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Cucina Comune

Messaggioda Sandyon » 22/11/2011, 20:47

{ CORRIDOIO ALLOGGI DOCENTI - PRESSO STANZA MONIQUE - ORE 23:18 }

Aveva atteso abbastanza per fare in modo che tutti gli altri professori andassero a riposare e tutto il castello fosse nuovamente a riposo. Mog gli aveva confermato che quella sera lei sarebbe rimasta in camera senza uscire, dunque non aveva alcun tempo da perdere, era stanco di aspettare, visto che era tutto il pomeriggio tardo e la sera che aspettava soltanto quel momento per agire.
I passi risuonavano secchi e leggeri nel corridoio di pietra di quegli alloggi dedicati esclusivamente ai professori.
Era rimasto nella sua stanza da Capo Scuola per evitare di incontrare chiunque ed ora proseguiva veloce e spedito osservando attentamente tutti i numeri delle varie locazioni degli insegnanti, ma a lui ne interessava solo uno, solo una porta che era oggetto della sua attenzione notturna e non gli interessava che lei, la professoressa di incantesimi stesse dormendo o avesse appena chiuso gli occhi dopo una giornata di lavoro. In quell'istante le risposte che cercava da lei erano molto più importanti e vitali che un sonno qualunque, per quanto di certo questo Monique non lo poteva sapere.

Mmhhh...

Fermò il suo incedere davanti a quella grande porta di legno di fattura pregiatissima con qualche rifinitura in argento e quel manico molto retrò e molto stile rinascimentale che aveva fatto mettere appositamente lei, adeguandosi al proprio gusto personale. Percepiva magicamente che su quella porta erano stati fatti tutti i peggiori e possibili incantesimi esistenti per fare in modo che non potesse essere scassinata o aperta e per quanto lei non lo sapesse, almeno più del 50% di quegli incanti erano opera dell'uomo, per proteggerla in qualsiasi modo, in fondo, chi gli poteva dire che anche dentro la scuola non si nascondessero traditori tra il corpo docente.
Quindi l'unica soluzione per buttarla giù dal letto era semplice e quanto mai antica.
Posò il pugno chiuso sulla superficie legnosa e diede quattro sonori colpi tonfi e secchi su di essa, aspettando di seguito che la donna andasse ad aprire, visto che sentì subito che dall'altra parte lei si era svegliata quasi di soprassalto.
Una volta che avesse aperto, la Vice Preside si sarebbe trovata di fronte il professore di Difesa vestito solo con una canottiera bianca attillata e dei calzoni neri di cotone. Ai piedi dei sandali di legno scuro con laccetto alla orientale, bassi.
Sguardo più serio e risoluto che mai, mani aperte vicine ai fianchi e nemmeno un saluto verso di lei, bensì un chiaro invito espresso in voce più che comprensibile perchè bassa ma udibilissima tanto era roca e virile...

Beviamo.

Immagine

E detto ciò, senza aggiungere altro, si voltò lentamente sul fianco iniziando ad anticiparla camminando chiaramente verso la lontana porta delle cucine le quali avevano già le luci accese, da lui probabilmente.
Cosa volesse da lei e cosa lo avesse spinto a cercarla per la prima volta di sua spontanea volontà, era ancora del tutto un mistero per lei, ma una cosa sola era possibile da capire: Presto lo avrebbe scoperto, bastava solo seguirlo.
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Messaggioda Monique » 22/11/2011, 21:11

[Camera di Monique - ore 23.15]


Dormiva beatamente: una giornata mediamente stressante quella appena passata, e dunque il suo unico desiderio era quello di riposare tranquilla, di recuperare le forze così da esser pronta, il giorno dopo, ad affrontare un'altra giornata piena ed intensa.
Sì, nel mondo dei sogni Monique stava davvero benissimo... peccat che qualcuno avesse in mente ben altro per lei.

TOC-TOC-TOC-TOC


... mmmh... cos.... uuuh.... !!

Gli occhi della giovane donna si aprirono di soprassalto, mentre il corpo scattava per mettersi a sedere sul letto: ma che diavolo di ore erano? Lo sguardo si spostò su Fire che aveva alzato anche lui il capo, avvicinandosi alla porta per annusarla come a voler capire chi ci fosse dietro essa. Monique si passò una mano tra i capelli, infilandosi la vestaglia semiaperta sopra il corpo nudo, coperto solo da una mutandina di pizzo bianco, per dirigersi poi alla porta con sguardo omicida.

Immagine


Voglio proprio vedere chi è quel pazzo che mi sveglia a quest'ora.

Si disse Moni, aprendo la porta della propria camera per trovarsi di fronte l'ultima persona che si sarebbe aspettata di vedere in quel momento.

Prof--

Beviamo.

Solo quella parola, prima che l'uomo la precedesse, diretto probabilmente verso la cucina: incredula, stordita, ma sicuramente molto curiosa, la donna alzò gli occhi al cielo e, scuotendo la testa, si chiuse la vestaglia con un nodo ben stretto ad altezza vita, chiudendo la porta della propria stanza lasciando Fire all'interno per poi seguire Sandyon senza emettere un suono.

Buonasera anche a lei professore, ma che piacere vederla.
Dormire? Nooo, ma si figuri! Quando mai...


[Cucina comune - ore 23.25]


Arrivati in cucina, Monique si appoggiò ad uno dei ripiani presenti, incrociando le braccia sotto il seno e scuotendo appena la testa per scostarsi i capelli dal viso, fissando con gli occhi di ghiaccio l'uomo che aveva di fronte.

... è successo qualcosa?
Perchè altrimenti non riesco proprio a spiegarmi il motivo per cui mi hai fatta svegliata e fatta venire qui.
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Messaggioda Sandyon » 22/11/2011, 21:34

{ CUCINA COMUNE - ORE 23:27 }

Una volta raggiunta la cucina, l'uomo si avvicino al tavolo tirando fuori una sedia per posarla in modo che successivamente ci si potesse mettere comodo.
Non era certo sua intenzione e vocazione solita invitare le persone a bere, ma era certo che la motivazione fosse talmente importante da imporgli di fare un gesto tanto raro e assurdo, per lui ovviamente.
Giunta nelle cucine, la donna dagli abiti notturni abbastanza succinti e sensuali, si appoggiò ad uno stipite posando le braccia incrociate sotto il seno, un seno di dimensioni piccole ma notevolmente sodo a giudicare dal fatto che pur non essendo con reggiseno rimaneva alto e formoso.
Un giudizio che l'uomo diede senza troppi problemi a se stesso, senza ovviamente darlo a notare, a parte uno sguardo fugace di intera panoramica alla donna che non lasciava però notare nessuna smorfia od espressione, compiaciuta o delusa. Come se fosse una semplice constatazione insomma, anche se dentro di lui chiaramente non lo era.

Molto... in forma.

Mosse il capo in direzione del lavello, avvicinandosi ad esso per prendere degli oggetti dalla credenza, cominciando a preparare un thè verde molto caldo infuso anche di quelche foglia di basilico che sapeva bene aumentarne ed aromatizzarne il sapore.
Prima di raggiungere quella scatola ne trovò anche un'altra con scritto sopra "Proprietà del professor McDullan - Mangime per scimmie", lo osservò un istante e dopo lo ripose al suo posto prendendo il barattolo giusto e iniziando quel lento lavoro afferrando anche due tazze cilindriche, e la cosa bella è che non le aveva chiesto minimamente se le andasse o meno.

Siedi...

Non lo disse come se fosse un ordine, anche se in effetti era un imperativo; piuttosto era un tono calmo, tranquillo e abbastanza pacato, ma di certo sempre con quella nota selvaggia e un po' rude che lo contraddistingueva dalla maggiorparte delle persone civilizzate del pianeta.
Accese il fuoco alla maniera babbana, dimostrando un'ottima conoscenza delle maniere di cucina dei non maghi, ma questa era un'altra storia e così in breve il tè fu sul fuoco mentre solo la tenue luce bassissima della cucina illuminava i loro due corpi che sotto il velo di quella penombra chiaroscura apparivano più delineati e misteriosi che mai.

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Così, dopo appena pochi istanti, ecco che la teiera cominciò ad emettere il solito fischio che indicava che l'acqua con le foglie di tè interne era pronta e solo allora l'uomo afferrò il manico di acciaio saldamente per andare a versare il contenuto dentro alle due tazze. da notare il fatto che non usò affatto presina eppure il manico doveva essere bollente, ma sembrava sopportarlo senza problemi. Prese le due tazze con un movimento secco e le avvicinò e mise sul tavolo, assieme ovviamente ad una zuccheriera, un piattino con due fettine di limone ed un bricchetto di latte tiepido, infine, si sedette a prescindere se lei avesse seguito o meno il suo consiglio e solo allora, solo allora, iniziò a parlare e a dire quello che voleva.

Ho saputo che hai fatto molti viaggi nel mondo... Voglio che me ne parli e no, non c'è una motivazione precisa, sono solo curioso, ma odio la gente intorno ed amo la notte. In fondo, è stata nostra compagna ad ogni incontro, sbaglio forse?

Immagine

La prima volta che fu lui a chiedere qualcosa a lei, la prima volta che si spingeva a fare una domanda, dettata per altro dalla semplice curiosità (almeno questo voleva darle a credere), insomma, una sorta di evento assolutamente di prim'ordine a dir poco raro e prezioso come il più grande dei diamanti.
Forse Monique non lo avrebbe interpretato proprio così visto che non lo conosceva ancora così bene, ma chiunque avesse avuto modo di stare con lui per più di un mese o al massimo due si sarebbe spaventato e avrebbe chiesto ad una divinante se era arrivata o meno la fine del mondo.
Fatto stava che dopo aver fatto quella domanda, l'uomo semplicemente mise una zolletta di zucchero nel suo tè e poco dopo la fettina di limone e qualora lei fosse rimasta un secondo interdetta e presa in contropiede da quelle sue parole a dir poco sorprendenti, si sarebbe voltato a fissarla ancora piuttosto serio, inarcando un sopracciglio mugugnando il suo solito e incomprensibile/comprensibile...

Mmh?
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Messaggioda Monique » 22/11/2011, 22:55

Siedi...

Monique soppesò a lungo quell'invito/ordine da parte di Sandyon: da una parte voleva solo prendere e tornarsene in camera propria, sprofondare sotto le coperte e dormire fino al mattino dopo... dall'altra era un evento così assolutamente incredibile che lui l'avesse spontaneamente invitata a parlare, che era proprio curiosa di capire dove li avrebbe portati tutto ciò.

... oh sì, grazie, anch'io volevo proprio del tè... che pensiero gentile.

Commenti mentali piuttosto sarcastici quelli della donna, mentre osservava l'uomo destreggiarsi con acqua calda, teiera, infuso e quant'altro: doveva però ammettere che studiare il professore di Difesa intento a preparare del tè era piuttosto interessante, forse perchè dubitava che fossero molte le persone a poter vantare una cosa del genere. Lo lasciò fare, in silenzio, sedendosi intanto sulla sedia da lui indicata ed accavallando le gambe semi-coperte dalla vestaglia, i piedi chiusi invece in un paio di calzettoni bianchi fino a metà polpaccio.

Ma cosa vuoi da me?

Si chiese Moni, passandosi una mano sul viso e poi tra i capelli come a voler riordinare i propri pensieri, leggermente confusi e forse un po' anche assonnati vista l'ora. Alla fine lui le si sedette di fronte, posando le due tazze sul tavolo piene di liquido chiaro e fumante.

Ho saputo che hai fatto molti viaggi nel mondo... Voglio che me ne parli e no, non c'è una motivazione precisa, sono solo curioso, ma odio la gente intorno ed amo la notte. In fondo, è stata nostra compagna ad ogni incontro, sbaglio forse?

N-No...

Mormorò Monique con aria stranita ed incredula: le aveva davvero chiesto di raccontargli dei suoi viaggi? Insomma, Sandyon sapeva bene che Madeline l'aveva messa al corrente del suo lavoro, e fare il mercenario presupponeva viaggiare moltissimo, no? Quindi a che pro farle una domanda del genere?

Mmh?

Sì... scusa.

Già, si era persa nei propri ragionamenti e non si era resa conto che lui era sempre lì ad attendere che Moni iniziasse a parlare: prima però, la francesina decise di bere un sorso di quel tè caldo, seppure la sua miscela preferita fosse un'altra, così da prendersi ancora qualche minuto per sé; infine, si decise a dar fiato alle corde vocali.

Beh, da dove cominciare... potrei raccontarti di quanto lasci senza fiato percorrere la muraglia cinese, o di cosa si provi a ritrovarsi a Times Square la notte di Capodanno, o della bellezza del Grand Canyon, o...

Iniziò a dire la donna, bloccandosi però poi di colpo ed abbassando lo sguardo: quante volte aveva raccontato ai conoscenti o agli estranei della bellezza dei suoi viaggi? Già... ma si sentiva stufa. Stufa di ripetere sempre le stesse cose, stufa di negare la parte più marcia... e più vera, di quelle scoperte.

... o di quanto faccia male vedere i bambini denutriti in Africa.
O le donne che piangono perchè non sanno come sfamare i propri figli in India.
O le violenze sui minori in Guatemala.
Vuoi che ti racconti della prostituzione delle donne in Giappone, o delle condizioni di schiavitù in Russia?
Quale argomento vuoi sentire per primo, Sandyon?


Non so era nemmeno accorta di ciò che stava dicendo e di come il suo animo stava reagendo, fino a che non sentì delle lacrime colarle lungo le guance: si interruppe, scostando lo sguardo da lui e passandosi una mano sul viso con forza per asciugarsi quelle gocce dispettose e salate che le erano uscite a tradimento.

Mi dispiace, io... ho perso il controllo.

Mormorò con voce ancora tremante, affondando le mani nei capelli per cercare di tranquillizzare se stessa: era passato, e lei non poteva farci niente... solo fare in modo che il mondo magico non diventasse un posto più buio di quanto già non fosse.
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Messaggioda Sandyon » 23/11/2011, 0:30

Lo sguardo abbastanza perplesso e stranito della donna fu per lui normale e calcolato, in fondo non era una situazione poi così normale quella dove era lui a chiedere a qualcuno delle cose che riguardavano se stessi, bensì erano gli altri ad interrogarsi su di lui e sul suo passato. Ciò nonostante, non aveva importanza, voleva sapere e subito quello che lei avrebbe esposto e di certo vederla comunque sedersi fu un dato positivo che le fece acquisire dei punti preziosi.
Lo sguardo dell'uomo calò un secondo su ciò che la donna portava ai piedi: dei calzettoni che coprivano tutti i polpacci fino al ginocchio, un tipo di abbigliamento un po' insolito per una donna, ma di certo molto interessante visto nell'ottica di una come lei che dentro si sentiva ancora nella possibilità ovvia di potersi mostrare esattamente com'era quando era un'adolescente.

Di certo non si può dire che non è in grado di permetterselo...

Ma quello fu un pensiero di pochissimi istanti, anzi, era fin troppo futile e ne stava facendo esageratamente troppi per i suoi gusti intorno a lei di quegli ultimi tempi, meglio cercare di concentrarsi su cose più importanti, come ad esempio il racconto che aveva chiesto a Monique la quale in un primo momento sembrò anche sentirsi interdetta da quella richiesta e infatti sobbalzò un secondo quando l'uomo rincarò la dose con il suo mugugno, facendola quindi riprendere e parlare come meglio poteva, iniziando con un tono ed un elenco di cose che gli fecero un po' storcere il naso, in senso metaforico ovviamente, dato che mentre parlava dal suo viso non trapelava assolutamente niente.

Beh, da dove cominciare... potrei raccontarti di quanto lasci senza fiato percorrere la muraglia cinese, o di cosa si provi a ritrovarsi a Times Square la notte di Capodanno, o della bellezza del Grand Canyon, o...

Mhh, non ci siamo per niente!

... o di quanto faccia male vedere i bambini denutriti in Africa.
O le donne che piangono perchè non sanno come sfamare i propri figli in India.
O le violenze sui minori in Guatemala.
Vuoi che ti racconti della prostituzione delle donne in Giappone, o delle condizioni di schiavitù in Russia?
Quale argomento vuoi sentire per primo, Sandyon?


... D'accordo, il cuore è assodato che ce l'ha...

Prese la propria tazza di tè sorseggiando un po' del suo contenuto, osservando poi gli occhi della donna cominciare a versare lacrime di tristezza e sofferenza dopo quella piccola scusa dello sfogo appena affettuato.
L'uomo la fissò ancora un po', sospirando e posando la tazza sul piattino, andando poi con la mano destra a cercare nella tasca del suo pantalone estraendone un fazzoletto di stoffa semplice che avvicinò a lei posandoglielo proprio davanti.

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Non mi importa nulla di ciò che c'è bello al mondo, roba da viaggiatori snob e ciechi menefreghisti... Noto che ti tocca molto quella serie di argomenti meno morbidi... perchè?

Si, in effetti la stava mettendo molto sotto pressione, ma gli serviva per capire quello che lei veramente sentiva dentro, quali erano i suoi desideri e le sue aspirazioni per il futuro di tutta quella gente meno frotunata di lei, in effetti voleva vedere quanto era possibile che il marcio del padre non fosse insito nemmeno per un granello nella sua anima.
Non pensava davvero di poter trovare una persona così di fondo buona ma a giudicare da ciò che aveva letto in quella lettera, doveva fare il tentativo, un tentativo importante per lei, per lui... per la missione.
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Messaggioda Monique » 23/11/2011, 0:57

No, non era riuscita proprio a trattenersi, e dire che comunque ci aveva provato: a dire la verità, non pensava che si sarebbe davvero messa a piangere, si presupponeva che fosse in grado di contenersi... ma evidentemente non era così, a quanto sembrava c'erano argomenti ancora troppo, troppo dolorosi per lei.

....

Quando Sandyon le passò il suo fazzolettino, Monique non emise un suono ma lo guardò per un secondo con gratitudine prima di asciugarsi le guance appena umide dalle lacrime che erano scese poco prima: in realtà le veniva ancora fa piangere, ma era fermamente intenzionata a trattenersi fino a che non fosse tornata in camera propria.

Non mi importa nulla di ciò che c'è bello al mondo, roba da viaggiatori snob e ciechi menefreghisti... Noto che ti tocca molto quella serie di argomenti meno morbidi... perchè?

Perchè...

Un piccolo sbuffo sarcastico uscì dalle sue labbra, la testa venne scossa lentamente e una mano affondò tra i capelli della donna, rimanendoci per qualche istante prima di tornare a posarsi sul tavolo tra i due, leggermente tremante.

... io ho sempre avuto tutto, Sandyon.
Parlo a livello economico, ovviamente: i vestiti più costosi, il cibo più raffinato... e poi viaggi completamente pagati, tutti gli oggetti che mi piacevano anche se poi una volta posseduti non li usavo... quando ero piccola pensavo mi fosse tutto dovuto.
Ero una Vireau, i miei genitori non si curavano minimamente di me... mi meritavo almeno di coccolarmi da sola con tante cose belle.


Quando Sandyon l'aveva svegliata per trascinarla in cucina di certo non aveva in mente di sentire la storia della vita di Moni, ma la donna sapeva che era l'unico modo per rispondere in maniera esaustiva alla domanda di lui.

Crescendo ho imparato che comprare cose inutili non mi faceva sentire meglio, perciò ho smesso di buttare via galeoni e ho iniziato a metterli da parte, per poterli usare al meglio una volta adulta... e così ho fatto. Ho preso quei soldi, e sono partita: e all'inizio andava tutto bene, era divertente viaggiare e scoprire il mondo. Ma poi... - sentì la voce tremare, e s'intimò di rimanere lucida e ferma - Poi ho iniziato a vedere delle cose: la fame, la povertà, la miseria, lo sfruttamento, la corruzione. Fissavo i bambini che piangevano per la fame, e ripensavo a quando da piccola facevo la schizzinosa buttando via il cibo per un capriccio, e... ho cominciato a sentirmi così... vuota.

Un altro tremolio della voce, questa volta più evidente che la costrinse a bere un sorso piuttosto lungo di tè caldo così da tentare quantomeno di calmarsi. In fondo non aveva ancora del tutto risposto alla sua domanda.

Ma non è solo questo... è che io... - si morse il labbro, perchè non sapeva come fare a non dire troppo. Come riuscire a spiegare un concetto senza esporsi eccessivamente? - Io mi sono sentita in colpa... perchè ho un... un dono... che non posso usare per aiutare quelle persone che soffrono, perchè se lo facessi loro lo sentirebbero, e se mi prendessero non so quanto potrei resistere e lottare... ed io non voglio finire per assecondarli, non voglio fare del male...

E in barba a tutte le sue convinzioni, altre lacrime le scesero sulle guance rigando la sua pelle diafana e fredda ora come il ghiaccio che animava i suoi occhi ora lucidi ed infinitamente tristi ed addolorati.

E ogni notte vado a dormire con la consapevolezza di non aver usato il mio dono, di aver lasciato soffrire tutte quelle persone senza far niente, e vorrei solo... sparire, dimenticare tutto e ricominciare da capo. Lo so, lo so che dovrei essere forte, che sono una donna adulta adesso, ma sento come se non sapessi dove tutto questo mi sta portando, come se non sapessi chi sono o dove voglio arrivare, come se la mia vita stesse perdendo di significato... e mi sento così male che mi chiedo se il mio dono non sia in realtà una... maledizione.

E il volto di Moni venne seppellito nel fazzoletto, il corpo scosso da singhiozzi leggeri: già, chi la vedeva da fuori considerava Monique una donna forte, indipendente, con le p***e quadrate ed in grado di cavarsela in ogni situazione... ma era anche un essere umano con un enorme fardello sulle spalle, che diveniva ogni giorno sempre più pesante fino a toglierle ogni energia.

Mi dispiace, davvero, non volevo che tu mi vedessi così, io...
... dammi solo qualche minuto.


Sussurrò in direzione di Sandyon, tentando disperatamente di riprendersi il prima possibile.
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Messaggioda Sandyon » 23/11/2011, 1:43

In effetti non si aspettava esattamente tutto quel fiume in piena rilasciato dalla donna che adesso voleva soltanto tirar fuori tutto quello che riguardava la sua vita e quello che riguardava la maniera per la quale era diventata così, totalmente non incline allo stesso tipo di mentalità dei genitori, perchè in effetti la differenza si notava eccome.
Sandyon aveva avuto modo non solo di ascolatare alcuni discorsi del padre ma anche di parlarci in prima persona, spesso le missioni riguardavano proprio uccidere persone influenti all'interno delle organizzazioni di aiuti umanitari e non aveva mai compreso bene il perchè Nicholas Vireau volesse fare una cosa del genere.
Evidentemente adesso sembrava che le risposte trovassero maggior impiego dato che l'unica soluzione era che uccidendo tali persone i fondi sarebbero diventati più vacanti e quindi possibilmente nelle mani delle più alte potenze, potenze che da un momento all'altro il padre della donna si sarebbe potuto trovare a ricoprire o controllare, quindi un afflusso di denaro continuo ed infinito.

Ma non è solo questo... è che io... Io mi sono sentita in colpa... perchè ho un... un dono... che non posso usare per aiutare quelle persone che soffrono, perchè se lo facessi loro lo sentirebbero, e se mi prendessero non so quanto potrei resistere e lottare... ed io non voglio finire per assecondarli, non voglio fare del male...

Un'altra persona in quel caso l'avrebbe già fermata, avrebbe già fatto avanti la sua spalla per farla piangere o quanto meno avrebbe tentato di soccorrere il suo dolore fermando quell'incedere di lacrime, consolandola o dicendole delle buone parole gentili, ma Sandyon non ne aveva per nulla intenzione, dato che quello che stava ascoltando era per lui davvero una cosa fondamentale a capire molte cose e a darsi molte risposte.
Monique sembrava molto turbata dalla sua natura, cercava di nascondere l'informazione riguardante le illusioni ma allo stesso tempo non faceva che porle come protagoniste di quel suo pensiero e sfogo personale e alla fine era piuttosto scontato che lo facesse, ma di certo le illusioni potevano far credere ad un bambino malato di non esserlo ma non lo avrebbero mai e poi mai curato, né avrebbero riempito sul serio il suo stomaco.

A volte pensiamo di avere dei mezzi da poter utilizzare per il bene altrui, ma spesso tralasciamo i dettagli fondamentali... E cioè che non tutto quello che possediamo è possibile utilizzarlo per il bene più assoluto, a prescindere da quanto possa essere prezioso...

Non disse altro, comunque, per quel momento, dato che in quella frase già aveva espresso molto, e nello stesso istante, svariati pensieri iniziarono a focalizzarsi nella sua mente come se fossero anche per lui dei fiumi in piena, ma questi pensieri non erano né tristi né felice, semplicemente erano dei pensieri tattici, dei pensieri importanti e dei pensieri sopratutto nuovi, forse inaspettati dalla sua mente, una sorpresa anche per lei.

E ogni notte vado a dormire con la consapevolezza di non aver usato il mio dono, di aver lasciato soffrire tutte quelle persone senza far niente, e vorrei solo... sparire, dimenticare tutto e ricominciare da capo. Lo so, lo so che dovrei essere forte, che sono una donna adulta adesso, ma sento come se non sapessi dove tutto questo mi sta portando, come se non sapessi chi sono o dove voglio arrivare, come se la mia vita stesse perdendo di significato... e mi sento così male che mi chiedo se il mio dono non sia in realtà una... maledizione.

E' il tuo dono a fare la tua vita?

Quella domanda fu il riassunto preciso di tutto quello che poteva pensare l'uomo in quel momento.
Monique aveva dato fino ad allora troppa importanza alle sue illusioni. Doveva cominciare a credere che quella fosse solo una dote e nulla più e che quella non poteva fare differenza a nessuno tra poveri e schiavi, a nessuno.
Aveva puntato troppo a quella capacità, forse sopravvalutandola, un errore grosso che era facile fare quando si osservava la semplicità con la quale si poteva far credere a qualcuno di trovarsi in una situazione totalmente diversa da quella reale grazie ad esse, ma per quanto ci si potesse sforzare, quella era e rimaneva un'illusione e il cibo nello stomaco, prima o poi, sarebbe tornato ad evaporare.

Guardami negli occhi, non abbassare lo sguardo... Guardami!

Il suo tono si fece ancora più imperativo. Probabilmente a qualcun altro non avrebbe dato forza, ma sperava davvero che quella sorta di energia captata in lei fosse abbastanza da recepire quella sorta di comando come un invito a reagire e a riprendere ad usare la ragione e non la sofferenza del cuore. Qualora avesse alzato ancora gli occhi, seppur gonfi di lacrime, lui avrebbe proseguito.

Se tu potessi dire chi tra te e la tua famiglia è maledetto, chi diresti a naso? Non serve che mi rispondi, era retorico, la sai già e la so già la risposta... Essere maledetti significa essere toccati dal male ed una persona che versa quelle lacrime per un malato africano è tutto fuor che maledetta e spero che tu questo te lo metta bene in testa...

Altrimenti non posso proteggere qualcuno che ha paura di se stesso, sarebbe come proteggere tre persone: me, te e la tua fottuta paura...

O quella maledizione che tanto ripudi prenderà in breve il controllo su di te e allora davvero sarai quello che temi di più... Mi auguro per te che tu abbia abbastanza palle quadrate per far si di toglierti dalla testa certe idee...

Di certo il modo di consolare di segno era il modo con minor tatto che esistesse sulla faccia della terra:
Rude, diretto, freddo, calcolato e volto a colpire dove faceva più male, ma forse, dove anche entrava più facilmente nel cuore, nell'anima, radicandosi in fondo come la migliore delle quercie di volontà ferrea e potente.
Prese la teiera e rivolse un po' di tè ancora nella sua tazza visto che era quasi finita, con tranquillità calcolata, come a volerle dare anche la sicurezza che non la stava attaccando. Era capace di far capire con un gesto tutte le sue intenzioni?
Probabilmente si, ma solo con chi era davvero così sveglio da comprenderlo.

Mi dispiace, davvero, non volevo che tu mi vedessi così, io...
... dammi solo qualche minuto.


Qualche minuto per cosa? Per ricostruire la maschera? Non con me grazie, se intendi tornare nuovamente di bronzo come prima per me puoi anche tornartene in camera e la conversazione è finita, altrimenti, quel fazzoletto è ancora lì e mezza teiera da solo non la finirei facilmente...

E quella sua ultima frase fu assolutamente provvidenziale per capire effettivamente cosa stava dicendo e cioè quello che risultava essere come un vero e proprio complimento indiretto.
Non voleva avere di fronte la stessa Vice Preside come si era mostrata alla riunione dei professori, né di fronte la stessa persona che uno studente qualsiasi avrebbe potuto incontrare per i corridoi.
Non amava però le mezze misure per dire le cose, a costo di risultare stronzo o cattivo, ma sapeva bene che sarebbe stato sempre così e per questo non si sarebbe mai pentito di dire le cose in faccia alla gente. Di sicuro dentro di se una cosa l'aveva calcolata: se la francesina avesse mostrato di non essere permalosa e capire guardandolo in faccia che quello che aveva davanti era semplicemente la persona più vera che le potesse mostrare, allora si, avrebbe acquistato maggiori punti, ma non poteva sperare troppo, non era nelle sue corde e aveva in più smesso da parecchio tempo di credere così tanto negli esseri umani, donne sopratutto.
Ciò nonostante, voleva avere davanti lei e soltanto lei, non solo perchè la fragilità, se giusta non lo infastidiva troppo, ma anche perchè...

Devo conoscere chi dovrei difendere, sotto ogni aspetto.
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Messaggioda Monique » 23/11/2011, 14:23

E' il tuo dono a fare la tua vita?

Fino a questo momento? Sì.

Ovviamente non parlò, al momento non ce la faceva e poi ancora non si sentiva pronta ad aprirsi così tanto con lui: probabilmente di lì a poco avrebbe cambiato idea, ma al momento era convinta che non fosse il caso di spingersi troppo oltre nel parlare di certe cose con Sandyon. Lo sguardo andò a terra, ma subito lui la riprese, quasi la stesse tenendo sotto esame.

Guardami negli occhi, non abbassare lo sguardo... Guardami!

E gli occhi ghiacciati di Moni, ora gonfi e lucidi di lacrime, si alzarono, incontrando nuovamente quelli di Sandyon... e li sostennero con fermezza. Certo, da una parte voleva semplicemente andarsene, ma dall'altra... la volontò dell'uomo di farla rimanere lì e di costringerla a reagire la spingeva a rimanere e a capire dove volesse andare a parare.

Se tu potessi dire chi tra te e la tua famiglia è maledetto, chi diresti a naso? Non serve che mi rispondi, era retorico, la sai già e la so già la risposta... Essere maledetti significa essere toccati dal male ed una persona che versa quelle lacrime per un malato africano è tutto fuor che maledetta e spero che tu questo te lo metta bene in testa...
O quella maledizione che tanto ripudi prenderà in breve il controllo su di te e allora davvero sarai quello che temi di più... Mi auguro per te che tu abbia abbastanza palle quadrate per far si di toglierti dalla testa certe idee...


Tu non capisci...

Pensò ancora Monique, scuotendo appena il capo: sapeva bene che la vita dell'uomo era stata molto dura, non ci voleva un genio a comprenderlo... ma questo non significava che lui potesse capire le condizioni in cui lei era cresciuta. E non si trattava di vittimismo o altro, bensì della semplice consapevolezza che come lei non poteva concepire concretamente come era vissuto lui, l'uomo non poteva fare altrettanto con la francese.
Gli chiese quindi qualche minuto per riprendersi mentre lui le riempiva la tazza con altro tè caldo, ma sembrava che a Sandyon la cosa non andasse bene per niente.

Qualche minuto per cosa? Per ricostruire la maschera? Non con me grazie, se intendi tornare nuovamente di bronzo come prima per me puoi anche tornartene in camera e la conversazione è finita, altrimenti, quel fazzoletto è ancora lì e mezza teiera da solo non la finirei facilmente...

Quelle parole non ricevettero subito una risposta dalla giovane VicePreside, che si prese qualche secondo per capire esattamente come reagire: voleva davvero la vera Monique? Voleva conoscerla, comprenderla per chissà quale assurdo motivo? Bene, gli avrebbe dato ciò che tanto desiderava.

... d'accordo, va bene.
Facciamo a modo tuo allora.


Mormorò Moni, annuendo: si alzò in piedi e prese la bacchetta dalla tasca della vestaglia - non andava mai in giro senza - e la puntò verso l'alto, respirando lentamente così da concentrarsi per ciò che stava per fare; avrebbe dato a Sandyon la vera Monique.

Imago Musicus

Pensò nella mente la donna, e dalla bacchetta iniziarono subito a sprizzare scintille color arcobaleno che in breve avvolsero tutta la cucina: sperava davvero che nessuno dei professori avesse voglia di farsi uno spuntino notturno... perchè da quel momento il luogo diventava totalmente inagibile.

[yt]http://www.youtube.com/watch?v=a7BbDe8B_PM[/yt]


Non ci furono introduzioni o altro, semplicemente di punto in bianco, dopo aver pronunciato l'incantesimo, Moni iniziò a cantare una canzone che, Sandyon l'avrebbe capito bene, era dedicata proprio a colui che aveva reso la sua vita un autentico inferno.

Listen,
To the song here in my heart
A melody I've start
But can't complete

Listen, to the sound from deep within
It's only beginning
To find release

Oh,
the time has come
for my dreams to be heard
They will not be pushed aside and turned
Into your own
all cause you won't
Listen....


Stava davvero per mostrare l'illusione a Sandyon? Voleva davvero metterlo al corrente di quale fosse il suo dono - del tutto ignara tra l'altro che lui lo conosceva già - nonostante si conoscessero da così poco? Sì, sembrava proprio che quello fosse l'unico modo per fargli capire chi era Monique.

Listen,
I am alone at a crossroads
I'm not at home, in my own home
And I tried and tried
To say whats on my mind
You should have known
Oh,
Now I'm done believing you
You don't know what I'm feeling
I'm more than what, you made of me
I followed the voice
you gave to me
But now I gotta find, my own..


E come ogni illusione che si rispetti, il terreno sotto di loro prese a tremare con forza, segno che tutto stava cambiando anche se ancora non sapeva esattamente come la magia avrebbe interpretato le emozioni che si susseguivano dentro al suo cuore.

You should have listened
There is someone here inside
Someone I'd thought had died
So long ago

Ohh I'm screaming now and my dreams to be heard
They will not be pushed aside or worse
Into your own
All cause you won't
Listen...


Le pareti della cucina si dissolsero, sciogliendosi come neve sole, per lasciare spazio all'aria aperta ed alla luce rossa e calda di un sole al tramonto: il pavimento duro divenne soffice sabbia sotto i loro piedi, mentre il silenzio della notte sembrò sparire per lasciare spazio al rumore dell'infrangersi delle onde del mare sul bagnasciuga; sì, l'illusione stava facendo il suo dovere.

Listen,
I am alone at a crossroads
I'm not at home, in my own home
And I tried and tried
To say whats on my mind
You should have known
Oh,
Now I'm done believing you
You don't know what I'm feeling
I'm more than what, you made of me
I followed the voice
you gave to me
But now I gotta find, my own..


Ed anche Monique stessa cambiava, circondata da quella forza magica che faceva sparire la sua vestaglia e dunque l'abbigliamento notturno della professoressa d'incantesimi per vestirla con un abito bianco, molto più consono all'ambiente che si stava formando intorno a loro.

Immagine


I don't know where I belong
But I'll be moving on
If you don't....
If you won't....


Un attimo di pausa per raccogliere la voce, e poi quell'urlo potente ma calibrato, dato con tutta la forza e la rabbia che aveva in corpo, l'ultimo tassello necessario per completare quell'illusione.

LISTEN!!!
To the song here in my heart
A melody I've start
But I will complete

Oh,
Now I'm done believing you
You don't know what I'm feeling
I'm more than what, you made of me
I followed the voice, you think you gave to me
But now I gotta find, my own..
my ownn...


E mentre la musica scemava, il paesaggio intorno a loro si assestava definitivamente: un oceano di fronte ai due adulti, col sole che sembrava calare e perdersi dentro esso; una brezza marina che solleticava i loro corpi, l'odore del mare nelle narici e la sabbia soffice sotto i piedi. Sembrava si forssero smaterializzati al mare.

Immagine


... questo è il mio dono, e per tutta la vita non ho fatto altro che essere inseguita, cercata, bramata e condannata per questo. Mi chiedi se è il mio dono a fare la mia vita... ebbene, fino a questo momento lo è stato. Tutta la mia esistenza è ruotata intorno a questo, e mi ha impedito di comprendere cosa io volessi per me stessa.

Mormorò infine, rispondendo così alla prima domanda posta da lui, lasciandosi cadere a terra sulla sabbia per portarsi le ginocchia al petto e rimanere ferma così, ad osservare il placido oceano di fronte a sé.
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Messaggioda Sandyon » 23/11/2011, 15:46

Decisamente stava riuscendo ad ottenere quello che voleva, ottenere quello che gli serviva per comprendere un po' di più dove andasse a parare quella missione, a cosa servisse, per chi servisse e sopratutto se lui avesse potuto davvero rischiare la vita per una persona come lei, con quelle paure, quelle debolezze, quelle lacrime e quella disperazione opprimente nell'anima.
La professoressa alzò ancora lo sguardo fissandolo dritto negli occhi. Non fu capace di guardarlo male anche perchè sapeva bene che se l'avesse fatto non ci avrebbe guadagnato niente. Semplicemente si alzò in piedi dicendo che si sarebbe fatto alla maniera sua, di lui, e della sua strafottuta voglia di conoscere la verità oltre il velo, oltre quella maschera che lei portava e continuava a portare davanti a tutti indistintamente..
La bacchetta infilata sotto la vestaglia sgusciò fuori svelta e lesta e questo diede a notare all'uomo quanti riflessi possedesse lei, in effetti potevano tornare utili visto che erano una capacità dove il professore non andava così forte come molte altre qualità, ma fu un pensiero fugace e momentaneo dato che di seguito il volto si spostò nel viso di lei che adesso si preparava ad iniziare a cantare una canzone che con molta probabilità, a giudicare dalle parole e dal tono, doveva essere rivolta al padre, quel padre che evidentemente lei tanto odiava.

Ha una voce tale da poter spaccare vetri infrangibili come fosse cristallo soffiato, meglio correre ai ripari ed evitare che ci senta tutta la scuola... E' fuori di se... E' istintiva e rabbiosa... Mmhhh...

Poco prima che effettivamente l'illusione cominciasse a farsi viva, l'uomo anche tirò fuori la sua bacchetta dal fodero attaccato alla cintura dei pantaloni e silenziosamente lanciò un'incantesimo ovattante a tutta la cucina in maniera da renderla insonorizzata e quindi impossibile da far trapelare qualche rumore di voci o canti all'esterno.
Doveva farlo per non rischiar di essere interrotto, dato che Monique era già partita per la tangente, e che tangente.
Nell'arco di pochi secondi sembrò come se quello fosse un film dove stavano vivendo un'avventura parallela, visto che ad un tratto spuntarono fuori il mare, la sabbia, le onde, il rumore di esse, l'odore della salsedine e il sole del tramonto.
Sandyon sapeva bene cosa fosse un'illusione, non era capace di farne e non gli interessava, ma di sicuro non poteva mostrare indifferenza, l'avrebbe insospettita troppo, così, si limitò ad allargare un po' di più le pupille voltandosi intorno a lui per qualche grado così da far si di avere una panoramica di tutto il posto.
In effetti però, una cosa dentro di se la disse e non si sforzò troppo ad ammettere quella verità, con umilatà e realismo:

Un potere del genere, nelle mani sbagliate diventerebbe distruttivo.

Incrociò le braccia al petto, spostandosi di qualche metro per fissarla meglio mentre cantava e lo fissava dritto negli occhi, sprizzando rancore, rabbia, dolore da tutti i pori, sfogando il tutto nelle corde vocali che traducevano quelle emozioni in musica, una musica assordante, una musica potente, una musica infinitamente sensazionale, accompagnata anche dal viso che la stava enunciando, così perfetto e delineato dal chiaroscuro del sole del tramonto, seppur fittizio, ma che sembrava quasi riscaldare i loro corpi.
Quel momento di pura ed autentica follia si concluse esattamente com'era iniziato esattamente tre minuti e mezzo dopo, quando lei smise di cantare lentamente, esaurendo le energie di reazione e forse consumando la sua carica di rancore della giornata, ma la cosa che stupì di più l'uomo fu che quando lei concluse l'illusione sembrava non scomparire affatto, anzi, adesso erano lì, in quella spiaggia con lei lentamente si lasciava cadere a terra in mezzo alla sabbia con le ginocchia al petto esattamente come poteva fare una bambina piccola, quello che in fondo durante quelle illusioni lei era. La stessa bambina che veniva maltrattata ed utilizzata come se fosse un oggetto dai genitori che sapevano solo viziarla materialmente per quanto lei in realtà chiedesse colo un po' di amore e di attenzione.

... questo è il mio dono, e per tutta la vita non ho fatto altro che essere inseguita, cercata, bramata e condannata per questo. Mi chiedi se è il mio dono a fare la mia vita... ebbene, fino a questo momento lo è stato. Tutta la mia esistenza è ruotata intorno a questo, e mi ha impedito di comprendere cosa io volessi per me stessa.

Immagine

Mmhhh...

Immagine

Il vento soffiava leggermente e gli spostò i capelli. Sembrava assurdo quanto fosse reale quell'immagine che la sua mente sapeva bene non essere quello che voleva risultare, ma purtroppo i suoi stessi sensi lo tradivano, ma quella donna/bambina seduta lì, in mezzo alla sabbia adesso, che non diceva una frase, rimaneva ancora ferma e di sicuro non potevano rimanere lì per sempre o per tutta la notte.
Quello che aveva visto poteva dargli un'idea effettiva delle sue capacità, ma non era di certo questo ciò che stava cercando.
Mosse qualche passo in sua direzione, verso quella sorta di statua che adesso giaceva lì su quelle piccole dune color dell'oro e la fissò dall'alto verso il basso, poi volse gli occhi in direzione del mare e dell'orizzonte, sospirò a lungo, incapace fin troppo di parlare per tirare su la gente, odiava fare cose del genere, non gli piaceva, non era il tipo, insomma, si innervosiva troppo a fare certe cose sentimentalistiche, quindi alla fine optò nuovamente per quello che sapeva fare meglio, dire le cose così come stavano.

E questo lo chiami vivere?

Tornò a fissarla, non era duro in viso, ma di certo molto serio. Lei non poteva sapere perchè sentiva il bisogno di parlarle non come un amico o qualcuno che le voleva bene ma come una persona carica di risolutezza e fermezza.
Doveva capire fino a che punto l'anima di quella donna poteva essere scossa a reagire, altrimenti non avrebbe mai accettato di difendere una persona inerme di fronte alle difficoltà possibili nel futuro e forse anche davanti a numerose scelte importanti e dolorose.
Già, non conosceva bene quello che aveva passato, ma poteva avere già una visione chiara di quello che avrebbero passato di lì a poco insieme se lei fosse rimasta ancora così fragile, perchè se stava così solo per il padre, allora con tutto il mondo addosso, come si sarebbe comportata?

Di certo se continuerai a rimanere seduta lì nella sabbia non capirai mai cosa vuoi. Non dare la colpa alle persone che ti hanno inseguito, loro non valgono nemmeno metà della tua attenzione minima. La colpa è sopratutto tua nel momento stesso in cui hai permesso loro di farti ridurre così...
Quando effettui questo giochetto, sprigioni un'enorme catalizzazione magica capace di svegliare anche la sensazione più lontana di un mago o una strega di medio livello... Ma conosco dei modi con i quali questa cosa non avverrebbe, modi che bloccano il circolo magico di risonanza e lo delimitano soltanto all'area colpita dalla magia.
Puoi fare meglio di così, puoi essere meglio di così, è il mondo che ti vuole in ginocchio, è il mondo che ti vuole debole e tu attualmente lo sei... Lo sei... esattamente come lo sono io.


Ma non diede ulteriore spiegazione a quella sua ultima frase, preferendo proseguire nel discorso.

... Dimmi un po', se te ne fosse data la possibilità, uccideresti tuo padre?

E detto questo, rimase in completo silenzio, attento ora ad ascoltare le successive parole che la Vice Preside Monique Vireau avrebbe espresso per avere una ulteriore prova di quello che albergava dentro di lei e quindi nell'eventualità di quello che avrebbe dovuto difendere nei prossimi tempi, fino probabilmente alla morte vera e propria.
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Messaggioda Monique » 23/11/2011, 19:36

L'illusione era riuscita perfettamente, l'oceano si stagliava di fronte a loro in tutto il suo splendore e il sole tramontava lentamente quasi scivolando dentro quella superficia liscia e trasparente. Monique si era seduta sulla sabbia con le gambe al petto, quasi volesse farsi piccola piccola, senza guardare Sandyon che ora stava accanto a lei.

E questo lo chiami vivere?

Le domandò l'uomo, ma non ricevette risposta: Moni stava ancora contemplando l'orizzonte, come fosse immersa in un mondo proprio ora a cui lui non poteva accedere. Ma il prof di Difesa sembrava non aver finito di parlare, difatti poco dopo la sua voce risuonò nuovamente nell'aria.

Di certo se continuerai a rimanere seduta lì nella sabbia non capirai mai cosa vuoi. Non dare la colpa alle persone che ti hanno inseguito, loro non valgono nemmeno metà della tua attenzione minima. La colpa è sopratutto tua nel momento stesso in cui hai permesso loro di farti ridurre così...
Quando effettui questo giochetto, sprigioni un'enorme catalizzazione magica capace di svegliare anche la sensazione più lontana di un mago o una strega di medio livello... Ma conosco dei modi con i quali questa cosa non avverrebbe, modi che bloccano il circolo magico di risonanza e lo delimitano soltanto all'area colpita dalla magia.
Puoi fare meglio di così, puoi essere meglio di così, è il mondo che ti vuole in ginocchio, è il mondo che ti vuole debole e tu attualmente lo sei... Lo sei... esattamente come lo sono io.


Non ho mai negato di essere debole, anzi. Il discorso è un altro: io voglio vivere, Sandyon, voglio svegliarmi ogni giorno con la consapevolezza che esisto e che continuerò a farlo; ma non conosco un modo di vivere diverso da questo. Anche se imparassi a catalizzare l'energia magica solo nel punto in cui faccio l'illusione, le cose non cambierebbero: mio padre continuerebbe a voler usare questa mia capacità per i suoi scopi.
Lo so bene che ho permesso a mio padre ed a persone come lui di ridurmi così, ma non cerco belle parole di comprensione o altro: vado avanti per la mia strada, da sola.


Ribattè Moni, alzando solo in quel momento gli occhi sull'uomo: ma cosa diavolo voleva da lei? Perchè quell'interrogatorio continuo, quelle domande e quei giudizi peraltro nemmeno richiesti? Non era certo andata da lui chiedendogli di farle da spalla su cui piangere, o di giocare il ruolo di amico con cui sfogarsi... anzi, era stato l'uomo ad andare da lei ed a buttarla giù dal letto. Ma a che pro?

... che t'importa?
Che ti frega di come vivo, di cosa faccio o del modo in cui mi pongo nei confronti della mia esistenza e delle difficoltà? Perchè vuoi a tutti i costi spronarmi a reagire?


Gli chiese dopo un po', aggrottando appena la fronte: di solito non era tipo da abbandonare una conversazione nel bel mezzo del suo svolgimento, ma stava cominciando a diventare piuttosto diffidente e sospettosa nei confronti di quell'uomo che sembrava essersi svegliato un bel giorno - anzi, una bella notte - dal nulla per riempirla di domande.

... Dimmi un po', se te ne fosse data la possibilità, uccideresti tuo padre?

Chiese invece Sandyon, ma forse stava soltanto prendendo del tempo per capire al meglio come rispondere alla domanda posta dalla donna, che mentalmente decise che quella sarebbe stata l'ultimo quesito a cui si sarebbe degnata di dare una risposta, visto che si sentiva sotto esame, intrappolata in una conversazione con apertura unilaterale da parte di lei.

Se dovessi rispondere con puro istinto direi di sì.

Mormorò, sospirando appena e passandosi una mano tra i capelli leggermente scompigliati dal vento creato dall'illusione: sì, il primo pensiero quando con la mente focalizzava il padre era di vederlo morto a stecchito a terra, ed una volta la risposta sarebbe rimasta quella e basta; ma fortunatamente era cresciuta ed era diventata capace di ragionare ed usare la razionalità.

Ma credo che la risposta vera sia... no.
Probabilmente lo sfiderei a duello, solo io e lui... ed una volta fuori combattimento, lo farei sbattere ad Azkaban a vita.
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