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Messaggioda Vergil » 03/11/2016, 22:53

Avevo appena finito di correggere i compiti, per cui non mi hai disturbata.
Avevi bisogno di qualcosa? Ah, se è una cosa un po' lunga accomodati pure, sai dove sederti.


Avresti dovuto avvertirmi che la tua mise fosse a rischio cardiaco, non è carino attentare così alla vita di un collega...

L'ironia del Cartwright era rimasta, ma mutata e modificata dalla sua maturità avanzata in fretta e con pochissimo preavviso.
Pur avendo fatto una battuta sulle fattezze e sul vestiario della mora, Vergil si espresse con un sorriso molto leggero ed un tono più caldo, che comico.
A prescindere da quel breve intermezzo, all'interno del quale fu abbastanza impossibile per lui non lanciare un'occhiata svelta e non troppo furtiva sulla scollatura della donna, Vergil si decise ad entrare.
Sì, sapeva bene dove sedersi, era stato molte volte in quella stanza e negli ultimi episodi quelle stesse poltrone o quello stesso letto erano stati luoghi di sesso non esattamente leggero.
Tralasciando comunque quei ricordi volti solo a distoglierlo dalla serietà di quella visita, il ragazzone attese che la Bennet fosse pronta per ascoltarlo, mentre il cuore batteva molto forte.

Cosa ti porta a bussare alla mia porta a quest'ora?
C'è qualcosa che ti turba?


In verità più che qualcosa sarebbe qualcuno... Ma preferirei spiegarmi meglio.

Volle aspettare prima che Martha gli desse l'ok per proseguire, altrimenti se si fosse mostrata troppo stanca al massimo avrebbe rinviato la conversazione.
Non era semplice affrontare una conversazione simile, ma era pur vero che ormai Vergil non era più l'allievo sempre in soggezione davanti all'avvenente professoressa.
La stessa Martha fosse si sarebbe stupita di quanto ancora fosse maturato il Cartwright, talmente tanto da poterla guardare negli occhi con serietà e confronto pari.
Nei suoi occhi azzurri c'era ormai poco del Tassorosso scapestrato abituato a bere e cazzeggiare con gli amici. Lo gradiva ancora, certo, ma entro limiti molto più netti.
Tanto tempo prima, entrando lì per chiederle di parlare, egli le aveva strappato la camicetta per farle capire cosa volesse, ma quella sera non sarebbe accaduto nulla di tutto ciò.

Ultimamente mi sono ritrovato a ragionare molto sia sulla mia vita, sia sul mio futuro e sulla mia realtà sentimentale.
La mia ultima storia si è conclusa ormai da diversi mesi e pur avendo all'inizio provato un forte disagio e gelosia nei confronti del nuovo partner della mia ex, oggi sento che quella sensazione è svanita.
Svanita nel nulla, nel vero senso della parola, facendomi capire quanto in verità io stessi male e fossi geloso solo per il ricordo della bella sensazione dello stare con qualcuno, non con quel qualcuno.
Io e Victoria abbiamo passato un periodo meraviglioso e ringrazierò sempre le belle sensazioni provate a stretto contatto con lei ma... Ma è inevitabile che la motivazione dietro la nostra rottura sia stata un tassello determinante nel portare avanti le mie riflessioni e i miei dubbi riferiti a ciò che veramente cerco in una partner femminile.


Prese un altro bel respiro, sorridendo appena, rifiutando qualsiasi cosa ella gli avesse offerto, che fosse alcolica o analcolica.

... È tanto che non parliamo, Martha, quindi è ovvio che tu non sappia perché la mia storia è finita.
Ebbene... Si è interrotta perché ad un certo punto mi sono reso conto della profonda diversità tra me e Victoria.
Lei una ventenne piena di vita, con la voglia di mangiare il mondo, godersi ogni istante e vivere di attimi, proprio come è giusto che sia alla sua età.
Io invece... Un ragazzo che è diventato uomo molto in fretta e che pur avendo solo cinque anni più di lei, sente come di averne almeno dieci.
Differenze di stile di vita, di realtà di ogni giorni, di abitudini, un po' di tutto... Anche a te è capitato di crescere svelta, puoi comprendermi, quindi, dico bene?


Volle prima essere certo che la Bennet lo capisse e condividesse quella verità, ma era abbastanza ovvio che lo facesse, anche perché quell'aneddoto a Vergil lo aveva già raccontato.

Ecco... Ebbene... Per questo mi sono ritrovato stanotte a bussare alla tua porta.
No, non volevo soltanto qualcuno con cui confrontarmi... Ma volevo parlare con te che, dopo un'attenta analisi dei miei desideri e dei miei prototipi ideali di donna... Sei risultata essere proprio quel qualcuno che mi turba, seppur in senso completamente positivo...


Martha non era affatto stupida, avrebbe capito facilmente dove egli stesse cercando di arrivare, ma prima che potesse provare di ribattere, il Cartwright la interruppe.

Lo so che sembra essere la cosa più assurda in assoluto, ma credo proprio di volere vicino una donna, una donna fatta e finita, una donna come te.
Le ragazze ormai mi attraggono fino ad un certo punto, sotto praticamente tutti i punti di vista, sia caratteriale che fisico.
Probabilmente penserai che non possa essere alla tua altezza e invece posso assicurarti del contrario, perché questi anni mi hanno fatto crescere e molto anche.
Forse non sarò ancora al tuo stesso livello di maturità e concretezza, ma anche per questo mi sono ritrovato a pensare a te spesso e volentieri.
So che con te potrei avere un ulteriore miglioramento di me stesso, un ulteriore progresso, una ulteriore crescita... E allo stesso tempo, potrei restituirti un po' di lezioni da 25enne che non hai mai appreso.


Tentò di prenderle la mano, stringendola forte, guardandola negli occhi, molto più intensamente che mai in passato.

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Dammi una chance con te, Martha, per favore.
Io ti voglio e ti voglio sul serio.
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Messaggioda Martha » 08/11/2016, 18:24

Avresti dovuto avvertirmi che la tua mise fosse a rischio cardiaco, non è carino attentare così alla vita di un collega...

Quel collega dovrebbe ricordarsi che dopo un certo orario una donna per bene decide di vestirsi come le pare...

Rispose a tono Martha, prendendolo un po' in giro e facendolo entrare dentro la stanza in maniera che Vergil si sentisse libero di parlare di tutto ciò che lo affliggeva. Non era raro che i due colleghi finissero a parlare di questioni private, anche se per la maggior parte delle volte era il Cartwright a chiederle un consiglio. Oramai era diventata un'abitudine per la Bennet ascoltarlo e consigliarlo là dove poteva arrivare la sua saggezza e la sua esperienza e anche in quel frangente, quando il ragazzo si dimostrò turbato da qualcosa, la donna si dimostrò subito disposta ad aiutarlo nei limiti delle sue possibilità.

Ultimamente mi sono ritrovato a ragionare molto sia sulla mia vita, sia sul mio futuro e sulla mia realtà sentimentale.
La mia ultima storia si è conclusa ormai da diversi mesi e pur avendo all'inizio provato un forte disagio e gelosia nei confronti del nuovo partner della mia ex, oggi sento che quella sensazione è svanita.


Svanita?

Svanita nel nulla, nel vero senso della parola, facendomi capire quanto in verità io stessi male e fossi geloso solo per il ricordo della bella sensazione dello stare con qualcuno, non con quel qualcuno.
Io e Victoria abbiamo passato un periodo meraviglioso e ringrazierò sempre le belle sensazioni provate a stretto contatto con lei ma... Ma è inevitabile che la motivazione dietro la nostra rottura sia stata un tassello determinante nel portare avanti le mie riflessioni e i miei dubbi riferiti a ciò che veramente cerco in una partner femminile.


Martha non disse nulla per il momento, perchè comprese che Vergil non aveva ancora concluso il suo discorso e quella era stata solo una premessa necessaria per arrivare al vero punto della questione.

... È tanto che non parliamo, Martha, quindi è ovvio che tu non sappia perché la mia storia è finita.

Vero, ma immagino che tu stia per dirmelo adesso.

Ebbene... Si è interrotta perché ad un certo punto mi sono reso conto della profonda diversità tra me e Victoria.
Lei una ventenne piena di vita, con la voglia di mangiare il mondo, godersi ogni istante e vivere di attimi, proprio come è giusto che sia alla sua età.
Io invece... Un ragazzo che è diventato uomo molto in fretta e che pur avendo solo cinque anni più di lei, sente come di averne almeno dieci.
Differenze di stile di vita, di realtà di ogni giorni, di abitudini, un po' di tutto... Anche a te è capitato di crescere svelta, puoi comprendermi, quindi, dico bene?


Annuì, facendo un mezzo sorriso perchè credeva di aver compreso quale fosse il problema del Cartwright: quella nuova consapevolezza forse lo faceva sentire inadeguato, magari sbagliato ed era venuto da lei per chiederle un parere, dato che la Bennet ci era già passata. Tuttavia Vergil sembrò non aver ancora concluso, cosa che fece rimanere di nuovo Martha in silenzio ad ascoltarlo. E quello che il ragazzo aggiunse subito dopo la lasciò veramente senza parole.

Ecco... Ebbene... Per questo mi sono ritrovato stanotte a bussare alla tua porta.

Perchè volevi avere un confronto con qualcuno?

No, non volevo soltanto qualcuno con cui confrontarmi... Ma volevo parlare con te che, dopo un'attenta analisi dei miei desideri e dei miei prototipi ideali di donna... Sei risultata essere proprio quel qualcuno che mi turba, seppur in senso completamente positivo...

Vergil...

Lo so che sembra essere la cosa più assurda in assoluto, ma credo proprio di volere vicino una donna, una donna fatta e finita, una donna come te.

Una donna come me, ma non me.
Senti, io...


Le ragazze ormai mi attraggono fino ad un certo punto, sotto praticamente tutti i punti di vista, sia caratteriale che fisico.
Probabilmente penserai che non possa essere alla tua altezza e invece posso assicurarti del contrario, perché questi anni mi hanno fatto crescere e molto anche.
Forse non sarò ancora al tuo stesso livello di maturità e concretezza, ma anche per questo mi sono ritrovato a pensare a te spesso e volentieri.
So che con te potrei avere un ulteriore miglioramento di me stesso, un ulteriore progresso, una ulteriore crescita... E allo stesso tempo, potrei restituirti un po' di lezioni da 25enne che non hai mai appreso.


Quella conversazione stava assumendo dei toni sempre più assurdi, con la Bennet che non sapeva che cosa dire o pensare in merito alla questione sollevata dal Cartwright. Non era più un ragazzo, su quello non c'erano dubbi, nè dal punto di vista fisico nè dal punto di vista psicologico. Ma era giovane, aveva venticinque anni e pur sentendosene addosso molti di più, questo non significava nulla. Era talmente tanto presa da quello shock che la donna non spostò la mano quando Vergil la prese e la strinse, sorprendendosi di quel contatto ma, tendenzialmente, lasciandolo libero di fare. Fu il suo sguardo però che le fece capire quanto il bisogno del Cartwright fosse reale e sincero, oltre che le parole che le rivolse subito dopo.

Dammi una chance con te, Martha, per favore.
Io ti voglio e ti voglio sul serio.


Io... non so cosa dire...

Sospirò, rimanendo ferma in quella posizione guardandolo negli occhi ma in silenzio, perchè tutte le obiezioni che avrebbe potuto fargli erano già state smantellate preventivamente dal Cartwright. L'unica nota non prevista era Cole, l'uomo con cui si frequentava attualmente e con il quale aveva una relazione di sesso da parecchio tempo. Ma usarlo in quel frangente, se lui non fosse stato davvero un motivo per negare a Vergil la sua possibilità, sarebbe stato soltanto scortese e offensivo nei confronti di un ragazzo che meritava una risposta sincera al cento per cento.

Vergil... La possibilità che tu mi stai chiedendo io... Non me la sento di dartela.
Credo in tutto ciò che mi hai detto, perché è palese anche ai miei occhi quanto tu sia cresciuto e sia maturato, al punto tale che fatico a ricordarmi come fossi quando avevi quindici anni.
Ma proprio perchè sei cresciuto così in fretta, avere accanto me non penso che possa farti bene. Saresti costretto a rinunciare a molti dei piaceri che potresti ancora goderti a venticinque anni ed è una follia pensare che io possa in qualche modo recuperare ciò che ho perso.
Questo non significa che tu debba cercare la tua partner ideale fra le ragazze della tua età, ma soltanto che io, a discapito di ciò che hai detto, non credo di essere quella giusta.


Non tolse la mano che Vergil aveva preso, ma la strinse più forte fra le sue, fissandolo realmente dispiaciuta di dovergli fare un discorso simile.

Non ti ho mai raccontato il motivo per cui io mi sia sempre sentita molto più matura rispetto alla mie età.
Non era soltanto una questione caratteriale, ma è accaduto in virtù di un amore che mi ha portata a crescere più del dovuto.
Io amavo il mio mentore, Vergil.
- era la prima volta che metteva al corrente qualcuno dei sentimenti che aveva provato per Heathcliff e dirlo le provocò quasi un senso di vertigine, come se si stesse liberando di un peso dopo tantissimo tempo -E questo amore, anche se non corrisposto, non ha fatto altro che rendermi ciò che sono.
Una persona adulta, una persona inquadrata, ma che a volte rimpiange di non aver saputo godersi la vita nel momento giusto.


Fece un breve sorriso malinconico, ma non rimase in silenzio a lungo. Aveva ancora molto di cui parlare con lui, ancora alcuni concetti da chiarirgli prima di lasciare al Cartwright le dovute considerazioni.

Adesso semplicemente so che non riuscirei mai a sentirmi a mio agio facendo ciò che avrei dovuto fare a ventitré anni. E non voglio essere la persona che ti costringerà a cambiare in fretta e furia solo per sentirti alla mia altezza.
Se questo cambiamento ci sarà, lo percorrerai lentamente e con i dovuti tempi.
Ma non farlo con me, non sarebbe giusto nei tuoi confronti.


Finalmente, al termine di quel discorso, Martha tentò di svicolare la propria mano da quella di Vergil, facendogli comprendere dunque che per lei la questione si chiudeva lì. Non aveva parlato di Cole, non aveva fatto menzione all'uomo perchè a causa del Cartwright la Bennet non sapeva bene che ruolo giocasse il sicario in tutta quella vicenda. Per quello, avrebbe dovuto riflettere con più calma e più tranquillità, ma sarebbe stato soltanto un dettaglio inutile da rivelare perché il vero motivo per cui la Bennet stava rifiutando il ragazzo non erano i sentimenti di lei per un altro uomo, ma il pensiero che aveva poc'anzi esposto al professore di Volo.
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Messaggioda Vergil » 11/11/2016, 22:59

Vergil... La possibilità che tu mi stai chiedendo io... Non me la sento di dartela.

Fu un duro colpo per Vergil, quello lì, ma non si aspettava di certo che la donna si gettasse tra le sue braccia come nulla fosse.
Probabilmente avrebbe cercato di convincerla, di farle capire quanto ci tenesse a poter stare con lei, ragionandoci assieme, parlando.
Peccato non si aspettasse invece il lungo discorso di spiegazioni che la Bennet decise di esporgli a motivazione del proprio rifiuto.
Il Cartwright lo ascoltò senza mai interromperla, esattamente come aveva fatto lei prima con lui, ma lo avrebbe tanto voluto fare.
Ogni parola era un piccolo graffio sul cuore, ogni sillaba una puntina da disegno sull'anima.

Io amavo il mio mentore, Vergil. E questo amore, anche se non corrisposto, non ha fatto altro che rendermi ciò che sono.
Una persona adulta, una persona inquadrata, ma che a volte rimpiange di non aver saputo godersi la vita nel momento giusto.


Dunque da una parte, seppur profonda di lei, era infelice di come fossero andate le cose.
Avrebbe preferito di gran lunga godersi l'adolescenza, l'età della follia e della spensieratezza, invece che rincorrere un sogno sentimentale senza speranza.
Quell'uomo le aveva dato tanto ma togliendole anche tanto. Una disgrazia sostituita da un miracolo, un dolore curato con solo tanti cerotti ma mai una vera e propria guarigione.
La cicatrice di quella vicenda sarebbe rimasta impressa in lei a vita e la donna aveva individuato così bene la causa della propria infelicità da non volerla augurare a nessun altro.
Se Vergil fosse stato con lei, avrebbe fatto la stessa fine e la Pozionista non lo voleva, non poteva essere così tanto egoista da non pensare a lui.

Adesso semplicemente so che non riuscirei mai a sentirmi a mio agio facendo ciò che avrei dovuto fare a ventitré anni.
E non voglio essere la persona che ti costringerà a cambiare in fretta e furia solo per sentirti alla mia altezza.
Se questo cambiamento ci sarà, lo percorrerai lentamente e con i dovuti tempi.
Ma non farlo con me, non sarebbe giusto nei tuoi confronti.


... Potrebbe essere un discorso valido... Se tu fossi ancora la mia professoressa ed io un tuo studente, Martha.

Le lasciò andare la mano, non poteva impedirle di sistemarla dove volesse, ma non interruppe il contatto visivo, fissandola molto seriamente.
I suoi occhi non erano quelli del Cartwright visto ogni giorno tra i banchi o anche quello che prendeva ripetizioni prima di diventare un Auror effettivo.
Erano gli occhi di un ragazzo che ormai dava la completa impressione di essere un uomo, un uomo pronto davvero a tutto, un uomo vero, sotto tanti punti di vista.
Forse essendolo diventato da poco aveva ancora tanto da imparare, ma nulla che standole vicino non gli fosse poi sorto come spontaneo e naturale.
Si alzò in piedi, camminando fino al centro della stanza, poi si volse a fissarla ancora, invitandola a raggiungerlo.

Guardami, Martha, dal basso verso l'alto.
Che cosa vedi? Un ragazzino? Uno studente? Un incosciente?
Pensi davvero che abbia preso la decisione di parlarti dopo aver riflettuto come quando sono entrato nel tuo ufficio al sesto anno arrabbiato per quell'insufficienza?
Ovvero senza pensare?
... Ho pensato a lungo, ho ragionato, ponderato come non mai e sono arrivato davanti alla tua porta con una paura fottuta ma il coraggio di un uomo.


Perché per quanto la Bennet facesse fatica a vederlo, lui ormai era uomo, non più un ragazzo, per motivi molto simili ai suoi, magari meno dolorosi, ma tali.

... È già tardi, Martha, è inutile che ti preoccupi del mio preservare la giovinezza, perché me la sono già fottuta almeno da un paio d'anni.
Tu hai avuto il tuo Mentore, io altre vicende, ma il risultato è lo stesso e non si può tornare indietro, lo hai detto tu stessa.
Prima ti sei rivolta a me come è sempre successo, come sempre è accaduto, perché prima ero il tuo allievo, ero a tutti gli effetti un giovane di fronte ad una adulta.
Adesso però io ti sto parlando da uomo a donna e sono certo che se di fronte a te ci fosse stato un quarantenne non gli avresti dato la stessa risposta.
Io desidero che tu possa guardarmi come guarderesti chiunque che è come, anche se so quanto possa essere difficile... Ma so che non è impossibile.


Perché in fondo se aveva fatto sesso con lui, poteva anche iniziare a vederlo più come un uomo, no?
Non espresse chiaramente quel concetto, ma il senso insito nella frase era proprio quello.
Se Martha era riuscita a superare la condizione di distacco e muro nella sessualità, allora il passo alla fase sentimentale era già più facilitato.
Nessuno si aspettava che fosse immediato, ma nemmeno la cosa più assurda del mondo, altrimenti non ci avrebbe proprio combinato nulla a priori.
Fece un passo avanti, Vergil, trovandosi molto vicino a lei, sovrastandola per quanto fosse massiccio, pur essendo la Bennet sicuramente una donna alta e generosa nelle curve.

Smettila di preoccuparti, smettila di pensare al mio posto, di ragionare al mio posto, prendere decisioni per il mio bene.
Ho quasi dieci anni meno di te ma sono comunque ugualmente abbastanza grande per saper inquadrare cosa è bene per me e cosa no.
Dimentica per alcuni secondi la mia data di nascita, pensa a me come individuo, caratterialmente, fisicamente, professionalmente, stop.
Osservami nella mia integrità umana, scevra dai pregiudizi di un'età che mi appartiene ormai molto poco o non quando dovrebbe.
Se davvero ci tieni a me e tra noi sussiste qualcosa di più di un semplice rapporto tra ex studente e insegnante, fa come ti ho detto...


In quel caso, senza darle la minima possibilità di bloccarlo, in quanto agì veloce ed energico, Vergil andò con una mano dietro la schiena della donna e l'altra dietro al collo.
Qualora ella non avesse opposto chissà quale resistenza, allora l'avrebbe attirata di più a sé per poterla baciare sulle labbra e non certo un bacio da "ragazzini".
Fu un bacio in piena regola, adulto, intenso e passionale quanto bastasse per trasmetterle sia le emozioni più intime che più emotive.
Quello era il suo ultimo tentativo, era la sua ultima carta da giocare prima di dichiararsi completamente sconfitto da un pregiudizio che lo vedeva come perdente in partenza.
Non fece nulla di più, anche se la voglia fu davvero tanta. Quando si staccò lentamente da lei, la fissò ancora, respirando piano.

... Dimmi che resti della tua idea... E ti giuro che non farò nient'altro per fartela cambiare.
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Messaggioda Martha » 14/11/2016, 23:56

Vergil Cartwright aveva sconvolto il suo mondo dichiarandosi in quel modo e improvvisamente, lasciandole ben poco spazio per delle riflessioni ponderate e attente. Tuttavia Martha non sarebbe stata degna di essere definita Acuan se non avesse saputo mantenere un certo controllo e decoro di fronte ad una simile situazione, parlando ed agendo sempre e comunque pensando al benessere del professore di Volo, ormai un uomo fatto e finito nell'aspetto.
Sembravano passati secoli da quando lui era ancora un suo studente e lei la sua insegnante di Pozioni, ma nonostante questo la Bennet provava ancora un senso di protezione nei suoi confronti: si sentiva responsabile delle sue scelte, una guida per aiutarlo a maturare e a diventare adulto, non rendendosi conto in verità del fatto che egli non ne avesse più bisogno.

... Potrebbe essere un discorso valido... Se tu fossi ancora la mia professoressa ed io un tuo studente, Martha.

Nemmeno un istante il Cartwright distolse il proprio sguardo da quello cristallino di Martha, alzandosi in piedi ed invitandola a fare altrettanto. La donna lo raggiunse in fretta, sistemandosi di fronte a lui silenziosa e in aspettativa di ascoltare il resto del suo discorso, di capire quali altre carte avesse ancora in mente Vergil da giocare con lei.

Guardami, Martha, dal basso verso l'alto.
Che cosa vedi? Un ragazzino? Uno studente? Un incosciente?
Pensi davvero che abbia preso la decisione di parlarti dopo aver riflettuto come quando sono entrato nel tuo ufficio al sesto anno arrabbiato per quell'insufficienza?
Ovvero senza pensare?
... Ho pensato a lungo, ho ragionato, ponderato come non mai e sono arrivato davanti alla tua porta con una paura fottuta ma il coraggio di un uomo.


Anche se ci provava, anche se tentava di ripetere a sè stessa che lui era un suo ex-allievo, non poteva negare che le parole del Cartwright fossero vere. Lo aveva visto lei stessa, crescere durante quel lungo percorso e cambiare così tanto da diventare irriconoscibile persino ai suoi stessi occhi.

... È già tardi, Martha, è inutile che ti preoccupi del mio preservare la giovinezza, perché me la sono già fottuta almeno da un paio d'anni.
Tu hai avuto il tuo Mentore, io altre vicende, ma il risultato è lo stesso e non si può tornare indietro, lo hai detto tu stessa.
Prima ti sei rivolta a me come è sempre successo, come sempre è accaduto, perché prima ero il tuo allievo, ero a tutti gli effetti un giovane di fronte ad una adulta.
Adesso però io ti sto parlando da uomo a donna e sono certo che se di fronte a te ci fosse stato un quarantenne non gli avresti dato la stessa risposta.
Io desidero che tu possa guardarmi come guarderesti chiunque che è come te, anche se so quanto possa essere difficile... Ma so che non è impossibile.


Lo stava facendo, stava facendo quello sforzo e stava cercando di guardarlo come un giovane uomo, non più come un ragazzo. L'aspetto fisico aiutava tanto, ma anche il suo carattere, il suo modo di agire, erano palesemente quelli di una persona adulta, una persona matura, capace di sapersi contenere e controllare nei gesti e nelle parole.

Smettila di preoccuparti, smettila di pensare al mio posto, di ragionare al mio posto, prendere decisioni per il mio bene.
Ho quasi dieci anni meno di te ma sono comunque ugualmente abbastanza grande per saper inquadrare cosa è bene per me e cosa no.
Dimentica per alcuni secondi la mia data di nascita, pensa a me come individuo, caratterialmente, fisicamente, professionalmente, stop.
Osservami nella mia integrità umana, scevra dai pregiudizi di un'età che mi appartiene ormai molto poco o non quanto dovrebbe.
Se davvero ci tieni a me e tra noi sussiste qualcosa di più di un semplice rapporto tra ex studente e insegnante, fa come ti ho detto...


Lui la attirò a sè, circondandole la schiena con il braccio e accarezzandole il collo, avvicinandosi alla sua bocca con il chiaro intento di baciarla. La donna chiuse gli occhi e accolse quel bacio, lasciando che il Cartwright le parlasse tramite il suo corpo. Poteva vederlo come un uomo meraviglioso, un uomo pronto ad impegnarsi per renderla felice, per soddisfare le sue esigenze e le sue aspettative, senza mai deluderla nè farle sospettare di stare con un ragazzino. Riusciva a immaginarselo al proprio fianco, come marito, padre, compagno di vita, ed era tutto molto bello e tutto così allettante. Non le era mai capitato con Cole, forse perchè entrambi preferivano non buttarsi, non andare oltre quella soglia che per Martha era difficile da raggiungere, mentre per il Darksteel era doloroso oltrepassare.
Lo stava facendo per lui, per Vergil, concedergli il beneficio del dubbio e iniziare a pensare fuori dagli schemi. Ma questo non servì a molto, quando una nota stonata si aggiunse a quell'idillio che la Bennet stava vivendo nella sua mente, portandola ancora una volta a rimanere sul no.

... Dimmi che resti della tua idea... E ti giuro che non farò nient'altro per fartela cambiare.

Sei un uomo, in tutto e per tutto.
Ho sbagliato a trattarti come se fossi ancora un mio studente.
Ma nonostante questo, non riesco a cambiare idea, mi dispiace...


Sapeva che in quel momento gli stava dando un profondo dispiacere, per questo gli prese il mento fra le mani e lo costrinse a non abbassare mai lo sguardo.

Durante il bacio, sei arrivato dritto al mio cuore e mi hai fatto capire che cosa significa per te avere una relazione con me.
Mi sono lasciata coinvolgere ed è stato meraviglioso, tu lo sei senza ombra di dubbio.
In tutto quell'idillio però qualcosa non andava: ovvero io.
Non sono la persona adatta a te, perché non riesco, in nessun modo, ad adattarmi al tuo mondo come tu invece faresti col mio. E questo, già di partenza, è sbagliato.
Se un giorno decidessi di fare una cena insieme ai tuoi amici, in mezzo a loro io sarei l'unica nota stonata e non potrai fare nulla per non farmi sentire come tale, perché sarà una sensazione mia ed unicamente mia.
Non sei poco maturo per me.
Non sei poco uomo per me.
Ma lo è la vita che fai e le persone che ti sono accanto.
O se vogliamo vederla in un altro modo, sono io che non possiedo la capacitò di adattarmi ad altre situazioni...
Un vero disastro per un'Acuan del'Acqua...


Cercò anche di ironizzare, ma si sentiva in difetto per una simile mancanza da parte sua. Avrebbe voluto potersi sentire un tutt'uno con il proprio elemento, ma l'arrivo del Cartwright metteva in luce quali fossero le mancanze che ancora albergavano nel suo spirito per sentirsi davvero in perfetta sintonia con l'Acqua.

Hai compreso il mio discorso?
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Messaggioda Vergil » 20/11/2016, 15:55

... Dimmi che resti della tua idea... E ti giuro che non farò nient'altro per fartela cambiare.

Sei un uomo, in tutto e per tutto.
Ho sbagliato a trattarti come se fossi ancora un mio studente.
Ma nonostante questo, non riesco a cambiare idea, mi dispiace...


Quelle parole gli fecero molto, molto male. Talmente male che i suoi occhi per alcuni secondi si spensero proprio, facendo capire anche alla donna la portata delle parole appena pronunciate.
Si era preparato largamente ad un "No", ma quando ella aveva accolto il bacio, il Cartwright si era convinto per alcuni secondi che quel piccolo barlume di speranza fosse divenuto un vero e proprio faro.
Invece, seguendo la linea forse già disposta dell'obiettività di differenze tra loro, la Bennet cedette a quel gesto spontaneo ma rimase della sua considerazione, distruggendo le speranze del ragazzo.
Vergil emise un piccolo respiro pesante, il respiro di colui che nuovamente stava mandando giù un boccone molto, troppo amaro, per l'ennesima volta, senza possibilità di replica.
Distolse per alcuni istanti lo sguardo dal suo, ma quando la sentì parlare, per rispetto tornò a fissarla attento, seppur rammaricato e triste.

Durante il bacio, sei arrivato dritto al mio cuore e mi hai fatto capire che cosa significa per te avere una relazione con me.
Mi sono lasciata coinvolgere ed è stato meraviglioso, tu lo sei senza ombra di dubbio.
In tutto quell'idillio però qualcosa non andava: ovvero io.
Non sono la persona adatta a te, perché non riesco, in nessun modo, ad adattarmi al tuo mondo come tu invece faresti col mio. E questo, già di partenza, è sbagliato.
Se un giorno decidessi di fare una cena insieme ai tuoi amici, in mezzo a loro io sarei l'unica nota stonata e non potrai fare nulla per non farmi sentire come tale, perché sarà una sensazione mia ed unicamente mia.
Non sei poco maturo per me.
Non sei poco uomo per me.
Ma lo è la vita che fai e le persone che ti sono accanto.
O se vogliamo vederla in un altro modo, sono io che non possiedo la capacitò di adattarmi ad altre situazioni...
Un vero disastro per un'Acuan del'Acqua... Hai compreso il mio discorso?


Indubbiamente lo aveva compreso ed era anche per quel motivo che Vergil ormai poteva reputarsi in tutto e per tutto un uomo maturo, capace di ragionare e non fare di testa sua e basta.
Martha aveva ragione, se di base non si sentiva in grado di abbracciare le piccole quotidianità facenti parte del possibile, partner, come poteva pretendere di starci assieme serenamente?
Sì, aveva ragione, ma questo non significava che il dolore per il "no" fosse più tenue o meno pungente. Annuì lentamente, sbuffando ancora dal naso e chiudendo un momento gli occhi.
Poi, semplicemente, si avvicinò di più e la abbracciò, stringendola forte, sentendo il profumo del suo corpo, sentendo il seno premergli sul petto, il calore di una donna, già, una donna.
Magari stava sbagliando, magari aveva deciso di inseguire un sogno troppo lontano, magari era ancora troppo giovane su molti fronti per sperare di realizzarsi con una donna come Martha vicino.

... Se non avrò te al mio fianco, allora penso proprio che cercherò altrove una persona in grado di rendermi felice.
Non riuscirei a stare con una donna perché per me l'unica donna in grado di essere la mia donna in questo frangente della mia esistenza... Sei tu.


Non fu semplice dire una cosa simile, specie perché provenendo dal più profondo del cuore, era la riprova effettiva di quanto stesse soffrendo e di quanto la volesse infinitamente.
Ma la Bennet si meritava una "rassicurazione" simile, una "promessa" simile, perché era una sorta di patto di sentimento stipulato tra due anime senza però un effettivo legame.
Lei sarebbe rimasta per sempre l'unica donna, lui sarebbe rimasto per sempre il suo unico ragazzo. Non certo il miglior traguardo del mondo, ma non era stato lui a farsi indietro.
Dopo qualche altro attimo di esitazione, Vergil cercò di sporgersi di nuovo per baciarla, ma in quel caso i gesti che ne seguirono furono molto più decisi e indirizzati verso un obiettivo preciso.
Una mano si avvicinò al seno per stringerlo, l'altra fece lo stesso con il gluteo corrispondente.

... Ti va, Martha?
Tranquilla, non rinnoverò il mio dolore, non sarà un altro motivo per stare peggio domattina.
È solo un uomo che fa capire ad una donna quanto, a prescindere da tutto, la desideri.
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Messaggioda Martha » 25/11/2016, 22:00

Non aveva bisogno di essere un'esperta profiling per leggere ciò che gli occhi di Vergil le stavano dicendo. Nonostante il bacio, nonostante il calore del suo corpo e nonostante i suoi sentimenti, Martha aveva comunque scelto il no, preferendo non lasciarsi coinvolgere in una relazione sentimentale che le sembrava troppo assurda per lei. Si vedeva accanto al Cartwright e si sentiva ridicola, fuori posto, come se lei non potesse davvero essere la compagna di uomo tanto giovane. Le dava quasi un senso di vertigine che la scombussolava e questo l'aveva spinta a rifiutare in modo netto l'Auror.

Sei un uomo meraviglioso...

Sussurrò quando egli la strinse in un abbraccio, avvolgendola col suo corpo ed il suo calore. La Bennet scelse di lasciarsi andare, di posare la fronte sul suo petto e respirare a fondo l'odore sprigionato dalla sua pelle, mentre l'Acqua cercava di entrare in connessione con la sua Terra, avvolgendola e nutrendola.

... Se non avrò te al mio fianco, allora penso proprio che cercherò altrove una persona in grado di rendermi felice.
Non riuscirei a stare con una donna perché per me l'unica donna in grado di essere la mia donna in questo frangente della mia esistenza... Sei tu.


Fece un lungo e profondo respiro, alzando il viso e rivolgendolo verso quello di Vergil, non riuscendo a pronunciare una sola parola perchè troppo commossa dalle parole del Cartwright. Al posto delle parole, preferì sorridere con dolcezza, portando una mano a spostare una ciocca di capelli biondi dal suo volto e approfittando di quel gesto per accarezzargli la guancia. Un gesto talmente intimo, talmente famigliare da farle provare una strana e pungente fitta al cuore.
Lo stava guardando negli occhi e provava l'impulso di catturare ancora il suo sapore con le labbra. Istinto che venne condiviso dallo stesso docente di Volo, quando si sporse sopra di lei per baciarla, trovandola ben disposta a quel contatto umido e caldo fra di loro. La mano di lui scese sul suo seno e sul sedere e Martha capì dove volesse andare a parare il Cartwright, anche se sul momento non le sembrava affatto una buona idea.

... Ti va, Martha?

... Sei sicuro che sia giusto farlo?

Tranquilla, non rinnoverò il mio dolore, non sarà un altro motivo per stare peggio domattina.
È solo un uomo che fa capire ad una donna quanto, a prescindere da tutto, la desideri.
Ho voglia di te, della mia professoressa.
Tu hai ancora voglia del tuo studente preferito?


Lo sguardo con cui fissò Vergil in quel momento non era affatto malizioso. Martha sorrideva con occhi lucidi, guardandolo come una donna può guardare un uomo, con intensità, sentimento e desiderio, perché lui era da sempre un suo punto debole.

La voglia non mi passa mai quando ci sei di mezzo tu...

Gli disse, spogliandosi della vestaglia e rimanendo soltanto col babydoll che aveva indosso per dormire la notte. A quel punto non restava altro che suggellare quell'addio con un'ultima notte di passione, prima di tornare entrambi alle rispettive vite e -possibilmente- ai rispettivi (e futuri) partner.

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Messaggioda Martha » 01/12/2016, 21:57

[7 Febbraio 2113 - Hogwarts, Stanza di Martha Bennet - Ore 19:30]


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La pioggia cadeva incessante, picchettando furiosa contro il vetro della finestra. Con forza, scioglieva la neve che si era depositata all'esterno del castello, lavando via tutto lo sporco e facendo scorrere i pensieri della donna che la osservava, con sguardo perso nel vuoto.
Martha aveva le ginocchia ancorate al petto, seduta vicino alla finestra. La fronte poggiava contro il vetro freddo, mentre l'alito caldo creava degli aloni che si dissolvevano dopo qualche secondo, per riformarsi nuovamente ad ogni pesante respiro. Il suo spirito rispecchiava l'inquietudine della pioggia stessa, mentre gli occhi non si staccavano mai dall'osservare quel panorama, come se stesse aspettando l'arrivo di qualcuno.
Erano passati all'incirca due mesi da quando le parole del professore di Volo l'avevano raggiunta e turbata nel profondo, pur non mostrandolo apertamente. Non riusciva a non pensare a lui, nonostante fosse stata lei a porre un muro fra di loro. Le sembrava di aver fatto la cosa giusta, di aver preso una decisione sensata, ma le sensazioni che stava provando in quel momento parevano volerle dire il contrario, farle presente che non era tutto finito.
Continuavano a tornarle in mente particolari di quella notte che non avrebbero dovuto turbarla così tanto. Il contatto bollente delle loro labbra, il profumo del suo corpo che la avvolgeva, il suo sguardo perso d'amore in lei. La donna si strinse ancora di più le ginocchia al petto, ascoltando nel silenzio il suo cuore battere come un tamburo, riempiendo quel vuoto con un rumore più assordante della pioggia stessa.
Per un istante, Martha chiuse gli occhi, focalizzandosi solo sul proprio elemento e cercando di entrare in connessione con esso. Il battere continuo della pioggia sul vetro scandiva quel momento di totale silenzio e solitudine, mentre il suo spirito pulsava in sintonia con essa, con l'Acqua, visualizzando dentro di sè il dolce incresparsi delle acque di un lago sotto l'azione di un'acquazzone incessante.
Cercava la calma, la compostezza, ma quello stato di meditazione venne interrotto dalla sensazione che qualcosa finalmente era cambiato. Quando Martha riaprì gli occhi, vide la figura di un ragazzo alto e dai capelli biondi correre sotto la pioggia per raggiungere in fretta il castello e ripararvisi. La Bennet seguì la sua ombra fino a quando non la vide scomparire, poi semplicemente attese di sentire dei passi al di fuori della propria stanza.
Si era alzata in piedi, avvicinandosi alla porta che la separava dalla camera di Vergil. Respirava, ma pianissimo, per evitare che l'altro potesse udirla o capire che dall'altra parte lei ascoltava tutto ciò che lui faceva: sospiri, sbuffi, passi, fruscii. La docente di Pozioni ascoltava con gli occhi chiusi, cercando di associare ad ogni suono un'immagine, fino a quando non sentì più nulla e quell'incanto si ruppe dissolvendosi nell'aria.

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Sei davvero una stupida...

Si mise una mano fra i capelli, esasperata da quel suo comportamento che la faceva rassomigliare sempre di più ad una ragazzina. Si andò a sistemare seduta sul letto, tirando su le gambe, rivolgendo nuovamente lo sguardo verso la finestra e chiedendosi in cosa stesse sbagliando. La sua decisione di non dare alcuna possibilità al Cartwright era stata fatta con coscienza, sapendo bene che lei non poteva essere adatta e adeguata a lui.
Era troppo adulta, troppo matura, troppo poco capace di riuscire a trovarsi bene nel suo mondo, di rapportarsi con ragazzi più giovani di lei. E Trama solo sapeva quanti amici giovani avesse Vergil che potevano anche essere suoi ex-allievi! Continuava a ripetersi sempre le stesse cose, ma questo non cambiava lo stato attuale dei suoi sentimenti: lei ci pensava, giorno e notte, a Vergil e aveva la sensazione che in qualche modo stesse facendo un torto al proprio Elemento.
Osservò ancora una volta la pioggia che scorreva sul vetro della finestra. Sapeva di possedere tutte le qualità di un Acuan, ma dopo settimane passate a rifletterci aveva anche compreso che gliene mancava una, fondamentale, forse la stessa che le impediva di aumentare la sua affinità nonostante lo volesse con tutta sé stessa.

Consigliere Montesquieu, posso disturbarla? Vorrei richiedere il suo giudizio in merito ad una questione che mi riguarda.

Nessun disturbo, se posso esserle utile. Mi dica pure.

Di recente mi è capitata una strana vicenda che mi ha fatto comprendere in cosa sbaglio nel raggiungere un'affinità maggiore con il mio elemento.
Temo di aver compreso che la mia incapacità ad adattarmi in ogni ambiente e situazione stia creando un blocco fra me e l'Acqua, un blocco che non so proprio come sciogliere.
Crede che la mia analisi sia corretta?


Non sia troppo esigente con se stessa. Un’Acqua non può sapersi adattare ad ogni situazione, altrimenti saremmo la Gilda più versatile in assoluto. Però siamo capaci di malleare il nostro status in base alle esigenze che ci si presentano di fronte. Lei crede di non possedere questa abilità?

Ho paura di no.
Il disagio che proverei in certe situazioni mi spinge a non volermici ritrovare. Rimango fin troppo rigida nel mio status e nelle mie convinzioni e questo ultimamente mi sta portando molta sofferenza...


Teme i salti nel vuoto, miss Bennet?

Sì, direi proprio di sì...

Come mai, di preciso?

Non c'è una ragione precisa. So cosa voglio e cosa mi fa stare bene, per cui mi ritrovo a rifiutare qualunque cosa che non si attenga a ciò che io ho stabilito.
Ma ultimamente ho iniziato a pensare che agendo in questo modo sto auto imponendo un blocco sul mio elemento.


Allora perché non prova ad aggirare il problema? Perché non stabilisce qualcosa di nuovo?
In tal modo se rappresenterà una regola per lei, si sentirà più in grado di seguirla.


Le sembrerà stupido da parte mia, ma mi sembra di non esserne in grado...

Cominci da questo suo limite per aprirsi la strada verso il cambiamento.

Ci proverò...

Volere è potere, miss Bennet.

Quando si sa che cosa si vuole.

Oh ma credo lei lo sappia benissimo, però la spaventa il fatto che sia fuori dal “seminato".

Sì, forse ha ragione.


Parlarne con Joël le era servito per prendere maggiore consapevolezza dei suoi limiti, ma il consiglio del Principe non era stato seguito con così tanta facilità. Martha aveva cercato di pensare fuori dagli schemi, di affrontare situazioni a lei poco congeniali ma sempre nel limite delle sue capacità. Ciò che voleva veramente però era altro. Eppure non riusciva a decidersi a compiere quel passo, nonostante la sofferenza stesse iniziando a pesare sempre di più.

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Quando chiuse gli occhi, per un istante l'immagine di Cole si sovrappose a quella del Cartwright, facendole provare un profondo senso di disagio e di tristezza. Aveva chiesto al sicario di non vedersi per un po' di tempo, perché non se la sentiva di frequentarlo sapendo che la sua testa era occupata dal pensiero di un altro uomo. Il Darksteel aveva preso quella notizia con molta maturità, rivolgendo una sola ed unica domanda alla pozionista.

Stai solo riflettendo su di noi, oppure già sai che non vorrai più nulla da noi due, perché c’è questa persona?

Mi dispiace, non so rispondere a questa domanda.
Per questo non riesco ad andare avanti con te, perché non riesco a capire ciò che voglio.
Forse la cosa migliore è che tu inizi ad andare avanti come se avessi scelto l'altro. Se capirò che la mia strada porta a te, tornerò e lì potremmo decidere che cosa fare.


Non aveva avuto bisogno di aggiungere altro e si erano salutati con un abbraccio che aveva molto commosso la donna. Pur non sapendo che ruolo intendeva dare a Cole nella propria vita, a prescindere da tutto era conscia di volere che lui ne facesse parte. Così come sentiva che non c'era modo di opporsi ai propri desideri, quando questi erano così forti e intensi da non lasciarle nessuna scelta.
Era la prima volta che provava un tormento simile per qualcuno. L'amore che aveva sviluppato per Norrel era nato e cresciuto nella più totale serenità, senza lasciare posto a dubbi o controversie perché Martha aveva accettato fin da subito quei sentimenti e tutte le conseguenze. Mentre invece faceva fatica ad accettare ciò che provava per Vergil, per via di come questo la faceva sentire: sbagliata, sciocca, spaventata.

Ti sei innamorata come una ragazzina?

Chiese a sé stessa, voltando il viso verso la pioggia mentre una lacrima sfuggiva al suo controllo, rigandole la guancia.

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Non c'era verso di toglierselo dalla testa. Non c'era modo di lasciarsi andare, non ora. Le parole del Montesquieu erano giuste, ma lei non sapeva decidersi, avendo timore di quello che sarebbe potuto accadere se avesse accettato. La sua mente era piena di se che portavano a conseguenze negative, per lei e per Vergil.
Chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal rumore forte della pioggia, lasciandosi cadere all'indietro sul morbido materasso. Erano passati due mesi e forse era giunto il momento di dare una risposta almeno al Darksteel. Pur non sapendo se sarebbe mai stata capace di fare quel passo o meno, la Bennet sapeva però che a prescindere non sarebbe ritornata dal sicario. E mentre prendeva quella decisione, il suo cuore si rassenerava un po', la sua mente si schiariva e il sonno calava sugli occhi stanchi della pozionista.
Avrebbe saltato la cena quella sera, ma il sonno che ne sarebbe conseguito l'avrebbe ristorata un po' da tutta la stanchezza accumulata nelle ultime settimane, a causa di un ragazzo che continuava ad infestare i suoi pensieri, i suoi sogni e il suo cuore.

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Messaggioda Martha » 07/12/2016, 1:01

[27 Febbraio 2113 - Hogwarts, Stanza di Martha Bennet - Ore 22:30]


Chissà cosa gli sarà successo...

Seduta in poltrona di fronte al camino, Martha tentava di concentrare i propri pensieri sul libro che teneva aperto in grembo. Gli occhi scorrevano sulle parole senza riuscire a coglierne il vero significato, in quanto tutta la sua attenzione era rivolta verso un unico pensiero fisso. Vergil si era assentato da una settimana ormai, senza spiegarne -almeno a lei- il motivo. Pur cercando di mascherare le proprie emozioni mentre era a contatto con il resto del corpo docenti e dei suoi studenti, quando si trovava nella solitudine della sua privacy la donna smetteva ogni possibile lotta contro sé stessa e contro il proprio cuore, lasciando che la mente vagasse alla ricerca di una risposta sull'assenza del professore di Volo.
Le pagine venivano sfogliate pigramente dalle mani, ma i pensieri elucubravano su diverse ipotesi, alla ricerca di quella più realistica e veritiera. E immancabilmente, il quesito fondamentale che si poneva ormai da giorni ritornava fedele come un amante innamorato, andandosene però ogni volta delusa dalla mancanza di una risposta.

Dovrei dirglielo?

Essere sincera con lui e rivelargli i propri sentimenti. Sembrava una cosa tanto facile da fare, perché il Cartwright aveva già espresso il suo desiderio di poter stare con lei e dunque non c'era possibilità di un rifiuto da parte sua. Ma non era il rifiuto ciò che Martha temeva di più. L'ignoto la spaventava più di ogni altra cosa, la non conoscenza di come sarebbero potute andare le cose fra di loro. Ogni volta che si immaginava vicina a Vergil sentiva dentro di sé paure infantili assalirla, lasciandola irrimediabilmente attonita e incapace di prendere una decisione.
E se un giorno avesse smesso di amarla?
E se si fosse stancato di una donna più grande di lei?
E se avesse preferito una compagna più giovane e più adatta?
La sensazione di ragionare e comportarsi da stupida non la abbandonava da un bel po' di tempo, mentre razionalmente tentava di combattere l'idiozia di simili affermazioni. Credeva che Vergil fosse un uomo fatto e finito, in grado di saper riconoscere ciò che voleva. Dubitare del loro futuro insieme significava dubitare di lui, un concetto ormai inconcepibile per la Bennet.

Sto ancora fantasticando sull'idea di sposarlo...

Sbuffò irritata da quel pensiero che la rendeva molto più simile alla sorella minore rispetto alla donna adulta che lei sentiva di essere. Ma non poteva farci nulla, una volta che il sentimento sbocciava in lei esso metteva radici molto in fretta e molto a fondo, diventando sempre più forte e crescendo sempre di più. Non avrebbe avuto problemi a sposare il collega anche solo il giorno dopo, perché da parte sua lei sapeva che non avrebbe tradito quel sentimento. Questi pensieri però non erano d'aiuto alla sua psiche, in quanto -almeno al momento- lei non sapeva ancora in che modo avrebbe dovuto comportarsi con il Cartwright.

Potrebbe anche aver deciso che io non sono più la persona adatta a lui...

Metteva in conto anche quella possibilità. In quel caso, avrebbe semplicemente augurato tanta, tantissima felicità al ragazzo e se ne sarebbe andata per la sua strada, lasciando che quel fiore d'amore appena sbocciato morisse assetato nel corso del tempo. Era rimasta ferma dieci minuti sulla stessa riga senza rendersene conto, quando dei rumori inconfondibili nella stanza accanto catturarono immediatamente la sua attenzione, facendole sollevare il viso dal libro e fissare la porta quasi incredula.

È tornato...

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Il libro scivolò sul pavimento quando la pozionista si alzò di scatto, raggiungendo la porta per aprirla. Tuttavia qualcosa la bloccò in tempo, probabilmente il pensiero che se si fosse presentata in quel modo di fronte al ragazzo non avrebbe più potuto celargli la verità su ciò che provava per lui. Martha rimase ferma e indecisa, chiedendosi dunque quale fosse la cosa più giusta da fare. Aveva ancora i vestiti utilizzati quel giorno per fare lezione -un paio di pantaloni neri e un maglioncino color verde bottiglia, niente calzini ma calze color carne a coprirle gambe e piedi- quindi non sarebbe risultata sfacciata ai suoi occhi né seducente. Desiderava davvero poterlo rivedere e chiedergli come stava, ma poi? Era davvero sicura che sarebbe riuscita a lasciarlo andare senza aggiungere altro?

Basta p***a Trama!

Senza nemmeno trattenere quella bestemmia, la donna alla fine si decise a bussare con decisione sulla porta, sentendo le orecchie riempirsi del suono martellante del proprio cuore.

Vergil posso?

Disse, socchiudendo l'uscio pian piano, convinta di trovare il solito ragazzo biondo che era sparito una settimana prima. Nulla però avrebbe mai potuto prepararla alla sorpresa che le si sarebbe presentata sotto gli occhi subito dopo.
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Messaggioda Vergil » 10/12/2016, 23:16

27 Febbraio 2113 / Stanza di Vergil / Ore 22:38

Ehi, piccolo angelo del papà... Ce l'abbiamo fatta a crollare alla fine, mh?


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La tenera bambolotta stretta tra le sue braccia aveva iniziato ad avere il respiro regolare, gli occhietti chiusi ed un'espressione beatamente stanca.
Il cuoricino batteva normale e la piccolissima strega, dopo diverse ore di attività tra giochi, pianti e biberon con latte materno sostitutivo in polvere, aveva ceduto al sonno.
Vergil aveva scelto di rientrare quella sera e non il giorno successivo così da potersi organizzare meglio l'indomani con la Preside.
Erano molti giorni che passava lontani da scuola e la motivazione, tenuta saldamente in braccio, gli faceva letteralmente brillare gli occhi.
Contrariamente a quanto ipotizzato da molti, Kelly ed Evan in primis, il suo ruolo come padre non solo non l'aveva spaventato dopo le prime ore, ma in più gli aveva fornito una nuova carica.

Diventerai l'orgoglio dei tuoi genitori, che ti proteggono da lassù.

Pensò mentre la depositava dentro la piccola culla comprata appositamente per lei, con tutti i comfort e i meccanismi magici di sicurezza possibili ed immaginabili.
Non gli interessava spendere lo spendibile, sapeva che per Caroline Victoria quello fosse appena il minimo, così come i giochi, i sonagli e i peluche presenti vicino a lei.
Rimase a fissarla con le braccia posate sui bordi della culla per diversi secondi, percependo un grandissimo groppo all'altezza del cuore: era senza dubbio felicità.
Quella creatura ancora fragile e indifesa gli riempiva l'anima d'amore, facendolo sorridere senza che nemmeno se ne accorgesse.
Avvicinò l'indice della destra verso la guancia della bimba, carezzandola con estrema attenzione, sentendo la pelle di pesca sotto la sua più ruvida e adulta.

Ti proteggerò da tutto e tutti, Cavy, te lo giuro.

Si tolse la maglietta che aveva indossato per tutto il giorno, restando qualche secondo a petto nudo, sistemandosi nel frattempo i pantaloni del pigiama e le pantofole.
Organizzò il biberon magico a riscaldamento immediato vicino alla culla, così da poterla nutrire all'istante qualora avesse pianto durante la notte, dopo di che si preparò al riposo.
Stava per infilarsi la canottiera quando la porta bussò piano, per sua fortuna e quella della piccola, infatti la bambina emise qualche semplice verso ma non si svegliò.
Il Cartwright trasse un lungo sospiro di sollievo e si avvicinò di conseguenza all'ingresso della stanza, mentre Martha Bennet tentava di accedervi da sola.
Quando se la ritrovò di fronte ed ella provò a parlare, la interruppe subito con un...

Vergil po-...

Ssshhh...

Le sorrise leggermente, invitandola nel contempo ad entrare, così che potesse comprendere il motivo del suo classico verso richiedente il silenzio assoluto.
L'angioletto nella culla stava ad occhi chiusi e agitava di tanto in tanto i pugnetti, segno che probabilmente stesse già ampiamente sognando chissà cosa.
Vergil le diede modo quindi di osservare sua figlia per alcuni istanti, dopo di che prese il MagiFono di comunicazione a distanza e ne mise uno dentro la culla, tenendo per sé l'altro.
Grazie ad esso avrebbe potuto ascoltare in tempo reale ogni vagito della bimba ma allo stesso tempo allontanarsi con la collega di Pozioni ed andare nella stanza di lei, così da essere più tranquilli.
Una volta richiusa la porta molto ma molto piano, il biondo utilizzò la bacchetta per insonorizzare la stanza, così che potesse parlare senza dover sussurrare.

Ora puoi dirmi tutto quello che vuoi!

Esordì così, sorridente e sereno, verso la mora, ipotizzando che a quel punto arrivasse la normalissima e scontata domanda del "Chi sarebbe quella pupetta?".
Vergil a quel punto le chiese se fosse a conoscenza del disastro avvenuto al San Mungo qualche settimana prima, una notizia di per sé molto grande.
Considerando la propensione della Pozionista a leggere il giornale ogni mattina, era piuttosto ovvio che fosse informata ed almeno così parte della spiegazione del Cartwright fu risolta.
Il ragazzone continuò quindi raccontandole dell'impresa di salvataggio operata in quella sede, la morte degli unici parenti della piccola e di conseguenza le ultime volontà della madre di Cavy.
Passò successivamente a farle presente della vittoria in tribunale dell'amica Everett e quindi della sua nomina come padre adottivo della bellissima bambina nella culla.

... È stato un periodo molto travagliato e pieno di novità, scusami per non averti tenuto aggiornata.
Domani sarei venuto direttamente io a fare quattro chiacchiere con te per presentartela, anzi, a parte la Preside, mi sarebbe piaciuto fossi stata la prima a tenerla in braccio.
Non so se per il momento mi stia solo prendendo in giro ma per come stanno adesso le cose, è un vero tesoro, ahahah...
... Giusto, non conosci nemmeno il suo nome ed in effetti è più che giusto tu lo sappia...
Caroline Victoria Martha Eleanor Alexis Cartwright... Oh beh, il primo nome è soltanto Caroline Victoria, non volevo costringerla ad una firma chilometrica!


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Messaggioda Martha » 12/12/2016, 13:25

Vergil po-...

Ssshhh...

Lo fissò inarcando un sopracciglio sorpresa dal sorriso che le rivolse e dalla richiesta fatta di non parlare. Dopo che il ragazzo ebbe aperto completamente la porta permettendole di entrare nella sua stanza, la prima cosa che notò Martha fu una culla di ultimissima generazione, al cui interno dormiva beata una neonata.

...

Non riusciva a staccare gli occhi da quell'angioletto addormentato, anche se dentro di sé provava una strana angoscia che le opprimeva il petto. Tuttavia la donna sapeva mascherare bene le sue emozioni dietro un velo di indifferenza e apparente calma, almeno quelle negative come il groppo che all'improvviso le era salito alla gola.
Avrebbe voluto fare milioni di domande al Cartwright, ma dovette frenare la sua curiosità e la sua lingua, lasciando che il ragazzo sistemasse un aggeggio per sentire ogni piccolo suono proveniente dalla bimba, spostandosi poi nella camera da letto della docente di Pozioni.

Ora puoi dirmi tutto quello che vuoi!

Quella bambina è tua figlia?

Chiese, le braccia incrociate sul petto, ponendo la domanda con un tono che pareva quello di un insegnante mentre interrogava un proprio allievo, anche se a sua discolpa si può dire che non era affatto voluto. Vergil non perse ulteriore tempo, spiegandole gli ultimi avvenimenti che si erano susseguiti in quel periodo e che davano finalmente una spiegazione alla totale assenza e mancanza di concentrazione del professore di Volo sul luogo di lavoro. Lentamente, Martha sciolse le braccia, andando a sedersi sulla poltrona occupata prima e raccogliendo il libro da terra, indicando anche all'Auror di prendere posto. Sentiva il bisogno di bere qualcosa di forte, ma si trattenne perché il racconto di come Vergil avesse salvato la piccolina dal disastro ospedaliero la stava commuovendo, mentre le implicazioni di quella responsabilità sulle spalle dell'ex-Tassorosso le faceva piangere il cuore.
Lo osservava in silenzio e notava il sorriso nei suoi occhi, occhi traboccanti di amore per la figlioletta acquisita, un amore che lei al momento poteva solo sognarsi. Ancora una volta, Vergil l'aveva sorpresa, uscendosene con un gesto che da lui non si sarebbe mai aspettato e che lo rendeva, ai suoi occhi, un uomo il cui valore non aveva eguali sulla faccia della Terra.

... È stato un periodo molto travagliato e pieno di novità, scusami per non averti tenuto aggiornata.
Domani sarei venuto direttamente io a fare quattro chiacchiere con te per presentartela, anzi, a parte la Preside, mi sarebbe piaciuto fossi stata la prima a tenerla in braccio.


Mi stai concedendo un onore davvero grande...- disse, gli occhi velatamente lucidi, ma fu quello che aggiunse dopo a darle il metaforico colpo di grazia.

Non so se per il momento mi stia solo prendendo in giro ma per come stanno adesso le cose, è un vero tesoro, ahahah...

O forse il merito va tutto al padre, che è un uomo meraviglioso con lei.
A proposito, come si chiama?


... Giusto, non conosci nemmeno il suo nome ed in effetti è più che giusto tu lo sappia...
Caroline Victoria Martha Eleanor Alexis Cartwright... Oh beh, il primo nome è soltanto Caroline Victoria, non volevo costringerla ad una firma chilometrica!


... Martha?

Era davvero possibile commuoversi così tanto per il gesto di qualcuno da sentire le lacrime scorrere sul proprio viso? Il sorriso era il segno della sua felicità, mentre le perle salate che le rigavano le guance la testimonianza di quanto profondamente fosse stata colpita nel sapere l'importanza che Vergil le aveva dato, al punto tale da dare anche il suo di nome alla figlioletta.

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Sei davvero imperdonabile, Vergil Cartwright!
E io sono una sciocca sentimentale a commuovermi per una cosa del genere...


Disse ironicamente, asciugandosi le lacrime e continuando a fissare con occhi luminosi il ragazzo seduto di fronte a lei. Forse era troppo tardi per essere sincera con lui, forse avrebbe ricevuto un rifiuto perché ora il Cartwright aveva una figlia a cui badare e le sue esigenze di appena qualche mese prima potevano essere cambiate totalmente.
Ma sentiva di non farcela più, sentiva il proprio Elemento premere dal desiderio di esprimere completamente tutto sé stesso, per nulla spaventato dalle implicazioni possibili e future. Era disposta a dirgli la verità, perché era disposta ad accettare oltre ad un rifiuto, anche un assenso, con tutto quello che ne poteva conseguire.

Ancora una volta devo ammettermi sconfitta e riconoscere in te l'uomo che sei diventato.
... A dirla tutta, sono ormai mesi che ci penso ed è iniziato tutto quanto la sera in cui ti sei dichiarato a me, chiedendomi una possibilità.
Pur rifiutando la tua proposta, io non sono più riuscita a scacciare il pensiero di te dalla mia testa... E dal mio cuore.
Ricordi quanto fossi distaccata da te negli ultimi tempi? Avrai sicuramente pensato di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma non è così.
Ero io il problema, io che non riuscivo a prendere una decisione perché l'idea di stare con te, di vivere con te mi spaventava come una ragazzina. Anzi, ancora adesso ho paura di quello che potrebbe accadere, se mi affidassi completamente a te.


Stava parlando liberamente, a cuore aperto, sorridendo sì, ma un sorriso privo di quel suo solito fascino da donna adulta e sicura di sé. Era il sorriso di una venticinquenne mancata, ancora insicuro e incerto, ma dolce sotto molti punti di vista. Sentiva il bisogno di avere un contatto più intimo con il ragazzo, per questo motivo si alzò in piedi e lo spinse ad alzarsi anche lui, a stringere le sue mani con le proprie, guardandolo dal basso verso l'alto senza mai smettere di parlare.

Non so dirti quando e come questo sentimento sia sbocciato in me.
Ma posso garantirti che non sfiorirà facilmente, se non addirittura mai, perché so che quando amo qualcuno, lo amo con tutta me stessa, incondizionatamente e per sempre.
Adesso tu sei felice e appagato, perché hai appena scoperto l'amore di un genitore per la propria figlia, qualcosa a cui anche io ho sempre anelato.
Ma se pensi che non sia troppo tardi per me, che non sia troppo tardi per noi, allora ti prego fammelo capire in qualche modo perché sono mesi che mi sento morire ogni volta che ti sono lontana e non credo che riuscirò a continuare ancora a lungo in questo modo.


Sciolse le mani dalla presa salda e forte delle sue, solo per farle risalire lungo il petto, poi il collo, il viso e fra i capelli biondo oro del Cartwright. Si strinse contro di lui, avvicinando il viso a quello dell'Auror per baciarlo e così ottenere la risposta di cui tanto aveva bisogno. Il contatto fra le loro labbra fu dolcissimo ed emozionante per lei, quasi fosse la prima volta che lo baciava. Se avesse sentito lui ricambiarla, Martha avrebbe compreso che forse c'era ancora una speranza, mentre se si fosse scostato avrebbe accettato il suo diniego. Ma a prescindere da tutto, c'era solo un'ultima cosa che la Bennet sentiva il bisogno di dirgli guardandolo negli occhi con assoluto amore e devozione.

Ti amo, Vergil.
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