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Messaggioda Monique » 16/01/2014, 17:13

Flagstaff è una città degli Stati Uniti nella contea di Coconino, nello stato dell'Arizona.
È la principale città della Flagstaff Arizona Metropolitan Statistical Area ed è attraversata dalla storica Route 66. Flagstaff è la più grande città del nord dell'Arizona e un buon punto di ristoro per le visite al Grand Canyon, poco più di un'ora e mezza di macchina dal centro cittadino.
La città è situata sul lato sudovest del Colorado Plateau e sul lato ovest della più vasta foresta di pini "ponderosa" degli Stati Uniti continentali. Collocata ad una altitudine di circa 2.135 m s.l.m. Flagstaff si trova adiacente al monte Elden e a sud del San Francisco Peak, la più alta montagna dell'Arizona, composta da varie vette, tra cui Doyle Peak, Humphreys Peak, Agassiz Peak, Fremon Peak, famigliarmente chiamati dai locali "the Peaks". L'Humphreys Peak, con i suoi 3.850 metri è il punto più alto dell'Arizona. Il monte si trova a circa 16 km a nord della città.


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Messaggioda Nanée » 21/01/2014, 22:17

-Martedì 29 Settembre | Grand Canyon | ore 5.39-


Quasi aveva perso le speranze, con Yamato: egli non si era fatto sentire da lei per molto tempo, non le aveva scritto né aveva cercato di contattarla in alcun modo, e questo aveva portato Nanée a considerare chiusa qualsiasi possibilità di poterlo rivedere, in futuro.
Aveva proseguito per la sua strada, aveva abbracciato nuove possibilità lavorative accanto alla fedele macchina fotografica, aveva scoperto nuove bellezze nascoste di Gaia, ed aveva passato del tempo con la propria famiglia nella comunità druidica uruguaiana, coltivando i rapporti con i suoi fratelli e le sue sorelle non di sangue, ma di natura: eppure, quasi come una presenza costante sottopelle, aveva continuato a pensare a lui.
Quando i temporali avevano inondato la Terra e scosso il cielo con tuoni e Fulmini, la Druida aveva ricondotto il proprio pensiero all'Ignis Elios; e così anche quando il Fuoco era divampato di fronte a lei, che fosse nelle fiamme placide di un camino o nella lava incandescente di un vulcano, la sua mente aveva riportato a galla l'immagine dell'uomo conosciuto per caso a Tokyo, per un servizio fotografico fuori programma.
E così, quando ormai non aveva più considerato la possibilità di godere nuovamente della sua presenza, la sua lettera era giunta all'attenzione della bionda, che dopo una riflessione attenta aveva deciso di dare la possibilità all'uomo, e di darla anche a se stessa, di rivedersi: per questo si era trovata lì, nel Grand Canyon, alle 3 del mattino, con la chitarra sulle spalle, ben chiusa nel suo fodero, ben decisa a farsi una bella passeggiata fino al punto più alto di quella gola naturale, nata dal fiume Colorado.
Non aveva avuto difficoltà nello scalarla, grazie al fisico ben più che abituato - T/F 33 - ad affrontare percorsi impervi, salite massacranti o discese ripide: inoltre, avendo un bel po' di tempo per arrivare alla meta, aveva potuto prendere tutto con calma, godendosi il panorama che diventava sempre più spettacolare e mozzafiato man mano che saliva.
Alla fine, raggiunto quello che per lei era il punto perfetto, la vista che le riempì gli occhi bastò per ripagarla della fatica impiegata per arrivarvi.

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Sorrise tra sé, la Druida, sentendo il proprio cuore riempirsi d'amore per il Mana e per Gaia che aveva reso tutto ciò possibile, dimostrando la propria superiorità sull'uomo: il Sole stava sorgendo, e lei sapeva che sarebbe stata una questione di minuti prima che l'uomo comparisse di fronte a lei, guidato dagli Elementi, Fuoco e Fulmine in particolare, che Nanée aveva appena lasciato liberi di esplodere nel suo corpo, sovrastando gli altri quattro per risultare un richiamo verso l'Ignis impossibile da evitare.
Mentre lo aspettava, l'uruguaiana si fece scivolare la fodera della chitarra dalle spalle, posandola per terra ed aprendola così da dare aria alla chitarra ed accarezzare quello strumento che tanto amava e che poco spesso poteva permettersi di portare con sé.

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Si sedette poi a terra, appoggiandosi ad una roccia con le spalle per stare più comoda, per sentirsi interamente a contatto con Gaia: addosso, la donna indossava degli shorts di jeans color marrone che lasciavano le gambe interamente scoperte, un paio di stivali da cowgirl lunghi fino alla metà del polpaccio, una canotta dello stesso colore e sopra ancora un maglioncino lavorato a mano di lana leggerissima, al punto da risultare quasi trasparente.
I capelli erano sciolti, lunghi e biondi, e poggiavano sulla sua spalla sinistra, accarezzandole la guancia corrispondente; le ginocchia erano piegate verso il petto, così da dare un appoggio alle braccia, delle quali la sinistra era a sua volta piegata verso il viso, le dita che sfioravano la bocca con fare pensoso.
Lo sguardo chiaro, penetrante, si spostò dopo circa un minuto sulla destra, sentendo un impeto nel suo animo da parte degli Elementi che aveva lasciato predominare affinché indicassero a Yamato la via.

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Quando finalmente se l'ebbe trovato davanti, la Druida spostò la mano dalle labbra, incurvandole verso l'alto in un'espressione serena e soprattutto felice.

E finalmente i miei occhi possono godere della vista del Sole...
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Messaggioda Yamato » 22/01/2014, 19:13

[tahoma]29 Settembre - Grand Canyon - ore 5.45

Cos'era l'istinto se non la fiamma che ardeva indomita nell'anima di ogni Ignis che si rispettasse?
Impulsività, carattere indomito e irreprensibilità, superate solo dalla voglia di mettersi in gioco e non arrendersi mai, di fronte a nulla.
Yamato Kusanagi nella sua vita si era arreso qualche volta, in gioventù, da ragazzo giovane, adolescente e ingenuo.
Aveva versato lacrime, aveva riguardato al passato chiedendosi il perché di tanta stupidità, consolato dalla famiglia, da chi era più saggio di lui e successivamente dalla donna che, accanto a sé, lo accompagnò per molti anni fino al momento della morte in battaglia.
Quel lutto non fece altro che mostrargli la luce del Sole con ancor più nitidezza, risvegliando uno spirito razionale non necessariamente contenuto che lo aiutasse a guardare in faccia la realtà e saper valutare quando era possibile risvegliare il suo indomito e selvaggio spirito.
Ricco di tutti i consigli ricevuti, delle filosofie apprese e delle esperienze propedeutiche passate, l'Ignis Elios fu molto più elastico nel decidere di contattare una persona incontrata tempo prima, una Druida per la precisione, chiedendole di vedersi e scambiare di nuovo quattro chiacchiere in un posto voluto da lei, senza restrizioni, senza limitazioni, tanto si era dimostrata abbastanza arguta da capire quali potessero essere i luoghi più adatti a passare del tempo al Capo della Gilda del fuoco e dei fulmini.
Infatti, quando l'orientale vide giungere l'ultima lettera fondamentale, sorrise con leggerezza nel constatare che Nanée, quello il nome della figlia del Mana, era perfettamente in grado di accontentare entrambe i gusti.
Giusto l'orario di incontro lo fece accigliare perplesso e sorpreso, ma non fu un problema, adorava l'alba, era uno degli attimi migliori per osservare la maestosità del suo simbolo: il Sole.
Non mancò di vestirsi nel suo stile inconfondibile, già potuto osservare al loro primo incontro.
Un completo di colore nero: pantaloni classici, scarpe di pelle con cinturino e fibbia d'argento, camicia nera a maniche lunghe lasciata fuori e cinta di cuoio nero con fibbia sempre d'argento. Capelli sciolti e mossi, per dare quel tocco più libero e naturale, chiedendosi se le sarebbe piaciuto.
A differenza della donna, preferì comparire direttamente sulla vetta della grande roccia: le avrebbe mostrato le sue abilità atletiche in un'altra occasione, qualora ce ne fosse stato il caso e la possibilità.
Una volta arrivato, il fuoco dentro di sé prese ad aumentare con intervalli regolari, segno che un altro fuoco, molto potente e vivo in un altro cuore, lo stava chiamando, indicandogli dove posare lo sguardo.
In ogni caso, non fece in tempo a girarsi, perché la voce della Druida giunse al suo udito leggermente prima, facendolo voltare lentamente con il corpo che, manco a farlo a posta, si frapponeva tra lei e i raggi solari, così che sembrasse che partissero da lui.

E finalmente i miei occhi possono godere della vista del Sole...

Una vista attesa forse fin troppo a lungo...
E' assurdo inoltre pensare che possa esistere in natura qualcuno in grado di oscurare la lucentezza di quella stella...
Malgrado ciò, sono costretto a ricredermi.


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In effetti, la figlia del Mana era a dir poco stupenda: un modo di vestire così spontaneo, sensuale senza volerlo e meritevole di mettere in risalto non solo le forme della donna ma anche il suo carattere selvaggio e degno dell'appellativo di Druido.
Soltanto adesso, Yamato si accorse che la persona incontrata mesi fa, quella fotografa così discreta e professionale, altri non era che la maschera ben costruita di una creatura molto diversa, capace di fondersi in due mondi ma sapendo sempre quale far predominare davvero.
L'uomo fece qualche passo avanti, raggiungendola, soffermando lo sguardo sulle sue mani, non solo eleganti ma anche affusolate e grandi, con unghie spesse e lucenti, lisce, di suo immenso gradimento.
Ricercò infatti proprio quella parte del corpo, tendendo la propria per aiutarla, in un gesto voluto esclusivamente allo scopo di sfiorarla, ad alzarsi in piedi, fissandola negli occhi e spostandosi di poco sulla destra così da tornare a farla illuminare dal vero e autentico Sole.

Come stai?
Hai nascosto gli altri quattro elementi così bene da risultare quasi impercettibili.
Non staranno forse troppo stretti, stipati in un piccolo angolo?
[/tahoma]
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Messaggioda Nanée » 22/01/2014, 21:12

Aveva lasciato che Fuoco e Fulmini avessero momentaneamente la meglio sugli altri Elementi cosicché fungessero da richiamo per Yamato, affinché gli indicassero la via da seguire: e ce l'aveva fatta, aveva ottenuto ciò che voleva, egli finalmente le stava davanti.
Nanée lo studiò con attenzione discreta, soffermandosi sui lineamenti del volto, sul vestiario elegante, sui capelli leggermente lunghi e lasciati liberi che ingentilivano i suoi tratti marcati, rendendolo ancora più piacevole alla vista di quanto la Druida potesse ricordarsi.
Lo salutò a modo proprio, con una piccola battuta sulla sua natura di Ignis Elios, e sorrise dolcemente nel sentirsi rispondere non solo a tono, ma con un complimento nient'affatto velato che solo un Druido o un appartenente ad una Gilda avrebbe potuto apprezzare davvero.

Una vista attesa forse fin troppo a lungo...
E' assurdo inoltre pensare che possa esistere in natura qualcuno in grado di oscurare la lucentezza di quella stella...
Malgrado ciò, sono costretto a ricredermi.


Paragonarla al Sole e considerarla più bella, poteva forse esserci per lei complimento più dolce e gradito?
Scosse il capo, Nanée, quasi a rifiutare di essere considerata tanto bella e preziosa, le guance che però si coloravano di un rosso leggero simbolo di un compiacimento tanto sincero quanto inaspettato.

Togliamo pure il forse.

Replicò lei, palesando così quanto le fosse dispiaciuto aver dovuto attendere così tanto per rivederlo: d'altronde ora erano insieme e tutto sembrava poter passare in secondo piano.
Sentì lo sguardo dell'uomo su di sé e questo le fece piacere, ma la portò anche a chiedersi se ciò ch'egli aveva davanti fosse gradito alla sua vista, e soprattutto se ora gli fosse possibile osservarla in un'ottica diversa rispetto a quando si erano incontrati, quando ancora il suo cuore e la sua mente erano focalizzati su qualcuno che si era appena allontanato da lui e il cui distacco gli faceva male.
Osservò la mano del Sole sporgersi verso di lei, e subito allungò la propria per sfiorare le sue dita con le proprie, facendo fluire gli Elementi speculari a quelli dell'Ignis Elios cosicché potessero abbracciarsi e danzare insieme come spesso, almeno da parte sua, avrebbero voluto fare; e si alzò, intanto, ergendosi di fronte a lui in tutta la sua altezza che, questa volta, era contenuta in un vestiario ben diverso da quello elegante e sofisticato con cui l'aveva conosciuta, un abbigliamento che alla Druida si addiceva sicuramente molto di più.
Quando Yamato si scostò leggermente per permettere al Sole, quello vero, di baciarle il viso, mille riflessi dorati si crearono tra i capelli della ragazza, e forse in quel momento fu palese più di prima l'odore di selvaggio, di foresta, di pino misto a molti altri alberti che il suo corpo emanava, quell'odore unico e diverso per ogni Druido ma così indicativo del loro essere speciali.
La mano, tuttavia, quella non accennava a spostarsi, le dita che ancora sfioravano quelle dell'uomo senza apparentemente aver l'intenzione di tornare libere.

Come stai?

Molto bene, come sempre accade quando la natura mi concede spettacoli come questo... - ed indicò l'alba di fronte a loro, e i colori coi quali dava vita al luogo dove si trovavano rendendolo incantevole, mozzafiato - Ma forse, oggi, sto un po' meglio. - ammise dopo qualche secondo, rivolgendo a Yamato un sorriso più caldo, più complice.

Hai nascosto gli altri quattro elementi così bene da risultare quasi impercettibili.
Non staranno forse troppo stretti, stipati in un piccolo angolo?


Il Mana mi ha benedetta con sei Elementi, l'esperienza mi ha permesso di plasmarli secondo necessità... ma sì, credo sia ora di dare loro lo spazio che meritano. - convenne Nanée, socchiudendo gli occhi per un secondo e lasciando liberi quegli Elementi che prima aveva forzatamente trattenuto per richiamare l'uomo: quando questo avvenne, l'equilibrio in lei venne ristabilito, e con un sospiro leggero la Druida fu nuovamente su di lui con lo sguardo e con la mente, con un sorriso leggero ma sereno ad incurvarle le labbra.

Lui, dal canto suo, non avrebbe faticato a percepire tutti gli Elementi dalle dita che ancora sfioravano le proprie, e l'uruguaiana poteva solo sperare che la presenza di Acqua o Terra, o dei loro sottotipi, non lo spingesse nel caso a rifiutare quel contatto.

Sono molto felice di vederti, e ti trovo bene.
Il tuo aspetto non si discosta molto dall'ultimo ricordo che avevo di te, ma i capelli così ti donano più di quanto mi aspettassi, e sottolineano perfettamente il velo di ribellione che c'è in te.


Commentò con voce melodiosa, dimostrando così di averlo osservato a fondo e di trovare gradevole alla vista, diciamo pure bello, tutto ciò che aveva di fronte.

Ti chiedo scusa per l'orario, ma... non capita certo tutti i giorni di poter assistere ad uno spettacolo talmente coinvolgente, non trovi? - domandò subito dopo, attirandolo leggermente a sé così da potersi sedere vicino a lui nel punto in cui si trovava prima, non troppo distanti dalla chitarra della Druida ma abbastanza da non considerarla un impiccio alla loro comodità.
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Messaggioda Yamato » 23/01/2014, 18:19

[tahoma]Molto bene, come sempre accade quando la natura mi concede spettacoli come questo...
Ma forse, oggi, sto un po' meglio.


Rivolse gli occhi allo spettacolo del quale stava parlando la Druida, uno spettacolo molto conosciuto ma sempre più bello ad ogni episodio.
I raggi luminosi e caldi del Sole risplendevano sulla pelle orientale dell'uomo, rendendola ancora più abbronzata e caratteristica.
Un giorno forse avrebbe mostrato quello stesso meraviglioso dipinto del Mana a sua nipote Miyabi, forse proprio su quella vetta, a quell'orario.
Non replicò al dire di lei sul sentirsi meglio, sapeva a cosa si stava riferendo ed era contento e allo stesso tempo non del tutto capace di capire come mai le fosse entrato così tanto dentro, nei pensieri, tanto da essere la motivazione di un sollievo maggiore, di un sorriso più ampio e gioioso.
Con Celine Sauvage la questione fu differente: lei lo attirò nelle spire del suo fuoco ed egli fece altrettanto.
Un sentimento e un trasporto nato da una comune energia e un comune impegno, dilaniati dal senso di colpa da parte della francese ed evidentemente dalla troppa insistenza ad opera dell'Ignis Elios, troppo desideroso di avere al più presto quella donna tra le braccia, nel suo letto.
Adesso che guardava avanti, ricordando tutte le vicende passate con l'ora Maestro della Gilda, non poteva che dare ragione a quella persona che l'aveva rifiutato parlando di eccessiva similitudine, di estrema vicinanza in grado di scottare anche due come loro, quasi immuni all'ustione.
La diplomatica aveva preso un'altra strada, una strada che il Sole non avrebbe potuto di certo contestare, visto che al suo fianco, ora, c'era una persona identica a quella incontrata e con la quale si era messa assieme la consorella.

Il Mana mi ha benedetta con sei Elementi, l'esperienza mi ha permesso di plasmarli secondo necessità... ma sì, credo sia ora di dare loro lo spazio che meritano.

D'un tratto, quel fuoco e quell'elettricità che Yamato percepiva al 50%/50% nello spirito della Druida, divennero di una percentuale molto minore, poiché rientrarono forti e prosperosi anche l'acqua, il vento, la terra e il ghiaccio; quattro motivi per farlo trasalire, ma non abbastanza per farlo distanziare, difatti rimase lì, a guardare lei e guardare il suo corpo, il suo vestiario, ogni dettaglio, sempre con più attenzione, come se si fosse ogni volta dimenticato qualcosa: la realtà era che come Ignis, la passione e la sensualità vivevano in lui muovendosi sinuose come lingue fiammeggianti, per questo non poteva far altro che ammirare li curve altrettanto sinuose di Nanée, sperando nella sua buona conoscenza di quella Gilda e di quegli elementi da capire che quello era un istinto più forte di lui, un istinto che lo portava a farle dei complimenti silenziosi nel modo più diretto e umano che ci fosse.

Sono molto felice di vederti, e ti trovo bene.
Il tuo aspetto non si discosta molto dall'ultimo ricordo che avevo di te, ma i capelli così ti donano più di quanto mi aspettassi, e sottolineano perfettamente il velo di ribellione che c'è in te.


La stessa cosa non può essere detta di te, figlia del Mana.
Decisamente più incantevole dell'ultima volta e con un vestiario che finalmente ti si addice del tutto, palesando le tue origini e il tuo retaggio.
Per altro, suoni la chitarra, ho notato...


La voce uscì calda, avvolgente, morbida e pacata.
Un piccolo sorriso e uno sguardo più intenso negli occhi chiari della bionda Druida latina.
Fece qualche passo avanti, avvicinandosi al ciglio della montagna.
I capelli che ondeggiavano al tiepido vento del mattino americano.
A quell'ora la sua bambina stava ancora beatamente riposando, immersa, sperava lo zio, in dei sogni bellissimi e privi di sofferenza.

Ti chiedo scusa per l'orario, ma... non capita certo tutti i giorni di poter assistere ad uno spettacolo talmente coinvolgente, non trovi?

Non so, potrei darti ragione ma... Ci stiamo riferendo entrambi allo stesso spettacolo?

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... Comunque non temere, sono orari normali per me, svolgo molte occupazioni e questo già lo sai.
Inoltre, da qualche giorno mia nipote si è allontanata da casa per un seminario sul monte Mitake... Mi sveglio prima perché ne sento la mancanza.


E pensare che la giovane Stevens addirittura credeva di essere troppo di impiccio o fastidio dovendo rimanere tre mesi assieme a lui.
Quella ragazzina gli aveva riempito la vita, oltre ad averla cambiata, sopratutto perché nei suoi occhi vedeva una determinazione a guarire dal dolore e dalla sofferenza degna di una stirpe analoga alla Kusanagi, con la quale era imparentata seppur alla lontana.
Ad ogni modo, era importante che affrontasse diversi percorsi durante la sua permanenza lì da lui a Shizuoka: luoghi incontaminati, templi antichi, una settimana a contatto con i monaci più esperti di arti marziali e meditazione e la possibilità di apprendere molte tra le filosofie spiritualistiche ormai dimenticate nell'epoca moderna.
Comprendeva soltanto ora il torto a fin di bene che aveva fatto agli amici e ai professori di Hogwarts trattenendola con sé per cinque mesi, perché adesso che non la trovava più in cucina al mattino, per quanto fossero passati solo tre giorni, si stava accorgendo che quel sorriso, in grado di riscaldare anche i più remoti angoli del cuore, una volta osservato non se ne poteva più fare a meno.

Perché come può non mancare un sorriso come il tuo, nipote mia?

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Messaggioda Nanée » 23/01/2014, 21:10

La stessa cosa non può essere detta di te, figlia del Mana.
Decisamente più incantevole dell'ultima volta e con un vestiario che finalmente ti si addice del tutto, palesando le tue origini e il tuo retaggio.


Ed io che pensavo di essermi amalgamata alla perfezione col ruolo a cui mi sono dovuta adeguare... - mormorò Nanée con un sorriso a metà tra il divertito e il rassegnato - Evidentemente non sono stata brava come credevo, o forse ho avuto la sfortuna di trovarmi di fronte qualcuno che ha saputo cogliere la mia essenza in modo ben più profondo del normale. - che fosse sfortuna era opinabile anche dalla Druida stessa, visto quanto le brillassero gli occhi nonostante quella affermazione.

In effetti, lei vedeva come positivo che Yamato avesse colto così profondamente alcuni aspetti di lei pur avendola vista una sola volta, perché questo confermava il fatto che quell'attrazione che sentiva per lui, al di là del desiderio meramente fisico per un bell'uomo, avesse radici ben più solide, intense e giustificate di una voglia superficiale e che coinvolgesse semplicemente il corpo.

Per altro, suoni la chitarra, ho notato...

Non spesso quanto vorrei, ma sì.
Mi è stata donata da mio padre, il giorno del mio decimo compleanno... l'ha costruita lui, ed io la conservo con amore e devozione fin da allora anche se non posso permettermi di suonarla spesso.
Essere sempre in giro per il mondo significa, la maggior parte delle volte, dover lasciare indietro qualcosa e qualcuno... nel secondo caso la famiglia o gli amici, mentre nel primo proprio quegli oggetti che, portati appresso, rappresenterebbero un impiccio più che un valido aiuto al proprio obiettivo.
Ma visto che oggi è solo per noi, e che non c'è un lavoro da portare a termine... ho pensato potesse essere bello mostrarti una piccola parte di me che quasi nessuno conosce. E poi sei un produttore discografico, perciò sarò curiosa di ricevere un tuo parere professionale!


E si concesse una leggera e dolce risata a quelle parole, quasi imbarazzata ed improvvisamente timida all'idea che Yamato potesse giudicare una sua eventuale esibizione improvvisata: tutto ciò su cui poteva sperare, era che l'uomo si dimostrasse magnanimo nel suo giudizio, magari anche un poco parziale ed influenzato da quello che, qualsiasi cosa fosse, provava per lei.
Quando l'Ignis Elios fece qualche passo verso il ciglio del monte dove si trovavano, e dunque le lasciò la mano, Nanée sentiva un moto di fastidio nascerle spontaneo nel cuore: eppure non disse nulla, poiché egli aveva evidentemente agito come si sentiva di fare e non poteva certo incolparlo per questo.
Non disse nulla, infatti, scusandosi piuttosto per l'orario così precoce nel quale aveva deciso d'incontrarsi con lui: sapeva naturalmente che come Capo Gilda aveva molti doveri a cui adempiere, ma non significava certo che si alzasse ogni giorno prima dell'alba. E tuttavia, almeno da parte della Druida, valeva la pena alzarsi così presto, perché lo spettacolo che si poteva ammirare da quel luogo ripagava delle eventuali poche ore di sonno che ci si era lasciati alle spalle, un panorama nel quale anche lei si era persa con ammirazione e amore fino a che la voce di Yamato non la riportò alla realtà.

Non so, potrei darti ragione ma... Ci stiamo riferendo entrambi allo stesso spettacolo?

Volse il capo verso di lui, e quando gli occhi della Druida incrociarono quelli del Sole, le guance s'imporporarono di dolce imbarazzo e lo sguardo scese lentamente verso il basso: le labbra s'incurvarono in un sorriso leggero, timido, e gli Elementi vorticarono più velocemente dentro di lei, innalzandosi in onde fredde, calde, leggere, che rispecchiavano appieno ciò che possedeva nell'animo; onde che l'uomo avrebbe potuto percepire, perlomeno negli Elementi che erano gemelli dei suoi.

È già la seconda volta che mi paragoni ai figli dell'Universo... non mi starai viziando troppo?

Domandò l'uruguaiana, alzando leggermente lo sguardo su di lui, il viso che ancora puntava verso il basso, per osservarlo di sottecchi col sorriso che ancora le aleggiava sulle labbra, e che si sposava perfettamente col color rosso acceso delle guance incandescenti a causa del complimento.

... Comunque non temere, sono orari normali per me, svolgo molte occupazioni e questo già lo sai.
Inoltre, da qualche giorno mia nipote si è allontanata da casa per un seminario sul monte Mitake... Mi sveglio prima perché ne sento la mancanza.


La famiglia è ciò che ci riempie e ci migliora la vita... ed è soprattutto quando ne siamo lontani che ce ne rendiamo conto.

E lei sapeva bene di cosa stesse parlando, visto che per il suo lavoro come fotografa spesso si ritrovava a passare anche molto tempo lontana dalla sua comunità, dai genitori, dalle persone a cui voleva bene.

Se si trova ad un seminario, comunque, suppongo tornerà presto, no? Come si chiama? - gli domandò Nanée, mostrandosi sinceramente curiosa - È una Ignis come te?
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Messaggioda Yamato » 26/01/2014, 23:43

[tahoma]Ed io che pensavo di essermi amalgamata alla perfezione col ruolo a cui mi sono dovuta adeguare...
Evidentemente non sono stata brava come credevo, o forse ho avuto la sfortuna di trovarmi di fronte qualcuno che ha saputo cogliere la mia essenza in modo ben più profondo del normale.


Calcolando che se non l'avessi colta oggi non sarei qui... Faccio fatica a considerarla una vera e propria sfortuna.
Per altro, suoni la chitarra, ho notato...


Non spesso quanto vorrei, ma sì.
Mi è stata donata da mio padre, il giorno del mio decimo compleanno... l'ha costruita lui, ed io la conservo con amore e devozione fin da allora anche se non posso permettermi di suonarla spesso.
Essere sempre in giro per il mondo significa, la maggior parte delle volte, dover lasciare indietro qualcosa e qualcuno... nel secondo caso la famiglia o gli amici, mentre nel primo proprio quegli oggetti che, portati appresso, rappresenterebbero un impiccio più che un valido aiuto al proprio obiettivo.
Ma visto che oggi è solo per noi, e che non c'è un lavoro da portare a termine... ho pensato potesse essere bello mostrarti una piccola parte di me che quasi nessuno conosce. E poi sei un produttore discografico, perciò sarò curiosa di ricevere un tuo parere professionale!


A guardarla da lontano sembra essere dotata di una fattura e di un artigianato non indifferente.
I complimenti a tuo padre per la tecnica, anche se devo ancora valutare quanto è stata curata la cassa di risonanza acustica.
Ascolterò volentieri, ma ti avverto... Sono un critico piuttosto esigente e sopratutto sincero!


L'ultima frase venne accompagnata da un sorriso a cavallo tra il divertito e il curioso, stringendole appena di più la mano prima di lasciarla ed avvicinarsi al ciglio di quel monte non così alto rispetto a tanti altri, ma sicuramente bello, maestoso e dal quale si godeva una vista stupenda.
L'uomo non poté fare a meno di percepire quel moto di fastidio nato nella ragazza quando egli si allontanò, grazie alle fiamme in lei che divamparono irregolarmente seguendo una linea vacua e caotica, singolare e strana da interpretare.
Che quindi fosse rimasta sul serio così male del non essere più a contatto con il Sole? Del non stringere più la sua mano da un momento all'altro?
Segni inequivocabile per una persona qualunque forse, ma non per lui che da tempo aveva abbandonato il sentiero della ricerca al sentimento per dedicarsi a tutt'altro, in quel caso al crescere una bambina e poi anche il lavoro, il dimenticare un'altra Ignis, bella, incredibilmente bella... Per quanto c'era da ammettere che Nanée potesse competere molto facilmente con lei, un dato da non sottovalutare.
Trovandosi lì, Yamato Kusanagi aveva ammesso con sé stesso che c'era di più che il semplice desiderio di scambiare quattro chiacchiere con una persona tanto simile in quanto a carattere e mentalità alla defunta moglie.
La fotografa ogni qual volta sorrideva oscurava la bellezza del panorama, dettaglio che per altro lui stesso le fece notare con una sottile domanda che non poté far altro che tingere le gote di lei di un rosso acceso ed esprimere ancora una volta dagli occhi chiari la lucentezza dell'infinito.

È già la seconda volta che mi paragoni ai figli dell'Universo... non mi starai viziando troppo?

E' il Sole che ci permette di vivere ed avere luce, ma la Terra è la massima esposizione della vita e delle meraviglie.
In quanto a potenza e bisogno, il Sole primeggia, ma in quanto a bellezza e fascino, nonché complessità, è Gaia l'indiscussa vincente.
Essendo poi tu ai miei occhi non solo un'incarnazione di Gaia oltremodo incantevole ma addirittura dotata di tutti i doni che Gaia stessa ti ha fatto per renderti il massimo esponente tra le sue stirpi e specie... E' normale che ti consideri in grado di competere anche con un tale protagonista.
Se tutto questo è viziarti, allora non è una attività che riuscirò molto facilmente a togliermi dalla testa...


Rimase a fissarla con estrema intensità, diventando più serio, trasportato dal fuoco, dall'elettricità e dall'istinto che ogni Ignis sapeva mostrare molto più delle altre due Gilde, poiché quello era il loro dono, il loro retaggio, il loro più grande pregio e il loro più grande difetto.

... Dovrei diventare cieco in questo istante e forse... Non riuscirei ulteriormente a ritrattarmi, memore in eterno di quella splendida visione che è la tua persona, Nanée.

Dopo di che, si lasciò andare in un tenue sorriso carico di calore e gentilezza e si, forse anche un piccolo accenno di imbarazzo.
Da quando non si trovava a parlare così nei confronti di una donna? Molto tempo, molte settimane, molti mesi.
Si fidava della sua preziosità e non sapeva se stesse facendo male o meno, perché alla fine non si conoscevano tantissimo e lui di lei sapeva quasi nulla, ma sempre quell'istinto, quella grossa arma a doppio taglio, lo convinceva e lo invogliava a non pentirsi delle proprie parole, espresse con il cuore in mano e l'anima viaggiante verso la sua, mischiando le fiamme e i tuoni, tenendo da parte acque e terremoti.
Più andavano avanti in quella conversazione iniziata nemmeno da un quarto d'ora e più Yamato si sentiva davvero soddisfatto di essersi alzata così presto per andare lì ad incontrarla, con tutto che lei si scusava per averlo buttato giù dal letto a notte fonda, trovando però la conferma che andasse tutto bene, perché la nipote del Sole era via da qualche giorno ed a causa della mancanza, egli riusciva nel suo intento di riposare per molto meno tempo rispetto all'orario normale.

La famiglia è ciò che ci riempie e ci migliora la vita... ed è soprattutto quando ne siamo lontani che ce ne rendiamo conto.

O quando scompaiono del tutto.
... Sai, lei è l'unica sopravvissuta alla strage di Enoshima di due anni fa.
Si trovava ad Hogwarts in quel periodo, per questo non si trovava lì al momento del disastro.
... Sono un parente molto alla lontana ma sto cercando di fare ogni cosa pur di avvicinarmi quanto meno ad uno zio di primo grado.
Lei è deliziosa, intelligente, forte, rispettosa.


Se si trova ad un seminario, comunque, suppongo tornerà presto, no? Come si chiama?
È una Ignis come te?


Ammetto, lo vorrei tanto, ma no, non è una Ignis e penso non lo sarà mai.
Tornerà entro quattro giorni, si chiama Miyabi... Magari un giorno, forse, te la farò conoscere, se vorrai...


Aprì leggermente il braccio destro, chiedendole con un gesto della mano di avvicinarsi a lui ed affiancarlo.
Qualora ella avesse accettato e avesse mosso passo in sua direzione, l'uomo avrebbe cercato di capire se davvero prima l'irrequietezza in lei era data dall'improvviso loro distacco, cingendole il fianco il braccio e stringendola senza eccessiva energia, ma solo complicità.
In quello stesso momento, il Sole raggiungeva l'apice della sua bellezza, splendendo meravigliosamente e riscaldando i loro corpi.
Culmine dell'alba, da quel momento in poi sarebbe cominciata la sua scalata verso l'alto, come ogni giorno, da milioni di anni, eppure, anche dopo tutto quel tempo rimaneva pur sempre un'opera d'arte da mozzare il fiato e lasciare muti di fronte a cotanto potere e maestosità.

... Quando vuoi, puoi rendermi partecipe del tuo talento.[/tahoma]
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Messaggioda Nanée » 27/01/2014, 0:37

A guardarla da lontano sembra essere dotata di una fattura e di un artigianato non indifferente.
I complimenti a tuo padre per la tecnica, anche se devo ancora valutare quanto è stata curata la cassa di risonanza acustica.
Ascolterò volentieri, ma ti avverto... Sono un critico piuttosto esigente e sopratutto sincero!


Temo il tuo essere esigente ma aspiro alla massima sincerità, da parte tua… sarò felice di aprirti un piccolo spiraglio sul mio mondo, sperando possa essere di tuo gradimento.

Gli sorrise, con dolcezza.
Un poco di agitazione animava i suoi Elementi al pensiero di cantare per lui, poiché solitamente dedicava la sua voce proprio ai figli di Gaia, che fossero piante, animali, o agli Elementi stessi, come il Fuoco o il Vento; ora, invece, avrebbe cantato per Yamato, che probabilmente, e senza nulla togliere a nessuno, di musica ci capiva molto di più del suo pubblico abituale.
Ma vi era in lei anche un po' di fastidio, nato quando egli si scostò da quel tocco lieve creato dallo sfiorarsi di dita tra la sua mano e quella di Nanée, un distacco dovuto al suo volersi avvicinare al ciglio della montagna per ammirare il panorama ancor più da vicino, quasi a poter toccare il Sole, lui che lo rappresentava per gli Ignis, solo allungando un po' il braccio.
Eppure sembrava che per lui ci fosse qualcosa che superava la bellezza di quella visione, qualcuno, per la precisione, di terreno, che nonostante il suo essere tale pareva quasi in grado di poter vincere, per l'uomo, una gara di beltà contro i figli dell'Universo, quali il Sole stesso e le altre stelle.

E' il Sole che ci permette di vivere ed avere luce, ma la Terra è la massima esposizione della vita e delle meraviglie.
In quanto a potenza e bisogno, il Sole primeggia, ma in quanto a bellezza e fascino, nonché complessità, è Gaia l'indiscussa vincente.
Essendo poi tu ai miei occhi non solo un'incarnazione di Gaia oltremodo incantevole ma addirittura dotata di tutti i doni che Gaia stessa ti ha fatto per renderti il massimo esponente tra le sue stirpi e specie... E' normale che ti consideri in grado di competere anche con un tale protagonista.


Dobbiamo ringraziare allora che il Sole non sia senziente e non conosca invidia per la bellezza degli uomini, o potrebbe decidere di non concederti più il suo favore, dopo quello che hai detto. - commentò la Druida, ma di un rosso acceso si erano tinte le sue gote a seguito di quelle parole così poetiche e in grado di lusingare il suo essere, non tanto come figlia di Gaia quanto più come donna vera e propria.

Se tutto questo è viziarti, allora non è una attività che riuscirò molto facilmente a togliermi dalla testa…

Colse la serietà nel suo sguardo, e per qualche istante le sembrò quasi che il cuore le si fermasse nel petto, che smettesse di battere per non turbare in alcun modo la preziosità di quel momento tra loro.

... Dovrei diventare cieco in questo istante e forse... Non riuscirei ulteriormente a ritrattarmi, memore in eterno di quella splendida visione che è la tua persona, Nanée.

Abbassò lentamente lo sguardo, priva di parole adeguate che potessero esprimere ciò che realmente provava in quegli istanti: ma erano i suoi Elementi a parlare per lei, sì, perché essi erano divampati nel suo animo, danzando e fondendosi sulle note di una melodia immaginaria fatta di imbarazzo, onore, sorpresa, lusinga.
Per questo accolse con piacere il cambio di argomento nella conversazione, consapevole che altrimenti sarebbe riuscita a parlare molto poco, troppo presa a combattere contro il timido imbarazzo di fronte alle parole dell'uomo.

O quando scompaiono del tutto.
... Sai, lei è l'unica sopravvissuta alla strage di Enoshima di due anni fa.
Si trovava ad Hogwarts in quel periodo, per questo non si trovava lì al momento del disastro.


Si portò una mano sulle labbra mentre l'espressione del viso si faceva sorpresa, angosciata: la sua comunità druidica, la sua famiglia, rappresentava per lei un pilastro essenziale, un baluardo nella sua crescita e formazione come essere umano prima ancora che come Druida… doveva essere terribile, per la nipote di Yamato, essere stata privata di tutto questo, per di più in giovane età.

... Sono un parente molto alla lontana ma sto cercando di fare ogni cosa pur di avvicinarmi quanto meno ad uno zio di primo grado.
Lei è deliziosa, intelligente, forte, rispettosa.


Quando avvengono queste disgrazie non si può fare a meno di chiedersi cosa esista oltre a noi al mondo, se una qualche forza che non sia il Mana, la Trama, Gaia o il Conflux, che permetta l'avvenimento di tali disgrazie.
Tuttavia mi rispondo quasi sempre che per quanto la natura sia capace di mettere l'uomo in pericolo e responsabili di accadimenti terribili, spesso i peggiori sono proprio quelli compiuti dall'essere umano.
- mormorò Nanée, abbassando la mano con un sospiro leggero - Mi dispiace molto per tua nipote, ma almeno può vantare la presenza di un grand'uomo, accanto a sé. - aggiunse con un sorriso velato, sincero, partecipe del dolore che sicuramente l'Ignis Elios provava, e che la spinse ad azzardare ancora, a dare spago alla propria curiosità chiedendogli se la nipote facesse parte o meno della sua Gilda.

Ammetto, lo vorrei tanto, ma no, non è una Ignis e penso non lo sarà mai.
Tornerà entro quattro giorni, si chiama Miyabi... Magari un giorno, forse, te la farò conoscere, se vorrai...


Mi farebbe molto piacere. - ammise Nanée, che per il momento non disse nulla sulla possibilità di "regalarle" un Elemento, di donarle una scintilla elementale che le permettesse un giorno di essere magari parte di una famiglia nuova, spesso più unita e forte di quelle di sangue: se frequentava Hogwarts era ancora una studentessa, in fondo, perciò non c'era motivo di affrettare forzatamente i tempi.

Quando vide Yamato allargare il braccio destro e chiamarla così a sé, la Druida fu titubante per un secondo: temeva di esporsi troppo, l'uruguaiana, più di quanto avesse già fatto.
D'altronde, però, gli Elementi del Sole chiamavano i suoi, e così ella gli si avvicinò, lasciandosi cingere il fianco e permettendo a Fuoco e Fulmine di abbracciare nuovamente i gemelli in un connubio perfetto, che la fece sentire subito meglio: lo sguardo si perse all'orizzonte, quegli occhi intensi ora concentrati sulla meraviglia che avevano di fronte.

... Quando vuoi, puoi rendermi partecipe del tuo talento.

Chissà se sarà degno di essere chiamato tale…

Commentò la Druida con un sorriso vagamente imbarazzato, spostandosi così verso la chitarra e dovendo dunque nuovamente interrompere il contatto tra loro: a Yamato sarebbe dispiaciuto?
Si sedette per terra, senza alcuna remora né timore di sporcarsi, un po' perché anche volendo non avrebbe potuto, un po' perché la bellezza dello stare a contatto con un Elemento naturale riusciva ad azzerare ogni possibile fastidio.
Abbracciò la chitarra con entrambe le mani, poggiandosela sulle ginocchia ora incrociate, prendendo il plettro con le dita della mano destra per sfiorare le corde: socchiuse gli occhi, immaginandosi la melodia che aveva in mente, fatta di ben altro che quel solo strumento... ma esso aveva a disposizione, e sperava che bastasse a Yamato per riconoscere il senso di quella canzone, le sue parole e la sua melodia.
Riaprì gli occhi, prese un bel respiro, ed iniziò a far danzare il plettro sulle corde della chitarra - T/A 16 + 16/d20 = 32 | C/A 16 + 14/d20 = 30 - liberando i propri Elementi che quasi, agli occhi di Yamato, sarebbero sembrati come proiettati fuori dal corpo della Druida per danzarle intorno, forti e speciali come lei.



When the cold wind is a calling
(Quando il vento freddo ti sta chiamando)
And the sky is clear and bright,
(E il cielo è chiaro e luminoso,)
Misty mountains sing and beckon,
(Montagne sfocate cantano e mi fanno cenno,)
Lead me out into the light
(Mi accompagnano verso la luce)

I will ride, I will fly,
(Correrò, volerò,)
Chase the wind and touch the sky,
(Inseguendo il vento e toccando il cielo,)
I will fly,
(Volerò,)
Chase the wind and touch the sky
(Inseguendo il vento e toccando il cielo)


Alzò un secondo lo sguardo su di lui, quasi a voler cogliere le sfumature del suo sguardo: gli stava piacendo? Lei, d'altronde, non era una cantante, ma solo una donna, una Druida che cantava di ciò che sapeva...
Sarebbe bastato questo a fare breccia nel cuore dell'uomo?

Where dark woods hide secrets,
(Dove boschi oscuri nascondono segreti,)
And mountains are fierce and bold,
(E le montagne sono aggressive e forti,)
Deep waters hold reflections,
(Acque profonde possiedono riflessi,)
Of times lost long ago
(Di tempi persi tempo fa)

I will hear their every story,
(Ascolterò ogni loro storia,)
Take hold of my own dream,
(Le affermerò nel mio sogno,)
Be as strong as the seas are stormy,
(Sarò forte come i mari sono tempestuosi,)
And proud as an eagle's scream
(E fiera come il grido di un'aquila)

I will ride, I will fly,
(Correrò, volerò,)
Chase the wind and touch the sky,
(Inseguendo il vento e toccando il cielo,)
I will fly,
(Volerò,)
Chase the wind and touch the sky
(Inseguendo il vento e toccando il cielo,)

And touch the sky
(E toccando il cielo)

Chase the wind, chase the wind
(Inseguendo il vento, inseguendo il vento)

Touch the sky
(Toccando il cielo)


La musica finì, le parole anche, e Nanée rimase per qualche secondo immobile, sentendo l'ultima nota scivolare via dalla chitarra per perdersi proprio in quel Vento di cui aveva cantato fino a poco prima: poi, lentamente, alzò lo sguardo sull'uomo, studiandolo di sottecchi quasi in trepidante attesa del suo giudizio.
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Messaggioda Yamato » 29/01/2014, 0:18

[tahoma]La strage di Enoshima rappresentava per Yamato Kusanagi un punto di svolta per la propria vita, un capitolo tutto nuovo scritto per lui come per tanti altri, in grado di cambiare per sempre la visione delle priorità e dei rapporti, degli affetti e dei rancori.
Nessuno poteva essere sicuro che ci fosse dietro l'opera di una organizzazione magica segreta e malavitosa, ma la scomparsa e la morte di così tante persone in una notte era un'impresa impossibile anche per le migliori tecniche di distruzione babbana del periodo.
A causa di quella catastrofe, Miyabi, sua nipote di quarto grado, aveva incontrato per la prima volta il dolore, faccia a faccia, uscendone inizialmente sconfitta perché no, a quell'età non si poteva chiedere ad una ragazzina di fare miracoli, di resistere tanto alla sofferenza dell'anima.
Eppure lei aveva combattuto in un certo senso, ed il segno dimostrativo era che aveva acquistato un nuovo sorriso in poco tempo, facendo capire che necessitava assolutamente di una persona che le stesse vicino, che la guidasse, che la rendesse partecipe di un nucleo familiare che le era stato strappato e che le mancava immensamente.

Quando avvengono queste disgrazie non si può fare a meno di chiedersi cosa esista oltre a noi al mondo, se una qualche forza che non sia il Mana, la Trama, Gaia o il Conflux, che permetta l'avvenimento di tali disgrazie.
Tuttavia mi rispondo quasi sempre che per quanto la natura sia capace di mettere l'uomo in pericolo e responsabili di accadimenti terribili, spesso i peggiori sono proprio quelli compiuti dall'essere umano.
Mi dispiace molto per tua nipote, ma almeno può vantare la presenza di un grand'uomo, accanto a sé.


Ma sopratutto di un grande spirito, il proprio.
Spiriti come il suo ne ho incontrati pochi nella vita e posso affermare con sicurezza che quella giovane nasconde molto più di ciò che crede.
Il viaggio mistico che le sto facendo affrontare in questi giorni la aiuterà a scoprire in sé molte risorse finora sconosciute.
Ci sono cose che nemmeno io posso insegnarle ma confido nella profondità del suo cuore e nella tenacia del suo coraggio ferito.
Tornerà entro quattro giorni, si chiama Miyabi... Magari un giorno, forse, te la farò conoscere, se vorrai...


Mi farebbe molto piacere.

E a me farà piacere sapere che vi conoscerete.
Magari... Se puoi, quando la osserverai, cerca di capire se forse si sta creando un elemento nel suo animo.
Io non ho notato o percepito un'aura particolare ma... Seppur mi duole ammetterlo... Voi siete più capaci di noi ad individuare questi doni.


E sapeva che Nanée non l'avrebbe biasimato nel sentire quelle parole.
Lui era pur sempre il Sole e dunque, la massima autorità di una delle tre Gilde, quindi forse era giustificato nel non essere così entusiasta della sua capacità limitata rispetto ad un qualunque Druido, anche il più giovane, di scrutare nello spirito altrui per cercare la traccia di un elemento ancora non palese ma visibile alla lontana. Ulteriore conferma che per lui non era affatto un peso se riferito nella fattispecie a quella particolare figlia di Gaia fu che la invitò ad avvicinarsi per poi circondarla con il braccio e stringerla a sé, sentendo immediatamente il fuoco e il fulmine nel suo corpo vibrare ed andare espandendosi immediatamente, quasi fosse una sorta di esplosione incontrollata e naturale.
Certi segnali difficilmente si potevano equivocare e Yamato, per quanto controllato nel suo atteggiamento, non poté non chiedersi allora come dovesse comportarsi con lei, con quella situazione, con quelle sensazioni e quei sentimenti nuovi nati finalmente al momento della sua tranquillità interiore, dopo la brutta storia terminata male con Celine, la precettrice Ignis.
Meglio non rifletterci, per il momento, ed ascoltare la musica e le doti di Nanée, la quale seppur titubante e imbarazzata, cercò di concentrarsi per dare il meglio di sé e dimostrare le sue capacità canore e con la chitarra, riuscendoci anche molto, molto bene.

Chissà se sarà degno di essere chiamato tale…

Le strofe trasmettevano libertà, voglia di vivere, desiderio assoluto di spontaneità e naturale predisposizione all'ignoto, all'avventura.
Non c'era niente in quella musica, in quel brano, che non la rispecchiasse perfettamente, ritraendola per quello che era e per quello che rappresentava. Toccare il cielo, volare, essere fieri, ascoltare le favole e i pensieri di Gaia, del Conflux, di tutte le creature del mondo.
Poesia, autentica poesia trasformata in rime e note musicali, semplici nell'aspetto ma profonde ed evocative nella metafora decantata.
Yamato non si perse nemmeno un secondo, fissandola come si fissava un'autentica meraviglia, come un tempo fissava la stessa donna che l'aveva fatto innamorare e ciò, in parte, lo sorprese da un punto di vista che non seppe definire positivo o negativo.
Le dita strimpellavano con maestria, segno che comunque ci sapeva fare abbastanza, anche se qualche imprecisione ogni tanto usciva fuori ma solo ad un orecchio fin troppo allenato come il suo: probabilmente un qualunque ascoltatore standard non avrebbe trovato imperfezioni ma semplicemente avrebbe mosso la testa a tempo con il ritmo della ballata.
Quando poi terminò lentamente l'esibizione facendo scomparire nel vento le vibrazioni delle corde dello strumento acustico, il critico incalzò con un piccolo applauso ed un sorriso tranquillo, sereno e più che sincero, avvicinandosi per poi mettersi in ginocchio ed essere alla stessa altezza della Druida seduta su un rialzo di roccia.

Immagino che questo testo sia opera tua.
Sono abbastanza colto in materia da poter affermare con certezza che un'opera simile non esiste negli archivi storici della musica.
... Sai che potrei fartela anche incidere e guadagnare molto denaro?
Utilizzeresti uno pseudonimo, se ti può far stare più tranquilla e sicura... Ma faresti innamorare molte persone.


Un piccolo sospiro, voce più profonda, quasi sussurrata.

... Come stai facendo innamorare il sottoscritto.[/tahoma]
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Messaggioda Nanée » 29/01/2014, 13:22

Lo sconcerto era diventato il sentimento predominante nell'animo di Nanée quando Yamato le aveva confessato il motivo per cui la nipote dell'uomo si trovava da lui, invece che nella scuola di Hogwarts dove normalmente studiava: non una visita di piacere, come immaginava la Druida, bensì una condizione quasi forzata a seguito della perdita della ragazza di tutta la sua famiglia, eccezion fatta per l'Ignis Elios, a causa della strage avvenuta ad Enoshima.
Il dolore dell'uomo per quell'avvenimento era percepibile non tanto dalla sensibilità della Druida, poiché egli era anche molto bravo a non mostrarlo esternamente, quanto più dai suoi Elementi, come se avessero individuato l'amarezza e la tristezza del Fuoco e del Fulmine del Sole e volessero condividerli con loro, per farli sentire meno soli: Yamato, infatti, avrebbe senza dubbio percepito gli Elementi gemelli ai suoi fondersi gli uni con gli altri, ma quelli dell'uruguaiana più morbidi di prima, quando danzavano con passione coi propri, quasi volessero cullare quelli dell'uomo ed alleviare la loro sofferenza.
Ciò che tranquillizzava un po' Nanée era che, nonostante la situazione palesemente negativa per la Giapponese, se non altro poteva dire di non essere sola, ma al contrario di poter contare sulla presenza di Yamato accanto a sé, di una persona forte, integra, concreta e amorevole, che avrebbe saputo sicuramente come stemperare almeno un po' la solitudine che con tutta probabilità Miyabi si portava nel cuore.

Ma sopratutto di un grande spirito, il proprio.
Spiriti come il suo ne ho incontrati pochi nella vita e posso affermare con sicurezza che quella giovane nasconde molto più di ciò che crede.
Il viaggio mistico che le sto facendo affrontare in questi giorni la aiuterà a scoprire in sé molte risorse finora sconosciute.
Ci sono cose che nemmeno io posso insegnarle ma confido nella profondità del suo cuore e nella tenacia del suo coraggio ferito.


Io confido in Gaia, nel tuo Conflux, affinché possa indicarle la strada da seguire per temprare il proprio animo senza corromperlo con la vendetta o l'odio... - commentò Nanée, con un lieve sorriso dolce sulle labbra - Ma confido anche nella tua guida per lei, non come quella di un Capo Gilda, ma come zio affettuoso e pronto a starle accanto per tutto il tempo che le sarà necessario. - la voce si fece più morbida a quelle parole, forse velata di rispetto per colui che aveva di fronte, più come persona che come Ignis Elios.

Dentro di sé pregò Gaia che proteggesse quella ragazza, e che, pur sapendo di non avere diritto di chiedere un tale favore perché tutti agli occhi della Natura erano uguali, ella potesse trovare la pace interiore presto o tardi, appoggiandosi alla presenza rassicurante dello zio accanto a sé ma chissà, magari anche al conforto di un Elemento che l'avrebbe inserita in una Gilda, restituendole in parte la famiglia che aveva perso, con persone diverse ma con lo stesso attaccamento di quella sangue... forse anche di più.

E a me farà piacere sapere che vi conoscerete.
Magari... Se puoi, quando la osserverai, cerca di capire se forse si sta creando un elemento nel suo animo.
Io non ho notato o percepito un'aura particolare ma... Seppur mi duole ammetterlo... Voi siete più capaci di noi ad individuare questi doni.


Anche Yamato, evidentemente, stava pensando la stessa cosa, e questo portò la Druida ad annuire con un gesto deciso del capo, allungando una mano per sfiorare leggermente il braccio di lui in un segno di delicato conforto - La osserverò fin dentro l'anima, e farò tutto il possibile per aiutarla... te lo prometto.

Non un accenno alla seconda parte dell'affermazione di lui, alla superiorità che stava riconoscendo ai Druidi in tal senso, perché non v'era motivo di porvi accento più di quanto il Sole avesse già fatto: avrebbe sfruttato questa sua capacità in più, e non solo quella, anche se l'uomo questo ancora non poteva saperlo.
Si avvicinò poi a lui, su sua richiesta, e quando i loro corpi furono nuovamente a stretto contatto, ecco che gli Elementi gemelli a quelli dell'uomo s'innalzarono spontaneamente, avvolgendo entrambi, in una reazione del tutto spontanea che non era possibile controllare, o che forse Nanée semplicemente non voleva controllare, perché non se ne vergognava: il Sole scatenava dentro di lei, nei suoi Elementi ma anche nel suo cuore, dei moti mai provati prima per qualcun altro, un'attrazione fisica, certo, ma anche mentale e spirituale che la portavano a sentirsi bene quando gli poteva stare vicino, e male quando immediatamente dopo se ne staccava.
Lui se ne rendeva conto, e nel caso provava le stesse cose? Non volle domandare nulla, la Druida, poiché preferiva che fosse lui, eventualmente, a parlargliene in modo spontaneo, decidendo di concentrarsi sulla sua chitarra e sulla canzone che con essa avrebbe cantato e suonato di fronte a Yamato, nelle vesti del severo ed attento produttore discografico.
Senza pensare a come stesse andando, al fatto che per la prima volta stava facendo ascoltare a qualcuno le sue canzoni e la sua voce, l'uruguaiana si lasciò andare, seduta a terra con le gambe incrociate, la chitarra sulle cosce, le dita della mano sinistra che si muovevano leggere sulle corde e quelle della destra che stringevano il plettro, lo sguardo perso di fronte a sé e i capelli che dolcemente le ricadevano sulla spalla destra, accarezzandole ogni tanto la guancia: lasciò che gli Elementi prendessero pieno possesso di lei, espandendosi, cullando quasi la sua voce per innalzarla grazie al Vento, per renderla impetuosa come la più agitata delle correnti d'Acqua ed avvolgente come il calore del Fuoco...
Alla fine, quando la canzone finì, Nanée alzò lo sguardo sull'uomo, piuttosto curiosa di sapere cosa egli ne pensasse ed osservandolo inginocchiarsi così da essere alla sua stessa altezza dopo averle concesso un piccolo applauso.

Immagino che questo testo sia opera tua.
Sono abbastanza colto in materia da poter affermare con certezza che un'opera simile non esiste negli archivi storici della musica.


Sì... l'ho scritta io.
Questa ed un altro paio di canzoni, anche se non posso confermare la loro validità.
- rispose Nanée, le guance appena più rosse del normale per quell'ammissione.

... Sai che potrei fartela anche incidere e guadagnare molto denaro?

Non ho mai pensato di guadagnare denaro con le mie canzoni... - ammise la donna, che in effetti non aveva mai neanche ipotizzato di farle ascoltare a qualcuno - ... ma potrebbe essere un ottimo modo per fare beneficenza. - aggiunse la Druida, le labbra che si aprivano ad un sorriso radioso - Tu cosa ne pensi? Esistono molte organizzazioni, anche nel mondo babbano, che cercano di proteggere come possono le creature di Gaia... sono certa che un piccolo aiuto non potrebbe che far loro comodo.

Chiaramente, insomma, non desiderava tenere per sé l'eventuale denaro che avrebbe potuto guadagnare dall'incisione delle sue canzoni, ma piuttosto sarebbe stata ben contenta di donarlo a chi ne avesse avuto bisogno per preservare il benessere di Gaia, che fosse un figlio della Trama o meno.

Certo, però, non sono sicura di voler diventare... famosa.
O comunque conosciuta, col mio vero nome... preferirei l'anonimato, così potrei continuare con la mia vita senza sconvolgerla più del dovuto.
- ad esempio continuando ad essere considerata, in entrambi i mondi, come un'eccellente fotografa, e nulla di più - Pensi sia possibile?

Utilizzeresti uno pseudonimo, se ti può far stare più tranquilla e sicura... Ma faresti innamorare molte persone.

Sorrise dolcemente a quelle parole, arrossendo, del tutto impreparata a quello che sarebbe venuto dopo, alle parole che dopo qualche istante Yamato Kusanagi pronunciò in un sussurro profondo.

... Come stai facendo innamorare il sottoscritto.

Immagine Immagine


Se avesse potuto, se ne fosse stata in grado, in quel momento Nanée sarebbe come minimo andata in auto-combustione, esplodendo in una scintilla incandescente di Fuoco ed in una luce accecante di Fulmine, gli Elementi che Yamato alimentava con la sua vicinanza: le pupille si dilatarono e gli occhi si sgranarono, mentre la bocca si schiudeva per formare una piccola "O" perfetta.
Il cuore... oh, lui ormai batteva ad un ritmo tutto suo, e non sembrava voler tornare a funzionare normalmente, secondo gli standard: come negare l'emozione che l'uomo le aveva appena fatto provare, quando tutto in lei, cuore, viso ed Elementi, stavano urlando quanto l'avesse colpita con quelle parole?
Sbatté le palpebre più volte, si umettò le labbra secche e prese un bel respiro profondo, quantomeno per permettere al cervello d'incamerare ossigeno e riprendere a funzionare ad un livello vagamente decente.

... non sono sicura di sapere cosa dire. - ammise infatti dopo qualche istante, le guance che ora si coloravano di un bel rosso acceso ed imbarazzato ed il capo che si abbassava leggermente, così da nascondere le iridi chiare con le lunghe ciglia: era la prima volta che si sentiva dire certe cose, ma soprattutto... - È la prima volta che provo questi sentimenti. Gli stessi che... che stai provando tu. - aggiunse in un soffio, alzando leggermente lo sguardo per posarlo sull'altro, con l'aria spaesata di chi non sapeva bene come comportarsi in quella situazione.

L'unica cosa di cui sono certa... - riprese - è che è da quando mi hai mandato quella lettera... che sogno di baciarti.
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