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Nuuk

Messaggioda Jasper » 31/07/2015, 21:30

Speravo venissi.

Erano proprio dei progressi interessanti, quelli svolti da Thera fino ad allora.
Il suo modo di porsi, di muoversi, di parlare e di rivolgersi a chiunque.
Ormai anche in mezzo agli scienziati risultava più una persona come le altre piuttosto che una ricerca di laboratorio.
Attraverso i suoi racconti e ai test svolti sui suoi poteri, i progressi avevano avuto luogo in pochissimo tempo, ma il lavoro era ancora moltissimo.
Ben presto però, i due fratelli avrebbero ingaggiato un precettore che le insegnasse tutto quanto c'era da conoscere in definitiva sul Mondo Magico e le sue abitudini, dopo di che, finalmente per lei, esso si sarebbe potuto aprire alla sua presenza.

Dove sono tutti?

Quando arriva l'Estate è anche periodo di vacanza, almeno qualche giorno.
Per questo non c'è nessuno, non ci hai fatto caso che molti ti hanno salutata più calorosamente?


Le dimostrazioni di affetto di emozioni erano ancora difficili da comprendere pienamente per la ragazza.
D'altronde bisognava capirla, vivendo a stretto contatto solo con i Na'eh, certe espressioni di sentimento non facevano minimamente parte del suo bagaglio culturale umano e Jasper di volta in volta si prodigava nello spiegare tutto nei minimi dettagli, specie quando era importante per lei riconoscere le variazioni dello spirito in modo da fare attenzione a ciò che potevano suscitarle in automatico a causa delle sue capacità speciali.
Una volta entrato all'interno dell'abitazione, il Ravnick si accorse che Thera amava tenere tutto molto in ordine, utilizzando poco alcune delle attrezzature fornitele per facilitarle molti compiti, come la cucina ad esempio.

Ho imparato a cucinare le uova strapazzate, oggi.
Non mi piacciono, ma so che quasi tutti qui le mangiano per colazione.


Continui a preferire pane e frutta, insomma...
Strano, pensavo che prima o poi avrei trovato qualcosa che ti sorprendesse in positivo.


Vuoi che te le prepari?

Ma sì, perché no?
Fammi vedere quanto sei diventata brava!
Oggi dobbiamo festeggiare, difatti ho portato con me una cosa nuova...


Infatti, subito dopo, Jasper le mostrò un piccolo pacchetto contenente chissà cosa, adornato con un fiocco rosato, che posò sul tavolino.
Intanto, dal frigo prese dell'acqua leggermente frizzante (il corrispettivo dello spumante e di qualsiasi bevanda gassata e zuccherata accettato da Thera) e due bicchieri, lasciando che ella si occupasse di preparargli le uova strapazzate, mentre per lei si occupava di sbucciare una mela, una pera, un kiwi, un fico d'india e una banana. Di seguito tagliò del pane a fette un po' spesse e lo condì con olio e sale, mettendo vicino anche dei pomodorini spaccati con basilico, una variante che forse avrebbe gradito, essendo sempre e comunque piuttosto semplice e genuina.
Una volta che furono entrambi a tavola, Jasper aprì il pacchetto, non volendo lasciare a Thera la troppa curiosità, rivelando... dei pasticcini.

Immagine


Questi sono dei dolci lavorati tipici del Mondo Babbano.
Contengono diversi tipi di creme o ripieni, ricorda cosa sono le creme, giusto?
Dovresti provare ad assaggiarne uno per tipo e vedere se possono essere di tuo gradimento.
Di norma, comunque, si mangiano dopo il pasto, per lasciare la bocca che sa di dolce!


Le sorrise con dolcezza, aspettando che la ragazza studiasse la novità appena giunta, mentre intanto si dedicava ad assaggiare le uova.

Complimenti Thera!
Sei stata davvero brava!
Deliziose e con il giusto quantitativo di sale!
Lo sai, si possono fare in tanti differenti modi: alla coque, sode oppure in camicia.
Magari potrei farti vedere le diverse varianti nei prossimi giorni, che ne dici?


Con un occhiolino, addentò anche il pane morbido con sale, olio e qualche pomodorino, dando ufficialmente inizio al pasto.

Ho una bellissima notizia per te, ecco perché si festeggia.
Tieniti forte: domani rivedrai il mare!


Quanto l'avrebbe resa felice da uno a dieci? Si sperava almeno almeno un milione.
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Messaggioda Thera » 31/07/2015, 23:06

Quando arriva l'Estate è anche periodo di vacanza, almeno qualche giorno.
Per questo non c'è nessuno, non ci hai fatto caso che molti ti hanno salutata più calorosamente?


Vacanza...

Pur parlando bene la lingua, a volte doveva riflettere qualche istante sul significato dei singoli termini, affinché per lei acquisissero un quale senso: vacanza, ad esempio, era la parola per indicare che le persone smettevano di lavorare e potevano passare del tempo facendo quello che preferivano o, più semplicemente, si riposavano.


Più... calorosamente?
No...


Un'espressione rammaricata si dipinse sul suo volto.


... da cosa avrei potuto accorgermene?

Faceva ancora molta fatica a cogliere e comprendere correttamente i sentimenti e le emozioni altrui, seppur perlomeno, rispetto a qualche tempo prima, fosse più ben disposta al dialogo con gli estranei -ovvero tutti coloro che non fossero Jasper e Haytham- e non provasse più la voglia di proteggersi con la propria magia quando qualcuno le si avvicinava.
Per fortuna il più giovane dei Ravnick era sempre pronto a spiegarle ogni cosa, anche più volte se necessario: si prendeva cura di lei in ogni modo possibile, ed era una cosa che Thera, pur non sapendo mostrarlo a parole, apprezzava enormemente.


Ho imparato a cucinare le uova strapazzate, oggi.
Non mi piacciono, ma so che quasi tutti qui le mangiano per colazione.


Continui a preferire pane e frutta, insomma...
Strano, pensavo che prima o poi avrei trovato qualcosa che ti sorprendesse in positivo.


Non mi serve mangiare altro, pane e frutta mi piacciono molto.

In realtà aveva bisogno anche di altro, di proteine, di verdura, e di carboidrati complessi, ma farglielo capire era una vera e propria impresa, peggio che insegnarle la lingua.
Tornando alle uova...


Vuoi che te le prepari?

Ma sì, perché no?
Fammi vedere quanto sei diventata brava!
Oggi dobbiamo festeggiare, difatti ho portato con me una cosa nuova...


Corrugò la fronte mentre ricordava cosa volesse dire il verbo "festeggiare", osservando il pacchetto portato dall'altro -non dimostrava mai un'eccessiva curiosità, al contrario, era vagamente diffidente per ogni novità che le veniva proposta- e prodigandosi intanto per preparare le uova a Jasper: il cucinino era praticamente immacolato, avendolo usato la sera precedente per la prima volta, ed in effetti si poteva notare quanto Thera tenesse all'ordine e alla pulizia anche mentre cucinava.
Lo osservava di tanto in tanto, mentre le sbucciava la frutta e le preparava del pane poco condito con dei pomodorini, un altro ingrediente che il Faro apprezzava fino ad un certo punto; le uova, dal canto loro, non la impegnarono più di tanto: del burro sciolto in una padella, uova sbattute con sale e pepe, e cotte per poco così da risultare ancora morbide, posandole poi di fronte al MagiArcheologo con la speranza che avessero un'aria invitante.

Immagine

Gli si sedette accanto, poi, studiando con aria un poco incerta lo strano cibo che Jasper aveva appena estratto dal pacchetto, dalle forme diverse e con qualche pezzetto di frutta sopra -l'unico ingrediente che Thera era riuscita a riconoscere.


Cosa... cosa sono?

Questi sono dei dolci lavorati tipici del Mondo Babbano.
Contengono diversi tipi di creme o ripieni, ricorda cosa sono le creme, giusto?


Sì... quei composti dolci fatti con lo zucchero e le uova, giusto?

Dovresti provare ad assaggiarne uno per tipo e vedere se possono essere di tuo gradimento.
Di norma, comunque, si mangiano dopo il pasto, per lasciare la bocca che sa di dolce!


Allora prima mangiamo il resto?

Lo domandò per conferma, quasi timidamente, ritrovandosi però a studiare il volto del Ravnick quando egli assaggiò le uova che la ragazza aveva preparato.


Complimenti Thera!
Sei stata davvero brava!
Deliziose e con il giusto quantitativo di sale!


Sorrise, compiaciuta e felice di essere riuscita bene in qualcosa: le guance si colorarono di un rosso tenue, a testimonianza della gioia provata in quel momento dalla ragazza, e fu con un maggiore entusiasmo del solito che morse un pezzetto di pane con -addirittura- mezzo pomodorino sopra.


Lo sai, si possono fare in tanti differenti modi: alla coque, sode oppure in camicia.
Magari potrei farti vedere le diverse varianti nei prossimi giorni, che ne dici?


... perché si dovrebbe avvolgere un uovo con la camicia?

Forse, su certe cose, era meglio andare per gradi.


Perché hai presto questi dolci?
Cosa dobbiamo... festeggiare?


Ho una bellissima notizia per te, ecco perché si festeggia.
Tieniti forte: domani rivedrai il mare!


Rimase a bocca aperta a quelle parole, un lento ed incredulo sorriso che, nascendo dalle labbra, le coinvolse anche gli occhi, umidi per la felicità provata a quella notizia: avrebbe visto il mare, sarebbe potuta uscire da lì e godersi il calore del Sole... sarebbe stato come tornare a vivere, e -si sperava- per un tempo maggiore di quel poco che le veniva concesso giornalmente.


Dici... dici davvero?
Potrò... uscire da qui, e stare all'aria aperta? E tu sarai con me?


Non si era mai, mai sentita tanto felice in vita sua.
Una piccola lacrima le scivolò lungo la guancia, arrivando a bagnare le labbra ancora inarcate in un sorriso felice, di una felicità tanto forte ed intesa da risultare quasi dolorosa.


Jasper... grazie...
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Messaggioda Jasper » 01/08/2015, 15:24

Lo sai, si possono fare in tanti differenti modi: alla coque, sode oppure in camicia.
Magari potrei farti vedere le diverse varianti nei prossimi giorni, che ne dici?


... perché si dovrebbe avvolgere un uovo con la camicia?

È un modo di dire!
Non è letterale.
Ad esempio c'è un'altra variante che si chiama "All'occhio di bue", ma non bisogna metterci davvero l'occhio di un bue, semplicemente una volta cotto in una determinata maniera, l'uovo ricorda vagamente un occhio e per questo prende quella denominazione originale!


Le sorrise, adorando darle tutte le spiegazioni possibili e immaginabili, perché sapeva quanto per lei fosse importante tenersi aggiornata un poco su tutto, non rimanere mai indietro, comprendere sia le particolarità e i dettagli di quel nuovo mondo, sia le variazioni dei comportamenti umani, le sfaccettature di chi le stava intorno e volta per volta la poneva di fronte a nuovi quesiti e dubbi. Come ad esempio le dimostrazioni di calore e amicizia, dimostrazioni avute in precedenza dai colleghi di Jasper ma che lei evidentemente non aveva colto abbastanza.

Tornando al discorso di prima, tutti ti hanno salutato con molta più intensità.
Di solito ti dicono un semplice: "Buonanotte Thera!", invece oggi ti hanno detto: "Stammi bene Thera, ci vediamo presto!", oppure alcuni sono passati e ti hanno direttamente abbracciato. Quando le persone fanno così è perché sanno che staranno via per più tempo, ovviamente parlo per chi non ti conosce bene, io ti abbraccio spesso perché ti voglio bene e perché siamo più in confidenza...


Con soddisfazione terminò le proprie uova, come anche il pane e pomodoro, aspettando però prima di farle assaggiare i pasticcini perché doveva darle la lieta notizia, ovvero che presto, il giorno seguente in verità, Thera avrebbe rivisto il mare dopo tanto, tanto tempo. Gli occhi della ragazza divennero due gemme brillanti di gioia e riconoscenza, tanto che ella si dovette per forza alzare per avvicinarsi a Jasper e parlargli con la voce rotta dai singhiozzi, tanto era emozionata e felice. Era davvero... davvero bellissima.

Dici... dici davvero?
Potrò... uscire da qui, e stare all'aria aperta?
E tu sarai con me?


Sì, sì e ancora sì.
Passeremo l'intera giornata in spiaggia.
Ci sarò anche Haytham, anche se lui lo vedrai un po' di meno!


Jasper... grazie...

Il ragazzo sorrise con amore, posandole le mani sulle guance e portandole via le lacrime, scuotendo il capo.

Non ringraziare me, ma il tuo impegno e la tua forza di volontà.
Grazie ad essi, hai potuto dimostrare di poter essere lasciata più libera e quindi ti sei conquistata questo premio speciale ed importante.
Sappi però che il mio intento, come quello di mio fratello, è quello di permetterti un giorno di camminare per le strade del Mondo Magico senza più vincoli o "prigioni", nemmeno quelle così belle ed attrezzate. Avrai una abitazione tua e si spera anche un lavoro.
Prima però devi promettermi che ti dedicherai allo studio ed ascolterai il precettore o la precettrice faremo venire qui per te due volte alla settimana. Se non impari qualcosa a livello magico e accademico, non potrai mai integrarti del tutto, capisci?


Il tono con il quale parlava era sempre molto accomodante, semplice, autentico, senza filtri o possibili prese in giro. Le Croft le avrebbero promesso la libertà solo per farla stare buona e sottoporsi agli esami, i Ravnick non erano affatto così, per loro lei era innanzitutto un essere umano e come tale, meritevole di stare bene in pace. Detto questo, comunque, Yuan non resistette alla tentazione di stringerla forte a sé, respirando il suo buonissimo profumo, sapendo bene che ciò che stava per dire, Thera non l'avrebbe preso ugualmente bene.

In verità, vorrei farti uscire da qui anche oggi, ma per uno scopo un po' diverso...
Vedrai sì la luce del Sole, ma dovremo adoperarci affinché tu ti possa comprare un costume da bagno.
Ti ricordi cos'è no? È quell'abito estivo che si indossa per coprire le nudità quando si sta in spiaggia.
Ha la proprietà di asciugarsi in fretta e c'è in due versioni: intero e a due pezzi, quella è una tua scelta, come anche il colore.
È importante che tu ne abbia uno, perché devi confonderti con tutti gli altri, infatti sulla spiaggia ci saranno altre persone.
Poi prenderemo anche delle ciabatte per non farti scottare i piedi... Sì, so che non puoi scottarti, ma gli altri non lo sanno!


Il sussurro giocoso e scherzoso venne accompagnato da un occhiolino complice.

Poi prenderemo anche degli occhiali da Sole.
In base ai controlli sulla tue retina abbiamo scoperto che sei sensibile alla luce come tutti noi.
Gli occhiali proteggono i tuoi bellissimi occhi ed impediscano che i raggi solari possano danneggiarli...
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Messaggioda Thera » 01/08/2015, 20:40

È un modo di dire!
Non è letterale.
Ad esempio c'è un'altra variante che si chiama "All'occhio di bue", ma non bisogna metterci davvero l'occhio di un bue, semplicemente una volta cotto in una determinata maniera, l'uovo ricorda vagamente un occhio e per questo prende quella denominazione originale!


Un modo di dire...

Corrugò la fronte per qualche istante, concentrata, richiamando evidentemente a sé nozioni imparate nell'ultimo periodo, prima di distendere l'espressione del viso ed annuire, con un sorriso leggero.


Capisco.
Esistono tanti modi di dire in questa realtà, vero? Tante... metafore.
Si chiamano così quelle parole figurate che ne vogliono indicare altre, giusto?


Nell'epoca in cui lei era nata, e specialmente tra i Na'eh, non si sapeva nemmeno cosa fossero, i modi di dire, men che meno le metafore.


Tornando al discorso di prima, tutti ti hanno salutato con molta più intensità.
Di solito ti dicono un semplice: "Buonanotte Thera!", invece oggi ti hanno detto: "Stammi bene Thera, ci vediamo presto!", oppure alcuni sono passati e ti hanno direttamente abbracciato. Quando le persone fanno così è perché sanno che staranno via per più tempo, ovviamente parlo per chi non ti conosce bene, io ti abbraccio spesso perché ti voglio bene e perché siamo più in confidenza...


Tu mi vuoi... bene?
... e da cosa lo capisci?


Non le piaceva fare domande per ogni cosa, ma era l'unico modo per apprendere, per imparare, per ambientarsi: non aveva mai sentito parlare di sentimenti tra coloro che l'avevano creata prima ed imprigionata poi, quindi non sapeva nemmeno se lei stessa li provasse, e nel caso quali e con quanta intensità... perciò chiedere era tutto ciò che le restava per provare ad essere il più possibile una persona normale.
E Jasper stava riuscendo a farla sentire una persona nomale, soprattutto quando le annunciò che il giorno successivo sarebbe potuta uscire da lì per andare al mare: niente più ombra, niente più strutture sottoterra, niente più test o ore passate da sola, rinchiusa tra quelle quattro mura; Sole, aria fresca, libertà... almeno per un giorno.


Dici... dici davvero?
Potrò... uscire da qui, e stare all'aria aperta?
E tu sarai con me?


Sì, sì e ancora sì.
Passeremo l'intera giornata in spiaggia.
Ci sarò anche Haytham, anche se lui lo vedrai un po' di meno!


Jasper... grazie...

Non ringraziare me, ma il tuo impegno e la tua forza di volontà.
Grazie ad essi, hai potuto dimostrare di poter essere lasciata più libera e quindi ti sei conquistata questo premio speciale ed importante.


Era strano il modo di fare dei fratelli Ravnick, Thera proprio non riusciva a capirlo: volevano studiarla, capirla... ma al tempo stesso erano intenzionati a lasciarla libera, alla fine, permettendole di inserirsi nel mondo babbano o magico senza risultare strana o anormale.
Non era certa di comprendere perché ragionassero in quel modo -anzi, non lo capiva proprio- ma almeno poteva essere certa di non sbagliare nel considerarli delle brave persone.


Sappi però che il mio intento, come quello di mio fratello, è quello di permetterti un giorno di camminare per le strade del Mondo Magico senza più vincoli o "prigioni", nemmeno quelle così belle ed attrezzate. Avrai una abitazione tua e si spera anche un lavoro.
Prima però devi promettermi che ti dedicherai allo studio ed ascolterai il precettore o la precettrice faremo venire qui per te due volte alla settimana. Se non impari qualcosa a livello magico e accademico, non potrai mai integrarti del tutto, capisci?


Sì... ti dò la mia parola che farò del mio meglio.

Sembrava che, in quella realtà, promettere qualcosa fosse un impegno serio, e lei aveva tutta l'intenzione di mantenerlo, in parte forse anche perché non è che avesse molta altra scelta.
Quando il ragazzo la abbracciò forte, la mora rimase rigida per qualche secondo prima di rilassarsi lentamente e socchiudere gli occhi, sospirando: le ci era voluto molto tempo per accettare quel tipo di manifestazioni fisiche, e solo quando provenivano da Jasper riusciva ad accettarle serenamente e, in parte, anche a ricambiarle.


In verità, vorrei farti uscire da qui anche oggi, ma per uno scopo un po' diverso...
Vedrai sì la luce del Sole, ma dovremo adoperarci affinché tu ti possa comprare un costume da bagno.


Costume... da bagno?

Ti ricordi cos'è no? È quell'abito estivo che si indossa per coprire le nudità quando si sta in spiaggia.
Ha la proprietà di asciugarsi in fretta e c'è in due versioni: intero e a due pezzi, quella è una tua scelta, come anche il colore.
È importante che tu ne abbia uno, perché devi confonderti con tutti gli altri, infatti sulla spiaggia ci saranno altre persone.
Poi prenderemo anche delle ciabatte per non farti scottare i piedi...


Ma io non posso...

Sì, so che non puoi scottarti, ma gli altri non lo sanno!
Poi prenderemo anche degli occhiali da Sole.
In base ai controlli sulla tue retina abbiamo scoperto che sei sensibile alla luce come tutti noi.
Gli occhiali proteggono i tuoi bellissimi occhi ed impediscano che i raggi solari possano danneggiarli...


Abbassò la testa, il corpo che diventava quasi una statua di sale e gli occhi -quelli che al ragazzo piacevano tanto- che si velavano di paura, fastidio ed inquietudine.


... non voglio uscire.

Non credeva che l'avrebbe mai detto, ma c'era sempre una prima volta.


Non voglio andare a comprare nulla, non voglio vedere nessuno, voglio stare qui.

Fece un passetto indietro, arrivando fino al letto sopra il quale si sedette, lontana da Jasper, dalla porta della propria prigione e, metaforicamente, dal mondo esterno.


Non puoi comprare tu queste cose per me?
.. ti prego... non farmi uscire...
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Messaggioda Jasper » 01/08/2015, 23:04

Tu mi vuoi... bene?
... e da cosa lo capisci?


Lo capisco dal fatto che mi piace passare il tempo in tua compagnia.
Se penso alla possibilità che tu soffra, sto male anche io.
Immaginando qualcuno che cerca di farti soffrire, mi sale la rabbia.
Sono tutti segnali che indicano l'attaccamento verso qualcuno!


Lui, di quei segnali, ne sentiva parecchi e non soltanto quelli, ma non poteva certo dirgli che sentiva anche una attrazione fisica, primo perché non era da semplice amicizia e affetto ma da ben altro, e poi perché poi si sarebbe ritrovato nella scomoda posizione di doverle spiegare perché provava quelle sensazioni e soprattutto cos'erano e cosa rappresentavano, oltre a come potevano essere "risolte". Meglio concentrarsi su altro, per esempio sul fatto che il giorno dopo le avrebbe mostrato il mare e il Sole, il primo poi completamente dimenticato in tutti quegli anni trascorsi nel vuoto del cristallo, prima di finire in quel laboratorio di ricerca, ugualmente distante dalla grande distesa d'acqua più grande al mondo.
La felicità di una simile notizia però, venne smorzata molto dall'effettiva necessità di andare a fare compere per prendere un costume da bagno.

... non voglio uscire.

Come mai, Thera?

Non voglio andare a comprare nulla, non voglio vedere nessuno, voglio stare qui.

La vide lamentarsi come una bimba piccola, non capricciosa ma spaventata da una realtà che fino ad allora aveva visto solo in cartolina.

Non puoi comprare tu queste cose per me?
... ti prego... non farmi uscire...


Non posso comprarle al tuo posto, non conosco le tue misure...
Dovresti metterti nuda e dovrei prenderle con il metro morbido, ma non sono neanche un sarto.


Scosse il capo, sospirando preoccupato ma ancora calmo, avvicinandosi a lei e mettendosi in ginocchio, cercando il suo sguardo.

Ascoltami.
Un giorno sarai fuori di qui, da questa prigione.
Dovrai relazionarti con le persone, vivere a contatto con tutti.
Uscire oggi non sarebbe altro che un'altra lezione, soltanto pratica e non teorica.
Sai perfettamente che non ti farei mai fare nulla che possa nuocerti o in parte inutile.
Ci tengo che tu sappia come gira la vita lì fuori: farti rimanere sotto questa campana di vetro ti farebbe solo del male...


Provò a prenderle le mani, guardandola negli occhi e carezzandole con una gentilezza quasi disarmante, ma quando stava con lei gli veniva piuttosto spontaneo. Dopo di che si alzò e si mise seduto accanto a lei, con di nuovo il suo profumo che gli inebriava i polmoni, la testa e il cuore.
In tutti quei mesi trascorsi lì, aveva lottato affinché lei vivesse similmente ad una persona normale, per aiutarla e prepararla al momento del distacco dal laboratorio. Adesso mancava poco a quel giorno, doveva assicurarsi che lei però fosse in grado di cavarsela.

E poi... Ci sono sempre io accanto a te, no?
Non ti mando di certo da sola a comprare queste cose.
Ci facciamo una passeggiata, prendiamo il costume da bagno e poi... Poi...
... Poi faremo tutto ciò che vorrai, qualsiasi cosa!


Sapeva che era un rischio, ma per lei lo avrebbe corso, prendendosi poi tutta la responsabilità col fratello, nel caso.

Hai capito bene, qualsiasi cosa.
Tu fidati di me, andiamo a fare questa spesa e poi chiedi, farò di tutto per accontentarti...
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Messaggioda Thera » 02/08/2015, 15:45

Lo capisco dal fatto che mi piace passare il tempo in tua compagnia.
Se penso alla possibilità che tu soffra, sto male anche io.
Immaginando qualcuno che cerca di farti soffrire, mi sale la rabbia.
Sono tutti segnali che indicano l'attaccamento verso qualcuno!


Passare il tempo insieme...
Stare male se tu soffri...
Arrabbiarmi se qualcuno ti ferisce...


Tono pensieroso, sguardo concentrato.


... allora credo di volerti bene anche io.

Non ci sarebbe mai potuta arrivare da sola, senza imput, perché non era ancora in grado di definire se e quali sentimenti provasse... ma grazie a Jasper tutto ciò non sarebbe risultato poi così complesso, sarebbe bastato che lui continuasse con quegli esempi pratici coi quali lei poteva raffrontarsi.
Le era difficile concepire il "voler bene a qualcuno", forse perché tali emozioni non le aveva mai provate fino a quel momento, mentre ad altre sapeva perfettamente dare un nome: la paura, ad esempio, o la rabbia; la prima, tanto per rimanere in tema, la provò di lì a poco, quando il Ravnick le propose di uscire per comprare il necessario per la sua giornata al mare.


Non puoi comprare tu queste cose per me?
... ti prego... non farmi uscire...


Non posso comprarle al tuo posto, non conosco le tue misure...
Dovresti metterti nuda e dovrei prenderle con il metro morbido, ma non sono neanche un sarto.


Avrebbe preferito mille volte mettersi nuda -il senso del pudore era molto relativo per lei- e mostrarsi a lui in quel modo per farsi prendere le misure, piuttosto che uscire da quel laboratorio e "buttarsi" in mezzo al mondo in cui si era risvegliata, ma sembrava che quell'opzione non fosse proprio praticabile.


Ascoltami.
Un giorno sarai fuori di qui, da questa prigione.
Dovrai relazionarti con le persone, vivere a contatto con tutti.
Uscire oggi non sarebbe altro che un'altra lezione, soltanto pratica e non teorica.
Sai perfettamente che non ti farei mai fare nulla che possa nuocerti o in parte inutile.
Ci tengo che tu sappia come gira la vita lì fuori: farti rimanere sotto questa campana di vetro ti farebbe solo del male...


Non sono pronta.

Lo disse subito, senza nemmeno doversi pensare, cercando i suoi occhi per fargli capire che non era un capriccio, né una questione di pigrizia o indolenza: non si sentiva pronta per uscire e mostrarsi al mondo, rapportarsi con esso come una persona normale, non quando, dal momento del suo risveglio, gli unici istanti passati fuori dalla struttura del laboratorio l'avevano vista seduta sull'erba a contemplare il Sole.


E poi... Ci sono sempre io accanto a te, no?
Non ti mando di certo da sola a comprare queste cose.
Ci facciamo una passeggiata, prendiamo il costume da bagno e poi... Poi...


Poi?

... Poi faremo tutto ciò che vorrai, qualsiasi cosa!

Qualsiasi cosa?

Hai capito bene, qualsiasi cosa.
Tu fidati di me, andiamo a fare questa spesa e poi chiedi, farò di tutto per accontentarti...


Abbassò lo sguardo, in silenzio: c'era davvero qualcosa, per Thera, che valesse un'uscita in mezzo alla gente, per di più nei negozi -locali dove le persone andavano a comprare ciò di cui avevano necessità- nei quali avrebbe dovuto interagire con estranei?
Sul momento la risposta fu negativa, ma poi... poi un pensiero le balenò in mente, un'idea tanto difficile nella sua attuazione quanto l'unica che avrebbe mai potuto convincerla a metter piede fuori da lì.


... voglio andare a Madain Sari, e rimanerci tutta la notte.
Non uscirò da qui, altrimenti.


Sapeva bene quanto fosse assurdo ciò che stava chiedendo... eppure non avrebbe ceduto di un millimetro, a costo di rifugiarsi nella sua bolla di Trama all'interno della quale Jasper non sarebbe mai potuto entrare.
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Messaggioda Jasper » 23/08/2015, 18:21

... allora credo di volerti bene anche io.

Anche sentimenti semplici come l'affetto, la stima, il rispetto, l'odio, per Thera erano ancora piuttosto sconosciuti.
Pur rimanendo colpito in positivo dalle parole della ragazza, Jasper comprese che ella non era ancora pronta per essere libera.
Aveva imparato tantissimo, ma determinate meccaniche del cuore e della mente la ponevano troppo in seria difficoltà.
Bisognava pensare allora se fosse necessario svolgere delle lezioni anche in tal senso, lezioni di natura umana.

Ti piacerebbe se ti spiegassi volta per volta le sfaccettature della nostra razza?
Pensieri, comportamenti, dinamiche... Oltre a rispondere alle tue domande?
È ugualmente un percorso di apprendimento, seppur meno teorico e più pratico.
Forse in questo modo ti avvicineresti sempre di più alla tua meta ultima: uscire di qui.


Sapeva che proponendole una soluzione simile, in caso di accettazione, avrebbe dovuto rivalutare i suoi impegni per stare più tempo con lei, ma sapeva anche quanto fosse necessario aiutarla in tal senso, forse anche più dell'insegnarle le varie materie del Mondo Magico.
Prima di essere maghi o streghe, erano esseri umani, con idee, politiche, istinti e desideri: era importante che lo stesso valesse per lei.
Grazie ad un percorso del genere, forse, ben presto Thera avrebbe potuto anche accettare di stare in mezzo alle persone in una giornata di shopping senza entrare nel panico, cosa che avvenne proprio in quell'istante, mentre si presentava il bisogno di acquistare un costume da bagno per poter andare in spiaggia il giorno seguente, assieme a Jasper ed al fratello.

Non sono pronta.

In realtà, il ragazzo glielo leggeva negli occhi che più di prontezza, lì si trattava di timore, di terrore, quindi una questione ben più delicata.
Era necessario ricorrere a dei metodi alternativi per aiutarla, metodi che prevedevano lo stesso approccio nei confronti dei bambini piccoli.
Alla fin fine, Thera era molto simile nella preparazione alla vita esterna ad una bambina, quindi perché non tentare una strategia analoga?
Il Ravnick le disse che, in caso di sforzo, le avrebbe concesso qualsiasi cosa ella avesse voluto... La tattica parve funzionare.

... voglio andare a Madain Sari, e rimanerci tutta la notte.
Non uscirò da qui, altrimenti.


Intendi... Il luogo dove ti abbiamo trovata?
Perché mai vorresti tornare lì?
In fondo è il luogo dove ti hanno imprigionata, dove ti hanno costretta a rimanere senza un processo.
Credevo ti provocasse solo brutti ricordi, evidentemente mi sbagliavo...


La comprensione di Jasper era massima, soprattutto perché raramente si poteva vedere l'Ibrida prendere una decisione in un senso o in un altro, esprimere una propria preferenza. Dormire tutta la notte a Madain Sari non era poi un così grande azzardo, in fondo le avrebbe fatto compagnia, prendendosi tutta quanta la responsabilità del caso. La osservò a lungo negli occhi, occhi profondi, occhi bellissimi, affascinanti, ancora poco luminosi, mentre ella dava le proprie motivazioni e tentava di spiegare perché volesse recarsi lì dopo tutti quei mesi.

... D'accordo, ci andremo e resteremo lì.
Non posso però concederti di essere sola, non voglio tu corra rischi di alcun genere.


Se Haytham avesse sentito la decisione del fratello, probabilmente lo avrebbe preso a sberle, imprecando come un dannato.
Giusto, permettere a Thera di trovarsi nel suo luogo di origine, pregno della propria energia, poteva significare anche esporla ad un terreno fertile per i propri poteri. Nessuno poteva sapere quale connessione avesse con la Trama: e se fosse riuscita a scappare e sfuggire dal controllo del ragazzo? Se l'avesse attaccato senza volerlo? Jasper purtroppo si fidava così tanto di lei da essere sicuro che non avrebbe incontrato sorprese.

Prenderemo del cibo da asporto e poi andremo lì fin dall'ora di cena.
Magari mi porterò qualche strumento per prendere appunti e potresti raccontarmi qualcosa di più del tuo passato lì sul posto.
Ci sono tantissime rune ed iscrizioni a noi ancora sconosciute, sarebbe bello poterle comprendere insieme a te!
... Affare fatto allora? Andiamo a prendere questo costume da bagno? Stasera Madain Sari e domani Mare e Sole?


Dentro di sé, il ragazzo non poté proprio negare che una sottile voglia di vederla mezza nuda c'era... c'era eccome.
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Messaggioda Thera » 27/08/2015, 16:27

Ti piacerebbe se ti spiegassi volta per volta le sfaccettature della nostra razza?
Pensieri, comportamenti, dinamiche... Oltre a rispondere alle tue domande?
È ugualmente un percorso di apprendimento, seppur meno teorico e più pratico.
Forse in questo modo ti avvicineresti sempre di più alla tua meta ultima: uscire di qui.


Credo sia necessario, più che altro.
Conosco la storia del tuo mondo ormai, ma non riesco ancora a comprendere e capire le persone che lo popolano...


Mormorò Thera di rimando, la voce appena velata di dispiacere per quella mancanza che, se ne rendeva conto anche da sola, era davvero enorme e grave: come avrebbe mai potuto costruirsi una vita fuori dal laboratorio dei Ravnick se non era in grado di comprendere i meccanismi mentali che governavano le menti degli uomini?
Tuttavia, la riconoscenza provata per Jasper si trasformò in terrore quando il ragazzo le propose di uscire per andare a comprare ciò che le sarebbe servito il giorno dopo, quando l'avrebbe portata in spiaggia: non aveva un costume da bagno, delle ciabattine adatte o un paio di occhiali da Sole, ma ci sarebbe andata anche in pigiama se ciò le avesse permesso di non addentrarsi così di botto in quel mondo che tanto la spaventava; il Ravnick, però, le fece un'offerta interessante, ovvero quella di far avverare un suo qualsiasi desiderio se ella avesse acconsentito a seguirlo in giro per lo shopping... e c'era davvero, a pensarci bene, qualcosa che lei voleva.


... voglio andare a Madain Sari, e rimanerci tutta la notte.
Non uscirò da qui, altrimenti.


Intendi... Il luogo dove ti abbiamo trovata?

Sì, proprio quello.

Perché mai vorresti tornare lì?
In fondo è il luogo dove ti hanno imprigionata, dove ti hanno costretta a rimanere senza un processo.
Credevo ti provocasse solo brutti ricordi, evidentemente mi sbagliavo...


Sento che è una cosa che devo fare, anche se i miei ricordi legati a quel posto racchiudono tanto dolore.
È l'unico modo che hai per convincermi.


... D'accordo, ci andremo e resteremo lì.
Non posso però concederti di essere sola, non voglio tu corra rischi di alcun genere.


Vorresti... venire con me?

Prenderemo del cibo da asporto e poi andremo lì fin dall'ora di cena.
Magari mi porterò qualche strumento per prendere appunti e potresti raccontarmi qualcosa di più del tuo passato lì sul posto.
Ci sono tantissime rune ed iscrizioni a noi ancora sconosciute, sarebbe bello poterle comprendere insieme a te!


Voleva accompagnarla, insomma, un po' per curiosità scientifica -e come biasimarlo?- ed un po' perché voleva proteggerla, starle accanto anche immaginando, forse, che tornare lì sarebbe stato in parte doloroso per lei, pur avendolo personalmente voluto.


... Affare fatto allora? Andiamo a prendere questo costume da bagno? Stasera Madain Sari e domani Mare e Sole?

Lo fissò negli occhi per un lungo istante, prima di annuire lentamente: dentro di sé aveva molta, moltissima paura... ma un patto era un patto, e se lui l'avesse portata a Madain Sari, lei avrebbe acconsentito a quella prova tanto terrificante quanto necessaria -per ottenere ciò che voleva e comprare il necessario per l'indomani.

- Siria _ Madain Sari _ 29/08/10 _ 02:45 h -

Andare in giro per lo shopping era stata l'esperienza più devastante di tutta la sua vita, forse anche peggio dell'essere rinchiusa nel diamante -perché lì non poteva muoversi né parlare, nessuno la vedeva, era quasi come essere morti: invece, con Jasper, si era ritrovata senza volerlo al centro dell'attenzione, circondata da persone che le chiedevano se le piacesse questo o quel tipo di costume, di che colore volesse le ciabatte... non credeva di possedere tanto autocontrollo, ma le era servito tutto per non scappare da lì urlando; era rimasta ferma, invece, silenziosa e con lo sguardo fisso di fronte a sé, lasciando che fosse il ragazzo a scegliere tutto -in effetti era già tanto che si fosse mossa per provarselo, il costume, e se non altro Jasper non le aveva inflitto una tortura più lunga del necessario, comprando il primo costume, intero e a tinta unita, che Thera si era provata.
Eppure aveva resistito, ad occhi socchiusi e con respiri profondi, ingoiando disagio e fastidio in vista del premio finale, che l'aveva riportata a Madain Sari, lì dov'era stata liberata mesi prima: sapeva bene quanto il Ravnick sperasse di parlare con lei in quel luogo, per conoscere di più della sua storia e di quella del Faro di Luce... invece, contro ogni sua possibile previsione, l'Ibrida si era zittita totalmente dal momento in cui erano entrati nel tempio, chiudendosi in un mutismo assoluto in grado, alla fine, di far desistere anche lui.
Era notte fonda, e Jasper dormiva ormai sfinito -dal non essere riuscito a farla parlare, probabilmente- quando Thera si mise in piedi, avvicinandosi alle pareti coperte dalle rune -spente ed apparentemente prive di qualsiasi energia magica- incise nella pietra, per sfiorarle con la punta delle dita.


La storia dei Na'eh... racchiusa tra queste quattro mura...

Sussurrò la mora con un soffio di voce, socchiudendo gli occhi e richiamando a sé la canzone che le aveva cantato Jasper la prima volta che aveva aperto gli occhi, nel suo laboratorio, una melodia che egli aveva percepito proprio lì, a Madain Sari, di cui non conosceva il significato.
Prese a cantarla di nuovo, Thera, ma questa volta nella lingua familiare al Ravnick che, svegliandosi, avrebbe potuto finalmente comprenderne il significato.



Are you, are you
Coming to the tree
Where they strung up a man
They say have murdered three.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met at midnight
In the hanging tree.

Are you, are you
Coming to the tree
Where the dead man
Called out for his love to flee.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met at midnight
In the hanging tree.


Non era solo la sua voce ad animare quel momento, ma anche una musica di sottofondo generata da... già, da cosa? Forse dalle rune che s'illuminavano ora ad intermittenza, come reagenti alla voce di lei?


Are you, are you
Coming to the tree
Where I told you to run,
So we'd both be free.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met at midnight
In the hanging tree.

Are you, are you
Coming to the tree
Wear a necklace of hope,
Side by side with me.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met at midnight
In the hanging tree.

Are you, are you
Coming to the tree
Where I told you to run,
So we'd both be free.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met at midnight
In the hanging tree.


All'improvviso Thera non fu più l'unica a cantare: altre voci si unirono alla sua, voci di coloro che erano morti, magari proprio tra quelle mura: era altamente probabile che Jasper si svegliasse, forse si era svegliato alla prima nota cantata dalla ragazza... e forse era proprio questo ciò che lei voleva.


Are you, are you
Coming to the tree
Where they strung up a man
They say have murdered three.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met at midnight
In the hanging tree.

Are you, are you
Coming to the tree
Wear a necklace of hope
Side by side with me.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met at midnight
In the hanging tree.


Sotto gli occhi di Jasper -probabilmente spalancati ed increduli- Madain Sari mutò, cambiando in forma, colore, materiale, restringendosi e plasmandosi fino a diventare più simile ad una piccola stanza spoglia.

Immagine


... era la mia camera.
Qui ho passato gran parte del mio tempo, fino a che...
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Messaggioda Jasper » 28/08/2015, 21:40

... zzzzzzzzz...

Jasper era ammirato dal fratello per via della sua grande, anzi, grandissima pazienza, ma pazienza non significava anche perseveranza.
Pur avendo provato in tutti i modi a comunicare con Thera, cercando di analizzarne gli sguardi e i respiri, non era giunto a nulla in tutta la sera.
Il perché di una simile chiusura improvvisa era da imputare al luogo dove si trovavano? Assolutamente sì, il Ravnick non aveva alcun dubbio.
Però la delusione di non essere riuscito a farla sciogliere ed aprire con lui doveva ammettere che era stata tanto forte, forse anche troppo.
Sperava di essere giunto ad un livello di affinità tale da permetterle di fidarsi e confidarsi, ma evidentemente c'era ancora tanta strada da fare.
Ormai stanco e addormentato, nel bel mezzo della notte, Jasper venne però destato da un suono e delle parole che sembrava aver già sentito prima...

Are you, are you
Coming to the tree
Where they strung up a man
They say have murdered three.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met at midnight
In the hanging tree.


... Mh... Ma cosa... Che... Succede... ?

Are you, are you
Coming to the tree
Where I told you to run,
So we'd both be free.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met at midnight
In the hanging tree.


T-Thera... Questa nenia proviene da... Lei...

Are you, are you
Coming to the tree
Wear a necklace of hope
Side by side with me.
Strange things did happen here
No stranger would it be
If we met at midnight
In the hanging tree.


Il ragazzo lentamente aprì gli occhi e poi, accorgendosi di ciò che stava succedendo, si alzò di scatto guardando l'Ibrida incredulo.
Quella canzoncina un po' triste e un po' inquietante (adesso che la capiva poteva dirlo) era già stata un eco al tempo in cui risvegliarono Thera.
Era impossibile dimenticarla, anche volendo, perché il ritmo era lo stesso ed aveva una strana sorta di energia che lo permeava, come fosse un rituale.
Le voci corali assieme alla Na'eh però, quelle sì che mettevano i brividi, tanto da lasciare il Ravnick impietrito di fronte al paesaggio che cambiava.
Com'era possibile che un'illusione fosse tanto potente da alterare addirittura le percezioni esterne e interne? Jasper deglutì sudando freddo, voltando il capo a destra e poi a sinistra, con tremori che gli percorrevano la schiena, fino al termine di tutto, fino a quando la voce della ragazza non fu di nuovo l'unica.

... era la mia camera.
Qui ho passato gran parte del mio tempo, fino a che...


... Fino a che non ti intrappolarono.
Quindi vivevi in una abitazione lussuosa.


Chiunque avrebbe potuto pensare che quella fosse una presa in giro ma non era affatto così: nei primi anni 1000, avere una casa comprensiva di un letto comodo, finestre rivolte verso il sole, delle sedie, un tavolo e un piccolo secchio che faceva intuire la presenza di un pozzo equivaleva ad una reggia.
Evidentemente, durante la propria vita, Thera era stata in parte odiata ed in parte venerata, ma forse più di tutto temuta. Lo scienziato avvicinò la mano ai raggi del Sole, accorgendosi che riscaldavano come se fossero reali. Era in grado di sedersi sul materasso di paglia, l'arcolaio era appuntito, il secchio aveva al suo interno acqua addirittura potabile. Non aveva senso, alcun senso. Perché era tutto così vero? Erano forse tornati indietro di qualche secolo?
Le parole della canzone continuavano a trovarsi nella sua testa, ormai se la cantava da solo, ripetutamente.

La mezzanotte...
Collana di speranza...
Albero dell'impiccagione...
Un uomo che ha ucciso tre persone...
Sembrano le parole... di una profezia.


Che lei fosse una di quelle tre persone?
Questo forse significava che non era l'unica ad essere stata imprigionata?
E se ci fossero stati altri due ibridi racchiusi in qualche cristallo da qualche parte?
Forse Jasper stava viaggiando un po' troppo con la fantasia, magari Thera sapeva perfettamente il significato di quella ninna nanna macabra.
Si avvicinò a lei, provando a guardarla negli occhi, interrogativo e perplesso, con la sottile paura di disturbarla, di disturbare quel sogno.
Tuttavia non aveva molte altre soluzioni, doveva provare a comunicare nuovamente con lei, a costo di non ricevere ancora una volta risposta.

... Ti piaceva vivere qui?
Tu sai l'interpretazione effettiva del canto che ho sentito?
Ricordo che quando ti trovammo io ed Haytham, echeggiava nell'aria nella lingua siriana antica...
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Messaggioda Thera » 29/08/2015, 22:40

... Fino a che non ti intrappolarono.

Madain Sari non c'era più.
O meglio, sicuramente era ancora lì al suo posto, ma non riuscivano più a vederla: erano nel bel mezzo di un'illusione, o forse erano tornati indietro nel tempo; magari stavano sognando, c'era anche la minima possibilità che fossero morti, il punto era che ciò che li circondava ora era la camera in cui Thera era cresciuta fino al giorno in cui i Na'eh avevano deciso il suo destino.


Quindi vivevi in una abitazione lussuosa.

Solo la mia camera lo era.
Inizialmente sarei dovuta essere un Faro per il mio popolo, ricordi? Alcuni Na'eh dicevano che quando li avessi finalmente condotti alla luce, sarei stata considerata come una Dea, e tutta la nostra esistenza sarebbe stata benedetta dal Sole.


Fece un piccolo sorriso amaro, quello di chi, a posteriori, si rendeva conto della vuotaggine di quelle parole.


Poi tutto cambiò: cominciai a leggere nei loro volti la diffidenza, il sospetto, l'incomprensione verso una creatura che loro stessi avevano generato, ma che non erano in grado di controllare; avevano paura di me, e persino io ne avevo di me stessa.
Questa stanza divenne il mio rifugio, l'unico luogo in cui sentirmi al sicuro, dove poter osservare il Sole.


Anni ed anni passati in quelle quattro mura, Jasper si stava rendendo finalmente conto di come tutta la vita di Thera fosse stata in realtà condotta in una prigione? A volte arredata, a volte impenetrabile, a volte ancora più confortevole... ma pur sempre tale.


... Ti piaceva vivere qui?

Come ho detto, qui mi sentivo al sicuro.
Credo che "piacere" sia un termine troppo forte, anche se sì, per i primi anni della mia vita ero felice di poter chiamare questo luogo "casa".


Si mosse, andando fino al letto per sfiorarlo con la punta delle dita e poi sedervisi sopra, come mille anni prima, come quando tutto era diverso e il mondo era ancora popolato dai Na'eh.


Tu sai l'interpretazione effettiva del canto che ho sentito?
Ricordo che quando ti trovammo io ed Haytham, echeggiava nell'aria nella lingua siriana antica...


La sentii per la prima volta qui, a Madain Sari.
Non lasciavo spesso questa stanza, ma quando ciò avveniva era qui che venivo a rifugiarmi: i babbani, anche se all'epoca non li chiamavano così, non osavano mettervi piede, era il posto migliore dove rimanere sola.


Specie nell'ultimo periodo, quando la sua gente aveva paura di lei.


C'erano già delle rune, la prima volta che varcai la sua soglia, e non appena le sfiorai quella nenia si diffuse per tutto il tempio, entrandomi in testa: provai a chiedere informazioni ai Na'eh coi quali vivevo, ma nessuno seppe o volle dirmi nulla.

E lei non aveva fatto altre domande: egoisticamente aveva pensato che meno i Na'eh si fossero interessati a Madain Sari, più quel posto sarebbe rimasto segreto, e avrebbe avuto lei come unica visitatrice; curioso che, successivamente, fosse diventato proprio la sua tomba.


... mi dispiace non poterti dare il mio sangue per studiarlo.
Ma potresti prenderlo in un altro modo... con la magia, per esempio.


Si volse per guardarlo, tentando di abbozzare un sorriso gentile e sereno laddove, di serenità, non ve n'era manco l'ombra.


Tu e tuo fratello siete i primi a trattarmi come una persona normale, o quasi.
Non siete gentili perché mi temete, o perché vi aspettate qualcosa da me, e lo apprezzo, anche se lo dimostro poco. Se usassi la tua magia per farmi un piccolo taglietto, potresti prendere il sangue che ti serve per le vostre ricerche.


Era evidente che ci avesse pensato parecchio su, e che solo dopo una lunga riflessione fosse giunta a quel tipo di conclusione.


E forse potrei... mostrarti qualche incantesimo che sono in grado di fare.
Ma solo se siamo da soli e lontani dal laboratorio, non mi sento a mio agio lì.


Non abbastanza da esporsi come mai aveva fatto in tutto quel tempo, comunque: era un'opportunità unica quella, per il Ravnick, ma stava a lui decidere se coglierla o meno.
Intanto, fuori dalla porta, si percepiva un lontano e flebile vociare in un'idioma sconosciuto -a Jasper di sicuro- accompagnato dal suono echeggiante di passi sulla terra.


... c'era sempre qualcuno a vigilare alla mia porta.
Come se fossi mai potuta scappare da qui...
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