1664 punti 1267 punti 1021 punti 1415 punti 1750 punti 1032 punti

Messaggioda Aryanne » 18/03/2012, 23:14

... Il nemico più pericoloso non è là fuori, Ricciardi... Come hai ben detto, è lì, dentro di noi.

Forte, ho detto qualcosa di sensato.

Commentò Arianna con un gran sorriso, facendo l'occhiolino a Sandyon mentre dondolava le gambe al di là della scrivania dell'uomo: il professore prese poi un libro dall'aria piuttosto antica e consunta e lo passò alla ragazza, che lo prese per sfogliarlo con aria interessata.

40, Ricciardi.

Uhm?

Hai risposto correttamente alla domanda facoltativa del compito, non era scritta perchè l'avrei riservata solo a persone... meritevoli.

Mi sta dicendo che ho appena preso il massimo dei voti senza dover studiare ulteriormente? Cavolo, forte!!

Esclamò Arianna con un gran sorriso, scendendo dalla scrivania per avvicinarsi di più al professore: sentiva che lui stava per congedarla, e difatti poco dopo...

In ogni caso, prendi questo libro con te e leggilo molto attentamente, all'interno si parla di ciò che ti ho accennato prima.
Semmai vorrai parlare dell'argomento una volta concluso di leggere, sai dove trovarmi.
Spero ti sia piaciuta la birra, puoi andare ora, buona serata.


Grazie per il regalo prof, e la birra era ottima... buona serata!

Si congedò così l'italiana, alzando il libro in cenno di saluto per poi uscire dalla porta e fare un gran sorriso soddisfatto: il massimo dei voti in Difesa, e qualcosa le diceva che stava acquisendo punti preziosi agli occhi di Vastnor... sì, presto sarebbe diventata davvero sua allieva.


[Fine]
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Messaggioda Jorge » 07/05/2012, 13:26

[Giovedì - ore 18.00]



Ma uffi, uffissimamente uffi… Scadente… per qualcosa che non attiene neanche al Mondo Magico… e senza una spiegazione…maleducati e saccenti, ecco cosa sono questi maghi – Insegnanti!

Così andava lamentandosi un po’ tra sé un po’ con un tono di voce più alto Jorge mentre saliva al sesto piano, diretto verso l’ufficio del Profesor Vastnor, l’ultimo compito di Difesa stretto in mano. Quella era stata in assoluto la lezione più deludente e noiosa che avesse fatto dall’inizio dell’anno scolastico, peggio di Storia della Magia perché, da quello che aveva sentito dire dagli studenti più grandi, Difesa era una cosa mitica, creature pericolose e malvagie, incantesimi difensivi di alti livelli, trucchi per scovare maghi oscuri e via dicendo. E invece a cosa aveva assistito? A una insulsa lezione sugli scacchi. Gli scacchi! Uno dei giochi più inutili che esistesse al mondo, magico o babbano che fosse. Si parlava tanto di strategia ma per come l’aveva sempre vista lui, e quindi probabilmente era una visione del tutto sbagliata, si trattava un gioco di memoria visto che il numero di mosse fattibili era limitato, a ogni mossa corrispondeva una precisa contro mossa o quasi e quindi dove stava l’abilità del giocatore? Nel riconoscere la mossa dell’avversario e avere abbastanza memoria da sapere come ribattere? Lo spirito di iniziativa? E l’imprevisto?

Arrivato!

Mormorò, fermandosi di fronte all’ufficio di Sandyon Vastnor e sistemandosi al meglio la divisa, prima di bussare. Non voleva dare all’uomo motivo di riprenderlo perché aveva il cravattino slacciato, anche se dubitava fortemente che se ne sarebbe accorto, visto il modo altamente informale con cui vestiva.

Toc toc… E’ permesso?

Chiese educatamente, una mano sulla porta sulla porta e l’altra sulla maniglia, che si sarebbero mosse ad aprire la porta una volta ricevuto il permesso di entrare.

Professore, scusi il disturbo ma volevo parlare con lei del mio ultimo compito.

Disse subito dopo, dando così all’uomo la possibilità di valutare se aveva o meno tempo da dedicargli.
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Messaggioda Sandyon » 08/05/2012, 16:21

[UFFICIO VASTNOR - TARDO POMERIGGIO]

Contrariamente alle sue soliti abitudini di non restare oltre le lezioni all'interno del proprio ufficio, Sandyon quel giorno aveva deciso sotto consiglio (supplica) di Monique di restare per assicurarsi che nessuno studente volesse ricevere delucidazioni sulle lezioni o sui compiti assegnati.
Non amava parlare ulteriormente durante le lezioni, figurarsi all'infuori, ma visto che la compagna aveva insitito tanto...

Mmhhh...

Abbastanza scocciato, si era versato della limonata in un bicchiere e stava bevendo a lenti sorsi di fronte ad un libro di magia oscura piuttosto vecchio e malandato, riportante immagini piuttosto cruente e parole in lingue arcaiche adesso molto probabilmente dimenticate.
Per lui era come leggere un quotidiano o una cosa molto simile, con occhio attento, mente allenata e nel frattempo, con il suo coyote Dastel che gli faceva compagnia acciambellato vicino alla sua scrivania con un camino oramai spento per l'arrivo della stagione più calda.
Quel giorno indossava una divisa tutt'altro che da mago ma più tendente al babbano trasandato:
Camicia nera, giacca di pelle nera lunga a spolverino, pantaloni jeans sul marrone scuro e scarponi abbinati, capelli sciolti e cappello da mago posato sull'appendiabiti vicino la porta, porta alla quale ad un certo punto, durante la conclusione della pessima lettura, sentì bussare con un minimo di incertezza costringendolo ad alzare leggermente lo sguardo e fissare l'ingresso abbastanza contrariato.

Toc toc… E’ permesso?

Come c***o fa ad avere sempre ragione, chi ha la palla di vetro delle due in realtà, lei o la cugina?
Comincio ad avere dubbi...
Pazienza, la lettura era anche piuttosto scadente e inutile.


Sbrigati.

Rispose senza alcun tono particolare, a voce bassa, la solita, profonda e intimidatoria, facendo in modo che il bambino di delfinazzurro potesse aprire e farsi vedere.
Jorge gli apparve come un ragazzino piuttosto scocciato, fintamente tranquillo e con tutta l'aria di uno che non la manda a dire, insomma, qualcuno che di sicuro avrebbe posto avanti qualche problema sui compiti o sul suo metodo di eseguire lezione, infatti appena pochi secondi dopo il primino gli fece comprendere che i suoi dubbi vertevano proprio su una delle due ipotesi.

Professore, scusi il disturbo ma volevo parlare con lei del mio ultimo compito.

Mmhhh...

Non effettuò risposta al momento, ricordando però a mente i consigli dati dalla compagna non molto tempo prima proprio per una eventualità come quella.
Sandyon dovette rendere molta attenzione al suo autocontrollo per focalizzarsi su quelle parole e tenerne fede in un istante come quello dove era la prima volta che un moccioso si presentava nel suo ufficio a lagnarsi.

Ricorda che nessuno è nato già grande e i bambini come tali potranno sembrarti fastidiosi e perditempo, ma non è così!
Se vuoi trasmettere realmente qualcosa devi provare ad ascoltarli ogni tanto, forza, fallo per me, stalli a sentire se non hanno capito qualcosa, solo cinque minuti, va bene?


Portò la mano alla bacchetta puntando una sedia attaccata al muro non molto distante da entrambi i presenti e fece cenno a Dastel che aveva alzato la testa ringhiando di smettere e tornare a stare tranquillo.
La sedia si mosse scattando fino ad un metro dalla scrivania dell'uomo e mentre rimetteva nella fondina sotto la giacca la bacchetta, rivolgeva uno sguardo fulmineo ad bambino inspirando profondamente, fissando anche il compito che teneva stretto in mano.

Comportati naturalmente, non sei sotto esame.
Siediti e parla, ti do' cinque minuti.


Davvero?
Oh come sei fantastico, bravo!
Allora dai, a questo punto non essere troppo avaro, facciamo dieci minuti e non se ne parla più ok?
Oh adesso devo scappare a lezione, "smack", ti amo!


... Mmhhh...

... Facciamo dieci.
E prima di' il tuo nome e il voto del tuo compito, non ho tempo da perdere.


Così, senza dire altro e maledicendo mentalmente la sua donna, lasciò che Jorge si sedesse per commentare il suo problema e nel frattempo dalla scrivania afferrava il fascicolo con su scritti i resoconti delle ultime lezioni stilati da Mog in segreto con i profili e le valutazioni su tutti gli allievi del docente di Difesa.
Avere un essere invisibile che può girare liberamente per la classe ed individuare gli studenti attenti e quelli meno era davvero una gran fortuna.
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Messaggioda Jorge » 08/05/2012, 21:23

Sbrigati.


Prendiamolo per un “avanti”…

Sbuffò mentalmente Jorge sentendo quella parola inusuale provenire dall’interno dell’ufficio in risposta alla sua richiesta. Aprì quindi la porta e con l’espressione del viso più cordiale e educata che aveva nel suo piccolissimo repertorio da bimbo di strada entrò all’interno della stanza.

Detto che io se mi presentavo con la divisa del Benifca era lo stesso!

Commentò tra sé notando l’abbigliamento extra informale di Sandyon, senza però soffermarsi più del dovuto con lo sguardo sulla figura dell’uomo. Per come la vedeva il portoghese, Vastnor apparteneva a quell’ampia schiera di bulli di quartiere deluxe, come gli chiamavano ad Alfama, cioè quelli che erano fatti e non parole, sostanza e non apparenza, o meglio quelli in cui l’apparenza rispecchiava perfettamente la sostanza. Persone del genere andavano trattati come bombe a orologeria perché se sentivano che avevi paura ti picchiavano, se ti mostravi sicuro di te e arrogante ti picchiavano lo stesso, e se eri accondiscendente? Probabile che tornavi a casa con un occhio nero. E con persone del genere il piccolo Delfino si era trovato gioco forza ad averci a che fare nella sua breve vita trascorsa per la maggior parte nei vicoli malfamati della sua città, motivo per cui il suo modo di fare poteva sembrare incoerente e un po’ schizzato.

E’ sempre un Professore.

Si ripeteva come un mantra, supponendo che quello status gli assicurasse un ritorno fisicamente indenne nel suo Dormitorio. Peccato che l’animale che gli stava ringhiando contro non fosse un membro dello staff docente e quindi avrebbe potuto liberamente e senza conseguenze addentarli il posteriore.

Mmhhh...

Impegnato a guardare di sottecchi le mani del Professore, come se si aspettasse un pugno solo per averlo disturbato, non colse il mormorio che uscì dalle sue labbra mentre vide perfettamente il movimento con cui sfoderò la bacchetta. Istintivamente fece un passo indietro, cercando di non mostrarsi spaventato, anche se un leggero sospiro gli sfuggì quando si accorse che quella era puntata non contro di lui ma contro una sedia e, come agganciata da una fune invisibile, venne attratta alla scrivania dell’uomo.

Comportati naturalmente, non sei sotto esame.

Neanche sotto tiro?

Subito dopo aver parlato, Jorge si morse il labbro inferiore come a voler sigillare, in maniera dolorosa, le proprie labbra. Quella frase stupida e forse anche irriverente era sfuggito al suo controllo, passato dalla mente alla bocca in un baleno senza che lui se ne rendesse conto. Il desiderio di scappare fuori era forte ma se poteva voltare le spalle a due enormi pugni non era salutare fare lo stesso nei confronti di una bacchetta.

Siediti e parla, ti do' cinque minuti.

Il fatto che l’uomo non si fosse offeso non voleva dire necessariamente che l’avrebbe passata liscia ma, in ogni caso, fece quello che gli era stato ordinato e non invitato a fare. Cercando di mantenere la schiena dritta e tenere un passo sicuro, Jorge si avvicinò alla scrivania e prese posto dove gli era stato indicato, con le mani in grembo e il compito ancora ben visibile.

... Facciamo dieci.
E prima di' il tuo nome e il voto del tuo compito, non ho tempo da perdere.



Jorge Alvares, Scadente… e penso che ci vorrà molto meno di dieci minuti.

Disse in maniera telegrafica, tenendo per sé il resto e cioè che se lui si fosse comportato come un Professore medio, dando i risultati dell’esercizio sugli scacchi nessuno dei due avrebbe perso neanche un secondo. Il portoghese, infatti, non era lì per contestare il voto, se le risposte erano errate c’era poco da fare e considerato il proprio odio verso gli scacchi non c’era alcun dubbio che lo fossero. Quello che voleva era una risposta su cui ragionare se non proprio una spiegazione sul perché erano sbagliate.
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Messaggioda Sandyon » 17/05/2012, 14:53

L'espressione del bambino era abbastanza contrariata da tutti i movimenti e gli spostamenti dell'uomo.
Non poteva comunque biasimarlo, aveva fretta e si stava comportando nella maniera più frettolosa e pratica possibile, per quanto non è che ci si potesse aspettare molto altro da un tipo che eseguiva lezioni come le sue, dove a nessuno era permesso nemmeno alzare la mano per fare una semplice domanda... O per andare al bagno.
Jorge comunque si prese d'animo e si fece avanti, prendendo posto sulla sedia che si era piazzata avanti alla scrivania del docente, ponendo avanti quel compito specificando come da richiesto il proprio nome e il proprio voto.
Nel frattempo, Sandyon Vastnor fece oscillare la mano verso il fascicolo contente le informazioni riguardo il bambino e il suo stato di attenzione durante le spiegazioni di Difesa.
Non c'era male, alla fine a parte la lezione sugli scacchi che aveva trovato alquanto noiosa, per il resto si era mostrato piuttosto attento e sveglio con voti nella media ed anche qualcosa in più.
Richiuse il fascicolo scritto da Mog, senza porre più alcuna attenzione su di esso, posando le iridi scintillanti sul ragazzino dei delfini, la casata della compagna, sospirando appena e afferrando con due dita il foglio del compito che gli intimò con lo sguardo di lasciargli per farci dare un'occhiata.

La votazione peggiore l'hai ricevuta nella domanda riguardante la risoluzione delle scacchiere.
Per quanto riguarda la seconda, potevo anche aspettarmi l'errore, ma per la prima, speravo che fosse una soluzione palese.


Si alzò in piedi rivolgendo il proprio occhio in direzione della libreria poco vicino al camino, dirigendosi lì per cominciare a sfiorare qualche testo e nel frattempo alzando una mano a fermare l'incedere di Dastel che pensava si stesse allontanando, pronto a seguirlo ovunque il padrone dovesse andare.
Invece Sandyon stava facendo tutt'altro, difatti dopo una veloce ed attenta analisi andò a tirare fuori un libro da uno scaffale ma solo per metà, reinserendolo quasi subito.
Un gesto volto a far scattare una molla interna che liberasse uno scomparto segreto della libreria, uno scomparto con vari oggetti, alcuni di dubbia provenienza e fattura, altri molto semplici e conosciuti, uno fra questi, una scacchiera di pregiatissimo artigianato, non magica ma babbana.

Immagine

Tornò presso la scrivania posando la scacchiera su di essa, iniziando a sistemare i pezzi nello stesso identico ordine con il quale erano sistemati nel primo caso di "matto in una mossa" richiesto per il precedente compito agli studenti.
Una volta fatto ciò si mise nuovamente seduto e con un altro sospiro che non si capiva bene se fosse di impazienza, insofferenza o stanchezza, tornò a guardare Alvares, gelido negli occhi e carico di serietà.

Esiste una regola importante negli scacchi, che ho spiegato, per altro.
Quando il re è sotto scacco è obbligato a muovere se stesso o al limite muovere dei pezzi che possano frapporsi tra lui e il pezzo che lo minaccia.
Nel primo caso che vi avevo chiesto, per fare scacco al re nero basterà muovere in avanti il pedone in "f 7" così da lasciare libero campo all'alfiere che adesso minaccia il re.
Analizziamo ora cosa potrebbe fare il re:
Se si sposta in "g 8" verrebbe mangiato dal pedone.
Se si sposta in "g 7" la situazione di minaccia dell'alfiere rimarrebbe invariata.
Far mangiare alla torre il pedone è pressoché inutile perché continuerebbe a rimanere sotto scacco e per finire, non può scendere in "h 7" perché è occupato dal pedone che non può far altro che rimanere fermo perché, come ho spiegato, può muoversi solo in avanti, in diagonale solo se deve mangiare un pezzo avversario.
Fin qui adesso è tutto chiaro?


Chiese il docente, con aria nemmeno troppo scocciata, osservando almeno a suo avviso che il ragazzino sembrava capire sempre di più l'errore commesso.
Era un errore banale, quello si, ma in quell'istante Sandyon non perdeva certo tempo ad aggiungere altro peso sulla questione, visto che doveva cercare quanto più possibile di comprendere che quelli lì erano undicenni, non uomini belli e formati.
Ci doveva ancora fare seria attenzione e non riusciva mai al primo colpo come avrebbe voluto.
Ora comunque si trattava del turno per la seconda casistica, quella del "matto in due mosse", la più complessa delle due ma per gli standard che si era creato in testa di sicuro non impossibile o così difficile da non poter essere risolta con svariati giorni di tempo.
Ovviamente quello non era il caso di Jorge.
Una volta avuta la conferma che per il bambino era tutto chiaro, dispose quindi i pezzi nell'ordine della seconda domanda facendo bene attenzione che il delfino gli stesse dietro in ogni ragionamento.
Era più in sintonia con il ruolo di insegnante o voleva solo toglierselo dalle scatole il prima possibile? Chissà.

Ora vediamo il secondo caso. Fai attenzione.
Muoviamo la torre da "f 5" in "e 5", mettendo il re sotto scacco. A questo punto, vediamo cosa può fare il re nero.
Muoversi in "d 7" e in "f 7" è inutile, c'è l'alfiere.
Se mangia la torre c'è l'alfiere in "g 3" che protegge, quindi l'unica soluzione è mangiare il pedone in "f 6".
A questo punto, la donna si muove da "e 3" in "h 6" e minaccia ancora una volta il re che non ha trovato affatto pace. Torniamo ad analizzare.
Spostandosi in "g 5" e "g 7" trova ancora la donna.
Mangiando la torre in "e 5" abbiamo sempre l'alfiere in "g 3" che protegge.
Se scende in "f 5" ovviamente incappa nella torre che lo fa secco.
Infine se volesse tentare con "g 6" ed "f 7" l'alfiere in "e 8" lo bloccherebbe subito.
Ergo, nessuna via di scampo, ergo, "matto" in due mosse.
Per sintetizzare: torre in "e 5" e donna in "h 6", ecco la soluzione al compito.


Una volta detto questo, con un veloce movimento del dito indice della destra fece cadere il re nero in segno di sconfitta e poco dopo con una manata tirò giù tutti i pezzi sulla scacchiera alzandosi in piedi per tornare poi a sistemare la scacchiera sontuosa nel proprio scomparto, prendendo nel contempo una scatola sigillata non troppo grande e un'altra invece di cartone bianco entrambe presenti in un armadietto accanto alla finestra.
Dallo scomparto della scacchiera sontuosa ne prese una diversa, di medie-piccole dimensioni ma di fattura marmorea e non in legno, con annessi pezzi bianchi e neri lucidi, mettendo tutto nella scatola bianca di cartone.
Si rivolse ancora una volta al bambino posandogli davanti le due scatole, attendendo che focalizzasse l'attenzione su di esse per poi parlare ancora, forse sorprendendolo con quello che gli stava per dire con un tono pacato e serio, per nulla scherzoso.

Nella scatola bianca c'è una piccola scacchiera di buona fattura, è tua.
Prendila e usala per esercitarti, a partire da oggi, ogni mese verrai da me alla seconda domenica e faremo una partita, se e quando vincerai, avrai un premio degno della tua vittoria.


Ecco cosa avrebbe trovato Jorge se avesse curiosato nella scatola con il proprio dono da parte del professore di Difesa.

Immagine

Ma il discorso non era affatto finito.

La seconda scatola che vedi, dovrai farmi il piacere di consegnarla alla signorina Stevens della casata Grifondoro, primo anno.
Non ti serve sapere altro, se ti dovesse chiedere il perché, dille semplicemente che è un dono e nulla più.


In realtà, anche Miyabi non era andata molto bene in quell'esercizio, per quello Sandyon dopo averle inviato un gufo con più o meno le stesse spiegazioni date a Jorge aveva deciso di farle un "piccolo" regalo per aiutarla nello studio degli scacchi, reputando molto importante per lei come anche per tutti gli altri che lo studio di un simile gioco fosse fondamentale per poter un giorno fronteggiare le forze del male in maniera adeguata, sperando sempre che una simile occasione non dovesse mai arrivare.
Ecco l'immagine che Jorge avrebbe visto osservando la copertina della scatola rivolta a Miyabi, ornata con un fiocco rosa su di essa.
Una scacchiera molto ben fatta di ottima qualità costata almeno 2-300 galeoni, una sciocchezza per l'ex mercenario.

Immagine

Alla fin fine non era difficile capire che Sandyon mosso dalla perseveranza di Jorge nell'essere stato l'unico a voler sapere dei propri errori, aveva deciso di regalargli non solo una scacchiera, ma per di più non comprata ma della propria bacheca personale.
Chi poteva dirlo se ci fosse stato affezionato o meno, stava di fatto però che il gesto in se per se, almeno fatto da un burbero come lui era di sicuro importante ed eclatante.

Mmhhh...
Tutta colpa tua.
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Messaggioda Jorge » 18/05/2012, 22:33

Jorge osservò il Professore leggere quello che pensava o almeno sperava fosse il suo compito o comunque qualcosa che riguardasse lui e la sua situazione scolastica. Ora che si trovava in quella stanza, il suo desiderio di chiarimenti era leggermente svanito, tanto era sicuro che con le sue scarse attitudini verso quel gioco non ci avrebbe capito nulla lo stesso e avrebbe fatto la figura dello stupido due volte.

La votazione peggiore l'hai ricevuta nella domanda riguardante la risoluzione delle scacchiere.
Per quanto riguarda la seconda, potevo anche aspettarmi l'errore, ma per la prima, speravo che fosse una soluzione palese.


Eccola l’accusa di stupidità che tanto temeva e che era giunta fin troppo presto per i suoi gusti. Si mosse a disagio sulla sedia, il capo chino a osservarsi i piedi, stringendo i pugnetti con forza, incurante del fatto che in quel modo stesse stropicciando il suo compito, tanto per quello che gliene importava. Odiava sentirsi stupido per non parlare di quando qualcuno lo accusava di esserle in maniera così palese e soprattutto a ragione, peccato non poter fare come al solito e cioè alzarsi in piedi, urlare fesserie, menare qualche pugno e andare via con un minimo di orgoglio integro.

Ora che fa? Mi da una pacca su una spalla e mi manda via?

Si chiese quando vide l’ombra del Professore entrare nel suo campo visivo e trattenne il fiato fino a quando non passò oltre. A quel punto, curioso, sollevò la testa e si girò per cercare di capire cosa stesse facendo di fronte alla libreria.

Forse mi ha congedato e non l’ho capito…

Sempre più perplessa era l’espressione sul viso del portoghese che, non sopportando tutta quella suspance, aveva deciso di alzarsi e trovare un modo cortese per congedarsi senza sembrare troppo patetico.

Professor Vastnor, io…

Iniziò a dire ma non riuscì a completare la frase, la bocca spalancata in una enorme O di meraviglia di fronte alla stupenda scacchiera che Sandyon aveva posato sulla scrivania. Ipnotizzato dallo scintillio dei pezzi non si accorse che le mani del Professore si stavano muovendo veloce su di essa in modo da sistemare i pezzi in una posizione che gli sembrava di conoscere. Il sospiro che si levò dall’uomo di fronte a lui lo riscosse dallo stato di trance in cui sembrava essere caduto, spostando gli occhi dalla scacchiera al viso del Professore, sentendosi piccolo piccolo di fronte a quello sguardo serio.

Esiste una regola importante negli scacchi, che ho spiegato, per altro.

Jorge trattenne uno sbuffo a quella frecciatina: lo sapeva che aveva spiegato tutto sugli scacchi, a lezione c’era e aveva preso anche un sacco di appunti, ma a quanto pare o lui era refrattario a quell’argomento oppure il Professore non è che si spiegasse proprio bene oppure entrambe le cose. E poi come pretendeva che uno capisse tutto se impediva a chiunque di interrompere la lezione per fare domande?

Quando il re è sotto scacco è obbligato a muovere se stesso o al limite muovere dei pezzi che possano frapporsi tra lui e il pezzo che lo minaccia.
Nel primo caso che vi avevo chiesto, per fare scacco al re nero basterà muovere in avanti il pedone in "f 7" così da lasciare libero campo all'alfiere che adesso minaccia il re.
Analizziamo ora cosa potrebbe fare il re:
Se si sposta in "g 8" verrebbe mangiato dal pedone.
Se si sposta in "g 7" la situazione di minaccia dell'alfiere rimarrebbe invariata.
Far mangiare alla torre il pedone è pressoché inutile perché continuerebbe a rimanere sotto scacco e per finire, non può scendere in "h 7" perché è occupato dal pedone che non può far altro che rimanere fermo perché, come ho spiegato, può muoversi solo in avanti, in diagonale solo se deve mangiare un pezzo avversario.


Nonostante tutto Jorge si era sporto in avanti, posando i gomiti sulla scrivania in modo da poter seguire la spiegazione passo passo, rendendosi conto che in quel modo, con l’uomo che spostava via via i pezzi in modo da fargli “toccare con mano” le diverse possibilità che andava spiegando, le cose sembravano davvero molto ma molto più semplici.

Fin qui adesso è tutto chiaro?


Si si.. bisognava chiuderlo nell’angolo in pratica e renderlo inoffensivo.

Annuì con gli occhi sbarrati ancora fissi sulla scacchiera: possibile che era così semplice? Se non avesse avuto paura di fare la figura dello sciocco si sarebbe dato una manata in fronte.

Ora vediamo il secondo caso. Fai attenzione.

Se solo Sandyon si fosse preso la briga di guardare in faccia Jorge tra una spiegazione e l’altra si sarebbe reso conto che quella raccomandazione era totalmente inutile. Il Delfino pendeva praticamente dalle sue labbra e si stava maledicendo per non aver portato con se la sua piuma prendi appunti o un registratore babbano, in modo da poter rivedere con calma tutto una volta tornato nella sua Sala Comune.

Muoviamo la torre da "f 5" in "e 5", mettendo il re sotto scacco. A questo punto, vediamo cosa può fare il re nero.
Muoversi in "d 7" e in "f 7" è inutile, c'è l'alfiere.
Se mangia la torre c'è l'alfiere in "g 3" che protegge, quindi l'unica soluzione è mangiare il pedone in "f 6".
A questo punto, la donna si muove da "e 3" in "h 6" e minaccia ancora una volta il re che non ha trovato affatto pace. Torniamo ad analizzare.
Spostandosi in "g 5" e "g 7" trova ancora la donna.
Mangiando la torre in "e 5" abbiamo sempre l'alfiere in "g 3" che protegge.
Se scende in "f 5" ovviamente incappa nella torre che lo fa secco.
Infine se volesse tentare con "g 6" ed "f 7" l'alfiere in "e 8" lo bloccherebbe subito.
Ergo, nessuna via di scampo, ergo, "matto" in due mosse.
Per sintetizzare: torre in "e 5" e donna in "h 6", ecco la soluzione al compito.


Quindi bisogna pensare in anticipo a tutte le mosse che l’avversario può fare prima di decidere come schierare i propri uomini…

Commentò il ragazzino, confondendo il gioco degli scacchi con la vita vera visto il taglio che il Professore aveva dato alla sua lezione.

Mica facile!

Sbuffò quindi, portando i pugnetti chiusi sui fianchi e assumendo un’espressione buffa tipicamente infantile non appena l’uomo si alzò per andare a posare la scacchiera in quello che aveva tutta l’aria di essere uno scomparto segreto.

E queste cosa sono?

Chiese stupido, vedendosi posizionare davanti agli occhi una scatola di cartone. Temeva che fosse piena di compiti da risolvere per esercitarsi e questo lo rendeva riluttante ad accettarla, soprattutto sentito il tono serio con cui il Professore gli si stava rivolgendo.

Nella scatola bianca c'è una piccola scacchiera di buona fattura, è tua.

Un scacchiera tutta mia? Ma…ma… wow

Esclamò il ragazzino che, non riuscendo a resistere alla tentazione di vedere con i propri occhi il regalo che gli era stato appena fatto, aveva spostato appena il coperchio per sbirciarci dentro.

Prendila e usala per esercitarti, a partire da oggi, ogni mese verrai da me alla seconda domenica e faremo una partita, se e quando vincerai, avrai un premio degno della tua vittoria.

Seconda domenica del mese, capito. – annuì senza guardarlo in viso - Basta che non mi dia una punizione per ogni partita persa.

Quello che doveva essere solo un pensiero divenne una frase pronunciata ad alta voce. Jorge prima spalancò gli occhi sconvolto, poi incassò la testa nelle spalle e divenne tutto rosso in faccia per la vergogna.

La seconda scatola che vedi, dovrai farmi il piacere di consegnarla alla signorina Stevens della casata Grifondoro, primo anno.
Non ti serve sapere altro, se ti dovesse chiedere il perché, dille semplicemente che è un dono e nulla più.


Si Signore, sarà un onore per consegnare questo pacco a visino di pes… ehmm… cioè… a Miyabi.

Si corresse alla fine, rendendosi conto che stava collezionando una serie di figuracce una più penosa dell’altra. Da bravo gentiluomo quale la sua mamma gli aveva insegnato ad essere non sbirciò nella scatola della grifocina, lo avrebbe fatto più tardi al sicuro nel suo dormitorio dove nessuno l’avrebbe mai scoperto.

Professore davvero non so come ringraziarla – iniziò a dire, alzandosi dalla sedia - Anzi si, le prometto che mi impegnerò al massimo, non solo per capire questo gioco ma anche in tutti gli altri aspetti della sua materia.

E se l’uomo non lo avrebbe fermato, Jorge avrebbe preso le scatole e, salutatolo in maniera formale e educata,sarebbe uscito dal suo ufficio diretto alla Sala Comune dei Delfini..

[ END ]
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Messaggioda Miyabi » 12/06/2012, 13:05

[Lunedì - ore 17.30]


Aveva aspettato un bel po', la piccola Miyabi, indecisa fino all'ultimo se andare o meno: non sapeva cosa fosse successo la notte prima alla Foresta, ma quella mattina svegliandosi aveva scoperto che essa era in buona parte bruciata, e che a quanto aveva sentito dire molti professori erano finiti in Infermeria; che qualcuno avesse attaccato Hogwarts e loro avessero tentato di proteggerla?
La giapponesina non avrebbe saputo dirlo, fatto stava però che tra i professori feriti non c'era il suo preferito, Sandyon Vastnor, visto che quella mattina l'aveva trovato come sempre a fare lezione per quanto molto più rabbuiato e severo del solito: la bimba però non ci aveva fatto troppo caso, perchè lui era sempre burbero con tutti; con lei, però, capitava che fosse più gentile del solito e questo le faceva tanto tanto piacere.
Così, quel pomeriggio, aveva deciso di andare a trovarlo nel suo ufficio: non l'aveva ancora ringraziato per la scacchiera che le aveva regalato tramite Jorge che gliel'aveva portata in Sala Grande qualche tempo prima, e quella le sembrava una buona occasione; per questo si era fatta mandare dalla madre la ricetta di un dolce tradizionale giapponese, i Mochi, e grazie all'aiuto degli elfi delle cucine era riuscita a realizzare un piattino appositamente per lui, sperando che gli piacesse.

Ho anche infranto il regolamento per questo... ma mi sa che è meglio se non lo dico al professore.

Si disse la bimba, trotterellando fino alla porta del suo ufficio per poi bussare ed attendere il permesso per entrare: qualora Sandyon gliel'avesse accordato, Miyabi avrebbe varcato la soglia della porta con un piccolo sorriso imbarazzato, chiudendosela alle spalle per poi fare un passetto all'interno dell'ufficio.

Buon... buon pomeriggio professor Vastnor.
Io... ci tenevo a ringraziarla per il dono bellissimo che mi ha fatto, e... e per questo ho fatto dei dolci per lei.


Mormorò la Grifetta, avvicinandosi alla scrivania per posare il piattino coi dolci e fare subito un passo indietro.

Immagine


Sono Mochi, dei dolci tradizionali giapponesi... spero tanto che le piacciano...
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Messaggioda Sandyon » 12/06/2012, 13:43

Il tempo scorreva piuttosto lentamente, forse dato anche il fatto che attendeva che la sua donna si riprendesse abbastanza da dire qualcosa di un po' più prolungato di "Voglio l'acqua" e "Rose".
Non poteva di certo aspettarsi che fosse in grado di fare di più, visto e considerato che probabilmente aveva utilizzato gran parte del suo potere per aiutare i compagni, di questo Sandyon era certo.
Trarre conclusioni affettate però non era salutare né per lui né per i compiti che doveva correggere e che fissava in modo vacuo da almeno cinquanta minuti buoni.

Inoltre resta ancora da sapere con esattezza cosa li ha attaccati tanto da provocare quelle ferite gravi.
La parola usata da Stone poi, "MezzoDrago", non mi aiuta per niente, cosa diavolo è un "MezzoDrago"?


- TOC TOC -

Mh?
... Prego.


La cosa peggiore che potesse capitare in quell'istante era anche un bambino rompiscatole che aveva intenzione di conversare, decisamente non era il momento buono e la condizione di umore più giusta per Vastnor, ma la figura che apparve da dietro la porta, con aria un po' timida e riservata ed un modo di fare gentile e silenzioso, fece ammorbidire il viso truce del professore che lasciò quindi avvicinarsi Miyabi fino alla propria scrivania, osservandola tenere con se una ciotola e delle... Palle colorate.

Ma cosa...

Buon... buon pomeriggio professor Vastnor.
Io... ci tenevo a ringraziarla per il dono bellissimo che mi ha fatto, e... e per questo ho fatto dei dolci per lei.


Ricordava in qualche modo la forma e la consistenza di quei dolci così strani, anzi, forse solo ora che la bimba aveva specificato di cosa si trattassero poteva concentrarsi a ricordare se li avesse già visti.
Un pensiero molto dolce quello di lei, sopratutto l'andare direttamente da lui per ringraziarlo della scacchiera quando poteva perfettamente scriverle una lettera. Sandyon avrebbe apprezzato lo stesso.
Posò due dita sull'estremità della cattedra opposta alla propria, indicando quindi a Miyabi di posare la ciotola e poi le fece cenno di sedersi.

E quindi questi sarebbero... ?

Sono Mochi, dei dolci tradizionali giapponesi... spero tanto che le piacciano...

Ho sempre apprezzato la marmellata, grazie Stevens.

Il tono era sicuramente molto autoritario, ma quel lieve sorriso che le rivolse fu esplicativo di quanto avesse apprezzato quel gesto.
Afferrò uno di quei "mochi", aprendolo a metà rivelando l'interno di marmellata di pesche e una parte la diede a Miyabi, condividendo con lei quel piccolo spuntino, anche se non era propriamente adeguato con piccolo ristoro giapponese senza una particolare aggiunta, alla quale però Sandyon aveva soluzione.

Fammi pure compagnia qualche minuto.
Immagino nella tua famiglia abbiate il culto del té, che dici, ne prendiamo una tazza?
Questo servizio me lo regalò molto tempo fa un mio... amico... portandomelo proprio dal Giappone.


Ci mise un poco ad esprimere la parola amico, sopratutto perché definire così oramai Tyslion Asveras non era certo il massimo della realtà.
Ma ai tempi che gli regalò quel dono orientale, loro erano ancora grandi amici quindi, per lui in quel frangente rimaneva tale.
La teiera era già pronta e fumante su un tavolino di vetro non molto lontano, segno che solitamente Sandyon a prescindere da quel momento, amava farsi del té il pomeriggio per rilassarsi, ma la piccola giapponesina avrebbe osservato subito come la miscela usata per il té fosse di foglie provenienti dal Giappone, quindi lui era un estimatore degli aromi di oriente.
Posò una tazza rossa davanti a Miyabi e un'altra davanti a se, versando il contenuto della teiera in ognuna di esse, tornano infine al suo posto per assaggiare il dolce preparato con tanto affetto dalla piccola Grifondoro.

Immagine

Decisamente buono, complimenti.
Dimmi allora, come hai trovato la lezione?
Ti ho vista molto spaventata durante la spiegazione del Ghoul.


Ricordi quando lo bevevamo assieme e tu dicevi che per te era acqua fresca e lo correggevi con la grappa?
Che pazzo scriteriato che eri...
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Messaggioda Miyabi » 12/06/2012, 14:20

Ho sempre apprezzato la marmellata, grazie Stevens.

Prego professore!

Esclamò Miyabi con un sorriso enorme e soddisfatto sulle labbra e gli occhi che scintillavano di felicità: era tanto contenta che Sandyon avesse apprezzato il suo gesto, e ancor più che le avesse fatto un piccolo sorriso; era così raro per lei vederlo incurvare le labbra all'insù che in quel momento si sentì speciale, a prescindere dal fatto che magari privatamente stava sempre a sorridere, chi poteva dirlo.
Prese la metà di un mochi e si sedette come lui l'aveva invitata a fare, le gambette che penzolavano dal bordo della sedia senza toccare terra: eh sì, era davvero molto molto piccola.

Fammi pure compagnia qualche minuto.
Immagino nella tua famiglia abbiate il culto del té, che dici, ne prendiamo una tazza?
Questo servizio me lo regalò molto tempo fa un mio... amico... portandomelo proprio dal Giappone.


La mamma dice che è importante seguire ed onorare le tradizioni come la cerimonia del tè - commentò in risposta Miyabi, annuendo leggermente - Ma papà non riesce proprio a farsi piacere le miscele orientali così fa finta di berlo ma in realtà dentro ci mette le miscele che piacciono a lui... però non lo dica a nessuno, è un segreto!

Era piuttosto ovvio che Sandyon non l'avrebbe mai detto a nessuno perchè a nessuno sarebbe importato, ma lei lo pregò lo stesso di rimanere in silenzio essendo quella una confidenza fatta dal padre alla piccola in gran segreto.

Mi piacerebbe tanto prendere il tè con lei, grazie!

Aggiunse subito dopo con un gran sorriso, osservando il servizio da tè tipicamente in stile orientale che il professore possedeva: notò anche come le foglie usate per il té fossero caratteristiche delle zone di provenienza di sua madre, giapponese pura e fiera di esserlo, e questo le fece anche intendere che all'uomo la cultura Orientale piacesse o che perlomeno la conoscesse un po'.

Grazie.

Mormorò quando lui le mise di fronte la tazza fumante: avrebbe voluto mostrare al docente cosa sua madre le aveva insegnato, ma la Cerimonia del tè era un'espressione della cultura Orientale talmente complicata che non ci sarebbe stato modo di farlo in quel momento. Così si limitò a dare un morso al Mochi - sì, era venuto buono! - e ad attendere che lui esprimesse un suo giudizio.

Decisamente buono, complimenti.

Oh... grazie professore!

Esclamò la giapponesina con le guance decisamente rosse per il complimento appena ricevuto, sorridendo con fare timido mentre abbassava lo sguardo sulla tazza e ne prendeva un piccolo sorso, godendosi il sapore familiare che le ricordava molto casa sua.

Dimmi allora, come hai trovato la lezione?
Ti ho vista molto spaventata durante la spiegazione del Ghoul.


Oh è stata molto interessante professor Vastnor!
... ammetto che il Ghoul mi ha fatto paura, però svolgendo i compiti devo dire che mi sono un po' tranquillizzata. Però m'inquieta un po' pensare che potremmo incontrare queste creature qualche volta, quando meno ce l'aspettiamo...


Rispose la bimba con fare concentrato, come se fosse pensierosa per qualcosa: in effetti c'era una domanda che frullava nella sua testolina, così prepotentemente da costringerla a porla al professore di fronte a lei.

Professor Vastnor... è stata qualche creatura cattiva ad incendiare la Foresta, stanotte?
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Messaggioda Sandyon » 12/06/2012, 15:07

La mamma dice che è importante seguire ed onorare le tradizioni come la cerimonia del tè.
Ma papà non riesce proprio a farsi piacere le miscele orientali così fa finta di berlo ma in realtà dentro ci mette le miscele che piacciono a lui... però non lo dica a nessuno, è un segreto!
Mi piacerebbe tanto prendere il tè con lei, grazie!


Già, in effetti chi mai si sarebbe potuto interessare ad una confessione simile?
Sandyon comunque rimase colpito positivamente da quelle parole della piccola, in parte perchè voleva dire che si sentiva tranquilla nel rivelare un segreto così stretto, almeno per lei, ed importantissimo, ed in più anche perchè dimostrava molta innocenza e dolcezza.
Se la sua bambina, morta ormai da molto tempo, avesse dovuto avere un carattere ed un modo di fare particolare, lui avrebbe voluto fosse stato proprio quello simile alla piccola Miyabi.

Non temere. Il tuo segreto è in cassaforte.

Stette quindi a quel gioco, per rafforzare la convinzione di quel segreto, annuendo e proseguendo nel gustare il proprio dolce che aveva quel netto sapore tipico orientale.
Aveva assaggiato già patate dolci e altri tipi di cibi a base di zucchero, ma quello forse gli mancava, pur avendolo adocchiato qualche volta in uno dei suoi viaggi in Giappone.
La conversazione si spostò quindi sulla lezione effettuata qualche ora prima dal docente, facendo quindi in modo, per fortuna, che l'uomo cambiasse i suoi pensieri e riflettesse di meno sui ricordi del passato.

Oh è stata molto interessante professor Vastnor!
... ammetto che il Ghoul mi ha fatto paura, però svolgendo i compiti devo dire che mi sono un po' tranquillizzata. Però m'inquieta un po' pensare che potremmo incontrare queste creature qualche volta, quando meno ce l'aspettiamo...


E' una possibilità, ma ad oggi sono molto poche le persone che si dilettano in simili follie.
I Ghoul erano più presenti fino ad una cinquantina di anni fa, forse ai giorni nostri ce ne saranno 10 o 20mila esemplari, che se li rapporti sulla larga scala di tutto il mondo, risultano essere davvero esigui.


Prese la tazza con il tipico modo di fare orientale, dimostrando forse alla bambina di essere capace e conoscente delle tradizioni del suo paese, iniziando a sorseggiare un poco di quel liquido caldo che comunque in un territorio freddo come quello risultava essere positivo anche se vicini al periodo estivo.
Nello stesso momento, mentre si concentrava sul far scivolare il té caldo fino all'anima, l'uomo sentì la successiva domanda di Miyabi inerente agli accadimenti del giorno precedente.
Era dolce, timida, impacciata ed ingenua, ma non stupida, e non poteva di sicuro pensare che un incendio si appiccasse da solo o per colpa di qualche stupido fulmine da quattro soldi.

Sei una brava Grifondoro.
E forse, promettente Auror.


Non so se sia cattiva o se fosse semplicemente spaventata per qualcosa, ma è stata una creatura.
Non escludiamo che possa aggirarsi ancora da queste parti, ma è attiva unicamente di tardo pomeriggio e notte.
Cerca di non farti mai vedere fuori dalle cinque del pomeriggio in poi fino a quando non abbiamo sistemato la questione, intesi?
Promettilo.


Quell'ultima parola, "promettilo", significava tanto per lui, significava che ci teneva davvero che lei non facesse alcuna stupidaggine, perché ci teneva che... almeno lei, rimanesse in vita e potesse continuare il suo destino ancora per un bel poco.
Portò a metà il contenuto della propria tazza, in attesa anche che la piccola giapponese desse il suo giudizio sulla miscela, visto che lui non era giapponese e gli era stato solo insegnato come preparare certe cose.
A conti fatti, era possibilissimo che la signorina Stevens ad undici anni fosse già più capace di lui in certi tipi di mansioni.

Dimmi un po', Stevens, hai già pensato indicativamente a cosa ti piacerebbe fare da adulta?
Il secondo anno è vicino e solitamente le femmine hanno idee molto più chiare dei maschi già in età precoce.


Mog.

Si boss?

Da adesso in poi, tienimela d'occhio da dopo le 16:30, ogni giorno.

Oh, si Sandy, nessun problema, lascia fare a me!
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2013-06-06 22:23:37 Sandyon d20 15  
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