Ho bisogno come al solito che lei mi aiuti a capire cosa simboleggiano le mosse che vengono descritte.
Diamo un'occhiata.
Sandyon prese velocemente il pezzo di carta, cominciando a leggere lentamente il contenuto dell'indovinello.
Lo scrittore di simili rompicapi doveva aver proprio bisogno di nascondere adeguatamente qualcosa in maniera che non tutti la trovassero.
Comprendeva la difficoltà della collega insegnante, poiché c'erano da prendere in esame non solo le mosse singole degli scacchi ma anche la loro connessione metaforica con il testo rimanente, che già di per sé risultava un rebus per le persone preparate nel gioco di strategia, figurarsi per chi ci si dedicava per diletto una volta ogni tanto, come la Bennet.
Pioggia, nuvole, scacco di Regina: come poteva esistere un nesso tra tutto ciò?
Il Pedone che si tramutava in Regina, una mossa classica per vincere una partita, anzi, nella maggior parte dei casi molti decidevano di abbandonare prima il gioco quando l'avversario possedeva due Regine, i pezzi più forti sulla scacchiera.
La pioggia e le nuvole simboleggiano la verità, ovvero potrebbe riferirsi al raggiungimento della soluzione.
Si potrebbero prendere questi due fenomeni non solo come agenti atmosferici ma anche come rimandi al metodo di rivelazione.
Ad ogni modo, un giocatore che sceglie di farsi mangiare spontaneamente la Regina è a dir poco folle, neanche coraggioso, folle e basta.
Avere una sola Regina quando l'altro non l'ha più, già di per sé significa che al 75% la vittoria sarà del primo.
Quindi darla in pasto gratuitamente è oltremodo contro-producente.
Oltre a spiegarle attentamente quali erano le regole e quali erano i meccanismi logici che stava seguendo, Sandyon parlava ad alta voce anche per aiutarsi a rintracciare il filo conduttore di tutto e raggiungere in fretta la traduzione di quel rompicapo strategico.
Riguardava ogni parola utilizzata, provava a leggere anche al contrario o magari mettere in controluce per vedere se ci fosse qualche carattere nascosto. Fece il tentativo anche per l'inchiostro invisibile e per la lettura umida, ma nulla, ciò che stava lì era tutto, senza segreti ulteriori.
Mugugnò al suo solito, sbuffando dal naso, alzandosi in piedi per poi dirigersi verso l'armadietto dei liquori, dal quale prese una bottiglia di rum invecchiato 50 anni, insomma un bel pezzo da collezione, di quelli difficili da condividere.
Fatto stava che nel corso di quegli anni l'uomo aveva imparato ad ammorbidirsi, questo grazie all'intervento provvidenziale della Vice Preside, per questo invece che servirsi da solo ne preparò due bicchieri, dei quali uno lo porse alla donna, alzando il recipiente di cristallo in sua direzione come a dirle "alla salute e speriamo di cavarcela in qualche maniera".
Ripreso il proprio posto, tornò a guardare il pezzo di pergamena sorseggiando l'alcolico con aria assorta, sapendo che di certo Martha non avrebbe avuto nulla da ridire per il prolungato silenzio, poiché alla fine si stava cercando di risolvere un dilemma per lei e da quel silenzio forse ne sarebbe valso qualcosa di nuovo e positivo, oltre ad avere in teoria la fama, come ogni pozionista, di possedere una profonda e innegabile pazienza.
Nessun ticchettio con le dita sulla superficie della scrivania, nessun suono dalla bocca, solo la lancetta dell'orologio che inesorabile camminava.
Dopo altri cinque minuti di attesa, Sandyon si rese conto che la professoressa all'effettiva non aveva molto da fare e guardava qua e là vagando con lo sguardo per l'ufficio non permettendosi di disturbarlo.
Socchiudendo gli occhi e maledicendosi per la sua fin troppo modificata indole, aprì il cassetto della cattedra tirando fuori una busta con dei cioccolatini babbani molto buoni mandati dalla fidanzata del nipote Robyn qualche tempo prima, dei quali lui ne aveva assaggiato solo qualcuno, non essendo particolarmente amante dei dolci.
Prego, favorisca pure senza complimenti... Quello con la carta gialla e con la carta rossa sono... Molto buoni.
Giusto per dare ulteriore tranquillità di azione alla donna, Vastnor prese uno dei cioccolatini con la carta bianca, ovvero al latte con la crema di cocco all'interno, gustandolo assieme al contrasto di sapore del rum che donava un equilibrio perfetto di sapori.
Magari qualche zucchero lo avrebbe aiutato a trovare prima l'inghippo, ed in effetti così fu, perché dopo un altro paio di minuti il docente si alzò in piedi per raggiungere la libreria, dalla quale estrasse un volume di medie dimensioni intitolato "Storia degli Scacchi - Le sfide più avvincenti".
Tornando alla scrivania lo mise aperto ad una pagina in particolare che iniziò a leggere con molta attenzione.
Vi era l'intervista ad uno dei più grandi scacchisti del mondo dal 2023 al 2059, insomma un uomo vissuto quasi solo per quello sport.
Le immagini in movimento nell'articolo ritraevano proprio questo tizio giocare con un altro ed eseguire una mossa esattamente uguale a quella descritta dal testo contenuto sul biglietto della donna inglese.
Durante quella sequenza, si notava chiaramente l'avversario del campione alzarsi in piedi rovesciando di improvviso la scacchiera, adirato più che mai, allontanandosi dalla postazione di gioco facendo decretare per l'ennesima volta vincitore il protagonista dell'articolo scritto.
Sennhar Arturich.
Durante le olimpiadi scacchistiche del 2044 si scontrò con un altro bravo sfidante, Gilberto Ottaviani.
Purtroppo durante una svista pesante, Ottaviani mise la Regina in H5 minacciando il Re di Arturich, non prendendo in considerazione il Pedone vicino, così senza troppi indugi, Sennhar gli mangiò la Regina e quando ci si trova davanti un campione come Arturich e si rimane senza Regina, ci si può considerare automaticamente sconfitti.
In quell'occasione, fu eclatante il gesto di Ottaviani nel rovesciare la scacchiera, quindi mi chiedo: può essere legato questo indovinello ad un qualcosa che va capovolto?
Un baule che andava aperto capovolgendolo?
Stupido ma ingegnoso, perché chiunque come mago avrebbe cercato di aprirlo normalmente o al massimo con gli incantesimi, ma mai avrebbe preso in considerazione l'idea che il meccanismo di scatto della serratura si attivasse girando totalmente l'oggetto.
Da quel che ricordava Martha poi, Norrel era abituato a fissare sulle proprie casseforti degli incantesimi come "parole magiche" per attivare il lucchetto, magie di qualunque tipo, non necessariamente portate a sbloccare porte o aperture.
In quel caso la soluzione poteva essere rigirare il baule, pronunciare sopra di esso l'incanto "Imbris Creatio" e provare a vedere se fosse successo qualcosa. Adesso stava tutto quanto alla donna.
Diamo un'occhiata.
Sandyon prese velocemente il pezzo di carta, cominciando a leggere lentamente il contenuto dell'indovinello.
Lo scrittore di simili rompicapi doveva aver proprio bisogno di nascondere adeguatamente qualcosa in maniera che non tutti la trovassero.
Comprendeva la difficoltà della collega insegnante, poiché c'erano da prendere in esame non solo le mosse singole degli scacchi ma anche la loro connessione metaforica con il testo rimanente, che già di per sé risultava un rebus per le persone preparate nel gioco di strategia, figurarsi per chi ci si dedicava per diletto una volta ogni tanto, come la Bennet.
Pioggia, nuvole, scacco di Regina: come poteva esistere un nesso tra tutto ciò?
Il Pedone che si tramutava in Regina, una mossa classica per vincere una partita, anzi, nella maggior parte dei casi molti decidevano di abbandonare prima il gioco quando l'avversario possedeva due Regine, i pezzi più forti sulla scacchiera.
La pioggia e le nuvole simboleggiano la verità, ovvero potrebbe riferirsi al raggiungimento della soluzione.
Si potrebbero prendere questi due fenomeni non solo come agenti atmosferici ma anche come rimandi al metodo di rivelazione.
Ad ogni modo, un giocatore che sceglie di farsi mangiare spontaneamente la Regina è a dir poco folle, neanche coraggioso, folle e basta.
Avere una sola Regina quando l'altro non l'ha più, già di per sé significa che al 75% la vittoria sarà del primo.
Quindi darla in pasto gratuitamente è oltremodo contro-producente.
Oltre a spiegarle attentamente quali erano le regole e quali erano i meccanismi logici che stava seguendo, Sandyon parlava ad alta voce anche per aiutarsi a rintracciare il filo conduttore di tutto e raggiungere in fretta la traduzione di quel rompicapo strategico.
Riguardava ogni parola utilizzata, provava a leggere anche al contrario o magari mettere in controluce per vedere se ci fosse qualche carattere nascosto. Fece il tentativo anche per l'inchiostro invisibile e per la lettura umida, ma nulla, ciò che stava lì era tutto, senza segreti ulteriori.
Mugugnò al suo solito, sbuffando dal naso, alzandosi in piedi per poi dirigersi verso l'armadietto dei liquori, dal quale prese una bottiglia di rum invecchiato 50 anni, insomma un bel pezzo da collezione, di quelli difficili da condividere.
Fatto stava che nel corso di quegli anni l'uomo aveva imparato ad ammorbidirsi, questo grazie all'intervento provvidenziale della Vice Preside, per questo invece che servirsi da solo ne preparò due bicchieri, dei quali uno lo porse alla donna, alzando il recipiente di cristallo in sua direzione come a dirle "alla salute e speriamo di cavarcela in qualche maniera".
Ripreso il proprio posto, tornò a guardare il pezzo di pergamena sorseggiando l'alcolico con aria assorta, sapendo che di certo Martha non avrebbe avuto nulla da ridire per il prolungato silenzio, poiché alla fine si stava cercando di risolvere un dilemma per lei e da quel silenzio forse ne sarebbe valso qualcosa di nuovo e positivo, oltre ad avere in teoria la fama, come ogni pozionista, di possedere una profonda e innegabile pazienza.
Nessun ticchettio con le dita sulla superficie della scrivania, nessun suono dalla bocca, solo la lancetta dell'orologio che inesorabile camminava.
Dopo altri cinque minuti di attesa, Sandyon si rese conto che la professoressa all'effettiva non aveva molto da fare e guardava qua e là vagando con lo sguardo per l'ufficio non permettendosi di disturbarlo.
Socchiudendo gli occhi e maledicendosi per la sua fin troppo modificata indole, aprì il cassetto della cattedra tirando fuori una busta con dei cioccolatini babbani molto buoni mandati dalla fidanzata del nipote Robyn qualche tempo prima, dei quali lui ne aveva assaggiato solo qualcuno, non essendo particolarmente amante dei dolci.
Prego, favorisca pure senza complimenti... Quello con la carta gialla e con la carta rossa sono... Molto buoni.
Giusto per dare ulteriore tranquillità di azione alla donna, Vastnor prese uno dei cioccolatini con la carta bianca, ovvero al latte con la crema di cocco all'interno, gustandolo assieme al contrasto di sapore del rum che donava un equilibrio perfetto di sapori.
Magari qualche zucchero lo avrebbe aiutato a trovare prima l'inghippo, ed in effetti così fu, perché dopo un altro paio di minuti il docente si alzò in piedi per raggiungere la libreria, dalla quale estrasse un volume di medie dimensioni intitolato "Storia degli Scacchi - Le sfide più avvincenti".
Tornando alla scrivania lo mise aperto ad una pagina in particolare che iniziò a leggere con molta attenzione.
Vi era l'intervista ad uno dei più grandi scacchisti del mondo dal 2023 al 2059, insomma un uomo vissuto quasi solo per quello sport.
Le immagini in movimento nell'articolo ritraevano proprio questo tizio giocare con un altro ed eseguire una mossa esattamente uguale a quella descritta dal testo contenuto sul biglietto della donna inglese.
Durante quella sequenza, si notava chiaramente l'avversario del campione alzarsi in piedi rovesciando di improvviso la scacchiera, adirato più che mai, allontanandosi dalla postazione di gioco facendo decretare per l'ennesima volta vincitore il protagonista dell'articolo scritto.
Sennhar Arturich.
Durante le olimpiadi scacchistiche del 2044 si scontrò con un altro bravo sfidante, Gilberto Ottaviani.
Purtroppo durante una svista pesante, Ottaviani mise la Regina in H5 minacciando il Re di Arturich, non prendendo in considerazione il Pedone vicino, così senza troppi indugi, Sennhar gli mangiò la Regina e quando ci si trova davanti un campione come Arturich e si rimane senza Regina, ci si può considerare automaticamente sconfitti.
In quell'occasione, fu eclatante il gesto di Ottaviani nel rovesciare la scacchiera, quindi mi chiedo: può essere legato questo indovinello ad un qualcosa che va capovolto?
Un baule che andava aperto capovolgendolo?
Stupido ma ingegnoso, perché chiunque come mago avrebbe cercato di aprirlo normalmente o al massimo con gli incantesimi, ma mai avrebbe preso in considerazione l'idea che il meccanismo di scatto della serratura si attivasse girando totalmente l'oggetto.
Da quel che ricordava Martha poi, Norrel era abituato a fissare sulle proprie casseforti degli incantesimi come "parole magiche" per attivare il lucchetto, magie di qualunque tipo, non necessariamente portate a sbloccare porte o aperture.
In quel caso la soluzione poteva essere rigirare il baule, pronunciare sopra di esso l'incanto "Imbris Creatio" e provare a vedere se fosse successo qualcosa. Adesso stava tutto quanto alla donna.