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Quest n°1: Il Bosco Fantasma

Svolgimento delle Quest

Messaggioda Monique » 19/02/2012, 16:54

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Le 12.30 di un primo pomeriggio come tanti, all'apparenza: eppure quel giorno, il 19 di Febbraio, quattro figure misteriose stanno camminando unite verso un luogo comune; il cimitero di Hogsmeade. Loro quattro - quattro maghi, quattro rappresentanti della propria Casata, quattro anime con pensieri e sentimenti diversi - sono stati scelti da parte del Consiglio scolastico come delegazione inviata dalla scuola per ricordare la scomparsa di una studentessa di Hogwarts morta, secondo quanto riportato dai media, per una tragica fatalità 15 anni prima.
Il Drago, la Serpe, la Grifa e il Corvo che ora percorrono la strada verso il Cimitero sanno che non si tratta certo di una ricorrenza piacevole, ma anche che per loro fortuna non durerà molto - un paio d'ore al massimo: hanno ricevuto precise istruzioni su come comportarsi, secondo le quali una volta arrivati al luogo dove si svolgerà la cerimonia troveranno una figura - probabilmente un prete - che li condurrà all'interno del bosco del cimitero nel quale potranno rendere omaggio alla studentessa scomparsa.
Per il momento il percorso sul quale stanno camminando i quattro è una semplice stradina dissestata contornata da erba selvaggia ed incolta, totalmente diversa invece dal sentiero che normalmente conduce ai grandi cancelli in ferro battuto del Cimitero: a causa della "pubblicità" fatta dalla Gazzetta del Profeta sull'avvenimento, la Preside Madeline Bergman ha infatti suggerito loro di non dare troppo nell'occhio e di cercare il più possibile di passare inosservati; la via che i quattro stanno percorrendo, perciò, non è quella principale che dal villaggio di Hogsmeade porta all'entrata del suddetto luogo, bensì quella secondaria che permette l'accesso sul retro, un sentiero circondato da alberi spogli, alcune rocce con del muschio verde scuro sopra e qualche cartello dall'aria ammuffita ed instabile.
In lontananza, dopo un percorso di circa mezz'ora a piedi, gli inviati dalla scuola potranno finalmente scorgere l'entrata posteriore del Cimitero, costituita da un cancello mezzo arrugginito e semi-aperto con sopra diversi rampicanti color verde bottiglia, un'atmosfera di certo piuttosto inquietante ma d'altronde in linea con la motivazione che li ha spinti lì: tutto ciò che dovranno fare, dunque, è raggiungere l'entrata ed accedere all'interno del luogo fino a ritrovarsi al punto d'incontro con colui che li sta aspettando; da lì, verranno guidati all'interno del bosco e la cerimonia potrà finalmente avere inizio.


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Ultime raccomandazioni


Vi ricordo che la turnazione per questa quest è: Tisifone, Ferdy, Saana Leyla e Typhon, e che dovrete aspettare il mio post alla fine di ogni turno prima di poter riprendere a giocare.
In questo primo post vi chiedo di descrivere voi stessi e soprattutto ciò che vi state portando dietro: tutti gli oggetti che non nominate all'interno del vostro primo post non potranno successivamente essere considerati come parte del "bagaglio" del vostro PG (per intenderci, se non dite di avere la bacchetta dietro per me è come se l'aveste lasciata al Castello). Prestate dunque molta attenzione a ciò che scrivete perchè da questo dipenderà il vostro percorso nella Quest.
Vi prego inoltre, alla fine di ogni vostra azione, di citarmi così mi arriverà la notifica dell'avvenuta pubblicazione del vostro post.

Detto questo, potete cominciare: buona Quest a tutti.


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Messaggioda Tisifone » 19/02/2012, 18:39

[19 Febbraio – ore 12.30 – Verso il Cimitero di Hogsmeade]


Avvolta nel suo mantello blu notte, Tisifone procedeva lungo la stradina secondaria che portava al Cimitero di Hogsmeade immersa nei propri pensieri.
Quando il gufo della Preside le aveva recapitato la decisione del Consiglio Scolastico, indicandola come membro della delegazione che la Scuola avrebbe inviato per ricordare la scomparsa di Lola Mendez, la donna era rimasta leggermente sorpresa. All’epoca della disgrazia aveva da poco lasciato Hogwarts e come tutti era rimasta indignata non solo dalla notizia della morte della studentessa ma anche dall’esito assurdo delle indagini: morire affogati nella vasca da bagno nel fiore degli anni e in perfetta salute, che assurdità! Al di là del cordoglio provato, quindi, non c’era nulla che potesse giustificare ai suoi occhi quella scelta: non aveva conosciuto la ragazza di persona, non aveva partecipato ai funerali e non si trovava a insegnare al Castello da così tanto tempo da poter essere considerata un elemento di spicco del Corpo Docente.

E neanche loro, se è per questo…

Commentò tra sé, volgendo la testa per osservare con la coda dell’occhio i suoi compagni d’avventura. I due Prefetti, Typhon e Ferdy, all’epoca erano ancora in fasce, mentre la Collega di Antiche Rune, Saana Leyla, per quel che ne sapeva lei non aveva neanche frequentato Hogwarts ma una qualche scuola egizia particolare. Il fatto che quella delegazione sembrasse totalmente male assortita dava da pensare a Tisifone non poco,oltre a far vibrare il suo iperattivo Occhio Interiore, o sesto senso come erano soliti chiamarlo i babbani.
Il dover passare per vie traverse per evitare i giornalisti e i curiosi che erano giunti al villaggio a frotte dopo l’articolo uscito sulla Gazzetta del Profeta non aiutava certo a migliorare il suo umore. La Preside si era raccomandata di non dare nell’occhio, di tenere una sorta di profilo basso e per questo teneva il cappuccio del mantello sollevato a coprirle il viso e soprattutto a nascondere il corpo di Idra mollemente appoggiato sulle sue spalle a mo di scialle, che i suoi capelli, raccolti in un alta coda da due bastoncini, avrebbero lasciato in bella vista. Il mantello, allungato per l’occasione, celava anche il suo abbigliamento, strano per i suoi canoni, un paio di jeans babbani, un pullover a collo alto rosso su cui spiccava il pendaglio a forma di drago e una borsa di tela simile a quelle che usavano i suoi studenti, lasciando intravedere solo un paio di scarponi da trekking alte. Una volta saputo che la cerimonia non sarebbe durata molto, infatti, Tisifone aveva accettato l’invito di Asher per passare un po’ di tempo insieme per appianare certe divergenze scalando una parte rocciosa in una località babbana non molto distante dalla Scuola, in modo che la donna potesse essere di ritorno in tempo per le lezioni del giorno dopo. Questo spiegava non solo il suo insolito abbigliamento ma anche il contenuto della borsa, dove ampolle di pozioni calmanti e medicamentose come la Rimpolpa Sangue e quella Pepata, stavano accanto a una corda rimpicciolita per l’occasione e un coltellino multiuso. La bacchetta, invece, era infilata in una guaina speciale sul braccio sinistro, facilmente estraibile con la destra anche in presenza del mantello.

Hummm… forse non dovrei cruciare l’autore dell’articolo.

Mormorò a voce bassa, anche se, dato il silenzio che li circondava, probabilmente qualcuno dei suoi compagni l’aveva sentita. L’idea di sobbarcarsi una scarpinata di mezz’ora solo per aggirare i curiosi all’inizio l’aveva irritata non poco ma ora, mentre passeggiava in mezzo a quella natura brulla e dimentica dall’uomo e per questo motivo così affascinante, il suo nervosismo era sparito sostituito da una sorta di pace interiore. Lasciando la mano sinistra penzoloni a sfiorare l’erba alta e incolta, Tisifone lasciava vagare il suo sguardo all’orizzonte, soddisfatta di non aver portato con sé un mazzo di fiori che lungo il tragitto si sarebbe di sicuro rovinato: avrebbe trasfigurato sul posto un qualche vecchio arbusto in una elegante composizione floreale.

Essenziale, cupo, diroccato… questo si che è un bel cimitero.

Esclamò senza ironia, incurante di quello che i suoi compagni avrebbero potuto pensare. In quanto amante della solitudine, i vecchi Cimiteri come quello che si stava mostrando loro, erano uno dei suoi luoghi preferiti. Affrettato il passo, Tisifone si prese una manciata di secondi per entrare in sintonia con quel luogo, accarezzando il cancello arrugginito e i rampicanti che lo adornavano.
Facendo attenzione a non rimanere impigliata con il mantello in una delle sbarre di metallo del cancello, la donna entrò nel Cimitero, senza voltarsi a controllare dove si trovavano gli altri: il fatto di essere stati scelti insieme per quel compito non doveva necessariamente implicare che loro quattro dovessero andare d’accordo o essere amici.

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Messaggioda Ferdy » 20/02/2012, 15:45

[19 Febbraio – ore 12.30 – Verso il Cimitero di Hogsmeade]

La decisione del Consiglio era giunta: Ferdy Stone era stato scelto come membro della delegazione che Hogwarts aveva deciso di mandare al cimitero di Hogsmeade in occasione della commemorazione della scomparsa di Lola Mendez: giovane studentessa che molti anni prima era morta nel fior dei suoi anni, durante l'età di frequenza ad Hogwarts, sepolta nello stesso cimitero in cui loro si stavano dirigendo in quel preciso istante: si perché non era il solo, ad accompagnarlo vi erano altri tre membri della scuola; Tisifone Samyliak, insegnante di Divinazione, nonché caposcuola della casata dei Grifondoro, donna inclemente e piena di forza, Saana Leyla Ayed, la Prefetta Serpeverde, insegnante di Antiche Rune al castello, con la quale poteva affermare di avere non di certo un rapporto, come si suol dire, "amichevole", infine, il Prefetto Dragargenteo, Typhon Seal, il biondino con cui lui stesso si era scontrato poco dopo l'inizio della scuola, assicurandosi l'instaurazione di un rapporto fatto di rancore, da voglia di metterlo a tacere, almeno così era da parte sua, come poteva anche essere che dalla parte del ragazzo regnava indifferenza, ma naturalmente era un tipo serio, non prendeva mai sottogamba gli incarichi che gli venivano assegnati, per cui fuori dalla vita privata, nel lavoro, sentimenti ed esperienze esterne stavano al di fuori, seppur si sa che non è proprio così, ma nel nostro portamento nei riguardi di persone indesiderate c'è sempre una punta di discordia, o meglio, di "voglia di prenderlo a pugni".

Ok, non incominciamo a innervosirci Stone... Dopo il funerale potrai tornare te stesso!

Per l'occasione non aveva indossato nulla di particolare: una felpa nera, una sciarpa a quadretti bianchi e neri la quale passava sotto il cappuccio della felpa, ed un jeans, ma nullo di ciò era visibile a causa del mantello che gli arrivava fin giù alle caviglie, lasciando in mostra solo un paio di scarpe, abbastanza sportive: nella tasca interna del mantello vi era la sua bacchetta, del tutto impercettibile seppur adiacente e toccante le costole: non era proprio un abbigliamento da funerale, ma dopotutto la stessa preside, Madeline Bergman, aveva raccomandato loro di essere il meno noti possibili, assicurando che i quattro avessero avuto accesso al cimitero da un'entrata secondaria, la quale però non era proprio come si erano immaginati, almeno, lui non credeva che quell'itinerario prevedesse alberi contorti, privi di foglie, tetri, forse anche centenari, alle cui basi le radici fuoriuscivano dal terreno, originando come tante piccole gallerie, che gli ricordarono tanto le entrate delle grotte; tra questi alberi serpeggiava un sentiero stretto e scomodo, pieno di piccole pietre, chiazze di ghiaia e terra battuta. L'erba arrivava fin sopra al ginocchio, crescendo incolta, come se fosse stata dimenticata; tutto lì era stato dimenticato: quel posto pareva privo di anima, a partire dalle pietre scavate dagli agenti atmosferici e ricoperte a macchie muschio verdastro e finire ad alcuni pali di legno mezzi spezzati o storti, che probabilmente un tempo facevano a mò di segnaletica.
Quello scenario tenebroso era contornato da un venticello sottile e freddo, che lo colpiva dietro la nuca, ma fortunatamente lui aveva provvisto con la sua sciarpa calda.
Voltò la testa in direzione di Tisifone, la quale, per l’occasione, indossava anche lei un mantello, e forse avevano pensato allo stesso modo di coprirsi, visto il rigonfiamento della sciarpa, sotto il quale lui inizialmente pensava che di fosse uno scialle, ma poi, notando lo spessore dubitò che si trattasse de suo serpente, di cui ignorava il nome: fatto stava che lui odiava i serpenti, incutevano in lui timore, e in quel momento nella sua mente balenò l’idea che ne sbucasse qualcuno da un momento all’altro, infatti per buona parte del cammino anziché guardare avanti, osservò il terreno vicino e poco vicino i suoi piedi, finché non riuscì a convincersi che non c’era motivo di preoccuparsi e chela probabilità che i serpenti uscissero a quella temperatura era quasi impossibile.
Superata quella paura il cammino si rivelò abbastanza tranquillo e senza sorprese, e forse fu proprio questo a suscitare la sua noia, tanto che a venti minuti di camminata si lasciò andare in un lamento…

Ma quanto diamine stiamo allungando?! Ero convinto che avremmo impiegato lo stesso tempo, o qualcosa di più, rispetto alla strada principale!

Ma quei venti minuti in realtà erano sembrate ore, dal momento in cui nessuno rivolgeva parola a nessuno, nemmeno per chiedere informazioni, lui non ci avrebbe pensato nemmeno, a chi poi: Saana, acida e ostile, Typhon, odioso e sfacciato, Tisifone, tagliente al solo sguardo, quasi per dire “non toccatemi o mordo!”.
Si era mantenuto calmo per tutto il tragitto, anzi aveva quasi trovato interessante quel silenzio, perché gli aveva permesso di riflettere su tante cose, partendo da Alexis, che era ormai da qualche tempo che non trascorrevano del tempo insieme, ma avrebbe provvisto non appena di ritorno al castello, magari gli avrebbe inviato un gufo, visto che proprio il giorno precedente aveva perlustrato il castello nel tentativo di trovare la Delfina, ma con scarsi risultati, decidendo, quindi, di rimandare a quello stesso giorno, senza ricordare di quel particolare. Ma poi perché a lui?! Nemmeno sapeva chi era Lola Mendez, non aveva nemmeno frequentato Hogwarts in contemporanea con lei, infatti, lui, era nato appena quando era avvenuto il fatto.
Ma per quanto ne poteva sapere nemmeno i lì presenti avevano legami di alcun tipo con la defunta, ma forse quello era uno dei motivi principali per cui la Preside Bergman li aveva scelti, in tal modo sarebbero passati in modo maggiore inosservati sotto l’obiettivo di giornalisti e fotografi: un altro punto a favore, visto che lui odiava le foto, e per quanto ne sapeva nemmeno gli altri tre avevano alcun rapporto con la famiglia Mendez, Typhon era addirittura più piccolo di lui, mentre di Saana Leyla sapeva poco e nulla, ma non avevano avuto un buon approccio fin dal principio, tutto lì; infine Tisifone, la quale doveva essere più grande della ragazza deceduta. Sarebbe potuto sembrare strano che un ex-giocatore di Quidditch era infastidito da quel genere di cose, ma se vi era un pretesto che giustificava quel fastidio era il semplice fatto che avrebbe spezzato la sua integrazione nella società come un semplice mago, e non come Battitore di punta dei Wind Waker.
Ma la sua attenzione fu distolta ancora, quando, dopo che il sentiero si era snodato nell’ultima curva, fu possibile scorgere un cancello sgangherato: ero ricoperto quasi interamente dalla ruggine, e a tratti le sbarre erano storte; avvinghiate a queste vi erano dei rampicanti che gli ricordarono molto i tentacoli di una Tentacula Velenosa.

Che Merlino sia lodato…

Essenziale, cupo, diroccato… questo si che è un bel cimitero.

Esclamò la Grifondoro, poggiando una mano sulla sbarra del cancello, esitando, quasi a contemplare il nuovo ambiente che si distaccava dal precedente di poco in piano di tenebrosità; lui alzò un sopracciglio, accigliato da tale affermazione e notando che in ciò che aveva detto la ragazza non vi era alcun tipo di ironia, anzi, quasi un misto di ammirazione. Alzò le spalle, mentre anche lui si accingeva a contemplare il cimitero per quel che era possibile, accertandosi che tutti loro fossero entrati, non voleva di certo cimentarsi in smarrimenti quel giorno, il pensiero di essere lì mentre altri invece erano a riposare lo infastidiva non poco, ma al contempo non poteva rifiutare l’incarico assegnatogli, da professore giusto e coerente, al servizio della scuola, e poi Madeline Bergman era un osso duro, e sarebbe riuscita a persuaderlo, affinché accettasse, con qualunque mezzo possibile;

Tsk… Wow… Ti tira su!

Commentò in un certo senso riferito a Tisifone, ma insieme a se stesso, notando il distacco sottile e quasi inesistente tra la “giunga” appena attraversata: sfiancante, e figurarsi il ritorno!?

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Messaggioda Saana Leyla » 20/02/2012, 23:28

[19 Febbraio – ore 12.30 – Verso il Cimitero di Hogsmeade]

Eccola lì.
Non se lo aspettava, in tutta sincerità.
Quel piccolo gruppetto di cui lei faceva parte era stato scelto come delegazione della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts da Madeline Bergman. Saana, stretta nel suo mantello, il cappuccio calato sul volto, si chiese cosa le fosse passato per la testa. Il ciondolo d’oro le pendeva al collo, insinuandosi nella curva tra i seni ben stretti nel corpetto rosso. La camicia bianca che portava sotto di esso le stava piccola, perciò aveva dovuto coprire le sue nudità con qualcosa di più spesso e stretto, nonostante la temperatura di quella mattina fosse decisamente troppo bassa per un abbigliamento del genere. Ma a lei piaceva così. In una piccola tasca dei pantaloni, stretta e lunga quanto bastava, portava la sua fedele bacchetta Sekhmet, scura e nera proprio come la sua anima. I lunghi capelli erano sciolti sotto il cappuccio pesante, la pelle diafana a contrastare quei capelli corvini così morbidi. Mentalmente pensò al motivo per cui stava andando lì con tre delle persone che più odiava in quella scuola. E pensò che fosse un motivo valido. Lola Mendez. Una ragazzina, una studentessa, proprio come quelle che vedeva ogni giorni per i corridoi vecchi e umidi di Hogwarts, era morta. Affogata in una vasca da bagno. O almeno questo dicevano le indagini. Provò un incredibile moto di compassione in quel preciso istante, cosa che non le succedeva da tempo. Ma il suo abile cervello vagava anche sulle identità degli altri delegati.

Tisifone Samyliak. Insegnante di Divinazione e Caposcuola di Grifondoro, possiede la capacità di farmi innervosire solo con uno sguardo. Se sapesse perché la detesto così tanto…ma non lo saprà, non fino a quando non avrò capito se Katherine ha deciso di tornare per me o per altri motivi.

Chiuse gli occhi per un istante, vedendo davanti a sé l’immagine della donna che detestava da così tanti anni. Ai tempi avevano qualche anno di differenza, Saana era più piccola. Indossavano la stessa divisa cerimoniale il giorno del rituale. Quel maledetto rituale. Scacciò via quei pensieri, continuando a camminare su quella stradina poco frequentata. Era piena di erbacce, dissestata, vecchia tanto quanto il paesino a cui portava. Li avevano avvisati che era meglio così, che non dovevano farsi notare per evitare giornalisti o altri pazzi del genere. Era l’unica cosa su cui la giovane insegnante e la Preside concordavano. Continuò a fare mente locale su chi era stato mandato con loro quel giorno, in quel Cimitero.

Ferdy Stone. Insegnante di Volo e Prefetto di Corvonero. Che razza di moccioso. Fosse stato per me non lo avrei nemmeno messo nel corpo docenti, vista la sua impulsività e la sua scarsa capacità di controllo. Fortunato ad essere Corvonero, altrimenti sotto le mie mani avrebbe fatto una brutta fine, o anche sotto le mani di Vastnor…a proposito, dovrei riuscire ad incontrarlo prossimamente, dovrò pur conoscere il mio Capo…quanto odio questa parola.

Mano a mano che camminava la strada si faceva sempre più rada, segno che quel lungo cammino sarebbe presto giunto al termine. Se quello era un modo per tenerli lontani dai giornalisti Saana sicuramente lo apprezzava. I suoi piedi decisamente meno. Il finto bosco che la circondava le dava una sensazione di angoscia, di depressione, quasi se quegli alberi smorti o quel muschio fossero parte integrante del cimitero. Quasi se quelle anime, se l’anima di Lola Mendez stessa avesse deciso di rendere quel posto ancora più sgradevole agli occhi e al cuore di chi vi metteva piede. Accelerando l’andatura, Saana passò in rassegna l’ultimo elemento di quel gruppo, che a dir la verità era il più simpatico. O meglio, il meno antipatico, se così si poteva definire quel ragazzino tutto pepe.

Typhon Seal. Prefetto di Dragargenteo insieme a Arianna Ricciardi, testa calda della scuola. Sarebbe stato un ottimo Serpeverde. Orgoglioso, testa calda, lingua biforcuta. Sì, proprio una vera serpe, anche se più pacato e posato della sua compagna di casata…

Le venne in mente l’ultimo ricordo che aveva di Seal, giusto un paio di giorni prima, in infermeria. In quel momento avrebbe voluto ucciderlo, dato il suo stato d’animo nei confronti di Aleph, ma tutto sommato era stato cordiale e aveva svolto bene il suo compito. Saana si rese conto di essere arrivata solo perché notò le due figure a pochi metri da lei. Tisifone e Ferdy. Perfetto, pensò, proprio quello che mi ci voleva. Respirò profondamente, i cancelli, sicuramente cigolanti e non curati da tempo, si ergevano in tutta la loro altezza, il metallo arrugginito e rossastro a fare da contrasto con il grigio dell’intero paesaggio. Si avvicinò lentamente ai due, senza fare troppo rumore, scivolando con i piedi sugli ultimi passi che la dividevano da loro.

Certo che la Bergman ci ha mandato proprio in un posto accogliente…

Pronunciò a voce abbastanza alta da farsi sentire, in modo da annunciare la sua presenza. Quelle due ore sarebbero state molto lunghe, e quel luogo di sicuro non aiutava a passarle serenamente come avrebbe voluto.


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Messaggioda Typhon » 21/02/2012, 18:35

- 19/02 / 12:30 / Graveyard's Path -

Se qualcuno gli avesse detto poco prima di ricevere la spilla come prefetto che uno dei compiti che gli sarebbero stati assegnati sarebbe stato quello di andare a presenziare funerali ed altre cose magari allegre allo stesso livello, probabilmente avrebbe riflettuto molto di più sulla sua carica.
Un sorriso beffardo, il capo che si girava di tanto in tanto per dare possibilità agli occhi nero pece de scrutare il luogo, o meglio, la desolazione circostante.
Non aveva letto troppo a proposito della vittima che stavano andando a ricordare, per lui era una mansione e nulla più, una di quelle faccende obbligate alle quali il "capoccia" non andava di partecipare per eccessiva pigrizia o perché altrimenti si sarebbe perso il torneo di bridge con qualche amica di vecchia data in qualche maniero ottocentesco in giro per le steppe dell'Inghilterra imperiale.
Cinico? Forse, ma fintanto che quei pensieri rimanevano ancorati dentro di se, nessuno avrebbe potuto contestarli o infastidirlo per una simile idea sulla propria Preside o chiunque altri fosse a capo di quel castello che molti al giorno d'oggi definivano "La migliore scuola di magia e stregoneria" del pianeta.
Pantaloni di pelle nera, come anche anfibi e giacca di pelle pesante e lunga stile "Matrix". Occhiali da sole e camicia bordeaux metallizzata, un abbigliamento non tanto per far stile quanto per la semplice misura dell'essere comunque incline alla cerimonia alla quale stava per prendere parte.
Cinico si, irrispettoso verso le anime dei morti no, quello lo trovava inadeguato anche lui.

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La bacchetta nella tasca interna sinistra della giacca, facile da estrarre, in un sacchetto di cuoio marrone appeso alla cinta nera, un bocciolo di rosa bianca, un piccolo dono che avrebbe depositato vicino la tomba di Lola Mendez, insomma, sotto sotto anche il drago possedeva dei sentimenti onesti e sinceri verso le persone più sfortunate, anche se sarebbe stato difficile definirlo a prim'occhio.
Ad accompagnarlo in quella mattinata uggiosa, ventosa e nuvolosa c'erano altri tre membri, facenti parte di altre tre casate diverse dalla sua, forse un caso o forse scelta apposita, era abbastanza addormentato mentre leggeva il gufo mandatogli dalla Preside con le istruzioni e il perché dell'ordinanza, fatto stava che tutti e tre avevano la stessa identica espressione, chi più chi meno, quella di chi non si sente per nulla a suo agio con chi ha intorno.
Saana Leyla Ayed, docente di Antiche Rune e neoprefetta delle serpi, la "collega strisciante" come a lui piaceva definirla, ma non certo come dispregiativo, semplicemente come appellativo per la caratteristiche del suo animale totem, in fondo i serpenti strisciano giusto? Caparbia forse, intrisa di sangue nello sguardo, dal corpo seducente e un sorriso spesso fin troppo falso rispetto ai suoi pensieri reali. Una donna interessante, una donna che un uomo senza palle avrebbe fatto bene ad evitare di trovarsela di fronte.
Ferdy "Spacco la porta perché sono prefetto" Stone, corvo del malaugurio con i muscoli forse anche nella scatola cranica. Una persona sistematicamente inutile almeno per il suo giudizio, anche se Ty di certo non rifiutava di riconoscergli il suo merito come pluri premiato giocatore di Quidditch. Spesso durante quell'allegra passeggiata verso il camposanto si erano lanciati degli sguardi più che eloquenti sul loro stato d'animo e rapporto contrastante, ma il più delle volte Typhon Seal faceva una smorfia tra il sadico e il divertito come se lo deridesse apertamente e deridesse il modo di fare del prefetto nero-blu che pareva quasi volerlo spaventare in qualche modo, come se se ne fosse in grado, tra l'altro.
Tisifone Samyliak, più che una semplice professoressa, una piaga per ogni studente che sapesse dare un senso minimo alla parola "Trasgressione". Una persona tutta di un pezzo, già...

Un pezzo di merda...

Tirò un sospiro divertito a quel pensiero, ovviamente definendo la professoressa con quell'appellativo adorabile ad intendere la totale inflessibilità nei confronti degli errori e forse della semplice gioventù, magari a giudizio di Ty perché la propria l'aveva avuta bruciata da chissà chi o cosa, ma non era di sicuro intenzionato a scoprirlo.
Ciò nonostante, ella aveva un aspetto estremamente affascinante e sotto il profilo sessuale probabilmente se non fosse stato impegnato e fedele, la sua mente sarebbe stata capace di produrre pensiero molto poco pudici e puliti sulla donna nelle notti di solitario divertimento, ma in fondo si sa: più sono toste e gelide e più sarebbe bello vederle scatenate sotto le lenzuola, se non addirittura domate.
Dovette calmare in ogni caso i bollenti spiriti, anche perché quelle piccole e balenanti fantasie ebbero vita breve di fronte allo "spettacolo" che poco dopo si presentò avanti a lui e agli altri tre presenti a seguirlo.
Fermò il suo incedere per pochi e brevi secondi, come a voler coprire quell'ambiente con le iridi e cercare il più possibile di memorizzarlo, in fondo dopo tutto era un'occasione nuova per lui e una dimostrazione di natura viva e morta senza precedenti.
Nessuno di loro aveva spiccicato una parola fino a quel momento, nessuno aveva osato proferire un fiato ed uno soltanto, ma giunti fin lì, allora, le parole non poterono che uscire istintive e sincere.

Essenziale, cupo, diroccato… questo si che è un bel cimitero.

Tsk… Wow… Ti tira su!

Certo che la Bergman ci ha mandato proprio in un posto accogliente…

Un dato era sicuro: Per una volta tutto il gruppo era tutt'uno su qualcosa e cioè che quella landa desolata faceva assolutamente schifo.
Si morse appena il labbro inferiore, sbattendo le palpebre più volte, rimanendo sempre con lo stesso viso serio e a tratti quasi scazzato che aveva tenuto per tutto il tragitto escludendo qualche risatina sarcastica ed ironica sporadica.
Infilò la mano nel sacchetto, estraendone il contenuto facendo attenzione che per il momento almeno nessuno venisse a conoscenza del dono che aveva portato alla defunta. Gli lanciò una piccola occhiata, confermando a se stesso che i petali fossero intatti e che il fiore non fosse appassito, poi, rialzò nuovamente lo sguardo su tutti analizzando la situazione e accorgendosi che stavano riprendendo il percorso, forse ansiosi di concludere quanto prima quella gita fuori porta dal sapore macabro e malinconico. Typhon Seal non poteva essere più d'accordo.

Se fossi la ragazza mi roderebbe un sacco il culo a pensare di essere stata sepolta in mezzo a queste erbacce... Dannazione, pace all'Anima sua...

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Ripose il bocciolo, carezzandolo appena con il pollice, sfiorandolo quasi fosse di un cristallo instabile e fragile pronto a spezzarsi da un momento all'altro, infine, continuò a camminare; quel "requiem" era appena cominciato.


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Messaggioda Monique » 21/02/2012, 20:56

Quattro persone del tutto incompatibili tra loro, dunque, che probabilmente avrebbero voluto trovarsi con chiunque altro in quel momento ad esclusione di coloro che avevano accanto.
Tutti insieme attraversarono il cancello, concordando sulla depressione che quel luogo ispirava, entrando così nella parte posteriore del Cimitero ora totalmente deserta: aguzzando bene la vista, però, avrebbero potuto notare di fronte a loro - a distanza di circa una decina di metri - una figura incappucciata che sembrava attendere proprio loro.


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Avvicinandosi, la delegazione avrebbe potuto osservare meglio la figura e forse, studiandola per bene, si sarebbe accorta di come la parte del viso lasciata scoperta dal cappuccio - naso e bocca nello specifico - sembrasse appartenere ad una persona piuttosto giovane: possibile che fosse lei l'incaricata a condurli nel bosco?

Le signore Samyliak e Ayed e i signori Seal e Stone, giusto?
Sono il funzionario mandato dalla Preside Bergman per celebrare la cerimonia della commemorazione. Seguitemi, prego.


Una voce piuttosto bassa e baritonale, in netto contrasto con l'impressione che parte del viso forniva di colui che i quattro avevano davanti: eppure aveva dimostrato di conoscerli per bene, e di conoscere anche l'autrice di quell'incontro, quindi perchè non fidarsi?
In ogni caso, che gli altri fossero convinti o no della veridicità delle sue parole, la figura incappucciata prese a camminare in direzione della parte più nascosta e fitta di quel Cimitero, un piccolo bosco sulla destra della serie di cappelle che ospitavano le reliquie delle anime più ricche.

Non siete molto amici voi quattro, mh? Percepisco grandi ostilità tra voi... - mormorò il funzionario all'improvviso, senza fermare il proprio incedere né voltarsi verso di loro, attraversando i primi alberi spogli che determinavano l'ingresso del bosco - Non ci si dovrebbe avventurare in certi luoghi senza porre fiducia nei propri compagni...

Aggiunse a voce ancora più bassa, tanto da risultare quasi un sussurro perso nel vento: il passo non venne fermato né rallentato per un altro quarto d'ora - un passo mediamente spedito, ma certo non più degli altri; la particolarità però, stava nel fatto che se anche uno dei quattro avesse provato ad accelerare per raggiungere la figura misteriosa, la distanza che lo separava da essa non sarebbe comunque variata, rimanendo stabile ad un metro e mezzo - e più il gruppo si addentrava all'interno del bosco, più la luce del sole smetteva di filtrare con tutto che l'orario avrebbe dovuto permettergli di essere al culmine della sua altezza; al contrario, invece, quella sorta di piccola foresta diveniva via via più scura, cupa ed inquietante, con una leggera coltre di nebbia bassa che s'insinuava tra le loro gambe a completare il tutto.


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Ditemi, inviati di Hogwarts... avete paura dei fantasmi?

Domandò all'improvviso la figura incappucciata voltandosi verso di loro: la sua bocca si contorse in un ghigno sadico, e da essa pochi istanti dopo una risata fredda ed angosciante esplose per tutto il bosco, riempiendolo del suo suono e dell'eco derivante da esso. Fu l'ultima cosa che i quattro poterono percepire della persona che avevano di fronte, poiché un istante dopo essa scomparì lasciandoli soli nel bel mezzo del nulla, e se anche avessero provato a tornare indietro si sarebbero presto accorti che la strada alle loro spalle sembrava come essersi chiusa, bloccandoli all'interno di quel bosco spettrale che li aveva così privati di una qualsiasi via d'uscita.

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Messaggioda Tisifone » 22/02/2012, 0:43

Alla fine Tisifone si era ritrovata in testa a quella ordinata e silenziosa processione, forse per caso o più probabilmente inconsciamente, come se il semplice fatto di essere la più grande del gruppo la costringesse ad andare avanti e assicurarsi che non ci fossero pericoli per gli altri.

Se la Serpe si rendesse conto che mi sento responsabile di loro le prenderebbe un colpo. Ci tiene così tanto a fare quella acida e cattiva che mangia Auror e Mangiamorte a colazione...

Pensò Tisifone, rallentando il passo in modo tale che i tre la raggiungessero e poter così addentrarsi insieme all'interno del Cimitero. Se non voleva che quella commemorazione funebre si trasformasse in uno scontro tra personalità forti doveva far più caso del solito ai dettagli e soprattutto cercare di rispettare maggiormente sentimenti e manie altrui.

Tsk… Wow… Ti tira su!

Certo che la Bergman ci ha mandato proprio in un posto accogliente…

Se fossi la ragazza mi roderebbe un sacco il culo a pensare di essere stata sepolta in mezzo a queste erbacce... Dannazione, pace all'Anima sua...

Il fatto che né FerdySaana Leyla condividevano il suo apprezzamento per quel luogo brullo e inospitale non era altro che un ulteriore prova di come fosse difficile per lei trovare qualcuno con i suoi stessi gusti. Ma che anche Typhon la pensasse allo stesso modo degli altri due Prefetti le diede leggermente fastidio. Nonostante il Cappello Parlante li avesse smistati nella stessa Casata, anche se a decenni di distanza, non sembravano avere nulla in comune caratterialmente, salvo forse quel l’amore per la trasgressione che con gli anni la donna era stata costretta a soffocare.

Dovremo ringraziarla per aver pensato a noi con un bel cesto di cavoletti di Bruxelles in salamoia e brik di te alla pesca.

Seguendo il suo stesso consiglio, Tisifone non fece alcuna ulteriore battuta sarcastica sull’atmosfera del Cimitero, preferendo unirsi al disappunto generale sparando sulla Preside e facendo leva sul suo odio per quel tipo di alimenti. Una volta attraversato il cancello arrugginito e aver compiuto un paio di passi, tutti i buoni sentimenti della Grifona nei confronti dei Cimiteri iniziarono ad affievolirsi: il silenzio tombale che li circondava e l’assoluta assenza di altri esseri viventi intorno a loro era inquietante e un tantino strana. Non si sentiva il frusciare delle foglie, né gli echi di un qualche rumore proveniente dal non lontano villaggio di Hogsmeade, per non parlare del fatto che non vi era né un uccello in cielo né una vipera a strisciare tra quei vecchi arbusti. Si sentiva come se intorno a loro fosse stato lanciato un potentissimo incantesimo di isolamento. E fu per questo che Tisifone accolse con un sospiro di sollievo mentale l’apparizione di quello che doveva essere il prete: esternamente infatti la donna continuò a mantenere l’espressione seria e impenetrabile di sempre.

A quanto pare il mantello va di moda per queste occasioni, anche se non dona a tutti.

Commentò, rivolta ai suoi compagni di avventura, riferendosi al “prete” che li attendeva una decina di metri più avanti. A differenza di Ferdy, che le sembrava a disagio, e di Saana, che aveva un nonsochè di sensuale e misterioso, quella figura sconosciuta avvolta in quel mantello nero aveva un’aria sinistra e pericolosa che non la faceva pensare a nulla di buono.

E’ tutta sana e buona paranoia. Non appena si toglierà il cappuccio per salutarvi sparirà. Non sei un po’ troppo cresciuta per credere nell’uomo nero?

Si rimproverò, ma più si avvicinava più quello che intravedeva la lasciava perplessa, tanto che alla fine fu costretta ad assottigliare lo sguardo e tendere la testa in avanti per essere certa di non essersi sbagliata.

E’ una mia impressione o avrà più o meno l’età dei nostri studenti? Nelle congreghe ecclesiastiche affidano a membri così giovani incarichi ufficiali come le commemorazioni funebri?

La sua domanda fu un piccolo sussurro, riservato solo ai suoi compagni, pronunciata con lo sguardo fisso sulla figura per non attirare la sua attenzione su di loro e un tono neutro, per celare il disappunto per il non poterne vedere il viso.


Le signore Samyliak e Ayed e i signori Seal e Stone, giusto?
Sono il funzionario mandato dalla Preside Bergman per celebrare la cerimonia della commemorazione. Seguitemi, prego.


Si, siamo noi. Mentre lei è…

Rispose Tisifone, rimanendo ferma ad attendere almeno una qualche presentazione formale, anche se sbrigativa da parte di quello strano personaggio. Presentazione che non avvenne, visto che la figura, una volta sinceratasi della loro identità, si era voltato e aveva iniziato a camminare in direzione del bosco che costeggiava delle cappelle dall’aria sontuosa.

Non mi fido di chi non conosco.

Affermò secca la donna, turbata di quanto la voce baritonale che avevano appena ascoltato stonasse con i lineamenti puliti e giovanili che aveva scorto al di sotto del cappuccio. Per un attimo fu tentata di voltarsi e tornare al Castello, seguendo il proprio istinto, ma non poteva farlo per più di una ragione. Disobbedire a un incarico diretto della Preside avrebbe potuto decretare il suo licenziamento per non parlare del fatto che agli occhi degli altri sarebbe sembrata codarda e paranoica e non prudente e diffidente, come invece si sentiva.
Così, facendo un profondo respiro e scuotendo la testa come a voler sottolineare come non le piacesse quella situazione, si avviò dietro al “prete”per nulla rassegnata a seguirlo in maniera passiva.

Non siete molto amici voi quattro, mh? Percepisco grandi ostilità tra voi...

Ostilità mi sembra una parola grossa. Parlerei più che altro di pacifica indifferenza.

O almeno era quello che provava lei per gli altri ragazzi. Ad esclusione di Typhon che aveva dovuto riprendere per certi comportamenti e mettere in punizione, non conosceva abbastanza bene nessuno di loro per provare qualsiasi tipo di sentimento, negativo o positivo che fosse. Certo la prima conversazione informale che aveva avuto con Saana non era stata per nulla piacevole, però si era divertita in fondo a ribattere alle frecciatine acide della Serpe e poi, visto come erano andare le cose con Monique, aveva deciso di non lasciarsi fuorviare dalle prime impressioni con nessun altro.

Non ci si dovrebbe avventurare in certi luoghi senza porre fiducia nei propri compagni...

Non ci si dovrebbe preoccupare troppo della compagnia quando si va a una semplice commemorazione funebre…

Ribattè caustica, affrettando il passo e allungando la mano con il chiaro intento di prendere quel tipo per un braccio, costringerlo a fermarsi e ad abbassare il cappuccio in modo da poterlo finalmente guardare in viso. Ma, sebbene avesse la sensazione visiva di essere a pochi passi da lui, la sua mano si richiuse sull’aria come se quello avesse fatto uno scatto improvviso in avanti.

Ma che diavolo…

Mormorò, riprovando a prenderlo un paio di volte e ottenendo sempre lo stesso risultato: nulla assoluto. E quella non era la sola stranezza che si stava verificando, anche se di sicuro la più bizzarra: man mano che si addentravano nel bosco i raggi del sole divenivano sempre più radi o la foresta più fitta, fatto sta che la luce naturale andava via via diminuendo.

Questo non è normale.

Commentò, spostando lo sguardo dal cielo cupo alla terra avvolta da una strana nebbiolina che le ricordava pericolosamente quella che preannunciava l’arrivo dei Dissennatori.

Qualcuno di voi sente freddo o una qualche sensazione di malessere?

Si informò, accarezzando con la mano destra il braccio sinistro, trovando tranquillizzante sentire sotto le dita la compattezza del legno della sua bacchetta.

Ditemi, inviati di Hogwarts... avete paura dei fantasmi?

Ma che domande stupide fate? Hogwarts è piena di fantasmi, come facciamo ad averne paura? Ormai ci siamo abituati anche alle catene del Barone Sanguinario.

Disse irritata, chiedendo conferma delle sue parole a Saana e non si accorgendosi del ghigno sadico che comparve sul viso del “prete”, la cui risata la fece sobbalzare. Un brivido di freddo le scese lungo la colonna vertebrale, pietrificandola sul posto, tutti i sensi in allerta, le gambe leggermente divaricate e le ginocchia piegate, pronta a sguainare la bacchetta non appena il pericolo si fosse manifestato loro.
Ma invece di essere attaccati da qualcuno, semplicemente l’uomo svanì davanti ai loro occhi, lasciandoli soli in mezzo a un bosco sconosciuto. Istintivamente Tisifone si voltò per tornare indietro sui loro passi ma gli alberi si erano chiusi al loro passaggio, trasformandosi in una sorta di muraglia vegetale, impedendo loro di tornare all’ingresso secondario del Cimitero.

Mi sembra chiaro che siamo finiti in una trappola. Ordita da chi e con quale scopo non ne ho idea. Qualcuno di voi ha la coscienza abbastanza sporca da sentirsi colpevole?

Chiese quindi, rivolgendosi a tutti indistintamente. Dopo una breve analisi di coscienza era giunta alla conclusione di non avere nemici conosciuti così furbi e machiavellici da poter ordire una trappola così complicata. Certo poteva trattarsi delle persone che avevano ucciso i suoi genitori ma lei non aveva alcuna idea di chi fossero e quindi non poteva prevedere cos’altro avrebbero fatto.

In ogni caso la prima cosa da fare è cercare di uscire da qui, sarete d’accordo non è vero?

Continuò, ponendo la frase in maniera interrogativa, giusto per evitare di dar vita a inutili discussioni sul “tu chi sei per decidere cosa fare”. Si morse il labbro, indispettita, per non essere mai andata a visitare il Cimitero prima di allora.

Sto sluchilas?
(Cosa accade)


Le sibilò Idra in un orecchio, preoccupata dalla tensione che avvertiva dalla contrattura delle spalle.

Nichjevo. Tolka mj podarialsi.
(Nulla. Ci siamo solo persi.)



Rispose, prendendo la bacchetta e strofinando il pollice sull’impugnatura come a riflettere su cosa fare. Avrebbe potuto tentare di far spostare gli alberi con un incantesimo ad hoc ma era quasi certa che questi erano stati chiusi con la magia e quindi non avrebbe ottenuto alcun risultati. Dal suo punto di vista quindi aveva un sola alternativa al rimanere piantati lì in attesa che qualcuno li andasse a cercare.

Guidami.

Pronunciò, la bacchetta posata sul palmo della mano. La sua intenzione era quella di creare una bussola, scoprire dove fosse il nord e in seguito decidere da che parte andare in modo da ritornare al villaggio.

Spero tanto che qualcuno di voi abbia un’idea di come sia fatto il villaggio.

Mormorò, in attesa di vedere i risultati del suo incantesimo.
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Messaggioda Ferdy » 22/02/2012, 21:34

Continuò a guardarsi intorno, mentre dentro di sé avvertiva un senso di estraneità: aveva visitato parecchie volte il villaggio di Hogsmeade, così come il suo cimitero, ma non ricordava di essere mai stato in quella zona, e quel cancello non gli pareva essere familiare, per cui pensò che si trattasse di una parte nuova costruita probabilmente nel lungo periodo della sua assenza dal castello, e finì lì.
Girò intorno a sé stesso, mentre le pupille si muovevano in una direzione e nell’altra, e si acuivano in modo particolare su alcuni spazi, ma niente di più che grossi tronchi, e cespugli qua e là, mentre una “mezza stradina” difficile da distinguere serpeggiava tra il terreno battuto, sul quale vi era uno strato di erba esponenzialmente più bassa di quella che cresceva nella foresta, e nello stesso momento, istintivamente voltò il capo nella direzione del cancello, come per voler confermare che il prato era “selciato”, mentre gli arbusti di un secondo prima no, quasi a voler mettere un fermo che non si trattasse di un sogno.
Dopo la breve ispezione si fermò, in direzione rivolta in avanti, come a voler precedere. Sentì i commenti degli altri due, Typhon e Saana, pochi metri più in là:

Certo che la Bergman ci ha mandato proprio in un posto accogliente…

In quel commento notò una nota di ironia nella voce della Serpeverde, e ne fu confortato, non voleva di certo dare l’idea del fifone del gruppo, com’è che si dice “Mal comune mezzo gaudio”…

Se fossi la ragazza mi roderebbe un sacco il culo a pensare di essere stata sepolta in mezzo a queste erbacce… Dannazione, pace all’Anima sua…

Con la coda dell’occhio inquadrò per un momento Typhon e seppur d’accordo con lui non poté a fare a meno di notare una negatività nell’atteggiamento del Drago.

Ma a te nemmeno la tomba d’oro sarebbe andata bene…

E fece una smorfia di disapprovazione, sicuro che il ragazzo non gli stesse prestando attenzione, ma che stesse contemplando come gli altri il posto in cui erano finiti.
Sentì nuovamente la voce Tisifone, non molto distante da lui, che si unì a Saana, per le condizioni in cui la Preside li aveva messi. In effetti non avevano tutti i torti, ma decise di astenersi, non era quel tipo, era uno di quei tipi che se avesse tanto da lamentarsi l’avrebbe fatto senza problemi, indipendentemente da chi avesse di fronte, ma quella situazione parse ai suoi occhi normale, almeno per il momento, ma in un secondo istante si rese conto che non era così; tutto intorno era strano: per quanto si sforzasse di ascoltare il vocio di qualcuno che si trovasse a passare di lì, o il consueto gracchiare dei corvi che solitamente appostavano al di sopra dei cimiteri, non sentì niente, ma non volle sembrare troppo cauto, e concluse che probabilmente il luogo della commemorazione era abbastanza lontano tale che non giungesse nulla fin dove si trovavano i quattro. L’assenza di rumori o sensazioni lo fece sentire stranamente in gabbia, come rinchiuso in una grande palla di vetro, e si sentì soffocare per un momento, ma poi riprese stabilità con l’ambiente, cercando di convincersi che tutto ciò fosse consueto, seppur avesse radicata nella mente la convinzione che ci fosse qualcosa che non quadrava in tutta quella storia, ma non allarmò “il mondo”, anche perché in quello stesso momento una figura incappucciata si avvicinava lentamente verso la delegazione di Hogwarts, e Ferdy riconobbe quell’entità come il prete della cerimonia.

A quanto pare il mantello va di moda per queste occasioni, anche se non dona a tutti.

Sbottò in una risatina momentanea, notando anche lui che il sacerdote pareva tutto, ma non un sacerdote, anzi, dentro sé, ebbe la vaga impressione che quel tizio anziché trasmettere un’aria benevola sembrava affievolirla ancor di più di quanto già lo fosse al solo passaggio.
Il mantello era simile a quello che indossava anche lui, il cappuccio era alzato e permetteva di vedere la parte di viso che andava dal naso e finiva al mento, ma in quel momento, il suo primo pensiero non fu giudicare il portamento dell’uomo, ma un interrogativo…

Perché ha il cappuccio alzato? Non piove, non c’è neppure vento…

I suoi occhi perlustrarono ancora ciò che potevano cogliere di quella strana figura, e per un secondo si sforzò di vedere oltre la copertura del viso, ovviamente inutilmente, avrebbe dovuto avvicinarsi ulteriormente per scoprirne qualcosa di più, ma lì per lì convenne che non fosse il caso, inoltre sarebbe parso totalmente fuori luogo. Prima che la figura si avvicinasse ulteriormente Tisifone sussurrò qualcosa, in modo che solo loro tre potessero udire, e capì che anche la ragazza aveva avvertito una stranezza nell’aria, e, ne era sicuro, anche gli altri due;

E’ una mia impressione o avrà più o meno l’età dei nostri studenti? Nelle congreghe ecclesiastiche affidano a membri così giovani incarichi ufficiali come le commemorazioni funebri?

I suoi occhi vagarono una seconda volta sulla parte scoperta del viso, candida e… liscia. Sembrava il viso di un ragazzino, senza intemperie, intatto, senza alcun tipo di segni della presenza di una barba o di baffi (nemmeno tagliati, altrimenti lo avrebbe notato).
Man mano che si avvicinava sentì l’aria incupirsi ulteriormente, ed evitò di rispondere alla Samyliak, sicuro che qualunque parola sarebbe uscita dalle loro bocche a quella distanza sarebbe stata udibile dal sacerdote, o da quel che credevano che egli fosse.

Le signore Samyliak e Ayed e i signori Seal e Stone, giusto?
Sono il funzionario mandato dalla Preside Bergman per celebrare la cerimonia della commemorazione. Seguitemi, prego.


La voce di Tisifone risuonò ancora nell’aria, confermando di essere l’unico rumore nell’aria impassibile del cimitero, nemmeno i passi del sacerdote che aveva attraversato il sentiero avevano trovato eco intorno, e il Prefetto Corvonero cercò di inculcarsi nella mente l’idea che si trattasse magari di un qualche incantesimo taciturno, in modo da conferire al cimitero la giusta atmosfera, inoltre era plausibile come alternativa…
In tutti i casi la professoressa di Divinazione confermò la loro identità, chiedendo in risposta chi fosse lui, ma non sembrò volesse rivelarlo, in quanto fece finta di non aver sentito e si voltò, cominciando a fare strada.
Ma la professoressa non demorse, annunciando la sua ferma intenzione di irremovibilità, probabilmente sicura che gli altri tre le reggessero il gioco, per cui la fece continuare a parlare.

Non siete molto amici voi quattro, mh? Percepisco grandi ostilità tra voi...

Ostilità mi sembra una parola grossa. Parlerei più che altro di pacifica indifferenza.

Naturalmente questa menzogna fa parte del gioco, eh Samyliak?!

Pensò nella sua mente scoccò un’occhiata veloce a chi altri, oltre lui, era rimasto fuori dal discorso.
Si voltò in fretta, deciso a non attaccare in quel momento di estraneità generale, convenendo che era meglio.

Non ci si dovrebbe avventurare in certi luoghi senza porre fiducia nei propri compagni..

Non ci si dovrebbe preoccupare troppo della compagnia quando si va a una semplice commemorazione funebre…

Crede davvero che avevamo alternativa con il gran numero di rompi balle, perdoni il termine, a scattare foto!?

Il suo tono era quello di una persona decisamente annoiata, com’era davvero realmente, si perché tutta quella storia gli cominciava a puzzare e non vedeva l’ora che la commemorazione iniziasse così come finisse; non avrebbe mai dovuto accettare quell’incarico; osservò Tisifone affrettarsi alle calcagna della figura incappucciata e socchiuse le palpebre quando nel suo tentativo di bloccare il “sacerdote”, afferrò l’aria, stranamente, ma lui, oramai stordito, si sarebbe aspettato una tale reazione, tuttavia la sua mano scivolò in fretta nella tasca dov’era contenuta la bacchetta, e due dita si attorcigliarono intorno ad essa.

Ma che diavolo…

Imprecò lei, decisamente perplessa, non sapendosi spiegare l’accaduto e riprovando più volte, ma niente da fare, era come se la figura avesse un limite di sicurezza imposto, come un Sortilegio Scudo intorno, che impediva loro di toccarlo.

Questo non è normale.

Decisamente…

E così facendo anche Ferdy tentò di afferrarlo, riuscendo solamente a prendere a pugni l’aria… Una nebbiolina cominciò a calare sui presenti e, anziché spaventato, il ragazzo rimase sorpreso, convinto che ogni genere di fenomeno atmosferico in quel posto non sortisse effetto, avendo notato in precedenza l’assenza di movimenti nell’aria. Presto fu impossibile vedere a lunga distanza, e Ferdy fece alcuni passi in direzione della delegazione, non volendo allontanarsi e creare ulteriore scompiglio visto quanto già ve ne fosse.

Ditemi, inviati di Hogwarts... avete paura dei fantasmi?

Ma che domande stupide fate? Hogwarts è piena di fantasmi, come facciamo ad averne paura? Ormai ci siamo abituati anche alle catene del Barone Sanguinario.

No… Professoressa Samyliak… Non credo si riferisca a quel genere di fantasmi…

Il fantasma sghignazzò e in quel momento i suoi primi dubbi furono confermati: quell’uomo non era evidentemente chi diceva che fosse; sguainò la bacchetta e tese il braccio a mezz’aria, pronto a far fronte ad un attacco da parte del “prete”, ma ciò non avvenne, la figura scomparve e furono nuovamente soli. Tisifone si voltò, e lui insieme alla divinante, ma invano: dove prima vi era il cancello da cui erano entrati, ora vi era come uno spesso mura di arbusti, al fine di imprigionare chiunque vi si fosse finito all’interno. Voltò il capo a destra e sinistra, come per trovare altre vie di fuga, ma sapendo dentro sé che quel suo cercare era inutile: erano finiti in una trappola.

Mi sembra chiaro che siamo finiti in una trappola. Ordita da chi e con quale scopo non ne ho idea. Qualcuno di voi ha la coscienza abbastanza sporca da sentirsi colpevole?

Oh, no, non credo che qualcuno di noi sia capace di architettare qualcosa di così dettagliato e pianificato…

In ogni caso la prima cosa da fare è cercare di uscire da qui, sarete d’accordo non è vero?

No, ho deciso di restare qui dentro professoressa…

Commentò lui in modo sarcastico, continuando sempre a guardarsi intorno con la bacchetta sguainata, pronto a qualunque evenienza: se una cosa era certa, in quel genere di situazione bisognava restare il più cauti possibili, non farsi prendere dal panico, e… improvvisare… Nient’altro che gli venisse in mente lì per lì, avrebbero proseguito. Sentì qualcosa sibilare vicino Tisifone e i suoi sospetti iniziali furono confermati: con lei c’era anche il suo serpente; lei gli sibilò qualcosa di rimando e poi poggiò la bacchetta sul palmo della mano e pronunciò l’Incanto Quattro Punti.

Guidami.

Ho i miei dubbi che funzioni… Ma tentar non nuoce!

Pensò nella sua testa mentre lei si informava nel caso qualcuno di loro conoscesse sufficientemente il villaggio: per quanto lo conoscesse si doveva ricredere, nel periodo di assenza era cambiato molto e dubitava che sarebbe stato d’aiuto in quella situazione.

Chiamo i soccorsi… Periculum!

La bacchetta scattò in aria e scintille rosse e bianche partirono dalla punta, stagliandosi contro il cielo, emettendo un rumore simile ad un esplosione e visibile al castello come uno spettacolo di fuochi d’artificio, anche se ovviamente avrebbero capito che si trattasse di una situazione spiacevole, in cuor suo lo sperava, altrimenti non rimaneva loro che viaggiare “alla cieca”.

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Messaggioda Saana Leyla » 23/02/2012, 16:58

Anche l’ultimo componente, Typhon, di quello strano gruppo arrivò, sostenendo le opinioni che più o meno tutti avevano di quel luogo. I cimiteri non erano mai dei posti particolarmente allegri, per ovvi motivi, ma quello sembrava più deprimente delle tante culle della Madre Morte che aveva visitato nel suo antico passato. Il cielo, grigio spento, sopra di loro dava a quei ramoscelli secchi e all’erba ormai arida un aspetto ancora più cupo. Guidati, chissà poi per quale motivo, dalla più anziana del quartetto, si incamminarono lentamente all’interno del cancello, che dava al tutto un aspetto davvero tetro. Respirando profondamente la giovane Saana metteva un piede dopo l’altro sul terreno scuro, guardandosi intorno e notando delle tombe vecchie tanto quanto l’intero villaggio. Il fatto era che quello non sembrava il Cimitero di Hogsmeade. Socchiudendo le palpebre per qualche istante cercò di capire cosa non le era familiare di quel luogo, ma senza riuscirci. Che frustrazione. Li riaprì del tutto, scrutando in fondo a quel percorso di depressione e tenebre una figura incappucciata, un mantello simile a quello che tutti loro portavano. Le iridi dorate di Saana si sgranarono, notando come la figura apparisse così giovane sotto quella cappa nera. La pelle, quasi nivea, sembrava quella di un ragazzino, le labbra color rosa canina erano sottili, candide, conformi quasi alla pelle stessa. Stranendosi di quell’apparizione si fermò ad osservare la figura, insieme a tutti gli altri.

Le signore Samyliak e Ayed e i signori Seal e Stone, giusto?
Sono il funzionario mandato dalla Preside Bergman per celebrare la cerimonia della commemorazione. Seguitemi, prego.


Le orecchie di Saana non credevano a quello che avevano appena udito. Con un’espressione di stupore sul volto pallido macchiato di rosso sulle gote, la giovane spalancò gli occhi per quel che aveva appena sentito. Una voce bassa, piatta, priva di accenti o di qualsiasi forma di marcatura, era appena uscita dalla gola di quella figura che all’apparenza sembrava avesse l’età degli studenti che frequentava tutti giorni. In preda ad uno strano e inspiegabile malessere, Saana buttò uno sguardo agli altri componenti del gruppo, sperando che qualcuno avesse avuto il suo stesso pensiero. L’unica a parlare fu Tisifone, la più matura del gruppo in quanto ad età, che come se le avesse letto nella mente, disse proprio ciò che Saana aveva solo pensato.

E’ una mia impressione o avrà più o meno l’età dei nostri studenti? Nelle congreghe ecclesiastiche affidano a membri così giovani incarichi ufficiali come le commemorazioni funebri?

Con un sopracciglio alzato Saana annuì, ascoltando poi le parole della donna rivolte al “prete” che li aveva accolti. Quello sembrava non sentire, continuando a camminare con uno strano passo da funerale, come se l’aspetto tetro del luogo non fosse già abbastanza spettrale. Anzi, quel passo così cadenzato e preciso non sembrava nemmeno…umano. Continuarono a camminare, dirigendosi verso uno strano boschetto nascosto che lei non ricordava affatto essere presente in quel Cimitero. Che diavolo stava accadendo? Come se non bastasse, il prete continuò il suo discorsetto, quasi un dibattito tra lui e la Samyliak.

Non siete molto amici voi quattro, mh? Percepisco grandi ostilità tra voi...
Non ci si dovrebbe avventurare in certi luoghi senza porre fiducia nei propri compagni...


Stranita da quella affermazione Saana non poté fare a meno di pensare che quella situazione era troppo...strana, per essere una semplice cerimonia funeraria. Non si aspettava di certo un gran folla, ma almeno qualche parente, uno straccio di essere umano che fosse lì presente con loro. Invece no, tutto era silenzioso, non volava nemmeno una misera mosca, un flebile alito del Dio Vento in quella solitudine. Continuavano a camminare, addentrandosi sempre di più in quel boschetto sconosciuto, le foglie scure, smorte, senza vivacità, i tronchi dalle forme più contorte, il terreno coperto da quello che sembrava un misto di fronde e fango. Dopo che quelle parole furono pronunciate, l'inquietudine salì in un succedersi di eventi alquanto...insoliti. Samyliak, infatti, non contenta di aver contrastato a voce, tentò di afferrare il prete per il mantello, ma la sola cosa che si ritrovò tra le dita fu...aria. Secca, asfissiante e mera aria. Ci riprovò diverse volte prima di arrendersi. Nel frattempo il cielo, già poco baciato dal sole, si stava oscurando, ma non di certo per le nuvole.

Ma in che merda di situazione ci stiamo cacciando?

Esclamò, osservando come sopra di loro i rami di quegli alberi che prima le erano sembrati così oscenamente raccapriccianti si stessero intrecciando in una specie di gabbia, e di come man mano la poca luce stesse sparendo insieme alle loro possibilità di comprendere quello che realmente stava accadendo. Con un cenno di diniego rispose alla domanda di Tisifone, mentre quel prete, che a questo punto per Saana era di certo qualcuno, o qualcosa, di non umano, si fermò, il cappuccio ben calato a nascondere il volto della figura. E ancora, parlò.

Ditemi, inviati di Hogwarts... avete paura dei fantasmi?

Ancora una volta le sue parole erano pronunciate da quel tono totalmente piatto, seppur terribilmente profondo per appartenere ad uno di quella età. E di nuovo Tisifone rispose per tutti, chiedendo conferma a Saana sul fatto che tutti al Castello avevano fatto l'abitudine all'incessante stridere delle catene del Barone Sanguinario. Incredibilmente le venne da ridere per quella domanda, ma la sua risata si bloccò ancor prima di nascere. Un suono gutturale e grottesco stava echeggiando adesso sopra le loro teste, dentro i loro corpi, vibrando sulla pelle come una scossa elettrica. Il prete, o lo spirito di esso, aveva riso. Una risata così acuta e stridente da farle pensare di essersi avvicinata alla morte, o all'Inferno stesso, tanto quel suono l'aveva sconvolta. Così come era apparso, quel prete maledetto era svanito nel nulla, senza un rumore di passi o una scia del suo cammino. Subito si guardò attorno, cercando una via d'uscita, ma non vi era neppure l'ombra di essa. Erano rinchiusi.

Mi sembra chiaro che siamo finiti in una trappola. Ordita da chi e con quale scopo non ne ho idea. Qualcuno di voi ha la coscienza abbastanza sporca da sentirsi colpevole?

Saana deglutì, scuotendo la testa. Di certo non poteva dire di essere amata da tutti. Di nemici ne aveva, e parecchi. Ma no, non credeva possibile che in quella situazione potesse entraci lo zampino di qualcuno di essi. Guardando gli altri aspettò le loro risposte alla domanda di colei che li aveva guidati fino a quel momento, credendo ovvio il fatto che fuggire di lì fosse prioritario rispetto al resto. Tirando fuori la bacchetta attese che qualcuno facesse qualcosa, non perché lei non ne fosse in grado, ma perché prendere il comando in certe situazioni era una responsabilità pericolosa. Tralasciando le battute di poco conto del giovane Stone ad orecchie più pazienti delle sue, Saana cercò di farsi spazio fra quei rami, senza però comprendere come riuscire ad uscirne senza ferire se stessa.

Sembra proprio che qui ci toccherà sudare...

Esclamò per non inveire, certa che in tutto quel susseguirsi di eventi c'era qualcosa di evidente ma che ancora non riusciva a capire fino in fondo. Sarcastica, trafisse con lo sguardo Tisifone. Ognuno di loro, chi più, chi meno, conosceva il villaggio, ma in quel preciso istante tutto era confuso a tal punto di farle dubitare che quella fosse davvero parte del villaggio stesso. In silenzio osservò Ferdy cercare di chiamare aiuti, ben consapevole che quell'Incanto sarebbe valso a poco. L'illusione magica dentro alla quale i quattro si trovavano andava al di là del suo sapere. Sembrava come una sorta di...prova. Un labirinto dentro al quale il gruppo doveva destreggiarsi per poterne uscire vivo.


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Messaggioda Typhon » 24/02/2012, 19:54

Il percorso non era finito, affatto, anche perché raggiungere quel luogo desolato era appena l'anticamera di tutto il compito a loro assegnato e per quel che riguardava lui, fare il prima possibile era la prerogativa maggiore.
Ognuno di loro osservava il posto abbastanza stranito, forse solo Tisifone all'inizio parve quasi ammirarlo, un dettaglio che fece sfociare nella mente del drago non pochi pensieri e sopratutto supposizioni su quale fosse realmente l'opinione della donna più grande del gruppo su quel mucchio di erba mista al relitto di quello che forse una volta era un complesso strutturale solido e magari anche elegante.
Qualche occhiata intorno a se, individuando solo per pochi ma netti secondi il viso di Ferdy che lo stava nuovamente fissando, pensando chissà cosa ma di certo nulla di gentile o carino, insomma, al solito, poco a cui render conto, già, meglio proseguire.
I passi ripresero e Typhon si pose come ultima ruota del carro, un po' per il suo ritmo di cammino più lento e calmo, un poco semplicemente perché non gli era mai piaciuto avere gente alle spalle, lo faceva sempre sentire in situazione di disagio e fastidio.
Raggiunta una zona più avanzata della steppa isolata però, dovettero fermare il loro incedere visto che la presenza che in teoria li avrebbe dovuti aspettare per condurli alla cerimonia finalmente si fece viva, o almeno sembrava vagamente viva.
Un cappuccio a tenere nascoste le sue fattezze, una metà del viso che si mostrava decisamente giovane, di un età che in via probabile poteva anche essere inferiore a lui, il più giovane del gruppo.

Le signore Samyliak e Ayed e i signori Seal e Stone, giusto?
Sono il funzionario mandato dalla Preside Bergman per celebrare la cerimonia della commemorazione. Seguitemi, prego.


E’ una mia impressione o avrà più o meno l’età dei nostri studenti? Nelle congreghe ecclesiastiche affidano a membri così giovani incarichi ufficiali come le commemorazioni funebri?

La prima parlare fu la professoressa di Divinazione e Ty dovette dare ragione alle sue parole, visto che in effetti era tutto molto sospetto.
Inoltre, alzando la testa per vedere se ci fosse sole fastidioso non trovò un riferimento che potesse abbonare quel cappuccio così sinistro e proteso verso il basso, a coprire anche gli occhi.
Ogni cosa a suo tempo, quello si, ma tutta quella segretezza nei modi di fare e di porsi di quella persona, quasi fossero lì illegalmente, lo metteva in uno stato di forte agitazione, contenuta solo dalle sue espressioni, ancora fredde e calcolatrici, che coprivano però l'incedere dei battiti sempre più forti del suo cuore che in petto martellava quasi fosse un tamburo di ritirata in guerra.
Aveva una strana sensazione, non poteva farci niente, un suo sesto senso quasi che lo rendeva in guardia da quella figura misteriosa e dal colore della pelle troppo, troppo candido (Concentrazione 10).
Un tono di voce particolare, basso e molto maturo per l'età che mostrava apparentemente, tutti dati di fatto che lo convincevano che era uno sbaglio andare avanti, muoversi ancora e stare a quel gioco, ma sotto ogni aspetto la situazione per lui era nuova e di sicuro non poteva aspettarsi sul serio che ci fosse qualcosa di strano o oltremodo contrario alle normali leggi della natura.
Il ragazzo era giovane, inesperto per quanto maturo e sveglio, Typhon non poteva quindi aspettarsi nulla di troppo fuori dagli schemi, quindi in quell'istante cercò soltanto di convincere se stesso che quella fosse solo una pessima impressione e che prima tutto sarebbe finito e prima se ne poteva tornare al castello in santa pace dimenticandosi certi sudori freddi.

Non siete molto amici voi quattro, mh? Percepisco grandi ostilità tra voi... Non ci si dovrebbe avventurare in certi luoghi senza porre fiducia nei propri compagni...

Questo è decisamente troppo!

La destra corse verso la tasca interna della giacca di pelle, cercando il più velocemente possibile di prendere la bacchetta in legno di corniolo e piuma di fenice, estremamente flessibile e lunga appena nove pollici, quindi facile da estrarre.
Sentiva che ce n'era il bisogno visto che la voce di quel bambino troppo cresciuto stava iniziando ad infastidirlo per bene. Si fermò bloccando il suo passo e facendone qualcuno indietro, non di certo per scappare ma giusto per distanziarsi ed osservare ancor più da una prospettiva lontana tutta la situazione, accorgendosi come la distanza tra lui e il "mandato" non aumentasse minimamente, ed in più, voltando indietro qualche istante il capo, si accorse che più proseguivano e più gli alberi di un fitto bosco si assottigliavano come a volerli bloccare ed impedir loro il passaggio per ritornare presso l'ingresso del cimitero.
Il suo sguardo divenne di ghiaccio, ma per il terrore, iniziò a sudare ancor più freddo e la sua espressione prese ad essere ancora più perplessa ed allarmata. Niente in quel frangente aveva un riferimento di sicurezza, ogni cosa pareva esser stata fatta per bloccarli lì, in una dimensione di vero quasi alternativa e tetra, macabra, nemmeno più un raggio di sole filtrava dalle fronde arboree e questo era naturalmente impossibile visto l'orario della giornata che aveva da poco passato lo zenit.

Immagine

Tutto ciò è... impossibile... Non ci credo!

Qualcuno di voi sente freddo o una qualche sensazione di malessere?

Si, mi sembra che tremi anche l'anima prof, diagnosi?

Sussurrò appena in direzione della docente di arti divinatorie rispondendo quindi alla domanda posta verso tutti quanti, raggiungendola maggiormente con passi più veloci. La sensazione di paura e freddo al cuore era data dal fatto che si, si avvicinava a Tisifone ma no, non sembrava minimamente avvicinarsi maggiormente al ragazzo, almeno dalla prospettiva dalla quale stava guardando lui.
Forse aveva delle allucinazioni nervose date dall'eccessivo stato di paranoia o fissazione, ma le successive parole che uscirono dalla bocca dell'inviato della Preside, poste con quel tono malefico e velenoso, gli fecero porre la parola "fine" su ogni pensiero riferito al fatto che quelle fossero solo sue stupide fantasie.

Ditemi, inviati di Hogwarts... avete paura dei fantasmi?

E tu hai paura di morire lurida testa di c-...

Ma quella frase non venne mai conclusa.
La figura era scomparsa poco dopo lasciandoli lì completamente da soli mentre una sorta di eco divertito sembrava echeggiare mentre la bacchetta estratta dalla giacca di Typhon Seal ancora era dritta con il braccio teso nella direzione nella quale una volta si trovava la persona incappucciata, adesso si che bisognava sul serio cominciare ad aver paura. Deglutì sonoramente, cercando una sorta di contegno, visto che era pur sempre un Drago, stupendosi quasi della tranquillità con la quale non tanto Tisifone ma quanto Ferdy stava affrontando una situazione simile.
Giusto uno stolto come lui poteva mettersi a fare battute in un momento del genere e alle successive parole sarcastiche del giocatore professionista di Quidditch, scosse il capo digrignando i denti quasi fosse sul punto di sbranarlo vivo.
Tenne ancora alta la bacchetta seppur il polso tremasse abbastanza. In fondo aveva soltanto sedici anni, un ragazzino. Per quanto si atteggiasse da persona matura, nella sua vita aveva assistito ad eventi del genere soltanto in qualche film o telefilm babbano di alto e basso livello, nulla di più.
Sospirò, buttando fuori aria dalle narici con nervosismo e irrequietezza, arrivando però a concepire dentro di se che aveva bisogno di un contegno, altrimenti che figura avrebbe mai fatto come prefetto della casata che porta avanti il buon nome della fermezza mentale e dello spirito?

Basta, ora basta.
Tsk, Ary, quando torno... se torno, come minimo ti chiedo all'istante di sposarci, fanculo!


Chiuse gli occhi, raggruppando dentro di se tutta la tranquillità possibile, quello che forse i filosofi orientali chiamano "Yin", o almeno così ricordava.
La bacchetta ancora alzata, adesso semplicemente, annullando se stesso e ogni altra cosa possibile intorno a lui, compresi i presenti, decise che poteva fare una cosa sola: ascoltare quanto più possibile ogni singolo rumore, ogni singola cosa che potesse aiutarlo ad individuare qualcosa di nuovo dove poter dirigere il suo sguardo, e per quanto fosse la cosa più assurda che il ragazzino più giovane provasse a dare consigli sensati a quelli più venerabili, non esitò un solo secondo a parlare riprendendo ad avere un tono fermo, categorico, ghiacciato, unico e assoluto.
Un tono da vero Drago.

Immagine

Guidami.

Chiamo i soccorsi… Periculum!

Sembra proprio che qui ci toccherà sudare...

Nel silenzio c'è la calma, nel silenzio si cela la trappola, facciamo attenzione ad ogni singolo rumore, nervi saldi e riflessi pronti, appena uno di noi percepisce qualcosa lo faccia presente agli altri.
Cappuccetto nero aveva ragione. Cooperazione, o da qui non so se ne usciremo vivi.


E sperando che tutto il gruppo seguisse il suo consiglio, Typhon semplicemente da quel momento in poi rimase ad occhi chiusi a contemplare il silenzio, attendendo soltanto che il loro presunto nemico facesse la sua mossa e si decidesse a palesare anche con un solo unico e piccolo suono la sua presenza in quel bosco desolato. Dentro di se ardeva il fuoco buio del terrore e della paura, ma quella parte più grande del suo cuore che aveva convinto il cappello parlante a mandarlo nella casata violargento combatteva perché non si lasciasse prendere dal panico (Concentrazione 10) e allo stesso tempo, le gambe, le braccia e tutto il corpo erano in posizione di difesa, pronte in qualsiasi caso a muoversi scattanti e fulminee per evitare ogni tipo di attacco da qualsiasi provenienza le sue orecchie gli avessero suggerito (Riflessi 13).


Spoiler:
Monique,Saana Leyla
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