As you wish...
Merci beaucoup.
Probabilmente lui, meglio di chiunque altro, avrebbe potuto comprendere il desiderio di Veronique - e della sorella - di vendicarsi da sola del padre, con le proprie forze e senza aiuti esterni: dopotutto, anche Kalas aveva la sua vendetta da compiere, e non voleva che qualcuno gli desse una mano non per superiorità od arroganza, ma perché era una questione tra lui ed i Jakom; naturalmente, stando a contatto con Monique, la francese aveva imparato ad essere più umile, e a differenza di prima, dunque, sapeva riconoscere quando non poteva farcela da sola e le serviva aiuto… ma al momento, l'idea era e rimaneva quella di occuparsi del caro Nicholas Vireau col solo ausilio della sorella maggiore, l'unica altra persona oltre alla più piccola tra le due che aveva le sue stesse ragioni per odiarlo e desiderare di fargliela pagare per tutto il male che aveva fatto.
In questo, probabilmente, l'unica terza figura che eventualmente Veronique avrebbe accettato come aiuto ed appoggio esterno sarebbe stata quella di Marcus, ma il discorso in quel caso era diverso perché l'uomo rappresentava una sorta di punto fermo, una certezza per la francese che con lui si era anche lasciata andare, in passato, ad atti piuttosto intimi, senza però sentire la necessità di ripetere l'esperienza.
... Tanto meglio...
Quanto le piaceva quella gelosia palese e mal contenuta, costretta a non rivelarsi in modo totale perché, all'effettiva, Tìamat non poteva avere alcuna pretesa su di lei? Troppo, decisamente troppo; lo sguardo di Veronique, in tal senso, la diceva lunga, così come il sorriso deliziato che le incurvava le labbra. Sentirsi così desiderata dal Mercenario le piaceva, e le piaceva ancora di più il fatto che dovesse contenersi perché, per quanto potesse piacerle, non era il suo uomo, e Veronique avrebbe dunque potuto andare a letto con chiunque avesse voluto - anche Marcus, quindi.
Non era ciò che voleva comunque, e poi era già impegnata con un altro… anche se, vedendola, nessuno l'avrebbe mai detto: quel particolare, unito al discorso che presero in esame nella conversazione, diede vita ad un momento di leggero disagio nella francese, che per fortuna era una donna dall'eccellente capacità di dissimulare.
Capisco...
E come mai quell'amore è svanito?
Perché se adesso ti reputi libera, significa che la tua storia si è conclusa da un po', giusto?
Sì, da un po'… - confermò Veronique con un sospiro leggero, segno che evidentemente l'argomento preso in questione non le andava molto a genio - Credo semplicemente di aver capito che… non era la persona giusta per me, e viceversa. E che per quanto potessimo sforzarci di esserlo l'uno per l'altra, non sarebbe mai stato abbastanza.
Perché l'amore non doveva comportare uno sforzo nel cambiare per qualcun altro, o meglio, poteva portare ad un miglioramento, ad una maturità, ma non ad una sorta di recita continua per pretendere di stare bene insieme… almeno non nell'ottica di Veronique.
Purtroppo pronunciare quelle parole la spinse inevitabilmente verso alcune considerazioni poco piacevoli - ma forse necessarie - sul suo rapporto con Ryan: erano diversi, era evidente che lo fossero… si stavano dunque sforzando? O meglio… lei si stava sforzando di essere qualcosa che non era, per stare con lui? Di mostrarsi come una persona non materialista, non viziata e non capricciosa come invece era, di sopprimere quella partizione reale che, invece, veniva fuori senza fatica di fronte a Kalas?
Sospirò un'altra volta, più infastidita verso se stessa che per la conversazione in sé - e d'altronde l'uomo non aveva colpe, era lei ad essersi messa nei casini da sola - lasciando poi che le chiacchiere si spostassero su altro e che, alla fine, si arrivasse al momento più interessante della serata… il post cena: in quel momento, non solo Veronique smise di pensare a tutte le paranoie precedenti, per quanto doverose, ma si spogliò persino di fronte all'uomo, per farsi un bagno nel latte con tanto di massaggio e farlo beare della vista del suo corpo interamente nudo, a portata di mano, ma per lui ancora irraggiungibile.
Sei decisa in tutto e per tutto a far crollare ogni mia difesa a fronte del mio infinito desiderio di te... Non è così?
Perché, non ci sono già riuscita? - replicò Veronique con un sorrisetto malizioso, scendendo lentamente nella vasca piena di latte - Più che altro voglio colpire il tuo auto-controllo per testare quanto sia in grado di resistermi.
Ammise sinceramente e senza alcuna remora, gli occhi che brillavano di malizioso divertimento e la lingua che si umettava lentamente le labbra mentre il corpo si allungava in avanti di poco così da dare modo all'altro di lavare la schiena: sicuramente un momento piacevole, con tanto di massaggio alle spalle, ma non era lì che voleva essere massaggiata e lavata, no, aveva in mente ben altro… un punto di sé molto più sensibile e desiderabile, che confessò a Kalas col risultato di una prepotente erezione in mezzo alle gambe di lui.
... Senza dubbio ma... fatti indietro con la testa, ecco... così... petto in... fuori... e capo indietro...
Va bene?
Domandò la francese all'altro, spingendo i seni in avanti coi capezzoli turgidi che sembravano chiamare a gran voce la sua bocca e gli occhi posati sul volto di lui: socchiuse le palpebre quando le labbra dell'uomo trovarono le proprie, lasciandosi andare a quel bacio passionale, carico di eccitazione e desiderio mentre piccoli gemiti venivano soppressi tra le bocche dei due, mugolii di piacere per i movimenti delle mani del Mercenario sui seni, sui capezzoli, quel tocco maschile, delicato ma al contempo virile come mai aveva potuto percepire in quello di Ryan.
... Se vi alzate in piedi, principessa, posso procedere con il lavaggio del fondoschiena...
Si sentiva bagnata, in mezzo alle gambe, e non certo per merito del latte: era Kalas a farle quell'effetto, e Veronique non aveva motivi per stupirsene; la eccitava, la stuzzicava, la faceva sentire davvero una donna in balia di un uomo, una Principessa di fronte al proprio servo… sensazioni nuove, per la francese, che però non aveva alcuna intenzione di reprimerle.
Si alzò in piedi, dunque, e lentamente si piegò in avanti, a 90°, giusto per dare a Tìamat una panoramica assolutamente completa ed inequivocabile del suo sedere perfetto.
Sono abbastanza piegata… o devo scendere di più con la schiena?
Gli domandò con voce angelica e casta, ben sapendo che quella posizione era praticamente un invito a nozze nel farsi prendere in quella vasca, in quell'istante: ma l'aveva detto che voleva mettere alla prova il suo auto-controllo… e difficilmente la piccola Vireau parlava tanto per dare fiato alla voce.
Merci beaucoup.
Probabilmente lui, meglio di chiunque altro, avrebbe potuto comprendere il desiderio di Veronique - e della sorella - di vendicarsi da sola del padre, con le proprie forze e senza aiuti esterni: dopotutto, anche Kalas aveva la sua vendetta da compiere, e non voleva che qualcuno gli desse una mano non per superiorità od arroganza, ma perché era una questione tra lui ed i Jakom; naturalmente, stando a contatto con Monique, la francese aveva imparato ad essere più umile, e a differenza di prima, dunque, sapeva riconoscere quando non poteva farcela da sola e le serviva aiuto… ma al momento, l'idea era e rimaneva quella di occuparsi del caro Nicholas Vireau col solo ausilio della sorella maggiore, l'unica altra persona oltre alla più piccola tra le due che aveva le sue stesse ragioni per odiarlo e desiderare di fargliela pagare per tutto il male che aveva fatto.
In questo, probabilmente, l'unica terza figura che eventualmente Veronique avrebbe accettato come aiuto ed appoggio esterno sarebbe stata quella di Marcus, ma il discorso in quel caso era diverso perché l'uomo rappresentava una sorta di punto fermo, una certezza per la francese che con lui si era anche lasciata andare, in passato, ad atti piuttosto intimi, senza però sentire la necessità di ripetere l'esperienza.
... Tanto meglio...
Quanto le piaceva quella gelosia palese e mal contenuta, costretta a non rivelarsi in modo totale perché, all'effettiva, Tìamat non poteva avere alcuna pretesa su di lei? Troppo, decisamente troppo; lo sguardo di Veronique, in tal senso, la diceva lunga, così come il sorriso deliziato che le incurvava le labbra. Sentirsi così desiderata dal Mercenario le piaceva, e le piaceva ancora di più il fatto che dovesse contenersi perché, per quanto potesse piacerle, non era il suo uomo, e Veronique avrebbe dunque potuto andare a letto con chiunque avesse voluto - anche Marcus, quindi.
Non era ciò che voleva comunque, e poi era già impegnata con un altro… anche se, vedendola, nessuno l'avrebbe mai detto: quel particolare, unito al discorso che presero in esame nella conversazione, diede vita ad un momento di leggero disagio nella francese, che per fortuna era una donna dall'eccellente capacità di dissimulare.
Capisco...
E come mai quell'amore è svanito?
Perché se adesso ti reputi libera, significa che la tua storia si è conclusa da un po', giusto?
Sì, da un po'… - confermò Veronique con un sospiro leggero, segno che evidentemente l'argomento preso in questione non le andava molto a genio - Credo semplicemente di aver capito che… non era la persona giusta per me, e viceversa. E che per quanto potessimo sforzarci di esserlo l'uno per l'altra, non sarebbe mai stato abbastanza.
Perché l'amore non doveva comportare uno sforzo nel cambiare per qualcun altro, o meglio, poteva portare ad un miglioramento, ad una maturità, ma non ad una sorta di recita continua per pretendere di stare bene insieme… almeno non nell'ottica di Veronique.
Purtroppo pronunciare quelle parole la spinse inevitabilmente verso alcune considerazioni poco piacevoli - ma forse necessarie - sul suo rapporto con Ryan: erano diversi, era evidente che lo fossero… si stavano dunque sforzando? O meglio… lei si stava sforzando di essere qualcosa che non era, per stare con lui? Di mostrarsi come una persona non materialista, non viziata e non capricciosa come invece era, di sopprimere quella partizione reale che, invece, veniva fuori senza fatica di fronte a Kalas?
Sospirò un'altra volta, più infastidita verso se stessa che per la conversazione in sé - e d'altronde l'uomo non aveva colpe, era lei ad essersi messa nei casini da sola - lasciando poi che le chiacchiere si spostassero su altro e che, alla fine, si arrivasse al momento più interessante della serata… il post cena: in quel momento, non solo Veronique smise di pensare a tutte le paranoie precedenti, per quanto doverose, ma si spogliò persino di fronte all'uomo, per farsi un bagno nel latte con tanto di massaggio e farlo beare della vista del suo corpo interamente nudo, a portata di mano, ma per lui ancora irraggiungibile.
Sei decisa in tutto e per tutto a far crollare ogni mia difesa a fronte del mio infinito desiderio di te... Non è così?
Perché, non ci sono già riuscita? - replicò Veronique con un sorrisetto malizioso, scendendo lentamente nella vasca piena di latte - Più che altro voglio colpire il tuo auto-controllo per testare quanto sia in grado di resistermi.
Ammise sinceramente e senza alcuna remora, gli occhi che brillavano di malizioso divertimento e la lingua che si umettava lentamente le labbra mentre il corpo si allungava in avanti di poco così da dare modo all'altro di lavare la schiena: sicuramente un momento piacevole, con tanto di massaggio alle spalle, ma non era lì che voleva essere massaggiata e lavata, no, aveva in mente ben altro… un punto di sé molto più sensibile e desiderabile, che confessò a Kalas col risultato di una prepotente erezione in mezzo alle gambe di lui.
... Senza dubbio ma... fatti indietro con la testa, ecco... così... petto in... fuori... e capo indietro...
Va bene?
Domandò la francese all'altro, spingendo i seni in avanti coi capezzoli turgidi che sembravano chiamare a gran voce la sua bocca e gli occhi posati sul volto di lui: socchiuse le palpebre quando le labbra dell'uomo trovarono le proprie, lasciandosi andare a quel bacio passionale, carico di eccitazione e desiderio mentre piccoli gemiti venivano soppressi tra le bocche dei due, mugolii di piacere per i movimenti delle mani del Mercenario sui seni, sui capezzoli, quel tocco maschile, delicato ma al contempo virile come mai aveva potuto percepire in quello di Ryan.
... Se vi alzate in piedi, principessa, posso procedere con il lavaggio del fondoschiena...
Si sentiva bagnata, in mezzo alle gambe, e non certo per merito del latte: era Kalas a farle quell'effetto, e Veronique non aveva motivi per stupirsene; la eccitava, la stuzzicava, la faceva sentire davvero una donna in balia di un uomo, una Principessa di fronte al proprio servo… sensazioni nuove, per la francese, che però non aveva alcuna intenzione di reprimerle.
Si alzò in piedi, dunque, e lentamente si piegò in avanti, a 90°, giusto per dare a Tìamat una panoramica assolutamente completa ed inequivocabile del suo sedere perfetto.
Sono abbastanza piegata… o devo scendere di più con la schiena?
Gli domandò con voce angelica e casta, ben sapendo che quella posizione era praticamente un invito a nozze nel farsi prendere in quella vasca, in quell'istante: ma l'aveva detto che voleva mettere alla prova il suo auto-controllo… e difficilmente la piccola Vireau parlava tanto per dare fiato alla voce.