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da Typhon » 27/12/2017, 20:49
... Grazie Seal-san, ti sono debitrice.
Non rispose, l'Uragano, preferendo concentrarsi sul combattimento e sul contrastare l'attacco del nemico, fattosi meno intenso del previsto. La motivazione era semplice: perdeva energia ad ogni offesa che recava, scaricando le vibrazioni spirituali accumulate fino a quel momento. Dopo averlo attaccato ripetutamente, prese anche a rimpicciolirsi, divenendo sempre più simile in statura ad un umanoide normale. Typhon non era molto esperto in materia di entità maligne orientali, ma per fortuna ci pensò la Minazuki a fare da enciclopedia svelta e spiccia.
Li chiamiamo Akyumurēta. Un'anima che accumula energie dai morti, guerrieri solitamente. Più combatte e più perde la propria energia. È l'unico modo che abbiamo per sconfiggerlo.
Tocca farlo stancare, mh? Ho capito...
Riprendiamo con la strategia di prima, ma scambiandoci di posto. Cerchiamo di non restare fermi in un solo punto e continuiamo a muoverci e ad attaccare. Deve tentare di utilizzare ogni goccia del suo potere per batterci. ... Il fatto che sia diventato più piccolo, significa che può essere potenzialmente più veloce di prima.
È vero, non ci pensavo...
Guardia alta, intesi?
Lo faremo diventare piccolo come un criceto.
Anko fu la prima a gettarsi avanti, con l'arma pronta a sferrare un bel po' di colpi diretti e micidiali, pur essendo stata compromessa poco prima. Lei si gettò sulla destra, lui quindi andò a sinistra, ma fu una distribuzione momentanea, infatti nel corso dei minuti seguenti si scambiarono spesso. Lo Spirito, avendo perso una buona dose di potenza offensiva, cercò di difendersi grazie alla maggiore sveltezza, ma anch'essa non lo aiutò chissà quanto. Più cercava di attaccare e più la sua energia veniva risucchiata, svanendo dal suo corpo, infatti ben presto cominciò ad essere ricoperto da uno strano fumo denso.
Immagino che la perdita si stia facendo sempre più massiccia!
Fuoco e Vento andavano affievolendosi sempre di più e se prima Typhon ne percepiva una affluenza potente, adesso si faceva via via meno intensa, gestibile. Anche le due spade portate dal nemico regolavano la loro misura in base a quella del suo corpo, infatti i loro colpi restavano sì letali, ma meno irruenti. Purtroppo però, a furia di impattare sulla lama della Naginata, stavano finendo per consumarla, riempiendola di tagli e scheggiature sparse. Ci sarebbe stato tempo dopo per deprimersi in merito a quella storia, adesso bisognava continuare imperterriti gli attacchi senza dare respiro all'avversario.
Ora è della nostra stessa taglia! La faccenda si fa pericolosa, st****o, vero? Ancora pochi minuti e sarai solo polvere spettrale! Hai scelto gli avversari sbagliati, testa di c***o!
Anko era una Guerriera formidabile, incredibile, eccezionale, ma restava pur sempre una femmina. Pur avendo fortificato il proprio corpo in maniera costante e progressiva, i suoi muscoli non avrebbero mai potuto eguagliare completamente quelli di un maschio. Ecco perché, nonostante tutto, le gambe minacciavano cedimenti vari ed anche le braccia, come le spalle, erano decisamente indolenzite. Sferrare un attacco finale verso l'individuo più debole fu per lo Spirito Maligno la soluzione ideale come colpo di addio.
NON È ANCORA FINITA, CAVALIERE DEL VENTO! POSSO RISIEDERE IN UN NUOVO CORPO, SE ESSO È PRIVO DI VITA E DECEDUTO DA MENO DI UN GIORNO. QUESTO SIGNIFICA CHE UNO DI VOI DUE CESSERÀ DI ESISTERE IN QUESTA STANZA... ... E DEVO DIRE CHE MI ALLETTA L'IDEA DI PROVARE LE SEMBIANZE FEMMINILI.
Che cosa?!
Assottigliò lo sguardo, l'Uragano, lanciando poi un'occhiata svelta alla Minazuki, evidente preda. Il nemico lanciò verso l'alto le due spade che cominciarono a vorticare tra loro, muovendosi con vita propria. Dopo di che, esse si scagliarono proprio in direzione della donna mentre lui corse verso Typhon, così da tenerlo occupato e distratto. Perché non attuare prima quella strategia? Semplice, era altamente suicida separarsi dalle proprie lame e per di più attaccare disarmati.
ATTENZIONE!
Quello fu l'unico monito che Typhon riuscì a rivolgere alla donna, prima di venire impegnato in uno scontro al solo scopo di infastidirlo. Ci avrebbe messo molto poco a sconfiggere l'avversario ma altrettanto ci avrebbero messo le spade a colpire e finire la vita di lei. Infatti, le due armi agirono simultaneamente eseguendo affondi e colpi di taglio in ogni direzione, non dandole tregua nemmeno per un istante. Trascorsi circa quaranta secondi, l'ennesima parata con la Naginata terminò con la lama di essa che venne letteralmente tranciata a metà.
Vattene fuori dai coglioni!
In quello stesso istante, Typhon affondò in avanti con la spada sull'addome dello Spirito ma esso, con la poca forza rimasta, uso le mani per trattenere l'arma.
Dannazione...
Non potendo fare altrimenti, il Seal scattò verso Anko privo della spada, estraendo la bacchetta magica, per quanto fu quasi troppo tardi. La spada di Fuoco la trafisse alla spalla sinistra e la spada di Vento stava per raggiungere il cuore. Il tentativo disperato del ragazzo se non altro andò parzialmente a buon fine. Uno schiantesimo sulla spada ne deviò la traiettoria e così la punta passò da parte a parte la coscia destra.
Anko era ancora viva. In condizioni gravissime e col sangue che sgorgava copioso, ma la sua anima non era ancora ascesa al cielo. L'urlo di rabbia dello Spirito fu l'ultima cosa che si sentì da lui, prima che il suo corpo esplodesse in una nube di fumo denso e nero. Anche le spade fecero la stessa fine, ma stranamente lasciarono per alcuni secondi delle tracce sul corpo della donna, nei punti colpiti in precedenza. Una luminescenza argentata e una invece rubinea.
Ehi... Ehi... Mi senti? ... Andiamo!
Typhon la prese in braccio. La combattente era ancora semi cosciente, riusciva a resistere alla voglia di addormentarsi, ma non sarebbe durata a lungo. La Naginata, spezzata, stava accanto a lei, non più impugnata per la completa assenza di energia. Le porte della grande sala si spalancarono e quattro Monaci giunsero subito all'interno per accogliere i due guerrieri. Ad ogni minuto che passava, la Minazuki si sentiva sempre più debole, più pronta a cedere al sonno eterno.
Non ti azzardare a chiudere gli occhi, capito!?
Oh no, gli occhi ad un tratto si spalancarono proprio, ma non certo per un improvviso afflusso di vitalità. Anko poté percepire distintamente due sensazioni opprimenti e assurde salirle dall'interno dello Spirito. Un Fuoco bruciante che cercava di mangiarla, roderla, infiammarla, alzandole la temperatura. Un Vento sferzante che colpiva con delle lame interiori provocandole spasmi e giramenti di testa.
Adesso cosa ti prende?
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da Anko » 28/12/2017, 19:23
Guardia alta, intesi?
Lo faremo diventare piccolo come un criceto.
Le scappò un sorriso divertito, mentre concentrava lo sguardo verso il proprio avversario, diventato molto meno imponente di prima. Gli Akyumurēta erano degli esseri subdoli, la cui nascita prevedeva certe condizioni che non sempre si manifestavano. In passato, venivano loro offerte molte più occasioni di generarsi ed evidentemente il mostro che si stavano trovando a combattere lei e Typhon apparteneva proprio al passato. L'Uragano accettò la strategia della Minazuki senza discutere, agendo insieme a lei in perfetta sintonia con attacchi precisi che fecero ben presto consumare le energie del guerriero divoratore. Ogni colpo andato a segno li avvicinava sempre di più alla vittoria, ma le cose non si stavano mettendo bene per Anko, non a lungo andare. Il suo Naginata parava e subiva colpi che ben presto ne avrebbero decretato la fine, rompendo a più non posso quella pregevole lama. Inoltre la stessa Minazuki stava lentamente iniziando a stancarsi, complice la perdita di sangue dovuta al precedente attacco dell'Akyumurēta, che non l'aveva uccisa, ma resa più debole sì. Il suo continuo muoversi accelerava la fuoriuscita di sangue, sporcandone le vesti ed oltre a questo doveva reggere lo sforzo di muoversi e resistere ad ulteriori attacchi. Orgogliosa com'era, però, Anko non diminuì la sua ferocia in battaglia né pensò a potenziarsi grazie all'aiuto del proprio tatuaggio. Stavano vincendo, non avrebbe permesso che qualcuno osasse definirla debole solamente perché donna. Ma l'inevitabile tragedia stava ormai per compiersi.
Ora è della nostra stessa taglia! La faccenda si fa pericolosa, st****o, vero? Ancora pochi minuti e sarai solo polvere spettrale! Hai scelto gli avversari sbagliati, testa di c***o!
NON È ANCORA FINITA, CAVALIERE DEL VENTO! POSSO RISIEDERE IN UN NUOVO CORPO, SE ESSO È PRIVO DI VITA E DECEDUTO DA MENO DI UN GIORNO. QUESTO SIGNIFICA CHE UNO DI VOI DUE CESSERÀ DI ESISTERE IN QUESTA STANZA... ... E DEVO DIRE CHE MI ALLETTA L'IDEA DI PROVARE LE SEMBIANZE FEMMINILI.
Che cosa?!
... Kisama! [... Ba****do!]
La stava considerando la preda più facile da colpire ed uccidere. La stava sottovalutando e questo fece reagire in malo modo la Minazuki, che mal sopportava l'essere considerata in tale solamente per il suo sesso. In quel caso, entravano in gioco altri fattori in realtà, come il fatto di essersi indebolita parecchio durante la battaglia. E quando l'Akyumurēta le lanciò contro le proprie lame, la Minazuki si rimise in posizione per affrontarle, cercando di resistere quanto più a lungo possibile in maniera tale che la morte sopraggiungesse prima per quel mostro.
ATTENZIONE!
Non poté rispondere in alcun modo a Typhon, perché la giovane donna venne subito impegnata in quello scontro che, dopo quaranta secondi, decretò la fine della sua arma bianca. La lama del Naginata venne letteralmente trinciata a metà e lei si ritrovò ben presto senza un mezzo efficace con cui contrastare gli attacchi. La bacchetta poteva essere la sua unica salvezza, ma poco prima di riuscire ad estrarla, la lama di Fuoco le trafisse la spalla sinistra mentre quella di Vento venne deviata dal Seal sulla coscia destra. L'urlo di dolore di Anko si fuse con quello di disperazione dell'Akyumurēta, che svanì in una nube di fumo nero, proprio mentre la Minazuki si accasciava a terra. Le due spade erano sparite, ma le tracce del loro attacco furono ben visibili sul suo corpo. Senza di esse, dalle ferite uscirono fiotti di sangue caldo che inzupparono anche il pavimento di quel luogo sacro, mentre la figura dell'Uragano si stagliava di fronte al campo visivo dell'orientale, praticamente in fin di vita.
Ehi... Ehi... Mi senti? ... Andiamo!
... Shini... Shinita... kunai... [... Non voglio... Non voglio mori... re...]
Fu difficile per lei parlare, ma la rabbia per come stessero finendo le cose per lei la animava ancora di energia sufficiente per comunicare la propria volontà, una volontà forte ma che dovette per forza di cose scontrarsi con la realtà dei fatti. Si sentiva sempre più debole, sempre più stanca ed anche la rabbia iniziava a non essere più così tanto percepibile, mentre ella lentamente stava lasciando quel mondo. "Non ancora", "Non adesso" si ripeteva dentro sé stessa, imprecando contro quell'ingiustizia che la stava portando ad un passo della morte senza prima averle concesso di prendere parte ai propri doveri, anzi poco prima che ella li raggiungesse. La sfida con Itsuki Amakura, il servizio presso la Capofamiglia Kirie Kurosawa... Ogni suo sogno sbiadì nel giro di qualche lacrima che scese giù dai suoi occhi a mandorla, mentre Typhon tentava di tenerla ancorata alla vita con ogni mezzo possibile.
Non ti azzardare a chiudere gli occhi, capito!?
Fu come se quelle parole accesero di colpo qualcosa in lei, mentre Anko sgranava gli occhi, colpita nello Spirito da qualcosa che la stava consumando, qualcosa che la animava ma non di vitalità, bensì di sensazioni dolorose e assurde. Si agitò fra le braccia dell'uomo, il corpo che si muoveva come in preda a spasmi e convulsioni senza alcun controllo. Ansimava con forza e il pensiero che quella fosse la morte alla quale era destinata le riempì ancora di più lo spirito di rabbia e confusione. Non meritava di morire in maniera tanto dolorosa, non meritava di morire e basta.
Adesso cosa ti prende?
... Moete... imasu... ... Atama ga... i...itai... [... Sto... bruciando... ... La testa... male...]
Non riuscì a completare il concetto, esprimendolo in giapponese perché le riusciva difficile persino pensare, figurarsi a parlare in una lingua che non le apparteneva completamente. Sarebbe bastato comunque a Typhon per comprendere che cosa le stesse accadendo? In ogni caso sarebbe stato facile per lui leggere la paura ed il dolore negli occhi di Anko, uniti ad un inarrestabile desiderio di non morire.
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da Typhon » 28/12/2017, 22:34
Ehi... Ehi... Mi senti? ... Andiamo!
... Shini... Shinita... kunai...
Che cosa sta dicendo?!
Teme l'ultima ora...
Typhon tornò a fissare la donna con aria decisamente preoccupata, mantenendola tra le proprie braccia con forza, sostenendola. Era difficile pensare a qualcosa di valido da fare con quel sangue che continuava a fluire e quella vita che andava via via spegnendosi. Il Vento nel suo Spirito sferzava con altissima energia, segnale emotivo della propria agitazione, ma non poteva andare avanti in quella maniera. Non possedeva la Terra per scherzo, doveva in qualche modo sfruttarla per trovare il giusto Equilibrio tra l'adrenalina e il focus.
Adesso cosa ti prende?
... Moete... imasu... ... Atama ga... i...itai...
Ora invece?
Dice che sente un forte bruciore e le fa male la testa...
Anko si stava dimenando e per quel motivo il Seal decise di posarla al terreno, mentre i Monaci si riunivano attorno a lei provando a concentrarsi. In quel preciso istante, decise di fare lo stesso anche l'Uragano, chiudendo gli occhi e provando a raccogliere in sé la concretezza della Terra. Era complesso ma non impossibile, infatti, dopo qualche secondo, il Gildato emise un lungo respiro, cacciando via lo stress in eccesso. In concomitanza, il Monaco Priore assunse una espressione confusa e perplessa, scuotendo leggermente il capo.
Il Fuoco e il Vento sono dentro di lei.
Che cosa hai detto?!
Ascoltate anche voi, direttamente!
Non è possibile...
Typhon posò la mano destra sul centro del petto della combattente e immediatamente sgranò gli occhi. Era impossibile che il proprio Spirito mentisse: Fuoco e Vento se ne stavano sul serio dentro la Minazuki ma non certo con buoni intenti. Erano delle energie maligne, derivanti dai colpi inferti delle spade dello Spettro Malefico, energie che tentavano di secondo in secondo di ucciderla. Allora era quella l'ultima carta giocata dal bastardo. Aveva solo finto di perdere e morire, ma in verità aveva lasciato campo libero alle proprie armi.
La stanno consumando, non le resta molto tempo...
Un momento, perché ha ancora i fori degli attacchi così tanto dilatati?
... Credo che... Dei residui metallici le siano rimasti dentro al corpo.
Le spade dovevano essere evaporate, invece sono ancora lì... Forse è per questo che il Fuoco e il Vento la stanno opprimendo.
Provò ad avvicinare le dita alla gamba di lei, ma una strana energia lo respinse, come a non volergli far togliere la scheggia di metallo. Assottigliò lo sguardo, poi, usando il proprio Vento e il proprio Fuoco, andò a sondare lo Spirito di Anko, trovando le due forze negative all'opera. Poi, decise di analizzare accuratamente lo Spirito, esulando dalle due potenze in conflitto con esso, cercando di capire se potesse sussistere una affinità. Fortunatamente, sia l'uno che l'altro Elemento parvero rispondere al richiamo lanciato dall'animo dell'Uragano, accettando l'ipotesi di insediarsi nella donna.
Non ho molta scelta... Deve essere Benedetta, altrimenti non sopravvivrà... Deve riuscire ad assorbire le due Energie e renderle sue, senza soccombere... Io posso provare a purificarle dall'esterno...
Portiamola fuori, sull'altare di fronte all'Oracolo di Smeraldo.
Buona idea.
Quante possibilità ha di salvarsi?
Typhon sul momento non rispose. La percentuale di salvezza variava in base alla forza spirituale della donna e al proprio desiderio di vivere. Quelle schegge non avrebbero mollato la presa molto facilmente, dovevano essere indebolite all'interno e dall'esterno. La trasportarono fino al grande altare di marmo, dove venne adagiata distesa: le convulsioni erano ancora forti ma l'Uragano sapeva come sedarle.
... Guardami negli occhi, ok? Resta indirizzata su di me e ascolta... Ora io inizierò un rituale per purificare il Fuoco ed il Vento che ti stanno aggredendo dall'interno, ma non posso fare nulla senza il tuo aiuto. Dovrai contrastarli e sopportare fino a quando non avrò terminato. Non appena comincerò la purificazione, tu sprofonderai in una dimensione onirica spirituale, a quel punto potrò comunicare con te e capiremo come agire. Non sei destinata a perire, ma devi combattere la paura della morte e farti forza, altrimenti sarà tutto inutile. Ora chiudi nuovamente gli occhi...
Deglutì sonoramente, il ragazzo, iniziando ad aumentare il livello di Concentrazione. La mano al centro del petto mandò un impulso di Mana autentico e destabilizzante verso Anko, che infatti perse i sensi quasi subito. In realtà, più che perdere i sensi, essa assunse un corpo spirituale dentro a se stessa, in una realtà analoga al proprio inconscio. Difatti, i suoi vestiti c'erano ed erano intatti, anche la sua arma stava lì, nella sua mano, ancora pronta per essere usata.
Anko, riesci a sentirmi? In questo momento dovresti trovarti in un luogo pacifico e positivo dei tuoi ricordi. Lo Spirito recupera le memorie direttamente dalla tua emotività, donandoti uno spazio genuino. Rispondimi, riesci a sentire la mia voce dentro di te?
Il Castello "Kaminoi", sede del Dojo dove la Minazuki si era allenata per tanti, tantissimi anni, a stretto contatto con il nonno.
Ora come ora non puoi provare dolore, ma in verità il tuo corpo sta subendo l'influenza negativa dell'attacco dello Spettro. Da un momento all'altro dovrebbero apparire le personificazioni dei due Elementi che ti stanno affliggendo. Io sto effettuando un rituale di purificazione della loro energia, così che tu possa esorcizzarli del tutto e assorbirli in te. Ma affinché io riesca nell'intento, tu dovrai tenerli occupati, fronteggiandoli.
Proprio in quell'istante, infatti, davanti agli "occhi" di Anko apparvero i due Elementi ostili. Avevano assunto l'aspetto consono alle dottrine di combattimento della donna e non sembravano affatto essere intenzionati a fare i bravi. Entrambi infatti sguainarono le loro armi oniriche, intenzionati ad attaccare la personificazione della Minazuki da un attimo all'altro. Una sottile aura nera pervadeva entrambi, anche se, a partire dalla zona delle caviglie, sembrava invece essere di un colore più chiaro, brillante.
Ti accorgerai dell'avanzamento del rituale da qualche variazione visiva, anche se non so dirti quale sarà. La buona notizia è che la tua arma non potrà rompersi o infrangersi, la cattiva è che i danni che subirai si rifletteranno anche sul tuo vero corpo. Cerca di superare i tuoi limiti e ingaggia questa battaglia come se fosse l'ultima della tua esistenza. Ho visto come ti sei comportata contro lo stronzo, sei una tosta... Dimostralo anche al Fuoco e al Vento, in questo modo di accetteranno prima.
Quelle ultime parole, un po' criptiche, precedettero un altro cambiamento nell'aspetto di Anko. I suoi vestiti infatti mutarono, diventando in tutto e per tutto la divisa da addestramento che indossava ai tempi delle lezioni al Dojo, anni prima. Evidentemente era il modo in cui il suo Spirito Guerriero cercava di agevolarla nella battaglia, con la poca energia rimastale dentro. La sottile aura brillante saliva piano piano, prendendo il posto di quella nera, ma limitarsi solo a schivare e difendersi non era per nulla contemplato.
Ganbatte!
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da Anko » 01/01/2018, 13:40
Riusciva a percepire ciò che le stava accadendo intorno, senza però esserne pienamente consapevole. Le braccia forti di Typhon la stringevano, mentre lei rimaneva con la schiena attaccata al suolo, sdraiata, soffrendo un dolore lancinante che la portava sempre più vicina alla morte. Il suo destino dunque era quello di perire in una battaglia? Era tanta la rabbia che si accumulava di fronte a quel pensiero, un pensiero che le impediva di accettare la morte con serenità, che rischiava di rendere il suo Spirito uno Spirito incapace di oltrepassare nell'aldilà. Sapeva di quel pericolo, ne era consapevole, ma non era in grado di arrestare quel sentimento, un sentimento che scaturiva dalla sua indole fatta di impetuosità e coraggio, non certo di freddezza e lucidità. I Monaci, nel frattempo, erano giunti per dare una mano al Seal, traducendo ciò che Anko stava cercando di dirgli. Quel dolore che la bruciava e quelle sferzate che martoriavano la sua testa: non erano naturali, non erano di questo mondo ma la Minazuki non possedeva alcuna conoscenza del Conflux e delle Gilde per poter comprendere da sola di essere stata infettata dagli elementi negativi del mostro. I primi a rendersene conto furono proprio i Monaci e poi di riflesso Typhon, che per ascoltare meglio le posò una mano al centro del petto.
... non le resta molto tempo...
... perché... così tanto...dilatati?
... Credo che... siano... dentro al corpo.
Le spade... invece sono ancora lì... Forse... il Fuoco e il Vento... opprimendo.
Non riusciva a comprendere tutto ciò che si stavano dicendo. Non possedeva la concentrazione e la forza necessarie per farlo, ma di una cosa era sicura: stava morendo e per mano di qualcosa che sorprendeva sia i monaci che l'Uragano, ancora inginocchiato di fronte a lei.
...Deve essere Benedetta... non sopravvivrà... Deve... assorbire... Energie... senza soccombere... ...provare a... dall'esterno...
... sull'altare... Oracolo...
Buona idea.
Quante... salvarsi?
Non le piacque la non risposta del Seal. L'Uragano sembrava non volersi focalizzare sulle possibilità di salvezza della Minazuki, come se ci fossero alte probabilità che ella morisse, che ella non ce la facesse. Non la conosceva, non conosceva il suo spirito combattivo anche in punto di morte. Non si stava lasciando andare ad essa proprio perché non voleva accettare che la propria fine potesse essere così vicina. Con uno slancio dettato da quel profondo attaccamento alla vita, Anko ritrovò la forza per alzare il braccio destro, stringendo con forza il primo lembo di stoffa che le capitò a tiro. Quello del completo di Typhon per la precisione. La forza con cui strinse il pugno (16/d20 + 34 T/F= 50) lasciava intendere quanta energia ancora potesse celare quella giovane donna dentro di sé, nonostante il dolore, nonostante le ferite, nonostante -e forse proprio a causa di essa- la morte imminente.
... Shinanai... tsumori... dayo...! [Io non morirò!]
Lo sforzo le costò molto, spingendola ad abbandonarsi fra le braccia del Seal quando questo la prese e la portò di fronte all'Oracolo. L'aria fresca dell'esterno era al tempo stesso un sollievo e un fastidio per la guerriera orientale, che trovava in essa un palliativo al calore interiore e un motivo per sentire profondi brividi di freddo percorrerle la schiena. Una volta adagiata sull'altare, proprio sotto l'Oracolo di Smeraldo, Anko vide nuovamente Typhon sopra di lei, cercare di parlarle di rivolgerle parole importanti per lei e per la sua sopravvivenza. Se fino a qualche attimo prima era difficile concentrarsi, la Minazuki provvide a fare un altro sforzo, per tentare di capire ciò che il Drago stava cercando di dirle (16/d20 + 14 Concentrazione= 30).
Ora io inizierò un rituale per purificare il Fuoco ed il Vento che ti stanno aggredendo dall'interno, ma non posso fare nulla senza il tuo aiuto. Dovrai contrastarli e sopportare fino a quando non avrò terminato. Non appena comincerò la purificazione, tu sprofonderai in una dimensione onirica spirituale, a quel punto potrò comunicare con te e capiremo come agire. Non sei destinata a perire, ma devi combattere la paura della morte e farti forza, altrimenti sarà tutto inutile.
... Wakatta...
Ora chiudi nuovamente gli occhi...
Si stava affidando a lui. Si stava affidando completamente nelle mani di un gaijin, un gaijin che stava lottando insieme a lei per far sì che non soccombesse. Se il nonno l'avesse vista, cosa avrebbe pensato di lei? Sarebbe stato orgoglioso della sua nipotina oppure avrebbe definitivamente creduto che la scelta di suo padre era stata un enorme, incredibile sbaglio? Le veniva da piangere a quel pensiero, ma cercò di scacciarlo, abbassando le palpebre come le aveva chiesto di fare il Seal. Sentì di nuovo la sua mano sul proprio petto e poi un colpo di energia che la fece svenire, trasportandola in un luogo dove tutto il dolore, tutta la sofferenza erano sparite. Un luogo che per lei era da considerarsi casa.
Kaminoi no shiro...
Anko, riesci a sentirmi?
La voce di Typhon la raggiunse forte e chiaro all'interno di quel luogo che sembrava sospeso in un tempo indefinito. Anko riusciva a riconoscere ogni singolo dettaglio della terra che considerava casa propria: gli alberi di ciliegio disposti perfettamente come li ricordava, le mura del castello ristrutturato di recente per volere del nonno, la terra bruna e compatta. Nulla era fuori posto, ovunque ella provasse a posare il proprio sguardo. Era stupefacente, qualcosa di indescrivibile. Non sapeva ancora se credere di star sognando oppure no, ma se fosse stato veramente tutto un sogno avrebbe sentito la voce dell'Uragano ovunque e da nessuna parte, mentre cercava di spiegarle che cosa avrebbe dovuto fare? Era in procinto di morire e adesso si sentiva più viva che mai. Qualunque miracolo avesse fatto il Seal, gliene sarebbe stata eternamente grata.
In questo momento dovresti trovarti in un luogo pacifico e positivo dei tuoi ricordi. Lo Spirito recupera le memorie direttamente dalla tua emotività, donandoti uno spazio genuino. Rispondimi, riesci a sentire la mia voce dentro di te?
Sì... Ti sento, Seal-san!
Sarebbe bastato pronunciare quelle parole ad alta voce per far sì che arrivassero anche al Terran? Typhon sembrò rispondere al suo richiamo proseguendo a parlare, dando una spiegazione di ciò che sarebbe successo e di ciò che avrebbe dovuto fare.
Ora come ora non puoi provare dolore, ma in verità il tuo corpo sta subendo l'influenza negativa dell'attacco dello Spettro. Da un momento all'altro dovrebbero apparire le personificazioni dei due Elementi che ti stanno affliggendo. Io sto effettuando un rituale di purificazione della loro energia, così che tu possa esorcizzarli del tutto e assorbirli in te. Ma affinché io riesca nell'intento, tu dovrai tenerli occupati, fronteggiandoli.
Assorbirli?! Ma di cosa stai parlando?
Forse non avrebbe mai ricevuto risposta, perché in quel momento le due entità profetizzate dal Seal si materializzarono di fronte agli occhi della Minazuki, con abiti ed armi tipicamente orientali. Pareva quasi di riuscire a percepire la loro essenza, non fatta di carne e sangue come esseri umani, ma Vento e Fuoco. Era tutto assurdo, era tutto maledettamente assurdo, ma non per questo Anko si sarebbe tirata indietro di fronte alla possibilità di un'altro scontro.
Ti accorgerai dell'avanzamento del rituale da qualche variazione visiva, anche se non so dirti quale sarà.
I piedi... l'aura che li circonda e totalmente diversa da quella del resto del corpo...
La buona notizia è che la tua arma non potrà rompersi o infrangersi, la cattiva è che i danni che subirai si rifletteranno anche sul tuo vero corpo. Cerca di superare i tuoi limiti e ingaggia questa battaglia come se fosse l'ultima della tua esistenza. Ho visto come ti sei comportata contro lo stronzo, sei una tosta... Dimostralo anche al Fuoco e al Vento, in questo modo ti accetteranno prima.
Mi dovrai molte spiegazioni quando uscirò di qui!
Ganbatte!
Con quell'ultimo augurio, si chiusero completamente le comunicazioni fra lei e Typhon. Anko fissò orgogliosa i due avversari, mentre i suoi abiti mutavano forma, assumendo quella della veste d'addestramento che utilizzava durante un combattimento nel dojo. Il Naginata si materializzò di nuovo fra le sue mani, come se in realtà non avesse mai subito alcun danno. Ora che poteva sentirsi nuovamente completa, la Minazuki si mise in posizione difensiva, mentre studiava la situazione e teorizzava la strategia migliore.
Sono in svantaggio numerico, questo è un dato di fatto, ma a differenza loro io conosco bene il nostro "campo di battaglia"... Affrontarli insieme in uno scontro diretto non è saggio... Devo dare modo a Seal-san di completare il suo rituale e mantenerli occupati fino al suo completamento. Ma scappare... no, non ho voglia di fuggire di fronte a loro. Se questa è la mia dimensione spirituale, sono loro a doversene andare.
Vento e Fuoco non erano certo due avversari calmi ed accorti. Erano elementi pericolosi, che sapevano far male e risultare molto ostici da sconfiggere. Poteva conoscere lo stile di combattimento, ma ignorava in che modo lo mettevano in pratica e non poteva buttarsi in mischia senza comprendere lo schema dei loro movimenti. Avrebbe dovuto spingerli a scoprirsi per primi, osservare di cosa erano capaci.
Questa è casa mia! E voi non siete i benvenuti! Avanti, chi di voi due è così pazzo da volermi sfidare nella mia dimora, mh? Fatevi sotto vigliacchi! Vi rispedirò da dove siete venuti!
Si sarebbero lanciati tutti e due insieme oppure uno sarebbe partito prima dell'altro? Erano dei maestri nell'uso delle loro armi o dimostravano delle falle? Erano avversari accorti o avventati? Si fece tutte quelle domande Anko, mantenendo una posizione difensiva e la possibilità di una via di fuga in caso di doppio attacco. Doveva essere pronta a deviare entrambe le loro lame se necessario e sgusciare fuori da una presa a tenaglia.
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da Typhon » 01/01/2018, 20:18
Rispondimi, riesci a sentire la mia voce dentro di te?
Sì... Ti sento, Seal-san!
Typhon rimase un attimo spiazzato: quando mai aveva detto alla donna il proprio cognome? In realtà la risposta era semplice: la connessione spirituale che stava avvenendo tra loro li metteva in stretta correlazione cognitiva. Typhon riusciva a parlare alla sua mente proprio perché, per il momento, essa era come un libro aperto per la donna. Parlando in modo spiccio, ella aveva avuto accesso alle informazioni base contenute nella memoria del ragazzo grazie alle proprie abilità meditative.
Io sto effettuando un rituale di purificazione della loro energia, così che tu possa esorcizzarli del tutto e assorbirli in te. Ma affinché io riesca nell'intento, tu dovrai tenerli occupati, fronteggiandoli.
Assorbirli?! Ma di cosa stai parlando?
La loro influenza dentro di te è ormai troppo radicata. Il tuo Spirito, qualora fossero espulsi completamente, ne uscirebbe profondamente colpito e turbato. L'unica soluzione valida affinché l'attacco dello Spettro non abbia nessun effetto negativo su di te è trasformare ciò che ti indebolisce in qualcosa che ti fortifichi.
Parlava svelto, pratico, conscio di tutte le implicazioni del caso, proprio come un vero e proprio punto di riferimento. Anko aveva deciso di affidarsi completamente a lui e lui in cambio voleva rappresentare una presenza ferma, capace di infonderle coraggio e ausilio. Intanto, le due versioni personificate di Vento e Fuoco apparvero davanti agli occhi Spirituale della Minazuki, brandendo delle armi minacciose. La purificazione sarebbe avvenuta del tutto una volta che l'aura attorno ad esse si fosse schiarita del tutto.
Mi dovrai molte spiegazioni quando uscirò di qui!
Molte più di quante tu ne possa immaginare... ... Ganbatte!
A quel punto, l'Uragano decise di lasciare le sorti del combattimento completamente nelle mani della guerriera, concentrandosi sul rituale. Stabilizzare il Vento e il Fuoco non era semplice in quanto il secondo Elemento in lui fosse solo Semi Dinamico e non Dinamico del tutto. Non temeva di non farcela, ma era preoccupato più che altro che Anko non potesse resistere troppo a lungo. Intanto, nella dimensione onirica, lo scontro poteva definirsi effettivamente iniziato.
Questa è casa mia! E voi non siete i benvenuti! Avanti, chi di voi due è così pazzo da volermi sfidare nella mia dimora, mh? Fatevi sotto vigliacchi! Vi rispedirò da dove siete venuti!
Le due entità non risposero. In realtà più che non volere, non poterono. Non erano dotate di capacità comunicative ma solo di una essenza cosciente, capace di guidarle nei loro atti e comportamenti. Per questo motivo, anche gli insulti che ricevettero non sortirono particolari effetti, perché il loro unico scopo era quello di eliminare la "padrona di casa". Il Vento si mise a far roteare la spada in suo possesso, mentre il Fuoco, depositate le proprie, si chiuse in una posizione di concentrazione Ninja. In breve, diverse copie dell'entità si moltiplicarono a cerchio, circondando la Minazuki bloccata in quella sorta di trappola difficile da contrastare. Nello stesso istante, il Vento parve quasi confondersi con l'aria, perdendo fisicità, per poi riacquistarla direttamente alle spalle della guerriera. L'attacco, pur essendo ben congegnato, non andò a buon fine ed Anko riuscì a girarsi in fretta bloccando l'offensiva avversaria. Il problema fu quando invece provò a fare un salto indietro per creare distanza con il nemico. Una lama affilata come un rasoio eseguì un taglio in diagonale sulla schiena di lei, facendole intendere il grosso guaio che stesse correndo. Avvicinarsi troppo ai limiti del cerchio avrebbe provocato un attacco fulmineo da parte del Fuoco, quindi l'unica soluzione era stare a stretto contatto col Vento. Quella battaglia era appena cominciata ma la differenza numerica già si faceva percepire, oltre che la bravura tattica dei due Elementi incredibilmente affini.
Che ti succede?! Hai iniziato a sanguinare sulla schiena! Fai attenzione!
Il Vento tornò immediatamente all'attacco, cercando di sferrare ben tre colpi in sequenza, due di taglio, uno di affondo. Se non altro, quando Anko non stava troppo vicino al cerchio, il Fuoco non muoveva azioni offensive nei suoi confronti, permettendolo di concentrarsi su un avversario solo. Nel frattempo, l'aura intorno ad entrambi saliva e saliva, ma con una lentezza quasi fastidiosa. La seconda tattica del Vento fu quella di tramutarsi in Aria, riapparire a caso dietro, di lato o di fronte alla Minazuki e colpirla con un calcio verso le copie del Fuoco. Stava alla bravura della donna riuscire a comprendere in tempo dove apparisse il nemico ed eventualmente schivare il colpo. Accadde la bellezza di altre quattro volte: lato destro, lato sinistro, davanti e alle spalle. Infine, come ultimo attacco prima che il cerchio si sciogliesse e le copie del Fuoco scomparissero, tutte si lanciarono addosso alla donna... Ma qual era la versione reale?!
Punti Spirito di Anko: 100
Ogni attacco andato a segno contro di lei effettua -5 Punti Spirito. Una volta raggiunto lo zero, Anko soccombe al Fuoco e al Vento, venendo sconfitta.
Numero Azioni restanti al completamente del rituale: 4
Attacchi con Lama
1°= CD T/F 44 2°= CD T/F 41 3° = CD T/F 47 4° = CD T/F 40
Attacchi Furtivi contro il Cerchio
1° = CD T/F 42 2° = CD T/F 43 3° = CD T/F 44 4° = CD T/F 45
Attacco Finale
1° = CD T/F 49
Effettuare un 1 significa fallimento critico di difesa e porterà i Punti Spirito da -5 a -10 per l'attacco subito. Effettuare un 20 significa un successo critico di difesa con parata e restituirà +5 Punti Spirito. Il valore di +5 per un 20 può oltrepassare la soglia dei 100 Punti Spirito, in quel caso, per ogni +5 sopra il 100, Anko ottiene un +1 ad ogni prova di T/F.
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da Anko » 10/01/2018, 1:18
Ti sento, Seal-san!
Sapeva il suo nome per intero. Merito della connessione spirituale che si stava verificando fra di loro, mentre lei giaceva per terra, bloccata in quella dimensione con Typhon che provvedeva a purificare gli elementi insinuatisi nel suo spirito. Fuoco e Vento non avevano alcuna buona intenzione nei suoi confronti. L'avrebbero attaccata, l'avrebbero uccisa per proseguire un compito lasciato loro dal mostro che si era cibato di quelle due forze elementali, tramutandole in negative. Per Anko si metteva molto male, ma la giovane donna non era il tipo di persona che si arrendeva tanto facilmente. In questo ricordava molto il vecchio Typhon o anche quello attuale. Il suo orgoglio era la sua più grande forza, specialmente perché in quanto donna tutti avevano sempre cercato di affossarla, di farla sentire da meno rispetto ad un uomo. Avrebbe dimostrato a chiunque, anche ai due Elementi che Anko Minazuki non era affatto quel tipo di persona.
Assorbirli?! Ma di cosa stai parlando?
La loro influenza dentro di te è ormai troppo radicata. Il tuo Spirito, qualora fossero espulsi completamente, ne uscirebbe profondamente colpito e turbato. L'unica soluzione valida affinché l'attacco dello Spettro non abbia nessun effetto negativo su di te è trasformare ciò che ti indebolisce in qualcosa che ti fortifichi.
Faceva ancora molta fatica a comprendere ciò che stava tentando di spiegarle l'Uragano, ma si affidò a lui non potendo sperare di cavarsela da sola in una situazione che a malapena capiva. Una volta lasciata sola, la Minazuki tentò di approcciarsi con i due avversari provando a schernirli e osservando la loro reazione in merito. Non ne ebbero nessuna, come se non avessero una coscienza propria, il che era altamente probabile. Ma si prepararono subito all'attacco, il Fuoco moltiplicando varie copie di sé stesso che chiusero Anko all'interno di un cerchio; il Vento sparendo e ricomparendo dietro le spalle della giapponese guerriera, tentando un colpo che ella riuscì a bloccare grazie ai riflessi sviluppati.
Devo allontanarmi da qui!
Tentò un salto che la portasse il più lontano possibile dal suo avversario principale, ma non appena ella si avvicinò al cerchio costituito dalle copie del Fuoco, una di esse si mosse colpendola in diagonale sulla schiena e provocandole un forte dolore, sebbene non ci fosse alcuna perdita di sangue.
Che ti succede?! Hai iniziato a sanguinare sulla schiena! Fai attenzione!
Lo so, lo so DANNAZIONE!
Odiava perdere. Era uno dei peggiori difetti che il nonno avesse riscontrato il lei, il non riuscire a riconoscere la sconfitta come un insegnamento dal quale trarre il massimo dei benefici. Per Anko, ogni perdita diventava un motivo per alimentare ancora di più la propria voglia di rivalsa, superando il rivale contro il quale aveva perso. Era consapevole che quella non fosse una battaglia facile. L'idea migliore sarebbe stata quella di fuggire, nascondersi in qualche punto ben conosciuto dalla Minazuki e rimanere nelle retrovie, in attesa di cogliere i propri avversari di sorpresa. Magari in una delle stanze avrebbe potuto trovare lo stesso arco composito utilizzato dal nonno per insegnarle il kyudo. Ma lei non era mai stata una tipa tanto fine al livello strategico. Sapeva utilizzare il cervello, ma sempre in battaglia, nello scontro corpo corpo. Non resistendo all'impulso di una vittoria faccia a faccia con il proprio nemico, rispetto ad una meno pericolosa ma più efficace.
Non devo lasciarmi prendere dalla mia voglia di rivalsa... Calma Anko, il nonno ha sempre detto che devi mantenere il tuo spirito calmo.
Ci provava con tutta sé stessa. Anche prima, durante lo scontro con lo Spirito, aveva tentato lo stesso tipo di approccio che il suo shisho le aveva fornito in anni e anni di addestramento, cercando di smussare quel carattere così impavido e ribelle, pronto a gettarsi prepotentemente nella mischia. Mantenne la guardia alta la Minazuki, ma fu una strategia poco efficace di fronte ad un nemico che si mosse come il Vento stesso, tentando tre attacchi contro la giovane guerriera. Il primo, un taglio, venne intercettato dalla sua lama, costringendo il Vento ad abbassare la punta della spada. Il secondo la colpì, purtroppo, provocandole dolore, ma non abbastanza da impedirle di schivare l'ultimo attacco, il terzo, con una capriola all'indietro. L'affondo sarebbe potuto essere pericoloso e sebbene non stesse sanguinando -non in quella dimensione- poteva percepire il dolore della ferita che le aveva inflitto il suo avversario. Nel frattempo, il cerchio delle copie del Fuoco rimaneva stabile, non intervenendo nello scontro per nessun motivo.
Che diavolo intende fare rimanendosene fermo lì?
Già, sarebbe stato più logico per lei vedersi attaccata da entrambi i guerrieri nello stesso momento. Ma anche in quel caso essi risultavano molto letali, specialmente perché impedivano ad Anko qualunque via di fuga. E ben presto la giovane donna scoprì che i due Elementi erano più che in grado di lavorare in coppia, esibendo un attacco che per lei fu molto difficile contrastare. Anzi, quasi del tutto impossibile.
AAAAH! GHHH!
Il primo calcio venne parato dalla Minazuki, che riuscì ad intercettare la figura del Vento prima che egli la scagliasse contro una delle copie del Fuoco. I restanti tre attacchi però andarono a segno senza che ella potesse fare nulla, con l'avversario che spariva e riappariva in ogni punto mentre lei subiva e veniva ferita dal suo compagno fatto di Fiamme. L'ultimo attacco la vide inginocchiarsi per terra, con una gamba sola, cercando di resistere al dolore. Dunque lei era così debole? Aveva peccato di superbia nel credere di poter essere una delle guerriere più forti del mondo? Le bruciava pensarlo, come se fosse lei fatta di Fuoco, un Fuoco alimentato da un Vento furioso. L'ultima stangata finale poi gliela diede l'attacco a sorpresa del guerriero di Fuoco, che le andò addosso con ogni copia di sé stesso. Tentò una difesa disperata Anko, girando il proprio naginata a 360° gradi per colpire e schivare l'attacco. Ma fu inutile, perché l'avversario la colpì prima ancora che ella riuscisse a completare il giro, costringendola a portare una mano là dove era stata ferita, sentendo un dolore lancinante. E la rabbia continuava a salire sempre di più, sempre di più, mentre vecchi ricordi affioravano nella sua mente, ricordi di una bambina che lottava ogni giorno per conquistarsi un posto in quel mondo dove nascere femmina significava nascere debole.
Ehi Anchan! Anche questa volta ti ho sconfitto! Aahahahahah!
Grrr... Non... chiamarmi... Anchan...
Ma guardatela! Nemmeno riesce ad alzarsi in piedi. Arrenditi Anchan: tu non sarai mai una grande guerriera.
Questo lo dici tu! Ci vediamo la prossima volta Mikage e te la farò pagare!
Ooooh la piccola Anchan vuole farmela pagare... ... Dai, se la prossima volta riesci a colpirmi ti prometto che ti regalo una bella bambola! D'altronde dovrebbero essere questi gli interessi di una femmina no? Compiacere il marito e occuparsi dei figli... Vero Anchan?
BA****DO!!!
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Mikage-san si è lamentato del tuo comportamento scorretto.
Lo so, ma...
Non mi piace questo tuo modo di fare, Anko! Disonori il tuo nome comportandoti così.
Lui continuava a prendermi in giro!
E questo ti dà il diritto di comportarti come un gatto randagio e prenderlo a morsi e graffi?
Adesso almeno imparerà ad riflettere prima di parlare, quello st****o!
Anko! Ti proibisco di utilizzare questo linguaggio se non vuoi che ti cacci immediatamente dal mio dojo!
... Scusatemi, nonno.
Sei una Minazuki, sei destinata ad un compito unico e speciale. Devi controllare la tua rabbia, privarti di essa e fare tesoro dei tuoi errori. Ogni volta che perdi impari qualcosa di nuovo, ma se non controlli la tua ira non sarai mai una vera guerriera. Mi hai capito Anko?
Sì, nonno.
Ora vai ad allenarti.
Ma... Non mi guarisci prima?
No. Devi imparare a sopportare il dolore. Riconosci le tue debolezze e fortificale. Sei una donna, come tale ti stanchi di più e hai meno resistenza. Anche se ora ti fanno male tutti i muscoli, voglio che riprendi gli allenamenti fino a quando non riuscirai nemmeno più a camminare. Solo allora potrai riposarti. Sono stato chiaro?
Sì...
Bene. Al lavoro.
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Minazuki-san vince contro Mikage-san. L'incontro è concluso!
Non... è possibile! Come diavolo hai fatto?! Eri a terra! Ti avevo in pugno!
Non lo so, Mikage. Forse eri troppo sicuro di te e hai sottovalutato una cosa fondamentale...
E cioè? Che cosa?
... Che vedere la tua schifosa faccia contornata dai brufoli mi ha fatto salire ancora di più la voglia di prenderti a calci nel culo. Alla prossima... sfigato!
.........
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Hai vinto.
Lo so nonno!
Sento allegria nella tua voce.
Perché... non dovrebbe esserci?
Perché ancora una volta hai lasciato che la rabbia ti consumasse. Sei partita bene, hai cercato di tenere le tue emozioni sotto controllo, ma alla fine ti sei lasciata di nuovo andare. Questo è un male.
... Però ho vinto.
Ma è sbagliato il modo.
Ma non avrei potuto vincere in nessun altro modo, se non trasformando la mia rabbia nella spinta che mi serviva a non mollare. Ero a terra nonno e lui continuava a ridere di me. Era sicuro di vincere perché mi ha sempre vista come debole, non degna di frequentare il vostro dojo! E la rabbia mi ha dato la forza di non lasciarmi andare... Di combattere ancora! Anche se mi facevano male le gambe, anche se avevo le braccia a pezzi. ... Non è questo ciò che mio nonno ha sempre cercato di insegnarmi? Spingermi oltre i miei limiti per diventare più forte di chiunque altro?
........ Riprendi gli allenamenti.
... Nonno?
Cosa c'è?
A parte tutto questo, tu... Sei fiero di me?
... Sì. Torna ad allenarti.
Corro!
Gggh! Sto... bene Seal-san! Non preoccuparti!
Era chiaro che nel vedere nuove ferite formarsi sul corpo della Minazuki, Typhon si sarebbe di nuovo preoccupato. Tuttavia la sua preoccupazione non faceva altro che alimentare ancora di più il desiderio di farcela, di sconfiggere quei due ba****di e soprattutto addomesticarli, così che la smettessero di provare ad ucciderla una volta per tutte. Si rimise in piedi, lo sguardo acceso da una furia bestiale, ma controllata. In tutti quegli anni, nel combattere ogni volta con l'emozione che prendeva il sopravvento, alla fine aveva imparato non a scacciarla del tutto, bensì a renderla sua schiava nei momenti di maggior bisogno. Era un sentimento il suo che non sarebbe mai potuto sparire facilmente, a causa del suo passato, fatto di difficoltà molto forti da affrontare per una semplice bambina. Era arrabbiata, lo era sempre stata con il mondo intero, con quello maschile che l'aveva sempre considerata da meno. Persino suo nonno, all'inizio, aveva dubitato di lei, una cicatrice che la Minazuki si portava nel cuore ovunque ella andasse. Ma adesso che la rabbia bruciava, adesso che l'ira sferzava, la guerriera giapponese non era più disposta a permettere ai suoi rivali di metterla nuovamente in ginocchio.
Voi, ba****di! Sapete chi sono io? Sono Minazuki Anko, la più grande guerriera esistente nel mondo magico! Credete di potermi sconfiggere con i vostri trucchetti? Vi prenderò il culo talmente tanto a calci che mi chiederete perdono in ginocchio per aver osato irrompere qui, a casa mia, nella mia dimora SENZA CHIEDERE IL PERMESSO A MINAZUKI-SAMA! Il primo passo fu uno scatto veloce verso il guerriero di Vento, acquisendo la velocità che le serviva per puntare la lama del Naginata a terra e... Saltare. Non un semplice salto, ma un salto in rotazione, che terminasse con un possente calcio in faccia al suo avversario, in maniera tale da stordirlo. Se fosse riuscita dunque nel suo intento, la Minazuki gli avrebbe tirato un altro colpo, centrando il petto, con la parte non acuminata della sua arma, infliggendogli una spinta tale da liberarsi il passaggio per spingersi verso l'avversario di Fuoco.
YAAAAAAH!
Non fu così sciocca da imbracciare con lui un corpo a corpo. No, il vantaggio di possedere un'arma lunga era proprio quella di potersi mantenere a distanza ma riuscire ugualmente a colpire il proprio avversario. Anko pareva muovere i piedi con una scioltezza disarmante, mentre muovendo le braccia faceva effettuare un mezzo giro al naginata, così da colpire di taglio, sempre sul petto, il proprio rivale. Poi fu la volta di un secondo mezzo giro, disegnando un arco nel cielo, così da avere la punta affilata rivolta nuovamente verso il Vento. Quella che l'aveva fatta incazzare di più. E lì affondare con un colpo preciso e netto, in maniera da trapassarlo da parte a parte.
Sayonara, st****o!
Quanto avrebbe goduto se il colpo fosse andato a buon fine! Ma non poteva rimanersene lì, in mezzo ai due nemici. Tenendo bene in alto il naginata, così da scongiurare altri eventuali attacchi, Anko si tirò indietro con un'altra capriola, rimettendosi subito in piedi ed in posizione di difesa. Fuoco e Vento avrebbero reagito oppure sarebbero rimasti spiazzati dallo spirito guerrafondaio ritrovato dalla giapponese? E soprattutto, quanto tempo ci avrebbe impiegato ancora Typhon per completare il rituale?
Seal-san! Quanto tempo ho ancora per gonfiarli? Sai com'è... Qui ho appena iniziato a scaldarmi a dovere.
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da Typhon » 11/01/2018, 0:05
Il corpo di Anko cominciò a subire gli attacchi che ella stava ricevendo nella dimensione onirica. Aveva un fisico forte, temprato, per questo anche i tagli che si creavano su di esso non erano ancora esageratamente profondi. Però andare avanti così avrebbe rappresentato una morte certa, specie perché il rituale stava occupando molto più tempo del previsto. Typhon avrebbe voluto fare in fretta, ma era la prima volta che eseguiva qualcosa di simile, suo malgrado.
Anko...
Gggh! Sto... bene Seal-san! Non preoccuparti!
Gli Spiriti sono irrequieti come non mai. Lo s****zo deve averli caricati proprio alla grande con la negatività. Non devi semplicemente limitarti a sconfiggerli... ... Devi domarli.
Domare il Fuoco e il Vento: come fare in una impresa così tanto assurda e complessa all'apparenza? Alla donna non restava altra scelta se non provare a domarli utilizzando tutta l'energia che aveva dentro, tutto l'orgoglio, tutta la furia. Sarebbe bastato quell'atteggiamento per porre fine una volta per tutte a quella sofferenza? A quello scontro? Andava iniziando il round numero due e la Minazuki sembrava aver recuperato grinta a non finire.
YAAAAAAH!
Il calcio che tentò di sferrare contro il Vento andò a segno, anche se non tutta l'intensità che ella aveva impresso in esso. Era un avversario resistente ed ostico, ma comunque vulnerabile e quel colpo andato a buon fine ne fu la prova. L'affondo della lama fu schivato per un soffio e la distanza sempre mantenuta dalla combattente riusciva a tenere a bada il problema dello svantaggio numerico. E quando poi ella tentò di penetrare efficacemente il corpo del nemico...
Sayonara, st****o!
L'hai preso? Ho sentito un fremito molto potente! Il Vento è stato scosso, ne sono sicuro... ... Però un attimo, qualcosa non va...
Typhon tolse le parole di bocca ad Anko. Il Vento venne trafitto da parte a parte, ma quando la donna estrasse la lama dal centro del petto, ecco che la ferita prese a rimarginarsi. Aveva sofferto, quello era indubbio, ma il sorriso spontaneo che gli nacque sul volto lasciava intendere che fossero guai seri. Erano di nuovo fermi, ognuno aspettando il momento giusto per attaccare, per sferrare la propria strategia offensiva.
Seal-san! Quanto tempo ho ancora per gonfiarli? Sai com'è... Qui ho appena iniziato a scaldarmi a dovere.
Purtroppo la connessione dei due Spiriti fece in modo che la donna percepisse distintamente l'eccitazione sessuale dell'Uragano nei suoi confronti. Evidentemente quel tipo di atteggiamento aveva acceso in Typhon un desiderio un po' primordiale, ma fu soltanto l'istinto di un solo secondo. Il ragazzo si concentrò maggiormente, ragionando anche qualora la Minazuki gli avesse spiegato cosa fosse successo al Vento colpito poc'anzi. L'aura continuava a salire ed era giunta quasi fino a metà del corpo, ma si rallentava, non andava più spedita come prima.
... Temo tu non possa domarli così. Potresti riuscire a metterli in seria difficoltà, sfinirli, ma le forze tornerebbero in eterno. Stanno contrastando efficacemente anche il mio tentativo di purificarli, sono tenaci e molto ostinati. Il Monaco Priore mi sta dicendo che la via per sconfiggerli definitivamente si trova lì, dentro di te, quindi non posso agire completamente solo...
Quelle parole poterono essere sì ascoltate ma valutate solo in un secondo momento. Il Vento infatti tentò un nuovo possente attacco, correndo ed andando in scivolata, così da voler colpire Anko all'altezza del lato del ginocchio destro. Il Fuoco, a sua volta, utilizzando una classica tecnica ninja, sfruttò un fumogeno per scomparire e riapparire dietro di lei, in modo da colpirla alla schiena con la lama. A prescindere che i due colpi fossero andati a segno, alzando un attimo la testa per caso, la Minazuki non avrebbe potuto credere ai suoi occhi. In alto, su, verso i piani più alti del grande palazzo e dojo, affacciato ad una delle finestre c'era suo nonno, che la osservava con aria ferma, seria, risoluta. Prima però che lei potesse in qualche modo chiamarlo, egli si ritirò dentro la stanza, scomparendo alla sua vista. Le porte erano aperte, avrebbe potuto raggiungerlo e se così avesse fatto, una volta entrata, improvvisamente, le stesse porte si sarebbero chiuse di botto.
Anko? ... Anko mi senti? Mi percepisci, Anko?! CAZZO.
Anche per lei fu lo stesso. Il contatto con Typhon si interruppe momentaneamente. Non poteva più sentire la voce. Non la sua, almeno.
La forza risiede nella fermezza degli intenti, nella fermezza della mente e del pensiero.
Quella era senza dubbio la voce di suo nonno, una voce che si spargeva come un eco per tutto il palazzo. Era il ricordo di una delle tante lezioni di teorie vissute al dojo durante i primi anni di addestramento. Anko non avrebbe mai potuto dimenticare quel tono, quella placidità nel parlare, quella immensa saggezza. Le scale salivano in su, dirette verso la stanza dove in teoria c'era la finestra presso la quale l'uomo prima si era affacciato.
Attraverso la stabilità del nostro Io, possiamo raggiungere il controllo delle emozioni più irrequiete.
Dopo esser salita di ben quattro piani, la Minazuki si ritrovò di fronte all'ultima porta da oltrepassare.
Oltre a quella c'era davvero suo nonno?
Ci sono due vie per tenere a bada i nostri istinti. Il primo è diventare tutt'uno con essi e svuotarli dall'interno di ogni negatività, aumentandone esponenzialmente l'energia. Il secondo è arginarli e tenerli legati, facendo prevalere la capacità di restare concretamente ancorati verso il nostro obiettivo. Sfortunatamente, il primo metodo è valido solo per coloro che nel combattimento non ripongono belligeranza, ma filosofia di vita. Quindi non mi sto riferendo a nessuno di voi. Però il secondo metodo è possibile ed anzi, risulta essere l'unica via per perfezionarvi e raggiungere un importante traguardo come persone, oltre che guerrieri. È più facile raggiungerlo? Sì, probabile. È semplice arrivarci? Assolutamente no.
La porta non era sigillata e quando la donna la spalancò, al suo interno non trovò assolutamente niente. La finestra era aperta, quello sì, ma il nonno non era presente, si era soltanto insinuato nella sua anima per alcuni attimi. Un rumore più forte lasciò intendere che le grandi porte sbarrate del dojo stavano venendo colpite ripetutamente. Ben presto il Vento e il Fuoco sarebbero entrati, pronti a ricominciare la sfida lasciata in sospeso.
Che sta succedendo?! Non è possibile... Se prima il mio Vento e il mio Fuoco reagivano da soli alla connessione con lei... ... Adesso lo sta facendo anche la Terra.
Era quello l'insegnamento più importante di tutti, era quella la chiave di volta, quello il modo unico per domare i suoi avversari. Anko si era esaltata, aveva addirittura sperato per alcuni secondi che Typhon ci mettesse un bel po' perché aveva "appena iniziato a scaldarsi". Ma non era quello il modo giusto per vincere, stava di nuovo lasciando che le emozioni di risentimento prendessero il sopravvento. Così però anziché annichilirli, lei Vento e Fuoco li alimentava, li rendeva più potenti, a dir poco invulnerabili.
Una cinta di pietre più arginare un falò ed evitare che si propaghi ovunque. Un alto muro può frapporsi anche alla più impetuosa delle trombe d'aria. Quando cercherete di controllarvi, siate come delle pietre, siate come un muro. ... Anko, ti andrebbe di ripetere ad alta voce questo concetto ai tuoi compagni?
Quel ricordo, l'ultimo che ella poté rivivere ad occhi chiusi, sentendo l'eco della voce del suo Maestro, agì dandole infine l'insegnamento più importante. No al panico, no alla furia, sì alla fermezza di raggiungere il proprio obiettivo, mettendosi in gioco e agendo con pugno saldo, ma dal polso morbido. Appena Anko raggiunse quella nuova consapevolezza e intanto le porte di sotto vennero mandate in frantumi, la sua Naginata cominciò a brillare. Si illuminò talmente tanto da diventare quasi accecante e quando la luce scomparve, essa aveva assunto un aspetto completamente diverso.
Riesci a sentirmi oppure no?!
La voce di Typhon tornò forte e chiara in lei. Fuoco e Vento irruppero nella stanza, piuttosto grande da ospitare il terzo round. Non si mossero nuovamente però, aspettando che fosse lei ad agire. Però, stranamente, di tanto in tanto fissavano la sua arma con aria vagamente infastidita.
Oh finalmente! Mi stavo seriamente preoccupando! Ascolta, c'è qualcosa che non quadra... ... Vedi qualcuno connesso all'Elemento Terra lì dove stai?
Oh sì, certo che lo vedeva: era se stessa.
NOTE
La Naginata adesso infligge danni consistenti e letali ai due avversari.
Punti Spirito di Anko: 70
Ogni attacco andato a segno contro di lei effettua -5 Punti Spirito. Una volta raggiunto lo zero, Anko soccombe al Fuoco e al Vento, venendo sconfitta.
Numero Azioni restanti al completamente del rituale: 3
Attacco del Vento
1°= CD T/F 47
Attacco del Fuoco
1° = CD T/F 44
Effettuare un 1 significa fallimento critico di difesa e porterà i Punti Spirito da -5 a -10 per l'attacco subito. Effettuare un 20 significa un successo critico di difesa con parata e restituirà +5 Punti Spirito. Il valore di +5 per un 20 può oltrepassare la soglia dei 100 Punti Spirito, in quel caso, per ogni +5 sopra il 100, Anko ottiene un +1 ad ogni prova di T/F.
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da Anko » 14/01/2018, 19:58
Gli Spiriti sono irrequieti come non mai. Lo s****zo deve averli caricati proprio alla grande con la negatività. Non devi semplicemente limitarti a sconfiggerli... ... Devi domarli.
Domare gli Elementi irrequieti che si erano impossessati del suo spirito. Non poteva chiedere niente di meglio l'orgogliosa Minazuki, che nel riscontrare in essi l'atteggiamento dei sui compagni in passato vide riaffiorare lo stesso spirito vendicativo e rabbioso di un'intera vita. Ogni colpo che riceveva serviva a caricarla sempre di più, fino a quando ella non esplose contro di essi. Calci rotanti, colpi con il naginata, tagli e affondi: il vero motivo per cui Vento e Fuoco avevano reagito al suo spirito era che lo spirito di Anko fosse adatto ad ospitarli completamente. Lei stessa ricalcava molto degli atteggiamenti tipici di questi due Elementi, nonostante suo nonno si fosse dato pena in passato per smorzare questo suo lato. Non c'era riuscito molto bene. La nipote era indomabile, come aveva scoperto a sue stesse spese. Per cui l'unico insegnamento che avrebbe potuto impartirle era come imparare a domare da sola sé stessa. Una lezione che la Minazuki stava ancora imparando.
Sayonara, st****o!
Colpì l'avversario di Vento al centro del petto, affondando la mano nella sua carne. Se di carne si potesse parlare. Un sorriso soddisfatto spuntò sul volto di Anko, al pensiero di essere riuscita nell'intento di colpire il proprio avversario. Erano quel tipo di cose che la esaltavano, che la facevano sentire invincibile, una forte guerriera. Ma lo scontro non si era ancora concluso e quel colpo, apparentemente perfetto, nascondeva un'insidia non da poco.
L'hai preso? Ho sentito un fremito molto potente! Il Vento è stato scosso, ne sono sicuro... ... Però un attimo, qualcosa non va...
Chikushou! [Ca**o!]
Fu un'imprecazione spontanea quella che uscì fuori dalla bocca della guerriera, mentre -nell'estrarre la lama- si rese conto che il suo nemico non sembrava affatto perdere forza o vitalità. Anzi. Il Vento dimostrò un sorriso ancora più sadico di quello precedentemente fatto da lei, mentre la ferita si rimarginava non lasciando in esso alcuna traccia.
Questo stronzo ha il potere di rigenerarsi! Gli ho fatto un buco nel petto e non è servito a niente. Kusokurae! [Fa****o!]
Diventava parecchio colorita la giapponese mentre combatteva, ma si sa, passare tutto il suo tempo di bambina e adolescente insieme a dei maschi l'aveva resa molto sboccata nel parlato quotidiano. A prescindere da questo, l'imprevisto che si era verificato con il suo ultimo attacco non spense affatto la sua voglia di gonfiare i due avversari per sottometterli e schiacciarli. Esattamente come loro, anche Anko, se provocata, alimentava sempre di più la sua voglia di rivalsa, fino a quando non fosse riuscita a raggiungere il proprio scopo. A sue spese, se ne rese conto anche Typhon, la cui reazione -sessualmente eccitato- venne percepita anche dalla Minazuki a causa della loro connessione. Avrebbe fatto però i conti dopo con ciò che aveva sentito, perché di certo Vento e Fuoco non avevano alcuna intenzione di rimanere fermi un secondo di più.
... Temo tu non possa domarli così.
Perchè no? ... Argh!
Il guerriero del Vento tentò di andare in scivolata contro la giovane donna, per colpirle il ginocchio destro. Il suo attacco venne evitato però grazie alla prontezza di riflessi della giapponese (18d20 + 34 TF= 52), che all'ultimo momento riuscì a compiere un salto con relativa capriola in avanti, finendo per distanziarsi di molto dai suoi avversari. Si rimise in piedi quasi all'istante, voltandosi con il naginata sempre pronto a bloccare e colpire.
Potresti riuscire a metterli in seria difficoltà, sfinirli, ma le forze tornerebbero in eterno. Stanno contrastando efficacemente anche il mio tentativo di purificarli, sono tenaci e molto ostinati. Il Monaco Priore mi sta dicendo che la via per sconfiggerli definitivamente si trova lì, dentro di te, quindi non posso agire completamente solo...
Maledizione Seal-san! Così non mi aiuti!
Fu l'ultima cosa che gli disse, non comprendendo le sue parole ma dovendo per forza concentrarsi sulla battaglia considerando ciò che avvenne subito dopo. Il guerriero di Fuoco infatti fece anche lui la propria mossa, sparendo in una nuvola di fumo e riapparendo alle spalle della Minazuki, pronto a colpirla. Ancora una volta, i riflessi allenati di Anko funzionarono a dovere (10d20 + 34 TF= 44), permettendole di voltarsi e di intercettare la lama del suo nemico con il bastone del naginata. In realtà ci riuscì solamente per un pelo, ma fu sufficiente per contrastare il suo colpo ed evitare di farsi ulteriormente male. Quando però, in quel gioco di forza, la giapponese alzò lo sguardo per un singolo instante, vide qualcosa che non avrebbe dovuto esserci all'interno di quel luogo. Anzi, qualcuno per la precisione. Suo nonno, affacciato ad una delle tante finestre del castello. Fu il contatto di un attimo, perché poi parve che egli si ritirasse all'interno, come se stesse invitando la nipote a raggiungerlo. Beh, qualunque fosse il suo piano, riuscì nell'intento, perché la giovane donna -presa dal desiderio di raggiungerlo- diede un calcio negli stinchi al suo avversario, liberandosi di lui per poter correre verso il castello dei Minazuki.
Seal-san è possibile che mio nonno sia entrato nella mia dimensione spirituale! Cerco di andargli incontro, forse lui sa come sconfiggere questi ba*****i!
Fu l'unica spiegazione che diede a Typhon, mentre correva verso le porte del castello, trovandole inspiegabilmente aperte. Senza pensarci, Anko entrò all'interno ma il suo incedere venne bloccato quando le porte si chiusero con uno scatto alle sue spalle, spingendola a voltarsi per comprendere che cosa fosse accaduto.
Seal-san... Seal-san? ... Maledizione!
Aveva perso i contatti con l'Uragano nel momento stesso in cui era rimasta chiusa all'interno del castello. Immaginava che i due avversari non sarebbero rimasti a lungo lontani, per questo motivo la guerriera scelse di proseguire, salendo le scale che l'avrebbero portata verso la stanza dove prima si era affacciato suo nonno. Non sapeva bene cosa aspettarsi, ma sapeva che fra di loro sussisteva un forte legame e non solamente affettivo. Uno dei tatuaggi aveva legato Anko al nonno, permettendole di prendere in prestito la sua forza qualora le fosse servito. In quella dimensione probabilmente non avrebbe funzionato, ma forse Minazuki-shissho era riuscito a raggiungere la nipote, attraverso lo spazio ed il tempo. Almeno così le parve, quando sentì la sua voce saggia e greve parlare, rammentandole una lezione che aveva già ascoltato in passato.
La forza risiede nella fermezza degli intenti, nella fermezza della mente e del pensiero.
Era come avercelo vicino, pur non vedendolo fisicamente. Le parole che il nonno stava pronunciando erano state ripescate da una delle tante memorie di Anko bambina, quando seguiva le sue lezioni insieme al resto del dojo. Se fosse stata al di fuori della dimensione spirituale, probabilmente avrebbe ricordato con maggior confusione il quando ed il dove avesse sentito quelle parole. Invece in quel momento, mentre saliva le scale più in fretta che poteva, le sovvenivano tutti i particolari più insulsi, dal numero di partecipanti -quattordici- al punto dove era seduta -prima fila, centrale- a cosa avesse mangiato quella mattina per colazione -sardine affumicate, riso bianco e té-. Ogni cosa era nitida nella sua testa, ma cosa più nitida che mai era il suo Maestro, che camminava di fronte a loro, guardandoli uno ad uno mentre dava ai suoi allievi una delle lezioni più importanti che potessero apprendere nella vita.
Attraverso la stabilità del nostro Io, possiamo raggiungere il controllo delle emozioni più irrequiete.
Quanto aveva trovato difficile seguire i dettami del nonno, quel giorno. Riuscire a domare sé stessi era stata una delle sfide più grandi per la Minazuki, il cui carattere presentava non certo la calma e la stabilità di un Acuan del Ghiaccio o di un Terran della Terra. Era praticamente una testa calda, sempre pronta a fare a botte quando il prossimo le mancava di rispetto, per nulla incline a lasciarsi sconfiggere da coloro che non la ritenevano degna di proseguire l'eredità di suo padre e quella di suo nonno. Provava tanta rabbia infuocata e sferzante, in quegli anni, che la spingeva a migliorarsi sempre di più, ma che non le permetteva di diventare ciò che la sua famiglia avrebbe voluto che fosse. La ricerca della pace interiore, di uno spirito calmo e in piena sintonia con la natura. Ci riusciva ma fino ad un certo punto. Poi, inevitabilmente, ricascava sempre nello stesso tranello.
Uhm? ... Un bonsai...
Aveva salito ben quattro piani di scale prima di giungere di fronte ad una porta su cui era dipinta l'effige di un piccolo albero. Le ricordava lo stesso che aveva sempre visto all'interno della stanza del nonno, sul suo paravento. I dettagli e le forme erano praticamente identici, come anche i colori e il senso di calma che le trasmetteva quel disegno. Ne era stata attratta da bambina, non comprendendo mai il perché, ma di certo il nonno non l'aveva mai sgridata quando la trovava ferma a fissarlo, imbambolata. Accarezzò il disegno solamente una volta, poi Anko spinse la porta entrando nella stanza e aspettandosi di trovare suo nonno lì. Invece la stanza era completamente vuota, ma la voce -in compenso- non aveva ancora concluso di parlare.
Ci sono due vie per tenere a bada i nostri istinti. Il primo è diventare tutt'uno con essi e svuotarli dall'interno di ogni negatività, aumentandone esponenzialmente l'energia. Il secondo è arginarli e tenerli legati, facendo prevalere la capacità di restare concretamente ancorati verso il nostro obiettivo. Sfortunatamente, il primo metodo è valido solo per coloro che nel combattimento non ripongono belligeranza, ma filosofia di vita. Quindi non mi sto riferendo a nessuno di voi. Però il secondo metodo è possibile ed anzi, risulta essere l'unica via per perfezionarvi e raggiungere un importante traguardo come persone, oltre che guerrieri. È più facile raggiungerlo? Sì, probabile. È semplice arrivarci? Assolutamente no.
Come è possibile, sensei? Come si può tenere a bada e legare gli istinti negativi? Non... Non è una cosa che si può fare, non sempre, specialmente quando sono così forti!
Ripeté a memoria quella domanda nella sua testa. Aveva risposto in quel modo al nonno, non curandosi dei suoi compagni, ma concentrata su ciò che il vecchio saggio aveva da dirle. Era come se quella lezione fosse stata approntata appositamente per lei, per aiutarla a superare i suoi limiti. Si sentiva molto presa in causa e in difetto, ma voleva sinceramente migliorare. Tuttavia, la strada che il nonno le stava indicando le appariva difficile da comprendere, da seguire. Sentiva che le sue emozioni fossero più forti e che lei non sarebbe mai stata in grado di combatterle se non utilizzando altrettanta forza, una forza uguale che li contrastasse. Minazuki-sensei però sapeva esistere un altro metodo. Un metodo che richiedeva ugualmente una grande forza, ma completamente diversa da quella solitamente utilizzata dalla nipote. Una forza legata alla Terra, l'elemento più stabile e sicuro che esistesse.
Una cinta di pietre più arginare un falò ed evitare che si propaghi ovunque. Un alto muro può frapporsi anche alla più impetuosa delle trombe d'aria. Quando cercherete di controllarvi, siate come delle pietre, siate come un muro. ... Anko, ti andrebbe di ripetere ad alta voce questo concetto ai tuoi compagni?
Hai, sensei. ... Una cinta di pietre più arginare un falò ed evitare che si propaghi ovunque. ... Un alto muro può frapporsi anche alla più impetuosa delle trombe d'aria. Quando cercherete di controllarvi, siate come delle pietre, siate come un muro...
... Perché la Pietra può arginare il Fuoco e le Mura possono fermare il Vento. Essere Pietra, essere Muro: questa è la chiave per controllare sé stessi. Questa è la chiave per domare sé stessi.
Quando finalmente raggiunse la piena comprensione di quelle parole, la porta di sotto venne sfondata completamente dai suoi nemici. Nello stesso istante, però, anche Anko stava cambiando, la sua arma lo stava facendo, risplendendo di una luce verde ed accecante. Fu costretta a ripararsi gli occhi con la mano libera, ma non mollò mai la presa sul naginata. E quando li riaprì, vide nelle sue mani un'arma completamente nuova, diversa, quasi più forte. Riusciva a percepire quella forza come se scorresse direttamente nelle sue mani, dentro di lei. Come se la Terra avesse accolto la sua richiesta d'aiuto.
Riesci a sentirmi oppure no?!
Sì, ti sento!
I nemici stavano arrivando. Anko non poteva fare altro che attenderli, a guardia alta, il naginata tenuto stretto ed in perfetto equilibrio in una mano, l'altra portata avanti, in direzione della porta. Le gambe era salde ma pronte a scattare nel momento stesso in cui la battaglia fosse ricominciata.
Lei era pronta, sì, ma altrettanto non poteva dire di Vento e Fuoco. Quando i due Elementi irruppero nella stessa stanza dove si trovava ella, si mostrarono restii ad attaccarla, sebbene fossero comunque agguerriti. La Minazuki li osservò stranita, osservò i loro sguardi posarsi sull'arma e notò lo scintillio della paura. La temevano, temevano che il naginata potesse ferirli seriamente questa volta. Dunque suo nonno le aveva davvero fatto un dono o era lei che, raggiunta la giusta consapevolezza, aveva permesso ad un altro elemento, la Terra, di sceglierla? Non conosceva bene la risposta, in realtà non sapeva nemmeno che la Terra fosse entrata in lei, fino a quando non fu Typhon stesso, con una domanda, a rivelarglielo.
Mi stavo seriamente preoccupando! Ascolta, c'è qualcosa che non quadra... ... Vedi qualcuno connesso all'Elemento Terra lì dove stai?
Io... è successo qualcosa che non mi so spiegare Seal-san! Credo... Credo che la Terra... o ciò che dici tu... Sia io!
Non sapeva bene come spiegarlo. Non sapeva in realtà spiegare nulla di quella assurda situazione. Poteva solamente fare affidamento sul proprio istinto e l'istinto le stava dicendo che era così, che la forza dell'elemento Terran per eccellenza ora scorreva dentro di lei, attraverso la sua lama. Continuò a rimanere ferma in posizione, non decidendosi a muoversi, ma altrettanto stavano facendo i suoi avversari. Dovevano temerla davvero tanto adesso e questo poteva essere per lei un grande vantaggio. Si trovavano ad equa distanza l'uno dall'altro, in una stanza priva di qualunque suppellettile e con una finestra, grande, che dava sull'esterno. Lo sguardo si bloccò solo per qualche istante su di essa, una via di vittoria facile per togliersi di mezzo uno dei due avversari, quello più propenso ai trucchi e ad infastidirla. Immaginava che non lo avrebbe ucciso se lo avesse buttato di sotto, ma di certo se lo sarebbe tolto dalle palle, permettendole di concentrare tutte le sue forze solamente su un avversario.
Augurami buona fortuna! Sto per fare una follia, ma speriamo che funzioni!
In realtà era una follia ben pensata, non dettata dalla furia del momento. Il primo passo verso la realizzazione del suo piano, fu quello di avvicinarsi con velocità verso l'avversario di Vento, bloccarsi a poca distanza da lui e sferrargli un calcio laterale che lo mandasse a terra i secondi necessari a permetterle di concentrarsi completamente sul Fuoco. Se fosse riuscita nel suo intento, Con una giravolta Anko si volse solamente verso il guerriero ninja rimasto, fissandolo con sguardo duro, serio e controllato.
Le tue fiamme non possono scalfirmi. Il mio corpo è fatto di pietra e roccia.
Gli andò incontro, facendo roteare il naginata sopra la testa e terminando il suo giro con un colpo di taglio sul proprio avversario, effettuando una diagonale in discesa che portasse la punta dell'arma verso il terreno. Non contava che riuscisse a prenderlo, contava che l'avversario tentasse di evitarlo indietreggiando verso il punto voluto dalla Minazuki, sempre più vicino alla finestra. Il suo secondo attacco verso il Fuoco fu un colpo in corsa, con la lama puntata all'altezza dello stomaco col chiaro intento di trafiggerlo da parte a parte. Ma in questo caso, se fosse riuscita nel suo intento, non avrebbe arrestato la propria corsa. Aiutandosi con la velocità acquisita prima e con i muscoli allenati delle gambe, Anko proseguì fino a spostare il proprio avversario ad un passo dalla finestra che si affacciava sul vuoto. Solamente dopo averlo portato nel punto stabilito -o quanto più vicino possibile ad esso- estrasse la sua lama e prima che l'avversario potesse fare altro, gli tirò un calcio in pieno petto, dandogli così la spinta necessaria a cadere di sotto. Si fermò solamente il tempo di vedere il suo piano andare in porto, dopodiché la ragazza si voltò di scatto, spostandosi lateralmente in maniera da non dare modo al suo avversario di fare lo stesso giochetto con lei. Ora non rimaneva che attendere lo scontro vero e proprio con il Vento, l'avversario che Anko aveva trovato più ostico. Niente trucchi questa volta, niente scorciatoie: se fosse rimasta sola con lui, lo avrebbe affrontato in uno scontro da pari a pari, come era giusto che fosse.
Ti sto aspettando, Kaze-sama.
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da Typhon » 18/01/2018, 0:10
Seal-san è possibile che mio nonno sia entrato nella mia dimensione spirituale! Cerco di andargli incontro, forse lui sa come sconfiggere questi ba*****i!
Eh? Che cosa? Tuo nonno? Aspetta!
Ad un tratto il contatto con Anko si interruppe, fu come se per diversi minuti ella fosse scomparsa. L'Uragano scosse il capo, non comprendendo pienamente le parole della donna orientale. No, non era assolutamente possibile che qualcun altro si fosse intromesso in quella dimensione. Lo Spirito della Minazuki era troppo debole e "molestato" per poter permettere a qualcuno a distanza di penetrarvi.
Allora però non mi spiego perché abbia detto così...
È possibile che il suo subconscio spirituale abbia trasformato una richiesta di aiuto in una versione più realistica.
Già, è vero, sta cercando la soluzione dentro di sé ed essa si è materializzata sotto forma di suo nonno.
Dobbiamo solo sperare che tale soluzione la conduca alla vittoria.
I minuti passavano ed anche se la voce di Anko ancora non si mostrava nella sua mente, Typhon poteva essere certo che non le stesse accadendo nulla di male. Il corpo fisico di lei non stava subendo variazioni, anzi, sembrava proprio che l'essenza della donna stesse riuscendo nell'intento di fortificarsi. L'unica nota davvero strana fu quando il ragazzo percepì la propria Terra "risucchiata" parzialmente dall'energia in conflitto della Minazuki. Come mai oltre al Fuoco e al Vento, adesso ci si stava mettendo di mezzo anche il suo terzo Elemento?
... Perché la Pietra può arginare il Fuoco e le Mura possono fermare il Vento. Essere Pietra, essere Muro: questa è la chiave per controllare sé stessi. Questa è la chiave per domare sé stessi.
Quelle parole arrivarono a lui in un istante e fu allora che comprese il motivo di quel nuovo prestito imprevisto. La chiave per domare Fuoco e Vento stava nell'utilizzare un Elemento che sapesse tenerli a bada. Questo però voleva dire che si fosse materializzata un'altra presenza analoga alla Terra lì, nella dimensione della Minazuki. Magari proprio il famoso nonno.
Mi stavo seriamente preoccupando! Ascolta, c'è qualcosa che non quadra... ... Vedi qualcuno connesso all'Elemento Terra lì dove stai?
Io... è successo qualcosa che non mi so spiegare Seal-san! Credo... Credo che la Terra... o ciò che dici tu... Sia io!
Non rispose, non subito almeno. Si limitò ad alzare gli occhi fissando il Monaco Priore. Gli spiegò attentamente cosa avesse appena detto la donna. Il Monaco a quel punto annuì piano, sorridendo leggermente.
Credo che ci stiamo trovando di fronte ad un caso decisamente raro, Uragano-san...
Dovette per forza annuire anche lui, ma non certo dispiaciuto, più che altro sorpreso. Se l'operazione fosse andata a buon fine, Anko avrebbe accolto in sé il Fuoco, il Vento ed anche la Terra. I suoi stessi tre Elementi. Questo poteva significare soltanto una cosa: sarebbe stato lui a benedirla, anche perché nessuno avrebbe potuto, Druidi a parte, chiaramente.
Le tue fiamme non possono scalfirmi. Il mio corpo è fatto di pietra e roccia.
Nel frattempo lo scontro proseguiva molto più onesto e alla pari, con Fuoco e Vento molto più attenti a non incorrere nei rischi di farsi colpire. La Naginata della Terra ostentata dalla donna metteva agitazione sia all'uno che all'altro, ma il Fuoco, come era facile prevedere, agì di impulso rabbioso. Attaccò, provando a sorprendere la combattente, ma ella, forte di una maggiore integrità spirituale, seppe non solo difendersi bene, ma anche attuare una tattica esemplare. Quella era la famosa guerriera della stirpe Minazuki, letale e pericolosa oltre ogni immaginazione, con i propri limiti ancora da superare, ma ugualmente d'élite.
Percepisco una debolezza forte nel Fuoco! Posso accelerare il processo! Dovresti dirmi a che punto si trovi la sua Aura. Se la parte in luce è a più della metà, siamo alla grande!
Mentre l'avversario volava fuori dalla finestra rovinosamente, Anko poté constatare che la parte in luce fosse cresciuta vertiginosamente in pochi secondi. Adesso si trovava di poco sotto le spalle, quindi all'effettiva mancava molto poco prima che fosse possibile far sì che ella assimilasse il Fuoco. Restava però da mettere in riga anche il Vento, l'avversario probabilmente più ostico perché faceva dell'imprevedibilità la sua forza più straordinaria. Il fatto che fosse rimasto da solo non lo preoccupò eccessivamente, anzi, quasi ne fu in parte sollevato, avendo più spazio a disposizione per agire.
Ti sto aspettando, Kaze-sama.
Il Vento assunse a sua volta una posa da combattimento di stampo avanzato, per poi iniziare a girare piano, camminando in cerchio, lentamente. Fissava negli occhi la Minazuki, senza però mostrare mai il fianco, tanto meno occhiate precise che permettessero ad Anko di individuare la portata del colpo. Proprio come una sferzata improvvisa, poi, esso eseguì uno scatto in avanti, con la lama di taglio orizzontale, puntando a ferirle il lato del corpo, braccio o spalla che fossero. Non restando di spalle, naturalmente, continuò l'azione di attacco tentando un affondo rovesciato verso la coscia e poi un altro colpo di taglio dal basso verso l'alto. Quella sessione in solitaria, comunque, purtroppo ebbe vita breve, perché proprio nel bel mezzo dello scontro una nube di fumo invase l'intera camera. Il Fuoco era tornato alla carica ma anche lui volle avere concessa la sua parte di gloria individuale. Un calcio rovinoso all'addome, impossibile da parare a causa della momentanea cecità provocata dal fumogeno, scaraventò la Minazuki fuori dalla finestra.
Che succede?! Il tuo corpo ha avuto un forte spasmo muscolare nella zona addominale!
La donna, fortunatamente, non cadde completamente di sotto, terminando la pesante caduta sopra una grossa balconata ampia a distanza di circa quattro metri. Evidentemente era per quello che il Fuoco fosse riuscito a sopravvivere ed escogitare quella tattica, un Fuoco intenzionato a prendersi la propria rivincita. Anko avrebbe fatto appena in tempo a tornare in piedi, prima di osservare il proprio nemico focoso saltare dalla stessa finestra e rivolgersi in picchiata con una wakizashi. A prescindere che l'attacco fosse andato a segno o meno, il Fuoco avrebbe inferto anche un secondo taglio di lama altezza viso ed una gomitata bassa all'inguine.
Manca poco, davvero poco, te lo posso assicurare. Devi resistere.
Dopo una eventuale risposta combattiva della donna di pochi secondi, il Vento giunse dalla porta scorrevole della balconata, con assoluta calma. Tornando ad affiancare il Fuoco, erano nuovamente in due contro di lei, ma si notava perfettamente che le aure si stessero consumando. Typhon era riuscito a portarle alla zona del collo, quindi era vero, bastavano ancora pochi minuti e i due Spiriti si sarebbero placati. Quindi alla fine della fiera sarebbe stata Anko a domarli con le maniere forti oppure avrebbe concluso prima il rito l'Uragano?
NOTE
Punti Spirito di Anko: 70
Ogni attacco andato a segno contro di lei effettua -5 Punti Spirito. Una volta raggiunto lo zero, Anko soccombe al Fuoco e al Vento, venendo sconfitta.
Numero Azioni restanti al completamento del rituale: 2
Attacco del Vento
1°= CD T/F 43 2°= CD T/F 47 3°= CD T/F 44 4°= CD T/F 41
Attacco del Fuoco
1° = CD T/F 49 2°= CD T/F 45 3°= CD T/F 39
Effettuare un 1 significa fallimento critico di difesa e porterà i Punti Spirito da -5 a -10 per l'attacco subito. Effettuare un 20 significa un successo critico di difesa con parata e restituirà +5 Punti Spirito. Il valore di +5 per un 20 può oltrepassare la soglia dei 100 Punti Spirito, in quel caso, per ogni +5 sopra il 100, Anko ottiene un +1 ad ogni prova di T/F.
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da Anko » 22/01/2018, 20:30
Non era nata per possedere la Terra. Il suo Spirito, alimentato principalmente da emozioni e sentimenti, era votato fin da piccola ad elementi ribelli e violenti, come il Fuoco ed il Vento. Tuttavia nessuno Spirito, per quanto indomabile, poteva permettersi di rimanere tale a lungo, specialmente di fronte ai doveri a cui la Minazuki si era votata fin da bambina. Proteggere la stirpe Kurosawa era un onore che Anko avrebbe portato con fierezza, un peso sulle spalle che non l'avrebbe mai vista chinarsi di fronte alle difficoltà. E questo, più l'azione calma e controllata del nonno nella sua educazione, aveva contribuito a far sì che la guerriera giapponese riuscisse a lasciare un piccolo posto per una base di roccia solida e ferma, dove rifugiarsi quando il suo mondo cadeva in mille pezzi. L'Acqua era fin troppo facile ad essere turbata; il Ghiaccio troppo duro per appartenerle; il Fulmine troppo razionale ed impulsivo. Ma Fuoco, Vento e Terra costituivano in lei un connubio perfetto. A patto che la Minazuki fosse riuscita a domare i primi due. Erano rimasti in un momento di stasi quasi totale, ma non prolungata. Anko non aveva alcuna intenzione di fermarsi e attendere che i due avversari facessero la loro mossa, specialmente dal momento che un loro attacco congiunto poteva metterla in serie difficoltà. L'idea che le balenò in mente fu quella di separarli, di togliersi per qualche istante dai piedi l'avversario meno pericoloso dei due. E così, con degli attacchi ben precisi e mirati, riuscì ad infilzare il Ninja fatto di Fuoco, spingendolo poi di sotto con un calcio. Quel volo non l'avrebbe ucciso, ma chissà se lo avrebbe fatto riflettere due volte prima di attaccare ancora la Minazuki? Lei si augurava, con tanto gusto, che fosse così.
Percepisco una debolezza forte nel Fuoco! Posso accelerare il processo! Dovresti dirmi a che punto si trovi la sua Aura. Se la parte in luce è a più della metà, siamo alla grande!
È proprio così Seal-san! Manca poco!
Ce la stava facendo. Stava riuscendo a contenere gli attacchi dei suoi nemici e ad indurli a purificarsi, velocizzando il processo messo in atto dall'Uragano. Le era rimasto, al momento, solamente il Vento da fronteggiare. Il suo avversario non appariva affatto spaventato dalla manovra attuata dalla giapponese, anzi mostrava una calma ed una serenità che le fece comprendere quanto anche lui stesse aspettando quel momento. Uno scontro da pari a pari, dove avrebbe vinto il migliore. Tanto si sentiva forte e potente Anko, quanto sicuro e deciso il suo nemico. Sapeva perfettamente che lui era il suo vero problema, ma questo non le impedì certo di sorridere, sprezzante, osservandolo con l'arma tesa, il volto concentrato, seguendo ogni suo movimento. Il Vento le girava intorno, studiandola, e lei faceva altrettanto, senza però riuscire a comprendere nulla delle sue intenzioni. Era un avversario terribile, imprevedibile e la sua imprevedibilità lo rendeva ancora più pericoloso. Inutile dire che, nonostante la Terra appena sbocciata dentro di lei, quella situazione mandò una scarica di fortissima adrenalina ed eccitazione, sensazioni che avrebbe sentito lo stesso Typhon per via del loro collegamento spirituale.
Ti sto aspettando, Kaze-sama.
Non si aspettò il suo primo attacco. L'elemento sorpresa era una costante per il suo avversario, che si lanciò contro di lei con la spada dritta in orizzontale, ferendola alla spalla dove la sua spada aprì uno squarcio che fece dolere la Minazuki, senza farla sanguinare.
Kisama....
Disse a denti stretti, intercettando il secondo colpo che il Vento voleva affondare nella sua coscia. Fallì, grazie alla prontezza di riflessi della guerriera, che si tirò indietro di lato evitando che la lama si conficcasse nella sua carne, ferendone poi il suo corpo fisico. Con il terzo però non fu altrettanto fortunata. Lo prese in pieno, colpo che la costrinse ad indietreggiare per non subire ancora altri pericolosissimi affondi da parte del suo avversario. Aveva peccato ancora una volta di superbia nel credere di poterlo battere con le sue sole forze? No, non poteva credere che fosse veramente così. Lei sapeva di possedere una forza ed una velocità fuori dal comune. Il suo addestramento era durato 20 anni e sarebbe continuato ancora, fino a quando Kirie non si fosse decisa a prendere il suo posto come Capofamiglia. Aveva buttato sudore e lacrime, perso anni della sua esistenza per poter essere all'altezza di una Kurosawa ed ora un miserabile guerriero fatto di Vento, nemmeno esistente nella realtà, si opponeva fra lei ed il suo sogno di gloria? No, non quello fatto di Vento. Ma quello fatto di Fuoco, che ritornò alla carica, gettando all'interno della stanza un fumogeno così da impedire alla Minazuki di vederlo e permettergli così di sferrarle un calcio all'addome che fece volare lei, questa volta, fuori dalla finestra.
AAAAAAAARGH!
Che succede?! Il tuo corpo ha avuto un forte spasmo muscolare nella zona addominale!
Quei... Quei... Maledetti... Ninja... Io... Io li odio...
Un risentimento legato a qualcosa di più del semplice avversario di Fuoco, che nel contempo calò giù su di lei con il proprio wakizashi, infilzandola a dovere prima che la Minazuki riuscisse a spostarsi. Gli tirò un calcio che le permise di liberarsi da quella scomoda posizione e rimettersi in piedi, mentre l'altro avversario riprendeva a colpirla puntando al viso e poi col gomito all'inguine. Entrambi colpi che Anko riuscì ad evitare saltando all'indietro poco prima che il suo avversario riuscisse a colpirla. Stava di nuovo salendo la sua rabbia, una rabbia molto pericolosa perché affondava le proprie radici in un risentimento antico anni ed anni, verso una persona che costituiva per lei il maggiore ostacolo fra Anko e Kirie. Un sentimento che le fece ignorare per il momento ciò che tentò di dirle il Seal, provando a rassicurarla sul fatto che mancasse davvero pochissimo al completamento del rituale. Non lo stava ascoltando. Stava vedendo solamente qualcuno che odiava, dal più profondo del suo cuore.
... Bastardo... di un... Amakura...
Tu e la tua razza non siete... altro che feccia! E questa volta mi hai seriamente rotto le p***e!!!
Il primo colpo fu un calcio possente all'altezza del suo inguine, immaginando che sotto la maschera da Ninja si nascondesse il suo avversario per eccellenza.
Questo è per aver tentato di colpirmi nello stesso punto, schifoso vigliacco!
Se fosse riuscita nell'intento, ovvero quello di far piegare il suo avversario in due dal dolore, la Minazuki avrebbe poi optato per un tipo di soluzione molto drastica affinché la purificazione si completasse al cento per cento. L'aura bianca ormai era arrivata fino al collo, raggiungendo anche la testa. In pratica mancava pochissimo affinché Typhon completasse del tutto il rituale, ma Anko aveva deciso di darci un taglio, in tutti i sensi.
E vediamo se adesso impari a stare al tuo posto!
ZAAAK!
Lo decapitò, facendogli volare la testa sulla balconata. Anzi, ci provò, perché non era detto che quell'attacco riuscisse, che Anko potesse davvero decapitarlo con il proprio naginata. Voleva solamente vedere il Ninja di Fuoco morire, odiando lui e ciò che per lei rappresentava la sua figura. Itsuki Amakura si era messo sulla sua strada per diventare ancora una volta Guardia del Corpo di una Kurosawa. Lui, la cui famiglia era stata bandita e disonorata dal comportamento scorretto di una delle guardie. Tutti sapevano che il loro clan discendeva da un'antica famiglia ninja, esattamente come i Minazuki affondavano le proprie radici nei guerrieri samurai. Forse fu questo il motivo di tanta ferocia nei confronti del suo avversario, un avversario che, si sperava, non avrebbe dato più altri casini alla guerriera.
Sayonara...
Se la testa fosse stata mozzata, l'avrebbe presa e gettata di nuovo giù, separandola per sempre dal corpo. Non sembrava particolarmente dispiaciuta o schifata della cosa, forse perché era ben conscia che quelli non fossero persone reali, ma semplici spettri, o spiriti o quel che cazzo intendeva Seal-san. Aveva ancora un po' di furore cieco, ma seppe acquietarlo quando soggiunse al suo cospetto l'altro avversario, il Vento. Si voltò lentamente verso di lui, fissandolo, nuovamente nel pieno controllo di sé. No, con lui arrabbiarsi non sarebbe servito a molto, se non a farsi uccidere. Anche il rituale stava ormai cambiando quasi totalmente il guerriero di Vento, questo significava che Anko aveva davvero pochissimo tempo per batterlo. A meno che non avesse chiesto a Typhon di non proseguire, per permetterle di farcela da sola.
Seal-san, mi senti? Ho bisogno che tu mi faccia un favore. Devi smettere immediatamente di proseguire con il rituale di purificazione.
Aveva imbracciato di nuovo il naginata con fermezza, continuando a guardare il suo avversario, la guardia alta. Probabilmente Typhon l'avrebbe sgridata per aver chiesto una simile scemenza, ma c'era qualcosa che lui poteva sentire radicata profondamente dentro di lei, un qualcosa che lui stesso si sarebbe riconosciuto: orgoglio. E l'orgoglio ormai le stava impedendo di accettare l'idea che il Vento venisse sconfitto non perché riconosceva la sua forza, ma perché qualcuno dall'esterno ne stava cambiando totalmente il tipo di energia.
So perfettamente che è una follia, ma per me sarebbe una follia pensare di non riuscire a farcela se non grazie al tuo aiuto. Ti prego Seal-san, la connessione ti permette di sentire ciò che io sto provando, quindi non puoi ignorare quanto per me sia importante. Nessun guerriero mi ha mai sconfitta, da quando sono diventata ciò che sono. Accettare di terminare una battaglia prima che io possa mettere la parola fine... Non riesco a sopportarlo! Concedimi quest'ultimo desiderio... E se dovessi vedere che sto per morire, allora va bene, riprendi pure. Accetterò la mia sconfitta solamente in quel caso.
Era sempre stata lei ad attaccare per prima. Ed ogni volta che si era lanciata addosso al proprio avversario, il Vento era riuscito a schivare i suoi attacchi e a farne di altrettanto letali, ferendola e portandola quasi allo stremo. Con lui non sarebbe valso a nulla muoversi come una furia e gettarsi nella mischia. Doveva essere calma ed attendere il momento giusto. Il nonno l'aveva addestrata anche a quello: a percepire quale fosse l'attimo perfetto per terminare l'attacco di un proprio avversario, poco prima che questo andasse in affondo. Per questo fece qualcosa che fino ad allora non aveva mai fatto. Chiuse gli occhi e lasciò che fossero gli altri suoi sensi a guidarla, sviluppati tanto quanto i suoi muscoli. Il suo nemico, in fondo, era fatto di Vento, no? Ed il Vento non si vedeva ad occhio nudo. Ma si percepiva, attraverso l'udito ed il tatto. Quando un refolo accarezza una zona del corpo, piuttosto che un'altra. Quando sibila, facendoti sentire la sua presenza. Fu in quel modo che la Minazuki scelse quindi di terminare il suo incontro. Con gli occhi chiusi, al massimo della sua concentrazione possibile (6/d20 + 14 Concentrazione= 20). Respirando piano per non rischiare che anche il minimo rumore la deconcentrasse. Se tutto fosse andato in porto, non avrebbe attaccato, stavolta. No, si sarebbe limitata a bloccare e contrattaccare, bloccare e contrattaccare. Come una roccia ferma in mezzo ad una tempesta di venti furibondi.
Vieni avanti, Kaze-sama. Questa volta sarà la Terra che è in me a fermarti.
Questo sarebbe accaduto, se la testa del Ninja di Fuoco fosse stata mozzata e lui eliminato dall'equazione. In caso contrario, la Minazuki avrebbe sfruttato gli ultimi due attacchi rimasti per metterlo ancora una volta fuori gioco, provando un attacco in rotazione dal basso verso l'alto con il naginata e poi un affondo al petto, che lo trafiggesse da parte a parte.
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Anko
- Benedetta del Mana TriElementale
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