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Interno Foresta

Messaggioda Monique » 21/11/2011, 22:32

Solo con un passato cristallino si può avere un presente sereno…

No, la donna non aveva sicuramente tutti i torti, ma per Monique andare a scavare nel proprio passato non portava mai a nulla di buono... con tutto che la francesina era la prima a scoprire qualcosa di più sui segreti custoditi dalla propria famiglia, da Rose e da Madeline.

Mi spiace essere costretta a strapparla al suo mondo dorato, ma per me è giunta l’ora di rientrare…

Di nuovo quel "lei" ... sì, l'illusione - o meglio, la sua capacità di carpire le emozioni altrui, doveva averla innervosita e messa molto a disagio: Monique se ne rendeva conto e lo capiva, ma le dispiaceva comunque parecchio, non tanto per l'illusione quando per la freddezza della donna.

Naturalmente, capisco.

Mormorò comunque, facendosi scivolare la bacchetta in mano per alzarla verso l'alto, pronunciando l'incantesimo non verbale che fece tremare nuovamente il terreno: pochi istanti, ed intorno a loro tutto tornò come doveva essere, facendo sì che le due si ritrovassero all'interno della Foresta Proibita.

Le chiedo nuovamente scusa per averle sconvolto la serata.
Buonanotte, professoressa Samyliak.


Aggiunse la VicePreside con un piccolo sorriso nuovamente distaccato però, in linea col comportamento di Tisifone: ma che diamine, possibile che non ci fosse un insegnante normale e cordiale lì in mezzo?

La Bergman se li è scelti tutti proprio bene, non c'è che dire.

Si disse silenziosa, richiamando Fire che le si avvicinò un po' triste per aver visto scomparire Flame sotto i propri occhi: un'ultima occhiata alla professoressa di Divinazione, ed in seguito, dandole le spalle, Monique scomparve col proprio lupo in direzione del castello.

[Fine]
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Messaggioda Saana Leyla » 13/12/2011, 23:22

[Martedì, Ore 2:03]


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Nell'aria si respirava odor di pioggia e d'erba bagnata. La candida luna rischiarava la vegetazione dietro nuvole tenebrose, anche se in effetti non si vedeva molto visto l'orario. Un'ombra si muoveva fra le fronde del sottobosco, leggera, quasi invisibile. Il suo manto color terra bruciata risplendeva nella notte, la coda puntata in alto, in allerta, quasi attendendo qualche movimento. Uno sguardo sfuggente, una lieve annusata all'odore che permeava la Foresta. Bastet miagolò dolcemente, e un'altra ombra sbucò all'improvviso tra le foglie. La figura era coperta da un cappuccio, nero come la notte stessa. I suoi passi felpati echeggiavano tra i rami, unici testimoni della sua presenza in quel luogo, in quel preciso momento.

Brava piccola mia. Finalmente sola. Ora vai, vai a cercarlo. E portalo qui.

Le parole sussurrate di Saana fecero svegliare la magnifica gatta, che agilmente si incamminò nei meandri più oscuri della Foresta, alla ricerca di quello che la padrona aveva richiesto.

L'aria è fetida stanotte. Sento il suo odore infestare questo luogo ad un miglio di distanza. Spero di non dover usare la bacchetta, sinceramente ho poca voglia di combattere, e vorrei evitare di fare troppo rumore. Se qualcuno si svegliasse sarebbe un disastro...Se spera di ottenere qualcosa da me è un povero illuso, sono venuta qui solamente perché devo un favore ad Amr...maledetto. Se solo lo ritrovassi tutta questa storia infernale giungerebbe finalmente ad una conclusione...ma questo figlio di p*****a è molto più furbo di quanto pensassi...

Il flusso di pensieri che attraversava la mente di Saana fu bruscamente interrotto da un rumore di rami spezzati. immediatamente la donna estrasse la bacchetta.

Chi va là? Mostrati al mio cospetto, o ti ucciderò.

Bastet si fece largo tra le foglie e si mise accanto alla padrona, ma non era questo ad aver attirato l'attenzione di Saana. Un'altra figura si stava facendo strada, fino a trovarsi quasi di fronte a lei. Un mantello ricopriva completamente il suo volto, gli abiti lo confondevano tra la vegetazione, quasi fosse invisibile.

Immagine


Ah sei tu...dopo tutti questi anni hai avuto il coraggio di mostrarti finalmente. Cos'è, avevi paura, sporco farabutto?

Ma quanto astio nella tua voce mia piccola libellula. E' così che tratti tuo fratello dopo tutto questo tempo?

Saana si irrigidì. Le parole dell'uomo l'avevano riportata indietro nel tempo, di almeno dieci anni. Quando erano fratelli, quando avevano qualcosa in comune. Quando il loro credo era lo stesso, quando il loro unico mentore era l'uomo che Saana in quel preciso istante disprezzava con tutta se stessa.

Non chiamarmi così, razza di idiota. Cosa ti aspettavi? Che ti saltassi addosso pazza di gioia? No di certo. Sai bene che non faccio più parte della confraternita da molti anni. Tu non sei più mio fratello. Tu non sei più nessuno. Sei qui solo per darmi quello che mi serve, e per ricevere la tua ricompensa, razza di lurido verme. Non ho altro a che spartire con te, e questo lo dovresti sapere. Hai quello che ti avevo chiesto?

L'uomo la fissò con i suoi occhi color carbone e dopo qualche istante riprese a parlare soavemente, quasi cantasse.

Ovviamente, o di certo non mi sarei preso il disturbo di recarmi fin qui. E' qui vicino, molto più vicino di quanto ti potessi aspettare. E ti sta cercando. Lei ti vuole vedere. E vuole combattere. Ti vuole morta Saana. Morta. E se non stai attenta riuscirà nel suo intento. Presta lo sguardo intorno a te, non sai quanto può essere sorprendente il suo modo di agire. Vedi questa? Questa me l'ha procurata lei pochi giorni fa. E ti assicuro che non è stato un colpo di bacchetta a procurarmela.

E improvvisamente le mostrò il braccio, una ferita lunga circa venti centimetri ancora sanguinante lo percorreva in tutta la sua lunghezza. Saana provò un profondo ribrezzo. Spostò lo sguardo dalla ferita e tirò fuori da sotto il mantello un sacchetto di pelle con all'interno alcuni galeoni. Glielo lanciò senza tanti complimenti e si voltò dall'altra parte.

Vedi di usarli bene, sono gli ultimi che posso permettermi di regalarti a sbafo. Adesso vattene, e vedi di non farti beccare, o saranno guai per entrambi. Sparisci, adesso.

Va bene, va bene. Me ne vado. E Saana...bhè...grazie. Forse senza di te non sarei ancora vivo, qui, a parlarti.

Saana lo guardò un'ultima volta, prima di respirare profondamente e di proferire nuovamente parola. La sua voce uscì come un sussurro dalle sue labbra, quasi si vergognasse a pronunciare quella frase.

Prego. Sta attento, non ci sarò una prossima volta. Adesso sparisci, sul serio.

Detto questo Saana si incamminò verso nord, seguita da Bastet, prima di vedere l'uomo scomparire tra le fronde pendenti della Foresta Nera. Ecco cosa aveva ottenuto. Era vicina. Troppo. Aveva messo in pericolo l'intera scuola, l'intera Londra, l'intero paese. Lei stessa aveva una taglia sulla propria testa. Era condannata a morte, lo sapeva. ma avrebbe lottato fino alla fine. Trovò una grande radura, intatta, pura, un albero a sovrastarla, dalla forma strana, particolare, quasi raccapricciante.

Immagine


Saana si acciambellò alla base di quell'albero, accanto la gatta che le si strofinava contro. Alzò lo sguardo, verso le stelle. Quello spazio era libero da foglie o alberi. Si mise a pensare a quello che era appena accaduto, e chiudendo gli occhi due lacrime scesero lungo le sue guance. Era sicura che quell'incontro avrebbe segnato l'inizio della sua fine.

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Messaggioda Tisifone » 17/12/2011, 19:02

Da quando aveva visto Asher e Sandyon in quello che per lei era un atteggiamento ambiguo in un vicolo malfamato di Notturn Alley, un senso di inquietudine si era impadronito di Tisifone, rendendola ancora più chiusa e guardinga del solito, impedendole perfino di dormire. Troppi pensieri le si affollavano nella mente, troppi scenari, uno più terribile dell’altro ma non per questo meno plausibile. Forse avrebbe dovuto parlarne con Asher, ma il rischio di essere intercettati da Demetri era troppo elevato. D’altro canto non poteva affrontare Vastnor e cercare di estorcergli una qualche spiegazione senza mettere in conto la possibilità di dover ricorrere alla bacchetta. E in caso di scontro l’esito non era per nulla scontato.

Una passeggiata al chiaro di luna forse mi aiuterà a chiarire le idee.

Pensò la donna, chiudendo gli alamari in argento a forma di drago del suo mantello blu notte e sistemandosi il cappuccio sulla testa, coprendo così il proprio volto e la figura di Idra comodamente distesa sulle sue spalle, prima di sgattaiolare fuori dal Castello.

Kudà mj pooidjom?
(Dove stiamo andando?)


Sibilò Idra e, se fosse stata umana, sicuramente il suo tono di voce avrebbe mostrato perplessità e una punta di preoccupazione.

Mnje ischiò nje snajo
(Ancora non lo so)


Rispose Tisifone, camminando lungo il sentiero che dal giardino portava alla Foresta Proibita con un passo sicuro che non tradiva la sua incertezza sul dove andare. Giunta sul limitare della Foresta, Tisifone si appoggiò momentaneamente a un albero, chiuse gli occhi e ispirò a fondo l’odore dell’erba bagnata, mentre con la mano accarezzava la corteccia dell’albero come se fosse un amante. Il contatto con la natura aveva sempre avuto il potere di tranquillizzarla, di schiarirle la mente e permetterle di pensare con più chiarezza. Sempre con gli occhi chiusi, scalciò via le scarpe e riprese a camminare a piedi nudi verso l’interno della Foresta, lasciandosi guidare dal suo istinto. Non voleva guardarsi intorno, troppi input per il suo Occhio Interiore, troppi segni che avrebbero potuto in qualche modo dare risposte alle domande che le si affacciavano nella mente, risposte che non era pronta a interpretare.

Mj nje odni
(Non siamo soli…)


Il sibilo di Idra le preannunciò quello che i suoi sensi le dissero pochi secondi dopo: nella Foresta c’era qualcun altro, almeno due persone a giudicare dalle voci che sentiva in sottofondo. Il suo istinto di Insegnante le diceva di andare a scovare i due piccioncini che, sfidando il coprifuoco, si erano appartati per avere un po’ di intimità, il suo umore invece le consigliava di dirigersi dalla parte opposta per ottenere per sé quella stessa intimità che i due si erano ritagliati.
Ma a quanto pare il Fato aveva altro in programma per lei. Quando alla fine, reputando di essersi allontanata abbastanza, decise di riaprire gli occhi, si ritrovò in una piccola radura dominata da un vecchio albero ai cui piedi, illuminata dai raggi lunari, stava seduta una figura incappucciata.

Dicono che i bagni lunari siano l’ideale per mantenere la pelle giovane.

Mormorò, decisa a palesare immediatamente la sua presenza, un tono di voce freddo e distaccato, come l’espressione sul suo viso, rivolto verso il cielo.


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Messaggioda Saana Leyla » 18/12/2011, 15:28

Saana si era quasi addormentata, seduta, con la schiena ancora appoggiata contro la nodosa corteccia di quell'albero solitario, come lei. i suoi respiri si confondevano con la leggera brezza notturna, fredda e incessante, che percorreva quella radura isolata dal resto della Foresta. Il cappuccio le proteggeva il viso, ma gli occhi le bruciavano come carboni ardenti, le lacrime amare che erano scese e il lieve vento avevano fatto in modo che mille spilli le attraversassero in quel momento non solo le pupille, ma anche la testa. I capelli, in quell'istante sciolti e scompigliati, le ricadevano ai lati delle guance, sferzandole la pelle e rendendo tutto ancora più doloroso. Improvvisamente una figura apparve nella radura, una figura femminile a giudicare dal passo leggero. Bastet, che fino a quel momento non aveva mosso un pelo, si svegliò improvvisamente, facendo uscire dal sue esile corpo un suono gutturale e sinistro, quasi un ringhio di paura, ma anche di attacco. Saana si voltò verso il luogo da dove quel passo proveniva, e vide una donna, bella, un viso che aveva già visto. I suoi occhi ferivano al primo sguardo, una tonalità di blu inconfondibile. Tisifone Samyliak. Insegnante all'interno del corpo docenti di Hogwarts, donna di carattere, accompagnata dal suo fedele pitone Idra, creatura meravigliosa e affascinante, nella maniera più assoluta, ma che stava terrorizzando la sua gatta. Saana si alzò, sentendo le parole della donna rivolte nei suoi confronti.

Dicono che i bagni lunari siano l’ideale per mantenere la pelle giovane.

Saana sorrise al sentire quella frase. Sicuramente Tisifone in quanto a spirito cinico poteva competere tranquillamente con quello della giovane egiziana. Saana prese in braccio Bastet, carezzandola dolcemente per tranquillizzarla dalla vista del pitone e sussurrandole parole di conforto. Subito dopo lasciò andare la gatta, che salì immediatamente sull'albero come fosse una piccola scimmia, e abbassò il cappuccio del suo mantello, svelando il suo volto al chiarore della luna e alla professoressa. Sicuramente l'aveva scambiata per una studentella qualsiasi da punire, e si augurò che non avesse sentito una sola parola della discussione avvenuta tra lei e Aleph. Saana adesso aveva lasciato scivolare via il mantello, scoprendo la camicia bianca da cui il suo busto era avvolto e i pantaloni di pelle nera che ricoprivano le sue gambe snelle e muscolose.

Immagine


Bhè, professoressa Samyliak, io sono ancora un po' troppo giovane per preoccuparmi di mantenere intatta la mia pelle dall'usura delle rughe e del tempo non crede? Anche lei da queste parti? A quanto pare la luna ha un effetto ispiratore per molte persone, anche per una come lei. Tenga a bada il suo pitone, la mia gatta non può rimanere su quell'albero per sempre.

Saana la fissò dritto negli occhi, quasi a voler sfidare la donna ad un gioco di sguardi. Le iridi dorate di Saana rilucevano nella notte, esaltate dai raggi che la luna, sua federe musa del pensiero, le regalava in quella fredda notte. Non aveva idea dell'orario che si fosse fatto, né del perché avesse intenzione di rimanere lì a conversare con quella donna. Ma restò ferma lì, ad attendere la risposta della professoressa, curiosa di vedere come avrebbe reagito alla sua presenza.
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Messaggioda Tisifone » 19/12/2011, 13:03

Immobile come una statua, le braccia incrociate sotto il seno e il viso rivolto verso la luna, Tisifone attendeva una qualche reazione da parte della figura seduta ai piedi dell’albero. Certo esisteva una vaga possibilità che quella a cui aveva rivolto parola non fosse una persona reale, ma uno di quei manichini babbani modificati magicamente che aveva intravisto nella vetrina di un negozio di scherzi magici a Diagon Alley, ma le perle sulle guancie su cui si riflettevano i raggi della luna erano sicuramente delle lacrime, motivo per cui la donna aveva distolto immediatamente lo sguardo da quel viso. E soprattutto un manichino, per quanto ben fatto, non poteva essere circondato da una tale aurea magica.
Per quanto i raggi lunari fossero freddi, Tisifone chiuse gli occhi e tese il collo verso il cielo, come se stesse crogiolandosi al sole.


A volte mi chiedo se invece che dal Drago non discenda dal Licantropo…


Pensò, sentendo il calore della luna penetrare nella sua pelle e renderla via via più calma e lucida, i pensieri che andavano a ordinarsi nella sua mente come le tessere di un puzzle.
Anche se esteriormente sembrava del tutto assente, completamente immersa in una sorta di trance, in realtà tutti i sensi di Tisifone erano all’erta e non le sfuggì lo strano movimento proveniente da Saana Leyla, anche se quello che percepì fu solo una macchia di sabbia che dal grembo della donna spariva tra le fronde dell’albero.
Lentamente abbassò il viso e si girò totalmente verso l’altra figura, lasciando scivolare le braccia lungo i fianchi per cercare di sembrare meno minacciosa, visto che l’assenza del cappuccio aveva rivelato che la persona di fronte a lei non era uno studente da dover punire ma la collega di Antiche Rune.

Bhè, professoressa Samyliak, io sono ancora un po' troppo giovane per preoccuparmi di mantenere intatta la mia pelle dall'usura delle rughe e del tempo non crede?


Domanda ironica quella della ragazza, forse anche un po’ irriverente se voleva sottolineare la differenza di età tra le due, ma la frecciatina, se così la frase doveva essere interpretata, non scalfì per nulla l’armatura di Tisifone.

Non si è mai troppo giovani per prendersi cura del proprio corpo. E’ il nostro tempio, la nostra forza e il nostro limite, senza di esso non saremmo nulla… Ma forse a quello di luna lei preferisce il bagno con il latte di capra, in armonia con le tradizioni della sua terra…

Rispose quindi, con un tono di voce pacato e serio, con un velo di ironia, sostenendo lo sguardo di Saana, i suoi occhi blu immersi in quelli dorati dell’altra.


Anche lei da queste parti? A quanto pare la luna ha un effetto ispiratore per molte persone, anche per una come lei.


Passeggiare a piedi nudi al chiarore della luna è un modo sicuro per far passare l’insonnia e distendere i nervi. Anche se qualcuno preferisce fruttare il favore della luna per incontri… clandestini.


Il riferimento alla presenza di una terza persona di sesso maschile era palese, anche se Tisifone, non avendo ascoltato nulla di quello che i due si erano detti, era giunta alla conclusione sbagliata. Sarebbe bastato osservare alcuni dei rami caduti a terra o anche la posizione degli astri su di loro per avere una visione più chiara di quello che era accaduto poco prima tra il Prefetto Serpeverde e lo sconosciuto, ma Tisifone evitava per principio di utilizzare il suo dono per intrufolarsi nella vita privata degli altri. Il modo in cui Saana aveva detto < una come lei> aveva però indispettito la donna, anche se questo sentimento non traspariva in alcun modo dal suo atteggiamento, né dall’espressione del suo viso.


Sono curiosa di sapere cos’è o forse chi è una come me

Si limitò a mormorare, con un tono di voce noncurante, come se la risposta non la interessasse affatto.

Tenga a bada il suo pitone, la mia gatta non può rimanere su quell'albero per sempre.


Solo a quella affermazione Tisifone si accorse che la testa di Idra sbucava da sotto il cappuccio, facendola sembrare una di quelle attrazioni da circo di cui i babbani avevano paura e ne erano attratti allo stesso tempo.


La sua gatta non corre alcun pericolo. Per quanto cucciolo, Idra è ben educata e non attacca se non per difesa…

Disse quindi, sollevando una mano e accarezzando la testa del suo pitone.
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Messaggioda Saana Leyla » 05/02/2012, 22:35

Sul volto di Saana spuntò un sorriso sarcastico. Un bagno nel latte di capra? Ma da che periodo veniva quella strega, dal Medioevo? Rise quasi a quelle parole, e si alzò dal luogo in cui era seduta per guardarla direttamente negli occhi. Non poteva assolutamente permettere di farsi sottomettere da quella specie di gatta morta. Aveva un bel carattere, forse anche simile al suo, ma di sicuro non avevano le stesse priorità. La parola "clandestini" le fece pensare che avesse sentito quello che si era detta con...lui. Rispose immediatamente per chetare le acque.

Sono un'adulta grande e vaccinata, Tisifone Samyliak, non ho bisogno di chiedere permesso a nessuno per poter incontrare qualcuno, non credi?

Era passata dal lei al tu in tre secondi, non gliene fregava niente in realtà, né del rispetto né della differenza d'età. Quella donna la irritava, e non poco. Credeva di essere chissà chi, credeva di avere una mente potente, invalicabile, una specie di Muraglia Cinese magica. Ma non sapeva con chi aveva a che fare. Quando le rispose alzò le sopracciglia in segno di sfida, quasi a volerle far capire che non stava parlando con una studentessa del primo anno qualsiasi. Distolse lo sguardo e iniziò a parlare, rispondendole a tono senza preoccuparsi.

Sono curiosa di sapere cos’è o forse chi è una come me…

Una che crede di essere più forte di tutti quanti i maghi messi insieme. Cos'è credi che non sappia che fingi che niente di scalfisca per non rovinare la tua immagine di donna forte e con le palle. Tsk, ragazza mia, hai da imparare ancora molto in fatto di recitazione. Ma non mi interessa farti certi discorsi, tanto sarebbe inutile con te. Penserai che sono una ragazzina acida, vero? Lo sono, e nemmeno poco, te lo posso assicurare. E puoi fare la sarcastica quanto ti pare, non crollerò. Non di certo per le tue battute di scarsa qualità.

Saana era infuriata, stava scaricando tutta la sua rabbia su una persona innocente, ma meglio lei che uno studente. Non aveva intenzione di farsi cacciare dopo aver preso a calci nel sedere un alunno, perciò tanto meglio prendersela con una della sua stessa taglia. L'incontro con lui le era costato parecchio fatica, non aveva idea di quanto avrebbe sofferto rivedendolo. Era stato il suo migliore amico, un suo Fratello, il suo amante. Ed i ricordi le facevano male.

Se è educata quanto te ho quasi paura a farla scendere.

Rispose Saana dopo che Tisifone le ebbe detto che quel cucciolo di pitone era buono come il pane e ben educato. Certo, e lei era la Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, come no. Nonostante questo richiamò Bastet e la prese in braccio, accarezzandole il pelo e sussurrandole parole confortanti. Povera gatta, aveva dovuto vedere la paura della morte così tante volte che oramai tranquillizzarla era diventata un'arte vera e propria. Bastet ancora soffiava, miagolava, non impaurita, ma letteralmente terrorizzata.

Se pretendi che ti chieda scusa per quanto ho detto te lo puoi anche scordare bellezza. Non ne ho la minima intenzione.

Saana era orgogliosa, da morire, e quella professoressa da quattro soldi era un'ottima occasione per dar sfogo ad esso, oltre che a lasciar fuoriuscire tutta la rabbia, l'ira e il dolore che l'incontro con il suo ex Fratello le aveva procurato.

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Perdona il ritardo Tissi >.<
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Messaggioda Tisifone » 08/02/2012, 16:48

Sono un'adulta grande e vaccinata, Tisifone Samyliak, non ho bisogno di chiedere permesso a nessuno per poter incontrare qualcuno, non credi?

Tisifone sollevò un sopracciglio, unico segno esteriore che avesse sentito qualcosa delle parole pronunciate da Saana Leyla, anche se quel gesto non lasciava trasparire nulla di quello che stava pensando in quel momento. Ma tanto sarebbe stata una perdita di tempo, visto che di peli sulla lingua non ne aveva, soprattutto quando era di umore nero. Era arrabbiata nei confronti di Asher per averla messa in quella situazione ambigua, con Sandyon per essersi incontrato di nascosto con Asher, con Demetri perché era un centauro testardo quando si trattava di parlare di sentimenti e con se stessa perché si era auto infilata in quella situazione assurda. Quindi litigare con Saana per lei non era un problema, anzi forse un modo divertente per potersi liberare un po’ di tutta quella emotività che la stava per soffocare.

Ovvio. Solo una donna adulta e vaccinata darebbe appuntamento a qualcuno in piena notte nel cuore della Foresta Proibita, violando una serie di punti del regolamento scolastico…

Ribattè sarcastica, evitando di sottolineare l’ovvio e cioè che introducendo degli estranei nella Foresta Proibita era come introdurli nella scuola e quindi mettere a repentaglio la sicurezza di tutti, alunni per primi. Non fece una piega sentendola passare dal lei al tu, limitandosi ad adeguare il proprio comportamento linguistico: era inutile discutere su una cosa così stupida, visto che essendo colleghe prima o poi sarebbero arrivate a darsi del tu. Inoltre quel cambio di registro, da solo, le aveva fatto comprendere quanto l’altra fosse nervosa e arrabbiata, quasi quanto lei e questo voelva dire solo una cosa che ognuna aveva deciso di utilizzare l’altra come un personale punchiball babbano.

Una che crede di essere più forte di tutti quanti i maghi messi insieme. Cos'è credi che non sappia che fingi che niente di scalfisca per non rovinare la tua immagine di donna forte e con le palle.

Non sapevo di avere un’immagine da dover difendere… una donna forte e con le palle? Allora forse è questo il motivo per cui gli uomini tendono a girarmi alla larga.

Commentò ironica, scuotendo le spalle come se non sapesse di cosa l’altra stava parlando. E in effetti era così, visto che il motivo per cui teneva ben salda la sua maschera non era per rovinare la propria immagine, ma per evitare di mettere in pericolo se stessa e i propri cari. Ma non aveva alcuna intenzione di confessare quella cosa a Saana, che la collega pensasse pure quello che preferiva.

Tsk, ragazza mia, hai da imparare ancora molto in fatto di recitazione. Ma non mi interessa farti certi discorsi, tanto sarebbe inutile con te. Penserai che sono una ragazzina acida, vero? Lo sono, e nemmeno poco, te lo posso assicurare.

Sicura? A scuola dicevano che potevo fare l’attrice babbana… E no, non penso che sei una ragazzina acida, al massimo una donna infuriata e la rabbia offusca sempre l’ironia e il sarcasmo. E’ per questo che le tue frecce risultano spuntate e non poco, meglio riprovarci quando avrai i nervi più saldi.

Disse con un tono di voce superficiale, come a voler far intendere che tutto quello che l’altra diceva le entrava da un orecchio e le usciva dall’altra.

E puoi fare la sarcastica quanto ti pare, non crollerò. Non di certo per le tue battute di scarsa qualità.

Crollare? E perché mai dovrei volerti fare crollare? Per confessare quali segreti poi? Cosa potresti sapere tu di così importante per me da volerti fare crollare?

E viste tutte le paranoie che le stavano girando per la testa in quel periodo, tra i suoi padrini e i suoi genitori, il dubbio che in effetti quella serpe le stava nascondendo qualcosa di importante sfiorò il suo cervello sovraffaticato. Ed era per questo che lo sguardo che rivolse a Saana fu indagatore, gli occhi ridotti a due fessure.

Se è educata quanto te ho quasi paura a farla scendere.

Tissy evitò di rispondere a quel commento, probabilmente mirato anch’esso a offenderla in qualche modo.

Se pretendi che ti chieda scusa per quanto ho detto te lo puoi anche scordare bellezza. Non ne ho la minima intenzione.

Le scuse pretese hanno lo stesso valore di un galeone dei leprecauni… e poi per scusarti avresti dovuto offendermi e mi spiace dover intaccare il tuo smisurato orgoglio ma le tue parole non mi hanno scalfito di nulla. Ognuno ha il diritto alle proprie opinioni… anche se non tutti sono così spontanei da esporle ad alta voce.

Disse quindi, facendo apparire una coperta da stendere a terra ai piedi dell’albero non troppo distante da Saana. Non aveva più molta voglia di riflettere sugli avvenimenti della sua vita, ma non avrebbe dato a nessuno, Saana in primis, la soddisfazione di averle impedito di fare qualcosa.
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Messaggioda Saana Leyla » 16/02/2012, 16:11

Ovvio. Solo una donna adulta e vaccinata darebbe appuntamento a qualcuno in piena notte nel cuore della Foresta Proibita, violando una serie di punti del regolamento scolastico…

Tisifone Samyliak. Ecco l'esempio perfetto di quanto irritante, fastidioso, ingombrante e petulante potesse essere un umano. Possibile che la più stronza di tutte le donne, oltre a lei ovviamente, della scuola dovesse capitare lì, in quel preciso istante, in quel preciso luogo e proprio quella sera? Schioccò la lingua, irata, e accarezzò ancora per un po' la sua gatta, cercando di calmarsi, ma non riuscendosi visto che la donna, se così si poteva definire, continuava a parlare, rispondendo alle sue affermazioni precedenti.

Non sapevo di avere un’immagine da dover difendere… una donna forte e con le palle? Allora forse è questo il motivo per cui gli uomini tendono a girarmi alla larga.

No, è perché sei una gallina acida, ecco perché.

Pensò internamente Saana, tenendo per sé quel pensiero solo per evitare di dover tirare fuori la bacchetta. La ragazza si stava annoiando sentendo tutte quelle parole buttate a vanvera, tanto che distolse lo sguardo e fece finta di non ascoltare la donna, accarezzando Bastet e respirando rumorosamente. In quel preciso momento aveva proprio voglia di una sigaretta. Con le sue orecchie riuscì a percepire solo l'ultima parte del discorso di Tisifone, che la fece irritare ancora di più.

...Le scuse pretese hanno lo stesso valore di un galeone dei leprecauni… e poi per scusarti avresti dovuto offendermi e mi spiace dover intaccare il tuo smisurato orgoglio ma le tue parole non mi hanno scalfito di nulla. Ognuno ha il diritto alle proprie opinioni… anche se non tutti sono così spontanei da esporle ad alta voce.

Già. E tu sei una di quelle persone spontanee che le dicono ad alta voce vero?
Pensò ancora, guardandola in cagnesco. Si era distesa su una coperta, lo sguardo oramai lontano da lei. Non aveva intenzione di discutere ancora, non in quella notte serena, non dopo quello che Aleph le aveva fatto passare. Si diresse lontana, mentre diceva poche semplici parole.

Non mi sei simpatica, Tisifone Samyliak. Sei tutto ciò che ho sempre odiato. E non finisce qui.

Detto questo Saana si allontanò definitivamente, seguita da Bastet, mentre lacrime di rabbia e dolore spuntavano sul suo viso arrossato dalla fredda brezza della Foresta.
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Messaggioda Tisifone » 17/02/2012, 14:13

A differenza di quello che pensava la maggior parte delle persone, Tisifone non era una di quelle a cui piaceva parlare a vuoto, giusto per il gusto di sentire il suono della propria voce. Piuttosto la donna era una grande sostenitrice del principio "a furia di ripetere le cose prima o poi anche i sassi le capiscono".
Questa filosofia di vita, unita all'esperienza che aveva accumulato durante gli ultimi mesi di insegnamento, le aveva fatto sviluppare un certo sesto senso sulla capacità di attenzione della gente.

A giudicare da come si comporta anche un cieco vedrebbe che la sua mente è altrove.

Pensò la donna, osservando critica Saana Leyla mentre accarezzava la sua gatta, lo sguardo perso nel nulla. Voleva lanciarle qualche frecciatina per farla reagire o solo verificare se si fosse addormentata o meno ma non fu necessario.


Non mi sei simpatica, Tisifone Samyliak. Sei tutto ciò che ho sempre odiato. E non finisce qui.


Se con quella dimostrazione di odio Saana voleva ferire Tisifone, la sua intenzione cadde nel nulla. Solo le persone a cui voleva bene e in cui aveva riposto la sua fiducia avevano la capacità di farle del male e quella serpe sdentata non rientrava sicuramente nella categoria. La Grifa si limitò quindi a sollevare le spalle in un gesto di indifferenza e mettersi comoda contro il fusto dell'albero. Certo era curiosa di sapere cosa volesse dire quel "sei tutto ciò che odio", ma ci sarebbe stato tempo in futuro per approfondire il discorso.

Quando vuoi serpe, quando vuoi.

Mormorò, gli occhi fissi al cielo, sicura che l'altra l'avesse sentita.


[Fine]
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Messaggioda Sandyon » 28/03/2012, 3:29

[ DOMENICA NOTTE - 23:51 - VICINO ZONA SECOLARE ]

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Ben presto sarebbero arrivati i tempi più bui.
Bui come quella notte, una notte come molte altre, segnata da un cielo mediamente stellato ed una temperatura intorno ai 22-24 gradi.
Si stava bene, non c'era dubbio in merito, ma forse Sandyon Vastnor sarebbe stato meglio una volta tornatosene in camera propria a sistemare il motivo della sua venuta in quella foresta sperduta e tetra.
La zona che stava percorrendo era quella secolare, chiamata così per via delle numerose piante antiche custodite al suo interno.
Si diceva che da quelle parti ci fossero arbusti e tronchi vecchi anche più di mille anni, ben dieci secoli, questo significava una cosa sola: andare lì era più folle che mai. Solo due tipologie di persone potevano avventurarsi lì ad un orario così tardo della notte, o una molto sicura della propria forza ed esperienza o una con un'enorme conoscenza piena e certa del mondo naturale.
L'ex mercenario si piazzava senza dubbi nella prima categoria e tanto gli bastava, visto che al momento tutto quello del quale necessitava era un po' della partizione di qualche corteccia e qualche foglia speciale degli arbusti più resistenti.

Mmmhh...

Non poteva rischiare di farsi beccare da qualche centauro conosciuto, come il guardiacaccia, o da qualche collega professore folle da essersi andato a perdere in una porzione di foresta come quella. Se avesse visto qualcuno in pericolo sarebbe andato avanti, anche perchè la vita altrui non era ancora così tanto affar suo da potersi prendere la briga di morire al posto di qualcun altro.
Quindi aveva optato per celare il suo volto agli sguardi indesiderati, con una bandana a coprire la parte inferiore del viso ed il suo solito cappello grande e molto ampio con una visiera tale da celare anche lo scintillio degli occhi, gelido e imperscrutabile.
Per il resto, la sua solita divisa da battaglia, quella che utilizzava quando preferiva sentirsi libero e non bloccato dagli inutili convenevoli del modo di vestire classico richiesto per la maggior parte delle volte a scuola.
Per quanto non odiasse troppo l'abbigliamento con camicia e giacca, ammetteva con non troppa sofferenza che tornare alle origini ogni tanto non poteva fare altro che bene, facendo tornare in lui le luci dei vecchi ricordi di guerra e pace, di missioni di ogni tipo e sapore, alcune che avevano arricchito la sua esperienza altre che invece l'avevano impoverita, ma di sicuro che quella notte poteva essere lì ad impegnarsi con la ricerca di determinate piante, quello no, lo doveva assolutamente ad un'esperienza propedeutica per la sua vita.

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Sarà meglio che mi muova, qualcosa mi dice che in questa zona potrebbe celarsi qualche vecchio Mangiamorte da strapazzo.

Il suo fiuto per la feccia difficilmente sbagliava e quella porzione di foresta proibita era così fitta e non accessibile da tutti che riflettere sulla possibilità di un rifugio segreto non era una cosa così folle, anzi, proprio per nulla.
Raggiunse la radura designata per la ricerca, afferrando un'ampolla che teneva nella sacca di pelle nera a tracolla, poi prese un coltellino di legno intagliato, non metallo, quello faceva del male alle piante, le rovinava e le faceva soffrire, o almeno così ricordava che una persona si esprimeva quando ne parlava.
In quell'istante qualche vecchio ricordò riaffiorò nella sua mente, facendogli perdere di vista alcuni secondi lo scopo per quale era arrivato fin lì.
Si bloccò ad osservare una serie di alberi dalle foglie spesse e grandi, poi verso l'alto per ammirarne la fioritura acerba, vicino alla Primavera, poi di nuovo lo sguardo verso il basso a guardare le rocce con sotto scorpioni grossi quanto Mog stesso.
Non ebbe dubbi, doveva essere lì il luogo, e questo glielo ricordava una delle memorie più vivide in assoluto di quegli ultimi anni da vedovo...

La "Panetula Alvares" è facile da trovare se ci si applica, Giles, basta fare attenzione agli scorpioni.
Le radici di questo albero sono poco profonde e fungono spesso da riparo per la pioggia di piccoli e grandi animali, per questo gli scorpioni sanno che se rimangono in prossimità di una simile pianta prima o poi potranno avvelenare la preda e mangiarla.
Spero non serva che ti ricordi che la specie di scorpioni della quale parlo è la "Ragnar", vero Giles?
... Trova i "Ragnar" e trovi la "Panetula Alvares", e se trovi quella...


... Trovo la linfa di bronzo, la quint'essenza della cura di Madre Natura.
Una sola goccia di questa linfa mischiata al tè verde di ortica e si possono curare istantaneamente gli effetti di un "Sectumsempra" senza bisogno della "Vulnera Sanentur", in più effetto di durata immensa.


Esattamente Giles, può tenere saldi i tessuti corporei e i vasi sanguigni per più di 36 ore dall'assunzione, quindi dopo averne ingerito un sorso non c'è bisogno che ti preoccupi di tagli, ustioni, abrasioni e lacerazioni per parecchio tempo... Altro che magia della bacchetta, la vera magia la fa la Terra che ci circonda, peccato che molti non lo capiscano.

Già, ma tu l'avevi capito bene, eh, Lindë?

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Ma cosa state facendo? FERMI!

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BASTARDI! State facendo soffrire Madre Natura, la Terra sta piangendo, non lo sentite? MALEDETTI!

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Vi prego... Basta... Basta... BASTA!

Ehi, non vedete che sta ancora lì impalata? Razza di idioti, occupatevi di lei, subito!

Sissignore! AVADA KEDAVRA!

Si tolse il cappello, posandolo su una delle tante rocce, mentre uno scorpione tentava invano di avvicinarsi ma il repellente che si era cosparso addosso fece effetto e quindi l'animale dovette desistere dal tentare di avvelenare il mercenario.
L'uomo chinò il capo, respirando abbastanza affannosamente. Non era per nulla facile pensare di ricordare certe cose al posto di qualcun altro, o forse, che quelle cose erano l'unica cosa che qualcun altro poteva ricordare a parte tutto... tutto il resto.
Abbassò la bandana, prendendo più aria, afferrando nel contempo dalla sacca di pelle una bottiglietta di metallo che aprì velocemente portandola alle labbra bevendone il contenuto. Forse alcol, forse semplice acqua di fonte.
Il suo passato lo perseguitava sempre, anche che non fosse Rachel e lui questo lo viveva tutti i giorni.
Una di quelle storie che nemmeno alla persona più fidata come il padre di Tisifone aveva raccontato.
Un fatto avvenuto troppo poco tempo prima, aveva già iniziato a lavorare da solo, aveva già iniziato a lasciare indietro le sue tracce cercando di buttarvi sopra il fango, per far scordare lentamente alle persone di chi era una volta l'Assassino, chi era una volta l'alter ego di Sandyon Vastnor.

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Chiuse gli occhi, stringendo le palpebre così forte che sembrava che da un momento all'altro avrebbe potuto piangere sangue, tutto quello versato in passato, ma fu costretto a riaprirli, visto che un rumore lo distolse dal piccolo momento di riflessione e agonia interiore, adesso era il tempo di tornare alla realtà.
Prese il cappello portandolo al capo mentre rinfoderava la boccetta e anzi prendeva la bacchetta magica.
Si tirò su la bandana tornando nello stato precedente ed uno scatto il più silenzioso e cauto possibile lo condusse dietro lo stesso albero che aveva cercato con tanto zelo a quell'ora notturna di una normalissima Domenica di Aprile.
Sporse il viso per solo pochi preziosi secondi, per rendersi conto di chi potesse esserci oltre a lui in quel luogo dimenticato da Morgana e sopratutto a quale scopo?
Purtroppo per lui una persona ben particolare era di certo e lui stesso non potè credere che dopo quei vari flash dilanianti per il suo spirito, si sarebbe davvero ritrovato di fronte la persona che adesso vagava con tanta sicurezza per le lande erbose di quella foresta proibita... già, proibita per tutti e tutte... ma non di certo per lei.

... No, non è possibile!

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Rupert, ti sei forse incantato?
Smettila di stare tra le nuvole, abbiamo una ricerca da finire... Subito!


Chiuse gli occhi, credendo in un'allucinazione per via di qualche spora, poi li riaprì di scatto.
No, era davvero lei, ed era proprio lì, a pochi metri da lui, dopo tredici lunghi mesi.

Non ci credo...
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