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Riva del Lago

Messaggioda Monique » 19/01/2012, 0:00

In realtà Tisifone avrebbe anche potuto negare quell'impressione di Monique, nessuno le assicurava che la donna la pensasse allo stesso modo: apparentemente infatti non potevano essere più diverse di così, eppure... eppure avevano lo stesso modo di vedere le cose, di riflettere sulle situazioni, di porsi nei confronti della vita... coincidenze davvero incredibili davanti alle quali, forse, era impossibile chiudere gli occhi.

Mi piacerebbe poter negare ma si, credo che lei abbia ragione. Accumunate da un passato odiato e che si vorrebbe cancellare per sempre anche con la forza... Gran bel legame.

Non è tanto il passato che vorrei cancellare, in realtà... ma le conseguenze che sta avendo sul mio presente e futuro.
Non m'importerebbe dell'orrore che ho vissuto, se potessi semplicemente gettarmelo alle spalle.


Commentò Monique, riflettendo lentamente sulle proprie parole come se fossero una novità anche per se stessa: in effetti non aveva mai ragionato in quei termini, aveva sempre detto di odiare il suo passato e basta, niente di più e niente di meno; ora però, mentre parlava, si era resa conto che non era tanto il passato di per sé a darle dei problemi, ma ciò che stava portando nella sua vita attuale.

Per caso anche lei ha... certe percezioni strane quando stiamo insieme?

Quella domanda colpì Moni come un pugno nello stomaco: un po' perchè l'aveva colta del tutto alla sprovvista, ed un po' perchè onestamente pensava che quelle sensazioni fuori dal comune fossero tutto frutto della sua immaginazione... ma se anche la donna le aveva sentite, la situazione cambiava radicalmente.

... pensavo di essere impazzita...

Sussurrò la VicePreside, abbassando per un momento lo sguardo fino a posarlo sulla mano che prima aveva allungato verso Tisifone per farsi alzare dal ghiaccio sul quale era scivolata: quale spiegazione avrebbe potuto dare a tutto ciò? Fosse stato un uomo avrebbe pensato di provare qualcosa per lui, ma la professoressa Samyliak era decisamente una donna e Monique aveva decisamente altri gusti.

Sì... prima quando ci siamo date la mano, ho sentito come una scossa elettrica.
E quando ci siamo conosciute la prima volta, all'incontro tra professori, ho percepito un lieve formicolio allo stomaco... ma pensavo fosse una mia sensazione.


Ammise la donna, tornando a guardare l'altra negli occhi come a volerle scrutare dentro: cosa potevano voler dire quelle sensazioni? Cosa poteva nascondersi dietro esse?

Non le pare un po'... strano?
Voglio dire... casualmente stasera ci troviamo qui a pattinare nello stesso momento, casualmente abbiamo la stessa visione del passato e della vendetta, e casualmente quando siamo vicine proviamo sensazioni fuori dalla norma. Non trova che ci siano un po' troppe casualità in tutto questo?
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Messaggioda Ferdy » 19/01/2012, 10:11

La stessa situazione d'imbarazzo di un attimo prima tornò, ma lui cercò a tutti i costi di contrastarla, abbatterla in qualche modo. Se non l'avrebbe fatto da quel momento sarebbe stato sempre così con lei, e, ne era certo, non doveva essere una bella situazione per entrambi, diciamo che era scomoda; lei gli stava sorridendo, in cenno di ringraziamento, gli occhi che emettevano raggi argentei, o forse così sembrava a lui. il vento tutt'intorno sembrava indeciso, andava a momenti: un minuto prima tutto era calmo, ora i rami degli alberi quasi attaccati si frustavano uno contro l'arto, tagliando l'aria nel vento, e scompigliando i suoi capelli. Odiava quando gli venivano toccati i capelli, una delle poche cose che lo infastidivano davvero, ma in quel momento sembrò non accorgersi di quel particolare superfluo. Continuò a guardarla negli occhi, non sapendo cosa dire, ma lei gli venne incontro...

Grazie Ferdy, sei veramente gentile.
Questo pomeriggio è diventato bellissimo da quando ti ho conosciuto...


Un altro debole sorriso, ma che in realtà voleva dire molto; nonostante era riuscito a nascondere imbarazzo per tutto il tempo, in quel momento sembrò che tutti i suoi sforzi crollarono, poiché lui non sapendo cosa dire rimase un po in silenzio, ma era certo che lei avesse capito il suo stato d'imbarazzo fin da quando gli era caduta la giacchettina poco più indietro. Poi, come sele sue azioni fossero conseguenza del vento, trovò le giuste parole, ed il ventò si placò ancora.

No... grazie a te, che mi hai... fatto riflettere sulla fiducia e mi hai dato la prova che "Ad Hogwarts, chi cerca aiuto lo trova sempre..."

In quel breve lasso di tempo non si era accorto di come si era avvicinato alla ragazza, tanto che ora era costretto a chinare il capo, per guardarla negli occhi. La sua mano afferrò le dita delle ragazze, fredde, ma non gli sembrò al tatto, le strinse come poteva fare un neonato stringendole alla propria mamma, come per farle capire che aveva bisogno di lei, ma il significato di questi gesti era tanto celato che dubitava che la ragazza avesse capito, non che fosse meno intelligente, ma perché erano insoliti. Sembrò quella, la prima volta che si approcciava con una donna, anche se non era così, era solo la prima vera volta.

Lo so che magari è un po'... fuori luogo, ma... mi aiuteresti col volo?
Quest'anno ho i G.U.F.O. e per quanto io me la cavi bene in teoria, con la pratica sono un disastro...


Disse mordendosi il labbro inferiore; quel gesto lo intenerì, e lo divertì al contempo, facendolo sorridere ancora. Però per quanto volesse non sapeva se fosse lecito dare extra agli studenti: lui era il professore, lo stesso esaminatore, e di sua iniziativa non credeva sarebbe stato permesso. La guardò con aria dispiaciuta, sempre però attento a non perdere il contatto visivo

Oh... Per quanto sia disponibile, non credo che questo rientra nei limiti delle mie possibilità... - ma qualcosa gli folgorò la mente, e lo rasserenò al contempo; si avvicino all'orecchio della ragazza e in sussurro... - ...Ma credo che un giro dalla Preside Madeline, o dalla vice, e tutto si risolve!

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Messaggioda Alexis » 19/01/2012, 13:31

No... grazie a te, che mi hai... fatto riflettere sulla fiducia e mi hai dato la prova che "Ad Hogwarts, chi cerca aiuto lo trova sempre..."

Alexis non comprese l'esatto significato di quelle parole - e come avrebbe potuto, si riferivano a ragionamenti che il Corvetto aveva fatto dentro di sé - ma capì che era comunque un'affermazione importante e dunque l'accettò di buon grado per quello che era, un ringraziamento verso di lei per avergli migliorato la giornata; quando lui poi le prese le mani, Alexis arrossì senza però capire il motivo di tale gesto. Aveva compreso però che fosse positivo e dunque nuovamente gli sorrise, ringraziandolo con gli occhi per quella vicinanza tra loro che la imbarazzava un po', ma non le dava fastidio.
La conversazione si spostò poi sulla possibilità di Ferdy di darle qualche ripetizione di Volo pratica in vista dei prossimi G.U.F.O., ma l'espressione del ragazzo le fece capire che ci sarebbe potuto essere dei problemi a riguardo.

Oh... Per quanto sia disponibile, non credo che questo rientra nei limiti delle mie possibilità...

Oh... capisco.

Mormorò Alexis con espressione triste, capendo però la posizione di lui che forse avrebbe potuto passare dei guai nel darle ripetizioni: qualcuno avrebbe anche potuto accusarlo di favoreggiamento e lei non voleva assolutamente causargli problemi; per questo recuperò in fretta il sorriso, così da non fargli pensare che ce l'avesse con lui.

Ma credo che un giro dalla Preside Madeline, o dalla vice, e tutto si risolve!

Aggiunse Ferdy facendosi più vicino come a volerle confidare un segreto, e a quelle parole Alexis sorrise radiosa, felice che forse lui potesse aiutarla con quella materia tanto difficile per lei. Si dovette trattenere dall'abbracciarlo per la felicità, ma sapeva bene che non era il caso: ogni cosa a suo tempo, e a lei le cose piaceva farle con calma, per gradi. Perciò si limitò a sorridere con occhi luminosi e a ringraziarlo a parole.

Ti ringrazio davvero tanto. Ma ti prego, se la Preside o la professoressa Vireau ti dovessero dire di no non sentirti in colpa o in difetto, quello che più conta per me è che tu ci abbia provato.

Gli disse sincera, poichè si sarebbe dispiaciuta nel sapere che lui si fosse magari sentito triste all'idea di non poterle dare ciò che lei chiedeva. Il tempo era trascorso velocemente, come sempre quando si sta bene con qualcuno, ed anche se a malincuore la ragazza capì che era ora di rientrare.

Ti va di accompagnarmi verso l'entrata del Castello?

Domandò allora al Corvonero con un sorriso, sperando che l'altro accettasse: se così fosse stato, i due si sarebbero avviati nella stessa direzione dalla quale erano arrivati sino a lì, chiacchierando ancora del più e del meno.
Una bella passeggiata ed un bel pomeriggio, già... tanto che, all'improvviso, quello che era successo la stessa mattina non le sembrava più così grave.
Ultima modifica di Alexis il 19/01/2012, 15:43, modificato 1 volta in totale.
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Messaggioda Ferdy » 19/01/2012, 15:37

Confidandole quelle intenzioni, di parlarne con la vice-preside, si rese conto di aver commesso un errore, probabilmente: se la vice-preside avrebbe negato il permesso?! Che figura ci avrebbe fatto lui?! Inoltre, lei come l'avrebbe presa? Tuttavia era inutile piangere sul latte versato, come andava andava, non poteva più tornare indietro. Pensando ciò, però, si rese conto di non avere di fronte una bambina capricciosa, ma di una ragazza abbastanza matura e comprensiva, ed in un esito negativo, pensava che l'avrebbe capito. Ma non bisognava pensare in negativo, nella vita bisognava essere positivi, e non pensare solo alle conseguenze di un risultato cattivo, prima ancora di aver saputo dello stesso esito.
Quando lei parlò confermò le sue seconde impressioni; infatti si dimostrò abbastanza apprensiva e confortante.

Ti ringrazio davvero tanto. Ma ti prego, se la Preside o la professoressa Vireau ti dovessero dire di no non sentirti in colpa o in difetto, quello che più conta per me è che tu ci abbia provato.

Quelle parole gli tolsero come un peso che sentiva da tempo sul petto, solleticandolo quasi; sorrise in modo automatico, deliziato per quanto quella ragazza fosse intelligente, per quanto fosse premurosa e gentile; forse era azzardato parlare così di una persona che aveva conosciuto quel giorno stesso, però, per le stesse ragioni di prima, sentiva di non compiere alcun passo falso, sentendosi a casa, al sicuro. Guardandola negli occhi non era sicuro di nascondere bene quelle impressioni, non era sicuro che gli occhi non lo tradissero, in fondo si sa, gli occhi sono lo specchio dell'anima, ma forse la ragazza non ci badava nemmeno molto, Ferdy si stava solo facendo trascinare dal troppo entusiasmo.

La vice-preside è una tipa molto disponibile, se presa con il verso giusto - disse, mentre nella mente si accovacciava l'episodio in cui lei aveva accettato con entusiasmo alla proposta di volare con lui, dando scena del lato di se più scatenato; chiuse subito quella finestra e ritornò da Alexis, in riva al Lago - in tutti i casi ci avrò provato, e noon avrò rimorsi, sapendo di aver fatto il possibile...

Un altro sorriso; oramai aveva perso il conto per quanti ne aveva donati a quella ragazza quel pomeriggio, in tutti i casi non erano sprecati, erano per un buon fronte, provenienti dalla mente, ma dal cuore (in un certo senso sentiva di tradire il Corvonero che c'era in lui, avvicinandosi alla personalità di Grifondoro); respinse anche quelle stupidagini via dalla mente: quello non era certo il momento.
Ma cominciava a farsi tardi: il cielo si era cominciato a dipingere di un blu cobalto verso le montagne, mentre sopra di loro era già di una fumatura leggermente più scura; il sole stava sparendo oltre lo stesso colle in cui il Lago prendeva la svolta a destra, scomparendo; la Luna aveva la forma di mezza torta, bianca, candida, sfumata alle estremità, mentre in cielo qualche puntino bianco cominciava a intravedersi.
La stessa Alexis se ne rese conto...

Ti va di accompagnarmi verso l'entrata del Castello?

Sempre sorridente, come se oramai quella, tra loro, fosse una misura per non sembrare scortese e diffidente; lui, ricambiò di nuovo, e con tono altezzoso, alzando le sopracciglia, e guardandola da testa a piedi, si esprimette in una passabile imitazione da professore austero:

Me lo chiede, signorina Parker!? E' quasi il coprifuoco, e se non vuole che Delfinazzurro vada sotto zero punti mi segua all'interno del Castello! Di corsa!

Poi scoppiò in una risata fragorosa, facendo strada sul pendio erboso, ritrovando, infine, il sentiero di ritorno per il castello, mentre dietro di se tutto tornava alla tranquillità: i rami non frustavano più e lo scroscio dell'acqua, svoltato l'angolo, non riecheggiava più nelle sue orecchie. Andava tutto bene...

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Messaggioda Tisifone » 19/01/2012, 22:43

Non è tanto il passato che vorrei cancellare, in realtà... ma le conseguenze che sta avendo sul mio presente e futuro.
Non m'importerebbe dell'orrore che ho vissuto, se potessi semplicemente gettarmelo alle spalle.


Stava pattinando sul posto, slanciando le gambe indietro, prima l’una poi l’altra, un po’ per riscaldarsi, un po’ perché le piaceva il rumore della lama di ferro sul ghiaccio, quando le parole di Monique la colpirono come uno Schiantesimo, portandola a sollevare di scatto la testa, la faccia di nuovo una maschera imperscrutabile.

Il mio orrore non potrei mai semplicemente gettarmelo alle spalle. Vorrei tornare indietro e combattere per cambiare le cose, anche se questo vorrebbe dire vivere una vita diversa.

E mentre diceva quelle cose per un momento sentì una nota di tentennamento nella sua voce. Si stava rendendo conto che per quante volte aveva fantasticato sul poter impedire la morte dei suoi genitori, non si era mai fermata a riflettere davvero sulle conseguenze che questo avrebbe avuto sulla sua vita. Sarebbe stata davvero disposta a rinunciare per sempre ad Asher e Demetri, alla sua carriera scolastica ad Hogwarts, al suo piccolo grifo?

Conseguenze… già, sono cose che spesso vengono sottovalutate.

Si ritrovò quindi a mormorare, lo sguardo perso nel vuoto, almeno fino a quando la VicePreside non rispose alla sua strana domanda, togliendole un enorme peso dallo stomaco.

... pensavo di essere impazzita...

Se Monique aveva sussurrato la sua risposta, il respiro di sollievo che tirò Tisifone fu così pesante da sembrare un urlo in quella serata silenziosa. Ma il sollievo durò poco: in realtà la donna aveva sperato in una risata e una battuta leggera con cui l’altra le avrebbe dato della visionaria. Di sicuro non si era aspettata quella conferma così disarmante e allo stesso preoccupante.

Sì... prima quando ci siamo date la mano, ho sentito come una scossa elettrica.
E quando ci siamo conosciute la prima volta, all'incontro tra professori, ho percepito un lieve formicolio allo stomaco... ma pensavo fosse una mia sensazione.


Tisifone scosse la testa, come a dire che non era stata solo una sensazione di Monique. Anche lei aveva avvertito qualcosa o meglio la avvertiva ogni volta che si trovavano vicine, soprattutto se erano sole come in quel momento o nella Foresta Proibita oppure nelle sue stanze.

In effetti non sono mai stata una persona invadente né ho mai imposto agli altri la mia presenza. Mentre quel pomeriggio… non so…era come se sentissi che fosse giusto rimanere lì con lei a supportarla.

E non c’era alcun bisogno di specificare di quale pomeriggio stesse parlando.

Non le pare un po'... strano?
Voglio dire... casualmente stasera ci troviamo qui a pattinare nello stesso momento, casualmente abbiamo la stessa visione del passato e della vendetta, e casualmente quando siamo vicine proviamo sensazioni fuori dalla norma. Non trova che ci siano un po' troppe casualità in tutto questo?


Le causalità non sono altre che scelte che il fato fa al posto nostro per far si che il nostro destino si compia. La domanda a questo punto è: cosa e perché accomuna i nostri di destini?

Chiese al nulla, sollevando gli occhi al cielo come a voler leggere la risposta nelle stelle nascenti.

L’unico modo per poter rispondere a questa domanda è approfondire la conoscenza reciproca, non crede?

Aggiunse poi, abbassando lo sguardo e puntando i suoi occhi blu notte in quelli di Monique.
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Messaggioda Monique » 21/01/2012, 18:08

In effetti non sono mai stata una persona invadente né ho mai imposto agli altri la mia presenza. Mentre quel pomeriggio… non so…era come se sentissi che fosse giusto rimanere lì con lei a supportarla.

Il fatto che normalmente Tisifone non fosse sempre così irritante rincuorò molto Monique, significava che quello era stato semplicemente un caso isolato e che normalmente la donna sapeva essere molto più discreta; però... c'era da chiedersi perchè avesse sentito la necessità - o chissà, forse anche il dovere - di rimanere lì con lei, prendendosi anche un bel cazziatone per questo da parte della VicePreside. Insomma, più passavano i minuti e più quella situazione sembrava divenir complicata.

Le casualità non sono altro che scelte che il fato fa al posto nostro per far si che il nostro destino si compia. La domanda a questo punto è: cosa e perché accomuna i nostri di destini?

Questa domanda mi fa paura... nessuno dovrebbe essere troppo coinvolto con la mia vita, figuriamoci col mio destino.

Mormorò Moni con espressione evidentemente preoccupata e nervosa: avrebbe tanto voluto che la professoressa Samyliak fosse in errore, ma... era lei l'esperta in materia di fato, coincidenze, casualità e segni, no? Perciò non poteva, per quanto volesse, pensare semplicemente che fossero tutte stronzate.

L’unico modo per poter rispondere a questa domanda è approfondire la conoscenza reciproca, non crede?

Approfondire? Quella parola non piaceva molto a Monique, significa aprirsi a qualcuno, raccontare la propria vita... ci sarebbe riuscita così, su due piedi? E Tisifone in cambio si sarebbe aperta a sua volta? Le sembrava così assurdo, era sempre così... discreta e distaccata con tutti... ma se davvero credeva che il fato avesse in serbo qualcosa per loro - e ci credeva, lo si vedeva - perlomeno potevano provare a giocare d'anticipo.

Da cosa vuole cominciare, professoressa?
Abbiamo il padre violento, la madre menefreghista, la tata assassinata, maledizioni mascherate da doni... scelga l'argomento che preferisce, coraggio.


Rispose allora la donna, senza alcun velo di vittimismo nella voce, ma semplicemente con una cupa rassegnazione a qualcosa che sembrava inevitabile: la sua vita.
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Messaggioda Tisifone » 22/01/2012, 12:52

Questa domanda mi fa paura... nessuno dovrebbe essere troppo coinvolto con la mia vita, figuriamoci col mio destino.

E questo mi porta a chiedermi cosa c’è dietro la facciata di professionale VicePreside, integerrima Insegnante e provocante e provocatoria Principessa di Ghiaccio…

Commentò Tisifone, ricordando che ai tempi della scuola aveva sentito più di qualche ragazzo rivolgersi a Monique usando quell’appellativo o qualcosa di simile. Più parlava con lei più aveva la sensazione che sotto tutta quella apparenza tranquilla e quasi monotona si nascondessero segreti pericolosi e oscuri. E se le loro vite erano davvero legate così come sentiva allora forse poteva dare una spolveratina alla sfera di Pitia e scoprire tutto quello che c’era da sapere sulla VicePreside. Come ogni volta che pensava alla sfera i suoi occhi brillarono di una luce oscura diventando per un secondo di un viola intenso prima di tornare al solito blu scuro. A un semplice studente quel mutamento millimesimo sarebbe di sicuro sfuggito ma non poteva essere certa che lo stesso poteva accadere con Monique, così decise di rassicurarla.

Ma la mia curiosità non è mai superiore al mio rispetto della privacy altrui… anche se potrebbe dubitarne – aggiunse con un sogghigno – quindi non ho alcuna intenzione di sbirciare tra le linee del suo Tempo…

Con un sventolio della mano liquidò quell’opzione, considerando l’altra, e cioè farsi delle belle chiacchierate insieme, molto più praticabile e sicura, non solo perché credeva che Monique sarebbe andata su tutte le furie se avesse provato a leggere la sua vita senza il suo consenso ma in più non moriva davvero dalla voglia di usare la sfera di Pitia visto il prezzo che avrebbe dovuto pagare.

Da cosa vuole cominciare, professoressa?

Nel momento stesso in cui Monique accettò l’opzione “parliamo come due amiche anche se fondamentalmente diffidiamo l’una dell’altra” Tisifone non sentì il sollievo che credeva avrebbe provato. Sapeva per certo che c’era qualcosa dietro a tutte quelle strane manifestazioni, era determinata a scoprire cosa perché aveva giurato che non avrebbe mai più permesso al fato di decidere della sua vita senza provare a mettergli i bastoni tra le ruote ma era anche pronta a parlare di sé e del suo passato con un’estranea?

Meglio un estraneo a un amico… è più lucido e spietato nell’analizzare gli eventi e più oggettivo nel trarre conclusioni e dare consigli.

Le ricordò la sua coscienza che in quel momento aveva vagamente la voce di Asher.

Però non puoi fidarti di chi non conosci perché il pericolo può essere in agguato ovunque.

Si rispose in controaltare con la voce di Demetri e per un decimo di secondo si immaginò due versioni in miniatura dei suoi padrini, una su ogni spalla a litigare tra loro su quello che sarebbe stato meglio fare, un po’ come nei film babbani, anche se lì le due minifigurine avevano l’aspetto di un diavolo e di un angelo.

Abbiamo il padre violento, la madre menefreghista, la tata assassinata, maledizioni mascherate da doni... scelga l'argomento che preferisce, coraggio.

Mentre dentro Tisifone si svolgeva quella sorta di battaglia interiore, Monique era andata avanti riassumendo tutta la sua vita in alcuni punti, in maniera semplice e schematica, asettica come se non fosse della propria vita che stavano parlando.

Bel menù… c’è davvero l’imbarazzo della scelta

Mormorò Tisifone ironica, il viso ancora impassibile: se era rimasta colpita dall’atteggiamento distaccato della VicePreside o da quello che aveva detto non lo dava a vedere. Se la donna era capace di sintetizzare in quel modo la sua vita lei era capace di non esprimere emozioni di sorta, nè sorpresa, nè compassione, nè una curiosità morbosa, tutte esternazioni queste che credeva avrebbero infastidito l'altra e non poco.

La maledizione mascherata da dono credo si riferisca in parte all’incanto musicale di cui sono rimasta involontariamente vittima qualche mese fa… Anche se dalla felicità che traspariva dal suo viso non mi sembrava che fosse poi così contrariata ad averlo,o mi sbaglio?

E ponendo quella domanda Tisifone esternava due dubbi, se la donna avesse altri doni oltre a quello e se si era sbagliata a considerarla felice quel giorno.

HUmmm… in ogni caso temo che la conversazione sarà lunga oltre che interessante e mi sembra poco consono condurla in piedi su un paio di pattini da ghiaccio nel bel mezzo di un lago…

Disse, gesticolando con le mani in modo da indicare prima le loro calzature e poi il luogo in cui si trovavano, considerando bizzarro che fino a quel momento si era totalmente dimenticata di dove erano, lei che teneva sempre sotto stretto controllo il mondo che la circondava in ogni secondo della sua vita.
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Messaggioda Monique » 22/01/2012, 16:47

E questo mi porta a chiedermi cosa c’è dietro la facciata di professionale VicePreside, integerrima Insegnante e provocante e provocatoria Principessa di Ghiaccio…

Se lo chiedeva anche lei: insomma, tutti davanti vedevano una donna forte, capace, carismatica, controllata e preparata... ma cosa c'era veramente dietro? Chi era Monique Vireau al di là di tutto questo? Persino la donna stessa, a volte, si rendeva conto di non saper rispondere con esattezza a quella domanda.

Ma la mia curiosità non è mai superiore al mio rispetto della privacy altrui… anche se potrebbe dubitarne, quindi non ho alcuna intenzione di sbirciare tra le linee del suo Tempo…

In realtà non aveva prestato troppa attenzione alle parole di Tisifone, troppo concentrata ad interrogare se stessa sulla propria identità e su quanto quella situazione stesse rivoluzionando - o perlomeno avesse il potenziale per farlo - il suo rapporto con la donna che aveva di fronte; quello che riuscì a comprendere, comunque, fu che l'insegnante l'aveva appena rassicurata sul non utilizzare il proprio Occhio Interiore per scoprire qualcosa su di lei.
Tanto, in ogni caso, poco dopo Monique propose a Tisifone di scegliere l'argomento di conversazione tra i tanti messi a disposizione dalla donna, quindi sarebbe bastato chiacchierare per sapere tutto ciò che poteva essere utile a spiegare quello strano intreccio che era il loro rapporto.

Bel menù… c’è davvero l’imbarazzo della scelta

E non è nemmeno tutto...

La maledizione mascherata da dono credo si riferisca in parte all’incanto musicale di cui sono rimasta involontariamente vittima qualche mese fa… Anche se dalla felicità che traspariva dal suo viso non mi sembrava che fosse poi così contrariata ad averlo,o mi sbaglio?

A quella domanda Moni non rispose subito, considerando quanto fosse complicato parlare della cosa: come spiegarle che ciò che era stato prima maledizione e poi dono sembrava all'improvviso essere tornato ciò che di negativo era un tempo?

Hummm… in ogni caso temo che la conversazione sarà lunga oltre che interessante e mi sembra poco consono condurla in piedi su un paio di pattini da ghiaccio nel bel mezzo di un lago…

Ha ragione... meglio rientrare al Castello.

Mormorò semplicemente la VicePreside, avvicinandosi alla riva per uscire da quello strato di ghiaccio perfetto, togliersi i pattini e, con la donna al seguito, tornare verso i portoni di Hogwarts per avviare una lunga ed interessante conversazione.

[Fine]
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Messaggioda Kayleen » 17/02/2012, 17:46

Martedì, 15.30


Il pomeriggio era ancora all’inizio. Un timido sole cercava di farsi spazio tra nuvole bianche, leggere, che non lasciavano presagire né pioggia né neve. Insomma, era proprio un bel pomeriggio, nonostante la temperatura non proprio alta, tipica delle giornate di febbraio.
La Grifondoro era da sola, seduta sulla riva del Lago Nero. Non le era mai dispiaciuta la solitudine, al contrario, l’aveva sempre trovata parecchio rilassante. Forse perché i suoi genitori erano, al contrario, una coppia piuttosto rumorosa nella loro contagiosa allegria ed il desiderio di sfuggire loro, anche se per qualche breve istante, aveva sempre albergato in lei.

A farle compagnia, al momento, solo lo specchio di acqua scura dalle placide onde e qualche cinguettio dagli alberi vicini.
A proteggerla da freddo, il mantello invernale, nero, con lo stemma della sua casata oro e rosso ricamato sul davanti. La copriva per intero, lasciando intravedere solo la parte inferiore del suo corpo, quindi scarpe e collant nere, ed il suo volto, circondato come sempre da un ammasso di lunghi capelli biondi, dall’aria perennemente spettinata. Nonostante questo, però, erano “abbelliti” da una doppia fascia di colore rosse acceso, che le girava intorno al capo, tenendoli fermi.
Un look un pochino bizzarro, ma adatto al suo stile hippie, ereditato direttamente da mamma e papà.

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Sotto il fondoschiena aveva anche posizionato una coperta scozzese, in lana, con il solo scopo di non bagnarsi e di non sporcarsi la divisa. Anche perché a lavare (e a fare qualsiasi altra cosa) non era proprio il massimo e non avrebbe di certo potuta darla a sua madre per farla smacchiare.
Di fianco a lei, si poteva pure intravedere un libro dalla copertina rigida, da cui fuoriusciva un sottile filo d’erba, che in teoria doveva fare da “segna pagina”.

Tutto era tranquillo, tutto era in pace.
Certo, qualcuno passava pure, alle sue spalle. Coppie di ragazzini, professori solitari, le era parso pure di scorgere un Prefetto, ma era stato per lei tutto marginale. Donava ai passanti semplici occhiate fugaci e prive di interesse, prima di tornare a guardare in direzione del lago.

All’acqua era molto vicina ed in questo modo non intralciava la passeggiata di nessuno.
Quello era per lei momento di concentrazione, di relax, di viaggi mentali.
Niente avrebbe potuto distrarla.


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Messaggioda Steve » 17/02/2012, 18:08

Nessuno aveva mai creato cosa più utile dei guanti e ovviamente Steve li aveva lasciati nella Torre. Li portava sempre con sé ma era uscito per incontrarsi con un amico e li aveva completamente dimenticati. Non solo l'amico aveva declinato l'invito all'ultimo minuto, ma si trovava già in riva al lago, da solo.

No perfetto, sto congelando. Anche se non vorrei tornare al castello, mi aspettano quei maledettissimi compiti. Magari stanotte mi inventerò qualcosa. Ho la punta del naso congelata, dannazione!

Pensò il ragazzo di Delfinazzurro, sfregandoselo con la sua mano destra. Mentre sfregava il naso, il ragazzo chiuse gli occhi e non si accorse di una radice sporgente: il suo piede destro si interpose fra la radice ed il terreno e il ragazzo ruzzolò giù per una discesa, dove c'era una ragazza seduta. Non aveva la benché minima idea di chi fosse, ma sicuramente non aveva collezionato una bellissima figura*

Ehm...ciao! Bella giornata per...per fare due capriole sul prato eh?

Disse il ragazzo, cercando di assumere un linguaggio ed un atteggiamento sciolto: ci riusciva malissimo.

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2014-04-13 22:31:50 Tisifone d20 17  
2013-11-26 23:33:02 Jorge d20 15  
2013-11-26 23:32:27 Jorge d20 10  
2013-07-17 13:56:15 Jorge d20 1  
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