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Riva del Lago

Messaggioda Irvyne » 12/07/2012, 21:04

Lindë era così bella, così a suo modo sensuale e allo stesso tempo molto pura, tranquilla, celante quel suo lato selvaggio che però Irvyne, il docente di Astronomia sentiva crescere e nascere in lei come se fosse qualcosa oltre il suo controllo.
La ragazza fino a quel momento gli aveva mostrato un lato di se impostato, o forse soltanto un lato imposto da un agente esterno, invece ora, mentre ancora tra le sue braccia si beava di quella stretta forte, vigorosa, intensa, lasciava andare una partizione del suo essere molto diversa, a suo modo incredibilmente affascinante e magnetica, così magnetica da concedere al ragazzo di fare appunto cose che non pensava mai e poi mai che avrebbe potuto fare con così poca confidenza.
Purtroppo per lui però, non è mai stato in grado di vedere le cose da un punto di vista istintivo, questo lo portò dunque a pentirsi di aver violato in quel modo la ragazza, prendendosi tutta quella confidenza, tutta quella libertà con lei, distanziandosi di un metro circa permettendo così che ella si potesse girare e guardarlo dritto negli occhi.

Te ne sei pentito?
Ti sei pentito di esserti lasciato andare?
O di averlo fatto con me?


Quella domanda però, a tutti gli effetti non se l'aspettava proprio.
Essersene pentito, quindi non un ceffone o se non altro un'accettazione delle sue scuse.
Tutto ciò lo mandava appena appena in confusione, lui abituato ad un certo tipo di donna, tipo che non era lontanamente paragonabile alla professoressa Vilvarin, che con ogni parola pareva presentargli di fronte una sorpresa ancor più grande di quella precedente.
In un primo momento non seppe bene che dire, cosa risponderle, premurandosi prima di cogliere l'attenzione dei suoi occhi, pareva triste, forse?
Triste perché lui si era scansato, possibile?
No, quei suoi occhi erano fermi ed il tono anche, non secco ma risoluto, quello di una persona che non fa altro che cercare la verità, perché è ciò che pretende, forse, dopo essersi lasciata andare in quella maniera.
Irvyne glielo doveva a prescindere, a parte il fatto che in ogni caso, le avrebbe risposto per dissipare quei dubbi infondati.

A me andava di farlo.
E l'ho fatto.
Non me ne sono pentita. Per nulla.


Nemmeno io...

Rispose appresso, quasi all'istante forse.
Era sincero, anche perché non era mai stato tipo bugiardo, non era certo possibile che lo diventasse ora.
Si avvicinò di nuovo, posandole le mani sui fianchi, un azzardo? Assolutamente si, ma ci teneva a non ignorare quanto per lui e forse per lei fosse stato un male allontanarsi da quel contatto fisico, quindi tentò di ristabilirlo come poteva, fissandola intensamente, scuotendo ancora una volta il capo, mentre la luna illuminava i loro volti specchiandosi in quel lago dalle onde concentriche morbide e placide che si spostavano al movimento dei due ragazzi immersi in esso.

Sono stato educato però a non prendermi così tanta confidenza con una persona appena conosciuta, potrebbe infastidirla...
A parte quel breve incontro mesi fa, oggi è la prima volta che parliamo e ci intratteniamo amichevolmente, volevo solo essere sicuro di non fare niente di male, ti prego non pensare che me ne sia pentito... Lo rifarei, anche subito...


Un lieve sorriso, mentre le mani quasi senza volerlo stringevano e serravano di più la presa, senza ovviamente far male, tastando quel corpo così atletico e similmente perfetto.
La docente era una persona abituata a spostarsi da un bosco all'altro, scalare alberi e attraversare radure, normale quindi che fosse anche ben allenata in ogni muscolo possibile, quasi fosse una sorta di nuotatrice provetta.
Si avvicinò di ancor qualche centimetro, non smettendo di fissarla come se fosse l'unica cosa presente in quel panorama, ed in effetti per lui era così, l'unica cosa degna di nota e di ammirazione di tutto il giardino, il lago, la scuola.

Non mi pentirei mai di aver sfiorato ed essermi fatto sfiorare da una driade...

E qui probabilmente soltanto una ragazza intrisa nella natura come lei avrebbe potuto cogliere il meraviglioso complimento.
Le driadi erano creature magiche guardiane delle foreste e die boschi, dalle sembianze di ragazze bellissime ma dalla pelle e del color del legno degli alberi e i capelli del color dei rovi e delle foglie, molto rare a incontrarsi, rintanate sempre all'interno delle selve più fitte, intente a curare i vegetali e le creature in difficoltà e a rendere omaggio alla madre terra ogni giorno.
Delle specie di angeli naturali e immensamente collegati al verde e al rigoglioso fluire dell'energia delle piante e del mondo più pulsante e selvaggio.
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Messaggioda Lindë » 13/07/2012, 15:54

Nemmeno io...

Sorrise a quelle parole.
Per qualche strana ragione si sentiva... sollevata.
Come se avesse aspettato dentro di sé quella conferma da parte sua.
Come se avesse avuto paura che si fosse davvero pentito.
Sospirò appena, annuendo alle sue parole.
In qualche modo, sentiva che lui ancora non aveva finito di parlare, di esprimere ciò che sentiva dentro.
E quando la strinse per i fianchi, in quel contatto improvviso, qualsiasi pensiero smise di vorticare nella sua mente. C'era solo Irvyne, ora.

Sono stato maleducato però a non prendermi così tanta confidenza con una persona appena conosciuta, potrebbe infastidirla...
A parte quel breve incontro mesi fa, oggi è la prima volta che parliamo e ci intratteniamo amichevolmente, volevo solo essere sicuro di non fare niente di male, ti prego non pensare che me ne sia pentito... Lo rifarei, anche subito...


E non sono stata nemmeno troppo gentile, allora.

Se lo ricordava bene come l'aveva trattato, come l'aveva salutato freddamente quando lui le aveva offerto di bere qualcosa insieme per conoscersi meglio.
Allora era ancora troppo diffidente verso gli esseri umani. E lo era stata fino a prima dell'incendio: quella notte, ne era sempre più sicura, tutto era cambiato.
In meglio? In peggio? A giudicare dalla presa di Trigger sui suoi fianchi, più decisa che mai...
... decisamente in meglio.

Non mi pentirei mai di aver sfiorato ed essermi fatto sfiorare da una driade...

Le guance si tinsero di un rosso acceso, impossibile da non notare.
L'aveva appena paragonata ad una driade, una creatura perfetta, guardiana della natura, la massima espressione dell'unione con la Madre Terra... un onore così grande da non essere nemmeno concepito nella mente di lei.

Sei... troppo buono.

Mormorò, abbassando lo sguardo.
Aveva le guance in fiamme.

E' la prima volta che mi sento così... a mio agio con qualcuno.
Finora mi ero sentita bene solo con le piante.
Tu... sei speciale.


Alzò appena gli occhi mentre lo diceva.
Lo guardò dritto nei suoi.
Aspettava solo la sua prossima mossa.
Come fosse un gioco che nemmeno lei sapeva come andasse a finire.
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Messaggioda Irvyne » 20/07/2012, 1:15

E non sono stata nemmeno troppo gentile, allora.

L'uomo di istinto posò un dito sulle labbra della professoressa, scuotendo il capo come a volerle far intendere di non pensarci.

Ssshh... Non è importante, è passato, questo è il presente...

Si, ci era rimasto male allora per quel modo freddo di fare da parte di Lindë ma non voleva affatto doverlo ricordare ora, doverglielo ricordare più che altro.
Lei stessa aveva affermato che il tempo attuale era molto diverso di quello di allora, quando qualcosa dentro di lei la rendeva più inquieta, meno propensa alle relazioni, i rapporti umani, quindi perché dovergliene fare una colpa o permettere che lei se ne facesse una?
Irvyne Trigger sapeva perfettamente che in un momento simile, la ragazza doveva trovarsi a suo agio, altrimenti quel momento meraviglioso si sarebbe rovinato, così, dopo averla fatto capire che non c'era alcun problema, tolse delicatamente il dito, per non darle eccessivo fastidio o forse per permetterle di dire qualunque altra cosa che non fossero scuse per un evento che oramai non apparteneva più a loro.
Adesso c'erano solo i loro corpi, immersi nel lago, magicamente vicini e carichi di emozioni, nulla di più.
Anche il passato paradossalmente, assumeva una sorta di matrice di irrealtà, tanto si stava bene nel presente, o almeno quetso era ciò che percepiva lui nel suo cuore.

Sei... troppo buono.
E' la prima volta che mi sento così... a mio agio con qualcuno.
Finora mi ero sentita bene solo con le piante.
Tu... sei speciale.


Era di nuovo avvampata, mostrando quelle guance arrossate che segnavano un imbarazzo dolcissimo e poetico.
L'uomo sarebbe potuto rimanere ore a rimirarla, tanto era bella in quella sua fase di raccoglimento di idee, pensieri e sensazioni.
Nonostante tutto comunque, la Vilvarin decise di voler proseguire ancora, volendogli far comprendere come tutto quel contesto per lei fosse nuovo, piacevole ma molto molto inaspettato.
Le piante erano la sua vita e lo rappresentavano tutt'ora, ma credeva che sarebbero state le uniche a suscitarle un sorriso o una lacrime, un qualsiasi battito più forte del cuore che ardeva nel suo corpo bellissimo e statuario.
Invece, adesso lui la stava facendo sentire in una sorta di dimensione parallela, dove anche una persona fisica poteva farle percepire delle emozioni nuove e a loro modo bellissime.

Non sono affatto troppo buono, il mio è un realismo metaforico e nulla più.
Sono felice di averti trasmesso qualcosa di nuovo e inaspettato, perché è la stessa cosa che tu hai fatto con me.
Lo sai, è assurdo ma... Sento di non trovare nulla al momento di ipoteticamente più bello che passare ogni singolo attimo di questa notte nelle acque con te... Come anche fare lo stesso domani e il giorno dopo ancora.


Forse più sicuro di ciò che entrambi stavano sentendo e magari semplicemente con un maggiore coraggio, Irvyne si avvicinò di nuovo a lei, facendo si che non vi fosse alcuna differenza di centimetri tra i loro corpi e quindi il seno della ragazza potesse sfiorare il suo petto, senza stringersi troppo, cosa che però avvenne poco dopo quando l'uomo con altrettanta tranquillità, provò a cingere il corpo di lei con le braccia forti e solide con l'intento di abbracciarla e sentire definitivamente quanto potesse essere bello averla per se, attaccata a lui, come se fosse una parte integrante di quelle emozioni, forse la causa più forte e scatenante, il motivo per il quale adesso si sentiva di stare così bene.

... Non ti voglio far venire dubbi quindi non ti chiederò scusa per questo gesto...
Perché l'ho voluto fare, ne avevo tutta l'intenzione e sentendo la tua pelle a contatto con la mia ammetto che ho guadagnato molto più di quanto mi aspettassi...
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Messaggioda Lindë » 20/07/2012, 12:00

Ssshh... Non è importante, è passato, questo è il presente...

Che cosa strana, da dire.
Per lei il passato era fondamentale. Ciò che non sapeva e che avrebbe voluto conoscere.
Stava male nel pensare di non poter comprendere ciò che le era successo.
Si era convinta che si dovesse cercare di scoprire cosa l'aveva portata ad essere così.
Che fosse necessario rendersi consapevole degli eventi che non ricordava.
E poi arrivava Irvyne.
E tutto perdeva importanza.
Gli eventi, le consapevolezze, le scoperte... il passato perdeva spessore.
Diveniva una coltre bianca, sfocata, nebbia inconsistente tra le dita.
Qual'era allora il motivo per legarsi ad un passato incerto quando il presente era così vivo e pulsante dentro di lei?
Qual'era allora lo scopo per cercare qualcosa che non sarebbe tornato più, e che forse nulla avrebbe cambiato?
Qual'era allora il motore per portare a termine quella ricerca effimera che niente avrebbe potuto migliorare perché il presente era già bello così?
Mille interrogativi per Lindë e nessuna risposta.
Forse perché da sola non poteva togliersi nessuno dei dubbi che le attanagliavano il cuore. E forse perché col dito del docente di Astronomia sulle labbra era quasi impossibile riflettere lucidamente su alcunché.
Era caldo, il dito, ed incendiava le labbra dell'Erbologa.
Era una sensazione nuova.
Era una sensazione bellissima.
E quando lui lo scostò dalla bocca rossa dell'altra, uno spasmo contrariato si espanse nel suo petto, tanto da costringerla a chiudere appena i pugni per rimanere impassibile.

Non sono affatto troppo buono, il mio è un realismo metaforico e nulla più.
Sono felice di averti trasmesso qualcosa di nuovo e inaspettato, perché è la stessa cosa che tu hai fatto con me.
Lo sai, è assurdo ma... Sento di non trovare nulla al momento di ipoteticamente più bello che passare ogni singolo attimo di questa notte nelle acque con te... Come anche fare lo stesso domani e il giorno dopo ancora.


Non sapeva mai cosa dire quando lui parlava così.
Lindë in quei momenti si sentiva vuota e piena allo stesso tempo.
Vuota di parole.
Piena di emozioni.
E allora rimaneva in silenzio, lasciandosi cullare dall'acqua che giocava con la sua pelle, lambendola di carezze leggere e fresche.
E quando Irvyne si avvicinò al suo corpo e le strinse i fianchi, abbracciandola, la donna non ebbe la forza di spostarsi.
Perché non voleva farlo.
Appoggiò le mani al suo petto, notando forse per la prima volta quanto fosse alto.
Le labbra erano vicine alla sua pelle, il naso poteva respirarne l'odore.
Ed era buonissimo.

... Non ti voglio far venire dubbi quindi non ti chiederò scusa per questo gesto...
Perché l'ho voluto fare, ne avevo tutta l'intenzione e sentendo la tua pelle a contatto con la mia ammetto che ho guadagnato molto più di quanto mi aspettassi...


Socchiuse gli occhi, sospirando di piacere.
Sentiva il cuore scoppiarle nel petto senza poter fare nulla per fermarlo.
Ma poi, perché doverlo fare?
Stare così vicina ad Irvyne le provocava così tante sensazioni belle da desiderare di non farlo più andare via.

... baciami...

Non era sicura di averlo pensato.
Non era sicura di averlo detto.
Forse l'aveva sussurrato con la voce, forse l'aveva gridato con la mente.
Non c'erano certezze, aveva perso il controllo di se stessa da tempo, ormai.
Poteva solo stare con gli occhi chiusi ed attendere, godere di ogni attimo di felicità con lui.
E sperare di non svegliarsi mai più da quel sogno bellissimo.
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Messaggioda Irvyne » 24/07/2012, 22:29

Stavano a mollo da quanto, mezz'ora?
Dieci minuti o forse venti, boh, oramai chi stava più attento al tempo che scorreva, di certo non loro.
Irvyne adesso la teneva stretta a se e lei non si scostò affatto, anzi, ricambiando con affettuoso comportamento, rivelandosi sempre più nel suo aspetto più dolce e forse necessitante di protezione e calore umano.
Molto di quello che lei stava percependo lui non poteva saperlo, ivi comprese tutte le sensazioni da molto tempo dimenticate, lei che fino ad allora si era presa la briga di ascoltare solo la voce delle piante, solo il loro abbraccio naturale ed eterno, senza mai soffermarsi troppo su quello che invece un altro essere umano avrebbe potuto regalarle.
Adesso invece erano lì con tutta quella voglia di essere vicini e possibilmente non comprendevano pienamente nemmeno il perché.
Lui non smetteva di dire quello che gli suggeriva il cuore mentre lei, beh lei onestamente non riusciva a contenere la velocità del battito cardiaco e delle pulsazioni fin dentro l'anima.
Socchiuse gli occhi, beandosi di quel piacere insolito e provato ormai così tanto tempo prima da non ricordare perfettamente quante di quelle di quelle emozioni aveva già provato e sentito sulla pelle, ma poco era importante ora, adesso che entrambi i respiri assomigliavano a fiati corti e desiderosi di attenzioni, di piccoli gesti e parole per identificare il mondo in ogni lettera e forse fu proprio quello l'intento nel quale Lindë riuscì maggiormente, anche più di lui.

... baciami...

Per un attimo Trigger pensò di non aver ascoltato così bene.
In fondo lei lo aveva praticamente sussurrato, quindi non doveva essere per forza quella parola che lui credeva di aver ascoltato.
Eppure in un contesto simile ci stava tutta ed in più lei aveva chiuso gli occhi, appoggiandosi a lui facendosi sorreggere del tutto, come se si fidasse e gli volesse dare completamente la sua sicurezza tra le mani, senza problemi o paure, alcun timore o terrore.
Deglutì con lentezza l'astronomo, riflettendo attentamente sul da farsi, visto che possibilmente lei aveva sul serio chiesto spontaneamente quello che in quel momento desiderava di più.
Non era una donna che concedeva un bacio al primo che capitava, lo aveva osservato nel corso dell'anno, sempre molto concentrata nel suo lavoro, nel suo mondo e nella sua realtà, quindi poco propensa a dare confidenza ad estranei.
Evidentemente con lui qualcosa c'era eccome di diverso, di differente, di importante, quel qualcosa che l'aveva spinta a chieder lui di baciarla e quella stessa cosa che a tutti gli effetti, lo stava spingendo ad accettare quella richiesta quasi sorretto da una forza invisibile e magnetica.
Non un rumore nell'aria, se non qualche cicala e nessun spiro del vento ad infastidirli o recare loro freddo, per quanto in quei secondi importanti i loro corpi stavano andando completamente in fiamme.
La mano destra del ragazzo si andò a posare sulla folta chioma di capelli della giovane erbologa, leggermente bagnata e liscia, luminosa di quel corvino così meravigliosamente riflettente la luce della luna.
L'intento era di farle capire che avrebbe voluto destarla da quella posizione di riposo del corpo addosso a lui ed alzare gli occhi per guardarlo, se così fosse stato, allora la sinistra si sarebbe mossa a carezzarle invece la guancia corrispondente, prendendosi molta più libertà che fino a quel momento si era permesso di rubarle.

... Si...

Soltanto questo pronunciò, non sapendo veramente che altro dire, ipnotizzato da quegli occhi, reso partecipe di emozione dal suo corpo, incredibilmente trasportato dal suo cuore, adesso ogni cosa era perfetta e non approfittare di un simile momento non sarebbe stato segno di galanteria ma di oltre ogni modo stupidità assoluta.
Lo percepiva anche lui un simile ragionamento, a prescindere che il giorno dopo lei si sarebbe ricordata di quell'attimo, o che se lo fosse dimenticato reputandolo un bel gesto avvenuto nel contesto giusto al momento giusto.
Adesso troppe domande nella sua testa, meglio fare piazza pulita soffermando gli occhi sulle labbra di lei, prima di avvicinarsi ulteriormente con il proprio viso e spostare entrambe le mani sui fianchi della ragazza per alzarla leggermente fino a fare in modo che fosse di poco più alta di lei, guardandola dall'alto, come se la mettesse su un piedistallo, recitando delle parole poetiche sussurrate ancora una volta dedicate ad un momento preciso e bello, magico come quello, prima di scegliere di seguire l'impulso e adagiarla addosso a se e far combaciare le labbra in un bacio sottile e romantico coprendo la luce della luna con lo splendore di quel gesto incredibilmente desiderato e voluto.

Le mie labbra cercheranno le tue in un inebriante gioco
di emozioni che non avrà mai fine.
Volerò oltre l'immaginazione
verso un mondo nello spazio ignoto
dove la libertà inebria lo spirito e
mille desideri si intrecciano tra di loro
in un sottile gioco di pensiero
per rivivere in un intenso attimo d'amore.


Immagine

Il bacio fu leggerissimo, sfiorato, con le labbra che si toccarono appena inizialmente, timide e imbarazzate, almeno quelle di lui, per la prima volta dopo tanto tempo che si permetteva di avvicinarsi così intimamente alla parte del mondo femminile che reputava più preziosa, importante e incredibilmente appagante.
Un bacio a stampo quindi, come quello che si potrebbero dare due ragazzi alle prime armi, ma con un'intensità più adulta che andava crescendo ogni secondo di più, come se prendessero maggiore confidenza con la pelle altrui, come se lentamente lui riprendesse a ricordarsi come si faceva, ma senza andare oltre se non quel placido e appena accennato movimento della propria bocca su quella di lei, mentre il respiro si faceva più affannato, l'abbraccio più vicino e le mani più serrate ai fianchi di lei, per non lasciarla andare, per far durare quel momento in eterno, per far sembrare come se loro due si fossero sempre cercati e non si fossero mai incontrati fino a quel momento.
Le labbra erano silenziose, accomodanti, felici e sinceramente incapaci di essere maggiormente incisive, forse perché era quello il loro intento, far capire la delicatezza di un gesto, la sua purezza e allo stesso tempo la sua importanza.
Per Irvyne Trigger quella ragazza era come un fragile e bellissima bambola di seta.
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Messaggioda Lindë » 25/07/2012, 20:36

Le era uscito così.
Non l'aveva premeditato, non l'aveva nemmeno pensato.
L'aveva detto, e basta.
Ed ora Irvyne la fissava, forse incapace di muoversi.
Forse non sapendo bene che fare.
Voleva baciarla?
E se per lui fosse stato troppo presto?
Magari pensava che lei l'avesse chiesto così.
Perché era un bel momento.
Perché erano vicini come mai prima.
Ma per Lindë non era così. Lei non era tipo da baciare chiunque. Lei non si avvicinava mai a nessuno, di solito.
Figuriamoci baciare qualcuno. Era un'idea fuori dal mondo.
Eppure l'aveva chiesto proprio a lui.
Perché? Perché lui le faceva provare emozioni sconosciute.
Perché lui la faceva sentire speciale.
Perché lui era speciale.

... Si...

Il cuore della donna saltò un battito a quella singola sillaba.
Lo osservò, le guance arrossate e gli occhi luminosi.
Sentì la presa sui fianchi stringersi, lo sguardo di lui immergersi in quello della donna.
Il suo corpo venne leggermente sollevato verso l'alto dalle braccia forti dell'uomo.
Il cuore di Lindë riprese a battere, e molto più forte del normale.
Irvyne parlò ancora, romantico e poetico. In grado di smuoverle il cuore.

Le mie labbra cercheranno le tue in un inebriante gioco
di emozioni che non avrà mai fine.
Volerò oltre l'immaginazione
verso un mondo nello spazio ignoto
dove la libertà inebria lo spirito e
mille desideri si intrecciano tra di loro
in un sottile gioco di pensiero
per rivivere in un intenso attimo d'amore.


Non disse nulla. Non poteva dire nulla.
Anche perché non c'era nulla da dire.
Lo fissò dall'alto, lo sguardo che valeva più di mille parole.
Alla fine, avvicinandosi a lui, Lindë sentì finalmente le proprie labbra a contatto con le sue.
Timidamente, la donna le schiuse ed iniziò a muoverle su quelle di Irvyne, lasciando che il buio la circondasse.
Baciarlo era... non c'erano parole, no.
Si sentiva completa, si sentiva perfetta.
Le labbra iniziavano a prendere confidenza, a scoprirsi reciprocamente. Anche perché sapeva di saper baciare, solo doveva riprenderci la mano.
Come lui, evidentemente.
Quel bacio andò avanti a lungo, lasciandola col fiato corto. Per lui non sembrava essere diverso.
Quando si staccarono, Lindë fece molta fatica a riaprire gli occhi, troppo bello quel momento per spezzarlo.
Tuttavia, aprendo gli occhi, la donna si rese conto che la realtà era altrettanto bella.
Lo fissò per un lungo istante.
Poi, incurvò le labbra all'insù. E gli sorrise.

... è stato bellissimo.

Mormorò, sincera nel suo dire.
Era ancora attaccata a lui.
Gli aveva anche avvolto le braccia intorno al collo senza rendersene conto.
Sperò che ad Irvyne non desse fastidio.
Ma ora c'era altro, su cui la sua attenzione premeva per focalizzarsi.

Non voglio che sia una cosa sporadica.
Che rimanga solo un bel ricordo.
Io non sono fatta così.


Ci teneva a dirlo.
Ci teneva che lui lo capisse.
Ci teneva che le credesse, soprattutto.
L'avrebbe fatto?
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Messaggioda Caroline Priscilla » 02/08/2012, 10:27

[Riva del Lago - Ore 10:00 a.m.]


Era una stupenda giornata soleggiata e calda, ideale per una passeggiata rinfrescante nei pressi del lago e per passare gli ultimi giorni lì ad Hogwarts, prima dell'imminente partenza verso le rispettive famiglie. La piccola tassorosso aveva deciso che niente e nessuno le avrebbe impedito di divertirsi quella mattina, pertanto si dirigeva con passo sicuro verso le sponde del grande lago blu che costeggiava le mura di Hogwarts con la sua limpidezza cristallina. La piccola aveva intenzionalmente lasciato nella propria stanza la divisa scolastica, uscendo con solo un paio di pantaloncini di jeans, una maglietta a maniche corte rossa e un paio di scarpe da ginnastica bianche. Sotto il vestito, invece del solito intimo, si era messa un costume da bagno molto semplice, di un bel color carminio. Il suo scopo? Era ovvio! Poter finalmente farsi una bella nuotata in quelle splendide acque!
Chissà se incontrerò la piovra gigante... pensava fra sè e sè, le piccole lentiggini che risaltavano sul viso bianco latte della piccina grazie alla luce del sole. In una tasca dei jeans, ben visibile, spuntava il manico di una bacchetta, mentre sotto il braccio destro la bambina portava un enorme asciugamano colorato. Era tutto qui il suo equipaggiamento, quando infine giunse sulle sponde del lago.

Uaaaaa...che meraviglia!

La tassina non potè fare a meno di notare gli splendidi paesaggi del cielo riflettersi sulla superficie del lago, beandosi qualche secondo di quella vista spettacolare. Dopodichè, stese l'asciugamano per terra e si sedette là sopra, togliendosi le scarpe. Era in attesa delle sue amiche Elisabeth e JaneYue. Il giorno prima, aveva inviato loro un gufo invitandole a passare con lei quella splendida giornata, nella speranza che le due serpine avrebbero accettato l'invito e magari, chi lo sa, si sarebbero unite alla sua pazzia di tuffarsi in quelle acque non del tutto disabitate.
Cappie non resistette alla curiosità: dopo aver tolto anche i calzini, si avvicinò pian piano alla riva, lasciando che l'acqua le lambisse dolcemente i piedi. La piccola strinse i pugni, lasciandosi inondare dai piacevoli brividi di freddo che la temperatura del lago riservava in quella stagione. Pian piano, tuttavia, parte del suo corpo si abituò a quella freschezza e la tassina potè finalmente procedere di qualche passo più avanti, giusto quel tanto che bastava per poter vedere cosa ci fosse in quel fondale magico. Per ora, tuttavia, la bambina non vide niente. Quindi, con una certa riluttanza, ritornò al proprio posto, in attesa delle sue amiche, le ginocchia strette al petto, il viso rivolto verso il sole, sul volto un sorriso soddisfatto...
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Messaggioda Elisabeth » 02/08/2012, 14:29

[Riva del Lago – Domenica: Ore 10:00 a.m.]


Tempo di cambiamenti per la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, le vacanze erano alle porte e tutti i suoi abitanti erano indaffarati con i preparativi per la partenza.
Ma per Elisabeth quella domenica mattina aveva un qualcosa di magico, l’avrebbe passato con le sue amiche, il giorno prima quando aveva ricevuto il gufo di Caroline Priscilla , la bimba fu felicissima di accettare il suo invito di passare qualche ora insieme al lago, così una volta sveglia, nonostante avesse voglia di uscire e di stare all’aria aperta decise di poltrire un po’ a letto, la sera prima aveva fatto tardi preparando gran parte del suo bagaglio ed ora si sentiva un po’ assonnata, in fin dei conti era domenica, che male avrebbe fatto se si fosse presa un paio di minuti tutti per sé, trascorsi quel piccolo lasso di tempo, la bimba si alzò in fretta, doveva ancora prepararsi e non le piaceva arrivare tardi agli appuntamenti, tanto meno se era un appuntamento con le sue amiche, fece la doccia, legò i capelli biondi in un elegante chignon, indossò un costumino turchese, coprendolo poi con un paio di pantaloncini blu, una camicetta bianca, ai piedi invece del solito paio di scarpe mise un bel paio di ballerine blu con un piccolo fiocchetto e per concludere l’opera decise di indossare un cappellino di paglia per riparare il volto dal sole, si guardò allo specchio e decise di eliminare il cappellino sostituendolo con un altro bianco, l’ideale per ripararsi dal sole.
Prese lo zainetto vi mise dentro una bella asciugamano grande dai colori vivaci, un paio di bottigliette d’acqua, un po’ di dolcetti e per ultima prese la sua bacchetta e stringendola con la mano destra si diresse silenziosamente verso l’uscita del dormitorio non volendo svegliare i suoi concasati cercò di non fare troppo rumore.
Una volta uscita dalla Sala Comune, salì le scale che l’avrebbero portato al piano superiore, e passando per la Sala Grande prese qualche frutto da uno dei tavoli e lo mise nello zainetto, pensando che magari lei e le sue amiche potessero avere fame durante la mattinata, mentre la bacchetta veniva messa al sicuro nella tasta posteriore dei suoi pantaloncini.
Una volta fuori dal castello, la bimba vide che il cielo era terso nessuna nuvola all’orizzonte, e nonostante il sole si stava abbastanza bene, così si diresse verso il lago ed una volta arrivata vi trovò la tassina seduta sulla sua asciugamano tranquilla a prendere il sole.

Buongiorno Cappie

Disse la bimba sorridendo e restando in piedi mentre apriva lo zainetto, vi frugò dentro per qualche minuto spostando un po’ del suo contenuto fino a riuscire a prendere la sua asciugamano, una volta che riuscì ad estrarla dallo zainetto la stese a terra accanto a quella dell’amica si tolse le scarpe e si sedette su di essa, contemplando il lago dinnanzi a lei ed aspettando l’arrivo di JaneYue .
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Messaggioda JaneYue » 02/08/2012, 22:43

[Riva del Lago – Domenica ore 10,00 a.m.]


Vacanze in arrivo! Poteva significare solo una cosa per la piccola Jane, l'avvicinarsi del giorno in cui avrebbe preso l'aereo per Miami!! 19h dopo avrebbe finalmente rivisto Horatio! Il fatto che presto l'avrebbe rivisto suscitava in lei un'enorme felicità ma allo stesso tempo preoccupazione. Nonostante l'uomo mascherato le avesse promesso di raccontare ciò che le era accaduto da Settembre fino al suo arrivo a Scuola al suo amico/padre adottivo, sapeva che ne avrebbero parlato. Da ottimo Tenente qual'era, sicuramente avrebbe voluto sentire la “sua” versione dei fatti. Gli avrebbe raccontato tutto ovviamente, chi se non a lui?! Francamente, non le andava affatto di ripensare a quei momenti ma sapeva che vicinanza e le parole che avrebbe detto Horatio le sarebbero state d'aiuto. Ci aveva pensato molto in quegli ultimi giorni... Tuttavia la felicità di rivederlo regnava ancora sovrana!

Quella Domenica mattina non era solo l'ultimo giorno di scuola, era un giorno speciale! Avrebbe passato gran parte della giornata con due sue nuove amiche! Ancora stentava a crederci di aver ricevuto un Gufo da Caroline Priscilla il giorno prima, per invitarla a passare la giornata al Lago con lei ed Elisabeth. Dopo lo stupore iniziale, in cui credette che il Gufo avesse sbagliato il destinatario, leggendo la lettera di Cappie aveva appurato che si riferiva a lei. Così lo stupore lasciò il posto alla felicità. Un enorme quanto raro sorriso apparve sul volto di Jane, illuminandolo. Se qualcuno l'avesse vista avrebbe sicuramente pensato che avesse invocato l'incantesimo “Lumos”!

Quella mattina come sempre si alzò presto anche se un poco più tardi del solito, per allenarsi. Stava facendo un “Lu” di Kung Fu quando la sveglia che aveva comprato ad Hogsmeade il giorno prima e che aveva impostato per suonare alle 9,30, cominciò a strillare “E' ORA, E' ORA!!!” Quel rumore le provocò la reazione automatica di scattare in posizione di difesa, quasi si trattasse di un segnale d'allarme! Si guardò intorno, poi fissò la strana sveglia sul letto che continuava a strillare come una pazza. Fece un piccolo sospiro, poi si avvicinò al letto, prese la sveglia e la spense.

Accidenti a te, mi hai fatto prendere uno bello spavento! Non sapevo strillassi in questo modo...Dovrò abbassare il volume la prossima volta..

Disse mettendola al suo posto sul comodino. Si fece una doccia e si vestì. Jeans corti blu scuri, camicetta viola chiaro a maniche corte leggera che ben s'intonava con il colore dei suoi occhi. Si alzò i capelli, poi indossò delle ballerine viola quasi sul blu. Sotto i vestiti indossò un bikini viola e blu scuro. Erano i suoi colori preferiti! Occhiali da sole, che mise poggiati sul collo. Prese una borsa bianca dove vi mise l'asciugamano grande verde argentato come la sua Casata, tre bottigliette di acqua nel caso le amiche l'avessero dimenticata. Prese la bacchetta e la mise nella tasca destra dei jeans. Raggiunse la Sala Comune e si guardò intorno in cerca di Elisabeth ma non vedendola pensò che fosse già al Lago così uscì dalla Sala Comune, salì le scale e fece una sosta alla Sala Grande per prendersi qualcosa da mangiare al volo, doveva ancora fare colazione! Prese una piccola brioche al cioccolato fondente, si versò in un bicchiere un po' di succo di mele. Prese qualche frutto, qualche brioche e dolcetti per l'eventuale merenda al Lago. Mise tutto nel Bento che aveva portato con sé dal Giappone, poi uscì dalla Sala Grande dirigendosi all'esterno del Castello alla volta del Lago.

Immagine


Giornata stupenda anche oggi! Pensò la piccola sfilandosi gli occhiali che aveva sul collo per indossarli. Si diresse al Lago dove sapeva avrebbe trovato le sue amiche.

Non era in ritardo. Erano le 9,58 ed era appena arrivata. Vide le sue amiche sedute sui rispettivi asciugamani a prendere il sole. Si avvicinò.

Buongiorno ragazze! Splendida giornata!

Disse mettendo il proprio asciugamano di fianco a quello di Elisabeth. Poggiò la borsa ad un angolo dell'asciugamano e si sedette anche lei. Ora che l'osservava, si rese conto di quanto quel Lago fosse stupendo e di quanto poco l'avesse osservato da quando era lì! Si sfilò le ballerine e si alzò per avvicinarsi alla riva. L'acqua era fredda ma piacevole. Contemplò per qualche secondo il panorama, poi si girò verso le due amiche.

Questo posto è stupendo! Cappie hai avuto un'ottima idea ad invitarci qui!

Guardò l'amica con sguardo pieno di gratitudine per quell'inaspettato invito, nemmeno immaginava quanto fosse felice!
Poi abbassò lo sguardo e riprese a guardare l'acqua del Lago. La metteva a disagio mostrarsi così felice..

Quest'acqua....Avrei proprio voglia di un bel bagno!!!

Quella non era proprio un'osservazione personale, no, era una semi domanda! Sapeva che il Lago era abitato da creature magiche ma pensò che se fossero rimaste non troppo lontane dalla riva non avrebbero avuto problemi. Perciò tornò a guardare le sue amiche aspettando di sapere come avrebbero reagito a ciò che aveva appena detto..
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Messaggioda Caroline Priscilla » 07/08/2012, 22:18

[Riva del Lago - Domenica mattina - Ore 10:00 a.m.]


Era di sicuro una giornata perfetta. Ma non mancava qualcosa? Prima che la piccola potesse pensarci su, arrivò Elisabeth salutandola coi suoi soliti modi affabili e sistemandosi con l'asciugamano proprio accanto alla tassina. Cappie le rivolse uno dei suoi enormi sorrisi, grata che lei avesse accettato il suo invito, e osservandola dalla testa ai piedi.

Ellie ma che cosa hai lì? Un reggimento?

chiese scherzosa, osservando lo zaino che sembrava estremamente pieno. Certo, lei era stata così sciocca da dimenticare di portarsi dietro qualcosa da mangiare, cosa che avrebbe pagato a caro prezzo qualche ora dopo, quando avrebbe avuto come al suo solito una fame da lupi e nulla da mettere sotto i denti. Ma per ora la bambina non ci pensava, era troppo felice per quella che si sarebbe rivelata una stupenda scampagnata, quando ad un certo punto le due streghe vennero raggiunte dalla loro amica JaneYue.

Buongiorno ragazze! Splendida giornata!

Non l'aveva mai vista così di buonumore, il sorriso di JaneYue sembrava contagiare la piccola tassorosso, che si mise a sorriderle a sua volta di rimando.

Questo posto è stupendo! Cappie hai avuto un'ottima idea ad invitarci qui! Quest'acqua....Avrei proprio voglia di un bel bagno!!!

Mi sembra anche ovvio che la mia sia stata un'ottima idea- disse, con tono volutamente superbo e allo stesso tempo ridicolo, alzandosi contemporaneamente in piedi e avvicinandosi anche ella alla riva- e credo che un bel bagno ora sia proprio quello che ci vuole!- quindi, detto questo, Cappie si sfilò velocemente i vestiti, buttandoli alla rinfusa sul suo asciugamano, rivelando il bikini rosso carminio. Tuttavia, prima di entrare, si voltò titubante verso il punto dove erano caduti i suoi pantaloncini, all'interno dei quali spuntava la propria bacchetta. Era il caso di portarsela dietro? si chiedeva la piccola. Alla fine, facendo spallucce, si voltò nuovamente verso le acqua che ormai le lambivano parte del polpaccio, mentre con piccoli passi cercava di far si che il proprio corpo si abituasse alla temperatura dell'acqua.

-Ragazze dareste un'occhiata che la mia bacchetta rimanga al proprio posto? Se la perdessi, mio padre mi ucciderebbe...- disse, facendo l'occhiolino a entrambe, prima di cimentarsi nuovamente nella sua impresa di farsi una bella nuotata.
Alla fine, un passo dopo l'altro, la piccola riuscì a immergersi quasi completamente nell' acqua limpida e cristallina, che le arriva fino al petto. La bambina rabbrividì contenta, lasciando che i raggi del sole le scaldassero il viso e le piccole efelidi, mentre ora faceva quache giravolta su se stessa, creando delle onde circolari intorno a sè.

-Ragazze! L'acqua è bellissima!- disse gioiosa, rivolgendosi alle due serpine- Avanti JaneYue! Vieni a farmi compagnia! Anche tu Ellie!- continuò, completamente dimentica che l'interno di quel lago era popolato da milioni di creature magiche, che potevano traquillamente essere attirate dal suo schiamazzare. O forse la piccola non ci badava proprio: in fondo sarebbe stata solo un'altra grande avventura poter incontrare sirene e tritoni o la mitica piovra gigante. Aspettando che le due ragazze seguissero il suo esempio, la bambina si distese sulla schiena, lasciando che le acque la cullassero dolcemente.

Questa si che è vita...
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