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da Saana Leyla » 03/03/2012, 21:22
Sia il numero del Cuore che il numero dell'Apparenza corrispondono al 22, Archetipo del Creatore.Saana sapeva poco o niente di Aritmanzia, nonostante la materia l'avesse sempre attratta, benché meno, ovviamente, della materia che lei insegnava. Sentì nella tasca il tipico rumore che le sue Rune facevano ogni qualvolta si muoveva, il sacchetto di pelle di drago ben sigillato da un cordoncino color cuoio. Tutto il loro potere, il loro mistero, racchiuso in quel piccolo contenitore artigianale. Respirò lentamente prima di sorridere ancora, e raramente accadeva con qualcuno. Lui continuò ancora a parlare, guardandola con gli scuri che sapevano di Oscurità. Era ancora in piedi, segno evidente che il suo invito non era stato accettato. Ma ascoltò senza interrompere, notando quanto lui fosse soddisfatto nel dirle punto per punto ciò che lei era. I suoi desideri più intimi non sono molto definibili... è certo però che lei ha molta più premura rispetto ad altre persone di raggiungerli. Per quanto riguarda l'apparenza, lei mostra agli altri concretezza, autorità e capacità produttive. Se vuole possiamo continuare. Basta che mi dia la sua data di nascita... Oppure preferisce non andare oltre, signorina Ayed?Era tutto vero. Tutto incredibilmente vero, tangibile nella sua vita di tutti i giorni. Distese ancor meglio le gambe lunghe ad affusolate, strette bene in quei vecchi pantaloni neri come la pece, lucidi come la seta. Lo guardò e inspirò, l'espressione ritornata fredda e distaccata. No, non avrebbe nascosto niente, non era tipo da nascondere qualcosa lei. Anzi. Si scostò i capelli dal viso, le labbra di ciliegia adesso dischiuse, nessun sorriso, nessun cenno. Si morse il labbro, riflettendo se far continuare o meno quello strano gioco in cui lei diventava quella vulnerabile, quella a carte scoperte. Venti giugno duemilasettantotto. Vediamo cos'altro sai dirmi, esperto di numeri.Era passata al tu velocemente, lei era fatta così. Diretta, senza troppi ostacoli a bloccare la sua lingua biforcuta e velenosa. Il corso dei suoi pensieri era veloce, pieno di curiosità riguardante la vita di quell'uomo che non conosceva ma che aveva quello sguardo vuoto. Le sembrava di avere già visto.
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Saana Leyla
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da Noah » 03/03/2012, 22:16
Venti Giugno... Quella data lo aveva segnato. Era stato il momento dell'uccisione di tutta la sua famiglia, nonché della sua liberazione. Si era liberato dalla frustrazione di non essere il figlio più amato, nonostante suo fratello fosse già morto. I suoi genitori erano stati ciechi... anzi il suo intero clan era stato cieco, cieco alla sua bravura che tutti poi avevano riconosciuto. Era o non era stato assunto a Hogwarts? Lui non solo era famoso tra i maghi ma anche fra i babbani: un criminologo affermato, che aveva risolto i loro casi più complessi.
Il suo numero del Destino corrisponde al 7... trovare le verita' universali e perseguire la conoscenza interiore. Anche se anche qui si può trovare una certa irascibilità e un confronto col passato.
E chi non lo aveva? Tutti facevano conti con quel che avevano fatto. Probabilmente anche lei aveva qualche situazione in sospeso o comunque qualcosa che l'avrebbe portata più avanti a risolvere alcuni eventi che si portava dalla sua più tenera età o adolescenza o giovinezza. Fortunatamente l'Aritmanzia non diceva tutto. O almeno. Per il momento il professor Noah aveva evitato di essere preciso. I numeri Ombra riservavano sempre grandi sorprese. Ma prima voleva vederci più chiaro.
Quintessenza sei: questo significa lasciarsi guidare dalle affinità, allontanandosi da ciò che non corrisponde al proprio sentire. Rispettando la propria natura ci si allinea col destino e si è certi di fare la scelta giusta.
Ed ora era pronto per i suoi preferiti. Essi erano i meno conosciuti, poiché nessuno o quasi li lasciava analizzare, ma visto che a lui era stato richiesto di andare fino in fondo da Saana Leyla, non vedeva perché non studiarla fino al suo subconscio, fino alla parte più nascosta di lei.
Poi ci sono i Numeri Ombra. E' da notare che sia il numero ombra 1, che il 2, relativi alla giovinezza ed all'età adulta sono entrambi il 4. Il problemi della paura dello sradicamento e di una perdita, insiti in lei nel suo subconscio, sono molto marcati. Il risultato è il Numero Ombra Principale, che è lo 0, archetipo dell'Angelo caduto. Lo zero è come una spugna, che assorbe la negatività che lo circonda. Per proteggersi sono certo che lei si crea un vuoto dentro di sé, instaurando un meccanismo che nel linguaggio della psicologia prende il nome di rimozione. L'origine del problema è probabilmente da cercare nell'infanzia.
Analisi perfetta. Già nel numero del Destino aveva trovato che vi erano conti in sospeso con il passato e qui ne aveva avuta la riconferma con un numero ombra assai raro da trovare qual'era lo zero. A questo punto la ragazza non poteva che interessargli. Avrebbe tanto voluto analizzarla in maniera più accurata con una seduta, ma come dimostrava il suo numero del carattere era parecchio irascibile e non sapeva come avrebbe potuto reagire. Quindi decise di rimanere in silenzio ad osservare la sua reazione o la sua non-reazione.
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Noah
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da Saana Leyla » 03/03/2012, 22:47
Saana era in attesa della risposta di lui, mentre sentiva una spasmodica voglia di fumare. Prese del tabacco dalla tasca dei suoi pantaloni. L'odore della cannella le invase le narici con un'onda di profumo e ricordi che la fece rabbrividire. Insieme ad esso c'erano delle cartine, scure, grezze, fatte a mano da lei stessa. Prese un po' di tabacco e lo mise al centro d'essa, sistemandolo bene e rimettendo nel pacco quello in eccesso. Iniziò così ad arrotolare il tutto con estrema perizia, mentre l'uomo dei numeri stava cominciando nuovamente a fare la sua analisi, in qualche modo estremamente accurata. La sigaretta era quasi finita. Passò la lingua sulla cartina amara per un paio di secondi, chiudendola. Prese i fiammiferi, e la accese. Subito aspirò una boccata, e subito la gola tornò a bruciarle di quel magnifico gusto un po' speziato. Lui stava parlando.
Il suo numero del Destino corrisponde al 7... trovare le verita' universali e perseguire la conoscenza interiore. Anche se anche qui si può trovare una certa irascibilità e un confronto col passato. Quintessenza sei: questo significa lasciarsi guidare dalle affinità, allontanandosi da ciò che non corrisponde al proprio sentire. Rispettando la propria natura ci si allinea col destino e si è certi di fare la scelta giusta.
Fece una pausa, e lei tornò ad osservarlo, continuando ad aspirare il tabacco ardente di quella sigaretta artigianale e strana. Il fumo usciva in piccole spirali dal lato mancino delle sue labbra, i polmoni riempiti ancora di quel vizio che lei non voleva togliersi. Ma in fondo anche quello le permetteva a volte di mantenere la calma in situazioni in cui l'avrebbe persa. Arrivata a metà lui continuò, facendola deglutire con le successive parole.
Poi ci sono i Numeri Ombra. E' da notare che sia il numero ombra 1, che il 2, relativi alla giovinezza ed all'età adulta sono entrambi il 4. Il problemi della paura dello sradicamento e di una perdita, insiti in lei nel suo subconscio, sono molto marcati. Il risultato è il Numero Ombra Principale, che è lo 0, archetipo dell'Angelo caduto. Lo zero è come una spugna, che assorbe la negatività che lo circonda. Per proteggersi sono certo che lei si crea un vuoto dentro di sé, instaurando un meccanismo che nel linguaggio della psicologia prende il nome di rimozione. L'origine del problema è probabilmente da cercare nell'infanzia.
Ora più che mai si sentiva spiazzata. Non passò molto tempo prima che le boccate di fumo diventassero più frequenti, nervose, quasi un tic che non voleva finire di torturarla. Arrivata alla fine, ormai con le labbra rosse che bruciavano a contatto con l'ultimo alito di quella sigaretta, la spense sul terreno, lasciandola lì senza premurasi di togliere il mozzicone. Lo guardò, le iridi dorate grandi ma poco evidenti dato le pupille dilatate all'inverosimile.
نوح جيد جدا (Molto bene, Noah)
Rispose in arabo, sottovoce, meravigliandosi di se stessa per come la sua voce aveva pronunciato quelle parole. Alzò le ginocchia avvinandole al petto, per poi stringerle e pronunciare ancora qualche altra parola, stavolta a voce più alta. Fredda, distante come sempre, ma con un velo di tristezza e malinconia in quella voce quasi rotta dal dolore.
Bravo, devo farti i miei complimenti, Pitagora. Hai fatto un bel discorsetto.
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Saana Leyla
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da Noah » 03/03/2012, 23:22
Noah guardò Saana Leyla. Sembrava aver perso l'ancora che le permetteva di non perdersi in quel vuoto. Se ne dispiacque: nemmeno alle sue vittime riserbava tali trattamenti, ma non poteva farci niente. Anche l'Aritmanzia aveva un'altra faccia oltre a quella delle studentesse eccitate a calcolarsi i propri numeri, pensando di essere in classe di divinazione. Poi quelle parole in Arabo, sua lingua madre... Fece finta di non capire. Se non fosse stato un così acuto osservatore probabilmente non avrebbe percepito in lei la perdizione. Doveva ammetterlo: quella donna era speciale.
I numeri non sbagliano, professoressa. E se per lei sono un ciarlatano faccia come meglio creda e non mi ascolti.
Finse. Decise che il gioco era finito lì, che la ragazza avesse bisogno di riavere la sua ancora. Sapeva che lei aveva preso in considerazione le sue parole; a lui questo bastava. A volte doveva far riflettere e basta la sua materia. Doveva dare indicazioni su dove e come migliorarsi. Insomma: era maestra di vita.
Ne vuole una?
Domandò lui porgendole una sigaretta accuratamente rullata. Era precisa e il tabacco non fuoriusciva. Sembrava una di quelle babbane, comprata in una di quelle stupide tabaccherie, che lui nel tempo aveva frequentato durante l'università per guadagnare il tempo per lo studio.
I numeri Ombra, sono gli unici su cui noi possiamo concretamente agire: possiamo fare su noi stessi un accurato lavoro di meditazione e studio per renderci più forti e meno soggetti ad essi. Lei ha paura della perdita e staccare la spina è comodo, ma con un accurato lavoro su se stessa, che - le garantisco - non sarà immediato, potrà affrontare quella sensazione e vincerla.
Prese anche lui una sigaretta e l'accese con il suo accendino d'argento. A volte una boccata di fumo era ciò che ci voleva per rilassarsi...
Anche l'uomo più potente ha le sue ombre... a lui sta avere o meno il coraggio d'affrontarle.
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Noah
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da Saana Leyla » 03/03/2012, 23:43
Saana era sbigottita, il respiro le si era fermato per qualche istante, il cuore trafitto da quella che doveva essere una lama invisibile e fredda come il ghiaccio. Quelle parole avevano squarciato la forza che fino a quel momento l'aveva contraddistinta in tutta la sua vita. Ricordi potenti come un uragano in mezzo alla sabbia d'Egitto si fecero strada tra le sue flebili membra, ora spoglie di qualsiasi volontà. Quell'uomo era riuscito laddove in molti avevano fallito. Era riuscita a rompere quella corazza attraverso la quale nessuno poteva vedere attraverso. Lui l'aveva resa trasparente come cristallo, leggendo come in un libro aperto tutto quello che lei aveva tenuto celato in quegli anni di lotte e diffidenza. Poi la sua voce, con una nota di velata gentilezza stavolta, le parlò, quasi avesse letto nei suoi pensieri.
I numeri non sbagliano, professoressa. E se per lei sono un ciarlatano faccia come meglio creda e non mi ascolti.
No, non credeva fosse un ciarlatano. Nessun ciarlatano avrebbe mai potuto leggere la sua anima in quel modo, nessuno avrebbe potuto cogliere i battiti del suo cuore così...facilmente, come lui aveva appena fatto. Quell'uomo era...raro, quasi quanto lei. Non sapeva cosa, ma c'era qualcosa in lui che la...prendeva allo stomaco, qualcosa di viscerale, di incredibilmente primordiale. Si alzò in piedi, guardandolo dritto negli occhi. Gli stava porgendo un'altra sigaretta, e lei la prese, avvicinandosi a lui fin quasi a sfiorarlo con le dita. In qualche modo era riuscito a creare un legame, con quelle parole decise e nette.
I numeri Ombra, sono gli unici su cui noi possiamo concretamente agire: possiamo fare su noi stessi un accurato lavoro di meditazione e studio per renderci più forti e meno soggetti ad essi. Lei ha paura della perdita e staccare la spina è comodo, ma con un accurato lavoro su se stessa, che - le garantisco - non sarà immediato, potrà affrontare quella sensazione e vincerla. Anche l'uomo più potente ha le sue ombre... a lui sta avere o meno il coraggio d'affrontarle.
Saana annuì ancora una volta, alzando gli occhi di falco su quelli di lui, neri e lucidi come le piume di un corvo. Non aveva parole, non riusciva quasi a respirare. Le sue labbra sussurrano gentili poche frasi, un alito di vento a portarle via come foglie d'autunno.
Tu...non riesco a definirti. Ho sempre letto gli occhi delle persone, capendone l'anima ancor prima che loro aprissero bocca. Ma con te non ci riesco...chi sei Noah?
Domandò, senza mai staccare gli occhi da quei due mari d'infinita Tenebra, d'infinita Ombra.
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Saana Leyla
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da Noah » 04/03/2012, 9:12
Il Professore di Aritmanzia sorrise lievemente. Ma poi tornò serio, quell'affermazione accresceva ancor più il suo smodato ego. A lui, così pieno di sé per le sue capacità di eludersi dagli altri aveva fatto un ottimo lavoro con Saana Leyla. Lei aveva la forza di Odino dalla sua parte, ma i numeri forse reggevano anche il destino degli dei... Anche loro, anche se increati e quindi eterni e quindi senza ombre, avevano un nome, che li rendeva analizzabili... forse.
Non si sottovaluti, signorina Ayed. Probabilmente... Fece una breve pausa per caricare d'enfasi ciò che stava per dire. Probabilmente è lei che non vuole gettare lo sguardo nell'abisso.
A quel punto non poté che guardarla dritto negli occhi. Quelli di Saana erano color ambra, gemma dalle proprietà straordinarie, capace di fermare il tempo, di conservare ciò che catturava, quando un tempo sulle conifere era solo resina. Invece, quelli di Noah erano paragonabili all'ossidiana pietra di origine vulcanica, che raffreddata dava vita ad una gemma nera come l'inferno. Già... anche se lui non era credente, se l'era immaginato il loro inferno. Lapilli di lava e fiamme ardenti... troppo comodo vivere in un posto così dopo una vita piena di peccato; l'inferno era nero, buio e tanto freddo da far pregare di non respirare più per mantenere al proprio interno il poco calore corporeo.
Io sono l'abisso.
Sì considerava così: una voragine. Ecco perché dopo l'omicidio mangiava le sue vittime. Lui era il loro inferno, colui a cui era dato il compito di terminare anche ciò che di loro rimaneva in quel mondo, che avevano macchiato con i loro peccati, con la loro lussuria, con la loro collera o la loro avidità. Lui non aveva il compito di uccidere maghi o babbani, lui uccideva solo i criminali. Era un assassino, che probabilmente, terminato il proprio compito, si sarebbe dato la morte per lavare definitivamente quel male di quel mondo. Purtroppo o per fortuna gli uomini erano fatti tutti della stessa pasta e il suo compito non avrebbe mai avuto fine.
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Noah
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da Saana Leyla » 04/03/2012, 13:00
La testa della donna vagava, seppur tenuta salda ed incatenata dal pensiero di quell'uomo sconosciuto che l'aveva colpita al centro dello stomaco senza tanti complimenti. Nuove sensazioni si fecero strada fra le sue membra, una voglia di lasciarsi andare fra quelle due braccia e lasciarsi cullare dall'immensa voragine che i suoi occhi le aprivano nel cuore. L'ombra di un sorriso parve comparire su quel volto di cera. Saana era ancora lì immobile, il corpo a pochi centimetri da quello di lui, la mano che ancora teneva la sigaretta che le aveva offerto con garbo. Parlò, questa volta serio, con un accenno di velata dolcezza, cosa che fino ad adesso non aveva intravisto nemmeno per un attimo nei suoi occhi bui. Lo sguardo ancora fisso in quelle due pietre laviche lucide e levigate Saana aveva le orecchie tese ad ascoltare la voce suadente dell'uomo che ora le stava parlando in un sussurro lento ed enfatizzato da una vibrazione che non si aspettava.
Non si sottovaluti, signorina Ayed. Probabilmente...Probabilmente è lei che non vuole gettare lo sguardo nell'abisso.
Non aveva tutti i torti. Distolse lo sguardo per un attimo, confusa, tremante, ma senza darlo a vedere. Buttarsi in quello strapiombo avrebbe significato la sua fine, poiché tutte le ferite appena rimarginate si sarebbero nuovamente squarciate, lasciando posto a tutto il dolore che aveva celato nella sua anima per tutti quegli anni. Alzò di nuovo gli occhi color sabbia su quelli di lui, non poteva farne a meno, erano come...magnetici. E ancora parlò, rispondendo alla frase che lei aveva appena detto, alla domanda che gli aveva appena posto, anche se quasi non se la ricordava.
Io sono l'abisso.
Quelle parole...la colpirono, più forte di come nessuno avesse mai fatto. La voce, lo sguardo, l'espressione, tutto in lui diceva "Pericolo". Ma nella sua testa quella voce risultava come un eco lontano, quasi inudibile. E guardò ancora quegli occhi, consapevole che se l'avesse fatto troppo a lungo si sarebbe persa nel buio più totale. Ma non lasciò perdere. Il suo corpo era come immobilizzato da sottili tentacoli di paura, una morsa d'acciaio che non la faceva respirare. E si perse in quel mare nero. Tutto d'un tratto l'intero Universo sembrava vorticarle attorno, ma non riusciva a distogliere lo sguardo, era come bloccata. Le gambe iniziarono a tremare, e si ritrovò per terra. Avevano ceduto. Colta da una scossa a da brividi inimmaginabili, si risvegliò da quel torpore, la mente ora più lucida. ma non riusciva ad alzarsi, era ancora debole.
Noah...aiutami...
Esclamò soltanto, in un sussurro che le tolse il respiro. Il petto le scoppiava. Era sprofondata nell'abisso.
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Saana Leyla
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da Noah » 04/03/2012, 13:46
Non riusciva ad alzarsi, era lì davanti a lui che tremava. Aveva paura... ma non di lui o del suo sguardo. Aveva paura di se stessa e del vuoto che si era creata attorno e che evidentemente non riusciva a gestire. D'altronde era più giovane di lui, era adulta, ma era giovane. Giovane e bella come un'orchidea bianca, un fiore nobile e delicato, nonostante l'apparente forza che mostrava con i suoi petali candidi.
No... l'aiuterò ad aiutarsi. Se ce la farà sarà solo per merito suo.
La guardò e poi si abbassò verso di lei. Spense la sigaretta e la ripose nel suo posacenere d'argento che teneva nel taschino dei pantaloni. Non sporcava mai per terra. Non voleva essere maleducato nei confronti della natura, forse unica entità che non conosceva il male, se non quello che subiva.
Chiuda gli occhi e faccia respiri profondi, poi, appena si sentirà pronta, si alzi lentamente senza poggiare sull'albero, sulla terra o su di me; conti solo su se stessa e sulle sue forze.
Le suggerì infine lui. Le persone dovevano contare solo su loro stesse. Fidarsi di qualcuno era un peccato imperdonabile. Saana Leyla l'avrebbe appreso. Era una donna forte e sapeva già che aveva tutto il potenziale per rialzarsi da sola e combattere contro le sue ombre; i numeri glie l'avevano detto. Ma quello sarebbe stato solo il suo primo passo. L'avrebbe sottoposta d'ora in poi a sedute. Era premuroso nei confronti dei suoi pazienti e Saana si era appena meritata un posto fra loro senza dover sborsare un galeone. Sarebbe stato semplice lavorare con lei: gli avrebbe sicuramente dato molte soddisfazioni.
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Noah
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da Saana Leyla » 04/03/2012, 14:41
Saana non riusciva a smettere di tremare, come la terra durante una scossa di terremoto, come se le placche al di sotto della sua corazza avessero iniziato a muoversi e a spaccarsi dentro di lei, una crosta di suolo arido che aveva iniziato ad incrinarsi, lasciando fuoriuscire piccoli sprazzi di oscurità e dolore. Sentì lontane le parole di lui, le orecchie erano come tappate, come se fosse appena scesa da una montagna altissima, dove l'altitudine mozzava il fiato, dove l'aria era rarefatta, l'ossigeno assente. Nessuno le aveva mai provocato una reazione simile. Era come essersi risvegliati dopo un lungo torpore, un lungo sonno senza pause. Era stanca, confusa, si sentiva spossata. Lui non le porse la mano, ma anzi, le disse di chiudere gli occhi e rialzarsi sulle sue proprie gambe da sola. Come aveva sempre fatto. In realtà rare volte era crollata in quel modo, sprofondando nei ricordi e nell'incessante angoscia che il suo passato l'avrebbe totalmente distrutta un giorno. Chiuse gli occhi, provando a respirare, nonostante tutto l'addome le dolesse come se le avessero sparato. Lentamente l'Universo smise di girare, l'aria stava ossigenando nuovamente il suo cervello, ora in grado di pensare più lucidamente senza quelle due pietre davanti, l'abisso si era richiuso così come si era aperto sotto i suoi piedi. Con calma le sue gambe smisero di tremare, e con un unico movimento si rimise in piedi, un piccolo salto sul terreno ed ecco che era di nuovo Saana Leyla Ayed, la solita donna senza alcun timore apparente. Con uno slancio afferrò la sigaretta dall'erba e se l'accese, come non fosse accaduto niente.
Non so come, uomo dei numeri, ma tu mi hai spiazzata. Non accade mai. Mai.
Disse, guardandolo negli occhi ma stavolta consapevole di quello che vi avrebbe trovato. Non poteva dire di non avere più alcuna paura di quel vuoto, ma adesso sapeva che lo sguardo non doveva posarsi troppo a lungo su quegli occhi neri come il carbone. Aspirò lentamente una boccata di fumo. Quella sigaretta sembrava veleno, ma non per questo smise di fumarla, anzi, continuò ad aspirare e buttare fuori il fumo con gusto. Si stava riprendendo in fretta. Con lentezza si poggiò al tronco di un albero, ancora spossata ma con la consapevolezza che le sue energie stavano ritornando.
Forse non è stato un caso incontrarci, non credi? Ah, a proposito, smettila di darmi del lei, puoi benissimo darmi del tu. Non sono così vecchia, non fuori almeno...
Aggiunse, aspirando ancora fumo da quella sigaretta perfetta. Si guardò intorno. Era tornata la vecchia ragazza acida di sempre, era una difesa per lei. Ma forse quell'uomo,Noah, aveva appena avuto la fortuna di vedere le sue mura distrutte dai suoi dardi infuocati. Tutto era cambiato, tutto adesso era cambiato.
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Saana Leyla
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da Noah » 04/03/2012, 18:09
L'ascoltò dopo averla vista rialzarsi. Aveva fatto un grande sforzo per sollevarsi dalla situazione in cui lui l'aveva cacciata. Era un vero maestro nella psiche. Lui sapeva come giostrarsi con il cervello dei suoi pazienti ed ormai Saana Leyla, dopo aver seguito quei suoi banali consigli, lo era a tutti gli effetti.
Lei invece ha sollevato in me un grande interesse nei suoi confronti. Indugiò un attimo Neanche questo accade mai.
Le sorrise. Voleva che lei si fidasse di lui, che si sentisse a suo agio. Voleva aiutarla o per meglio dire studiarla. Sarebbe stato un grande caso, sicuramente migliore di quello che aveva portato alla sua tesi di laurea: una donna affetta da disturbo di personalità multiple... Era stato quasi seccante per lui aver assistito ai colloqui fra lei e il suo psicologo mediocre, che non capiva come prenderla per il verso giusto.
Mi scusi, non era mia intenzione darle... darti questa impressione. Comunque convengo con lei... te che non sia stato un caso.
Era felice di sentire rivivere in lei il suo numero del carattere, l'otto, che le dava quella capacità di controllo che lui ammirava. Bé forse era più tentato di osservarla nella parte più fragile, quella che la rendeva insicura e spiazzata. Quella, insomma, che mostrava il suo Numero Ombra principale, lo zero. Un caso raro e alquanto unico.
Si è fatto tardi. Prese la sua agenda nera e cominciò a guardare i suoi impegni Lunedì alle nove nel tuo ufficio. Ti chiedo di esser puntuale e di togliere momentaneamente cattedra e sedie... Ah. Eviti di fumarci all'interno e prepari un tè egiziano per l'occasione. A lunedì.
Chiuse la sua agenda e se ne andò senza darle il tempo di rispondere o replicare. Aveva scelto per Saana un ambiente piuttosto familiare come primo incontro delle loro sedute non doveva lamentarsi per le regole imposte da Noah. Solitamente era meno permissivo e pretendeva che lo si incontrasse nel suo ufficio, ma per la prima seduta preferiva mettere al proprio agio la sua paziente. Poi... sarebbe iniziato il suo gioco...
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Noah
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2012-09-19 22:18:47 |
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2012-09-19 22:04:51 |
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