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Riva del Lago

Messaggioda Alexis » 17/01/2012, 22:03

Che nervoso.

Quella era stata decisamente una giornata storta, perlomeno fino a quel momento: tanto per cominciare si era svegliata tardi, e questo l'aveva costretta a saltare la colazione; poi a causa della fame non era riuscita a concentrarsi durante la lezione di Divinazione, risultando per la prima volta in cinque anni una delle ultime della classe. E, dulcis in fundo, per cercare di rimediare al disastro in classe si era attardata in biblioteca, finendo per saltare anche il pranzo.

C'è solo da sperare di aver toccato il fondo...

Mormorò Alexis tra sé, lasciando la propria stanza ed il proprio dormitorio per uscire a prendere aria: aveva voglia di passeggiare, di camminare un po' per conto proprio, soprattutto perchè era una giornata fredda e lei il freddo lo amava; forse perchè non lo percepiva come le altre persone, le dava molto meno fastidio e d'inverno questa caratteristica era di sicuro un vantaggio prezioso.

Il giardino è troppo rumoroso al momento... proviamo col Lago.

Si disse la ragazza notando il cumulo di studenti che giocava e chiacchierava nel cortile della scuola: non aveva voglia di stare in mezzo alle persone, per quanto non disprezzasse la compagnia altrui. Lanciò quindi un'occhiata mezza torva agli studenti, quasi fosse colpa loro se stava di cattivo umore, e prese così passo verso il Lago Nero.

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Non ci mise molto ad arrivarci, e in un primo momento non notò la figura di Ferdy seduto poco distante da lei: solo dopo qualche minuto, avvicinandosi alla riva del Lago, si accorse di lui; non lo conosceva bene, solo di nome e di fama più che altro, ed inizialmente si bloccò, indecisa se palesare la propria presenza o meno. Alla fine decise di tentare un approccio per conoscerlo quantomeno ufficialmente, soprattutto perchè le sembrava che, per essere al quinto anno, la sua vita sociale non fosse poi un granchè.
Non che le dispiacesse studiare o suonare il flauto traverso, erano cose che adorava, ma avere amici era sempre una cosa positiva dal suo punto di vista: si avvicinò dunque a lui con cautela, muovendosi piano per non spaventarlo.

Ciao... disturbo?

Gli domandò una volta vicina a lui, abbozzando un piccolo sorriso sulle labbra.
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Messaggioda Ferdy » 18/01/2012, 12:44

Ma quella per lui era destinata a restare solo una diceria, una stupida diceria in cui poteva credere solo chi aveva troppa fiducia; non che lui non avesse fiducia in nessuno, anzi, durante la sua carriera da Battitore se c'era una cosa che aveva imparato era il primo fondamento: la fiducia in se stessi e in chi ci sta a fianco. Come può un giocatore di Quidditch essere tale non avendo fiducia dei suoi compagni?! Era forse la poca lucidità a farlo ragionare così!? O forse era ancora la rabbia che non era svanita per l'infortunio che aveva messo termine al suo successo!? Eppure la seconda ipotesi era da escludere, così anche l'ultima: era abbastanza lucido, e l'infortunio in fin dei conti, non aveva messo fine anche alla sua passione, in quanto aveva ottenuto la cattedra di Volo.
In realtà a Ferdy mancava la persona giusta, quella persona a cui la fiducia non la si ripone conoscendola, ma al primo sguardo, che ci fa sentire sicuri di ciò che facciamo, ci fa prendere una decisione che l'intelletto non è in grado di frenare, una decisione proveniente dal cuore. Ma non è da fraintendere: lui non cercava l'anima gemella, forse quella sarebbe venuta a suo tempo, qualcuno che potesse capirlo, o forse qualcuno che lo volesse capire.
Ma le sue convinzioni non lasciavano passaggio alla risposta che cercava; così, abbattuto, lanciò l'ultima pietra sul lago, che viaggiò per una buona manciata di metri e si massaggiò il polso oramai dolorante, poi stette qualche minuto seduto, ed, infine, fece per prendere le sue cose, pronto per risalire al castello, ma qualcosa lo trattenne lì, una voce, non molto squillante, musicale, melodiosa...

Ciao... disturbo?

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Un sorriso spontaneo verso quella ragazza, non l'aveva mai vista prima: era snella, non molto alta, occhi color... color... argento, si, erano proprio di argento, tra il grigio e il celeste, uno spettacolo a cui mai aveva assistito prima, due perle; le labbra erano rosee, sottili, in contrapposizione lieve con la pelle chiara. I capelli erano di un castano scuro, più vicino ad un marrone, raccolti in una coda.
La presa sulla giacca si allentò e gli scivolò a terra, sul prato, freddo e curato, il quale presentava tanti fili di erba sottile come spaghetti, di un verde sgargiante, non di quelli scuri, alla cui estremità si raccoglieva tutta l'umidità e si congelava a causa dell'aria fredda.

Cosa combini stupido!? E' il momento di fare gli impacciati?!

La sua coscenza aspra e frustrante, cattiva con il suo padrone. Mai si era ritrovato a discutere mentalmente con se stesso, ed in quel momento si figurò nella sua testa l'immagine di due copie di se stesso in miniatura, una che calzava le vesti del diavolo, e l'altra quelle dell'angelo, ma poi agì intelligentemente, arrivando a concludere che quello non era il momento di farsi quei strani film. La raccolse in fretta e poi si grattò la nuca, evidentemente in imbarazzo: non era rosso in faccia, in quanto la sua pelle scura non permetteva di farlo notare a chi stava di fronte (almeno così credeva), però era sicuro di trovarsi in uno stato di imbarazzo, infatti sentì il sangue come abbandonare tutte le vene che andavano dalla parte superiore fino a quella interiore del corpo e concentrarsi nel punto del petto, della fronte e delle guance. Era infastidito, da quella specie di calore-solletico in quei punti insoliti, ma allo stesso tempo era qualcosa di piacevole, che mai aveva sentito prima. Poi, finalmente, salutò.

Ehm... ciao! Nient'affatto...

Le convinzioni di un attimo prima svanirono dalla sua testa, ed il polso, stranamente, non gli provocava più alcun dolore.

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Messaggioda Alexis » 18/01/2012, 13:20

Mi sa tanto che disturbo...

Naturalmente il primo pensiero di Alexis fu quello, dato che il suo interlocutore era rimasto a squadrarla senza proferir parola: la ragazza sapeva di non avere un aspetto da studentessa - men che meno da Prefetta - e per qualche istanto pensò che forse lui aveva notato quello prima di ogni altra cosa. Certo, avrebbe potuto spiegargli i motivi che l'avevano spinta a mettersi comoda - essere di malumore era una motivazione più che valida, vero? - ma sarebbe apparso strano e forse anche un po' patetico, quindi meglio rimanere in silenzio.

Adesso capisco perchè ha tante fans...

Si disse la Delfina, studiandolo con discrezione per non risultare invadente: spalle larghe, occhi e capelli scuri, fisico asciutto - almeno da quello che poteva vedere - bei lineamenti... sì, era più che logico che avesse tante ammiratrici per la scuola, era di sicuro un ragazzo notevole. Quel pensiero la fece arrossire, difatti le gote si tinsero di un tenue rosso - e in lei si notava subito visto la carnagione chiara - e lo sguardo si abbassò per un momento al braccialetto che teneva al polso, regalo del Prefetto di Tassorosso: se ci fosse stato lui al suo posto avrebbe sicuramente saputo cosa dire per mettere Ferdy a suo agio, invece Alexis se ne stava in silenzio un po' imbarazzata... che strana cosa il rapportarsi coi ragazzi.

Ehm... ciao! Nient'affatto...

Rispose lui alla fine, facendo rialzare gli occhi alla ragazza che abbozzò un piccolo sorriso: forse l'aveva solo preso alla sprovvista, e gli ci era voluto un minimo di tempo per riprendersi. In ogni caso adesso le stava di fronte, e per quanto non fosse solita chiacchierare coi ragazzi, Alexis sapeva bene come muoversi in quelle situazioni.
Tese infatti una mano verso di lui, ampliò il sorriso che contagiò anche gli occhi, facendoli brillare, e si decise a presentarsi come si conviene.

Piacere, io mi chiamo Alexis Parker, Prefetta di Delfinazzurro al quinto anno di corso.

Ovviamente conosceva il suo nome e di che Casata fosse lui, ma decise di lasciargli modo di presentarsi da solo: ad Alexis infatti avrebbe dato fastidio - al suo posto - non potersi mai presentare per la fama che circondava la sua persona, quindi immaginò, per quanto magari erroneamente, che anche a lui potesse dispiacere essere sempre anticipato al momento delle presentazioni.
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Messaggioda Ferdy » 18/01/2012, 14:51

Fu inevitabile notare il rossore sulle guance di lei accrescere: doveva essere una ragazza abbastanza timida, infatti per un momento abbassò lo sguardo, poi quando lui le rispose lo rialzò sorridente; doveva essere piacevole conversare con lei. In quel momento, in presenza di quella ragazza, sembrò che non aveva mai giocato nei Wind Waker di Valencia: si sentiva meno osservato, più un mago comune, a cui nessuno faceva caso, o forse era lei che facesse in modo che risultasse così, e in effetti lo faceva sentire un po di più a suo agio.
Non si era mai sentito in imbarazzo: nelle interviste non gli era mai capitato di assumere, infatti, un'aria inebetita e farsi scivolare la giacca dalle mani, o ancora di sentirsi ribollire dentro, forse le prime volte, ma quelle furono sensazioni diverse dalle attuali, quella ragazza era circondata da un'aura travolgente, insolita, speciale.
Ripensò ad un momento prima, a quando aveva pensato a quel detto che ora non gli sembrava più tanto stupido: "Ad Hogwarts chi cerca aiuto lo trova sempre".

Geniale...

Era quello l'aiuto mandatogli da quel posto? Quello non era un aiuto materiale, era qualcosa di più, e cominciava davvero a credere che quella scuola possedeva un non so che cosa d'intrinseco a semplice magia e pozioni magiche. Si guardarono per un momento negli occhi, e lui potè scorgere quasi un bagliore, che sicuramente si era immaginato; non sapevain che modo poteva uscirne fuori, fuori da quella situazione insolita, o forse non voleva? Non gli importava, a lui andava bene così...
Ma poi la ragazza parlò di nuovo e lui potè ascoltare di nuovo quella melodia, che gli fece comparire un altro sorriso involontario, questa volta più disteso del precedente.

Piacere, io mi chiamo Alexis Parker, Prefetto di Delfinazzurro al quinto anno di corso.

In quel momento pensò che in realtà la ragazza era una di quelle fans che si presentavano a lui, per poi chiedergli un autografo, e l'entusiasmo di un momento prima svanì, sapendo che a momenti la ragazza avrebbe detto "Ti dispiace farmi un autografo?"; ma quelle parole non venirono, ne tantomeno, guardando l'espressione della giovane Delfina, sembrava che volessero arrivare. Possibile che per una volta, una ragazza non lo fermava per uno di quei stupidi autografi?! In quel momento avrebbe voluto abbracciarla, però sarebbe parso da pazzoide, e respinse con vigore la prospettiva di tale gesto; probabilmente la ragazza sapeva già chi era lui, però non voleva sembrare scortese anticipando per lui la presentazione dell'ex-battitore. Evidentemente lei sapeva cosa significava, poi si domandò se anche lei avesse gicoato a Quidditch!? Magari si erano anche scontrati qualche volta? forse aveva fatto parte delle Holyhead Harpies (squadra professionista completamente femminile), ma lì per l' non si era ricordato? Ma poi convenne che quella era un'idea del tutto sbagliata, e che infatti non vi era nessun Parker nelle squadre del campionato mondiale.
Lei gli tese la mano, e lui la afferrò, stringendola lievemente: aveva delle mani più piccole delle sue, ma la differenza non era esponenziale.

Ferdy Stone, Prefetto Corvonero, Insegnante di Volo...

Ma non volle finire il resto della frase, per timore che l'impressione che si era fatto inizialmente si avverasse, per cui non rivelò alla ragazza di essere stato un giocatore professionista.
Stringendo la mano, inizialmente, non si era accorto di quanto fosse fredda quella della ragazza, poi la guardò come se fosse rimasto ustionato, ma non lo diede a vedere, sarebbe parso anche scortese nei confronti di lei, la quale avrebbe potuto fraintendere.

Cosa ti porta in riva a questo gelido Lago cara Alexis?

Disse guardando prima a terra, poi rialzando lo sguardo sulla ragazza, e facendo cenno lei di fare due passi seguendo la riva. Sarebbe stata una passeggiata senza ombra di dubbio piacevole.

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Messaggioda Alexis » 18/01/2012, 15:32

Ferdy Stone, Prefetto Corvonero, Insegnante di Volo...

Si strinsero la mano, e per un momento Alexis temette che la sua fosse troppo fredda: in ogni caso Ferdy non diede segni di fastidio e questo fece piacere alla ragazza che si lasciò andare ad un altro sorriso, questa volta più rilassato; ovviamente sapeva che il ragazzo era stato in passato un giocatore di Quidditch, ma non le sembrava il caso di tirare in ballo l'argomento - soprattutto perchè non era poi così esperta a riguardo.

Cosa ti porta in riva a questo gelido Lago cara Alexis?

Le domandò poi lui, facendole cenno di affiancarlo così da poter passeggiare insieme, qualora l'avesse voluto: Alexis accettò di buon grado, avvicinandosi al ragazzo per camminare al suo fianco mentre si spostava una ciocca di capelli dal viso ed alzava leggermente le spalle con fare un po' imbarazzato.

In realtà volevo solo sfogarmi un po'... oggi non è stata una bella giornata, perlomeno fino ad ora - gli spiegò, specificando l'intervallo di tempo negativo così da fargli capire che in quel momento, con lui, stava bene - Ho saltato la colazione, non sono andata bene in Divinazione e per recuperare mi sono persa anche il pranzo... avevo bisogno di prendermi un po' di tempo per me.

Raccontò, sentendosi un po' patetica in realtà: lui era più grande ed aveva avuto una carriera folgorante... forse avrebbe considerato i suoi problemi stupidi melodrammi da adolescente.

No, non devo pensarla così... è sbagliato, sarebbe come avere una cattiva impressione di lui ed io non lo conosco nemmeno.

Si rimproverò Alexis: il solo fatto che Ferdy fosse stato abituato ad altri stili di vita, altre situazioni ed altri problemi non doveva per forza voler dire che non potesse capirla; inoltre, essendo un Corvonero, era sicuramente dedito allo studio e quindi forse avrebbe potuto comprendere con maggiore facilità quanto alla ragazza scocciasse essere andata male in classe.

Sai, Divinazione è la mia materia preferita, mi è dispiaciuto fare brutta figura.
E tu, invece? Avevi bisogno di riflettere un po'?


Domandò la ragazza, sperando che a Ferdy non dispiacesse parlare un po' di sé: l'unica nota negativa in quel paesaggio mozzafiato era il freddo, così Alexis incrociò le braccia all'altezza del petto per potersi - almeno ci sperava - scaldare un pochino.
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Messaggioda Ferdy » 18/01/2012, 16:17

Presero a camminare lungo la riva, fianco a fianco, cullati dal leggero infrangersi delle piccole onde, che di lì a poco si erano cominciate a formare per via dell'innalzarsi del vento, che frustava in modo quasi impercettibili i rami degli alberi circostanti, spogli di foglie, solo qualcuna era ancora attaccata ai rami secchi e nodosi; lei, seppur non conoscendola, aveva qualcosa che la turbava, non è che fosse tanto bravo in Divinazione, però tutti riescono a leggere sul viso di non conoscenti delle espressioni preoccupate, infine c'è chi riesce a nasconderlo meglio e chi di meno. In effetti il lago rappresentava la fonte in cui si poteva riversare tutta l'inquietudine, e raccogliere con se la tranquillità; di questo se ne doveva essere accorta anche la Delfina, altrimenti non era lì, e dubitava che si fosse avvicinata solo per la sua presenza, forse cercava qualcuno che come lei viveva una situazione simile, in modo da potersi confrontare, e aveva visto lui, chissà... Tuttavia il Corvonero era ben lieto di aiutarla, inoltre era sicuro che anche lei se si fossero ritrovati in situazioni opposte, gli avrebbe offerto aiuto. Sembrò per un momento che si conoscessero da sempre, perché lei confessò subito, senza girarci attorno, ma seza ombra di dubbio era per via della tensione accumulata.

In realtà volevo solo sfogarmi un po'... oggi non è stata una bella giornata, perlomeno fino ad ora - in quel momento lui le sorrise e abbassò il capo, come per guardarsi le scarpe, lievemente imbarazzato da quel complimento; quella ragazza si rivelava essere piena di sorprese - Ho saltato la colazione, non sono andata bene in Divinazione e per recuperare mi sono persa anche il pranzo... avevo bisogno di prendermi un po' di tempo per me.

Era strano sentirsi confessore di qualcuno; in vita sua non gli era mai capitato di trovarsi in tale situazione, chi si sarebbe mai confessato con un giocatore di Quodditch?! I suoi compagni di squadra? E per quale motivo, se anche loro avevano tutto ciò che qualcuno può desiderare dalla vita? In realtà era una bella sensazione, perché era come se qualcuno tendesse una parte di se a qualcun altro, come se riponeva in lui fiducia, e sentirsi quelle cose da Alexis lo fecero sentire straordinariamente importante, non importante come Battitore, importante come Ferdy Stone. Era dotata della complicata, ma più che complicata, riservata, arte di "sorprendere", non era cosa da molti, anzi, si doveva sentire privilegiata, o forse era qualcosa di comune? Sentiva sempre più di aver perso gli anni più belli della vita, per via della passione; ma forse si stava sbagliando ad attribuire anche quella colpa al Quidditch, perché Alexis era davvero speciale, non la conosceva, però un istinto gli suggeriva quelle impressioni, e non si sforzava nemmeno di provarle, si fidava di se, riponeva ancora fiducia in ciò che sentiva.

E' strano sentire queste cose... E' frustrante sentire qualcosa a cui non puoi rispondere perché non le hai vissute, oppure le hai dimenticate per via del lusso...

Era vero dopotutto, non sopportava quella situazione, però dietro tutto quello sentiva di avere una risposta, o meglio, lo aveva sempre saputo, però talvolta le persone hanno bisogno di altre persone per capire, perché commettono errori, errori che sono come dei pozzi e cadendo dentro non puoi risalire senza che qualcuno ti getti la corda.

Sai, Divinazione è la mia materia preferita, mi è dispiaciuto fare brutta figura.
E tu, invece? Avevi bisogno di riflettere un po?


Si rese conto che da quando avevano cominciato a camminare non si era voltato per guardarla ancora in viso, e solo in quel momento se ne rese conto, guardandola, ancora con un sorriso, questa volta comprensivo, stampato in viso. In effetti non poteva biasimarla, è brutto quando ci si sente delusi da se stessi, un po' come lui, dopotutto, avevano commesso entrambi degli errori, lui nella strada da seguire, degli errori di "esistenza", di percorso, lei invece di svista...

Devi sapere che le nostre azioni causano una conseguenza, una conseguenza chiamata destino. Ora questa è stata una giornata "no" per te, ma domani, in tutta probabilità, sarà una giornata perfetta, tutto dipeso dalle nostre azioni precedenti. Non so se mi spiego, facendo un esempio... Mmmh... chissà, se ad esempio avessi fatto colazione saresti andata bene in Divinazione, sono stato abbastanza chiaro?
Per rispondere alla tua domanda devi sapere che io ed il Lago siamo da tempo amici; lui mi conosce bene, sa di cosa ho bisogno, ma oggi, non so per quale motivo, non è riuscito a conferirmi un senso di tranquillità
- disse avvertendo che l'aria stava cambiando, raffreddandosi ulteriormente, per cui infilo le mani in tasca. - Ma evidentemente ci voleva di più oggi per farmi spuntare il sorriso...

E così dicendo guardò nuovamente la ragazza in viso, sorridendole dolcemente. Stranamente, molto stranamente, si respirava aria di cotta per il signor Stone, ma lui ancora doveva saperlo.

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Messaggioda Alexis » 18/01/2012, 20:22

Ferdy non le sembrava scocciato di aver dovuto ascoltare la sua noiosissima giornata, e questo confermò ad Alexis che aveva fatto bene non giudicarlo dalle apparenze: sicuramente aveva avuto una vita del tutto diversa da quella di lei, e chissà... forse gli dispiaceva persino un po'. Insomma, a lei sarebbe venuta un po' di tristezza a pensare di essersi persa gli anni dell'adolescenza, per quanto passati a fare qualcosa che le piaceva. Forse per il ragazzo era lo stesso, forse anche lui, pur avendo trascorso gli anni a giocare a Quidditch, aveva un po' di nostalgia della vita scolastica da adolescente.

Devi sapere che le nostre azioni causano una conseguenza, una conseguenza chiamata destino. Ora questa è stata una giornata "no" per te, ma domani, in tutta probabilità, sarà una giornata perfetta, tutto dipeso dalle nostre azioni precedenti.

Uhm? In che senso?

Domandò Alexis con aria interessata, corrugando leggermente la fronte e rabbrividendo ulteriormente per il freddo: forse non era stata una grande idea uscire con addosso solo una felpa, per quanto pesante. Anzi, se andava avanti così si sarebbe presa un bel raffreddore ed una scappata in infermeria non gliel'avrebbe tolta nessuno.

Non so se mi spiego, facendo un esempio... Mmmh... chissà, se ad esempio avessi fatto colazione saresti andata bene in Divinazione, sono stato abbastanza chiaro?

Sì... credo di aver capito. E' un po' come la questione del Karma secondo cui se fai del bene ti tornerà raddoppiato e lo stesso vale per quando fai del male... insomma, è come se il destino - o l'universo se preferisci - volesse sempre fare in modo che venga mantenuto un equilibrio, giusto?

Chiese Alexis, per essere sicura di aver compreso il concetto che Ferdy voleva spiegarle: se lui le avesse confermato che aveva capito, la ragazza avrebbe fatto un bel sorriso soddisfatto, tornando a camminare accanto al prefetto con aria più rincuorata e serena di quando era uscita per prendere un po' d'aria.

Per rispondere alla tua domanda devi sapere che io ed il Lago siamo da tempo amici; lui mi conosce bene, sa di cosa ho bisogno, ma oggi, non so per quale motivo, non è riuscito a conferirmi un senso di tranquillità. Ma evidentemente ci voleva di più oggi per farmi spuntare il sorriso...

Quell'accenno di complimento - o perlomeno Alexis lo recepiva come tale - fece arrossire leggermente la ragazza che si morse appena il labbro con aria imbarazzata, elargendogli un sorriso riconoscente: alla fine era come se si fossero fatti del bene a vicenda, no? Si erano resi vicendevolmente utili, ed era quella la cosa importante.

Sei contento di essere tornato ad Hogwarts?
So che per lavoro sei stato un sacco di tempo fuori, quindi immagino tu non abbia potuto passare molto tempo dentro la scuola...


Domandò la Delfina, alzando lo sguardo su di lui per osservarlo con aria incuriosita.
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Messaggioda Ferdy » 18/01/2012, 21:51

Pian piano quella sensazione di imbarazzo andava svanendo e i due si ritrovarono a conversare animatamente; lei dimostrava di avere una spiccata intelligenza e predisposizione, infatti non ci volle molto affinchè lei apprendesse al meglio il concetto di conseguenza e destino. Era davvero raro trovare delle ragazze molto carine e colte insieme, almeno finora non aveva incontrato nessuno finché non gli era stata mandata lei, Alexis.
Al suo complimento lei arrossì lievemente e lui sbottò in una piccola risatina, tra il trattenuto e il divertito, con lo sguardo sempre dritto davanti a se; quella giornata da NO stava avendo un ripiego su se stesso, diventando SI, tutto grazie a quella forza della natura!

Ok amico, ti ha fregato!

La sua espressione da divertita si trasformò in preoccupata, ma anche questo riuscì a nasconderlo alla ragazza: lui, Ferdy Stone, giocatore professionista, o quel che era fino a poco tempo prima, innamorato?! Lui che aveva avuto ai suoi piedi sempre schiere di ragazzine urlanti e pronte a tutto per averlo, ma che lui non aveva scelto, innamorato di una ragazza che in realtà forse non sapeva nemmeno chi era!? Non era possibile questo; era un'idea assurda, cos'avrebbero detto i giornali poi? Sarebbe stato sulle prime pagine di tutti i quotidiani di Gossip, sarebbe stato spiato da paparazzi sanguisughe, sarebbe stato pedinato durante le sue comuni uscite in Londra o Diagon Alley, magari! Ok, forse non poteva dirsi amore, insomma, l'aveva conosciuto solo dieci minuti prima, come poteva essere innamorato di qualcuno che aveva conosciuto poco prima? Quella forse era una cotta, ma sicuramente sarebbe passata, forse...

Però non è per niente male... Ha degli occhi fantastici! Cavolo sto dicendo... io non posso innamorarmi!

Ma cosa importava che provasse qualcosa per uan studente? Non era un reato; al diavolo i giornali, al diavolo l'orgoglioso Battitore, da quel giorno era Ferdy, e Ferdy solo! Sarebbe stato libero di amare, libero di fare, senza timore e guardarsi le spalle ogni cinque secondi per paura di giornalisti dalla piuma affilata, no! Questo faceva parte della vita passata, ora viveva la vita come veniva, senza programmare nulla! Se aveva voglia di baciare qualcuna lo faceva, se si sarebbe mai sentito pronto di sposarsi l'avrebbe fatto e al diavolo lo spettacolo!
Si sentiva decisamente più rasserenato, più se stesso; aveva ritrovato un tipo di personalità che aveva perso tempo prima firmando un contratto per una prestigiosa squadra di Quidditch.

Sei contento di essere tornato ad Hogwarts?
So che per lavoro sei stato un sacco di tempo fuori, quindi immagino tu non abbia potuto passare molto tempo dentro la scuola...


Aveva cominciato a credere che lei non sapesse realmente chi era lui, ma ora si rese conto che quella era davvero una convinzione stupida; di certo non stava parlando con una bambina, era palese che lei sapesse chi fosse.
Sorrise, un po dispiaciuto, un po divertito perché la ragazza avesse mantenuto la sua curiosità senza darlo a vedere: probabilmente Alexis aveva capito cosa significava in realtà, che non era del tutto uno spasso, e non era uguale a come lo si vedeva da fuori, loro ci rimettevano parte della loro vita, inconsapevoli. Solo una volta abbandonato si sarebbero accorti cosa avevano perso, come era capitato a lui, ma nella vita non è mai troppo tardi, no? Avrebbe recuperato.
Sospirò un momento, non infastidito, ma rattristito da quel che era stato in realtà essere Battitore professionista; si ritrovò a fissare ancora una volta il suolo erboso e ghiacciato, poi cominciò a parlare, non con tono particolarmente solare, più incupito.

Si, in effetti è così! Sai, quando ami qualcosa davvero lo fai senza renderti conto ciò che lasci indietro prendendo ciò che ti viene offerto, questo perché la nostra infatuazione emane un bagliore tale da offuscare l'importanza di ciò che è davvero importante! Lasciando i Wind Waker di Valencia avrò di certo perso qualcosa, in effetti non sarò più ricco come prima - ironizzò lui sorridendo - ... però tornando a Hogwarts ho ritrovato me stesso, e questa credo che sia la cosa più importante...

Fece lui, voltando di nuovo il capo e fermandosi per ritrovarsi di fronte la ragazza; le sorrise ancora, dolce, poi con una mano le spostò una ciocca di capelli, la stessa che si era scostata un momento prima dietro l'orecchio, poi sfilò la cerniera del suo stesso giaccone e lo infilò a lei, richiudendo la zip: in effetti era un po grande per il suo corpo decisamente più piccolo rispetto a quello del ragazzo, poi, prima che lei potesse obiettare, perché sapeva che per gentilezza lei avrebbe detto qualcosa trovò la scusa più stupida che gli passava in quel momento per la testa.

Io non soffro il freddo, prendilo tu...

Era un ottimo osservatore, e fu impossibile non notare che la ragazza avesse freddo, per quanto lei forse aveva cercato di non renderlo evidente. Se fosse stato ancora un Battitore, anzichè sfilarsela, l'avrebbe duplicata, attraverso l'incanto Geminio,a ma facendo così sentiva dentro se che era più giusto, più perfetto, era più da Ferdy Stone.

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Messaggioda Alexis » 18/01/2012, 22:37

Ebbene sì, qualcosa di Quidditch la conosceva: non era un'esperta, ancor meno nell'arte del volo, e di quello sport le piaceva solo guardare le partite e non giocarle... però sapeva che lui aveva giocato nella squadra di Valencia, per quanto non se ne ricordasse il nome preciso. Tuttavia, comunque, aveva preferito non calcare troppo la mano sull'argomento, perchè immaginava che Ferdy fosse abituato ad avere delle ragazzine adoranti intorno e lei non voleva essere una di quel tipo.

Si, in effetti è così! Sai, quando ami qualcosa davvero lo fai senza renderti conto ciò che lasci indietro prendendo ciò che ti viene offerto, questo perché la nostra infatuazione emane un bagliore tale da offuscare l'importanza di ciò che è davvero importante! Lasciando i Wind Waker di Valencia avrò di certo perso qualcosa, in effetti non sarò più ricco come prima... però tornando a Hogwarts ho ritrovato me stesso, e questa credo che sia la cosa più importante...

Wind Waker, ecco come si chiamano! - esclamò Alexis all'improvviso, arrossendo poi di botto per la consapevolezza della figuraccia che aveva appena fatto - ... scusa, è solo che non ricordavo il nome della tua squadra...

Mormorò imbarazzata, sperando che Ferdy non la prendesse per un'imbecille totale dopo quella sua uscita: il Corvonero però doveva essere di tutt'altro avviso visto che, dopo essersi fermato, le spostò una ciocca di capelli dal viso - facendo avvampare ulteriormente Alexis che non aveva mai provato il contatto della mano di un ragazzo sulla propria pelle - e le mise addosso la sua felpa, richiudendola per bene.

Oh... grazie, ma non--

Io non soffro il freddo, prendilo tu...

Non le aveva nemmeno fatto finire la frase, come se si fosse aspettato che lei avrebbe protestato per quel suo gesto galante sì, ma che lo lasciava sensibile al freddo: tuttavia, come rifiutare una volta che la felpa di lui, calda e morbida, le stava scaldando il corpo? Fece dunque un piccolo sorriso riconoscente, gli occhi ora luminosi e raggianti.

Grazie Ferdy, sei veramente gentile.
Questo pomeriggio è diventato bellissimo da quando ti ho conosciuto...


Affermò, forse un po' imbarazzata nel fare quella confessione - per quanto assolutamente genuina - ma sincera fino in fondo, stringendosi in quella felpa che le stava gigante addosso, e sulla quale sarebbe sicuramente rimasto il delicato profumo di lei. Gli fece un altro sorriso, poi decise di fare una mossa più azzardata per quanto, da parte sua, non vi era alcun fine malizioso.

Lo so che magari è un po'... fuori luogo, ma... mi aiuteresti col volo?
Quest'anno ho i G.U.F.O. e per quanto io me la cavi bene in teoria, con la pratica sono un disastro...


Gli domandò, mordicchiandosi il labbro: odiava il pensiero di non poter dare il massimo in una materia, e se c'era la possibilità di migliorare perchè non applicarsi per farlo? Sempre se Ferdy fosse stato disponibile, ovviamente.
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Messaggioda Tisifone » 18/01/2012, 23:25

[Martedì dopo il rientro – 19.30]



Ha ragione, ma spesso le giornate volano così in fretta... e le ore mi scivolano dalle mani senza che nemmeno me ne accorga.
Così arrivo alla sera e voglio solo dormire, pensando che questo basti. Ma mi rendo conto che non basta mai...


Tisifone annuì seria alle parole di Monique, meravigliandosi come entrambe percepissero quasi alla stessa maniera il mondo che le circondava, oppressivo, esigente e spesso invadente.

Il sonno non ristora lo spirito e a volte non basta neanche per il corpo quando i pensieri che affollano la mente sono troppi. Io ho combattuto l’insonnia con l’Occlumanzia…

Si lasciò sfuggire, un sorriso amaro sul viso, nessuna traccia di ironia nella voce. Subito dopo che aveva scoperto che i suoi genitori non erano chi lei credeva che fosse,l aveva iniziato a fare mille congetture che con il calare delle tenebre si tramutavano in incubi orrendi. E così, per cercare di addormentarsi senza ricorrere agli psicocosi babbani, aveva iniziato a fare gli esercizi per svuotare la mente ogni volta prima di andare a dormire fino a quando non era diventato automatico. Il perché avesse fatto quella piccola confessione alla VicePreside, invece, era un mistero.

Soprattutto quando si cerca di lasciarselo alle spalle e lui ritorna, prepotente, quasi non volesse mai farti vivere serenamente.

Non ribattè a quella frase, non poteva. Lei il passato, il suo passato non voleva lasciarselo alle spalle ma tiffarcisi dentro come in una piscina e nuotare nuotare fino a scoprirne il fondo. Osservò curiosa Monique, chiedendosi cosa ci potesse essere di così pesante nel passato di quella giovane donna da impedirle di vivere serenamente. Valutò se fosse il caso o meno di porle qualche domanda ma alla fine desistette, considerando che lei, al posto suo, di fronte a domande dirette, l’avrebbe mandata a quel paese.

L’unico modo per lasciarselo alle spalle è farne piazza pulita..

Vendetta... a me piace chiamarla "pareggiamento dei conti".
Anche perchè è esattamente ciò che voglio ottenere io.


Le due frasi vennero pronunciate praticamente allo stesso momento e il sorriso amaro che le aleggiava sul viso si trasformò in una risata senza allegria.

Esattamente. A quanto pare abbiamo lo stesso modo di vedere le cose…

E le rivolse uno sguardo penetrante, lasciando che l’odio e la rabbia affiorassero nei suoi occhi, mostrando in parte quanto poteva essere pericolosa. Non la stava minacciando, solo non era stata capace di mascherare come al suo solito i sentimenti che provava al pensiero di poter mettere le mani su chi aveva ucciso i suoi genitori.


No, nemmeno io solitamente tendo a crederci.
Forse il destino voleva farci incontrare di nuovo... io e lei abbiamo parecchio in comune, professoressa Samyliak, anche se forse non si direbbe.


Per un secondo Tisifone rimase in silenzio, mantenendo gli occhi fissi in quelli dell’altra donna, riflettendo sulle sue parole. Una parte di lei le diceva di negare, di prendere le distanze da quella donna, come se ci fosse in lei qualcosa di pericoloso, la voce di Demetri che le sussurrava nell’orecchio di smaterializzarsi a migliaia di miglia di distanza. Il suo istinto, invece, concordava con quell’opinione e la spingeva a saperne di più, a spiegarsi il perché di quelle sensazioni che la prendevano ogni volta che si trovava da sola a parlare con Monique.

Mi piacerebbe poter negare ma si, credo che lei abbia ragione. Accumunate da un passato odiato e che si vorrebbe cancellare per sempre anche con la forza… Gran bel legame.

Esclamò e il sorriso che le comparve sul viso, questa volta, era divertito.


... le chiedo scusa per la scorsa volta.

Non vedo di cosa si debba scusare. A quanto pare mi sbagliavo e abbiamo due modi diversi di sfogare la rabbia. A mia discolpa posso solo dire che temevo potesse ferirsi e poi essere così testarda da non andare in Infermeria a farsi curare.


A differenza di quello che pensava solitamente la gente, Tisifone non credeva di avere la verità in mano, anche se le sue previsioni erano sempre corrette e quindi non aveva alcun problema ad ammettere di aver sbagliato. Certo se si trattava di uno studente o di uno dei suoi padrini, il discorso cambiava ma lì entravano in gioco altri fattori.


Per caso anche lei ha… certe percezioni strane quando stiamo insieme?

Si azzardò a chiedere, poi, sperando vivamente che la donna non scambiasse quella domanda come un tentativo di approccio da parte sua.
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