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Riva del Lago

Messaggioda Castalja » 09/03/2012, 16:25

Castalja vide il ragazzo avvicinarsi e sedersi vicino a lei. Lo guardò dritto negli occhi come le era stato sempre insegnato, e con un elegante movimento della mano portò i capelli su una spalla.

Ad ogni modo, dalla tua divisa deduco che sei una Corvonero, come ci si trova in quella casata? E dimmi, più in generale, da dove vieni e come sei capitata qui? I tuoi genitori erano tutti e due maghi o sei, si, insomma... mezzosangue?

A quelle parole Cast lo squadrò duramente. Sta scherzando forse! Scambiarmi per una mezzosangue? pensò mettendo su un broncio.

No! Non sono una mezzosangue... Assolutamente purosangue. Probabilmente avrai sentito parlare degli Alistar disse con un po' troppa foga Comunque sia... mio padre è lettone e mia madre è russa, per alcune questioni famigliari ci siamo trasferiti qui in inghilterra da poco. E sì.. mi trovo bene tra i Corvonero. E su di te? Raccontami qualcosa

Cast era curiosa, forse aveva risposto malamente al ragazzo ma nessuno poteva mettere in dubbio il prestigio del nome Alistar. Comunque aspettava una risposta, desiderosa di saperne di più su quel ragazzino impertinente.

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Messaggioda Hans » 10/03/2012, 22:51

Mentre la bambina si portava elegantemente i capelli sulla spalla le sorrise, quel gesto gli ricordava molto tutte le figlie degli amici di suo padre che giravano per le stanze della piccola reggia di famiglia a Vienna e a cui mai aveva dato peso considerandole solo parte dell'arredamento.. che abbia cambiato idea? ...O forse no...

No! Non sono una mezzosangue... Assolutamente purosangue. Probabilmente avrai sentito parlare degli Alistar disse con un po' troppa foga Comunque sia... mio padre è lettone e mia madre è russa, per alcune questioni famigliari ci siamo trasferiti qui in inghilterra da poco. E sì.. mi trovo bene tra i Corvonero. E su di te? Raccontami qualcosa

Sentite le parole della bambina e visto il muso che aveva messo su, rispose alle sue parole con volto serio e tono deciso, nulla lasciava trasparire sul suo stato d'animo

Una purosangue quindi, sono sempre più rari quelli come noi.. Ad ogni modo no, mai sentito parlare degli Alistar mi spiace, non avete una storia passata in Europa? Io me ne intendo di queste cose!! I miei genitori ci tengano affinchè io conosca passato delle più importanti famiglie nobili! Fece ampi gesti roteando le mani come a voler soprassedere sull'argomento I tuoi sono commercianti o cosa?
Ah...
disse quasi ricordandosi le domande di lei ...su di me? Sono un duca io, vengo da una ricca e nobile famiglia Austriaca anche se le mie origini sono in Lorena, un tempo era un regno autonomo ma poi fu inglobato nella Francia e da allora i miei avi si trasferirono in Austria... mai sentito parlare degli Habsburg-Lothringen? Ma meglio che io la smetta di parlare di queste cose! Ovviamente sono un Serpeverde, futuro prefetto questo è certo, poi che altro? Ah si, odio i Francesi, li odio profondamente!

Una smorfia compare sul suo volto, non li sopportava davvero quei maledetti Francesi!

Sei al primo anno anche tu? Come hai trovato i compiti di Incantesimi?

Forse poteva anche rubacchiare qualche cosa, avrebbe risparmiato tempo e fatica!

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Messaggioda Estelle » 16/03/2012, 13:42

Ti aspetto al lago.
E se provassi ad essere puntuale questa volta, sarebbe un grande favore.

Tua,
Estelle Moreau


Scriveva, stesa sul manto d'erba proprio sulla riva del lago.
Non aveva alcun impegno, quel pomeriggio, ma solo voglia di incontrare qualcuno, una persona in particolare. Non sapeva per quale motivo cercasse proprio lui. E non tentò nemmeno di domandarselo: non le andava minimamente di crogiolarsi con inutili dubbi.
Si sentì soddisfatta del messaggio appena scritto. Chiaro e con quel pizzico di serietà che la rappresentava, anche se in realtà sapeva benissimo che quando si trattava di Vergil, esser seri non serviva a nulla: il Tassorosso riusciva sempre a strapparti un sorriso.
Con lei ci era riuscito. Il loro primo incontro era stato puramente casuale, e non dei migliori. Era il tipo di incontro che capitava tra un alunno ed una professoressa. Ma quel pomeriggio lei non era lì per un incontro formale.
Fuori dalle mura della sua aula, era semplicemente Estelle Moreau. E quel pomeriggio ci sarebbe stato un incontro tra due amici. Niente più.

Alzò lo sguardo verso il cielo.
Strinse gli occhi, infastidita dal sole, ma per nulla intenzionata a voler distogliere lo sguardo.

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Messaggioda Vergil » 19/03/2012, 3:48

Cosa cosa cosa?
La professoressa con il davanzale più prosperoso di tutta Hogwarts vuole vedermi???


Se ne stette almeno una decina di minuti a fissare quel foglio di pergamena, cercando in se la famosa consapevolezza zen che ti rendeva tutt'uno col mondo intero, te stesso e il prossimo, quella cosa che i monaci chiamano "Nirvana", peccato che non ci riuscì e quindi lanciato in aria il foglio si andò ad affogare sotto la doccia (fredda) per darsi un'attenta ed accurata lavata totale con annessa profumazione con quella tanto inutilizzata acqua di colonia che il padre gli aveva regalato che non aveva mai trovato l'occasione giusta per usarlo.
Lui la definiva una colonia da un odore maschio, virile, secco ed estasiante, bah, non che ci capisse molto ma ipotizzava da molto che era un profumo da utilizzare per stare a contatto con donne adulte e non ragazze che sarebbero potute fuggire.

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Era fatto così, sempre troppo avventato, sempre troppo folle, sempre troppo... Vergil!
Si infilò una camicia nera con una cravattina blu scuro e una giacca abbinata di lino, quindi leggera, insomma, era una splendida giornata.
Poi dei jeans neri e delle scarpe da passeggio firmate, quindi si sentiva in forma, anche se l'unico appunto fu che dimenticò di mettere i calzini appaiati e quindi visto che non aveva voglia di togliersi e rimettersi tutto (in realtà era già uscito dal castello quando se ne accorse), sperò di non trovarsi mai nella situazione di mostrare anche solo accidentalmente la sua splendida coppia di calzini bianco e grigio.
Prese velocemente a camminare diretto in prossimità del lago, o almeno doveva essere lì che si trovava la docente di babbanologia secondo le sue istruzioni... e difatti ben poco dopo esser giunto sul luogo la intravide da lontano, seduta in mezzo all'erbetta ben tagliata con l'acqua del lago che placida accarezzava il terreno non molto distante da lei.

Grande Cartwright, ora devi solo non cadere mentre ti avvicini e il più è fatto!

Fece un sorriso furbetto e divertito, così, senza ulteriori attese, cominciò a direzionarsi verso di lei camminando a passo spedito con il suono del suo avanzare ovattato dalla suola di gomma delle scarpe a contatto con il prato.
Proprio mentre si stava avvicinando incrociò gli occhi con una margheritina che se ne stava sola soletta fluttuante al vento e non resistette alla tentazione di prenderla con se e, giunto molto vicino alla donna CapoScuola del Corvonero, gliela fece apparire all'improvviso davanti agli occhi come gesto galante anche se un po' misero vista la natura del dono relativamente eccessiva, anzi per niente.

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Estelle Moreau, Vergil Cartwright, il suo può fidato e adorato studente!
Ecco a lei un gentile omaggio... oh...


Si accorse solo in quel momento che quella margherita era "abitata" da una simpatica e pacata coccinella, così rimase un po' interdetto, poi però riprese il discorso sempre sorridente e con la situazione in pugno.

... con sorpresa, ovviamente!
Allora, come mai sono richiesti i miei servigi dalla sua persona, prof?
Come le vanno le cose dalle parti della torre ovest?
Begli occhiali e... begli occhiali!


Immagine

E non ho affatto sbagliato a scrivere, ripetè davvero per due volte lo stesso complimento, questo per non incorrere nelle sue solite figure da ovvio osservatore di ben altre parti del corpo delle quali una donna come Estelle Moreau era ben dotata.
Tuttavia nello sguardo che le mostrò il ragazzo era solo sereno e tranquillo, al momento insomma le stava facendo vedere il Vergil amichevole e di tutti i giorni, anche perchè in un certo senso era questo ciò che lei cercava da quell'incontro no?
Perchè doversi formalizzare, sopratutto dal momento stesso in cui lui non ne era mai e poi mai stato capace!

Ehm, visto che nella pergamena non ha dato un orario preciso, possiamo far finta che per questa volta sono in orario?
Sa ogni tanto fa bene alla mia autostima, se avessi un analista me lo direbbe anche lui, ne sono certo!
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Messaggioda Estelle » 30/03/2012, 15:51

Bella giornata, quel pomeriggio.
Estelle ne stava assaporando ogni minimo dettaglio. Il lago, per giunta, era un luogo decisamente magico, a quell'ora del giorno.
Il sole le picchiettava sul capo. Ne sentiva il calore. Chiudeva gli occhi, in estasi, sentendosi decisamente in pace con se stessa. Addio ai problemi, addio al duro lavoro, addio anche al suo incarico da Caposcuola. Aveva tanto da svolgere e così poco tempo per sè.
Osservava la riva del lago, l'acqua che pareva muoversi, ma in realtà era più tranquilla del solito. La vegetazione tutt'attorno che ne creava una cornice perfetta. Quello sarebbe stato decisamente il ritratto di un dipinto eccezionale, se solo avesse saputo come si faceva.

Erano trascorsi solo pochi minuti da quando il suo messaggio era giunto a destinazione - se era giunto, poi.
Non aveva fretta. Attendeva. Si gustava quell'attimo. Anzi, era quasi sicura che se anche Vergil avesse fatto ritardo, non le sarebbe importato poi così tanto.

Gli occhiali da sole ancora sul naso. Alzò lo sguardo al cielo. Il sole ora non le dava fastidio. Ci si era abituata.
Dondolava le gambe, spensierata, mentre il volto piano andava a posarsi sui palmi delle mani.
Qualcosa comparve davanti ai suoi occhi. Estelle si fece indietro istintivamente, spaventata.

Estelle Moreau, Vergil Cartwright, il suo può fidato e adorato studente!
Ecco a lei un gentile omaggio... oh...


Approfittò di quella breve pausa per lasciarsi andare ad un sorriso sincero, alzando lo sguardo verso il ragazzo e posando gli occhi azzurri sul suo volto.
Ricordava che fosse abbastanza carino, ma in quel momento lo era decisamente di più. Camicia e jeans neri, ed una cravatta sul blu: un insieme di particolari che lo rendevano sensuale, e stavano chiaramente a rappresentare il suo buon gusto.

... con sorpresa, ovviamente!
Allora, come mai sono richiesti i miei servigi dalla sua persona, prof?
Come le vanno le cose dalle parti della torre ovest?
Begli occhiali e... begli occhiali!


Rimase interdetta da così tante domande. Continuò ad osservare la piccola margherita che Vergil le stava gentilmente offrendo. Allungò una mano per raccoglierla, e senza dir nulla, se la rigirò tra le mani, sorridendo tra sè, osservandola come se non ne avesse mai vista una in vita sua.
In realtà, ben pochi si erano lasciati andare a così tanta galanteria. O forse, ce n'era stata troppa nella sua vita, ma nessuno lo aveva fatto con onestà.

Grazie, Vergil.. è un gesto così gentile da parte tua..

Non se ne accorse nemmeno quando, ringraziandolo, lo aveva chiamato semplicemente per nome, lasciandosi così andare ad una confidenza maggiore, che comunque non era di certo un dispiacere per lei. Stava anche per spezzare la breve distanza tra di loro, volendolo ringraziare con un misero bacetto sulla guancia, ma proprio quando stava per muoversi, si accorse dei suoi pensieri, e se ne sentì piuttosto imbarazzata, e così preferì non osare oltre.

Grazie di esser venuto. Avevo voglia di vederti.
Visto il nostro ultimo incontro, mi sentivo in dovere di ricambiare, in qualche modo.


Accennò un sorriso in sua direzione, mentre ancora giocherellava con la margherita. Prese poi a posizionarla tra i capelli, proprio sopra l'orecchio destro. Si aiutò con entrambe le mani. Vergil la osservava. Estelle gli sorrideva.
Sembrava che la differenza di età, in quel momento, non esistesse nemmeno. Estelle, in fin dei conti, non ci aveva mai fatto caso.

I Corvonero vanno a rilento.
Alcune volte mi sembrano persino assenti, ma fanno del loro meglio per rendere soddisfatta la loro "bella" Caposcuola.


Si lasciò andare ad un commento del tutto poco modesto, mentre rideva di cuore, stiracchiandosi sull'erba, sentendosi i muscoli molto più indolenziti del solito.
Osservò Vergil. Allungò una mano verso la sua, sfiorandola appena. Sorrise ancora.

Tu come stai?

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Messaggioda Luke » 12/04/2012, 19:26

[Sabato - 17:04 h - Giocatori: Luke & Elisabeth]


Perché non approfittare di quell'ora di buca per fare un giro in riva al lago? Luke aveva deciso così quel mattino, tanto che prima di scendere a fare colazione in Sala Grande si era accertato di avere tutto l'occorrente per fare lezione con sé in modo da non risalire fino al quinto piano e perdere buona parte di quella manciata di tempo libero che aveva. Non aveva conosciuto parecchia gente dal suo arrivo e poco si era sforzato di socializzare con i suoi coetanei. Era un tipo che amava molto la solitudine, tuttavia erano molti i momenti in cui desiderava avere al suo fianco la domestica di casa, la stessa donna che gli aveva rivelato di essere un mago.
Arrivò nei pressi del Lago Nero, e quasi ansioso di toccarne la superficie nera, appunto, tastò il pelo dell'acqua con un piede, e la vide incresparsi e creare tanti cerchi concentrici che in poco tempo si dissolsero e la superficie ritornò liscia come prima; poi si gettò quasi a terra e con le mani poggiate sul terreno guardò verso l'orizzonte per poi poggiare la sacca con i suoi libri al suo fianco.
Era una bella giornata: il sole ogni tanto spariva dietro qualche sbuffo di nuvola candida, il resto era tutto azzurro...
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Messaggioda Elisabeth » 12/04/2012, 20:35

Elisabeth non era tipo da restare seduta tranquilla in una stanza, tanto meno nella sala comune dei Serpeverde, se fuori c’era una bella giornata ed il sole splendeva, la piccola preferiva passare gran parte del suo tempo da sola, odiava le stupide domande che le venivano poste, era una purosangue ed era una serpeverde e questo per lei chiudeva il discorso.
Da un po’ di tempo, prediligeva la compagnia dei pochi amici che si era fatta nella scuola e soprattutto la compagnia di un buon libro e visto che per quel giorno la piccola non avrebbe avuto altre lezioni decise di uscire. Prese il suo zainetto lo mise sul letto e l'aprì, poco dopo si diresse verso la scrivania e prese da uno dei cassetti un vecchio foulard, vi mise sopra il libro che le aveva prestato Miyabi, e dopo averlo avvolto con cura per essere sicura di sciuparlo il meno possibile, lo ripose dentro lo zainetto, quella sarebbe stata la prima volta che leggeva un libro babbano e la cosa l’emozionava molto, avrebbe potuto constatare con i suoi occhi cosa leggevano i bambini della sua età e quali fossero le differenze fra le favole che leggeva lei e quelle di quei bimbi.
Si diresse verso l’armadio per prendere la copertina che usava quando andava in giardino, la mise con cura vicino al libro stando sempre bene attenta a non rovinarlo e chiuse lo zainetto, che lasciò sul letto. Aprì per la seconda volta l’armadio, prese il suo mantello e lucidò per benino lo stemma verde-argento che portava sul petto. La piccola era orgogliosa di essere una serpina, aveva mantenuto la promessa fatta a suo padre poco prima della sua partenza per la scuola, avrebbe proseguito la lunga tradizione della sua famiglia ed avrebbe mantenuto alto l'onore dei Walker e dei Serpeverde.
Ora era pronta, si avvicinò al letto prese lo zainetto e se lo mise sulle spalle, per poi uscire dal sotterraneo diretta al Lago Nero, uno dei suoi posti preferiti nella scuola, lì almeno poteva leggera con tutta tranquillità senza il pericolo di venire disturbata da qualcuno.
Una volta fuori dalla scuola la piccola guardò il cielo azzurro ed il sole scomparire dietro alcune nuvolette che le ricordavano lo zucchero filato, i suoi occhi si illuminarono fissando il cielo, la piccola era di buon umore e trotterellò allegramente in direzione del Lago Nero.
Una volta arrivata nei pressi del lago, scoprì che il suo posticcino prediletto era stato occupato da qualcuno, si fermò un momento per capire di chi o cosa si trattasse, per poi distinguere la sagoma di un bambino seduto per terra. La piccola fece un sospiro, era sicura che l’avesse sentita arrivare ed allontanarsi sarebbe stato maleducato, così un po’ incerta decise di rimanere lì in mobile, aspettando che fosse il bimbo a fare la prima mossa.

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Messaggioda Luke » 25/04/2012, 10:42

Quella quiete lo rilassava molto, quasi lo svuotava dal solito caos continuo del castello. Improvvisamente, un brivido gli percorse la schiena, ma di certo non era il vento a provocargli quella sensazione, era la sensazione che provava solitamente quando qualcuno lo osservava, e automaticamente voltò il capo per accertarsi che fosse solo in riva al lago: la testa vagò da destra a sinistra e si fermò proprio al centro, osservando la figura minuta che stava in piedi nel prato. Era bionda, e gli occhi erano chiari e davano l'impressione di uno sguardo vispo, che si addiceva perfettamente ai colori della divisa verde-argento, che la contrassegnava come una Serpeverde, ovviamente. Inarcò le sopracciglia come a voler assumere un'espressione interrogativa.
Non aveva avuto molto a che fare con i Serpeverde, ma quando la domestica di famiglia gli aveva raccontato i "caratteri generali" di Hogwarts non aveva dimenticato di come aveva parlato di quella casata con una punta di disprezzo quasi incelabile; per questo da quando era lì aveva cominciato a squadrarli per bene, quei tipi, di certo non aveva intenzione di farsi mettere sotto i piedi.
Stranamente quella bambina gli incuteva un'impressione tutt'altro che maligna o perfida, perlopiù simpatica; era ancora lì ferma a fissarlo, ma non era decisa a muoversi da lì. Fu allora che lui parlò, giusto per sapere le intenzioni della Serpeverde, magari gli avrebbe rivelato il motivo per cui continuava a fissarlo come un'attrazione di un parco-divertimenti.

Posso aiutarti?

Disse, stando attento a non essere "minaccioso" o in qualche modo scortese, e per essere certo che ciò non accadesse accompagnò quella domanda con un sorrisino gentile e simpatico.

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Messaggioda Elisabeth » 26/04/2012, 23:08

Elisabeth era rimasta in mobile in mezzo al prato, guardando il ragazzino che si trovava comodamente seduto nel suo posticino prediletto, fece un piccolo sospiro, impercettibile all’orecchio del bimbo e continuò a fissarlo chiedendosi se fosse meglio scappare via o restare lì, e magari cercare di fare amicizia con lui.
Mentre rifletteva sul comportamento che doveva tenere, vide il bambino voltarsi verso di lei chiedendole

Posso aiutarti?

La serpina guardò il bimbo con espressione perplessa, era la seconda volta in pochi giorni che incontrava qualcuno al quale sembrasse non interessassero i colori della divisa che indossava, ma, l’esame non era ancora finito, e la piccola lo sapeva bene.
Così continuando a fissare il bambino inclinò leggermente la testolina verso destra, socchiudendo gli occhi per osservarlo meglio, aveva l’impressione che fosse un bimbo simpatico e finalmente si decise a muovere qualche passo avvicinandosi al suo interlocutore.

No ti ringrazio. Ero venuta solo per stare un po' da sola a riflettere e pensavo che qui non ci venisse mai nessuno, ma, a quanto pare mi sbagliavo

disse la serpina accennando un timido sorriso, ora era abbastanza vicina al dragargenteo da riuscire a vedergli il viso.

Visto che siamo qui e che ti ho disturbato già abbastanza credo sia giusto che mi presenti, io mi chiamo Elisabeth Alexandra Walker, e tu come ti chiami?

chiese la serpina con tono gentile al piccolo dragargenteo, accompagnando il tutto con un piccolo sorriso.

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Messaggioda Luke » 27/04/2012, 12:47

I due si guardarono per qualche attimo, e la ragazzina socchiuse gli occhi, forse decisa a indagare bene sul tipo con cui stava parlando, tanto che Ferdy distolse lo sguardo verso il basso e arrossì lievemente, ma forse la ragazzina non se ne accorse nemmeno, visto che rispose con tranquillità e alcuna traccia di imbarazzo nella voce.

No ti ringrazio. Ero venuta solo per stare un po' da sola a riflettere e pensavo che qui non ci venisse mai nessuno, ma, a quanto pare mi sbagliavo

Non seppe cosa risponderle, o forse non c'era bisogno di risponderle, ma forse avrebbe dovuto rassicurarla che non c'era nessun problema, almeno per lui, se lei rimasse lì a fargli compagnia, facendo conoscenza magari, o ognuno per conto proprio, però nel frattempo che nessuna di queste idee gli passava per la testa, la Serpeverde riprese a parlare, presentandosi, sembrava abbastanza cordiale per il momento, ma non voleva affrettare con le conclusioni, e poi il suo carattere non era quello, la sua timidezza era già un ostacolo nella spontaneità con una nuova conoscenza.

Visto che siamo qui e che ti ho disturbato già abbastanza credo sia giusto che mi presenti, io mi chiamo Elisabeth Alexandra Walker, e tu come ti chiami?

Gli porse la mano, e con un sorriso di ricambio rispose alla presentazione, presentandosi a sua volta, osservando che dopotutto non era poi così male come approccio con una nuova conoscenza.

Nessun disturbo... e comunque io sono Luke, Luke Fantoman, piacere di conoscerti.

I suoi occhi, oramai non imbarazzati più dalla presenza di Elisabeth, incrociarono quelli suoi ancora una volta, felici, come lo era lui per la conoscenza che stava facendo.

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