... State parlando di Danma-san?
Nel caso in cui l'Ao-Oni si fosse presentato a lui e adesso fosse parte del suo Spirito, potremmo aspettarci grandi cose anche dall'Assistente Demone.
In quale modo si manifesterà il suo potere? Sarà in grado di gestirlo come ha egregiamente fatto fino ad ora il Demone Ignis? Porterà avanti i concetti di Coraggio e Amicizia?
Kirie non conosceva la risposta a quelle domande. La sua conoscenza di Kisuke si fermava a qualche blando incontro avuto con lui, senza aver mai avuto la possibilità di approfondire nulla. Sapeva che egli fosse una persona molto gentile e cordiale, ma non avrebbe saputo dire altro del carattere del Danma. Di certo poteva affermare che dovesse essere una persona eccezionale se era riuscito a conquistarsi la fiducia e l'amicizia di Itsuki, persona a cui la Nonomiya doveva la propria vita.
In troppi modi la Kurosawa era stata salvata e protetta dalle persone a lei care. Molti sacrifici erano stati compiuti per lei, lei che non sentiva di meritarsi alcun onore, alcun elogio, alcun sacrificio. L'Amakura aveva donato parte della sua vita, ma il sacrificio più grande era stato compiuto forse dalla sua stessa nonna, colei che aveva rinunciato al riposo eterno pur di salvare l'anima della nipote ed erede.
Quando il volto di Hisoka si posò su quello della MagiDottoressa, la giovane donna non riuscì a sostenerne lo sguardo. Troppo pesante il senso di colpa, troppo gravoso per dirsi addirittura onorata di guardare a testa alta la sua obaasan, la persona che l'aveva amata prima ancora di suo zio Tadashii. Come poteva dirsi una Kurosawa, lei che non aveva fatto altro che causare problemi? Ma differente era l'opinione di Hisoka Kurosawa, che si avvicinò alla nipote in lacrime, spingendola a mostrare fiera il suo volto a testa alta.
Guardami negli occhi, Kirie.
Non esiste sofferenza nel cuore di chi ha agito con consapevolezza, solo il timore di sbagliare, il timore di non riuscire.
L'unica ad avermi provocato dolore indicibile è stata mia figlia e la sua sconsiderata sete di gloria e onore.
Ubbidendo a quell'ordine, la giapponese alzò lo sguardo ed esso incontrò quello profondo ed intenso della nonna. Erano due gocce d'acqua, simili persino nei difetti e per la prima volta, da quando essa aveva ricordo, Kirie si sentì incoraggiata a mostrarsi per ciò che era, a non avere timore di sé stessa. Non aveva la stessa fierezza che scorgeva nello sguardo della parente defunta, ma una sicurezza maggiore in sé stessa, come se a donargliela bastasse la sola presenza di Hisoka. Era così che sarebbe dovuta diventare, una donna dolce ma sicura di sé, salda nei propri pensieri e nel carattere, ferma e caritatevole come poche. Ouse Kurosawa aveva creato molti danni con la sua sete di potere, ma non aveva scalfito del tutto quel carattere che, in un modo o nell'altro, sarebbe venuto fuori, perché appartenente alla linea di sangue delle Kurosawa.
... Tuttavia non posso che incolpare di riflesso me stessa.
No!
Perché mai dite una cosa simile?
Le ho trasmesso tutti i concetti e i dettami che riservarono a me ed il risultato è stato prevedibile.
Presto o tardi qualcuno della nostra famiglia avrebbe ceduto alle lusinghe della fama.
Mi auguravo solo che ciò accadesse molto più avanti, per non essere costretta a vederne i risvolti.
Mi potresti dare della vigliacca... Non posso negarlo, anzi, lo riconosco apertamente.
Non oserei mai offendervi, obaasan...
Scosse la testa con vigore Kirie, negando ogni possibile accusa nei confronti della nonna. Poteva forse incolparla della natura malvagia di una donna che non aveva saputo contenere la propria sete di potere? Forse in minima parte poteva addossare la colpa ad Hisoka, ma la verità era che sua madre, sua madre ad un certo punto aveva smesso di non essere più responsabile del proprio destino, compiendo atti atroci e indicibili. Poteva forse giustificare le vessazioni, gli insulti, gli sguardi gelidi e privi di amore nei propri confronti; ma come avrebbe potuto scusarla del torto che aveva fatto e compiuto su Nabiki, uccidendo la sua secondogenita? Mai, mai Kirie l'avrebbe perdonata per ciò che aveva fatto, non dopo quello che era venuta a sapere. Per quanto sua nonna avesse cercato di mantenere pura l'anima della nipote, la Kurosawa era consapevole che adesso una parte di oscurità era nata in lei, un lascito che le aveva donato forse anche la stessa Nabiki. Non ci sarebbe mai stata pietà per Ouse, se mai un giorno il cammino della figlia avesse incrociato di nuovo quello della madre.
Ma quegli oscuri pensieri, al momento, erano lontani dalla mente e dal cuore della giovane donna, che attendeva solo una parola da parte di Hisoka, un'altra in più per potersi beare della sua presenza adesso che l'aveva ritrovata.
Vi prego, parlatemi ancora...
Ho bisogno di ricordare la vostra voce, ho bisogno di riscoprirla dopo tanto tempo passato ad esserne priva...
Yuzuruha-sama ti ha dato una informazione particolare, ne sono sicura.
Ha parlato del tuo nuovo cognome e di come esso sia stranamente importante, pur essendo stato inventato per una occorrenza.
Nonomiya... Tempio nel Campo, trovo che le Forze dell'Essere e l'Equilibrio Supremo sappiano sempre come far coincidere tutto, anche nel caos più cupo.
Ascoltami bene e assimila le mie parole cercando di non farti sopraffare da esse, anche se so che non sarà una impresa elementare...
... Tu saresti dovuta essere l'attuale Terran Verdigris, la Sempreverde della Gilda Terran.
... Cosa?
La voce le uscì quasi in un soffio quando pronunciò quell'unica parola, fissando sua nonna negli occhi così come ella desiderava, ma ricercando anche un contatto più fermo e stabile. Le sue mani, per la prima volta, ricercarono quelle della parente defunta, stringendole in una morsa che ricercava conferma, contatto, affetto ed una forza che la sorreggesse. Le parole appena pronunciate da Hisoka sapevano di assurdità, ma come poteva mettere in dubbio la saggezza della sua amata nonna? Kirie non avrebbe mai osato darle della pazza né lo pensò in quel frangente, incredula di fronte a quella rivelazione eppure costretta a crederci per il rispetto che nutriva nei confronti della Capofamiglia Kurosawa.
Questa verità mi è stata rivelata una volta raggiunto il luogo più profondo e mistico della tua anima.
Lì, lo Spirito Verde iniziava a crescere rigoglioso e ben presto avrebbe fatto la sua comparsa, così da renderti consapevole della scelta del Conflux.
Ma il rituale eseguito da mia figlia ha intaccato questo potere, minacciando di cancellarlo per sempre.
Sapevo di non avere alcuna possibilità di impedire la progressiva perdita di vigore dell'Elemento, ma rallentare era sempre meglio che lasciare alla distruzione.
... Oggi tu sei appena una SemiGildata della Terra, ma la verità è ben diversa, la verità è che la Terra aveva progetti per te molto più grandi.
Avrebbe voluto cadere per terra, in ginocchio, di fronte a quella rivelazione. Avrebbe voluto lasciarsi andare completamente alla disperazione ed al pianto di aver perduto per colpa di sua madre non l'opportunità di un grande e vasto potere, ma la possibilità di sentire dentro di sé la Terra forte e rigogliosa come una Gildata qualunque. Avrebbe voluto, ma qualcosa glielo impedì. Una forza nuova, che si palesò proprio di fronte ai propri occhi, sotto forma di una grossa sfera di color verde luminoso. Quella sfera attirava lo sguardo di Kirie, riflettendo su di esso riverberi color smeraldo, mentre la sorpresa ancora permeava i suoi bei lineamenti. Era calda, era avvolgente quella sfera. E di colpo, qualcosa si sbloccò dentro lo spirito della Nonomiya, come se qualcosa si fosse appena spezzato. Tuttavia non provava dolore, anzi al contrario, si sentiva finalmente libera, come se avesse liberato uno spazio tenuto fino a quel momento costretto.
Questo è quanto sono riuscita a salvare ed ora posso finalmente restituirtelo.
Il sigillo che chiudeva l'involucro del tuo Elemento Statico si è infranto.
Ora il tuo Spirito può riottenere la Terra in forma Dinamica e viva.
Non potrai ricoprire il ruolo scelto originariamente per te...
... Ma gioisco al pensiero che tu non debba sentirti così distante da un qualcosa che in fondo è sempre stato parte integrante della tua natura.
La sfera si rimpicciolì gradualmente e solo in quel momento Kirie comprese che presto avrebbe dovuto accoglierla dentro di sé. Solo per quel motivo lasciò andare le mani della parente, allungando le braccia verso quel dono che fluttuando si avvicinò a lei, accompagnata nei gesti dalla stessa Kurosawa. La giovane donna lo accolse nel proprio petto, socchiudendo gli occhi e sentendo una nuova energia fiorire in lei, come se fosse esplosa finalmente la Primavera dopo tanto misero Autunno. Le vennero lacrime di gioia agli occhi e avrebbe voluto piangere per la commozione di quanto provato, per quel dono che era il più bello che potessero farle.
Non le importava di non aver potuto ricoprire un ruolo tanto importante, ma finalmente avrebbe potuto guardare gli altri Gildati senza sentirsi inferiore ad essi. Finalmente avrebbe potuto, insieme ad Hank, gioire insieme della tenera bellezza della Terra.
Resta concentrata, non abbiamo ancora finito.
... Hai, obaasan.
Hank. Avrebbe dovuto dire a sua nonna di Hank. Avrebbe dovuto dirle che Clint Muscle non l'aveva mai dimenticata. Avrebbe dovuto dirglielo, ma Hisoka si stava concentrando su sua nipote, consapevole che il tempo era loro nemico. Dovette trattenere le parole ancora un po' dentro di sé la Nonomiya, alzando di nuovo lo sguardo sulla parente, lasciandole spazio di parlare ancora, di scoprire quale altro meraviglioso dono volesse regalarle.
Il rituale non ha attaccato soltanto l'Elemento sbocciato in te ma, come ben sappiamo, anche le tue capacità Divinatorie.
Per anni sei stata considerata una inetta, indegna di ricoprire la carica di nuova Capo Famiglia... E non sai quanto risentimento ho provato.
Tu, il mio specchio, l'Eredità dei Kurosawa, privata del tuo tesoro più pregiato e sconvolgente.
Non disse una sola parola Kirie, perché avvertiva sulla propria pelle il risentimento provato dalla nonna ma... Non riusciva a condividerlo. Anche lei si era arrabbiata con sua madre, anche lei aveva provato forte rancore per essere stata trattata come se la colpa fosse sua, quando invece l'assenza di poteri era legata proprio al rituale compiuto da Ouse sulla figlia. Ma ormai aveva imparato talmente tanto bene a vivere senza di essi, che la Nonomiya non provava il rancore di una Kurosawa privata del suo titolo e della sua potenza. Era molto dispiaciuta per sua nonna, ma comprese infine cosa fosse il cesto di vimini che ella aveva preso e teneva ora in mano. Nonostante la sua vita non avesse nulla a che fare con i poteri divinatori, per un istante il cuore della Kurosawa perse un colpo. Stava davvero per ricevere ciò che non aveva mai avuto? O meglio, ciò che le era stato tolto, perché il suo potere, fin da bambina, era rigoglioso e potente come mai avrebbe potuto sperare di avere la stessa Ouse.
Qui dentro ho raccolto i brandelli rimasti del mio potere Divinatorio.
Essi, assieme ai pezzi salvati dall'operato di mia sorella, ricostruiranno in minima parte il tuo dono originale.
Se Hinako non avesse spezzato la barriera permettendo alla Farfalla Cremisi di uscire, probabilmente oggi non ti rimarrebbe niente.
Hai pagato un caro prezzo per la resurrezione di Nabiki Kurosawa, credo sia giusto che per lo meno te ne torni qualcosa.
La scelta però spetta solo a te, perché ritornare nella culla delle Forze dell'Essere rappresenta comunque sia un privilegio, che un onere.
E voi credete... Che io ne sia davvero degna?
Sarò capace di portare sulle spalle un simile fardello?
Chiedo scusa...
... Quanto ci rimane?
Temo molto poco.
Permettici ancora qualche attimo, per favore, Yuzuruha-sama.
... D'accordo.
Il tempo stava per scadere. Non c'era possibilità di risposta alle domande di Kirie, ella doveva capire da sola cosa fare e se fosse in grado di sopportare un peso grande quanto quello di una futura Capo Famiglia Kurosawa.
So che non si tratta di una decisione facile, ma è necessario che tu faccia chiarezza nell'immediato.
Mia sorella potrà insegnarti a controllare e utilizzare quello che riceverai, se è questo fonte di una tua ulteriore preoccupazione.
Se ciò che ti preoccupa invece è che mia figlia, scoprendolo, possa in qualche modo nuocerti, temo di non poterti rassicurare in alcun modo.
Dovrai essere tu a difenderti, ma è anche vero che nel corso di questi anni hai incontrato persone degne di fiducia che farebbero di tutto pur di preservare il tuo sorriso.
Ciò che è altrettanto importante da sapere però... È che avrai il mio appoggio sia in un caso, che nell'altro.
Il potere era una cosa inebriante. Ma al tempo stesso spaventosa per ciò che comportava essere dotati di potere. Kirie non rispose all'attimo, fissando quel cesto ancora nelle mani della nonna, sentendo l'aria farsi più pesante, il respiro affaticato. Era vero, non c'era più tempo. Ma come avrebbe potuto prendere una decisione simile con gli attimi che scorrevano, togliendole ogni possibilità di ragionamento? Aveva la Terra adesso dentro di sé e la Terra aveva bisogno di ponderatezza, di calma, di tranquillità. Ma la Nonomiya non poteva dare nessuna di queste tre cose, poteva solo prendere, al momento, la fermezza datale dall'Elemento per comprendere vantaggi e svantaggi di avere in sé un simile potere. Poi, il pensiero di Nabiki, la sua Nabiki, le attraversò la mente. Cosa sarebbe potuto accadere se la madre avesse scoperto l'esistenza della secondogenita?
Il ricordo di ciò che era stato trapassò la mente della Nonomiya, come un incubo ad occhi aperti.
Non poteva permettere che Nabiki fosse di nuovo in pericolo, non poteva permettere che sua madre scoprisse di lei o si concentrasse su di lei. Il dono che le stava facendo sua nonna avrebbe potuto fare la differenza fra tenere al sicuro sua sorella o metterla in pericolo. Non desiderava quella responsabilità, non desiderava diventare una Capo Famiglia, ma era arrivato il suo momento di sacrificarsi per amore di qualcuno. Basta essere protetta, basta nascondersi: da quel momento in poi, Kirie Kurosawa sarebbe stata in prima linea nella lotta contro sua madre e nella salvaguardia della sua sorellina.
... Accetto il vostro dono, obaasan.
Tese le mani, lo sguardo fermo e deciso, prendendo la cesta che la nonna portava con sé e liberandola finalmente da quel peso. Dove ella sarebbe andata, non avrebbe più avuto bisogno dei suoi poteri, ma sua nipote avrebbe dovuto affrontare molte lotte in vita e la Divinazione avrebbe potuto aiutarla nelle sue battaglia. Sorrise quando Hisoka cedette quel fardello, che sparì nell'aria una volta preso da Kirie, come fosse fatto d'acqua. Un sorriso pieno di lacrime: si sentiva rinascere, come se per la prima volta avesse sentito la vera sé stessa sbocciare in un fiore ancora non visibile del tutto, ma talmente raro che ella aveva creduto per tanto tempo non potesse esistere.
Manterrò alto il nome dei Kurosawa, obaasan, questo te lo prometto.
Ma questo dono verrà usato per proteggere coloro che amo, coloro i cui sacrifici devono essere ripagati con la sicurezza di una vita piena di amore e felicità.
... Ed anche voi meritate la vostra felicità.
Ho poco tempo per dirvelo, ma l'uomo che avete amato, l'uomo il cui destino era legato al vostro... Vi sta aspettando, obaasan, vi sta aspettando già da molto tempo.
Vorrei potervi dire come so tutto questo, ma temo di non avere il tempo, temo di non riuscire a dirvi che io e suo nipote...
Un affanno improvviso bloccò le parole della Nonomiya. Respirava a fatica, non riusciva ad incamerare aria nei polmoni, e anche il corpo iniziò ad incurvarsi, come schiacciato da qualcosa di più grosso e più forte della giovane donna. Cercò di resistere la giapponese, stringendo al petto la sfera che avrebbe dovuto donare a Nabiki. Non poteva rimanere oltre, non più ormai, il tempo era scaduto e Kirie doveva fuggire da lì se non voleva che la sua anima raggiungesse per sempre il Nirvana, vanificando tutti i sacrifici compiuti fino a quel momento. Ma aveva ancora tante cose da dire a sua nonna, tante domande da farle. L'aveva appena ritrovata e già doveva dirle addio.
Obaa... san... Non voglio... Dimenticarvi... Ancora...
Come avrebbe fatto a ricordarla? Come avrebbe fatto a recuperare quei ricordi che erano sepolti dentro di lei e che erano stati, evidentemente, cancellati? Kirie non riuscì a porre più alcuna domanda, cercando di respirare e sentendo l'aria farsi sempre più rarefatta, i polmoni faticare a vuoto.
Il tempo non era più suo amico.
Il tempo ormai era definitivamente scaduto.
Nel caso in cui l'Ao-Oni si fosse presentato a lui e adesso fosse parte del suo Spirito, potremmo aspettarci grandi cose anche dall'Assistente Demone.
In quale modo si manifesterà il suo potere? Sarà in grado di gestirlo come ha egregiamente fatto fino ad ora il Demone Ignis? Porterà avanti i concetti di Coraggio e Amicizia?
Kirie non conosceva la risposta a quelle domande. La sua conoscenza di Kisuke si fermava a qualche blando incontro avuto con lui, senza aver mai avuto la possibilità di approfondire nulla. Sapeva che egli fosse una persona molto gentile e cordiale, ma non avrebbe saputo dire altro del carattere del Danma. Di certo poteva affermare che dovesse essere una persona eccezionale se era riuscito a conquistarsi la fiducia e l'amicizia di Itsuki, persona a cui la Nonomiya doveva la propria vita.
In troppi modi la Kurosawa era stata salvata e protetta dalle persone a lei care. Molti sacrifici erano stati compiuti per lei, lei che non sentiva di meritarsi alcun onore, alcun elogio, alcun sacrificio. L'Amakura aveva donato parte della sua vita, ma il sacrificio più grande era stato compiuto forse dalla sua stessa nonna, colei che aveva rinunciato al riposo eterno pur di salvare l'anima della nipote ed erede.
Quando il volto di Hisoka si posò su quello della MagiDottoressa, la giovane donna non riuscì a sostenerne lo sguardo. Troppo pesante il senso di colpa, troppo gravoso per dirsi addirittura onorata di guardare a testa alta la sua obaasan, la persona che l'aveva amata prima ancora di suo zio Tadashii. Come poteva dirsi una Kurosawa, lei che non aveva fatto altro che causare problemi? Ma differente era l'opinione di Hisoka Kurosawa, che si avvicinò alla nipote in lacrime, spingendola a mostrare fiera il suo volto a testa alta.
Guardami negli occhi, Kirie.
Non esiste sofferenza nel cuore di chi ha agito con consapevolezza, solo il timore di sbagliare, il timore di non riuscire.
L'unica ad avermi provocato dolore indicibile è stata mia figlia e la sua sconsiderata sete di gloria e onore.
Ubbidendo a quell'ordine, la giapponese alzò lo sguardo ed esso incontrò quello profondo ed intenso della nonna. Erano due gocce d'acqua, simili persino nei difetti e per la prima volta, da quando essa aveva ricordo, Kirie si sentì incoraggiata a mostrarsi per ciò che era, a non avere timore di sé stessa. Non aveva la stessa fierezza che scorgeva nello sguardo della parente defunta, ma una sicurezza maggiore in sé stessa, come se a donargliela bastasse la sola presenza di Hisoka. Era così che sarebbe dovuta diventare, una donna dolce ma sicura di sé, salda nei propri pensieri e nel carattere, ferma e caritatevole come poche. Ouse Kurosawa aveva creato molti danni con la sua sete di potere, ma non aveva scalfito del tutto quel carattere che, in un modo o nell'altro, sarebbe venuto fuori, perché appartenente alla linea di sangue delle Kurosawa.
... Tuttavia non posso che incolpare di riflesso me stessa.
No!
Perché mai dite una cosa simile?
Le ho trasmesso tutti i concetti e i dettami che riservarono a me ed il risultato è stato prevedibile.
Presto o tardi qualcuno della nostra famiglia avrebbe ceduto alle lusinghe della fama.
Mi auguravo solo che ciò accadesse molto più avanti, per non essere costretta a vederne i risvolti.
Mi potresti dare della vigliacca... Non posso negarlo, anzi, lo riconosco apertamente.
Non oserei mai offendervi, obaasan...
Scosse la testa con vigore Kirie, negando ogni possibile accusa nei confronti della nonna. Poteva forse incolparla della natura malvagia di una donna che non aveva saputo contenere la propria sete di potere? Forse in minima parte poteva addossare la colpa ad Hisoka, ma la verità era che sua madre, sua madre ad un certo punto aveva smesso di non essere più responsabile del proprio destino, compiendo atti atroci e indicibili. Poteva forse giustificare le vessazioni, gli insulti, gli sguardi gelidi e privi di amore nei propri confronti; ma come avrebbe potuto scusarla del torto che aveva fatto e compiuto su Nabiki, uccidendo la sua secondogenita? Mai, mai Kirie l'avrebbe perdonata per ciò che aveva fatto, non dopo quello che era venuta a sapere. Per quanto sua nonna avesse cercato di mantenere pura l'anima della nipote, la Kurosawa era consapevole che adesso una parte di oscurità era nata in lei, un lascito che le aveva donato forse anche la stessa Nabiki. Non ci sarebbe mai stata pietà per Ouse, se mai un giorno il cammino della figlia avesse incrociato di nuovo quello della madre.
Ma quegli oscuri pensieri, al momento, erano lontani dalla mente e dal cuore della giovane donna, che attendeva solo una parola da parte di Hisoka, un'altra in più per potersi beare della sua presenza adesso che l'aveva ritrovata.
Vi prego, parlatemi ancora...
Ho bisogno di ricordare la vostra voce, ho bisogno di riscoprirla dopo tanto tempo passato ad esserne priva...
Yuzuruha-sama ti ha dato una informazione particolare, ne sono sicura.
Ha parlato del tuo nuovo cognome e di come esso sia stranamente importante, pur essendo stato inventato per una occorrenza.
Nonomiya... Tempio nel Campo, trovo che le Forze dell'Essere e l'Equilibrio Supremo sappiano sempre come far coincidere tutto, anche nel caos più cupo.
Ascoltami bene e assimila le mie parole cercando di non farti sopraffare da esse, anche se so che non sarà una impresa elementare...
... Tu saresti dovuta essere l'attuale Terran Verdigris, la Sempreverde della Gilda Terran.
... Cosa?
La voce le uscì quasi in un soffio quando pronunciò quell'unica parola, fissando sua nonna negli occhi così come ella desiderava, ma ricercando anche un contatto più fermo e stabile. Le sue mani, per la prima volta, ricercarono quelle della parente defunta, stringendole in una morsa che ricercava conferma, contatto, affetto ed una forza che la sorreggesse. Le parole appena pronunciate da Hisoka sapevano di assurdità, ma come poteva mettere in dubbio la saggezza della sua amata nonna? Kirie non avrebbe mai osato darle della pazza né lo pensò in quel frangente, incredula di fronte a quella rivelazione eppure costretta a crederci per il rispetto che nutriva nei confronti della Capofamiglia Kurosawa.
Questa verità mi è stata rivelata una volta raggiunto il luogo più profondo e mistico della tua anima.
Lì, lo Spirito Verde iniziava a crescere rigoglioso e ben presto avrebbe fatto la sua comparsa, così da renderti consapevole della scelta del Conflux.
Ma il rituale eseguito da mia figlia ha intaccato questo potere, minacciando di cancellarlo per sempre.
Sapevo di non avere alcuna possibilità di impedire la progressiva perdita di vigore dell'Elemento, ma rallentare era sempre meglio che lasciare alla distruzione.
... Oggi tu sei appena una SemiGildata della Terra, ma la verità è ben diversa, la verità è che la Terra aveva progetti per te molto più grandi.
Avrebbe voluto cadere per terra, in ginocchio, di fronte a quella rivelazione. Avrebbe voluto lasciarsi andare completamente alla disperazione ed al pianto di aver perduto per colpa di sua madre non l'opportunità di un grande e vasto potere, ma la possibilità di sentire dentro di sé la Terra forte e rigogliosa come una Gildata qualunque. Avrebbe voluto, ma qualcosa glielo impedì. Una forza nuova, che si palesò proprio di fronte ai propri occhi, sotto forma di una grossa sfera di color verde luminoso. Quella sfera attirava lo sguardo di Kirie, riflettendo su di esso riverberi color smeraldo, mentre la sorpresa ancora permeava i suoi bei lineamenti. Era calda, era avvolgente quella sfera. E di colpo, qualcosa si sbloccò dentro lo spirito della Nonomiya, come se qualcosa si fosse appena spezzato. Tuttavia non provava dolore, anzi al contrario, si sentiva finalmente libera, come se avesse liberato uno spazio tenuto fino a quel momento costretto.
Questo è quanto sono riuscita a salvare ed ora posso finalmente restituirtelo.
Il sigillo che chiudeva l'involucro del tuo Elemento Statico si è infranto.
Ora il tuo Spirito può riottenere la Terra in forma Dinamica e viva.
Non potrai ricoprire il ruolo scelto originariamente per te...
... Ma gioisco al pensiero che tu non debba sentirti così distante da un qualcosa che in fondo è sempre stato parte integrante della tua natura.
La sfera si rimpicciolì gradualmente e solo in quel momento Kirie comprese che presto avrebbe dovuto accoglierla dentro di sé. Solo per quel motivo lasciò andare le mani della parente, allungando le braccia verso quel dono che fluttuando si avvicinò a lei, accompagnata nei gesti dalla stessa Kurosawa. La giovane donna lo accolse nel proprio petto, socchiudendo gli occhi e sentendo una nuova energia fiorire in lei, come se fosse esplosa finalmente la Primavera dopo tanto misero Autunno. Le vennero lacrime di gioia agli occhi e avrebbe voluto piangere per la commozione di quanto provato, per quel dono che era il più bello che potessero farle.
Non le importava di non aver potuto ricoprire un ruolo tanto importante, ma finalmente avrebbe potuto guardare gli altri Gildati senza sentirsi inferiore ad essi. Finalmente avrebbe potuto, insieme ad Hank, gioire insieme della tenera bellezza della Terra.
Resta concentrata, non abbiamo ancora finito.
... Hai, obaasan.
Hank. Avrebbe dovuto dire a sua nonna di Hank. Avrebbe dovuto dirle che Clint Muscle non l'aveva mai dimenticata. Avrebbe dovuto dirglielo, ma Hisoka si stava concentrando su sua nipote, consapevole che il tempo era loro nemico. Dovette trattenere le parole ancora un po' dentro di sé la Nonomiya, alzando di nuovo lo sguardo sulla parente, lasciandole spazio di parlare ancora, di scoprire quale altro meraviglioso dono volesse regalarle.
Il rituale non ha attaccato soltanto l'Elemento sbocciato in te ma, come ben sappiamo, anche le tue capacità Divinatorie.
Per anni sei stata considerata una inetta, indegna di ricoprire la carica di nuova Capo Famiglia... E non sai quanto risentimento ho provato.
Tu, il mio specchio, l'Eredità dei Kurosawa, privata del tuo tesoro più pregiato e sconvolgente.
Non disse una sola parola Kirie, perché avvertiva sulla propria pelle il risentimento provato dalla nonna ma... Non riusciva a condividerlo. Anche lei si era arrabbiata con sua madre, anche lei aveva provato forte rancore per essere stata trattata come se la colpa fosse sua, quando invece l'assenza di poteri era legata proprio al rituale compiuto da Ouse sulla figlia. Ma ormai aveva imparato talmente tanto bene a vivere senza di essi, che la Nonomiya non provava il rancore di una Kurosawa privata del suo titolo e della sua potenza. Era molto dispiaciuta per sua nonna, ma comprese infine cosa fosse il cesto di vimini che ella aveva preso e teneva ora in mano. Nonostante la sua vita non avesse nulla a che fare con i poteri divinatori, per un istante il cuore della Kurosawa perse un colpo. Stava davvero per ricevere ciò che non aveva mai avuto? O meglio, ciò che le era stato tolto, perché il suo potere, fin da bambina, era rigoglioso e potente come mai avrebbe potuto sperare di avere la stessa Ouse.
Qui dentro ho raccolto i brandelli rimasti del mio potere Divinatorio.
Essi, assieme ai pezzi salvati dall'operato di mia sorella, ricostruiranno in minima parte il tuo dono originale.
Se Hinako non avesse spezzato la barriera permettendo alla Farfalla Cremisi di uscire, probabilmente oggi non ti rimarrebbe niente.
Hai pagato un caro prezzo per la resurrezione di Nabiki Kurosawa, credo sia giusto che per lo meno te ne torni qualcosa.
La scelta però spetta solo a te, perché ritornare nella culla delle Forze dell'Essere rappresenta comunque sia un privilegio, che un onere.
E voi credete... Che io ne sia davvero degna?
Sarò capace di portare sulle spalle un simile fardello?
Chiedo scusa...
... Quanto ci rimane?
Temo molto poco.
Permettici ancora qualche attimo, per favore, Yuzuruha-sama.
... D'accordo.
Il tempo stava per scadere. Non c'era possibilità di risposta alle domande di Kirie, ella doveva capire da sola cosa fare e se fosse in grado di sopportare un peso grande quanto quello di una futura Capo Famiglia Kurosawa.
So che non si tratta di una decisione facile, ma è necessario che tu faccia chiarezza nell'immediato.
Mia sorella potrà insegnarti a controllare e utilizzare quello che riceverai, se è questo fonte di una tua ulteriore preoccupazione.
Se ciò che ti preoccupa invece è che mia figlia, scoprendolo, possa in qualche modo nuocerti, temo di non poterti rassicurare in alcun modo.
Dovrai essere tu a difenderti, ma è anche vero che nel corso di questi anni hai incontrato persone degne di fiducia che farebbero di tutto pur di preservare il tuo sorriso.
Ciò che è altrettanto importante da sapere però... È che avrai il mio appoggio sia in un caso, che nell'altro.
Il potere era una cosa inebriante. Ma al tempo stesso spaventosa per ciò che comportava essere dotati di potere. Kirie non rispose all'attimo, fissando quel cesto ancora nelle mani della nonna, sentendo l'aria farsi più pesante, il respiro affaticato. Era vero, non c'era più tempo. Ma come avrebbe potuto prendere una decisione simile con gli attimi che scorrevano, togliendole ogni possibilità di ragionamento? Aveva la Terra adesso dentro di sé e la Terra aveva bisogno di ponderatezza, di calma, di tranquillità. Ma la Nonomiya non poteva dare nessuna di queste tre cose, poteva solo prendere, al momento, la fermezza datale dall'Elemento per comprendere vantaggi e svantaggi di avere in sé un simile potere. Poi, il pensiero di Nabiki, la sua Nabiki, le attraversò la mente. Cosa sarebbe potuto accadere se la madre avesse scoperto l'esistenza della secondogenita?
LE FAI MALE!
LE FAI MALE!
STAI FACENDO MALE ALLA SORELLINA!
MAMMA SMETTILA, LA SORELLINA STA PIANGENDO! STA PIANGENDO!
Il ricordo di ciò che era stato trapassò la mente della Nonomiya, come un incubo ad occhi aperti.
Non poteva permettere che Nabiki fosse di nuovo in pericolo, non poteva permettere che sua madre scoprisse di lei o si concentrasse su di lei. Il dono che le stava facendo sua nonna avrebbe potuto fare la differenza fra tenere al sicuro sua sorella o metterla in pericolo. Non desiderava quella responsabilità, non desiderava diventare una Capo Famiglia, ma era arrivato il suo momento di sacrificarsi per amore di qualcuno. Basta essere protetta, basta nascondersi: da quel momento in poi, Kirie Kurosawa sarebbe stata in prima linea nella lotta contro sua madre e nella salvaguardia della sua sorellina.
... Accetto il vostro dono, obaasan.
Tese le mani, lo sguardo fermo e deciso, prendendo la cesta che la nonna portava con sé e liberandola finalmente da quel peso. Dove ella sarebbe andata, non avrebbe più avuto bisogno dei suoi poteri, ma sua nipote avrebbe dovuto affrontare molte lotte in vita e la Divinazione avrebbe potuto aiutarla nelle sue battaglia. Sorrise quando Hisoka cedette quel fardello, che sparì nell'aria una volta preso da Kirie, come fosse fatto d'acqua. Un sorriso pieno di lacrime: si sentiva rinascere, come se per la prima volta avesse sentito la vera sé stessa sbocciare in un fiore ancora non visibile del tutto, ma talmente raro che ella aveva creduto per tanto tempo non potesse esistere.
Manterrò alto il nome dei Kurosawa, obaasan, questo te lo prometto.
Ma questo dono verrà usato per proteggere coloro che amo, coloro i cui sacrifici devono essere ripagati con la sicurezza di una vita piena di amore e felicità.
... Ed anche voi meritate la vostra felicità.
Ho poco tempo per dirvelo, ma l'uomo che avete amato, l'uomo il cui destino era legato al vostro... Vi sta aspettando, obaasan, vi sta aspettando già da molto tempo.
Vorrei potervi dire come so tutto questo, ma temo di non avere il tempo, temo di non riuscire a dirvi che io e suo nipote...
Un affanno improvviso bloccò le parole della Nonomiya. Respirava a fatica, non riusciva ad incamerare aria nei polmoni, e anche il corpo iniziò ad incurvarsi, come schiacciato da qualcosa di più grosso e più forte della giovane donna. Cercò di resistere la giapponese, stringendo al petto la sfera che avrebbe dovuto donare a Nabiki. Non poteva rimanere oltre, non più ormai, il tempo era scaduto e Kirie doveva fuggire da lì se non voleva che la sua anima raggiungesse per sempre il Nirvana, vanificando tutti i sacrifici compiuti fino a quel momento. Ma aveva ancora tante cose da dire a sua nonna, tante domande da farle. L'aveva appena ritrovata e già doveva dirle addio.
Obaa... san... Non voglio... Dimenticarvi... Ancora...
Come avrebbe fatto a ricordarla? Come avrebbe fatto a recuperare quei ricordi che erano sepolti dentro di lei e che erano stati, evidentemente, cancellati? Kirie non riuscì a porre più alcuna domanda, cercando di respirare e sentendo l'aria farsi sempre più rarefatta, i polmoni faticare a vuoto.
Il tempo non era più suo amico.
Il tempo ormai era definitivamente scaduto.