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Messaggioda Estelle » 02/05/2014, 11:48

I lezione Babbanologia - Internet e le sue origini


Un nuovo anno scolastico ad Hogwarts.
Un nuovo anno dal mio ritorno.
Quante cose erano cambiate, nella mia vita, quante in meglio e quante in peggio, purtroppo. Ma, quando ho scelto di tornare, mi ero ripromessa un nuovo inizio, e per il primo anno, almeno, era stato così. Avevo comprato un loft ad Hogsmeade, al centro, un posto davvero molto tranquillo, il primo che io abbia mai chiamato casa, e poi avevo trovato un lavoro, il primo vero lavoro che, causa forze maggiori, non ho mai abbandonato. Ma, in fondo, mai dire mai. Ovviamente, scherzo.
Adoravo il mio lavoro ed adoravo anche il luogo in cui lo svolgevo. L’Infermeria è un luogo importante, un luogo che fa la differenza: è lì che era il mio posto, è lì che potevo essere utile a studenti e docenti, e ciò mi faceva sentire bene, perché riponevano la loro fiducia in me, e ciò mi faceva sentire, finalmente, accettata e parte di qualcosa di grande.
Era stata una scelta importante ed improvvisa, ma non me ne sono mai pentita, fortunatamente. Non come quando sono dovuta partire. Con mio grande dispiacere, ero stata costretta a lasciare la mia cattedra di Babbanologia, imponendomi di pensare a ciò che stavo facendo ed al motivo per cui avevo abbandonato quella mia parte di vita. Non era stato facile, ma alla fine mi ero convinta di aver fatto la scelta giusta.
Dopo il mio ritorno, però, e qualche anno a contatto con quel nuovo mondo che pian piano mi stavo creando, finalmente decisi di riprovare a tornare al passato. Anche con l’incertezza del futuro, finalmente decisi di tornare a contatto con la mia materia di studio, la Babbanologia, ed in modo particolare con gli studenti. Era quella la parte che preferivo in assoluto: il contatto con loro, il poter trasmettere loro qualcosa di importante, il modo per fargli conoscere il mio mondo, il mondo in cui ho sempre vissuto, il mondo babbano, ed evitare così inutili discriminazioni. Certo, la Magia aveva con sé mille opportunità e mille vantaggi, ma io avevo sempre voluto offrire loro la possibilità di guardare il mondo da una prospettiva diversa, e non soffermarsi solo a dover sceglierne una parte senza aver prima conosciuto l’altra.
Io ne sapevo qualcosa, purtroppo, ma al momento non avevo intenzione di pensarci, perché alla fine avevo fatto la mia scelta, da sola, e ne ero soddisfatta.
Quindi era il mio momento. Ed era questo ciò che si provava: ansia, timore, entusiasmo. Un insieme di sentimenti che mi faceva sentire come chiusa in una bolla, e molto, molto confusa. I primi dubbi cominciavano a riempirmi la mente, per fortuna spazzati via con la stessa velocità. Ero sicura di fare la cosa giusta, e lo era davvero: insegnare mi mancava, mi era sempre mancato, ma avevo deciso di non farci i conti per un po’, per riambientarmi, soprattutto, dopo il mio ritorno improvviso. Per quanto ne sapevo, gli studenti avevano avuto un supplente, e per loro fortuna ne avevano avuto anche uno buono. Quasi quasi mi dispiaceva tornare in pista e prendere il suo posto.
Sorrisi di quel pensiero, dirigendomi al terzo piano, facendo attenzione ad ogni scalino; in fondo, era il mio primo giorno e non volevo di certo cominciare quella giornata con una frattura, o qualche graffio. Non avrei di certo fatto una bella figura.
Per fortuna arrivai incolume al terzo piano, ma sicuramente più nervosa. Era il mio primo giorno da professoressa dopo anni e anni di pausa, quasi non mi ricordavo più come funzionasse. Perché ero così nervosa? E perché non riuscivo a tranquillizzarmi?
Adocchiai un paio di studenti che entravano in aula. Non avevano sicuramente idea che quel giorno sarei stata io a far loro lezione. Improvvisamente, sorrisi. Non sapevo se fosse ancora per la tensione o semplicemente per il pensiero che i miei futuri studenti non sapessero nulla del cambio docente. Ma in fondo, cambiava molto?
Quando un altro paio di studenti entrarono chiacchierando, cominciai a dirigermi anch’io verso l’aula, la mia futura aula, ricordando a me stessa di restare tranquilla, e soprattutto che era una cosa che avevo già fatto. Quindi, ne ero in grado. Potevo farcela. Preso un altro respiro profondo, finalmente entrai in aula, munendomi di un sorriso, non troppo radioso, ma pur sempre un bel sorriso.

Buongiorno, ragazzi. Anche se molti di voi, probabilmente, mi conoscono già come l’Infermiera Moreau, ci tengo a presentarmi nuovamente, questa volta in vesti diverse: sono la professoressa Estelle Moreau e quest’anno ci occuperemo, assieme, della Babbanologia.

Niente male come inizio. Sorrisi di me stessa e della mia.. tenacia? Forse non avrei dovuto cantare vittoria così velocemente, in fondo ero solo all’inizio di una lezione intensa e lunghissima.

Prima di iniziare con la lezione, però, vorrei precisare che sì, sono la vostra professoressa, ma non dovete aver timore per questo, ma anzi voglio che mi consideriate anche vostra amica. E per qualsiasi cosa, sono a vostra disposizione. Però niente atteggiamenti da stalker.

Una prima risata da parte dei ragazzi presenti in aula. Finalmente la tensione era stata smorzata, un po’, ed io cominciavo a sentirmi sempre più tranquilla. Ed ora potevo dare inizio alle danze.
Presi posto alla scrivania, appoggiandomi semplicemente con il corpo, incrociando in modo elegante le gambe.

Immagine

Notai qualche sguardo poco discreto da parte di qualche ragazzo, come se non avessero mai visto delle gambe in vita loro, anche perché non c’era neanche molto da vedere.
Ripresi a parlare, cominciando così la mia lezione.

Come già saprete, la Babbanologia è la materia che studia il mondo babbano, ed in modo particolare le abitudini, le tradizioni, i marchingegni babbani.
Quest’oggi ci occuperemo di una grande costante del mondo babbano, e soprattutto della vita di ogni individuo: Internet.


Ancora non sapevo con certezza per quale motivo avessi scelto proprio quell’argomento, ma pensando e ripensando a ciò che nel mondo magico mancava, ma che era presente nel mondo babbano, avevo subito pensato a quello. Ed io ne sapevo qualcosa, visto il mio grande uso di Internet, ogni qualvolta ero a Lille dalla mia famiglia.

Bene, potete cominciare a prendere appunti. Cercherò di non essere frettolosa e soprattutto di essere chiara. – Presi un respiro profondo, ed attesi che i miei alunni prendessero carta e penna per poter prendere appunti. – Internet è una grande rete telematica, di portata mondiale. Originariamente, è nato come strumento per garantire comunicazioni stabili ed efficienti tra le sedi delle forze armate statunitensi, ma anche tra le università e i centri di ricerca. Attualmente, invece, Internet rappresenta il principale mezzo di comunicazione di massa, che offre all’utente una vasta serie di contenuti informativi, ma anche la possibilità di vendita di prodotti e/o servizi. Si può usufruire di questa rete telematica attraverso un PC (personal computer), con l’utilizzo di un modem. Col passare del tempo, naturalmente, e con l’avvento dei cellulari – di cui parleremo nelle prossime lezioni – Internet è diventato maggiormente di portata mondiale, ed è utilizzabile anche sui palmari, sui cellulari, sui tablet. Non abbiate timore di questi termini. Nelle prossime lezioni i vostri dubbi saranno soddisfatti.

Un introduzione per me perfetta, sperando di esser stata abbastanza chiara e non essermi fatta, soprattutto, i primi nemici. Sorrisi ancora, prendendo un foglio dalla scrivania, dove avevo, i giorni precedenti, appuntato i punti salienti della lezione.
Una mano alzata mi distrasse dal continuare. Una ragazzina, secondo i miei dati del primo anno, attendeva impaziente che le dessi la parola.

Prego, signorina. Ha qualcosa da chiedermi?

Le rivolsi un sorriso caloroso, in modo che non avesse timore di parlare. Lei ricambiò con un sorrisetto timido, prima di cominciare a pormi la sua domanda.

Si, professoressa. Vorrei sapere cosa sono il PC e il modem.

Una domanda lecita, soprattutto posta da una alunna che, secondo le mie conoscenza, era anche Purosangue. Potevo capirla. Fossi stata in lei anche io ci avrei capito ben poco, e soprattutto avrei considerato la Babbanologia una materia complicata e del tutto anonima.

Ottima domanda, signorina Cerestian. Ne avrei parlato subito dopo, ma visto che ormai ci sono.. – Sorrisi ancora, ritornando nella mia posizione per cominciare a rispondere alla studentessa, ma anche agli altri – Un PC, o Personal Computer, proprio secondo il suo nome è un computer per uso personale. Un computer è una macchina elettronica capace di ricevere, trasmettere, immagazzinare ed elaborare informazioni, tutto questo con grande velocità. Non mi soffermo oltre perché questo sarà proprio il tema della prossima lezione.

Aggiunsi subito dopo, riprendendo poi a parlare per continuare a rispondere alla domanda della studentessa.

Il termine modem invece nasce dall’acronimo delle due funzioni principali di questo strumento, ovvero MOdulazione e la DEModulazione dei segnali contenenti informazione. E’ un’apparecchiatura che consente di inviare dei segnali digitali su una linea analogica e di ricevere segnali analogici per poi riportarli in digitale.

Sperando che le risposte fossero comprensibili, ritornai a porre la mia attenzione alla breve mappa concettuale che mi ero preparata i giorni precedenti, per continuare così la mia lezione.

Bene, continuiamo.
Si pensa che la prima origine di questa forma di connessione risale al luglio 1961, con Leonard Kleinrock del MIT, che pubblicò "Information flow in large communication nets" sulla teoria del "packet switching", ma questa è solo una teoria, quindi non ci soffermeremo oltre.
La prima, vera, origine di Internet risale, invece, al 1962 grazie agli statunitensi Joseph C.R. Licklider & Welden E. Clark del MIT che pubblicarono "On-line man computer communication" che rappresenta il primo articolo sul concetto di internet, dove si teorizza che i due abbiano anche dato il primo, vero nome ad Internet: "Intergalactic Computer Network".
In una nota del 1963, Licklider aveva espresso anche l’intenzione di collegare tutti i computer in una rete continentale. Questo progetto fu chiamato ARPANET, dal nome dell’agenzia per cui lavorava, l’ARPA (Defence Advanced Research Projects Agency). Però, non fu portato a termine da lui, in quanto lasciò l’agenzia per trasferirsi all’IBM. Il progetto fu preso in carico dalla società chiamata Bolt, Beranak and Newman (BBN). La rete venne fisicamente costruita nel 1969 collegando quattro nodi, e installando un IMP (Information Message Processor), un computer che gestiva il traffico in rete, in quattro sedi diverse: Stanford University, UCLA (University of California at Los Angeles), UCSB (Univesity of California at Santa Barbara) e la University of Utah. L’impianto divenne attivo, ufficialmente, il 2 settembre 1969.


Osservai i miei alunni prendere appunti, notando anche qualcuno distratto. Non volli riprenderli, sapendo che al momento della consegna dei compiti avrebbero trovato difficoltà, sicuramente, e magari lì avrei riso io e non loro. Sentendomi poco carina nei loro confronti, continuai la mia lezione, per non pensarci, almeno.

Gli IMP si rivelarono una scelta vincente per la stabilità e la funzionalità della rete: grazie all'innovativa tecnica della commutazione di pacchetto, questi progenitori dei router erano in grado di gestire anche un notevole flusso dati e dirigerlo verso nodi distanti diverse centinaia (o migliaia) di chilometri.
Ma, naturalmente, nel momento in cui ARPANET inizia ad essere utilizzata, i centri di calcolo cominciano a comunicare tra loro come previsto, ma avendo tra le mani uno strumento di comunicazione innovativo e potente, cominciano una scambio di messaggi elettronici, dando così vita alla posta elettronica, tanto importante da essere utilizzata anche nel 1976 dalla regina Elisabetta II, che spedì una mail alla sede del Royal Signals and Radar Establishment.
Nel 1979, le mail vengono arricchite anche degli emoticon, ovvero simboli per indicare gli stati d’animo, da Kevin Mackenzie.


Un’altra pausa, per permettere ai miei alunni di prendere appunti e scrivere il più possibile. In fondo, mi aspettavo grandi cose da loro, e soprattutto avevo fiducia in loro: sapevo che ben presto mi avrebbero resa una professoressa soddisfatta di loro.

Purtroppo, però, il 27 ottobre 1983, entra in circolo il primo virus e causa un errore negli header del messaggio. Termina, quindi, la convivenza tra le strutture di ricerca universitarie e quelle di ricerca militare e l’ARPA viene sciolta e divisa in due nuove entità: MilNet, la parte militare della rete, e NSFNET, ( National Science Foundation Network ), parte universitaria e di ricerca. L'utilizzo del protocollo di trasmissione TCP (Transmission Control Protocol) / IP (Internet Protocol) favorì la connessione a NSFNET delle reti che lo desideravano, e questo nuovo insieme di reti cominciò già ad essere chiamato Internet. Naturalmente, grazie a grandi investimenti, soprattutto nella ricerca, Internet ampliò la sua estensione e capillarità, migliorando qualità e velocità di trasmissione.

Mi girai verso la lavagna, prendendo un gesso bianco e scrivendo un nome a caratteri leggibili, ma nella mia scrittura sinuosa ed elegante. Sorrisi ancora, tornando dai miei uditori.

Nel 1991, il ricercatore Tim Berners-Lee definì il protocollo HTTP (HyperText Transfer Protocol), per una lettura ipertestuale tramite un salto da un punto all’altro mediante dei link. Nacque nel 1993 il primo browser, simile a quello moderno, chiamato Mosaic. Nello stesso anno, nacque il World Wide Web, un servizio di Internet che permette di navigare e poter usufruire di numerose librerie telematiche, o pagine, a cui si può accedere tramite programmi detti web browser, così da poter anche visualizzare numerosi file, testi, informazioni, immagini, suoni, video.

Un’altra pausa, osservando i ragazzi scrivere velocemente tutte le informazioni. Magari non ci avevano capito granchè, ma scrivevano per correttezza e solo per poter consegnare un compito perfetto. O quasi perfetto.

Oggi Internet è la rete delle reti che legano i calcolatori di tutto il mondo fra di loro, ed è anche una realtà di servizi, risorse, affari, enti e persone. Un'enorme banca dati, insomma.

Avevo terminato la mia lezione, e per fortuna anche in tempo per poter assegnare i compiti. Sorrisi tra me, soddisfatta, e presi posto alla scrivania, riposandomi così per un po’ e dando anche la possibilità ai ragazzi di riposarsi dalla lezione e da tutte quelle informazioni.

Bene, c’è qualche domanda?

Per un attimo nessuno fiatò, alcuni ragazzi presero a guardarsi tra loro come a convincersi di non porre ulteriori domande per poter terminare qualche minuto prima la lezione ed essere così liberi. Per loro sfortuna, o fortuna, dipendeva dai punti di vista, un’altra ragazza portò la mano in alto.

Certo, mi dica signorina Walker.

Purosangue anche lei. Mi rendeva orgogliosa il fatto che nella mia aula ci fossero anche dei Purosangue. In fondo, sapevano ben poco del mondo babbano e magari quel poco che sapevano era anche sbagliato. Potevo essere loro di aiuto.

Può spiegarmi cosa è un link, professoressa?

Certo, subito. Allora.. un link, chiamato anche collegamento ipertestuale, permette di poterci condurre ad ulteriori unità informative (immagini, video, canzoni, eccetera) a partire da un’unità iniziale. Questo collegamento ipertestuale, dal suo nome, può essere considerato come un grande filo che unisce gli innumerevoli siti della rete. Quindi un link è un collegamento tra due pagine web, e serve per condurre ad un’altra pagina. Si può notare al passaggio sul link: questo, infatti, apparirà di diverso colore.
Altre domande?


Questa volta nessuna mano alzata. Sorrisi. Era davvero volato il tempo e mi ero anche divertita molto. Non avevo ancora pensato a quanto mi fosse mancato insegnare.

Bene, per oggi la lezione è terminata. Mi raccomando, cercate di esprimervi a parole vostre e non copiate dagli appunti o da altre fonti: non vi sarà molto utile e sicuramente non vi farà capire molto di ciò che state studiando.
Aspetto i vostri elaborati entro il 29 maggio alle ore 16.00. Buona giornata a tutti!


Detto questo, sorrisi ancora una volta ai miei alunni, osservandoli mentre uscivano lentamente, e chiacchierando di non so cosa, tra loro. Era andata bene, per fortuna, e mi sentivo davvero soddisfatta di me stessa. Come inizio non era affatto male.





Risposta completa, senza alcun errore grammaticale. Riesci a spiegare perfettamente Internet, con definizione e, soprattutto, utilizzo, non tralasciando neanche un particolare. In modo particolare, premio anche le informazioni aggiunte, non inserite in lezione.
7

Ottima sintesi, completa e ricca di informazioni. Anche in questo caso apprezzo molto l'aggiunta di notizie.
9

Niente da aggiungere, anche in questo caso molto completo. Riesci a riassumere il tutto con grande perfezione, e soprattutto ottima rielaborazione. Non attribuisco punteggio pieno per mancanza di informazioni che potevano essere aggiunte.
6

Racconto molto simpatico e davvero, davvero realistico. Mi sembrava di esser tornata nel mio mondo. C'è davvero un grandissimo mondo dietro Internet, un mondo che grazie a questa rete abbiamo scoperto; un mondo di tutti i tipi e di tutti i colori, per piccoli e non (ma in fondo lo sai meglio di me). Complimenti!
15

punti 37 per Jorge
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Estelle
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Cosa è Internet?
A quando risale la sua origine e quali sono i passaggi più importanti della sua storia?
In cosa consiste il progetto ARPANET?
Se avesse la possibilità di possedere un personal computer collegato ad Internet, come lo utilizzereste? E, soprattutto, per quali scopi? A voi la scelta se rispondere a questa domanda con un GDR o semplicemente con una descrizione personale della vostra esperienza. In caso di scelta del GDR, non c'è un limite massimo per il numero delle parole. (Essendo la domanda più personale, affido a questa più punti.)

 
 

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