Non parlava spesso della "Loggia di Nosferatu", questo perché non aveva mai avuto nulla a che fare con loro ed anche quell'assurdo gruppo di Vampiri ostili e ribelli, nemici dei Druidi e dei Maghi del Mondo, lo temeva abbastanza da lasciarlo in pace e non disturbarlo eccessivamente.
Si, in passato avevano anche tentato di attaccarlo tutti insieme, l'unico momento in cui effettivamente Lestat stava quasi per soccombere, ma all'ultimo, utilizzando la sua strategia diplomatica, si era salvato, prendendo palesemente in giro il loro leader accusandolo di non avere abbastanza fegato di affrontarlo da solo e vincerlo con le sue sole forze. Da quella volta in poi, non solo la Loggia era scomparsa dai passi dell'Eterno, ma in più il capo di essa aveva giurato eterna rivalità, giurando che un giorno sarebbe riuscito ad uccidere il Vampiro venerato e rispettato da tutti.
Tenne per sé quelle confessioni, comunque, non volendo troppo parlare della propria vita, o non vita che dir si volesse, concentrandosi sull'ascoltare le vicende passate della sorella minore, la quale si ritrovò completamente distrutta e sconvolta dal passaggio di quel gruppo di succhia sangue senza il minimo contegno, rispetto, lealtà e tolleranza. Lestat, in sostanza, li reputava dei cafoni senza stile e privi di carisma, nonché patetici.
… ci dovevamo sposare.
Eravamo molto innamorati, ed ormai era stato tutto organizzato.
Ricordo ancora quando tornai a casa dopo essere diventata una Vampira, e mi presentai alla mia famiglia e a lui nel mio nuovo essere… era distrutto.
È soltanto una mia opinione, non offenderti, cara...
Ma se davvero fosse stato così innamorato, perché non ti avrebbe chiesto di morderlo in modo da vivere con te per sempre?
Un sentimento che sconfina oltre la morte, oltre la maledizione, oltre l'ignoto.
Aaaahhh, quel simpatico libro senza impegno di una certa Stephenie Meyer mi ha condizionato troppo!
Alzò le spalle, continuando a fissare la cascata che si abbatteva sulle rocce in basso, sul fondo di un grande burrone naturale e meraviglioso.
Sapeva perfettamente che un luogo del genere le sarebbe piaciuto tantissimo, perché non solo rispecchiava il suo desiderio di solitudine e tranquillità, ma inoltre era così tanto a contatto con il Mana che ella poteva sentirlo esplodere rigoglioso in ogni angolo, spaziando ovunque.
Lestat in realtà era davvero un Vampiro comprensivo e cosciente di quanto la condizione di Esseri Maledetti influiva sul malumore dei suoi simili.
D'altronde Luis, un suo caro amico, in passato, gli aveva dimostrato come non fosse certo che un Erede della Notte fosse contento della sua situazione ed anzi, rinnegasse quella condizione trovando però impossibile rimediare il coraggio di uccidersi, poiché l'istinto di sopravvivenza insito in lui glielo impediva ogni istante, costringendolo a vagare attraverso gli anni e i decenni, vedendo cambiare tutto e non potendo mai cambiare se stesso. Quando guardava negli occhi Ymir, l'Eterno notava la stessa identica luce che aveva l'amico in passato.
Già, quell'amico, chissà dov'era finito... Magari alla fine era stato davvero ucciso, o magari no, beh, forse una volta o l'altra avrebbe provato a cercarlo da qualche parte, probabilmente in Mongolia, lui amava quel paese e non perdeva mai occasione per tornarci.
Perché non uccidermi, allora?
Perché farmi diventare una di loro, col rischio che un giorno tornassi a cercarli?
Perché non hanno paura che tornerai, sorella mia...
Loro per te sono decisamente troppo forti.
Il più infimo tra loro ha talmente tanti anni che sarebbe impossibile per te contrastarlo.
Certo, la tua natura Druidica ti conferisce un potere in più ma... Non sarebbe ugualmente abbastanza.
Il gesto di trasformarti è stato assolutamente dispregiativo.
Sapevano che in tal modo ti avrebbero rovinato la vita molto più che uccidendoti... Comprendi?
Si mosse, tornando dentro casa, conscio che probabilmente la ragazza l'avrebbe seguito.
Prese due calici d'oro e al loro interno versò del sangue direttamente da una brocca di cristallo, il sangue sembrava piuttosto fresco.
Non era possibile spiegarsi come mai stesse in quel contenitore da un po' di tempo eppure risultasse ancora caldo come appena sgorgato da una vena pulsante umana, ma quello evidentemente era un altro dei tanti piccoli segreti e trucchi che un essere Eterno come Lestat padroneggiava in esclusiva. Le propose un brindisi silenzioso, poi bevve, tranquillo, mandando giù a lenti sorsi quel nettare prelibato che ogni tanto si concedeva.
Nel contempo, il tramonto iniziava a calare in quella valle, ulteriore segno abbastanza ovvio che non si trovavano più nello stesso continente, visto che in Nigeria era notte calata già da un po' ed invece lì stava per sopraggiungere entro un paio d'ore massimo.
Finito il drink, Lestat ripose il calice dorato sul tavolo e tornò a camminare in giro per la grande casa, raggiungendo il piano interrato.
Lì si trovava una stanza piuttosto grande adibita a libreria e in mezzo a quegli scaffali c'erano volumi con più di dieci secoli di vita, contenenti storia, alchimia, scienza babbana, mitologia, esoterismo e tante centinaia di altre branche di cultura appartenente ad ogni tipo possibile e immaginabile. Al centro di quell'area, due poltrone belle comode, adibite a loro prossimo obiettivo per proseguire la conversazione.
Una volta preso posto ed accavallate le gambe, l'Eterno posò lo sguardo su Ymir, sorridendole cortese e malizioso, come al solito insomma.
Direi che se non hai altre domande da pormi, potremmo cominciare con l'insegnamento.
Si, in passato avevano anche tentato di attaccarlo tutti insieme, l'unico momento in cui effettivamente Lestat stava quasi per soccombere, ma all'ultimo, utilizzando la sua strategia diplomatica, si era salvato, prendendo palesemente in giro il loro leader accusandolo di non avere abbastanza fegato di affrontarlo da solo e vincerlo con le sue sole forze. Da quella volta in poi, non solo la Loggia era scomparsa dai passi dell'Eterno, ma in più il capo di essa aveva giurato eterna rivalità, giurando che un giorno sarebbe riuscito ad uccidere il Vampiro venerato e rispettato da tutti.
Tenne per sé quelle confessioni, comunque, non volendo troppo parlare della propria vita, o non vita che dir si volesse, concentrandosi sull'ascoltare le vicende passate della sorella minore, la quale si ritrovò completamente distrutta e sconvolta dal passaggio di quel gruppo di succhia sangue senza il minimo contegno, rispetto, lealtà e tolleranza. Lestat, in sostanza, li reputava dei cafoni senza stile e privi di carisma, nonché patetici.
… ci dovevamo sposare.
Eravamo molto innamorati, ed ormai era stato tutto organizzato.
Ricordo ancora quando tornai a casa dopo essere diventata una Vampira, e mi presentai alla mia famiglia e a lui nel mio nuovo essere… era distrutto.
È soltanto una mia opinione, non offenderti, cara...
Ma se davvero fosse stato così innamorato, perché non ti avrebbe chiesto di morderlo in modo da vivere con te per sempre?
Un sentimento che sconfina oltre la morte, oltre la maledizione, oltre l'ignoto.
Aaaahhh, quel simpatico libro senza impegno di una certa Stephenie Meyer mi ha condizionato troppo!
Alzò le spalle, continuando a fissare la cascata che si abbatteva sulle rocce in basso, sul fondo di un grande burrone naturale e meraviglioso.
Sapeva perfettamente che un luogo del genere le sarebbe piaciuto tantissimo, perché non solo rispecchiava il suo desiderio di solitudine e tranquillità, ma inoltre era così tanto a contatto con il Mana che ella poteva sentirlo esplodere rigoglioso in ogni angolo, spaziando ovunque.
Lestat in realtà era davvero un Vampiro comprensivo e cosciente di quanto la condizione di Esseri Maledetti influiva sul malumore dei suoi simili.
D'altronde Luis, un suo caro amico, in passato, gli aveva dimostrato come non fosse certo che un Erede della Notte fosse contento della sua situazione ed anzi, rinnegasse quella condizione trovando però impossibile rimediare il coraggio di uccidersi, poiché l'istinto di sopravvivenza insito in lui glielo impediva ogni istante, costringendolo a vagare attraverso gli anni e i decenni, vedendo cambiare tutto e non potendo mai cambiare se stesso. Quando guardava negli occhi Ymir, l'Eterno notava la stessa identica luce che aveva l'amico in passato.
Già, quell'amico, chissà dov'era finito... Magari alla fine era stato davvero ucciso, o magari no, beh, forse una volta o l'altra avrebbe provato a cercarlo da qualche parte, probabilmente in Mongolia, lui amava quel paese e non perdeva mai occasione per tornarci.
Perché non uccidermi, allora?
Perché farmi diventare una di loro, col rischio che un giorno tornassi a cercarli?
Perché non hanno paura che tornerai, sorella mia...
Loro per te sono decisamente troppo forti.
Il più infimo tra loro ha talmente tanti anni che sarebbe impossibile per te contrastarlo.
Certo, la tua natura Druidica ti conferisce un potere in più ma... Non sarebbe ugualmente abbastanza.
Il gesto di trasformarti è stato assolutamente dispregiativo.
Sapevano che in tal modo ti avrebbero rovinato la vita molto più che uccidendoti... Comprendi?
Si mosse, tornando dentro casa, conscio che probabilmente la ragazza l'avrebbe seguito.
Prese due calici d'oro e al loro interno versò del sangue direttamente da una brocca di cristallo, il sangue sembrava piuttosto fresco.
Non era possibile spiegarsi come mai stesse in quel contenitore da un po' di tempo eppure risultasse ancora caldo come appena sgorgato da una vena pulsante umana, ma quello evidentemente era un altro dei tanti piccoli segreti e trucchi che un essere Eterno come Lestat padroneggiava in esclusiva. Le propose un brindisi silenzioso, poi bevve, tranquillo, mandando giù a lenti sorsi quel nettare prelibato che ogni tanto si concedeva.
Nel contempo, il tramonto iniziava a calare in quella valle, ulteriore segno abbastanza ovvio che non si trovavano più nello stesso continente, visto che in Nigeria era notte calata già da un po' ed invece lì stava per sopraggiungere entro un paio d'ore massimo.
Finito il drink, Lestat ripose il calice dorato sul tavolo e tornò a camminare in giro per la grande casa, raggiungendo il piano interrato.
Lì si trovava una stanza piuttosto grande adibita a libreria e in mezzo a quegli scaffali c'erano volumi con più di dieci secoli di vita, contenenti storia, alchimia, scienza babbana, mitologia, esoterismo e tante centinaia di altre branche di cultura appartenente ad ogni tipo possibile e immaginabile. Al centro di quell'area, due poltrone belle comode, adibite a loro prossimo obiettivo per proseguire la conversazione.
Una volta preso posto ed accavallate le gambe, l'Eterno posò lo sguardo su Ymir, sorridendole cortese e malizioso, come al solito insomma.
Direi che se non hai altre domande da pormi, potremmo cominciare con l'insegnamento.