire piccole perle sul compagno, su quelli che erano i modi di fare e vivere di Sandyon: e no, non le importava affatto che fosse qualcun altro a fargliele scoprire, per lei quelle novità sull'uomo che amava erano sempre ben accette, indipendentemente da quale fosse la fonte da cui provenivano.

In effetti tuo zio è un grande estimatore della carne... anche se devo ammettere che spesso lo faccio esasperare, facendomi preparare di tutto.

Come il sushi, ad esempio.
Gli aveva rotto così tanto le scatole che alla fine Vastnor le aveva fatto una sorpresa, forse per non sentirla più lamentarsi di quanto avesse voglia di mangiarlo: anche lei, a modo suo, aveva piccoli aneddoti da raccontare a Robyn, per permettere al proprio apprendista di scoprire suo zio da un lato più... umano.

Lo diceva spesso anche Daemon.
La notte è la più fida alleata della persona che che fatica, a patto che la sua mente sia sgombra di pensieri e sia predisposta a lasciare in pace i nervosismi accumulati durante il giorno.

Molto saggio e veritiero, tuo zio.
Se sia ha il cuore sgombro da colpe e la mente serena, il sonno può diventare l'alleato migliore contro la stanchezza, lo stress ed il nervosismo, ed è capace di rinvigorire corpo ed anima ancor più di una Pozione Ricostituente.

Confermò Monique con un sorriso, posando le posate sul piatto ormai vuoto - sì, aveva parecchia fame - per passare poi a godersi quel magnifico dolce che sembrava non aspettare altri che lei. Mentre ne prendeva una piccola cucchiaiata, gli occhi si posarono un momento sul ragazzo prima di deglutire e sorridergli dolcemente.

Sai, mi piace molto quando mi racconti di Daemon.
E' un po' come se me lo facessi conoscere attraverso i tuoi racconti.

Sì, la francese era una persona tutta particolare e molto speciale, e questo Robyn l'avrebbe scoperto presto.
Intanto però, il lato premuroso di lui uscì allo scoperto per rassicurarla sul fatto che non c'era bisogno di allenarsi già da quella sera, che avrebbe potuto tranquillamente svegliarsi presto l'indomani per permettere a lei di riposare.

Maestra, è sicura che vuole cominciare già da stasera?
Zia, vorrei che tu riposassi, hai bisogno di riprenderti dall'impegnativa settimana.
Se lo riterrà necessario, nel caso domani potrei svegliarmi molto presto ed impiegare anche la mattina al posto dei soliti esercizi fisici, ma vi prego, andate a dormire e recuperate le energie, ci tengo che stiate sempre in salute e in forma...

Sei molto caro Robyn, ma sto bene.
Il tuo tiramisù mi ha rimesso al mondo.

Lo rassicurò Monique con un sorriso affettuoso sulle labbra: era sincera, e poi la dimostrazione sarebbe stata molto semplice e veloce, poiché voleva solo dargli modo di riflettere sulle proprie parole.

Se sei pronto, possiamo procedere anche subito.

[Robyn]

[tahoma]Sai, mi piace molto quando mi racconti di Daemon.
E' un po' come se me lo facessi conoscere attraverso i tuoi racconti.

Era decisamente in quei momenti che Robyn Laars si accorgeva di avere davanti una persona estremamente profonda, molto intelligente e capace di saper apprezzare ogni sfaccettatura della vita e del prossimo.
Monique Vireau non era solamente una mentore, una maestra di vita, ma era altresì una donna che si sentiva nei confronti del mondo e delle persone come ella stessa un'allieva ed il resto intorno a lei il suo mentore.
Le piaceva apprendere da tutto e tutti e non le dispiaceva sentire i racconti inerenti a Daemon, un uomo che in vita aveva conquistato molti traguardi e che adesso, anche se non più tra loro, continuava a vivere attraverso le parole e la stima del nipote, un nipote che necessitava di essere portato sulla via della calma e della serenità interiore.
Il ragazzo fissò per alcuni secondi l'incavo del seno della donna, ma senza alcun pensiero strano, si intende.
Voleva solamente individuare il ciondolo appartenuto a Daemon ed ora facente parte dell'equipaggiamento magico di Monique.
Non appena gli occhi ametista di lui si focalizzarono su quell'oggetto, il ragazzo poté come ascoltare per alcuni secondi la voce lontana, come un eco, da parte dell'ex auror che lo esortava ad impegnarsi e cercare sempre dentro di se la via giusta per svolgere ogni cosa, anche un combattimento o un allenamento.
Erano echi ancora molto distanti e difficili da ascoltare con saggezza e virtù, ma quello era un dettaglio che anche Monique conosceva bene e ne era abbastanza in guardia.
Solo il tempo avrebbe confermato non solo la bravura della donna come insegnante, ma sopratutto la capacità di Robyn Laars come allievo.

Sei molto caro Robyn, ma sto bene.
Il tuo tiramisù mi ha rimesso al mondo.
Se sei pronto, possiamo procedere anche subito.

Il nome in un certo senso è esplicativo dell'effetto che dovrebbe avere il dolce, non pensa maestra?

Una piccola battuta fu la sua, accompagnata da un leggero sorriso ironico e divertito, mentre si alzava in piedi ed iniziava ad avvicinarsi alla porta-finestra della cucina, aprendola per far passare qualche filo di aria in più, volta a cambiare quella già consumata all'interno di una intera giornata con il sole a battervi contro.
Si avvicinò poi nuovamente al tavolo dove prese il piatto, le posate e il bicchiere di Monique portandolo fino al lavandino dove iniziò subito a lavare per bene, evitando di portarsi dietro il fastidio delle stoviglie sporche alla mattina successiva.
Una volta concluso e sistemato ogni pezzo del servizio al suo posto, il ragazzo si volse a guardare la propria insegnante, togliendosi la giacca di pelle color castano chiaro ed anche la camicia bianca sotto, rimanendo in canottiera, pensando di doversi sottoporre prima a quelche particolare lavoro di stretching o riscaldamento muscolare.

Sono pronto maestra, quando volete!
Andiamo fuori oppure ci spostiamo nella stanza palestra?[/tahoma]

[Monique]

Il nome in un certo senso è esplicativo dell'effetto che dovrebbe avere il dolce, non pensa maestra?

Hai proprio ragione, e per fortuna ha fatto il dovere in modo egregio.

Monique si concesse una leggera risata a quella battuta da parte di lui, godendosi il fresco che procurava la porta-finestra leggermente aperta mentre Robyn si preoccupava di lavare i piatti: non che le piacesse farlo fare a lui, avrebbe potuto benissimo occuparsene Sophie, ma tutto faceva parte di quei piccoli gesti che Laars teneva a fare verso la mentore ed allora perché mai doverlo contrariare?
Quando finalmente tutto fu lavato e riposto, il ragazzo si tolse parte dei vestiti che indossava, probabilmente pensando che quello sforzo a cui lei l'avrebbe sottoposto sarebbe stato fisico: in realtà, Monique aveva un'idea ben diversa in mente.

Sono pronto maestra, quando volete!
Andiamo fuori oppure ci spostiamo nella stanza palestra?

Non servirà, Robyn.
Per ciò che ti voglio mostrare possiamo anche stare qui.

Rispose dolcemente lei, mettendo mano alla bacchetta per chiudere la porta-finestra così da lasciare fuori casa il rumore del vento: dalla borsa prese poi una piuma, che tenne stretta tra le dita e mostrò al ragazzo per diversi secondi.

Quella che vedi è una normalissima piuma: un oggetto molto, molto leggero, quasi impossibile da percepire nel suo spostamento.
Voglio mostrarti quanto la calma possa acuire i tuoi sensi, renderti più forte.
Sai bene che comprendo il tuo desiderio di voler vendicare la morte di Daemon, ma non puoi permettere alla rabbia di dominarti.

Allungò la piuma verso di lui, di modo che potesse prenderla tra le dita, e si posizionò al centro della stanza, chiudendo gli occhi e facendo un piccolo sorriso.

Quello che voglio ora, è che tu faccia levitare la piuma e che la guidi con la bacchetta dove preferisci, facendola dunque fluttuare in aria per la stanza: io rimarrò ad occhi chiusi, e spero che con ciò che sto per fare - o meglio per dire - ti dimostrerò perché tengo tanto alla tua calma interiore.

Rimase dunque ferma al centro della cucina, gli occhi ben serrati nell'attesa che Robyn facesse levitare e fluttuare la piuma per la stanza: e mentre attendeva, Monique svuotò lentamente la testa da ogni pensiero, sgombrò la propria mente da qualsiasi riflessione, da tutti i volti che spesso si accalcavano in essa l'uno sull'altro.
Perse la percezione del proprio corpo, del proprio battito e del proprio respiro, fino a divenire un tutt'uno con la sua anima, totalmente in pace con se stessa.

Spoiler:

Concentrazione: 25 + d20: 14 = 39

[Robyn]

[tahoma]Non servirà, Robyn.
Per ciò che ti voglio mostrare possiamo anche stare qui.

Mh?
Ah, d'accordo...

Il ragazzo rimase appena interdetto dalle parole della donna.
Monique solitamente gli permetteva di sciogliere i muscoli prima di iniziare a fare qualsiasi tipo di allenamento, anche quello legato alla concentrazione, trovando molto utile lo sfogo del corpo prima di un'intensa attività interiore.
In quel caso però, no, non voleva affatto che lui facesse qualche esercizio prima di dedicarsi al vero allenamento, questo fece dunque ipotizzare a Robyn che magari lei avesse intenzione di passare a qualcosa di più pratico e non teorico, ed invece no, non ci prese nemmeno in quel caso, difatti...

Quella che vedi è una normalissima piuma: un oggetto molto, molto leggero, quasi impossibile da percepire nel suo spostamento.
Voglio mostrarti quanto la calma possa acuire i tuoi sensi, renderti più forte.
Sai bene che comprendo il tuo desiderio di voler vendicare la morte di Daemon, ma non puoi permettere alla rabbia di dominarti.

Lo so, me lo ripetete fin dalla prima lezione.

Non era affatto detto in un tono di scocciatura, come se si fosse stancato di sentirselo dire, anzi, era un tono volto ad affermare con ancora più certezza quel concetto espresso da Monique poco prima, ricordando bene anche a se stesso quante volte lei si era impuntata perché una simile idea gli entrasse in testa.
Nella prima lezione che fecero assieme, lei gli spiegò quanto era facile per il male e per il lato più cupo della vita prendere il controllo su noi stessi quando eravamo solo pervasi dalla rabbia, dall'odio, dal sentimento di pura vendetta senza minimo ragionamento.
Nella seconda poi, gli aveva raccontato quanto la calma e la concentrazione l'avessero aiutata a combattere il drago che sconfisse in passato, facendogli vedere anche alcuni stralci del combattimento tramite pensatoio.
Quelle scene erano rimaste profondamente impresse nella mente e nel cuore inquieto di Robyn, il quale osservando la freddezza calcolata di ogni movimento della donna nello scontro, capì che quel drago poteva rappresentare la metafora del suo nemico, l'assassino di Daemon, ma anche in quel caso, Monique lo aveva interrotto nei suoi pensieri puntualizzando e deviando adeguatamente la metafora.

"Quello non è l'assassino, Robyn.
E' il tuo nemico, è vero, ma in questo momento quel nemico sei tu.
Sei amico e nemico del tuo destino allo stesso tempo, il drago è la parte istintiva, mentre l'altra figura è quella che ragiona, che pensa, che vuole vincere senza il puro desiderio di togliere una vita.
Solo quando quel drago sarà non abbattuto, ma addomesticato al tuo volere, allora vorrà dire che sarai migliorato davvero, cresciuto, diventato simile alla persona che tu hai stimato e stimi di più al mondo, tuo zio Daemon."

Quella seconda lezione non la poteva dimenticare per nulla al mondo.
Quel giorno il suo spirito era stato aperto ad una nuova realtà spaventosa e confortante allo stesso tempo.
Sapere che il suo vero nemico albergava in lui non lo faceva sentire nel pieno controllo di se stesso, ma allo stesso modo sapere che quell'entità malvagia non poteva scappare perché doveva per forza rimanere contenuta in lui lo rendeva fiducioso di imparare presto a capire le sue mosse, a prevederle ed anticiparle, così da buttare giù quel gigantesco muro di rabbia ed arrivare ad essere quello che Monique Vireau voleva e desiderava.
La stessa donna che ora, davanti a lui, gli spiegò esattamente cosa voleva che facesse, mentre si spostava presso il centro della stanza iniziando a socchiudere gli occhi, calandosi nella concentrazione più completa.

Quello che voglio ora, è che tu faccia levitare la piuma e che la guidi con la bacchetta dove preferisci, facendola dunque fluttuare in aria per la stanza: io rimarrò ad occhi chiusi, e spero che con ciò che sto per fare - o meglio per dire - ti dimostrerò perché tengo tanto alla tua calma interiore.

Si maestra, allora eseguo subito.

Esclamò con sicurezza il ragazzo, afferrando saldamente la propria bacchetta rivolgendola infine in direzione d'aria della piuma ancora appoggiata sul tavolo, pronunciando mentalmente le parole della formula magica adeguata e iniziando dunque a far levitare l'oggetto sulla zona destra rispetto a dove ora si trovava Monique.
Il movimento della piuma era preciso e ordinato, non certo caotico o sconnesso, in fondo il ragazzo era un mago di distinto livello, addestrato da uno dei migliori, quindi se non altro anche in quelle piccole cose dimostrava la sua ottima destrezza nei confronti degli incanti classici e fondamentali per la formazione solida di un incantatore di ogni genere.

Wingardium Leviosa

Difficoltà: 1
Tipo: Incantesimo Generico
Descrizione: Fa levitare oggetti di piccola/media entità
Genere: //
Danno: //

Spoiler:

Capacità Magica: d20 + Caratt. = 16

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