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da Tisifone » 10/03/2014, 22:42
Dovresti dirglielo, Tissi. Ha il diritto di saperlo, soprattutto se pensate seriamente di sposarvi. E poi, non mi perdonerebbe mai di avergli nascosto un particolare tanto importante di te... quindi non mettermi nella posizione di farmi prendere a calci da lui, ti prego.
Non ti preoccupare, il tuo fondoschiena è al sicuro. – commentò con un piccolo accenno di sorriso – Non è qualcosa che voglio tenergli nascosto, semplicemente non è mai capitata l’occasione di parlare così nel dettaglio del mio “Dono” fino a ora… - e mentalmente aggiunse un per fortuna considerato che negli ultimi tempi le sue visione per quanto utili erano sempre state portatrici di sventura – Glielo racconterò stasera a cena così non si allarmerà più di tanto nel vedermi un po’ giù di tono.
A differenza dei teorici della Divinazione, Tisifone conosceva perfettamente la portata del proprio “Dono” e la capacità di ripresa del proprio corpo e per quanto tutti gli accorgimenti posti in essere da Lucas per farla sentire meglio – il succo di zucca e il tortino al cioccolato – e di cui lei gli era immensamente grata sapeva perfettamente che avrebbe dovuto aspettare la sera successiva per tornare completamente in forma.
Ma se preferisci mi terrò sul vago.
Aggiunse, non volendo che Lucas si sentisse in qualche modo costretto a rivelare a qualcuno quello che stava accadendo.
Un vantaggio piuttosto caro, visto come ti riduce ogni volta...
Sollevò le spalle di poco, non azzardandosi a scrollarle per non accentuare il principio di emicrania che le faceva pulsare gli occhi in maniera abbastanza dolorosa, dischiudendo nuovamente le labbra per farsi imboccare con un altro pezzettino di dolce. Quel prezzo a lei sembrava davvero irrisorio da pagare se le permetteva di aiutare Lucas a far luce su una faccenda abbastanza spinosa che, se confermata, lo avrebbe costretto a rimettere in discussione tutto il suo rapporto con la Moreau. Come avrebbe potuto continuare a guardare in faccia la francese sapendo non solo che gli aveva mentito ma anche che aveva tramato alle sue spalle per distruggere la sua felicità, incurante dei suoi sentimenti? Certo il tempo aveva dimostrato loro di non essere fatti l’uno per l’altra ma questo non poteva essere in alcun modo, almeno per lei, una giustificazione per un tale comportamento soprattutto perché all’epoca nulla di ciò che era accaduto era prevedibile e loro erano una normale coppia innamorata e felice.
Non ti converrà incrociare la mia strada Moreau se Julie confermerà la mia visione…
Si ritrovò a pensare minacciosa mentre sfogliava il menù alla ricerca delle due bevande che aveva visto nella sua visione, augurandosi che la francese avrebbe avuto il buon gusto almeno di lasciare nuovamente Hogwarts se non proprio l’Inghilterra nel caso in cui la sua bugia fosse stata confermata.
Vodka tonic. Scotch.
Annuì una sola volta con il capo non solo perché aveva la bocca piena ma perché i due sussurri dell’uomo accanto a lei le avevano stretto il cuore e la gola in una morsa talmente ferrea che dovette ripetersi come un mantra più volte che lo stava facendo per il suo bene prima di decidersi a raccontargli anche gli altri dettagli. Aveva infatti la sensazione che ogni parola che pronunciava rendesse più reale la situazione costruendo intorno a Lucas un muro di solida roccia che se da un lato lo avrebbe protetto da eventuali menzogne che la Sanders avrebbe potuto tentare di rifilargli dall’altro avrebbe finito con il soffocarlo. La verità era sempre un arma a doppio taglio e le prime avvisaglie del “ritorno” negativo Tisifone le poteva già scorgere sul viso di Lucas, nel suo sguardo privo di quella luce viva e divertita che era solita accompagnarlo sempre e nella linea della mascella innaturalmente rigida nel tentativo di contenere la rabbia che, era certa, gli stesse pulsando con forza sottopelle. Attese un paio di minuti, per dargli il tempo di rielaborare tutte le informazioni che gli aveva dato prima di chiedergli cosa avesse intenzione di fare.
Andare da Julie e costringerla a dirmi come sono andate le cose... a qualsiasi costo. – lo scrutò a lungo negli occhi non mostrando alcuna particolare reazione di fronte alle ombre che ne offuscavano la solita luce. - Solo lei può darmi la conferma di quanto sia successo, e non importa come dovrò convincerla a darmi certe informazioni... ti posso giurare che non me ne andrò da lei a mani vuote.
Non ne dubito – affermò, seria. Comprendeva perfettamente cosa si stava agitando nell’animo di Lucas in quel momento e non si sarebbe dimostrata ipocritica tentando di dissuaderlo dal fare qualunque avesse reputato giusto. Questo però non voleva dire che non si sentisse in dovere di dargli un piccolo consiglio – Credo però che dovrai giocartela più da Serpe – quindi con astuzia – che da Grifo – quindi in maniera impulsiva puntando sulla forza – soprattutto contando che non potrai dirle come hai avuto determinate informazioni. - un piccolo promemoria pronunciato con noncuranza e senza affanno perché si fidava di lui tanto quanto si fidava del suo compagno e quindi era certa che non avrebbe mai tradito il suo segreto neanche accecato dalla rabbia e dal desiderio di sapere la verità. – Vieni a cena da noi stasera, non sembra ma Pellegrino è un ottimo stratega quando vuole.
Aggiunse con un tono di voce dolce e un po’ preoccupato. Julie non era una persona da sottovalutare e non voleva che Lucas la affrontasse sull’onda della rabbia e dell’impulsività. Era davvero convinta che gli servisse un piano e poi non voleva lasciarlo da solo a Hogwarts quella sera dove, con molte probabilità, sarebbe stato costretto a confrontarsi con Estelle, aggiungendo il disagio del non sapere come comportarsi a tutte le altre emozioni negative che probabilmente lo stavano dilaniando.
Sarà meglio rientrare al Castello, cosa ne dici? Devi riposarti un po' prima di andare a fare lezione.
Dico che mai come adesso la prospettiva di stendermi cinque minuti sul letto mi sia apparsa così allettante.
Mormorò prendendo un profondo respiro prima di posare entrambe le mani sul tavolo di fronte a lei e fare leva per alzarsi in piedi. Rimase ferma per un secondo o due, per dare il tempo al mondo di smettere di vorticarle intorno e tenere a bada la nausea che minacciava di sopraffarla, per poi voltarsi a fronteggiare l’amico.
Qualsiasi cosa accada ricordati che non sei solo.
Mormorò, sfiorandogli la guancia con una mano prima di posare la mano sul suo braccio e lasciarsi scortare fuori dal pub e poi, lentamente, verso Hogwarts, lasciando a lui la scelta se parlare o percorrere la strada in silenzio.
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da Lucas » 11/03/2014, 17:42
Non ti preoccupare, il tuo fondoschiena è al sicuro. Non è qualcosa che voglio tenergli nascosto, semplicemente non è mai capitata l’occasione di parlare così nel dettaglio del mio “Dono” fino a ora… Glielo racconterò stasera a cena così non si allarmerà più di tanto nel vedermi un po’ giù di tono. Ma se preferisci mi terrò sul vago.
Non voglio costringerti ad omettere la verità a Noah, in fondo non sei l'unica che tiene a lui... ma prima voglio andare in fondo a questa storia, voglio ottenere la verità, e dopo... potrò abbondare in prima persona coi particolari, visto che probabilmente mi servirà anche il supporto del mio migliore amico per non dare di matto.
Perché se Julie gli avesse confermato la menzogna di Estelle, di matto avrebbe dato di sicuro: già ora, di fronte alla lenta ma palese realtà dei fatti - non un incubo, non uno scherzo, ma la cruda verità di quanto successo tra la francese e l'americana - il suo modo di fare stava cambiando senza che lui nemmeno se ne rendesse conto. Aveva il corpo totalmente teso per la rabbia, la voce bassa e gelida, lo sguardo animato da uno scintillio che tutto poteva essere tranne che di buon auspicio: avrebbe fatto parlare la Sanders a qualsiasi costo, non importava a cosa sarebbe dovuto arrivare per ottenere la verità. Un modo di porsi diverso da quello solito dell'ex Tassorosso, che solitamente cercava sempre il percorso meno pericoloso per arrivare alla meta - e pensare di affrontare una Mangiamorte come Julie Sanders era pericoloso - e che ora invece pareva fregarsene di essere cauto o delicato.
Non ne dubito. Credo però che dovrai giocartela più da Serpe che da Grifo, soprattutto contando che non potrai dirle come hai avuto determinate informazioni.
Non ti metterei mai in pericolo, soprattutto con lei - confermò Lucas, che poteva anche essere meno lucido o bendisposto del solito, ma di sicuro non così pazzo o menefreghista da rischiare la serenità di Tisifone - Cosa suggerisci, dunque?
Vieni a cena da noi stasera, non sembra ma Pellegrino è un ottimo stratega quando vuole.
Volentieri. Scommetto che non appena gli dirò che devo fottere, metaforicamente parlando, Julie, non vedrà l'ora di fornirmi un piano perfetto... l'ha vista una volta sola, e l'ha odiata all'istante.
Già, Noah aveva capito subito che tipo fosse l'americana... peccato che all'epoca Turner fosse troppo preso da lei per dargli ascolto: se l'avesse fatto probabilmente si sarebbe evitato tanti problemi, ma il passato non si poteva cambiare ed ora, se non altro, sapeva bene quanto potesse fargli bene ascoltare i consigli dell'italo-americano. Al momento, però, non voleva pensare ad altri che a Tisifone, visto quanto la Divinante si fosse impegnata per lui, per gettare un po' di luce sulla situazione facendo ricorso al suo Dono: voleva che si riposasse, e l'avrebbe potuto fare solo tornando al Castello.
Dico che mai come adesso la prospettiva di stendermi cinque minuti sul letto mi sia apparsa così allettante.
Lasciò che si alzasse in piedi mentre lui andava a pagare il conto delle consumazioni prese, tornando poi velocemente da lei così da aiutarla, offrendole il braccio, ad uscire dal pub e a tornare verso Hogwarts.
Qualsiasi cosa accada ricordati che non sei solo.
E ringrazio la Trama per questo.
[FINE]
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da Phoebe » 27/04/2014, 15:53
§ 12 Marzo 2108 - ore 16.15 - Influenza Lunare: Variazione standard §
Era una bella giornata, ottima per prendersi una pausa dal lavoro, ad Hogwarts, ed uscire a fare una passeggiata per Hogsmeade… soprattutto perché aveva una missione da compiere: accompagnare il collega Jeremiah Murray, docente di Storia della Magia, nella ricerca di un animale particolare, un gatto delle sabbie, che potesse diventare il suo famiglio. Le faceva piacere poter stare a contatto con altri docenti e colleghi che non fossero Rebecca o Lindë, e non perché la presenza delle donne la stancassero: semplicemente era ovvio che, dovendo lavorare a contatto con tutti loro, fosse per Phoebe giusto e conveniente stabilire anche con gli altri professori un rapporto di pacata conoscenza, che se poi fosse sfociata in un'amicizia sarebbe stata ancora più gradita; e le sembrava che, con Jeremiah, ci fossero tutti i presupposti per poterlo essere, amici, per questo aveva deciso di non lasciarsi sfuggire un'occasione del genere. Così, tempo una settimana dal loro primo incontro, la Terran Ciclonis aveva invitato l'Acuan ad uscire dal Castello e trovarsi proprio nella cittadina magica limitrofa per cercare il gatto perfetto per lui… e poi così avrebbe potuto conoscerlo un po' meglio e farsi un giro per Hogsmeade, in entrambi i casi tutto a vantaggio suo, insomma. L'appuntamento era per le 16.30, ma Phoebe aveva deciso di presentarsi lì circa una quindicina di minuti prima: le piaceva arrivare in anticipo e guardarsi intorno con tutta calma, e poi non era quel tipo di ragazza da passare ore ed ore davanti allo specchio per farsi bella, nemmeno per un appuntamento galante - quindi figuriamoci per una tranquilla uscita amichevole pomeridiana. Questo non stava certo a significare che non le importasse nulla del proprio aspetto fisico, ma che semplicemente non ritenesse necessario sprecare mezza giornata nello scegliere abito, acconciatura, trucco, scarpe e accessori, per essere bella: sapeva di non essere una brutta ragazza, ed il suo stile semplice valorizzava naturalmente la sua persona; se piaceva, doveva essere per com'era davvero, e non perché si era messa in ghingheri, con trucco e parrucco. Dei jeans scuri dunque, per la docente di Cura delle Creature Magiche, accompagnati da ballerine nere e da una canottiera bianca, molto semplice: capelli sciolti ed una collana lunga ad adornare il suo collo, con un pendente a forma di rosa che si fermava sotto il seno.
Gli occhi brillavano sotto la luce del Sole, ed una borsa ampia e capiente era posata ai piedi della Terran, con un chiodo nero appoggiato sopra: un Vento leggero le sfiorava la pelle, accarezzandola, ma com'era prevedibile a Phoebe non dispiaceva affatto, anzi… adorava la sensazione dei refoli di Eolo che le solleticavano le braccia, il collo, era un'emozione incredibile ogni volta, quasi come se per lei fosse la prima. Sospirò di piacere, le labbra incurvate in un leggero sorriso compiaciuto, attendendo che giungesse l'ora effettiva dell'appuntamento e che dunque Jeremiah, se fosse stato puntuale, si presentasse di fronte a lei.
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da Jeremiah » 27/04/2014, 23:52
[Castello di Hogwarts - 12 Marzo 2108 - ore 15.59]
Oh no, maledetti capelli, un giorno vi taglierò!
Mai pensata un'assurdità così grande: Jeremiah era legato così tanto ai suoi capelli che odiava addirittura che qualcuno glieli scompigliasse; lui era l'unico che poteva permetterselo, gli altri dovevano tenere a freno le mani (ovviamente il tutto dipendeva dalle situazioni, ma questo non è il momento adatto per parlarne). Non era mai stato agitato per il suo aspetto, usava lo specchio solo per bellezza a livello di arredamento, perché l'uso che ne faceva era davvero scarso. Eppure quel giorno gli era tornato utilissimo: Phoebe Chamberlain, la docente di Cura delle Creature Magiche, conosciuta poco tempo prima, non aveva mancato alla parola data: le aveva dato la sua disponibilità per uscire quel pomeriggio ad Hogsmeade con l'intento di ricercare il tanto ambito Gatto delle Sabbie che lei gli aveva descritto. Murray era eccitato all'idea di avere un animale domestico al suo fianco, ma ora l'obiettivo principale era diventato un altro e non aveva nulla a che fare con il mondo animale. Si diede un'ultima occhiata allo specchio e sorrise al suo riflesso, mostrando i denti bianchi e regolari: si sorprese come sempre nel guardarsi. Era stato sempre un po cinico e narcisista, ma non da nauseare il pubblico, semplicemente si piaceva così com'era. Il suo nuovo carattere lo aveva valorizzato maggiormente e alla gente non dispiaceva, anzi. Uscì dalla sua stanza, richiudendosi la porta alle spalle, poi percorse i corridoi fino ad arrivare all'atrio e uscire nel cortile di pietra per proseguire verso il ponte sospeso, da lì avrebbe poi imboccato la stradina diretta al villaggio magico limitrofe: Hogsmeade, lì dove avevano deciso di incontrarsi.
[Villaggio di Hogsmeade - Ore 16.17]
Sapeva di essere in anticipo di parecchio mentre percorreva la strada per Hogsmeade, tuttavia non frenò il passo veloce: ci teneva che fosse lui ad aspettare lei, ma aveva la vaga impressione che Phoebe fosse già al villaggio, altrimenti l'avrebbe incontrata tra i corridoi del castello oppure per strada, oppure era ancora in camera sua quando lui era uscito dal castello: attraversò la solita arcata a cui era appesa l'insegna che recitava il nome del centro abitato e diede un'occhiata lì intorno. C'era un po di gente per le strade, alcuni con alcune buste in mano, altri che immergevano le dita nei dolciumi acquistati da Mielandia (quel posto non l'aveva mai visitato, forse perché non andava matto per gli zuccheri). Gli occhi grigi si soffermarono un attimo sul cimitero dove aveva conosciuto Estelle, poi sulla sagoma di una donna graziosa, vestita con abiti graziosi e delicati, semplici per la persona che era: Phoebe era già lì, come aveva supposto. Abbozzò un sorriso istintivamente, poi le si avvicinò silenzioso, camuffando il rumore dei suoi passi nel tenue brusio di voci. Il vento soffiava leggero scompigliandole i capelli e il raro sole di marzo le illuminava il volto, evidenziando il colore abbronzato della sua pelle e i lineamenti particolari e delicati che le incorniciavano il viso grazioso. Era davvero bella.
Dovrei dedurre che a entrambi piace essere in anticipo...
E qualora lei si fosse voltata lui si sarebbe inchinato, imitando lo stesso inchino che le aveva fatto nel momento in cui si erano conosciuti, forse un po più pronunciato e preciso dato che questa volta non era assonnato.
Signorina... Di nuovo al suo servizio - disse ergendosi in tutta la sua statura e ridendo appena - Come stai?
Le chiese infine, realmente curioso di accertarsi delle sue condizioni: l'aveva vista poco nei giorni passati, intravista addirittura, dunque non aveva mai avuto l'occasione per fermarsi e chiederle di più. Anche in Sala Grande sedevano distanti - non perché lo volesse lui o lei - ma perché così capitava e gli inglesi avevano la strana abitudine di prendere sempre gli stessi posti. Qualora lei fosse stata pronta avrebbero potuto iniziare la loro ricerca, magari soffermandosi a guardare qualche vetrina ben adornata e che richiamasse la loro attenzione, magari avrebbero preso qualcosa in un locale; avrebbe persino accettato di passare da Mielandia e concedersi agli zuccheri: lì per lì si era addirittura dimenticato che i dolci non lo stuzzicavano poi così tanto.
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da Phoebe » 28/04/2014, 15:30
Non erano ancora le 16.30 - mancavano 10 minuti o poco meno - quindi non si sentiva infastidita dal fatto di dover aspettare, anche perché lei per prima era arrivata parecchio in anticipo: con sguardo attento ma apparentemente superficiale guardava le persone camminare, alcune di fretta ed altre più lentamente; alcuni portavano con sé pacchetti e pacchettini, altri invece avevano ancora le mani libere, come se non avessero trovato nulla di interessante da acquistare. Phoebe non era mai stata un'eccessiva amante dello shopping: non le dispiaceva, ogni tanto, fare compere, ma non lo considerava un metodo per rilassarsi, come capitava ad alcune donne, o per tirarsi su di morale; chiaro che, per il suo modo di essere e per la sua educazione, fosse molto più edificante per lo spirito stare in mezzo alla natura, a prendersi cura delle creature magiche nell'allevamento dei suoi genitori… una ragazza atipica, o forse semplicemente era lei che aveva delle altre un'opinione troppo stereotipata - bastava vedere Rebecca, lei anche non era esattamente il prototipo classico di femmina che la Chamberlain aveva in mente… e meno male, perché era perfetta così com'era.
Dovrei dedurre che a entrambi piace essere in anticipo...
Quella voce a lei piuttosto familiare la riscosse dal flusso sereno e continuo dei propri pensieri, spingendola a sbattere le palpebre e a voltarsi lentamente verso la persona che aveva parlato: un ragazzo conosciuto, con un sorriso in volto ed un inchino da gentiluomo, la salutò strappandole immediatamente un sorriso, facendole oltretutto considerare in modo positivo che fosse arrivato in anticipo come lei.
Signorina... Di nuovo al suo servizio.
Professor Murray… cavaliere come sempre.
Scherzò lei, ridendo insieme a lui per poi raccogliere la borsa, che si posò sulla spalla destra, ed il chiodo, che invece ripiegò sul braccio destro così da poterlo indossare nel momento in cui le fosse venuto freddo.
Come stai?
Abbastanza bene, non ero mai stata ad Hogsmeade… a prima vista mi sembra una cittadina vivace e molto affascinante!
Rispose Phoebe, le labbra che s'incurvavano in un sorriso ancora più accentuato: notando il look curato - perché a lei sembrava tale - di Jeremiah, la Chamberlain si sentì leggermente in difetto per i propri vestiti così… casual. Forse aveva accentuato troppo il proprio essere sportiva? Poteva farci poco, comunque - anzi, non poteva farci niente perché di sicuro non le sarebbe stato possibile tornare a casa o al Castello per cambiarsi - perciò decise di non pensarci un secondo di più e di posare tutta la propria attenzione sulla missione principale che li aveva spinti lì… trovare il famiglio perfetto per il collega.
Penso che la cosa migliore sia cominciare con un giro di perlustrazione, tu che ne dici? Non conosco bene la città, quindi credo che sarebbe meglio capire quanti negozi di animali ci siano e quanto possano essere forniti… e magari nel frattempo potremmo prenderci un gelato! Ti va?
Gli propose, non immaginando che al collega Murray non piacessero particolarmente gli zuccheri - o magari, chissà, il discorso era diverso quando si parlava di gelato; sorrise, prima ancora di sapere se a Jeremiah la sua proposta piacesse o meno, perché non voleva che si sentisse obbligato ad accettare solo per farle piacere, se a lui per prima non andava.
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da Jeremiah » 29/04/2014, 15:42
E così si erano incontrati: il giorno dell'appuntamento era arrivato e i due si erano messi d'accordo per incontrarsi al villaggio di Hogsmeade, poco distante dal castello. Era la seconda volta che ci andava, tuttavia dopo la prima volta non sarebbe più stato difficile orientarsi o cercare un locale o un negozio di animali, anche perché la strada principale era principalmente una. Si era avvicinato di soppiatto a lei e aveva tentato di sorprenderla da dietro, facendola sorridere: a giudicare dalla sua espressione ci era riuscito, a meno che non avesse sorriso perché sarebbe stato strano non farlo. E pensare che il Jeremiah di un tempo non avrebbe resistito in quel posto nemmeno dieci minuti: non c'era per nulla discrezione ad Hogsmeade, anche perché era un villaggio interamente magico in tutta la Gran Bretagna e dunque era un'attrazione ambita da tutto il popolo magico del mondo. Fu compiaciuto dalla risata di Phoebe; quando si ricompose da quell'inchino poté osservarla meglio: era semplice, così come la prima volta che l'aveva incontrata, nell'aspetto e nei modi e questo lo incuriosiva e lo spingeva a proseguire la ricerca e la scoperta di un suo lato più intimo: non da conoscenti, ma magari da amici era già qualcosa. Ora come ora non sapeva dare una definizione al loro rapporto, conoscenti era troppo banale - altrimenti non si sarebbero incontrati fuori da scuola - ma nemmeno amici: era un rapporto particolare e solo il tempo e la conoscenza avrebbe dato forma alla loro conoscenza e avrebbe definito quel che sarebbero stati.
Professor Murray… cavaliere come sempre.
Manca solo il nobile destriero...
Scherzò lui, per poi posare lo sguardo sui suoi occhi che tanto lo avevano affascinato e continuavano ad affascinarlo sin dalla prima volta. Si interessò a come stesse, perché riteneva molto importante dello stato d'animo dell'altra persona: quello significava interessarsi dell'altra persona e un invito a riporre la propria fiducia nell'altro, a non temere e a contare su di lui. Era proprio quello l'obiettivo di Jeremiah: far si di instaurare un rapporto più solido di una semplice conoscenza o un rapporto il cui unico fine era un aiuto per trovare l'animale domestico adatto e tanti saluti, ciao. No, lui voleva davvero conoscere Phoebe: quella dell'animale domestico era una coincidenza fortunata, un'opportunità.
Abbastanza bene, non ero mai stata ad Hogsmeade… a prima vista mi sembra una cittadina vivace e molto affascinante!
Oh, vedrai... E' un villaggio molto accogliente.
La informò, per poi poggiare delicatamente una mano sulla sua schiena, esortandola a proseguire verso la strada principale. Si guardò intorno tra la folla: i negozi erano disposti ordinatamente ai lati della strada, ricordando un po la disposizione delle attività a Diagon Alley: ogni negozio arrecava un'insegna all'esterno ben visibile (tranne quelli più antichi e quelli che avevano chiuso). Scorse l'insegna di Mielandia: la prima e ultima volta che c'era entrato aveva assaggiato poche cose, fra cui delle Api Frizzole e dei lecca-lecca al sangue, per risparmiare la fatica di digerire altre schifezze al suo stomaco. Per lui che seguiva una dieta salutare era fondamentale non eccedere: mangiava zuccheri e grassi ma senza eccedere. Inoltre i maghi avevano uno strano senso del gusto per quanto riguardava i dolci: la gamma dei dolci di Mielandia, ad esempio, ne comprendeva alcuni che permettevano al mago che le mangiava di vomitare o di sanguinare dal naso e smettere quando si preferiva. Aveva smascherato recentemente alcuni studenti che facevano uso di quei stratagemmi sciocchi: quel mese di punizione sarebbe bastato affinché non ci riprovassero.
Penso che la cosa migliore sia cominciare con un giro di perlustrazione, tu che ne dici?
Annuì con il capo alla sua proposta.
Non conosco bene la città, quindi credo che sarebbe meglio capire quanti negozi di animali ci siano e quanto possano essere forniti… e magari nel frattempo potremmo prenderci un gelato! Ti va?
Certamente - dovette fare mente locale per ricordare dove si trovasse la gelateria - Conosco un posto che fa dei gelati squisiti.
Mentre lo diceva scorse l'insegna della gelateria migliore di Hogsmeade; l'insegna era visibile anche da dove si trovavano loro, a una distanza di 150 metri circa:n grosso cono gelato, sormontato da palle di gelato incantate affinché cambiassero colore ad intervalli regolari. Poco prima la gelateria un'altra insegna raffigurava un bastone posto in maniera orizzontale sul quale era appollaiato un gufo che strideva, poi si trasfigurò e comparve una fenice, ma anche questa prese fuoco dopo pochi secondi: l'ultima immagine era quella di un gatto posto di profilo che muoveva le zampe avanti nell'atto di camminare, ma rimaneva sempre sul posto. La successione delle immagini si ripeteva all'infinito. Sulla loro destra, dalla porta aperta di un negozio, provenivano versi di gufi, gatti e rospi: la vetrina del negozio era così polverosa che non gli sembrò il caso di farlo notare a Phoebe e magari entrare insieme.
Guarda, lì c'è la gelateria migliore di Hogsmeade, se non l'unica - indicò l'insegna con il cono - Mentre poco prima c'è il negozio di animali, ma direi di dirigerci verso la gelateria, per primo, mh?
Era certo che Phoebe avesse voglia di riempire il suo stomaco con qualcosa di dolce, per cui non volle privilegiare se stesso e i suoi interessi per primo, anche perché non c'era nessuna fretta di andare prima a vedere il negozio di animali. Il sole era ancora sopra l'orizzonte e avevano abbastanza tempo per tornare a scuola prima del tramonto: in fin dei conti se fosse calata la sera non ci sarebbe stato alcun problema; non erano studenti, dunque non occorreva rispettare il coprifuoco. Prima di procedere, attese di ascoltare quel che aveva voglia di fare lei: magari voleva fare un giro per i negozi? Dopotutto era la prima volta che visitava la cittadina ed era giusto darle la precedenza, anche perché la precedenza andava sempre prima alle donne. La professoressa Chamberlain non le sembrava certo il tipo da shopping, a dire il vero, ma non poteva affermarlo con sicurezza: la sua semplicità nel vestire e nel truccarsi era tale da fargli pensare così, ma poteva essere solo un semplice paradosso, chissà.
Se troverò una ragazza che non ama lo shopping la sposo.
Sorrise appena (sarebbe parso strano sorridere senza un motivo preciso) di quel pensiero: un sogno irrealizzabile, o forse.
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da Phoebe » 29/04/2014, 21:51
Manca solo il nobile destriero...
Uhm, allora forse oltre a gatto delle sabbie dobbiamo procurarti anche un cavallo…
Commentò Phoebe con un gran sorriso divertito, immaginando per un secondo Jeremiah che arrivava di fronte a lei su un ronzino di colore bianco, come un novello Principe Azzurro, o come un nobile medievale d'altri tempi; era felice di rivederlo fuori dall'ambiente scolastico, perché quando stavano ad Hogwarts non è che avessero troppo tempo per socializzare, quindi quella era un'ottima occasione per recuperare il tempo perduto. Gli diede la sua prima impressione su Hogsmeade, un'opinione molto superficiale naturalmente, e Murray concordò con quell'idea facendole intendere che in fondo conoscesse la cittadina più di lei… o almeno, questo fu quello che pensò la Chamberlain dopo l'affermazione dell'altro.
Oh, vedrai... E' un villaggio molto accogliente.
Allora sarà ancora più divertente farci un bel giro!
Esclamò la Terran con un gran sorriso sereno ed entusiasta: era una persona molto positiva già di suo, ed in più un'occasione come quella, avendo la possibilità di uscire, scoprire qualcosa di nuovo e divertirsi, la rendeva ancora più sorridente e solare del solito. Prese a camminare con lui, dunque, guardandosi intorno con aria curiosa, quella tipica di chi non è mai stato in un posto e cerca di cogliere più dettagli nello stesso momento: e quale modo migliore per accompagnare un giro di ricognizione se non col gustarsi un bel gelato?
Certamente. Conosco un posto che fa dei gelati squisiti.
Allora ti seguo!
E come avrebbe potuto essere altrimenti? Non era una persona particolarmente golosa, ma quando l'influenza della Luna cominciava a farsi sentire, come in quel caso, qualcosa cambiava in lei: diventava più vorace in generale, mangiava molta più carne rossa, ed il suo bisogno di zuccheri - vai a capire perché - aumentava drasticamente. Mentre camminavano ancora, Phoebe colse in lontananza l'insegna della gelateria, preceduta da quella che sembrava essere proprio un negozio di animali.
Guarda, lì c'è la gelateria migliore di Hogsmeade, se non l'unica… Mentre poco prima c'è il negozio di animali, ma direi di dirigerci verso la gelateria, per primo, mh?
Sono assolutamente d'accordo, con gli zuccheri in corpo si ragiona molto meglio!
In realtà non era sicura che fosse davvero così, ma le faceva comodo pensarlo in quel momento, e così fece: si avvicinarono alla gelateria ed entrarono, e per poco a Phoebe non venne direttamente l'acquolina in bocca di fronte a tutti quei gusti meravigliosi.
Buon pomeriggio! - salutò cordialmente il gelataio dietro al bancone, occhieggiando le diverse grandezze dei coni prima di scegliere il più grande - Scusi, quanti gusti posso mettere in quel cono?
Cinque più la panna, signorina!
Ah, benissimo! Allora nel mio voglio cioccolato fondente, fiordilatte, pistacchio, nocciola, crema, ed una montagna di panna! - esclamò tutta felice, facendosi preparare il cono con sguardo famelico e prendendolo poi subito tra le dita per assaggiare la panna - Mmmmh, ma è buonissima!
Commentò, spalancando gli occhi e poi socchiudendoli di piacere, lasciando che fosse Jeremiah dopo di lei ad ordinare un cono e cercando il portafogli per pagare il proprio gelato. Dopodiché, i due insieme sarebbero potuti uscire dalla gelateria, e mentre mangiavano ognuno il proprio gelato, a Phoebe venne in mente un modo come un altro per conoscere meglio il proprio interlocutore.
Senti, visto che odio lo shopping e quindi di andare in giro per negozi di vestiti e cose del genere mi va poco… - confessò, sperando che lui non la prendesse troppo per matta - Perché non mi fai vedere un negozio che, invece, piace a te? Uno dove passi molto tempo, o che contiene articoli che ti piacciono particolarmente… così imparerò qualcosa in più su di te!
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Phoebe
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da Jeremiah » 30/04/2014, 14:53
Per iniziare la loro escursione avrebbero gustato un bel gelato fresco in quella gelateria di cui tutti i cittadini di Hogsmeade parlavano tanto bene. La gente in giro per fare compere rallentava di poco il loro andamento, ma del resto non avevano fretta: il pomeriggio era tutto per loro ed entrambi lo avrebbero dedicato ad una carrellata di negozi e in particolare alla ricerca del suo animale domestico: il Gatto delle Sabbie di cui lei gli aveva parlato e che secondo lei sarebbe stato in sintonia con il suo atomo impregnato dall'Acqua. Entrambi avevano poca dimestichezza nell'orientarsi in quel posto: Phoebe stava visitando la cittadina per la prima volta, dunque lui avrebbe fatto da Cicerone tra i due; in quanto si trattava di un posto piccolo, non era difficile memorizzare la locazione delle attività principali, la gelateria inoltre era ben in vista per via dell'insegna molto simpatica e abbastanza grande che attirava un bel po di gente. Giunti sul posto, comunque, non fu difficile entrare e arrivare davanti il bancone contenente una gran quantità di degustazioni, oltre a vari tipi di coni che si distinguevano per la grandezza e per il gusto (c'erano coni al biscotto, al wafer, bagnati da una colata di cioccolato). Non si aspettò così tanti gusti e c'era davvero l'imbarazzo della scelta, per cui fu Phoebe a parlare per prima e scegliere il suo gelato.
Cinque più la panna, signorina!
Ah, benissimo! Allora nel mio voglio cioccolato fondente, fiordilatte, pistacchio, nocciola, crema, ed una montagna di panna!
Jeremiah la osservò sbalordito: guardando il suo fisico slanciato e snello non avrebbe mai detto che si lasciava andare così tanto ai dolci e agli zuccheri; poi, gli venne spontaneo ridere di gusto, quando lei affondò la bocca sulla panna per poi esprimere il suo gradimento.
Mmmmh, ma è buonissima!
Ah, lo vedo! - disse continuando a ridere mentre il tizio che serviva i gelati ai clienti lo guardava con espressione impaziente per via della fila dietro - Oh, certo, mi scusi. Per me... Fiordilatte e...
La sua attenzione fu distolta da un cartellino più grande degli altri, decorato e con una scritta a caratteri cubitali: si soffermò su quel che c'era scritto; si trattava di un gusto speciale che avrebbero prodotto solo per quella settimana. Edizione speciale:
Werewolf!!
Affianco c'era il disegno di un lupo: lo osservò un momento e per un momento pensò che si trattasse di una pensata di cattivo gusto. Pensò alle persone che erano dei lupi mannari e che entravano in quella gelateria per mangiare un buon gelato, felici, magari con la propria famiglia, per poi leggere un cartellino simile. Trattati come una specialità, una stranezza, come creature qualunque. Allo stesso tempo il pensiero meno moralistico era attratto e incuriosito, poi la sua attenzione fu nuovamente attratta dal signore dietro il bancone, evidentemente spazientito dall'attesa:
Signore, c'è altra gente dietro di lei!
Vada per fiordilatte e basta, cono standard... E comunque, non vedo cosa ci sia di tanto speciale in un lupo mannaro, trovo che l'idea sia solo di cattivo gusto.
Il tono era freddo e distaccato, afferrò il gelato che il signore ora gli porgeva con espressione un po intontita, come se dovesse ancora assorbire il messaggio contenuto nelle parole del professor Murray. I signori dietro di lui - vicini abbastanza per seguire la conversazione - gettarono uno sguardo sul bancone e assunsero un'espressione rammaricata, evidentemente d'accordo con il suo pensiero. Jeremiah fermò con un gesto della mano Phoebe, che si era accinta a prendere il portafoglio per pagare il cono, ma lui fu più veloce ed estrasse alcuni galeoni, sufficienti per pagare quanto acquistato e avere anche del resto, ma il suo fastidio era tanto da non volere nulla in cambio, per cui poggiò una mano sulla spalla di Phoebe per guidarla fuori di lì; uscirono fuori e le rivolse un'espressione dispiaciuta.
Mi dispiace... Non volevo creare scompiglio, ma... - non finì la frase perché non c'era null'altro da aggiungere - Beh, penso che non sia una cosa carina quella lì.
Assodato il fatto di voler abbandonare in fretta quel posto, si allontanarono dalla gelateria di qualche metro, gustando quel gelato magnifico: la freschezza prodotta a contatto con la lingua lo faceva sentire bene: nonostante non fosse legato in alcun modo al ghiaccio, la freschezza stuzzicava di poco l'Elemento primario dell'Acqua. Vedendo la sua espressione rasserenata, Phoebe avrebbe sicuramente compreso il motivo del suo animo positivo, rasserenato.
Senti, visto che odio lo shopping e quindi di andare in giro per negozi di vestiti e cose del genere mi va poco…
E pensare che credevo che certe ragazze non esistessero...
Perché non mi fai vedere un negozio che, invece, piace a te? Uno dove passi molto tempo, o che contiene articoli che ti piacciono particolarmente… così imparerò qualcosa in più su di te!
Co-come? Vuoi davvero sapere che tipo di negozi visito di solito? Non ti annoieresti?
Chiese un po incerto: di solito erano sempre i ragazzi che seguivano le ragazze mentre facevano razzie di negozi, magari sommersi di pacchetti, tutti acquisti della propria partner. Sapere che Phoebe era curiosa dei suoi interessi lo fece sentire stranamente importante e il cuore aveva cominciato a palpitare un po più velocemente. La guardò compiaciuto, poi riprese a camminare pensando ai luoghi che più gli interessavano in quella strada. Pensò alla Stambera Strillante, situata in una zona solitaria vicino il villaggio; al cimitero di Hogsmeade, dove era stato la prima volta e doveva aveva conosciuto Estelle. Non erano proprio dei luoghi in cui portare una ragazza, alla fine erano luoghi in cui c'era stato solo una volta giusto per una visita turistica. Poi si disse che non doveva temere di annoiarla, alla fine era stata lei a dire di volere conoscere i suoi interessi: dunque la condusse verso il primo negozio che era più vicino a loro: "Scope e Accessori".
Non seguo molto il Quidditch, ma le scope volanti mi affascinano e mi piace fare un salto da queste parti - disse dando uno sguardo alla vetrina nella quale erano esposti gli ultimi modelli - Ma mi fermo qui per il semplice fatto che amo molto leggere ed essendo vicini...
Indicò il negozio affianco a quello di scope: era una libreria nella quale aveva acquistato due libri l'ultima volta che c'era stato. Era la stessa libreria che gli aveva fornito il libro di testo di Storia della Magia, facendoselo pervenire dalla libreria "Il Ghirigoro". Dalla vetrina era possibile intravedere degli scaffali colmi di libri e qualcuno intento a esaminare i vari testi. Non aveva voglia di entrare, ma qualora lei avesse voluto l'avrebbe guidata volentieri all'interno; altrimenti avrebbero proseguito la loro passeggiata per la via principale, chiacchierando di qualunque cosa lei avesse voluto, magari soddisfacendo le sue curiosità su di lui. Stava procedendo tutto secondo il meglio (inconveniente in gelateria a parte) e di questo non poteva che essere felice. Rivolse uno sguardo a Phoebe e strinse le labbra per sopprimere un sorriso.
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Jeremiah
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da Phoebe » 30/04/2014, 18:15
La gelateria dove Jeremiah l'aveva portata si presentava molto bene: non solo grazie all'insegna che si vedeva già da lontano, e quindi permetteva a tutti di farsi venire voglia di qualcosa di dolce - perché era chiaro che immagini come quelle potevano attirare i clienti anche se uno magari non aveva previsto di comprarselo, il gelato. C'era anche da dire, poi che essendo la Chamberlain in quella fase d'influenza lunare in cui il satellite cominciava davvero a pesare sul suo essere, le veniva spontaneo avere più fame e percepire un maggior fabbisogno di zuccheri - e di bistecche al sangue; per questo prese un gelato enorme, con cono di biscotto e una montagna di panna da metterci sopra. Fece l'occhiolino al collega quando lui la fissò con aria sorpresa per la quantità di roba che aveva chiesto, lei che tutto sembrava tranne che una seria e composta docente di Hogwarts… ma quando mai? Non aveva dato quell'impressione dentro l'area del Castello, figuriamoci in un luogo come quello dove, invece, potevano essere liberi di essere semplicemente due giovani adulti con la voglia di fare un giro e divertirsi. Assaggiò anche la panna, e non poté trattenere un verso deliziato ed un commento entusiasta: era setosa, dolce al punto giusto, morbida e piena, proprio come piaceva a lei - e difatti sembrava una bambina in un negozio di caramelle, scena che probabilmente fece ridere Jeremiah di gusto.
Ah, lo vedo!
Vuoi assaggiare? - gli propose, allungando il cono verso di lui per permettergli di rubarle eventualmente un po' di panna, prima di lasciarlo libero di scegliere i propri gusti… anche perché il gelataio sembrava piuttosto impaziente.
Oh, certo, mi scusi. Per me... Fiordilatte e…
Seguì con lo sguardo gli occhi di Jeremiah, poiché le parve che qualcosa - Intuito (Sesto Senso) 25 - avesse catturato la sua attenzione, e non in positivo: quando lesse a sua volta il cartello col gusto del gelato, gli occhi si ridussero a due fessure, la mano libera si strinse leggermente a pugno, e dovette ricorrere a tutto l'auto-controllo disponibile - Concentrazione 13 - per non sbottare o dire qualcosa di molto poco carino. Normalmente, senza alcuna influenza della Luna, forse sarebbe riuscita a scherzarci anche sopra… ma in quel momento trovava odioso ed orribile usare una malattia come nome per un gelato, e provò l'improvviso bisogno di uscire da lì, come se le mancasse l'aria.
Signore, c'è altra gente dietro di lei!
Vada per fiordilatte e basta, cono standard... E comunque, non vedo cosa ci sia di tanto speciale in un lupo mannaro, trovo che l'idea sia solo di cattivo gusto.
Si morse il labbro a sangue per non aggiungere altro a quanto già detto da Jeremiah, anche perché la sua unica voglia, in quel momento, era di prendere la bacchetta e schiantare il gelataio contro la parete alle sue spalle: sapeva che era la Luna a farla ragionare in quel modo, per questo si limitò a prendere dei respiri profondi, cercando il portafogli nella borsa così da pagare la propria consumazione; in un gesto molto galante, invece, il collega la fermò e pagò per entrambi, conducendola poi fuori dalla gelateria dove si scusò per il suo comportamento.
Mi dispiace... Non volevo creare scompiglio, ma... Beh, penso che non sia una cosa carina quella lì.
Invece io penso che tu abbia fatto bene a farlo notare: non capisco davvero come si possa giocare con una cosa del genere, è… orribile. - commentò la giovane donna, e forse l'espressione seriamente disgustata sul suo volto avrebbe dato da pensare a Murray, portandolo alla considerazione che forse conosceva qualcuno affetto da tale malattia, non sarebbe stato così strano.
Era molto felice, in cuor suo, della serietà del professore di Storia della Magia, perché questo la portava a pensare che forse, più in là, avrebbe potuto confidarsi con lui; in quel momento non disse nulla, ovviamente, anche perché non le sembrava proprio il posto o il momento giusto. Oltretutto le uniche persone della scuola che sapevano della sua "condizione" erano Rebecca e Lindë - per ovvi motivi di appartenenza di Gilda - e Madeline e Monique - cioè la Preside e la VicePreside di Hogwarts; non l'aveva detto a nessun altro, insomma, perché non le piaceva l'idea di sbandierare qualcosa di così delicato e personale ai quattro venti come nulla fosse.
Ah, grazie per il gelato comunque! - esclamò subito dopo, come se ci avesse pensato solo in quel momento - Sei stato davvero molto galante, ma immagino che per un gentiluomo sia prassi comune… giusto? - scherzò, ritrovando per fortuna velocemente il sorriso di sempre.
Visto che a lei comunque non andava per nulla di fare shopping, non essendo mai stata quel genere di ragazza che andava matta per le compere, la Terran Ciclonis propose al suo accompagnatore di mostrarle invece un negozio che piacesse particolarmente a lui, una prospettiva ben più interessante che entrare ed uscire dai negozi di abbigliamento carica di vestiti che tanto non avrebbe mai indossato.
Co-come? Vuoi davvero sapere che tipo di negozi visito di solito? Non ti annoieresti?
Ma no, perché? È un bel modo per conoscerti, e poi di sicuro è più interessante che vagare senza meta!
Esclamò di rimando e con un gran sorriso la giovane donna, pronta a seguire Jeremiah ovunque l'avesse voluta portare: Murray sembrò indeciso per qualche istante, ma alla fine la portò di fronte alla vetrina di un negozio di… accessori per il Quidditch, almeno a prima vista.
Non seguo molto il Quidditch, ma le scope volanti mi affascinano e mi piace fare un salto da queste parti.
Anche a me piace molto volare… ma forse è un po' scontato. - commentò Phoebe ridendo, visto quale fosse l'Elemento che le sferzava in corpo.
Ma mi fermo qui per il semplice fatto che amo molto leggere ed essendo vicini...
Spostò lo sguardo sul negozio accanto a quello di fronte a cui si trovavano, riconoscendo una libreria dall'aria molto antica e piena di libri: curiosa, Phoebe vi si avvicinò, studiando dalla vetrina i vari testi che si potevano osservare fino a che uno in particolare non attirò la sua attenzione.
Potresti aspettarmi qui per un secondo? Devo prendere assolutamente una cosa!
Gli domandò gentilmente, e se Jeremiah avesse acconsentito, allora la Chamberlain gli avrebbe passato il suo gelato e sarebbe entrata nel negozio di corsa, uscendone meno di cinque minuti dopo con una busta tra le mani; a quel punto avrebbe ripreso il proprio gelato e avrebbe passato il pacchetto al collega con un gran sorriso.
Tieni, è per te! - esclamò entusiasta.
È un libro che ho letto tanto tempo fa… spero ti piaccia!
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da Jeremiah » 01/05/2014, 15:39
La gelateria che avevano scelto conteneva una vasta gamma di degustazioni e a Phoebe brillarono gli occhi per quel ben di Dio. Scelse subito un cono che potesse contenere almeno cinque gusti e questo sorprese leggermente Jeremiah che la guardò impressionato, non immaginando che una ragazza con il fisico come il suo riuscisse a mandare giù tutto quel gelato. Rise di gusto quando lei si fiondò sulla panna esprimendo tutto il suo entusiasmo per quella delizia e chiedendo se volesse assaggiare, ma fece cenno di no con il capo anche perché non amava molto la panna montata. Dalla folla presente comprese che il gelato che producevano in quel negozio dovesse essere di ottima qualità, ma lui decise di contenersi e scegliere solo fiordilatte: il motivo di quella scelta così limitata dipese da quel che notò subito dopo: una degustazione speciale il cui nome era "Werewolf", lupo mannaro. Non era una scelta molto azzeccata, anzi, lui la considerava davvero offensiva e inopportuna: per quanto ne sapeva lui non si era lupi mannari per scelta ma per via di uno scontro con un lupo mannaro finito fin troppo bene per la persona attaccata. Soppresse quel moto di rabbia, limitandosi a farlo notare al gelataio; dopodiché fece scivolare qualche galeone sul bancone e uscirono dal negozio, lui ancora sovrappensiero per quanto era avvenuto dentro. Inizialmente non seppe che dire, poi gli parve corretto scusarsi con lei per aver scaldato l'aria nella gelateria: in fin dei conti, se non l'avesse fatto, non sarebbe stato lui.
Invece io penso che tu abbia fatto bene a farlo notare: non capisco davvero come si possa giocare con una cosa del genere, è… orribile.
Annuì con un sospiro di sollievo, troppo impegnato a trovare la calma per associare l'espressione di disgusto di Phoebe a qualcosa in particolare; ipotizzò che lei la pensasse come lui e dunque quella smorfia era legata al disgusto per quella scelta poco appropriata nell'assegnazione di un nome al gelato. [Intuito (Perspicacia) = 23] Un attimo di incertezza sul da farsi: se non fosse per quanto era accaduto all'interno della gelateria avrebbero mangiato il gelato in tutta calma, magari trovando un tavolino per due e sedere lì per poi riprendere la passeggiata e visitare qualche posto prima di dirigersi verso il negozio di animali. Con la sua testardaggine e rara impulsività - che per di più veniva fuori quando meno doveva - erano dovuti uscire in fretta dal locale, costringendo così lei a terminare di mangiare il suo gelato per strada: ma quello non sembrò un problema, dato che lei continuò a gustarlo in tranquillità anche fuori di lì.
Ah, grazie per il gelato comunque!
Jeremiah le fece un cenno con la mano per farle capire che non c'era bisogno di ringraziarlo.
Sei stato davvero molto galante, ma immagino che per un gentiluomo sia prassi comune… giusto?
Lei mi conosce già fin troppo, signorina... Così finiremo che lei mi conoscerà totalmente, mentre io saprò solo il suo nome.
Esordì lui alzando le sopracciglia in una sorta di espressione da principe e con un accento e un lessico medioevale. Si unì subito alla sua risata e il gelato sembrò ancora più buono quando la sua risata culminò con un sorriso perfetto e smagliante. Era davvero felice che potesse farla sorridere: far sorridere qualcuno era una di quelle piccole soddisfazioni della vita: come se l'altra persona ci dicesse senza parlare che con noi al loro fianco si sente bene, allegra, tranquilla. Un biglietto da visita per un altro incontro. Quando gli chiese di visitare i posti in cui lui spendeva la maggior parte del tempo lì ad Hogsmeade rimase compiaciuto e sorpreso al tempo stesso: aveva compreso che Phoebe era diversa dal classico stereotipo di ragazza, ma non fino a quel punto. Si sincerò che fosse davvero sicura di quella richiesta, per paura di annoiarla.
Ma no, perché? È un bel modo per conoscerti, e poi di sicuro è più interessante che vagare senza meta!
Bene, allora!
Era entusiasta di quel programma, dunque scelse con cautela i posti che più lo interessavano. Fu un po difficile scegliere (era solo la seconda volta che visitava Hogsmeade), ma alla fine decise di condurla verso il negozio di scope e accessori per il Quidditch: non che fosse un grande appassionato, ma seguiva l'andamento del campionato (era un tifoso dei Wind Wakers) e qualche volta aveva assistito a delle partite. Raggiunsero il negozio velocemente e le mostrò la vetrina colma di aggeggi vari da adattare alle scope e i vari modelli, spiegandole che era attratto dai manici di scopa e dal volo in generale: quando era uno studente era persino entrato nella squadra di Quidditch di Aquilarossa, ma dopo aver giocato un anno e aver condotto la squadra alla vittoria del campionato, decise di rinunciare per dedicarsi pienamente allo studio. Era stato un Cercatore, per cui era parecchio abile sulla scopa.
Anche a me piace molto volare… ma forse è un po' scontato.
Rise insieme a lei, per quel che era una chiara allusione all'Elemento del Vento che regnava nella sua anima. Poi le indicò il negozio adiacente a quello di Quidditch: una libreria; amava leggere e quando il manoscritto gli piaceva particolarmente - se privo di impegni - era capace di rimanere nella sua stanza rinchiuso a leggere per un giorno intero. Spiò attraverso la vetrina, contemplando la miriade di libri che giacevano sugli scaffali di legno. Phoebe si avvicinò alla vetrina, osservando l'interno del negozio per qualche secondo; forse voleva dare un'occhiata ai manoscritti esposti, altrimenti non avrebbe saputo darsi una spiegazione, dato che se avesse voluto dare un'occhiata all'interno avrebbe potuto semplicemente farglielo presente ed entrare dopo aver finito il loro gelato.
Potresti aspettarmi qui per un secondo? Devo prendere assolutamente una cosa!
Certo!
Disse Jeremiah, facendo spallucce per farle capire che non c'era nessun problema; prese il gelato di lei (chiaro che non potesse entrare con un gelato in libreria) e la seguì con lo sguardo mentre entrava nel negozio di libri. L'attesa non fu lunga: dopo circa tre minuti uscì con una busta fra le mani, certo che dentro ci fosse un libro che probabilmente le interessava molto. Ma quando lei riprese il suo gelato e gli porse il pacco Jeremiah sembrò non capire; era evidente che il pacco fosse per lui, ma il gesto fu tanto inaspettato che il suo cervello non elaborò subito quanto era avvenuto. Si grattò la testa con un dito, per poi afferrare il regalo che lei gli stava porgendo con fare incerto.
Tieni, è per te!
Oh, grazie... Cioè, non dovevi, ma... Grazie!
Scosse la testa, riprendendosi da quel breve blackout mentale; sorrise con gli occhi e con la bocca a Phoebe, per poi rigirarsi il dono fra le mani, osservandolo attentamente: scartò l'incarto, certo che dentro ci dovesse essere necessariamente un libro, infatti fu così: quando ebbe scartato il regalo esaminò un libro rosso bordeaux dalla copertina rigida, abbastanza voluminoso; la copertina era ornata con dei ghirigori in basso rilievo che incorniciavano il titolo del libro di un famoso autore babbano (lo conosceva per nomea):
"Il Vecchio e il Mare"... Ernest Hemingway.
È un libro che ho letto tanto tempo fa… spero ti piaccia!
Jeremiah, ancora sorridente, levò lo sguardo dal libro per poi posarlo negli occhi a Phoebe, sporgendosi poi di poco verso di lei per lasciarle - se lei glielo avesse permesso - un lieve bacio sulla guancia: l'Acqua agì spontaneamente, concentrandosi tra le labbra e gli occhi, in modo tale che se Phoebe avesse accettato il suo bacio avrebbe sentito una strana freschezza circondarle la zona in cui era stato posato. Allora Jeremiah avrebbe abbassato lo sguardo un po intimidito, ma dopo qualche secondo l'avrebbe di nuovo guardata negli occhi e forse lei avrebbe potuto notare che i suoi occhi avevano cambiato colore, passando dal grigio chiaro, di cui erano tinti solitamente, al celeste: era un evento insolito quello, infatti tal fenomeno era incontrollato e si verificava solo quando riusciva a provare emozioni particolari che lo destassero dal consueto stato d'animo. Quella ragazza non stava facendo nulla di particolare o speciale, eppure l'Acqua si era increspata: l'Acqua si increspa solo se c'è Vento.
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