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Per il corridoio ...

Messaggioda Asher » 15/06/2012, 23:07

[Mercoledì – ore 23.30 - Tre giorni dopo l’incendio alla Foresta Proibita]



Appena uscito dall’Infermeria, Demetri pronunciò un debole Lumos per illuminare il corridoio e a passo svelto si diresse verso le scale. Non aveva mentito prima a quella giovane, aveva effettivamente il permesso della Preside Bergman per aggirarsi a quell’ora di notte nel Castello,ma questo non voleva dire che aveva desiderio di passarvi più tempo del necessario.
Dopotutto aveva ottenuto quello per cui era arrivato fino a lì dalla periferia di Londra: constatare con i propri occhi le condizioni di Tisifone. Certo quel Vastnor, pur se sintetico, era stato preciso nelle informazioni che aveva mandato al compagno, ma lui non si fidava per principio di nulla di quello che poteva dire o fare quell’essere viscido.

In che diavolo di casino ti sei andata a cacciare?

Chiese mentalmente alla sua figlioccia. Non era riuscito a capire, neanche osservando di persona l’entità delle ferite che la donna aveva riportato, con chi o cosa si fosse scontrata nella Foresta Proibita. E se da un lato questo lo rassicurava perché faceva finire Nicholas Vireau in fondo alla lista dei sospetti, dall’altro lo agitava e non poco. Che si fossero sbagliati in tutti quegli anni e a dare la caccia a Tissy non era il padre di quella Monique ma qualcun altro? E se il bersaglio non era lei,allora chi? In realtà questo ultimo interrogativo preoccupava Demetri marginalmente, solo nella misura in cui quel qualcuno era troppo vicino alla sua figlioccia mettendola quindi in pericolo.

Un gufo a Tyslion… appena rientro al Manor.

Si appuntò mentalmente, giusto per mettere una croce sopra ad alcuni sospettati e poi forse ragionando insieme al suo amico sarebbe riusciti a scoprire qualcosa di più. Si muoveva silenzioso per il corridoio, il cappuccio ancora tirato sul viso per nasconderne i lineamenti. Difficilmente qualcuno lì al Castello avrebbe potuto riconoscerlo, Vastnor escluso, ma non voleva correre rischi inutili: dopotutto la sua parentela con Tisifone era una di quelle cose che era meglio se restava nascosta ai più.

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Messaggioda Monique » 16/06/2012, 14:11

Si sentiva quasi... stupida.
In fondo erano cugine, oltre ad esser state compagne di battaglia, quindi perché farsi tanti problemi? Non sapeva darsi una risposta, tuttavia Monique aveva deciso, quella notte sul tardi, di andare a trovare Tisifone in Infermeria per sapere quali fossero le sue condizioni, per darle una controllata anche se sicuramente l'altra sarebbe stata immersa nel sonno.
Aveva svoltato l'angolo del corridoio che avrebbe portato all'ingresso dell'Infermeria, ma evitò di entrare perché appena un istante dopo una figura incappucciata uscì da essa, imboccando il corridoio in senso opposto a quello da cui proveniva lei.

Ma cosa...

Non sapendo darsi risposta, Monique era entrata in Infermeria dirigendosi subito verso la professoressa Vilvarin, sicura così di poter ottenere una delucidazione sui propri dubbi.

Professoressa, chi...

Un parente.

Non aveva fatto in tempo nemmeno a concludere la domanda, ma era meglio così: aveva annuito velocemente e si era voltata, la camicia da notte che frusciò intorno al suo corpo, per uscire nuovamente dalla sala di degenza e "rincorrere" la figura per il corridoio; a quanto aveva capito, gli unici parenti in vita - oltre a eli - erano i padrini della donna, quindi si trattava per forza di uno dei due.
A piedi scalzi, il passo svelto e leggero, Monique arrivò a non troppa distanza dall'uomo, chiamandolo a voce semi-alta per non disturbare troppo eventuali quadri che, comunque, tendevano a non innervosirsi troppo quando si trattava della Vice Preside.

Mi scusi... lei è uno dei padrini di Tisifone?

Domandò quindi, attirando la sua attenzione e sperando che l'altro si fermasse, possibilmente voltandosi verso di lei.: se l'avesse fatto, avrebbe incontrato lo sguardo limpido e serio della donna.

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Io mi chiamo Monique, sono la Vice Preside... speravo tanto di potervi parlare.
E' una questione... di famiglia.


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Messaggioda Asher » 17/06/2012, 15:13

Mi scusi...

Ronda.

Fu questo il primo pensiero che attraversò la mente quando sentì una voce femminile riprenderlo. Visto da dietro, però, lui non aveva per nulla l’aspetto dello studente che si era attardato fuori dai dormitori oltre il coprifuoco e il tono della voce gli era sembrato troppo sicuro di sé per appartenere a un Prefetto qualsiasi. In ogni caso Demetri non aveva alcuna voglia di perdere tempo a dare vaghe spiegazioni a chicchesia sul chi era e sul perché si trovava lì, quindi fece un altro paio di passi in avanti, come se non avesse sentito nulla.

lei è uno dei padrini di Tisifone?

Sentire il nome della sua adorata figlioccia ebbe l’effetto di un Pietrificus, bloccando il suo incedere e facendogli irrigidire la posa, la mano che rafforzava la presa intorno alla bacchetta. Alla domanda della docente di Erbologia su chi lui fosse, Demetri aveva risposto un laconico nessuno, ma questo, a quanto sembrava, non aveva impedito alla donna di trarre le sue conclusioni e di diffonderle immediatamente. La cosa, in ogni caso, non lo meravigliava più di tanto. La sua milaja era sempre stata una donna altamente riservata quindi nessuno avrebbe mai creduto che a farle visita di notte fosse stato un suo eventuale spasimante, soprattutto perché dopo quel verme viscido di uno spagnolo nessuno aveva più preso a gironzolare intorno alla sua piccola.

Quel Pablo… dovevo ucciderlo a suon di Cruciatus… non limitarmi a trasfigurarlo in un coleottero ed esiliarlo in Siberia.

Pensò con un moto di stizza verso l’essere che aveva osato ferire Tisifone e un po’ verso se stesso che si era lasciato convincere dal compagno ad essere “più buono”. In ogni caso l’accenno alla Divinante ebbe l’effetto desiderato e Demetri si voltò, la mano con la bacchetta nascosta tra le pieghe del mantello, l’altra nascosta in una tasca a giocherellare con una delle ampolle che doveva portare a Tyslion, i lineamenti del viso coperti fatta esclusione per gli occhi.

E’ proprio caduta in basso questa scuola se le ronde adesso si fanno in camicia da notte.

Sibilò sprezzante con estremo disappunto, lasciando che il suo sguardo si muovesse apertamente lungo tutto il corpo di quella ragazzina. Uno sguardo indagatore, che sembrava voler andare oltre i leggeri vestiti che indossava, da cui trapelava non lussuria ma ribrezzo come se la donna di fronte fosse ai suoi occhi brutta. Non sapeva quanto Tisifone aveva raccontato di loro a scuola, ma dubitava fortemente che qualcuno che non fosse più che in intimità con la Divinante fosse a conoscenza del fatto che i suoi padrini erano una coppia omosessuale e quindi l’altra avrebbe potuto benissimo sentirsi a disagio per il modo con cui la guardava, in imbarazzo forse o risentita.

Io mi chiamo Monique, sono la Vice Preside... speravo tanto di potervi parlare.

Una luce maligna illuminò gli occhi di Demetri per un istante, tanto che poteva essere confusa con il riverbero della luce della luna che filtrava dalle vetrate, prima che l’espressione dello sguardo, come di tutto il viso ancora in ombra, diventasse vacuo.

Ma che fortunata coincidenza….

Non c’era bisogno di sentire anche il suo cognome per sapere che si trovava di fronte la figlia di Nicholas. Le rivolse un’altra occhiata, come a volerla soppesare meglio, e mentalmente sbuffò chiedendosi cosa ci si poteva trovare in una donna così anonima.

A meno che non abbia qualche dote nascosta…

Pensò maligno e da bravo ex Serpeverde la sua allusione non era per nulla di stampo sessuale ma bensì riferita al potenziale magico dell’altra.

E' una questione... di famiglia.

Mi scusi…?

Risposta vaga quella dell’uomo, che sostituì ben presto il più perentorio “non so di cosa stia parlando” che gli era affiorato alle labbra. Voleva vedere fin dove l’altra si sarebbe spinta con le confidenze e scoprire anche quanto sapeva realmente. E poi chissà forse avrebbe anche potuto fare un piccolo regalino di compleanno extra al suo amico.

Peccato non averla incontrata in giardino…A quest’ora avrei potuto smaterializzarla in un posticino sicuro.
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Messaggioda Monique » 17/06/2012, 15:28

E’ proprio caduta in basso questa scuola se le ronde adesso si fanno in camicia da notte.

Un amore di uomo, senza dubbio. Non c'era da stupirsi che Tisifone avesse quel carattere così scostante e diffidente, adesso era perfettamente chiaro da chi l'avesse preso.
Monique fece un respiro profondo, pensando che una volta l'avrebbe mandato a quel paese senza rifletterci troppo sopra: per fortuna era cresciuta ed aveva imparato a contenersi... quasi sempre almeno.

Non sono di ronda.
Stavo andando a trovare un'amica affianco alla quale ho combattuto e per cui ero molto preoccupata.


Replicò la donna con voce ferma e pacata, presentandosi poi di modo che capisse con chi aveva a che fare, non certo per intimorirlo ma semplicemente per metterlo al corrente della sua identità, e spiegandogli poi ciò che avrebbe voluto fare ovvero parlare con lui di questioni familiari: era quasi sicura che i padrini della cugina conoscessero la parentela che le univa, ma c'era la possibilità che non fosse così e lei non voleva certo parlarne in mezzo ad un corridoio dove chiunque avrebbe potuto sentirli.

Mi scusi…?

E' una questione di famiglia molto delicata che riguarda me e Tisifone, ma vorrei evitare di sbandierarla in mezzo al corridoio come se nulla fosse - ripeté Monique, dandosi un'occhiata intorno con fare circospetto - Possiamo andare nel mio ufficio? E' davvero importante ed urgente, non l'avrei disturbata altrimenti.

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Messaggioda Asher » 17/06/2012, 18:22

Non sono di ronda.
Stavo andando a trovare un'amica affianco alla quale ho combattuto e per cui ero molto preoccupata.


E perché diamine Tissy sta sdraiata su un letto d’ospedale e tu te ne vai beatamente in giro svestita?

Avrebbe voluto sputarle in faccia con tutta la rabbia e l’odio che provava in quel momento, ma gli anni trascorsi con il caro paparino gli avevano insegnato a suon di Cruciatus a mascherare perfettamente le emozioni così come le reazioni a notizie imprevedibili. E il sapere che Monique era presente all’incidente che aveva ridotto Tisifone in fin di vita ma ne era uscita incolume, da quello che poteva vedere lui, era davvero una notizia sconvolgente.

Milaja… io e te dobbiamo fare un bel discorsetto…

Si disse e il tono mentale non era per nulla rassicurante. Il fallimento, in qualsiasi attività, per lui non era un’opzione accettabile e dalsuo punto di vista qualsiasi cosa avesse affrontato la sua piccola aveva decisamente fallito. Nel frattempo la VicePreside aveva provato a provocare una sua qualche reazione riferendosi a delle molto generiche “questioni di famiglia” che però a quanto sembrava non era disposta ad approfondire lì nel corridoio.


E' una questione di famiglia molto delicata che riguarda me e Tisifone, ma vorrei evitare di sbandierarla in mezzo al corridoio come se nulla fosse …

Quella sarebbe stata probabilmente la prima e unica volta che Demetri e Monique sarebbero stati d’accordo su qualcosa: intrattenere una conversazione così delicata in un corridoio non era il massimo della privacy. Benchè, per sua esperienza personale, Demetri sapeva benissimo che dentro Hogwarts anche i muri avevano orecchie attente.

Possiamo andare nel mio ufficio? E' davvero importante ed urgente, non l'avrei disturbata altrimenti.

Per un attimo pensò di rilanciare proponendole di parlarne fuori, all’aperto, ma viste le condizioni in cui versava la Foresta Proibita sicuramente la donna si sarebbe rifiutata. Accettare il suo invito e prolungare la sua presenza nel Castello con il rischio che qualcuno di inopportuno ne venisse a conoscenza oppure declinare e tornarsene al Manor? La boccetta che si rigirava nella mano sinistra gli ricordò che quello era un momento perfetto per provare a somministrare alla donna la sua Pozione speciale, oltre ad essere di vitale importanza per lui scoprire tutto quello che la piccola Vireau sapeva su quel legame e su ciò che vi girava intorno.

Potrebbe sempre isolare la zona intorno a noi - propose con un tono di voce scettico, come se mettesse in dubbio la sua capacità di farlo. - Ma se è chiedere troppo...faccia pure strada.

Aggiunse con un tono di accondiscendenza abbastanza irritante. Se Monique avesse deciso di andare lo stesso nel suo ufficio, Demetri l'avrebbe seguita in silenzio, rimanendo costantemente un passo dietro a lei.
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Messaggioda Monique » 17/06/2012, 18:30

Potrebbe sempre isolare la zona intorno a noi...
Ma se è chiedere troppo...faccia pure strada.


Quanto fa il difficile.

Pensò semplicemente Monique, consapevole che però l'uomo sembrava esser disposto a seguirla: non si fidava di lui, le sembrava pericoloso, ma era pur vero che si trovavano dentro ad Hogwarts e non esisteva per lei posto più sicuro di quello.

Mi segua.

Mormorò solo la francese, voltandosi ed iniziando a camminare lungo il corridoio, quasi del tutto sicura che lui l'avrebbe seguita.

[FINE]


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