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Stanze Sandyon - Monique

Messaggioda Monique » 29/02/2012, 14:31

D'accordo, forse era stata una domanda stupida: però non si poteva negare che oggettivamente Sandyon non diceva mai, mai nulla di sé, e che una volta era stato lui stesso a dire a Monique di non voler parlare di un determinato argomento... quindi a conti fatti, la donna non se n'era uscita poi così stranamente con quel quesito.

E se mi rispondesse che è così, che non si vuole far conoscere da me...
... come reagirei?


Normale e probabilmente giusto porsi queste domande, era un'eventualità che - vista la discrezione dell'uomo verso se stesso - Moni non poteva non prendere in considerazione: non fu facile rispondersi, ma alla fine, dopo un'attenta riflessione, la donna poté ammettere con se stessa che sì, le avrebbe fatto molto male la cosa, ma non avrebbe cambiato i suoi sentimenti, avrebbe semplicemente cercato di capire con ogni fibra del suo essere e provato a far capire a Sandyon che poteva fidarsi di lei.
Inutile comunque fare troppe congetture, in fondo doveva ancora sentire cosa le avrebbe detto lui...

Come io chiedo a te ogni cosa che desidero senza rimproverare me stesso, puoi farlo anche tu senza timore, ma sappi che di certo non sono mai stato un tipo volto a raccontare di se con volontà propria, d'accordo?

Una risposta che fece tirare un gigantesco sospiro mentale a Moni: dunque non era un problema per lui parlare di sé, semplicemente non gli veniva spontaneo farlo e dunque sarebbe stata lei, nell'eventualità, a dovergli porre domande per poterlo conoscere meglio.
La donna fece per dire qualcosa ma il compagno la spiazzò con un gesto molto dolce ed improvviso: le prese la mano e se la poggiò sulla guancia, come a chiederne una carezza; Moni sorrise, annuì appena e sfiorò quella pelle resa ruvida dal tempo e dalle battaglie, ma che lei aveva imparato ad apprezzare come ogni cosa di lui.
C'era più di una domanda che gli voleva porre, ma... non lì: voleva che lui si rilassasse del tutto, e forse sapeva come fare.

Vieni con me... fidati, Sandyon.

Sussurrò dunque in sua direzione, guardandolo dritto negli occhi quasi a permettergli di leggerla l'anima: se lui avesse fatto come lei gli aveva detto, si sarebbero alzati e lei si sarebbe seduta sul letto, contro lo stipite, facendo distendere il compagno di fronte a lei e facendogli poggiare la testa sul cuscino che si era poggiata sulle guance.

Chiudi gli occhi...

A seguito avrebbe preso a sfiorargli la pelle del viso con un solo dito, tracciando percorsi lenti e sempre diversi su fronte, naso, guance e bocca, con quel tocco delicato che aveva imparato da Rose, la sua "mamma": era lei infatti, quando Moni era piccola, a farle quelle stesse coccole per farle rilassare, e la VicePreside sperava ora che servissero a lui.

Che tipi erano i tuoi genitori?

Una domanda piuttosto innocua, o almeno così sperava Monique che non voleva bombardarlo subito di domande pesanti, ma anzi voleva farlo tranquillizzare il più possibile così da rendergli più facile parlare di sé.

Mi sono davvero innamorata di te...
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Messaggioda Sandyon » 01/03/2012, 5:03

Forse appena per un istante aveva creduto che la donna rimanesse non troppo soddisfatta di quello che aveva deciso di dire, sopratutto perché vivere a contatto con un uomo come lui non era affatto una passeggiata per vari motivi, tutti quanti estremamente comprensibili e seri, ma a differenza delle sue prime impressioni e forse anche timori, Sandyon si dovette ricredere visto che Moni, la francese che a quanto pareva voleva dimostrargli a tutti i costi che era innamorata di lui, scelse per essere addirittura felice di quello che aveva sentito e decise quindi di aiutarlo a sciogliersi e distendersi ulteriormente, grazie alla vicinanza del corpo e dopo una volta, non inteso come semplice, anche se piacevole, sesso selvaggio.

Vieni con me... fidati, Sandyon.

La fissò attentamente per diversi secondi, visto che non gli era mai capitato di avere sorprese in serbo per lui da parte della compagna, ma alla fine decise per cedere a quella possibilità e tentare di fidarsi, annuendo semplicemente col capo in maniera leggera ed alzandosi per poi mettersi sul letto, sdraiato, con la Vireau che, mettendosi al suo fianco iniziò a passargli il dito sul viso facendo dei piccoli tratti gentili e aggraziati mentre gli consigliava di tenere gli occhi chiusi.
In effetti quel movimento determinava in lui un moto di relax e tranquillità non indifferenti, così per il momento l'uomo optò semplicemente per fare dei lunghi sospiri lasciando che le braccia e le mani perdessero lentamente attrito con l'aria e si lasciassero trascinare giù dalla gravità.
Per diversi secondi, Sandyon credette che il silenzio sarebbe durato per molte ore, ma invece no, venne spezzato a distanza di pochi istanti ma senza essere un'invasione troppo fastidiosa.

Che tipi erano i tuoi genitori?

Una domanda leggera per cominciare, o almeno che fosse leggera lo stava intuendo Monique probabilmente.
La famiglia, la sua famiglia, tasto dolente o meno? Stava solo a lui indicarlo con la propria voce che faceva non poca fatica e lamento a farsi sentire durante quella pratica di rilassamento molto intensa e trascinante.
Alzò la mancina fermando il polso alla mano di Moni, come a farle intendere che se avesse continuato possibilmente non avrebbe spiccicato parola.
Aprì gli occhi pian piano, posandoli in quelli ghiacciati della compagna, sospirando nuovamente come se mille pensieri si affollassero nella sua mente e stessero aspettando solo di prendere forma ed interpretazione a parole.
Infine, deci di parlare e toglierle il suo primo, vero quesito frutto di curiosità sulla vita oscura e misteriosa dell'ex mercenario.

Provengo dalla famiglia del prestigioso ramo dei Laars del Canada.
Mia madre, Chandra Laars è la sorella della madre di Daemon Laars, il ragazzo giunto secondo all'ultimo torneo Tre Maghi mondiale, mentre mio padre, Jace Vastnor era un Auror di terzo livello, abbastanza conosciuto nella zona europea ellenica e orientale.
Sono entrambi ancora vivi ma non coltivo un ottimo rapporto con loro.
Quando decisi di lasciare la scuola alla metà del mio sesto anno in questo castello somigliante ad una prigione, quasi decisero di disconoscermi, ma ero preparato ad un'eventualità del genere.
Per mio padre sapere che avevo deciso di guadagnarmi da vivere facendo il soldato semplice nell'Armata Magica fu un vero shock, gli facevo schifo, sperava che avessi un futuro simile al suo, sconfiggendo i malvagi e facendo sempre trionfare il bene, l'ordine e la giustizia.
Mia madre nemmeno commento, per lei il diploma era alla base di ogni cosa, di ogni prestigio ed onore. Persona bigotte i miei genitori.
Parlo al passato per chè non so adesso come se la passano... so da parte di... beh, ho delle fonti che comunque mi avvertono nel caso passassero all'altro mondo quindi non mi preoccupo.
Mi contattarono quando seppero del mio posto di insegnante qui, con tutte le parole migliori del mondo, ma mi seppero di ipocrisia e negligenza morale, così nemmeno risposi al gufo che mi avevano inviato e da allora non ho più notizie, ma sono più felice per questo verso.


Beh, bisognava dire che non aveva dato una risposta piccola o frammentaria. Sandyon aveva scelto di parlare il più apertamente possibile, magari omettendo qualche piccolo particolare aggiuntivo e scabroso della sua esistenza fin da molto piccolo, ma preferì per il momento tacere visto che molti di quei ricordi di un'età così passata ed iniziale erano offuscati anche per lui.
Rimase a fissarla negli occhi ancora per diversi istanti, prima di tornare a posare la testa sul cuscino e, visto che non aveva per nulla lasciato la mano dal polso, la avvicinò nuovamente al suo viso, come a volerle far capire che attendeva il secondo tempo di quella pratica rilassante che lei gli aveva fatto scoprire e probabilmente apprezzare in poco tempo.

Altre domande?
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Messaggioda Monique » 01/03/2012, 13:19

Gli piaceva.
Oh sì, Monique ne era più che sicura: non le era sfuggito il modo in cui Sandyon, dopo forse un primo momento di diffidenza iniziale, aveva cominciato a rilassarsi, lasciando andare i muscoli che adesso riposavano pigri su quel letto ampio, morbido e comodissimo.
Era in quell'atmosfera che decise di porre la prima domanda al compagno, una domanda che lo riportava all'inizio della sua vita, a quando era piccolo, come se Monique volesse iniziare a conoscerlo partendo dal passato più lontano possibile: sobbalzò quando la mano di lui le bloccò il polso, ma comprese quasi subito che il motivo non era disturbo o fastidio, bensì la semplice incapacità di parlare in un'atmosfera così rilassata; si fermò dunque, cercando la mano di Sandyon con la propria stretta tra le dita di lui cosicchè invece di tenerle semplicemente il polso, l'uomo potesse accarezzarle e farsi accarezzare a sua volta la mano mentre parlava.

Provengo dalla famiglia del prestigioso ramo dei Laars del Canada.
Mia madre, Chandra Laars è la sorella della madre di Daemon Laars, il ragazzo giunto secondo all'ultimo torneo Tre Maghi mondiale, mentre mio padre, Jace Vastnor era un Auror di terzo livello, abbastanza conosciuto nella zona europea ellenica e orientale.
Sono entrambi ancora vivi ma non coltivo un ottimo rapporto con loro.
Quando decisi di lasciare la scuola alla metà del mio sesto anno in questo castello somigliante ad una prigione, quasi decisero di disconoscermi, ma ero preparato ad un'eventualità del genere.


Monique sgranò leggermente gli occhi a quelle parole, non immaginandosi minimamente che Sandyon potesse discendere da un ramo antico come quello dei Laars... il ragazzo che aveva raggiunto il secondo posto al primo Torneo Tremaghi Mondiale e battuto per un soffio dal candidato Giapponese, Daemon Laars, era stato osannato per mesi su tutte le pagine dei giornali europei; ancora ricordava i commenti dei propri genitori, secondo i quali era stato tutto combinato per non farlo vincere... ovvio, la Giapponese che aveva vinto era Mezzosangue.

Perlomeno sanno essere coerenti con loro stessi...

Si disse Moni scuotendo appena il capo mentre Sandyon ancora parlava e raccontava le vicende con la famiglia: anche lui quindi non era stato affatto fortunato ed aveva dovuto sopportare dei genitori falsi, bigotti, moralisti ed ipocriti che l'avevano disconosciuto quando aveva deciso di fare di testa propria per poi definirsi fieri di lui alla prima occasione... avevano parecchie cose in comune, più di quante avrebbe mai potuto immaginare; era una fortuna che avesse acconsentito a parlare di sé, pensò la donna , perchè così lei avrebbe avuto modo di conoscerlo meglio e comprendere quanto fossero affini.

Beh, se non altro i suoi genitori non lo vogliono morto.

Si consolò la donna, riflettendo che lei in effetti non poteva proprio dire lo stesso: in quel frangente, forse, Sandyon era stato molto più fortunato di lei.

Altre domande?

A conclusione di quel racconto, l'uomo le lasciò il polso e a Moni tanto bastò per comprendere che quelle coccole particolari erano assolutamente ben accette da lui: sorrise e riprese a tracciare segni delicati e morbidi sul suo volto, con dolcezza ed amore; altre domande... tante, persin troppe, ma doveva come filtrarle per evitare argomenti che, lo sapeva gli avrebbero fatto male, come la moglie, la figlia, Asveras... insomma, non era facile chiedere liberamente con lui.

Se potessi... esprimere un desiderio, uno qualsiasi senza restrizioni...
Cosa chiederesti?


Domandò alla fine lei dopo diversi istanti di silenzio, un po' titubante in realtà: aveva come la mezza impressione di poter intuire cosa lui avrebbe risposto, ma non voleva fare previsioni che poi magari si sarebbero rivelate errate; era già tanto che l'uomo le avesse concesso di aprirsi un po' con lei, meglio non tirare troppo la corda.
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Messaggioda Sandyon » 01/03/2012, 17:45

Se potessi... esprimere un desiderio, uno qualsiasi senza restrizioni...
Cosa chiederesti?


La donna era tornato nuovamente a coccolarlo, a farlo sentire bene grazie al tocco della sua mano e delle sue dita che leggere e come fossero onde che si adagiano su una spiaggia lo facevano sentire incredibilmente calmo e rilassato.
La risposta ricevuta le era andata bene, non era andata oltre nel chiedere sul suo passato o sul suo presente ad incrocio con esso e questo di certo fu un biglietto da visita molto eloquente e di garanzia per affacciarsi alla magione del cuore di Sandyon.
Tuttavia lui percepiva chiaramente che lei dentro di se covasse domande molto diverse, domande importanti e potenti che le sconvolgevano l'anima ogni giorno in più che non ricevevano una risposta adeguata.
Sospirò, capace di percepire quel disagio e quella preoccupazione forse meglio di chiunque altro, ma nonostante tutto, aprendo di poco gli occhi si trovò davanti una persona capace di ingoiare il duro espandersi dei dubbi e dei timori che lasciava andare prima la ragione e la capacità analitica del cuore altrui prima del proprio e questo gli fece capire ancora di più quanto possibilmente lei teneva a lui.

Un desiderio?
Se me l'avessi chiesto tre mesi fa non avrei avuto esitazioni, ma adesso...
Adesso è tutto più diverso, più difficile.


Richiuse gli occhi, gustandosi ancora egoisticamente quel tocco magico che lo portava ogni istante di più in paradiso, finendo poi per far capire a se stesso che una risposta la doveva dare altrimenti perché rassicurarla che avrebbe potuto chiedere tutto quello che voleva?
Dischiuse le labbra ma al momento solo per incanalare aria nei polmoni, nel cuore e nel cervello, irrorando di energia tre importanti organi che l'avrebbero dovuto supportare in quella risposta per niente semplice, poi, leccandosi le labbra con fare molto attento e analitico, riportò la mano sul polso di Monique chiedendole silenziosamente di fermarsi ancora una volta, ma questa volta con una nota di carezza sullo stesso polso da parte delle sue dita, come se decidesse di dirlo in maniera più gentile, accomodante... affettuosa.

Vorrei tornare un solo momento ai miei 24 anni ed impedirmi di convincere Asveras a farmi da spalla nell'Armata, promettendogli onore e gloria in guerra, parlando come un invasato giovane e inetto alla ragione.
Se ciò si avverasse... adesso tu non saresti in pericolo.
Ecco... cosa vorrei.


Non aprì gli occhi però nel dare quella risposta, forse per l'eccessivo imbarazzo ben nascosto di aver espresso il desiderio di volere qualcosa per far star bene e al sicuro lei e non se stesso, sopratutto perché non aveva espresso nessun sogno riguardante la vita che possedeva prima, ma non certo perché l'aveva già dimenticata, ma forse perché la stava cominciando ad accettare per quello i che era:
Una serie di passi fatti con coscienza che però avevano portato ad un bivio obbligato dove lui aveva svoltato mentre quella che che un tempo era la sua famiglia invece aveva nel proprio destino di prendere l'altra strada, una strada nera come la morte.
Ma tutto quel pensare al passato e al presente, tutti quei pensieri e quelle sensazioni, quegli stralci di antico splendore misto e rovente trapasso di corpo e mente in una dimensione di paura dolore e angoscia fecero in modo che sfuggendo al suo controllo, una lacrima dal lato destro degli occhi colasse veloce e scintillante ricadendo sul materasso formandovi sopra una lieve e piccola macchiolina più scura, ma le palpebre dell'uomo non si strinsero, aveva pianto appena probabilmente con gli occhi più lucidi che mai ma rimanendo con la sua solita espressione seria, come se in un certo senso le emozioni non fosse in grado di provarle adeguatamente... o forse aveva solo un grande autocontrollo del suo spirito.

Immagine

Rachel... Lumina... Tyslion... Perdonatemi per avervi rovinato la vita.
E tu... tu... la rovinerò anche a te?


Parlami della tua lupa.

E così, lasciò nuovamente andare il polso alla francesina.
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Messaggioda Monique » 01/03/2012, 21:49

Era pronta a qualsiasi risposta: insomma, era più che giusto, no? Aveva perso una moglie ed una figlia e che cavolo, era ovvio che pensasse al poterle riavere indietro! Certo, sicuramente il suo lato più egoista avrebbe voluto che in qualche modo desiderasse qualcosa legato a lei, ma era abbastanza matura, razionale e comprensiva da capire che c'erano cose molto più importanti di Monique Vireau nella vita di Sandyon Vastnor, e lei doveva rispettarlo. Sospirò in modo impercettibile, lasciando quindi che l'uomo schiudesse le labbra e le rivelasse il suo desiderio... ma la risposta che ottenne fu del tutto diversa da quella che si sarebbe potuta aspettare.

Vorrei tornare un solo momento ai miei 24 anni ed impedirmi di convincere Asveras a farmi da spalla nell'Armata, promettendogli onore e gloria in guerra, parlando come un invasato giovane e inetto alla ragione.
Se ciò si avverasse... adesso tu non saresti in pericolo.
Ecco... cosa vorrei.


La prima cosa che Moni sentì dopo quelle parole fu una fitta al cuore fortissima, non dolorosa però... come un brivido, qualcosa di molto caldo e molto piacevole: sentì il respiro fermarsi per un momento, gli occhi le si sgranarono appena per la sorpresa ed il labbro inferiore venne morso per qualche istante.

Sandyon...

L'uomo non apriva gli occhi e lei non aveva il modo di guardarlo, ma sentiva che probabilmente dentro di lui c'erano mille pensieri e mille sensazioni diverse che si scontravano, e ne ebbe la prova quando una lacrima gli scese dispettosa lungo la guancia: avrebbe voluto raccoglierla e conservarla sul dito come un tesoro prezioso, ma come sempre con lui non sapeva mai quando e quanto poter essere se stessa; sospirò ancora, leggermente, mentre lui le lasciava andare il polso per permetterle nuovamente di fargli le coccole.

Parlami della tua lupa.

Flame è.... era... l'animale più straordinario che avessi mai conosciuto: capii subito che tra me e lei c'era un legame particolare dalla prima notte in cui dormì sul mio letto, perché la sognai mentre pronunciava una parola inglese di cui io non conoscevo nemmeno il significato, ripetendola affinché la donassi a lei come nome... Flame, appunto.
Quando lo dissi ai miei genitori loro liquidarono l'argomento, ma Rose... Rose aveva capito tutto. Ma d'altronde era sempre un passo davanti al resto del mondo.


Raccontò la donna continuando ad accarezzare e coccolare il compagno, come se in un certo senso quelle coccole servissero anche a se stessa per tranquillizzarsi un po': non era mai semplice parlare di cose che fanno male, e la morte di Flame rientrava decisamente nella categoria.

Siamo cresciute assieme, letteralmente... ogni volta che Nicholas mi faceva del male, Flame era lì per me, mi stava vicino e mi consolava: è venuta con me ad Hogwarts, mi ha seguita in tutti miei viaggi... è stata la mia fedele compagna, la mia migliore amica... il mio tutto. Mi manca tanto, anche se c'è Fire ora.

L'ennesimo sospiro, questa volta più tremulo e sentito dei precedenti ma era anche normale andando a toccare corde sempre più sensibili: adorava il suo cucciolo di lupo, ma non sarebbe mai, mai riuscita a dimenticare Flame.

Probabilmente anche per te è così, nessuno riuscirà mai a farti dimenticare Rachel... ma riuscirai ad amarmi un giorno, come hai amato lei?

Una domanda che ovviamente non venne espressa ad alta voce, ma a cui comunque lei non sapeva dare risposta: d'altronde, non sapeva nemmeno dire se un giorno avrebbe voluto bene a Fire con la stessa intensità dell'affetto provato per Flame... ma c'era ancora una cosa da dirgli, una cosa a cui stava pensando da quando lui le aveva espresso quale desiderio avrebbe chiesto di potersi far esaudire.

E comunque... io so che nessuno potrà farmi del male, finchè tu sei con me - sussurrò Moni dolcemente, piegandosi per posare un leggero bacio sulla fronte di Sandyon - Da quando ci sei tu mi sento protetta... come se in qualche modo il destino ti avesse mandato da me. E ne sono grata.
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Messaggioda Sandyon » 02/03/2012, 18:53

Flame è.... era... l'animale più straordinario che avessi mai conosciuto: capii subito che tra me e lei c'era un legame particolare dalla prima notte in cui dormì sul mio letto, perché la sognai mentre pronunciava una parola inglese di cui io non conoscevo nemmeno il significato, ripetendola affinché la donassi a lei come nome... Flame, appunto.
Quando lo dissi ai miei genitori loro liquidarono l'argomento, ma Rose... Rose aveva capito tutto. Ma d'altronde era sempre un passo davanti al resto del mondo.


Ascoltava con attenzione, seppure gli occhi fossero chiusi.
Sandyon non era tipo da fare domande soltanto per il gusto di cambiare argomento, solitamente preferiva stare zitto se proprio non aveva ulteriore interesse a proferir verbo, quindi tutto sommato quello che aveva chiesto rappresentava una sua curiosità, in fondo il rapporto tra Moni e Flame poteva essere relativamente simile a quello tra lui e Dastel, certo, con molti meno anni alle spalle ma comunque fondamentalmente vicino nel modo di essere affrontato e seguito.
Ancora ricordava la volta nella quale sembrava quasi che lei fosse riuscita a comunicare telepaticamente con il proprio animale, una dote assolutamente interessante, che esulava dalle sue abilità di illusionista.
La comunicazione animale, un passo che lui ancora non aveva affrontato e che forse ci sarebbe voluto ancora molto tempo prima che potesse essere pronto a dedicarcisi, anche perché in quel caso, avrebbe chiesto supporto in quella pratica a lei.

Siamo cresciute assieme, letteralmente... ogni volta che Nicholas mi faceva del male, Flame era lì per me, mi stava vicino e mi consolava: è venuta con me ad Hogwarts, mi ha seguita in tutti miei viaggi... è stata la mia fedele compagna, la mia migliore amica... il mio tutto. Mi manca tanto, anche se c'è Fire ora.

Anche se non c'è più, devo dire che comunque ha trovato ed hai trovato il modo per farla essere sempre presente con te.
Ho sentito del vociferare durante una delle mie lezioni ed uno studente affermava che alla lezione sui Patronus tu avessi informato gli studenti che il tuo è una lupa, deduco quindi che si tratti proprio di lei, è così?


Già, a Vastnor non sfuggivano facilmente i particolari, e sopratutto quelli legati alla sua compagna.
Riuscire a trasferire così tanto i propri sentimenti nella realizzazione di un incantesimo era senza ombra di dubbio un'impresa eroica e Monique ci era riuscita in maniera esemplare se Flame ogni volta poteva rinascere attraverso le scintille del potere magico della francesina.
Nonostante tutto però, Sandyon teneva ancora gli occhi chiusi, adesso che vedeva di essere in grado di parlare ed esprimere i suoi pensieri anche con lei che gli faceva quelle coccole affettuose e molto particolari che lo portavano in estasi ogni secondo in più.
Dovette comunque smettere di proseguire a tenere le palpebre serrate quando infine la donna riprese a parlare, anche se con un po' di titubanza, dimostrando quanta fiducia riponesse nella protezione da parte di lui.

E comunque... io so che nessuno potrà farmi del male, finchè tu sei con me.
Da quando ci sei tu mi sento protetta... come se in qualche modo il destino ti avesse mandato da me. E ne sono grata.


La mano destra leggera e abbastanza svelta andò a circondare il retro del collo della compagna e con un po' di forza cercò di premere affinché potesse chinarsi col viso e permettesse a lui di poterla baciare con delicatezza e gentilezza, facendo aderire appena le labbra l'una all'altra, come se quelle di lei fossero delicate come il cristallo.
La presa sul collo si strinse un po', visto che non riusciva mai a non palesare la sua sensazione e desiderio di possessione nei confronti di lei, ma lasciò la presa poco dopo, quando concludendo quel bacio durato una ventina di secondi si staccò leggermente iniziando a fissarla intensamente, parlando con voce bassa, roca, virile e protettiva.

Il destino non ha mai piani unilaterali.
Se avevo perso la speranza di avere un battito cardiaco e sei arrivata tu, il motivo è molto più serio di quanto si possa credere.
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Messaggioda Monique » 02/03/2012, 20:09

Anche se non c'è più, devo dire che comunque ha trovato ed hai trovato il modo per farla essere sempre presente con te.
Ho sentito del vociferare durante una delle mie lezioni ed uno studente affermava che alla lezione sui Patronus tu avessi informato gli studenti che il tuo è una lupa, deduco quindi che si tratti proprio di lei, è così?


Sei ben informato...

Mormorò Monique con aria sorpresa, non immaginando che l'uomo fosse a conoscenza di quel particolare: erano le voci a circolare veloci, e dunque erano i ragazzi a parlare un po' troppo... oppure era Sandyon che in qualche modo preso informazioni su di lei? In ogni caso, visto che le azioni spesso valgono più delle parole, la donna si allungò per prendere la bacchetta, puntandola dritta di fronte a sé.

Expecto Patronum!

Le bastò pronunciare quelle due semplici paroline, per dare forma al suo Patronus tutto speciale...

Immagine


La sua piccola - per modo di dire - e bellissima Flame, che puntò gli occhioni penetranti su Moni, come a volerle comunicare qualcosa e poi su Sandyon: quella visione durò solo qualche istante, prima che l'incantesimo fosse interrotto dalla stessa VicePreside la quale, poco dopo, si lasciò scappare un piccolo sospiro.

E' bello vederla, ma... mi manca parlare con lei.
Ci facevamo delle belle conversazioni, una volta.


Commentò con un piccolo sospiro triste, mordicchiandosi il labbro: per sua fortuna Sandyon sapeva bene come farle smettere di pensare a qualsiasi cosa per quanto importante fosse... e ci riuscì anche quella volta, attirandola a sé dal collo per baciarla con delicatezza, dolcemente, facendole fremere tutto il corpo.

Sei così... così...
... ti amo...


Le labbra le bruciavano di un calore meraviglioso, il punto del collo su cui era poggiata la mano di Sandyon sembrava mandare scintille... era totalmente, completamente ed irrimediabilmente presa da lui. Si staccarono lentamente e Moni dovette far ricorso alla propria razionalità con tutte le sue forze per riuscire ad aprire gli occhi e guardarlo.

Il destino non ha mai piani unilaterali.
Se avevo perso la speranza di avere un battito cardiaco e sei arrivata tu, il motivo è molto più serio di quanto si possa credere.
Sei mia...


... sì.

Non riuscì a dire altro la donna, poichè quell'uomo la stregava al punto da toglierle persino la voce: le sembrava di non essere nemmeno se stessa in quei momenti, o forse non era mai stata se stessa prima ed ora si stava semplicemente scoprendo per la prima volta.

Ti amo.

Sussurrò sulle sue labbra prima di baciarle ancora un momento e scostarsi poi dolcemente da lui: doveva riprendere fiato, doveva riprendere aria, doveva riprendere il controllo di se stessa in qualche modo perchè c'era ancora una parte di lei che la supplicava di darsi un minimo di contegno visto e considerato il fatto che Sandyon non sembrava ancora in grado di ricambiare i suoi sentimenti.

Forse dovrei muovermi... stanotte ci sono i due draghi di ronda e non posso dire di fidarmi troppo del loro "senso delle regole"... vorrei dare un'occhiata anch'io.
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Messaggioda Sandyon » 03/03/2012, 4:53

Ed infatti, proprio a conferma di quanto aveva sentito in giro, Monique gli mostrò ben presto la forma del suo Patronus, che lentamente si delineò nelle sembianze della sua amica lupa che ora era ben visibile all'uomo che poteva studiarla attentamente ed osservarne le fattezze, immaginandola grazie alla fantasia come animale ancora vivo al fianco della sua padrona.
Indubbiamente aveva un suo fascino il fatto che ora Flame fosse diventata un'alleata magica ed eterna della Vice Preside, ma purtroppo sapevano bene entrambi che non era la vera Flame ma l'ombra scintillante di quello che era una volta, quindi probabilmente rivederla ancora una volta rese un poco di amaro in bocca a lui e certamente un dispiacere a lei.
Per alcuni secondi l'uomo si sentì in colpa di aver preso quell'argomento, ma di certo con il bacio che accadde poco dopo fra di loro seppe come farsi perdonare adeguatamente, o almeno a giudicare dal modo in cui aveva lasciato la compagna, sembrava fosse così.

Ti amo.

Non manca molto...

Ti adoro.

Forse dovrei muovermi... stanotte ci sono i due draghi di ronda e non posso dire di fidarmi troppo del loro "senso delle regole"... vorrei dare un'occhiata anch'io.

Dopo quel piccolo scambio di parole legate ai sentimenti e alle sensazioni, Monique gli parve abbastanza in difficoltà, con uno sguardo smarrito e confuso.
In effetti se lo aspettava, visto che di solito l'effetto che lui faceva sulle persone era quello, l'effetto di non sapere che dire o che fare, poiché lui non è mai stato un tipo esplicito che fa capire all'istante come gli andrebbe che procedessero le cose.
Parlò infatti lei esponendo una motivazione come un'altra per allontanarsi, forse in un vano tentativo di lasciargli uno spazio che lui non aveva richiesto o forse per scappare dall'imbarazzo di non essere sicura di fare la cosa giusta a restare, ma in fondo quella era la camera sua, se qualcuno se ne doveva andare quella di certo non era lei.

Vorrà dire che ti aspetterò sveglio dunque. Va' pure, non tratterrò il tuo senso del dovere, ma cerca di tornare presto, mi stai già mancando eccessivamente.

Lo disse con assoluta calma ma allo stesso tempo trasporto e sicurezza, con quegli stessi occhi così difficili da capire o comprendere che però adesso sembravano celare la possibilità che stesse scherzando.
Aveva espresso la realtà, la verità in linea del tutto probabile, anche perché, doverla prendere in giro, e per quale motivo?
Se lei avesse comunque accettato di andare ma tornare in un tempo relativamente ristretto, allora semplicemente l'avrebbe attesa con boxer e canottiera sotto le lenzuola dove avrebbe giocato con Fire coccolandolo fino all'arrivo della compagna per poi farle spazio e fornirle il suo petto come solito cuscino, per dormire assieme in santa pace e con la consapevolezza che ognuno aveva raggiunto un punto di serenità quella notte che non immaginava possibile.
Gli ostacoli avanti erano ancora tanti, e le avversità nella vita sembravano non finire mai, sopratutto per loro, ma la certezza con la quale i loro sentimenti e il loro rapporto andavano consolidandosi giorno per giorno fungeva da faro nella notte per orientarsi nel buio delle avversità e renderli ancora più forte, uniti attraverso un desiderio comune imponente e vero: stare insieme.

Mi sto chiedendo perché mai non ho risposto a me stesso che il desiderio che avrei voluto esprimere fosse stato di amarti già da ora...
Non mi è facile pensare queste cose, ma alla in seguito la motivazione finale l'ho capita... Si desidera quello che si sa di non poter raggiungere mai.


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Messaggioda Monique » 07/03/2012, 16:40

[Stanza di Sandyon - Mercoledì - ore 18.23]


Doveva parlare con lui?
No, non era una questione di dovere, sicuramente.
Voleva vederlo, il che era diverso.

Mog, lo mandi qui?

Chiamò mentalmente il Moguri, sperando che l'amico di Sandyon desse all'uomo una piccola spinta per farlo tornare in camera: si era fatta una bella doccia, indossando dopo un vestitino rosso corto e comodo, e si era spostata nella camera del compagno; in realtà c'era qualcosa di cui gli voleva parlare, ma non poteva fingere che quello fosse il primo motivo della sua presenza qui.

Mi manchi... uffi, hai visto come mi hai ridotta?!
Una patetica ragazzina che sbava per il suo compagno... però poi, quando ti vedo, mi batte così forte il cuore che dimentico tutto...


Scosse appena il capo con un sorriso tra il felice e l'ironico, mordendosi il labbro e facendo un piccolo sospiro: quanto avrebbe voluto che ci fosse... una svolta nel loro rapporto. Non gli aveva messo fretta e mai l'avrebbe fatto, sicuramente, però era indubbio che avrebbe voluto sentire l'uomo così legato a lei come Moni era legata a Sandyon.
Si sedette su uno sgabello presente all'interno della stanza, avvicinando le ginocchia al petto in attesa dell'arrivo di lui: era sicura infatti, che Mog avrebbe fatto bene il suo "lavoro", adorava o no la francesina?

... eccolo...

Un rumore di passi fuori dalla porta, e lei era quasi sicura di poter riconoscere in quella camminata l'incedere del compagno: volse dunque il capo verso la porta e fece un bel sorriso con gli occhi luminosi di felicità nel vederlo, attendendo solo che lui aprisse la porta per potersi finalmente beare del suo sguardo.

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Messaggioda Sandyon » 07/03/2012, 20:34

Mog, lo mandi qui?

Cerco di fare il possibile bella signorina!
Corro!


Monique aveva ricorso all'aiuto del fedele e segreto amico di Sandyon per poterlo condurre fino a lei quella sera.
Sapeva bene che l'uomo concludeva la sua ultima lezione alle 18:00 quindi era pronta ad attenderlo lì per fare in modo forse di passare del tempo insieme, oltre al fatto che percepiva una mancanza di lui che sembrava davvero molto forte e sentita, una mancanza come non ne aveva sentite mai nella sua vita e questo di per certo era un evento molto bello ed affascinante.
Nel mentre lei quindi se ne stava ad aspettarlo fiduciosa con un bellissimo vestito seducente, a piedi nudi ed un sorriso smagliante per via della serenità nel vederlo, Mog quindi si dirigeva nell'aula di lezione di Sandyon visto che in teoria il suo compito era quello di tenere sott'occhio proprio la compagna del docente di Difesa.

Sandy, emergenza Moni!

Il mercenario che si stava occupando di sistemare i vari libri nella ventiquattrore nel momento stesso in cui sentì quella voce squillante nella testa alzò di scatto gli occhi e chiuse di corsa la valigetta.
Uscì da dietro la scrivania cominciando a galoppare in direzione dell'uscita dell'aula facendo ondeggiare i capelli legati a coda di cavallo mentre attraversava la navata piena di banchi e sedie con preoccupazione ed ansia fremente.

Cosa è successo? DIMMI!

Ehm, veramente niente... cioè, credo che abbia soltanto voglia di vederti, almeno da quello che ho visto...

Il corpo dell'uomo si fermò di colpo con lo sguardo che ancora puntava tra un po' già per le scale.
Prese un lungo respiro alzando le spalle e gonfiando il petto, poi fece scrocchiare le nocche delle mani con aria quasi furiosa, infine, appoggiò la valigetta su un banco riaprendolo e riprendendo a fare il lavoro che aveva lasciato interrotto.
L'unica sua fortuna era che il fatto non era avvenuto durante orario di lezione altrimenti si sarebbe dovuta trattenere molto di più.

EHI! Sandy, va beh che non è un'emergenza ma non te la prendere così comoda!

Mi hai fatto prendere spavento per niente, fossi in te non direi altro e tornerei in camera.

Guarda che è vero che si vede che ha voglia di vederti...

Attenderà fino a quando non ho finito di sistemare gli appunti e i compiti dei mocciosi.

A te non va di vederla il prima possibile?
Si è messa tutta in ghingheri ihihihi...


Schioccò la lingua al palato, alzando gli occhi al cielo, esasperato quasi, lasciando che i vari tomi si depositassero in valigia scivolando via dalle mani.

Le manchi tanto tanto tanto... rubacuori!

Silenzio.

Chiuse la valigetta una volta per tutte, avendo capito che era guerra persa un po' con lui, un po' con lei ed anche un po' con se stesso visto che alla fine non l'avrebbe mai ammesso ma anche lui sentiva molto la mancanza della Vice Preside della scuola.
Prese a camminare a passo spedito in direzione del dormitorio dei professori, tanto con molta probabilità si trovava nella partizione sua della camera, ed infatti a giudicare dalla luce che acceso si notava sotto il bordo della porta, ci aveva preso in pieno.

Va' a farti una passeggiata.

Ma... ma... ma...

Mmmhh...

Ci sono delle stelle fenomenali stanotte nel cielo, come si può resistere ad andare un po' all'aria aperta dico io!

Scosse il capo, non sentendo più intorno a se l'aura magica dell'amico, decidendo per dedicarsi alla situazione attuale e non alla follia di quell'esserino così eclettico ed esplosivo e pose una mano sul pomello della porta, voltandolo in senso orario per aprire l'ingresso della stanza e trovarsela poi di fronte a se, lì, seduta e sorridente, più felice che mai nel rivederlo, anche se a tutti gli effetti si erano già incontrati per i corridoi, ma poi essere lì e poter finalmente mostrare i propri sentimenti era tutta un'altra cosa.
Di certo Sandyon non poteva immaginare che Moni sapesse di Mog e quindi fosse stata lei ad inviarlo per attirare l'attenzione, doveva dunque trovare una scusa per esser arrivato in camera così velocemente dopo la fine delle lezioni.
Nel frattempo che rifletteva osservava ogni parte del corpo che quel vestito lasciava scoperta, dalla collina delicata del seno alla gamba soda e tonica ai piedi curati e dalle unghie lucide, per poi ovviamente soffermarsi con maggiore attenzione sulla soffice consistenza dei capelli scuri e agli occhi color ghiaccio in grado però antiteticamente di far sciogliere qualunque cosa capitasse loro a tiro... una fra queste il cuore di pietra del professore di Difesa.

... Mi mancavi.

Maglietta a maniche lunghe di colore bianco con sopra giacca di pile nera, pantaloni neri di jeans e scarponi pesanti color grigio chiaro.
Capelli legati, sguardo penetrante e quello che poteva lontanamente assomigliare ad un sorriso velato ma sincero, ecco, come si presentò Sandyon Vastnor a Monique Vireau quella sera, palesando quindi una scusa che poi tanto scusa non era, visto che per la prima volta nella storia, qualcuno per dover mentire, utilizzò una sacrosanta verità e cioè il fatto che la donna, gli era mancata davvero.
Chiuse la porta dietro di se, posando la valigetta sul comodino accanto, non smettendo comunque di guardarla con una luce tutta particolare nelle iridi.

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Non ero preparato ad una vista simile.
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