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da Jonah » 01/02/2017, 23:47
Selene...
... Jonah.
Eh va beh ma allora glielo stava facendo apposta? Non solo il tono sospirante, ma anche l'espressione dolcemente sorpresa. L'uomo fu davvero a pochissima distanza dal prenderla e baciarla lì, seduta stante, per assaggiare di nuovo il sapore delle sue labbra, ma riuscì a bloccarsi. Non era davvero lei, doveva farsene una ragione, ma il cervello e il cuore andavano perennemente per strade opposte, quello era una specie di dogma. Marcus l'aveva avvertita del suo arrivo e quello fu già un passo avanti. Ciò che gli veniva difficile però era non fare allusioni naturali e spontanee. Il vero problema, inoltre, stava anche nel fatto che pure lei non sembrava molto capace di regolarsi su chi fosse in verità.
... Questo nuovo taglio... Lei lo avrebbe adorato, ne sono sicuro...
Grazie... Anche tu lo sei... sei bello come ti ricordavo...
... Lei... Tu non puoi ricordarti di me... Perché... Insomma... Cioè...
Lei non era quella Selene, ma una persona che ne aveva rubato soltanto le sembianze. Allora perché se ne usciva con determinate frasi che sapevano tanto di coscienza latente? Il Marowak la osservò spaesato, mentre ella tentava di scusarsi, non comprendendo nemmeno lei così bene perché avesse voglia di dire certe cose così particolari e private. Ma riuscire a districare il nodo della matassa appariva veramente troppo difficile, più che altro perché spesso e volentieri gli occhi di Jonah andavano altrove. Verso le labbra, ad esempio, come anche l'onda del minuto seno o anche le gambe. Era da anni che non faceva nulla e quella era, almeno esteticamente, sua moglie. Sospirò, passandosi una mano tra i lunghi capelli. Era un gigante rispetto a lei... Era proprio per quello che al tempo, ella aveva perso la testa per lui... Sì, ma non lei, l'altra lei!
È come col tuo nome: io non lo conoscevo, come avrei potuto? Eppure una parte di me, qualcosa nel profondo del mio cuore... mi sussurrava che fosse quella la tua vera identità. Ed anche adesso, pur non conoscendoti, mi sei familiare, come se mi ricordassi di te ma non avessi alcuna memoria concreta del tuo viso!
Questo è più che strano, anzi, assurdo...
... e poi da quando ho questo aspetto io... non lo so, ho delle visioni... Vedo cose all'improvviso, eventi futuri credo, non ne sono sicura ma... non riesco a controllarlo. Tu sai cosa mi stia succedendo?
Credo di sì ma te ne prego... Non farlo più... Non morderti il labbro in quel modo... Sto cercando di resistere a stenti nel violentarti nel retro bottega... E quel gesto mia moglie lo faceva sempre quando stavamo in mezzo alla folla o in mezzo alla gente per farmi capire che desiderava stare in intimità col sottoscritto.
Cercò un modo più gentile e velato per dirlo ma non lo trovò ed in più gli veniva anche da essere piuttosto spontaneo e sincero, perché dannazione quel viso era quel viso.
Senti, che ne diresti di mettere il cartello di chiusura ed andare a mangiare qualcosa? Così posso raccontarti il perché delle visioni e... Evitare di immaginare tutti i posti isolati del negozio dove poterti attaccare al muro e baciare.
5 MINUTI DOPO
Nulla di meglio, ogni tanto, del caro cibo spazzatura, no? Facile, pratico, svelto e con abbastanza calorie da fornire l'energia più che abbondante per affrontare il pomeriggio di lavoro!
Sorrise verso la donna, provando di nuovo a stemperare la tensione creatasi fino ad allora, bevendo un sorso di Pepsi e prendendo una patatina per portarla istintivamente alle labbra della Thompson, salvo poi accorgersi di aver avuto l'ennesimo atteggiamento stupido e imbarazzante e ritirarla. Certo, a meno che ella non ci fosse stata di istinto proprio come lui, afferrandola e mangiandola. Il tavolino scelto dove parlare era abbastanza appartato, in modo da poter conversare senza il timore che qualcuno li potesse ascoltare e di conseguenza non solo stranirsi del dialogo in sé, ma anche venire a sapere del segreto nascosto di Selene, o meglio, della Selene moglie di Jonah, una Selene forse in qualche modo ancora vincolata allo spirito di Dominique per motivi ben più che sconosciuti. Comunque, giusto per maggiore sicurezza, prima di parlare il Marowak si guardò a destra e sinistra, poi tornò con gli occhi su di lei.
Lei era una Divinante... Una Veggente, non Vate. Era assai potente, tanto da prevedere i pericoli delle mie missioni e aiutarmi a scamparli. In un certo senso è anche grazie a lei che non ho mai sbagliato un incarico, tra quelli più difficili e pericolosi. Credo che le tue visioni dipendano da questo ma non capisco perché ora tu possa averne come lei, visto che ne hai ereditato soltanto le fattezze. ... Senti... Se ti dicessi...
"Come il vento tra le fronde tesse la sua dolce trama, ogni tanto ti risponde ...altrimenti ti richiama!"
Solo la moglie poteva sapere come proseguire, in quanto quella filastrocca... l'avevano inventata loro di sana pianta al secondo anno di fidanzamento.
Ma quel vento di colori dona al cielo la sua essenza, e ci rende un po’ migliori attraverso l’esperienza,
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Jonah
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da Selene » 03/02/2017, 23:08
... Questo nuovo taglio... Lei lo avrebbe adorato, ne sono sicuro...
Grazie... Anche tu lo sei... sei bello come ti ricordavo...
... Lei... Tu non puoi ricordarti di me... Perché... Insomma... Cioè...
Lo sapeva, per quello si sentiva confusa e frustrata: non lo conosceva, era un perfetto sconosciuto per lei... eppure qualcosa nel profondo le suggeriva sensazioni, emozioni e ricordi che lo riguardavano, che rendevano Jonah una figura familiare, di cui potersi fidare, anche della quale non poter fare a meno, addirittura.
È come col tuo nome: io non lo conoscevo, come avrei potuto? Eppure una parte di me, qualcosa nel profondo del mio cuore... mi sussurrava che fosse quella la tua vera identità. Ed anche adesso, pur non conoscendoti, mi sei familiare, come se mi ricordassi di te ma non avessi alcuna memoria concreta del tuo viso!
Questo è più che strano, anzi, assurdo...
... e poi da quando ho questo aspetto io... non lo so, ho delle visioni... Vedo cose all'improvviso, eventi futuri credo, non ne sono sicura ma... non riesco a controllarlo. Tu sai cosa mi stia succedendo?
Credo di sì ma te ne prego... Non farlo più...
Non fare più... cosa?
Non morderti il labbro in quel modo... Sto cercando di resistere a stenti nel violentarti nel retro bottega...
... ah.
Non doveva eccitarsi. Non. Doveva. Eccitarsi.
E quel gesto mia moglie lo faceva sempre quando stavamo in mezzo alla folla o in mezzo alla gente per farmi capire che desiderava stare in intimità col sottoscritto.
Ca... Capisco. Scusami...
Di nuovo, sensazioni contrastanti: da un lato, il disagio per ciò che l'uomo le aveva appena detto, e dall'altro... la voglia che a quelle parole seguissero i fatti, che davvero la prendesse e la facesse sua, come in passato. ... come il passato di Selene Thompson, sua moglie, non il proprio, dannazione!!
Senti, che ne diresti di mettere il cartello di chiusura ed andare a mangiare qualcosa?
Mi sembra una buona idea, in fondo dovevo andare comunque a pranzo.
Così posso raccontarti il perché delle visioni e... Evitare di immaginare tutti i posti isolati del negozio dove poterti attaccare al muro e baciare.
... sarà una lunga conversazione...
5 MINUTI DOPO
Nulla di meglio, ogni tanto, del caro cibo spazzatura, no? Facile, pratico, svelto e con abbastanza calorie da fornire l'energia più che abbondante per affrontare il pomeriggio di lavoro!
Sono totalmente d'accordo, e poi secondo me a volte si ha solo voglia di un hamburger con patatine...
Uno smacco per la dieta, ma pazienza, avrebbe abbondato con la palestra per smaltire. ... oppure la palestra avrebbe potuto fargliela fare lui, a giudicare dal brivido caldo che le scivolò lungo la schiena quando lui le porse una patatina per invogliarla a prenderla con le labbra, cosa che fece istintivamente per poi pentirsene subito dopo. Se avesse saputo che sarebbe stato tanto difficile, probabilmente avrebbe negato a Marcus la possibilità di dire al Marowak la verità.
Lei era una Divinante... Una Veggente, non Vate. Era assai potente, tanto da prevedere i pericoli delle mie missioni e aiutarmi a scamparli. In un certo senso è anche grazie a lei che non ho mai sbagliato un incarico, tra quelli più difficili e pericolosi.
Ora capisco... O meglio, qualcosa la capisco, ma ce ne sono tante altre che non mi tornano...
Credo che le tue visioni dipendano da questo ma non capisco perché ora tu possa averne come lei, visto che ne hai ereditato soltanto le fattezze.
Appunto.
... Senti...
Cosa c'è?
Se ti dicessi... "Come il vento tra le fronde tesse la sua dolce trama, ogni tanto ti risponde ...altrimenti ti richiama!"
Aggrottò la fronte nel sentire quella poesia, a lei sconosciuta: abbassò gli occhi, scuotendo la testa, cercando di riportare alla memoria frammenti si una volta non sua, ma senza riuscirci... poi, però, il suo mignolo sfiorò la mano di lui in modo del tutto involontario, e fu allora che ebbe come un flash; li vide, loro due che ridevano il giorno del loro secondo anniversario, scervellandosi per creare quella poesia dal nulla affinché fosse solo loro, affinché non la conoscesse nessun altro.
... ma quel vento di colori dona al cielo la sua essenza, e ci rende un po' migliori attraverso l'esperienza...
Lo sussurrò, con voce rotta, quasi timorosa: e non di sbagliare... bensì di pronunciare ogni parola nel modo giusto; e nel profondo del cuore sapeva di averlo appena fatto.
... perché ricordo queste cose? Perché ricordo la poesia, perché ricordo come me l'hai sussurrata all'orecchio durante il nostro primo ballo come coppia di sposi, perché ricordo l'odore della tua pelle la prima notte che abbiamo fatto l'amore... perché...
Le sfuggì una lacrima, che le scivolò lungo la guancia: accettava di essere punita per il male che aveva fatto, ma perché punire anche lui? Cosa poteva aver mai fatto Jonah di male per meritarsi tutta sofferenza?
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Selene
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da Jonah » 05/02/2017, 23:13
Se ti dicessi... "Come il vento tra le fronde tesse la sua dolce trama, ogni tanto ti risponde ...altrimenti ti richiama!"
... ma quel vento di colori dona al cielo la sua essenza, e ci rende un po' migliori attraverso l'esperienza...
La riprova perfetta che seriamente qualcosa stava sfuggendo dalla sua comprensione ed anche da quella di Selene. Quella filastrocca non poteva saperla nessuno, veramente nessuno, solamente la moglie defunta dell'ex Mercenario, eppure la nuova Thompson l'aveva esposta, seppur dopo qualche attimo di incertezza. Per poco non gli cadde il bicchiere con la bevanda gassata, a Jonah, tanta fu la sorpresa, una sorpresa che lo fece rimanere come uno scemo a fissarla per diversi secondi. Il cuore, tuttavia, prese a battere più forte, perché inconsciamente era come se una parte di sé volesse seriamente credere che la sua consorte non fosse del tutto morta, ma che forse aveva solamente aspettato in un angolo del limbo il momento giusto per tornare da lui, anche se in una maniera decisamente originale.
... perché ricordo queste cose?
Mi piacerebbe poterti rispondere...
Perché ricordo la poesia, perché ricordo come me l'hai sussurrata all'orecchio durante il nostro primo ballo come coppia di sposi, perché ricordo l'odore della tua pelle la prima notte che abbiamo fatto l'amore... perché...
Ehi... Ehi... Avanti su... Non piangere adesso... Sono certo che esista una spiegazione e una soluzione...
Pur volendo provare ad essere un bel po' egoista, non ci riuscì, perché vederla soffrire in quel modo rendeva sofferente anche il suo animo da buon uomo, gigante ma buono. Raccolse le lacrime di Selene con un fazzoletto pulito e la invitò a mangiare ancora, d'altronde non mettere niente nello stomaco non avrebbe aiutato nel trovare una soluzione. In verità, Jonah temeva che la soluzione non si sarebbe trovata a prescindere, pur volendo in primis tranquillizzare lei e non certo per pessimismo, ma per ignoranza. Forse avrebbero dovuto ricorrere ad una chiacchierata con una Divinante esperta, che sapesse illustrare loro come fosse possibile un fenomeno del genere. Già, ma non potevano mica mettersi a chiedere in giro come nulla fosse... Per quanto, comunque...
Aspetta, tu lavori all'interno di un negozio di articoli per la Divinazione. Con te non lavorano persone esperte nel settore? Magari potrebbero avere delle nozioni di Necromanzia e fornirci qualche aiuto! Insomma, intanto partiamo da lì e poi possiamo provare a spaziare, no? L'importante è non perdersi d'animo...
Mica tanto semplice dirlo ad una donna pervasa da ricordi non propri, ma il punto forte di Jonah non era sicuramente la capacità diplomatica o di rassicurazione. Tentò di non parlare più della faccenda, almeno per tutto il resto del pranzo svelto, chiedendole semplicemente come mai avesse preso le sembianze della moglie. Si fece raccontare meglio la questione della Resistenza, pur non potendo entrare lei troppo nei dettagli, chiedendole anche il motivo di adesione alla causa. L'intento della Setta dei 12 era sicuramente pessimo e a Jonah certe storie facevano venire la pelle d'oca per lo schifo, ma era pur vero che non fosse più intenzionato a impicciarsi. Ora aveva il suo chiosco, la sua realtà felice, la sua oasi di pace e serenità.
Se ti andasse, potresti collaborare con me, sai? Tutto l'anno in spiaggia, tra musica leggera, bibite fresche e bagni nell'acqua cristallina. Potrebbe farmi comodo una aiutante che stia così tanto bene in costume come te! ... Mollare tutto e non pensare più a niente. Non male, ammettilo!
Le sorrise morbido e docile, proprio come l'uomo che un tempo Selene aveva sposato, apprezzandolo anche per il suo modo spesso incerto di aiutare gli altri. Forse non era la persona più capace di consolare, ma riusciva sempre in una maniera o nell'altra a portare l'attenzione su altro, cambiando argomento. Trascorsero altri preziosi minuti e dopo anche un gelato in fondo alla strada, Jonah accompagnò nuovamente la ex dei 12 presso il luogo di lavoro. Entrarono e le chiese di lasciare il cartello con scritto "Pausa" ancora per un po', giusto per potersi salutare con calma. In verità lui avrebbe voluto fare altro, ma c'era in ballo davvero troppo e temeva di stare male tanto quanto lei.
... Sei davvero certa di non correre troppi rischi in questa "Resistenza"?
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Jonah
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da Selene » 06/02/2017, 13:23
... perché ricordo queste cose?
Mi piacerebbe poterti rispondere...
Perché ricordo la poesia, perché ricordo come me l'hai sussurrata all'orecchio durante il nostro primo ballo come coppia di sposi, perché ricordo l'odore della tua pelle la prima notte che abbiamo fatto l'amore... perché...
Ehi... Ehi... Avanti su... Non piangere adesso... Sono certo che esista una spiegazione e una soluzione...
Non voleva piangergli di fronte, anche perché tra i due era sicuramente Jonah quello che stava soffrendo di più nel trovarsi di fronte una donna con le sembianze di sua moglie che però non era lei, non corrispondeva alla donna che aveva amato e che, a giudicare dalla fede al dito, amava ancora... ma non riusciva proprio a trattenersi, perché in quel momento la sua anima era come dilaniata da sentimenti e sensazioni contrastanti: il trovarsi di fronte uno sconosciuto ed al tempo stesso il considerarlo una persona importante per sé, il provare dei sentimenti per lui ed al tempo stesso amare Robyn, senza contare il senso di colpa verso quest'ultimo che non era certo cosa da poco.
Aspetta, tu lavori all'interno di un negozio di articoli per la Divinazione. Con te non lavorano persone esperte nel settore?
Beh, sì...
Magari potrebbero avere delle nozioni di Necromanzia e fornirci qualche aiuto!
Mh...
Insomma, intanto partiamo da lì e poi possiamo provare a spaziare, no? L'importante è non perdersi d'animo...
Ad essere onesti dubitava fortemente che Tisifone o Zephyr fossero esperti di Necromanzia, ma apprezzava anche il tentativo di lui di appigliarsi a qualsiasi cosa pur di non farle perdere la speranza; il problema era che, dal punto di vista di Selene, quasi sicuramente non ci fosse una soluzione a quell'assurdo contesto in cui entrambi si erano ritrovati. Per fortuna, almeno per il momento, abbandonarono il discorso e proseguirono a mangiare, con la Thompson che si ritrovò a spiegargli per sommi capi cosa fosse la Resistenza capeggiata da Marcus e contro cosa -chi- combattesse.
Se ti andasse, potresti collaborare con me, sai? Tutto l'anno in spiaggia, tra musica leggera, bibite fresche e bagni nell'acqua cristallina. Potrebbe farmi comodo una aiutante che stia così tanto bene in costume come te!
Arrossì vistosamente, un po' imbarazzata ed un po' lusingata, come sempre divisa tra due sentimenti opposti che non riuscivano a mettersi d'accordo.
... Mollare tutto e non pensare più a niente. Non male, ammettilo!
È una prospettiva allettante, lo ammetto, e in altre circostanze avrei accettato... ma non posso.
Avrebbe tanto voluto prendere e scappare lontano da lì, dal suo passato, ricominciare da zero con qualcuno accanto che, lo sentiva, avrebbe sempre fatto anche l'impossibile per proteggerla... ma non poteva, sapeva di non poterselo permettere, per quanto lo desiderasse. Rientrò con lui in negozio, appoggiandosi al bancone per guardarlo negli occhi: sapeva che Jonah dovesse andarsene, e al tempo stesso non voleva che si muovesse di un passo da sé.
... Sei davvero certa di non correre troppi rischi in questa "Resistenza"?
No, non lo sono. Potrei morire durante una missione, o ferirmi gravemente, ma... non posso fare altro. Devo aiutare Marcus a fermare la Setta: ne ho fatto parte, mi sono macchiata di crimini orribili... non posso fingere che la cosa non mi riguardi e scappare via dal mio passato, devo pagare per ciò che ho fatto, e l'unico modo che ho per farlo e cercare di far sì che la Setta non possa più fare del male a nessuno. -lo guardò più intensamente, più seria- Tua moglie è morta per colpa sua, e anche se non posso dire di esser mai stata una santa, non avrei commesso molte delle cose che ho fatto se essa non mi avesse spinta a farle. Marcus non sarà un eroe, e spesso i suoi metodi sono tutt'altro che positivi -uccidere qualcuno a sangue freddo non poteva esserlo, ovviamente- ma si batte per una giusta causa, mettendo a rischio se stesso ogni giorno per impedire che la Setta faccia a qualcun altro ciò che è stato fatto a me o a tua moglie. E io... voglio fare la mia parte, a qualsiasi costo.
Anche a costo di rimetterci la vita, per intendersi.
... so che devi andare, io devo anche riaprire il negozio, ma... una parte di me si sente morire al pensiero che tu possa allontanarti, uscire da quella porta e magari non tornare più.
Forse non era giusto uscirsene in un certo modo, ma non riusciva a controllarsi, non quando sentiva profondamente ogni parola appena pronunciata.
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Selene
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da Jonah » 07/02/2017, 0:04
... Sei davvero certa di non correre troppi rischi in questa "Resistenza"?
No, non lo sono.
Lo immaginava benissimo, ma non poteva immaginare che la donna fosse così tanto schietta, una caratteristica che comunque non risultò affatto un difetto, anzi. Partecipare a delle missioni del genere era pericoloso anche per combattenti esperti, figurarsi donne che per altro dovevano anche tenere una identità segreta e un basso profilo. Con la sicurezza del locale chiuso e ancora qualche minuto per parlare in santa pace, Jonah la invitò a raccontargli qualcosa in più, proseguendo a fissarle negli occhi. Erano talmente tanto espressivi che ci si sarebbe potuto specchiare per ore. Quella non era sua moglie, d'accordo, ma erano moltissime le volte nelle quali il Marowak tendeva a dimenticarsene.
Potrei morire durante una missione, o ferirmi gravemente, ma... non posso fare altro.
Spiegati meglio, ti prego.
Devo aiutare Marcus a fermare la Setta: ne ho fatto parte, mi sono macchiata di crimini orribili... non posso fingere che la cosa non mi riguardi e scappare via dal mio passato, devo pagare per ciò che ho fatto, e l'unico modo che ho per farlo e cercare di far sì che la Setta non possa più fare del male a nessuno.
Annuì calmo e ponderato, cercando di ragionare attentamente su quelle parole e non farsi prendere dal panico e dalla paura di saperla in gravi situazioni. Selene Thompson non era QUELLA Selene Thompson, ma ciò non significava che fosse semplice pensarla sul campo di battaglia intenta a farsi colpire, sanguinare, urlare di dolore. Però ammirava il suo spirito di redenzione, la sua voglia di andare fino in fondo senza guardarsi mai indietro, anche con davanti la bellissima ipotesi di aiutare in un chiosco sulla spiaggia. L'avrebbe quasi potuta rapire e portare via. Un Oblivio e pace fatta, ma quelle erano solo fantasie sciocche, desideri irrealizzabili. Abbassò gli occhi sulle sue labbra, poi li riportò su all'istante. Dannazione.
Tua moglie è morta per colpa sua, e anche se non posso dire di esser mai stata una santa, non avrei commesso molte delle cose che ho fatto se essa non mi avesse spinta a farle.
... Non darti colpe eccessive.
Marcus non sarà un eroe, e spesso i suoi metodi sono tutt'altro che positivi, ma si batte per una giusta causa, mettendo a rischio se stesso ogni giorno per impedire che la Setta faccia a qualcun altro ciò che è stato fatto a me o a tua moglie.
Sicuramente ha coraggio da vendere, ma anche tanta esperienza, esperienza che non tutti hanno.
E io... voglio fare la mia parte, a qualsiasi costo.
Le parole gli morirono in gola quando la sentì pronunciare quell'ultima frase. No, non ci sarebbe stato alcun modo di dissuaderla dal proseguire quella crociata segreta. Portò una mano a farle una carezza sulla guancia destra, fissandola con aria talmente tanto preoccupata che... Sì, indubbiamente aveva di nuovo scordato che ella non fosse la sua vera moglie. Di istinto la attirò verso di sé e la abbracciò, cullandola col proprio corpo massiccio, forse non più tanto allenato come un tempo ma ancora capace di risultare inquietante con una altezza come la sua. Cercò di trasmetterle calore, immenso calore, mentre ad occhi chiusi respirava l'odore dei suoi capelli, della sua pelle, indeciso tra il restare e l'andare via. Doveva allontanarsi, quella non era la sua donna, quella non era la sua causa, quella non era la sua vita.
Io allora, direi che...
... so che devi andare, io devo anche riaprire il negozio, ma... una parte di me si sente morire al pensiero che tu possa allontanarti, uscire da quella porta e magari non tornare più.
Non tornare più. In teoria doveva succedere proprio quello. Andare via e ripartire come se nulla fosse successo, limitandosi al massimo a chiederle se avesse parlato o meno con qualcuno. Eppure fare anche solo un misero passo corrispondeva ad una costrizione talmente tanto forte e pressante da impedirgli di muoversi, facendolo restare lì a guardarla. Un'altra carezza, ma molto più lenta, mentre contemplava la bellezza di quella meravigliosa creatura. Poi ad un tratto non ci capì davvero più nulla, forse anche per aver raggiunto un picco massimo di sopportazione e poi largamente superato. La afferrò per i fianchi alzandola senza alcuno sforzo. La mise seduta sul bancone così che fossero alla stessa altezza anzi, paradossalmente lei poco più in alto, dopo di che la baciò, o per lo meno tentò di baciarla.
... Amore mio...
Sussurrò sulla sua bocca, con un tono basso, graffiante, innamorato, addolorato e allo stesso tempo felice, come se per lui fosse sempre stata lei, a prescindere da tutto. Fu un miracolo poter sentire ancora in bocca il sapore della lingua di Selene, una fonte incontaminata e pura per un assetato da troppi mesi e ormai rassegnato alla disidratazione. Gli cadde anche una lacrima durante quel bacio. Non la dimostrazione di virilità più grande, ma cosa importava, tra loro certe cose erano spontanee, non c'era spazio per le finzioni. Le mani strinsero più forte i fianchi, come a volersi sincerare che quel corpo esistesse davvero, ma per un quantitativo di secondi molto limitato, infatti, non appena il cervello decise di fare di nuovo capolino al posto del cuore, Jonah aprì gli occhi di scatto e smise di appropriarsi della saliva di lei senza permesso.
... Puoi perdonarmi?
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da Selene » 07/02/2017, 22:47
Potrei morire durante una missione, o ferirmi gravemente, ma... non posso fare altro.
Spiegati meglio, ti prego.
Devo aiutare Marcus a fermare la Setta: ne ho fatto parte, mi sono macchiata di crimini orribili... non posso fingere che la cosa non mi riguardi e scappare via dal mio passato, devo pagare per ciò che ho fatto, e l'unico modo che ho per farlo e cercare di far sì che la Setta non possa più fare del male a nessuno. Tua moglie è morta per colpa sua, e anche se non posso dire di esser mai stata una santa, non avrei commesso molte delle cose che ho fatto se essa non mi avesse spinta a farle.
... Non darti colpe eccessive.
Marcus non sarà un eroe, e spesso i suoi metodi sono tutt'altro che positivi, ma si batte per una giusta causa, mettendo a rischio se stesso ogni giorno per impedire che la Setta faccia a qualcun altro ciò che è stato fatto a me o a tua moglie.
Sicuramente ha coraggio da vendere, ma anche tanta esperienza, esperienza che non tutti hanno.
E io... voglio fare la mia parte, a qualsiasi costo.
Avrebbe forse potuto convincere Jonah ad unirsi alla Resistenza? Non quel giorno, certo, ma col tempo era anche possibile che l'uomo si facesse prendere dai suoi ideali, e aderisse alla causa per impedire alla Setta di causare altro dolore oltre a quello già procurato a centinaia, migliaia di persone... ex moglie del Marowak compresa.
Io allora, direi che...
... so che devi andare, io devo anche riaprire il negozio, ma... una parte di me si sente morire al pensiero che tu possa allontanarti, uscire da quella porta e magari non tornare più.
Non avrebbe dovuto dirglielo, non era giusto per nessuno: per lui, per Robyn che non sapeva niente di tutta quella faccenda, anche per se stessa perché era una situazione ingestibile e stava assolutamente perdendo il controllo... come dimostrò poco dopo, quando l'uomo la baciò in un impeto di amore, tristezza, malinconia e passione, e Selene non fu in grado di fermarlo.
... Amore mio...
Avrebbe dovuto fermarlo, appunto, o perlomeno non ricambiare quel gesto, non cercare la sua lingua, non sospirare per quegli scambi di saliva, non chiudere gli occhi, non desiderare che quel momento durasse ancora e ancora e ancora, come invece fece; si abbandonò a lui, si fece mettere seduta sul bancone, gli circondò il collo con le braccia, permise al proprio cuore di battere all'impazzata e gli asciugò anche la lacrima che scivolò lungo la sua guancia, e che la fece sentire ancora più in colpa.
... Puoi perdonarmi?
Ho sbagliato anche io, ricambiando quel bacio. Diciamo che ci stiamo chiedendo scusa a vicenda, e che a vicenda ci perdoniamo... okay?
Cercò di sorridergli, evidentemente confusa e desiderosa di rimanere da sola; di seguito, infatti, fu il momento di congedarsi, ma la Thompson prima di lasciarlo andare gli fece promettere -e nemmeno dovette impegnarcisi tanto- che si sarebbero rivisti, e presto. Intanto avrebbe dovuto comunque parlare col Laars, per rispetto nei suoi confronti... e non sarebbe stato per nulla piacevole.Fine
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da Stella » 19/02/2017, 16:36
New Jersey * Atlantic City * 22-04-2113 * 15:28
Sembrava che il tempo non volesse trascorrere mai quando qualcosa rodeva i propri pensieri. E Stella Cartwright ne aveva di problemi sui quali spendeva ore e ore, pensando alle possibili soluzioni. Aveva fatto un voto di silenzio con il fratello maggiore, reo di averle rovinato per sempre la sua vita sentimentale e sessuale. Ecco, forse dire per sempre era un po' esagerato. Ma per quel che riguardava Stella, Axell poteva decidere di lasciarla in quello stato per il resto della sua vita. Erano passati mesi da quando la più giovane dei Cartwright aveva scoperto -con suo immenso stupore- di avere attorno a sé un campo di forza magico che respingeva qualunque pretendente in piena fase di amoreggiamento. Non aveva faticato a capire chi ci fosse dietro, ma nonostante le accuse, le lacrime e la minaccia che non gli avrebbe parlato mai più, il giocatore di Quidditch era rimasto irremovibile e fermo nella sua decisione, spingendo la sorella a mantenere la parola data. Una promessa però che stava pagando a caro prezzo.
Starà bene? Si sarà ripreso dalla rottura? Se si fosse ripreso, migliorerebbe sicuramente a Quidditch. Forse dovrei andare a trovarlo, anche se sono arrabbiata con lui...
Stella... Stella? Stella!
Eh? Chi? Cosa? Che c'è?
Non ci pensare!
A cosa?
Stai pensando di rimangiarti la parola data e di andare a trovare tuo fratello perché ti manca e vuoi sapere se sta bene... VERO?
... Nooooooooo, ma che dici? Lo sai che la mia volontà è di ferro, no no, di acciaio! Anzi meglio ancora! Mithril magico!
Aaaaah... Stella stellina bella... Non mi freghi e lo sai perfettamente anche tu.
Sono così tanto prevedibile?
Solo per me. Allora? La smetti?
Ma è mio fratello e mi fa male vederlo in quello stato!
Tecnicamente tu non lo stai vedendo.
Lo so, ma è come se ce l'avessi davanti a me, triste, cupo, con i suoi occhioni pieni di lacrime e il cuore spezzato...
Trama ci risiamo! Niente lacrime, non piangere su, su...
Sniff... sob... sob...
Troppo tardi...
Emanuelle, la sua migliore amica, alzò gli occhi al cielo, porgendole un fazzoletto che la Cartwright utilizzò per asciugarsi le lacrime e di seguito soffiarsi il naso. Odiava litigare con Axell, ma non riusciva proprio a perdonarlo per quello che le aveva fatto. Tuttavia, in quanto sua sorella, sentiva anche il bisogno di stargli accanto in un momento tanto difficile della sua vita. Poteva contare sempre sull'aiuto degli amici più cari del giocatore -Gérôme e Vergil, come anche Evan- ma lei non voleva semplicemente lasciare che fossero gli altri a tirarlo su di morale. Voleva essergli accanto anche lei, pronta a dare una smossa a quell'idiota di suo fratello, anche se l'impulso di fargli una carezza e prenderlo a ceffoni era decisamente molto molto forte.
Forse dovrei andare a trovarlo...
No.
Sono passati mesi, quasi un anno, insomma avrà capito il messaggio no?
No.
E poi sta male... Sarei dovuta andare da lui non appena si è lasciato con Cappie!
No! Nein! Não! Come Trama te lo devo dire che la colpa è la sua ed è lui che deve fare il primo passo?
Non c'è bisogno che tu lo dica, lo so anche io!
Ma...?
Ma mio fratello rimane sempre mio fratello, nel bene e nel male... Anche quando mi fa del male e non se ne rende conto.
La Lamarck alzò le mani in segno di resa, sbuffando e alzando gli occhi al cielo. Lei era un Fuoco, Stella un Vento, avevano spesso due approcci diversi a causa del diverso carattere e della diversa natura dei loro elemento. Una era più aggressiva, l'altra più portata a seguire la direzione del Vento ogni volta che soffiava da una parte o dall'altra. Quella era la fase che Emanuelle chiamava "della sorella buona", la più deleteria a suo giudizio in quella faccenda.
Fai come vuoi, ma poi non venire a piangere da me se ti ritroverai con Axell che ti segrega dentro una gabbia, dicendoti che è per il tuo bene.
Ahahahahah che spiritosa! Bella questa battuta!
...
Ahaha... Ahahah.... Ah, non era una battuta? Andiamo! Non arriverebbe mai a tanto!
Campo di forza.
Okay, potrebbe arrivare a tanto, ma non lo farà! E sai perché?
Perché se lo facesse qualcuno finalmente si deciderebbe a rinchiuderlo in manicomio?
No, perché mi fido di lui e so che fare una cosa del genere significherebbe soffocare anche il mio Elemento. Non farebbe mai un torto così grande al Conflux...
Aveva accusato il fratello anche di quello, di aver soffocato per anni la sua scintilla di Vento a causa del suo comportamento irragionevole. Altrimenti non avrebbe saputo come spiegarsi che essa fosse sbocciata di colpo dopo aver avuto la sua prima volta. Anche in quel caso, Axell non aveva voluto sentire ragioni, gettando per la prima volta la sorella in uno sconforto tale da farle temere che fra di loro si fosse creata una rottura impossibile da saldare. Soltanto un miracolo avrebbe potuto far ragionare quel testone del Cartwright, un miracolo che ancora non si era visto da nessuna parte.
Sento che il Vento vuole che io vada verso di lui...
Ne sei sicura?
Sì. Lui mi sta aspettando, spera che io vada a trovarlo nonostante le brutte parole che ci sono state fra di noi. Non posso proprio resistere a questo richiamo, andrebbe contro la mia natura e non voglio fare nulla che mi forzi ad essere ciò che non sono.
A quello ci pensa già Axell...
Vero. Ma solo perché deve imparare a superare le sue fisime.
Disse con un velo di tristezza. Al di là del male che le provocava avere un fratello così, Stella sentiva che il dolore più grande proveniva dal sapere di non poter coinvolgere suo fratello in nessuna questione d'amore che la riguardasse. Era il limite più grande del giocatore di Quidditch e quello che faceva soffrire di più la Cartwright.
Lo ammetto, un po' ti invidio.
Perché?
Perché anche io vorrei che mio fratello si dimostrasse un po' più possessivo e geloso con me...
Ma se non fai altro che lamentarti di quanto ti stia addosso tuo padre e che non lo sopporti perché è troppo iperprotettivo con te!
Cosa c'entra? Sto parlando di Gerry, non di mio padre!
Emmy, ti rendi conto della fortuna che hai? Un fratello che ti sostiene in tutto quello che fai. Che ti vuole bene e non ti fa pesare il suo affetto. Che sarebbe disposto a parlare con te di tutto, anche delle tue esperienze sessuali.
Sì certo... Fortunatissima...
La Lamarck chiuse lì il discorso, lasciando sempre più perplessa la migliore amica sul suo atteggiamento. Sapeva che l'argomento Gérôme era molto delicato per lei, specie da quando il ragazzo si era fidanzato. Ma Stella non avrebbe mai pensato che la gelosia e la possessività di Emanuelle arrivassero addirittura a toccare gli standard di quella di Axell. Evidentemente invece era esattamente così, motivo che fece sospirare la Cartwright e fissare un po' più triste la migliore amica. Almeno fino a quando il suo stomaco non prese a brontolare come un leone affamato, facendo voltare immediatamente Pauline nella sua direzione.
No...
Sì...
Non dirmelo!
Lo sai, sono nervosa e...
La solita scusa Stella! Hai mangiato meno di un'ora fa.
Ma ho FAAAAAMEEEEEEEEEE!
Un altro tratto distintivo della Terran? Mangiava quando era sotto stress e in quel momento la fame nervosa stava prendendo il sopravvento su tutto. Stella fissò con occhioni lacrimosi la migliore amica, chiedendole implicitamente si assecondarla almeno quella volta. E alla fine Emanuelle cedette, sbuffando per quell'assurda particolarità della ragazza.
Va bene, va bene! Questa volta faccio i pancake con crema di nocciole, va bene?
Sìììììììì!
Ma dopo si va a correre!
Ricevuto!
I successivi dieci minuti passarono in quel modo: Emanuelle che cucinava e Stella che le portava tutti gli ingredienti, parlando di argomenti più frivoli rispetto ai precedenti. Ma la decisione della Cartwright ormai era stata presa. Doveva solo trovare il momento giusto per fare un'improvvisata -si sperava ben gradita- nella villa sulla spiaggia del suo fratellone.
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da Nigel » 05/03/2017, 23:28
Magione di Madeline Bergman Pittsburgh - Pennsylvania 06/06/2113 Ore 02:22
Ragazzi, un altro giro di limoncello?
Per me sì, grazie!
Io passo, mi addormenterò tra poco!
Ciambellone, invece, chi ne vuole?
A me una fettina, sì sì sì!
Partita a scala quaranta oppure ci facciamo un poker a zellini?
Ormai era giunto il nuovo giorno, il cinque di Giugno aveva lasciato posto al sei, ma per la famiglia Sykes ed altri vari invitati, si stava ancora festeggiando il matrimonio. Quella era una prassi: quando c'erano le grandi feste, i Sykes riempivano la giornata fino alla fine, preoccupandosi di far capitare il tutto nel Sabato, per avere la Domenica a disposizione del riposo. La cerimonia era stata a dir poco fantastica, davvero un sogno ad occhi aperti, per non parlare delle zie e delle nonne in lacrime, felici per il caro Jean-Drew, dato come ultimo a sposarsi. Invece, contrariamente ad ogni aspettativa (la prima in classifica era Daphne, seguita da Logan e poi da Nigel), J.D. aveva messo l'anello al dito, provocando stupore e gioia a non finire. Peyton H. Sykes, così si sarebbe chiamata la signora non più signorina meritevole di aver reso felice il MagiPsicologo, ragazza sveglia, intelligente, allegra e piena di vita.
Figlia mia adorata, mi porteresti un altro dito di cognac, per favore? Sei un vero amore... J.D. ti sei ammaritato con un vero gioiello! Combina qualche Sykesata eccessiva e giuro che tuo padre ti prenderà a sculacciate come quando avevi due anni!
Il capo famiglia era un buontempone e burlone, con il vizio di affezionarsi quasi subito ai nuovi componenti della famiglia, Peyton compresa. Oramai la ragazza poteva considerarsi a tutti gli effetti una Sykes, nel bene e nel male, perché purtroppo per certi privilegi c'erano sia pregi che difetti. Dopo la cerimonia e il pranzo eccezionale, quasi tutti si erano spostati lì alla villona della cara Madeline per continuare a ridere, giocare e ballare. Ognuno si era cambiato mettendosi qualcosa di più comodo ed essendo vicini alle tre del mattino, molti aveva iniziato a ronfare sui divani o anche sulle sedie. Una zona completamente isolata della casa, almeno in quei momenti, era l'ultimo piano, attualmente in semi ristrutturazione.
Ehi, Nigel! Dove te ne vai? Non mi dire che vuoi metterti a dormire?! Stiamo vedendo di organizzare una partita a Tabù con Logan, Eibhlin, Rebecca e Maddox! C'è pure la mimosa fatta da lei, credo l'abbia portata un po' per prendermi in giro!
Cominciate senza di me, io mi faccio due passi su, ho bisogno di qualche attimo di silenzio...
Appoggiato su un tavolino il bicchiere vuoto con il beveraggio analcolico, Nigel Sykes salì su, molto su, proprio fino a quel famoso ultimo piano. Ricordava benissimo la bellezza di quella parte della casa, dotata di una porta finestra così ampia e trasparente da far passare tutti i raggi lunari. Voleva darci un'occhiata almeno qualche istante, prima di tornare a ridere e chiacchiere con tutti, pur chiedendosi dove fosse finita una persona. Era da circa due ore che aveva perso di vista Eufemia Longarno, la ex fidanzata, arrivata con tutti gli altri lì intorno alle cinque del pomeriggio. Si era perso qualche minuto per cambiarsi (maglietta leggera a maniche corte bianca e giacchetta nera sottile per evitare i colpi di vento all'esterno) e da allora gli sembrava scomparsa.
Uh... Ma pensa te...
Arrivato all'ingresso della famosa camera simil vuota e buia, illuminata solo dalla piena Luna della notte, vide proprio la rossa quasi al centro di essa, vicino la porta finestra. Era di spalle e non si era ancora accorta di lui, ma i suoi passi di certo l'avrebbero attirata, visto che lassù nessun rumore imperversava più i corridoi della magione.
Hai deciso di rubarmi l'idea? Da te proprio non me lo aspettavo...
Si avvicinò a lei inizialmente con una espressione seria, quasi offesa o infastidita, salvo poi poi sorridere leggermente, facendole capire che stesse scherzando. La porta era rimasta socchiusa, ma tanto chi mai sarebbe venuto lì? E poi non c'era certo motivo di ricercare una privacy eccessiva.
Come va? Il sonno sta già prendendo il sopravvento oppure il Fuoco ti tiene ancora bella sveglia?
Prima le arrivò di fronte, fissandola negli occhi, poi, si spostò sul lato, affiancandola e osservando la grande Luna in alto nel cielo stellato. Sembrava proprio che anche il meteo volesse in qualche modo benedire le nozze di suo fratello e Peyton, regalando una notte meravigliosamente brillante.
... Il vestito ti donava molto, oggi.
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Nigel
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da Eufemia » 06/03/2017, 12:47
@ Magione di Madeline Bergman | Pittsburgh - Pennsylvania | 6.6.13 | 2.31 a.m. @
Era stato un matrimonio da favola: il dress code richiesto dalla sposa aveva permesso a tutti -femmine soprattutto e per ovvi motivi- di dare il meglio di loro stessi, con abiti incredibili; inutile dire che la più bella fosse la sposa, se non per il vestito -molto semplice, per Mia forse anche troppo- per il sorriso raggiante che le era danzato sul viso per l'intera giornata, dal percorso lungo la navata al giocare esausta coi membri della famiglia Sykes, nonostante la stanchezza evidente. Nel corso della giornata la Longarno aveva avuto modo di stare nuovamente un po' a contatto con Desmond -che per reciproci impegni aveva corso il rischio di diventare quasi un estraneo- e con sua moglie, per non parlare dei fratelli Sykes e del vario parentame; ma quella era stata anche un'occasione per conoscere gli amici di Peyton -il suo testimone, le colleghe di lavoro e la damigella, una tipa veramente simpatica- e la Hastings stessa... anzi, la signora Sykes da quel momento. Si era commossa allo scambio delle promesse, così come durante il primo ballo degli sposi: era bello vedere J.D. tanto felice, e dire che tutti lo davano come "zitello incallito", o comunque l'ultimo a poter mai decidere di sposarsi! Ed invece eccolo lì, raggiante, con la moglie in braccio, le carte di fronte e lo sguardo di chi si sentiva perfettamente completo. Aveva sorriso amaramente nel pensare che, se non avesse rovinato tutto, probabilmente sarebbero stati proprio lei e Nigel i primi a sposarsi: e a proposito di lui, aveva conosciuto anche Kirie, la ragazza con cui si era presentato alle nozze: carina, vagamente simpatica... odiosa, per l'italiana, ma solo perché aveva delle mire sul Sykes -e alla Ignis erano serviti meno di cinque minuti per capirlo. Quando l'aveva vista crollare sulla poltrona pur di non andare a casa, improvvisamente aveva percepito il bisogno di allontanarsi dalla confusione degli invitati, da tutta quella felicità, da quelle risate: voleva stare un po' da sola, per quanto suonasse strano riferito ad una persona solitamente socievole come la rossa.
Forse sono cambiata anche io, dopotutto...
Come tutti, anche la Longarno si era portata un cambio decisamente più comodo, fatto di pantaloni della tuta, scarpe da ginnastica ed un maglioncino color panna con sotto una canottiera bianca: non aveva il reggiseno, ma tanto non è che si notasse troppo la differenza... lei poteva permetterselo, a differenza di quella tettona di Rebecca Auditore, la migliore amica di Logan, che aveva catturato non poco l'attenzione con quel vestito attillato; e come dare torto alla fauna maschile?! Anche Eibhlin aveva attirato un bel po' di sguardi: e grazie al cazzo, era l'Oceano! E poi c'era poco da fare, quella donna aveva un'eleganza innata che non spariva mai, nemmeno quando indossava abiti più casual... e Mia era pronta a scommettere che i prossimi a sposarsi sarebbero stati proprio lei e Logan. Anche Miranda era sparita, a pensarci bene: l'aveva portata su richiesta della neo-sposa, che avrebbe voluto far conoscere al testimone/migliore amico qualche nuova ragazza... e chi meglio di una modella con un cervello pensante capace di guardare oltre le apparenze? La mora, osservando la foto dell'Iglesias, l'aveva da subito trovato molto carino, e visto che i due se ne fossero andati via insieme c'era da ipotizzare che avrebbero fatto pure loro le ore piccole... ma in modo molto diverso!
Hai deciso di rubarmi l'idea? Da te proprio non me lo aspettavo...
Talmente si era concentrata sui propri pensieri da non percepire l'avvicinarsi di qualcuno: ma quella voce, oh, quella voce avrebbe potuto riconoscerla ovunque, anche in mezzo ad una folla urlante durante un concerto; si volse, cogliendo giusto in tempo il leggero sorriso di Nigel, ricambiato all'istante da quello morbido e vagamente imbarazzato della rossa.
Come va? Il sonno sta già prendendo il sopravvento oppure il Fuoco ti tiene ancora bella sveglia?
Potrei offendermi... -replicò lei, sbuffando ironica- Sai bene quanto il mio Fuoco sappia tenermi sveglia, specie in occasioni come questa: i tuoi familiari stanno davvero dando il meglio di loro stessi... è un peccato che i genitori di Peyton se ne siano andati subito dopo il ricevimento.
A dire il vero le era parso di cogliere un velo di sollievo nello sguardo della Hastings quando aveva salutato i suoi, augurandogli buon rientro, ma forse era stato tutto frutto della sua immaginazione.
... Il vestito ti donava molto, oggi.
Mi è sempre piaciuto il giallo, mi mette allegria e mi dona positività... due elementi di buon auspicio, specie in un'occasione come questa. E comunque non si può certo dire che le donne non fossero in tiro, a queste nozze.
Sorrise, voltandosi leggermente verso di lui così da appoggiarsi contro lo stipite della porta-finestra ed incrociare le braccia dietro la schiena.
Ho parlato un po' con Kirie, oggi... sembra simpatica. -breve pausa, sospiro infastidito ma rassegnato- Ed è evidente che abbia una bella cotta per te, anche se probabilmente tu non te ne sia accorto. Io ci ho messo circa tre minuti per capirlo, ed il fatto che abbia preferito crollare sul divano del soggiorno piuttosto che andarsene a casa credo la dica lunga su quanto io abbia ragione...
C'erano amarezza e gelosia nel tono, emozioni malamente tenute a bada: non poteva impedirsi di provarle, ma sapeva anche di non averne alcun diritto; aveva gestito male l'intera faccenda, avrebbe potuto evitare di andare a letto con J.D., di rovinare la sua storia con Nigel, col senno di poi avrebbe cambiato ogni cosa... già, peccato che così sarebbe stato fin troppo comodo.
... provi qualcosa per lei?
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da Nigel » 06/03/2017, 18:40
Come va? Il sonno sta già prendendo il sopravvento oppure il Fuoco ti tiene ancora bella sveglia?
Potrei offendermi...
Addirittura?
Sai bene quanto il mio Fuoco sappia tenermi sveglia, specie in occasioni come questa: i tuoi familiari stanno davvero dando il meglio di loro stessi... è un peccato che i genitori di Peyton se ne siano andati subito dopo il ricevimento.
J.D. mi ha detto che tengono una scopa nel culo ciascuno, ecco spiegato il motivo...
Quello era definitivamente un Nigel cambiato e per nulla inerente a quello inizialmente conosciuto dalla rossa. Non che fosse esattamente un'altra persona, ma molto meno propenso a girare intorno alle questioni oppure a utilizzare termini più a modo per esporre le cose. La Longarno, sentendolo ancora e osservandolo nel suo atteggiamento e comportamento, avrebbe potuto comprendere quindi sempre più quanto gli accadimenti del passato lo avessero influenzato. Andò ad affiancarla, osservando la grande Luna lontana. La porta finestra era già stata montata bene e nessuno spiffero entrava ad infastidire. Gli occhi scuri, neri e profondi del ragazzo di colore scrutavano l'orizzonte stellato senza un motivo apparente.
... Il vestito ti donava molto, oggi.
Mi è sempre piaciuto il giallo, mi mette allegria e mi dona positività... due elementi di buon auspicio, specie in un'occasione come questa. E comunque non si può certo dire che le donne non fossero in tiro, a queste nozze.
Ho fatto sporadici pensieri ben poco pudici nei confronti dell'Oceano e questo a mio fratello l'ho confessato senza colpe!
Sorrise scherzoso, non facendo quindi intuire quanto del suo dire fosse vero oppure una battuta, ma a che pro dire il falso? Obiettivamente Eibhlin si era vestita davvero bene ed era una donna che trasudava un fascino sensazionale e pur rimanendo rispettoso, il Sykes non se l'era sentita di frenare la propria fantasia.
Pensavo mettessi qualcosa di più scoperto però, lo ammetto... Se ci fosse stata Aryanne ti avrebbe dato della suora, tu che dici?
Incrociò le braccia al petto, lanciandole un'occhiata veloce e divertita, un'occhiata sicura e confidenziale, purtroppo un po' distaccata seppur amichevole. Era probabilmente un meccanismo di difesa, come anche una manovra per guarire prima: starle accanto, ridere lievemente con lei, così da non ricordare le lacrime.
Ho parlato un po' con Kirie, oggi... sembra simpatica.
Lo è, anche se ancora molto chiusa. Il retaggio del suo paese. Non è semplice distaccarcisi.
Ed è evidente che abbia una bella cotta per te, anche se probabilmente tu non te ne sia accorto.
... Mh? Una cotta per me?
Inarcò il sopracciglio, spostandosi nuovamente a guardarla tra il serio e il curioso, ma anche piuttosto incredulo riguardo quelle parole apparentemente senza senso. Ricordava alla perfezione qualche attimo prima, mentre stava ancora in sala da pranzo con tutti, il chiacchiericcio tra un loro caro amico e altri invitati di conoscenza.
Prima ho portato su in camera quella ragazza giapponese... Avete presente no? Beh, mi ha detto che le piaccio e mi ha mollato un bacio mozzafiato con tanto di lingua! Certo, poi è collassata, ma ha detto tutto ciò che conta, ahahah!
Io ci ho messo circa tre minuti per capirlo, ed il fatto che abbia preferito crollare sul divano del soggiorno piuttosto che andarsene a casa credo la dica lunga su quanto io abbia ragione...
Spiacente di contraddirti, ma sono quasi sicuro che poco prima, mentre tu te ne stavi qui, lei si sia pomiciata uno degli invitati. Ora, per quel poco che la conosco non combinerebbe mai niente di simile se fosse interessata a qualcuno e non avrebbe motivo di farmi una ripicca.
Non poteva certo sapere che in realtà Kirie, da ubriaca, aveva creduto di baciare lui, ma non era quello il punto, non per l'italiana rossa almeno. Osservando la sua espressione durante il racconto del bacio, ella avrebbe potuto comunque rendersi conto che non ci fosse alcuna traccia di dispiacere o gelosia.
... provi qualcosa per lei?
Un affetto incommensurabile, la considero una ragazza degna di tutte le migliori fortune e di tutto il mio supporto. Sta vivendo una situazione difficile e seppur inizialmente ospitata da me per semplice spirito altruista, col tempo ha conquistato un posto speciale nel mio cuore.
Ma non quel tipo di posto che Eufemia credeva, o temeva, si fosse accaparrata, perché il tono con cui Nigel parlava era un tono sincero ed anche abbastanza serio. Si girò col busto, così da potersi trovare di nuovo verso di lei, a distanza di circa mezzo metro, fissandola negli occhi verde smeraldo.
Qui l'unica cosa che trovo evidente è che tu sia gelosa, molto gelosa, Eufemia.
Che gli facesse piacere o meno, era difficile stabilirlo, perché il suo viso appariva ancora piatto, le labbra raramente si incurvavano all'insù, ma gli occhi davano qualche indizio in più. Il Fuoco rimasto nel suo Spirito era ardente nell'uno, mentre l'Acqua che lo aiutava a ponderare e placarsi spumeggiava nell'altro. Una dicotomia perfetta tra ragione e sentimento.
... Peyton lo sa dei tuoi trascorsi con suo marito? Ah, tra l'altro, ti mandano i saluti Dwight, Jordan, Theo e Maurice, te li ricordi?
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Nigel
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