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Messaggioda Tisifone » 24/06/2013, 22:22

Anche quello, ma solo ogni tanto.
E' che tutti pensano ai Master Teacher come vecchi barbosi con la gotta che non sanno come divertirsi, e per la maggior parte dei casi è davvero così...
– quella di Tisifone voleva essere una battuta ma dal modo in cui Noah stava replicando aveva la sensazione di aver fatto un enorme buco nell’acqua. Dopotutto erano il sarcasmo e l’ironia pungente ad appartenerle e quelle non si prestavano a divertire o a sollevare l’umore del prossimo - Perciò, quando vedono me, pensano sia una gran presa in giro. La verità è che nessuno si aspetta di dovermi prendere sul serio, ma quando poi le persone frequentano le mie lezioni sono costrette a ricredersi... dovrebbe vedere che facce sconvolte mi sono ritrovato davanti, c'era da sbellicarsi dalle risate!

Se la può consolare nemmeno i miei studenti mi prendono sul serio né quando mi vedono la prima volta né durante lo svolgimento delle lezioni… Almeno lei alla fine riesce a ottenere il rispetto dei suoi studenti non per il ruolo che ricopre ma per quello che riesce a insegnare loro.

E per quanto il commento fatto non era proprio dei più piacevoli non c’era traccia di malinconia o rabbia o tristezza nel tono della voce di Tisifone, solo una punta di rassegnazione che poteva dare a quella consapevolezza un retrogusto amaro. Aveva sempre saputo, fin da quando frequentava Hogwarts come studentessa, che la Divinazione era un materia per poco e che ancora meno erano gli studenti che avrebbero potuto apprezzarne fino in fondo la bellezza quindi non la prendeva come un’offesa personale il ricevere pochi compiti o il non essere presa sul serio. Anche se, doveva ammettere con se stessa, che la presenza di Kenway aveva finito per renderle più semplice sopportare il rifiuto che la maggior parte degli studenti dimostrava nei confronti della sua materia.

Sarei lieto di mostrarle come si usa un cellulare, qualora le interessasse... onestamente non ho mai capito perché ci ostiniamo ad usare ancora i messaggi via gufo quando potremmo usare quegli straordinari ed ingegnosi oggetti babbani e sentirci istantaneamente.
Va bene preservare la propria identità, ma non ha senso rimanere ancorati al passato solo per una puerile presa di posizione...


Forse perché ci sono posti nel Mondo Magico in cui la tecnologia babbana non può essere utilizzata non per ottusi principi tradizionalisti ma semplicemente perché i campi magici sono così potenti da inibire qualsiasi altro tipo di energia. – commentò divertita più che polemica, chiedendosi se l’altro avesse studiato all’estero come suggeriva il suo accento oppure se avesse semplicemente dimenticato che in luoghi come Hogwarts la tecnologia babbana non poteva essere utilizzata – In ogni caso mi piacerebbe imparare a usare un cellulare, più per avere di conoscenza che per una reale necessità.

Aggiunse, giocherellando con un pezzettino di pane prima di mangiarlo sovrappensiero. Per quanto Asher le avesse trasmesso l’amore e la curiosità per la cultura babbana vi erano degli aspetti di essa che non aveva mai approfondito perché non ne vedeva l’utilità come appunto i cellulari, in quanto non avrebbe avuto alcuna occasione per utilizzarli considerato che passava quasi tutto il suo tempo a Hogwarts e non conosceva qualcuno che ne possedeva uno, o il cinema visto che le era sempre sembrato una cosa patetica andarci da sola.

Bella metafora, le piace la Trasfigurazione?

A quella domanda Tisifone non potè impedirsi di irrigidirsi, le dita che andavano stringendosi con forza intorno al bicchiere che voleva portare alle labbra ma che rimase così, sospeso in aria. Aveva parlato, in maniera istintiva, senza riflettere da dove quel tipo di metafora giungesse e rendendosi conto solo in quel momento di quanto in profondità l’essenza di Lucas si era radicata in lei. Si morse l’interno della guancia, in un moto di fastidio, per poi portare a termine il gesto e bere un piccolo sorso del suo drink, rammentando a se stessa che negare o peggio rinnegare il suo passato con Lucas non l’avrebbe portata da nessuna parte se non a soffrire maggiormente.

L’ho sempre trovata una materia interessante e negli ultimi anni mi sono ritrovata ad… approfondirla così adesso mi è rimasto qualche espressione caratteristica che credo non abbia nulla da invidiare ai detti babbani.

Rispose quindi semplicemente, anche se una parte di lei sperava sinceramente che Trasfigurazione non fosse una delle specialità dell’uomo seduto di fronte a lei perché lo avrebbe considerato davvero di cattivo gusto.

In ogni caso sì, sono piuttosto felice di aver scoperto prima che tipo di persone fossero, anche se questo non mi ha evitato l'amaro in bocca; quando conosci qualcuno da tanto tempo e condividi molte cose con lui pensi di sapere tutto e che niente nelle sue azioni potrebbe mai sorprenderti in negativo... per questo fa ancora più male quando succede, soprattutto se da parte tua c'è sempre stata la volontà di essere onesto e trasparente, in ogni circostanza.

Non c’è nulla di peggio che essere traditi dalle persone in cui si ha riposto la propria fiducia – mormorò la donna, adombrandosi del tutto, gli occhi fissi sul fondo del proprio bicchiere – Non si può mai conoscere a fondo una persona, neanche vivendoci insieme, e a volte anche la conoscenza profonda di noi stessi ci sfugge. C’è un detto babbano che dice: l’unica persona che mai tradirà la tua fiducia è colui che vedi riflesso nello specchio ogni mattina… ma purtroppo neanche questo è sempre vero.

Le riflessioni di Noah avevano spinto Tisifone a ripensare alla sua storia con Lucas, al dolore che aveva provato quando lui l’aveva lasciata, più per la motivazione che aveva addotto che per il gesto in sé, e un enorme peso si era come materializzato nel suo animo, spingendo a soffocare il suo cuore. Con un gesto secco vuotò il bicchiere per poi strizzare gli occhi per l’improvvisa ondata di bruciore che le fece lacrimare gli occhi, permettendole così di confondere il rossore che sentiva le stava affiorando in viso. Spinse quindi in avanti il bicchiere vuoto, chiedendo in silenzio a Butch di riempirglielo nuovamente. Per quanto si sforzasse sembrava incapace di scendere definitivamente da quella sorta di montagna russa emotiva su cui sembrava essere salita da un paio di settimane a quella parte, cosa quella che finiva per renderla quasi schizzofrenica nel modo di rapportarsi agli altri. Ma sarebbe davvero giunto il momento in cui pensare alla sua storia con Lucas avrebbe smesso di farle così male? In cuor suo sperava di si. E forse anche per darsi la possibilità di guardare in avanti e fare qualcosa che la vecchia se stessa non avrebbe mai fatto alla fine decise di accettare l’invito a cena del Master Teacher, anche se con la grazia e l’ironia che la contraddistingueva.

Crede che essere un bravo chef sia un po' come sapersi destreggiare davanti ad un calderone?
Purtroppo niente insegnante di Pozioni, solo Difesa, Erbologia e Storia della Magia... ma me la cavo un po' in tutte le materie, quindi sono certo che non si potrà lamentare della mia cucina.


Sono cresciuta tra pozioni, infusi, crepes e sformati quindi si per me pentole e calderoni sono due binomi inscindibili – confermò rivolgendogli un’occhiata piacevolmente sorpresa. In pochi riuscivano a comprendere immediatamente il significato di quel tipo di commento. – Tutte materie interessanti … certo Storia non era la mia materia preferita a scuola ma crescendo mi sono dovuta ricredere: non c’è futuro per chi non conosce il proprio passato. Quindi si reputa un bravo cuoco?

Mio padre possiede un ristorante, da piccolo ho passato quasi la totalità del mio tempo in cucina... forse non sarò un Pozionista eccellente, ma sono certo di poterla sconvolgere coi miei piatti – sorrise di fronte a quella spiegazione, trovando divertente il fatto che entrambi si ritenessero degli ottimi cuochi anche se per motivi differenti, lui per essere cresciuto in una cucina, lei per aver vissuto la maggior parte della sua infanzia e adolescenza nei sotterranei tra provette e calderoni - Detto questo... che ne dice di questo Sabato sera? Sempre se non ha impegni più importanti o più piacevoli, naturalmente.


Direi che Sabato sera è un ottimo giorno per mettere alla prova le sue parole e anche per finire al San Mungo per una intossicazione alimentare

Rispose con un’aria da martire che non le si addiceva molto, portando teatralmente una mano alla fronte per poter scuotere la testa in maniera affranta, anche se non aveva mentito del tutto visto che quel Sabato sapeva che Asher era di turno quindi si era davvero un ottimo giorno, secondo i suoi canoni, per esservi ricoverati. Per il resto stare lontano dal Castello durante una parte del week end in cui aveva poco da fare con la scuola e troppo tempo libero per sè avrebbe potuto farle solo che bene.

Perché la cena sia perfetta, però, devo conoscere qualcosa sui suoi gusti culinari... mi dica, c'è qualche cibo in particolare che le piace?
Non sia timida, prometto di lanciarmi su qualsiasi piatto mi vorrà indicare!


Per quanto adori la cucina giapponese la sollevo dal compito di preparare tempura e futomaki, sarebbe troppo semplice.. – esordì, posando il gomito sinistro sul bancone e iniziando a picchiettarsi la punta del naso con l’indice come se fosse concentrata a risolvere chissà quale problema complesso. – C’è una pietanza che non assaggio praticamente da secoli e che forse potrebbe rappresentare un buon banco di prova per le sue capacità culinarie… il borsch. Certo se suo padre possedesse un ristorante di cucina russa allora punterei su una moussaka greca.
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Messaggioda Noah » 25/06/2013, 0:54

Se la può consolare nemmeno i miei studenti mi prendono sul serio né quando mi vedono la prima volta né durante lo svolgimento delle lezioni… Almeno lei alla fine riesce a ottenere il rispetto dei suoi studenti non per il ruolo che ricopre ma per quello che riesce a insegnare loro.

Immagino dunque di avere a che fare con un'insegnante di Hogwarts, giusto?

Domandò a Tisifone, forse un poco sorpreso da quella scoperta: non che ci fosse nulla di male, sapeva che molti insegnanti frequentavano i Master per poter ampliare le proprie conoscenze, ma non credeva che qualcuno di loro avrebbe addirittura richiesto delle lezioni private sulla pratica della difesa contro le arti oscure.

E se posso chiedere, quale materia potrà mai insegnare da suscitare così poco rispetto da parte dei suoi studenti?

Chiese ancora, curioso: ricordando i suoi anni di scuola alla Cyprus, poteva ipotizzare che si trattasse di Divinazione o di Storia della Magia, solitamente erano quelle le materie che facevano meno scalpore di tutte, ma forse lì in Inghilterra le cose erano diverse.
Non erano solo considerazioni sul lavoro di lei ad alimentare il dialogo tra i due, ma anche le differenze tra il mondo babbano e quello magico e come l'uno si potesse o meno integrare nell'altro, e viceversa.

Forse perché ci sono posti nel Mondo Magico in cui la tecnologia babbana non può essere utilizzata non per ottusi principi tradizionalisti ma semplicemente perché i campi magici sono così potenti da inibire qualsiasi altro tipo di energia.

Non posso darle torto, ma è pur vero che ci sia anche una lunga lista di posti del mondo magico dove, invece, i cellulari si potrebbero utilizzare tranquillamente... eppure quasi nessun Purosangue sarebbe disposto anche solo a comprenderne il funzionamento. Perché? Perché si tratta di un oggetto babbano, come se usarlo per comodità potesse trasmettere chissà quale malattia mortale.

Nemmeno lui voleva essere polemico, ma non poté evitare di accalorarsi nel discorso proprio perché, essendo Mezzosangue, le due realtà che vivevano in Noah sembravano scontrarsi costantemente, nonostante per molte cose lui cercasse di trovare un equilibrio: ricordava ancora le facce che avevano fatto alcuni suoi colleghi americani quando aveva proposto loro di usare i cellulari proprio per tenersi in contatto una volta ottenuto il trasferimento... ed era certo che in Inghilterra la questione non fosse poi tanto diversa.

In ogni caso mi piacerebbe imparare a usare un cellulare, più per avere di conoscenza che per una reale necessità.

Gliene porterò uno da studiare quanto prima allora, e chissà che non decida d'imparare ad usarlo quotidianamente... io ne ho uno, sarebbe divertente farne ricorso ogni tanto.

Le propose Pellegrino con un gran sorriso divertito, immaginandosi la donna alle prese con le diavolerie babbane: chissà, avrebbero anche potuto piacerle, e sarebbe stato altrettanto piacevole, per lui, fargliele scoprire.
Ma prima di arrivare ad un altro momento piacevole, la cena insieme, ci fu un momento di tristezza generale, anche se forse più per lei che per lui, nel quale Tisifone si fece nuovamente riempire il bicchiere da Butch, incuriosito suo malgrado dalla situazione visto che, a dispetto delle apparenze, l'italo-americano non interagiva quasi mai col gentil sesso, non in quel pub comunque.

Non c’è nulla di peggio che essere traditi dalle persone in cui si ha riposto la propria fiducia.
Non si può mai conoscere a fondo una persona, neanche vivendoci insieme, e a volte anche la conoscenza profonda di noi stessi ci sfugge. C’è un detto babbano che dice: l’unica persona che mai tradirà la tua fiducia è colui che vedi riflesso nello specchio ogni mattina… ma purtroppo neanche questo è sempre vero.


Sa, la prima regola che insegno solitamente a Difesa Contro le Arti Oscure è che si possono affrontare i nemici più terribili e pericolosi di questo mondo, ma ce ne sarà sempre uno in grado di farci cadere a terra da un momento all'altro, senza preavviso: noi stessi.
Siamo i peggiori nemici che potremmo mai avere, perché conosciamo le nostre debolezze e sappiamo come sfruttarle per farci del male: se non impariamo ad affrontare il nostro riflesso nello specchio e a domarlo, non potremo mai affrontare nient'altro.


Le aveva appena fornito la prima lezione di Difesa senza che nemmeno lei lo chiedesse, ma forse, essendo teorica e non pratica, nemmeno le sarebbe servita: tuttavia i concetti da lui esposti non furono espressi con aria di sufficienza o superiorità; al contrario , parlò con una praticità semplice e diretta che faceva ben intendere perché, quando si trovava sul luogo di lavoro, le persone si risolvessero a considerarlo un bravo docente.

Sono cresciuta tra pozioni, infusi, crepes e sformati quindi si per me pentole e calderoni sono due binomi inscindibili.
Tutte materie interessanti … certo Storia non era la mia materia preferita a scuola ma crescendo mi sono dovuta ricredere: non c’è futuro per chi non conosce il proprio passato.


Se le piace Storia della Magia, potrei consigliarle la lettura di un libro molto avvincente e ben scritto, usato anche dal sottoscritto nel corso dei miei Master. L'autore ha ritratto brillantemente la nostra società dalla fine della seconda guerra magica ad oggi, e non esiterei a definirlo un genio... - commentò con aria assolutamente seria e precisa, la stessa con cui concluse quel discorso elogiativo - Nel caso non si fosse capito... l'autore sono io.

E solo allora si permise di ridere di gusto, mostrandosi in tutta la sua ironia, in quel suo modo di fare disarmante tipico di lui, del suo essere, del suo mostrarsi al prossimo.
E aveva di che essere felice, visto che Tisifone aveva accettato non solo il suo invito a cena, ma aveva anche trovato perfetto il giorno da lui ipotizzato.

Direi che Sabato sera è un ottimo giorno per mettere alla prova le sue parole e anche per finire al San Mungo per una intossicazione alimentare.

Suvvia, abbia un po' più di fiducia nelle mie doti!
Sono italiano dopotutto, e ogni italiano che si rispetti sa cucinare, sa?


La rimproverò quasi ma bonariamente e con un gran sorriso sulle labbra, lasciando poi a lei un minimo di scelta parziale del menu di sabato sera.

Per quanto adori la cucina giapponese la sollevo dal compito di preparare tempura e futomaki, sarebbe troppo semplice...
C’è una pietanza che non assaggio praticamente da secoli e che forse potrebbe rappresentare un buon banco di prova per le sue capacità culinarie… il borsch. Certo se suo padre possedesse un ristorante di cucina russa allora punterei su una moussaka greca.


Visto che mio padre cucina solo cibo rigorosamente italiano, credo che questo borsch sarà perfetto per la nostra piccola sfida... - perché ormai per lui era diventata tale, una questione di principio insomma - E la spingerò ad innamorarsi della mia cucina, poco ma sicuro - aggiunse sicuro di sé, facendosi poi portare da Butch carta e penna - Allora le lascio il mio indirizzo, così può arrivare da me senza problemi... o preferisce che la passi a prendere da qualche parte, magari a scuola?

Le domandò, insolitamente galante visto che tutto si era mostrato, fino a quel momento, tranne che quello: in realtà non voleva metterla a disagio imponendole la sua presenza in un luogo pubblico che lei frequentava giornalmente, quindi lasciava a lei la scelta a seconda delle sue comodità.
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Messaggioda Tisifone » 25/06/2013, 10:25

Sentir parlare Noah delle difficoltà che incontrava a farsi trovare credibile come insegnante, sopratutto i primi tempi, aveva spinto Tisifone a raccontargli, per grandi linee, i propri di problemi, un po' per fare conversazione certo ma sopratutto per dargli una sorta di supporto morale, anche se in fondo non credeva che l'altro ne avesse bisogno. Il suo modo di fare spigliato e simpatico, la sicurezza di sè che traspariva dai gesti, la parlantina che doveva ammettere non gli mancava, di sicuro non erano tratti che lasciavano supporre che quello di fronte di lei fosse una persona che si lasciasse abbattere facilmente, o almeno non da inezie come il non essere preso sul serio a prima vista. Dopotutto ciò che contava davvero era la sostanza e non l'apparenza e se i suoi corsi erano affollati voleva dire che di contenuti lui ne riusciva a trasmettere tanti.

Immagino dunque di avere a che fare con un'insegnante di Hogwarts, giusto?

Non una delle più amate direi.

Confermò serena anche se, doveva ammettere a malincuore che da quando si era ammorbidita nei confronti del prossimo, grazie alle influenze esterne di Lucas e Monique, il suo rapporto con gli studenti, sopratutto con quelli appartenenti alla propria Casata, erano decisamente migliorati.

Forse non dovrei cancellare tutto con un Evanesco.

Si trovò a valutare, per quanto il desiderio di cancellare gli ultimi anni della sua vita nell'illusione di poter stare meglio fosse ancora ben presente e pressante in lei.

E se posso chiedere, quale materia potrà mai insegnare da suscitare così poco rispetto da parte dei suoi studenti?

Per amor di verità non credo che tutta la colpa sia da attribuire alla materia, per quanto Divinazione non sia esattamente la materia che tutti sognano di studiare non appena entrati a Hogwarts. A volte penso che anche il mio modo di essere contribuisca non poco a far scappare gli studenti.

Confessò candidamente, sollevando leggermente le spalle: non aveva senso attribuire tutte le colpe alla sua materia perchè probabilmente se a insegnare Divinazione fosse stata Monique o Simon probabilmente il numero di studenti sarebbe cresciuto in maniera esponenziale.

Sa sono giunta alla conclusione che insegnare è un dono che non tutti posseggono e che difficilmente si acquisisce con la pratica e non parlo della semplice trasmissione di sapere ma del coinvolgere e affascinare le persone, trascinarle nel cuore di una materia e mostrarla non come un qualcosa di asettico ma come una cosa viva, pulsante... - disse in maniera appassionata, la voce che si tingeva di un calore che prima non aveva e gli occhi che le brillavano per un sogno che sapeva non si sarebbe mai realizzato. Dopotutto la Divinazione era sempre stata la sua materia preferita, anche mentre frequentata il Castello come una semplice studentessa, ancor prima di scoprire di poter "vedere" cose che ad altri erano precluse. - Mi scusi... li prenda come lo sfogo di una Insegnante incompresa.

Aggiunse subito dopo, abbassando la testa in modo che una cortina di capelli potesse nascondere una parte del suo volto, le dita che tamburellavano a scatti sul bancone. Non era da lei farsi prendere in quel modo da una conversazione con uno sconosciuto, lasciarsi andare alle parole senza badare alla forma nè a mantenere un certo distacco e quella situazione la faceva sentire in crisi con se stessa. Il cambio di argomento le permise quindi di prendere mentalmente una pausa da quella situazione per lei surreale, considerando il disquisire sulle rispettive opinioni sul Mondo Magico e quello Babbano un terreno molto meno scivoloso.

Non posso darle torto, ma è pur vero che ci sia anche una lunga lista di posti del mondo magico dove, invece, i cellulari si potrebbero utilizzare tranquillamente... eppure quasi nessun Purosangue sarebbe disposto anche solo a comprenderne il funzionamento. Perché? Perché si tratta di un oggetto babbano, come se usarlo per comodità potesse trasmettere chissà quale malattia mortale.

Un piccolo accenno di risata scosse le spalle di Tisifone che subito si portò una mano davanti alla bocca per impedirle di esplodere e correre il rischio in quel modo di apparire irriverente o peggio offensiva.

Mi scusi ma il paragone che ha fatto è così calzante da essere divertente - e purtroppo si, Tisifone aveva un senso dell'umorismo davvero particolare - Quando i babbani hanno iniziato a usare... - si interruppe, imbarazzata, non sapendo quale termine usare - a parlare senza tenere i cellulari in mano alcuni maghi hanno creduto che alla fine la loro tecnologia li avesse fatti impazzire - o almeno Demetri lo aveva pensato, sigillando la stanza delle stranezze di Asher per almeno una settimana - Non so perchè ma ho la sensazione [Intuito(S)=36] che lei non sia Purosangue e probabilmente non apprezza neanche molto la comunicazione via camino...

Era una presunzione la sua, espressa con un tono curioso e non polemico, basata semplicemente sulla repulsione che Asher aveva per quel mezzo di comunicazione, sopratutto per il senso di nausea e di innaturalezza che avvertiva ogni volta che infilava la testa nel camino.

Gliene porterò uno da studiare quanto prima allora, e chissà che non decida d'imparare ad usarlo quotidianamente... io ne ho uno, sarebbe divertente farne ricorso ogni tanto.

Passo la maggior parte del tempo a Hogwarts quindi sarebbe difficile poterlo usare ma di sicuro sarebbe divertente - acconsentì per poi voltare il capo verso di lui e rivolgerli uno sguardo serio e indagatore - Non si starà offrendo di insegnarmi un po' troppe cose? Così mi costringe a chiederle se c'è qualcosa in cui difetta o che la incuriosisce approfondire e offrirmi come insegnante per sdebitarmi.

Le era venuto spontaneo fare quella domanda/offerta, stimolata in parte dalla vitalità che sprigionava l'altro, anche se comportava passare con lui più tempo di quello che aveva preventivato quando aveva deciso di chiedergli di darle delle lezioni private di difesa. Non ebbe però il tempo di pentirsene nè di ritirare la sua proposta perchè il commento successivo sull'essere traditi dalla persona in cui si riponeva la propria fiducia riacuì dentro di lei il dolore per il perdita di Lucas.

Sa, la prima regola che insegno solitamente a Difesa Contro le Arti Oscure è che si possono affrontare i nemici più terribili e pericolosi di questo mondo, ma ce ne sarà sempre uno in grado di farci cadere a terra da un momento all'altro, senza preavviso: noi stessi.
Siamo i peggiori nemici che potremmo mai avere, perché conosciamo le nostre debolezze e sappiamo come sfruttarle per farci del male: se non impariamo ad affrontare il nostro riflesso nello specchio e a domarlo, non potremo mai affrontare nient'altro.


E questo scioglie ogni dubbio sul perchè i suoi studenti la apprezzino fino dopo la prima lezione.

Ribattè Tisifone, trovandosi concorde con le parole espresse dal suo interlocutore anche se non rispecchiavano a pieno i suoi pensieri nè potevano essere applicati ai propri problemi. Forse peccando di superbia, la Divinante credeva di conoscere molto bene se stessa, i propri punti deboli e quelli di forza, e di essere capace di tenere sotto controllo i propri impulsi, quando era necessario. E nonostante ciò erano riusciti a strumentalizzarla in modo da farla ritorcere contro se stessa. Ringraziò Butch con un cenno del capo per averle riempito il bicchiere ma lo lasciò sul bancone, impegnata a mordicchiarsi l'interno della guancia indecisa. Forse lui poteva sapere qualcosa su qualche incantesimo oscuro legato all'ipnosi o che ne riproducesse gli effetti ma era restia a parlarne perchè avrebbe significato dover parlare di cose che, decisamente, non voleva condividere con nessun altro, fatta esclusione forse per Monique. Decise quindi di soprassedere, siglando quel patto con se stessa, mangiucchiando un altro cetriolino e passando a parlare di argomenti più leggeri e di sicuro più piacevoli.

Se le piace Storia della Magia, potrei consigliarle la lettura di un libro molto avvincente e ben scritto, usato anche dal sottoscritto nel corso dei miei Master. L'autore ha ritratto brillantemente la nostra società dalla fine della seconda guerra magica ad oggi, e non esiterei a definirlo un genio... Nel caso non si fosse capito... l'autore sono io.

Insegnante, cuoco e anche scrittore? Per non dire geniale e modesto... Dovrà pure avere qualche difetto Mister Pellegrino...

Lo punzecchiò con un lieve sorriso sulle labbra che sempre più spesso contagiava anche lo sguardo. E come si poteva rimanere indifferenti e non farsi coinvolgere da una risata così cristallina e spontanea?

Suvvia, abbia un po' più di fiducia nelle mie doti!
Sono italiano dopotutto, e ogni italiano che si rispetti sa cucinare, sa?


Non ho molta conoscenza della cultura italiana ma per quanto riguarda la cucina credo siano insuperabili... anche se preferisco metterla alla prova con alcuni piatti della mia infanzia.

E quindi la tipica zuppa russa di barbabietole rosse e il piatto greco preferito da suo padre che la madre non mancava mai di cucinare almeno due volte a settimana.

Visto che mio padre cucina solo cibo rigorosamente italiano, credo che questo borsch sarà perfetto per la nostra piccola sfida... E la spingerò ad innamorarsi della mia cucina, poco ma sicuro.

Gli occhi di Tisifone si accesero di una luce competitiva alla parola sfida, delineando nella sua mente uno scenario che forse avrebbe reso, per lei, meno imbarazzante presentarsi a cena a casa di lui.

Hummm allora rendiamo più interessante questa sfida. Mi faccia trovare gli ingredienti e la ricetta del suo piatto preferito così al massimo ci facciamo compagnia al San Mungo.

Propose seria con un'aria sicura che non lasciava molti dubbi sull'opinione che aveva delle proprie abilità culinarie.

Allora le lascio il mio indirizzo, così può arrivare da me senza problemi... o preferisce che la passi a prendere da qualche parte, magari a scuola?

Quella offerta galante ebbe la capacità di mandare Tisifone nel pallone, facendole vorticare nella mente così tanti pensieri che per un attimo ebbe la sensazione che a ruotare fosse l'intero pub. Non le piaceva l'idea di presentarsi a casa di lui, da sola, ma ancor meno le piaceva la prospettiva di vederlo gironzolare intorno a Hogwarts e non perchè temeva quello che avrebbero potuto pensare i suoi studenti o peggio Lucas nel caso lo avessero incontrato. Era una donna libera - per quanto il pensiero ancora la faceva stare - e quindi poteva uscire con chi voleva - anche se per motivi professionali più che personali - e di certo non si vergognava di Noah però... Già, però non si sentiva pronta a confidare nessuno, Monique per prima, che aveva deciso di migliorare la sua conoscenza in Difesa perchè temeva che la cugina potesse cercare di dissuaderla, preoccupata dalle motivazioni che l'avevano spinta a prendere una decisione del genere.

La scuola in questi giorni è in fermento per l'arrivo del coro della Cyprus e sinceramente avevo in programma di passare il week end lontano da tutto quel caos - si risolse a dire, alla fine, optando per la verità o almeno una parte di essa, anche se confessare di non avere una abitazione propria probabilmente l'avrebbe fatta apparire patetica - Può passarmi a prendere ai Tre Manici di Scopa, se vuole.

E non si prese la briga di spiegare dove si trovasse la locanda, considerato che era la più importante di Hogsmeade e presupponendo, forse a torto, che l'altro sapesse perfettamente di cosa stesse parlando.
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Messaggioda Noah » 25/06/2013, 20:20

Non una delle più amate direi.
Per amor di verità non credo che tutta la colpa sia da attribuire alla materia, per quanto Divinazione non sia esattamente la materia che tutti sognano di studiare non appena entrati a Hogwarts. A volte penso che anche il mio modo di essere contribuisca non poco a far scappare gli studenti.


Divinazione dunque, una delle materie più controverse dal punto di vista scolastico... c'è chi non la considera nemmeno una materia vera e propria, e non sono molte le persone che si prendono la briga d'insegnarla.

Commentò Noah, passandosi una mano sul mento mentre studiava con una luce nuova negli occhi la donna che aveva di fronte: non gli sembrava proprio, a prima vista, un'insegnante di quella materia, ma era pur vero che lei aveva ammesso di essersi camuffata in abiti babbani, quindi prima di giudicarla avrebbe forse dovuto osservare il suo modo di presentarsi, esteticamente parlando, quando si trovava in un ambiente magico, e poteva dunque essere se stessa.

Sa sono giunta alla conclusione che insegnare è un dono che non tutti posseggono e che difficilmente si acquisisce con la pratica e non parlo della semplice trasmissione di sapere ma del coinvolgere e affascinare le persone, trascinarle nel cuore di una materia e mostrarla non come un qualcosa di asettico ma come una cosa viva, pulsante...
Mi scusi... li prenda come lo sfogo di una Insegnante incompresa.


Non si deve scusare, in parte io la capisco benissimo - replicò l'uomo con un sorriso sereno sulle labbra nonostante non fosse proprio allegro ciò che disse poco - Anche Storia della Magia, per quanto forse non ai livelli di Divinazione, è una materia bistrattata dai più, considerata del tutto inutile e noiosa: non è semplice convincere le persone che si tratta di una risorsa preziosa per la nostra crescita personale oltre che quella della società... ma quando questo avviene, anche se magari solo con un paio di persone, è sempre una bella soddisfazione, non crede?

Aggiunse, col sorriso che si ampliava sulle sue labbra e donava lucentezza anche allo sguardo chiaro e profondo dell'uomo, al quale non dispiacque affatto, subito dopo, scambiare le proprie opinioni sulle ristrettezze mentali dei maghi con Tisifone, che tra l'altro sembrò trovare particolarmente divertenti le sue ultime parole.

Mi scusi ma il paragone che ha fatto è così calzante da essere divertente.
Quando i babbani hanno iniziato a usare... a parlare senza tenere i cellulari in mano alcuni maghi hanno creduto che alla fine la loro tecnologia li avesse fatti impazzire.
Non so perchè ma ho la sensazioneche lei non sia Purosangue e probabilmente non apprezza neanche molto la comunicazione via camino...


Mi ha scoperto... - ammise Pellegrino con una leggera alzata di spalle, non trovando alcun motivo per negare le sue origini da Mezzosangue - Sono mago solo per metà, da parte di madre... e sì, trovo assurdo dover parlare attraverso camini e mandarsi lettere via gufo quando potremmo usare oggetti come i telefoni babbani.
Anche se capisco perché gli auroricolari abbiano sconvolto non poco i Purosangue...


Commentò, immaginandosi la scena e non potendo non sorridere nell'ipotizzare la faccia di un mago dal sangue puro che vedeva andare in giro i babbani senza cellulari in mano, intenti apparentemente a parlare da soli: ovvio che ci fosse da spaventarsi, ma questo non sarebbe mai successo se quegli stessi Purosangue si fossero presi la briga di farsi una cultura sulla tecnologia babbana.
E proprio perché era infinitamente più comodo, come mezzo di comunicazione, Noah si propose d'insegnare a Tisifone come usarlo, dicendosi disposto anche a donargliene uno, cosicché lo potesse usare quando le avesse fatto comodo.

Passo la maggior parte del tempo a Hogwarts quindi sarebbe difficile poterlo usare ma di sicuro sarebbe divertente.
Non si starà offrendo di insegnarmi un po' troppe cose? Così mi costringe a chiederle se c'è qualcosa in cui difetta o che la incuriosisce approfondire e offrirmi come insegnante per sdebitarmi.


Posso domandare approfondimenti su qualsiasi cosa? - domandò Pellegrino, e solo dopo la rispost affermativa della donna avrebbe ripreso a parlare - In questo caso, approfondire la sua conoscenza sarebbe un ottimo modo per sdebitarsi della mia gentilezza.

Forse un po' farfallone, ma non erano parole tanto per dire: era una bella donna, intelligente, gli sembrava anche molto brillante, quindi perché non provare a conoscerla meglio, se lei gliel'avesse permesso? Oltre al fatto che, in ogni caso, un suo rifiuto non avrebbe fatto altro che aumentare la voglia di Noah di approfondire la sua conoscenza, quindi era fregata in ogni caso.
Intanto, comunque, l'italo-americano non perse occasione per vantarsi un poco, sottolineando quali e quanti traguardi avesse raggiunto fino a quel momento.

Insegnante, cuoco e anche scrittore? Per non dire geniale e modesto... Dovrà pure avere qualche difetto Mister Pellegrino...

Sono tremendamente testardo - ammise lui candidamente - Quando punto gli occhi su ciò che voglio, difficilmente mi dò per vinto fin quando non l'ho ottenuto.

Precisò in aggiunta, il sorriso che si faceva per qualche istante più serio, mascolino, virile, prima di tornare morbido e affabile, a tratti canzonatorio ma non verso di lei, quanto per tutto ciò che li circondava, come se nulla avesse importanza tranne decidere cosa mangiare Sabato sera insieme.

Hummm allora rendiamo più interessante questa sfida. Mi faccia trovare gli ingredienti e la ricetta del suo piatto preferito così al massimo ci facciamo compagnia al San Mungo.

Dice davvero?
D'accordo, allora la metterò alla prova con la cucina italiana, sono proprio curioso di vedere come se la cava!


Esclamò Noah, lasciando che fosse poi lei a decidere dove incontrarsi così da lasciarla libera di poter organizzare quella specie di appuntamento nel modo che l'avrebbe fatta sentire più a suo agio.

La scuola in questi giorni è in fermento per l'arrivo del coro della Cyprus e sinceramente avevo in programma di passare il week end lontano da tutto quel caos.
Può passarmi a prendere ai Tre Manici di Scopa, se vuole.


La Cyprus ad Hogwarts... questa non la sapeva.
Naturalmente tifava per la sua ex scuola, ma non sapeva cosa Tisifone pensasse dei suoi componenti e non voleva fare qualche gaffes rischiando di rovinare tutto, così sorvolo temporaneamente sull'argomento che, nel caso, avrebbero potuto riprendere proprio sabato sera.

Ai Tre Manici di Scopa?
Naturalmente, nessun problema.


In realtà non aveva la minima idea di cosa fosse e di dove si trovasse quel posto, ma un gesto preciso di Butch - il pollice alzato verso l'alto di nascosto - gli fece comprendere che non ci sarebbero stati problemi, perché lui gli avrebbe spiegato per filo e per segno come arrivarci.
La cosa buona di avere un barista per amico, insomma.

Quindi facciamo per le 8 di fronte ai Tre Manici di Scopa?

Le domandò per conferma, palesemente soddisfatto dell'accordo raggiunto.
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Messaggioda Tisifone » 25/06/2013, 22:28

Divinazione dunque, una delle materie più controverse dal punto di vista scolastico... c'è chi non la considera nemmeno una materia vera e propria, e non sono molte le persone che si prendono la briga d'insegnarla.


Forse perché non sono molte le persone che riescono a scendere a patti con i propri limiti.

Rispose Tisifone con leggerezza, lasciando a intendere che il suo amore per la Divinazione era puramente accademica e che non possedeva alcun talento particolare a giustificare quel tipo di interesse. Non avrebbe mai affermato il contrario, non con uno sconosciuto, non quando si trovavano così vicino al Ministero e circondati da Auror che avrebbero potuto prenderla in consegna se avessero avuto il sentore che la sua “vista” andava ben oltre quella fisica. Sentì lo sguardo di Noah, forse curioso, forse perplesso, accarezzare la sua figura e si chiese cosa sarebbe accaduto se lei avesse avuto indosso i suoi abiti tradizionali, colorati, tintinnanti e dalla foggia decisamente antica. Si sarebbe seduto lo stesso accanto a lei per offrirle da bere? Oppure non l’avrebbe degnata di uno sguardo se non per borbottare contro le streghe purosangue bigotte che restavano abbarbicate alle loro tradizioni? Il Master Teacher non le dava la sensazione di essere una persona superficiale, quindi forse non si sarebbe lasciato ingannare dalle apparenze e in ogni caso quello era un dubbio che avrebbe sciolto presto, visto che non aveva alcuna intenzione di rinunciare alla comodità delle proprie vesti.

Non si deve scusare, in parte io la capisco benissimo. Anche Storia della Magia, per quanto forse non ai livelli di Divinazione, è una materia bistrattata dai più, considerata del tutto inutile e noiosa: non è semplice convincere le persone che si tratta di una risorsa preziosa per la nostra crescita personale oltre che quella della società... ma quando questo avviene, anche se magari solo con un paio di persone, è sempre una bella soddisfazione, non crede?

In questo i Purosangue solitamente danno più soddisfazioni anche se probabilmente per i motivi errati. Dopotutto la conoscenza è potere e il potere più grande deriva dal conoscere gli errori passati ed essere in grado di non compierli nuovamente. – espose quella teoria con un tono di voce leggero, ricordando stralci di conversazione avute in passato con vecchi compagni di scuola, e che lei sosteneva almeno in parte. – Si riuscire a far scoccare in qualcuno la scintilla per la propria materia da molte soddisfazioni…

… ma comporta anche molte responsabilità.

Aggiunse tra sé, il volto che diventava improvvisamente serio e la mente che volava al suo “protetto” e agli scarsi progressi che stavano facendo nell’individuazione della sua mantica di elezione. Come al solito, quando i pensieri si soffermavano su Zephyr, il senso di colpa andò a bussare nel cuore della donna, nutrendo il sospetto che quei ritardi fossero dovuti al suo karma negativo. Fortunatamente ci pensò Noah a farle ritornare il buon umore, facendo sorgere una risata spontanea sulle labbra con quella che più che una battuta avrebbe dovuto essere una filippica contro l’ottusità dei Purosangue e che le fece comprendere come le sue origini dovevano essere almeno per metà babbane.

Mi ha scoperto... Sono mago solo per metà, da parte di madre... e sì, trovo assurdo dover parlare attraverso camini e mandarsi lettere via gufo quando potremmo usare oggetti come i telefoni babbani.
Anche se capisco perché gli auroricolari abbiano sconvolto non poco i Purosangue...


Parlare attraverso i camini è una esperienza esaltante… soprattutto se lo fai a sei anni e ti senti una grande strega solo perché hai la sensazione di trovarti in due posti contemporaneamente.

Commentò con una nota di nostalgia nella voce, non tanto per la sua infanzia quanto per l’atmosfera serena e gioiosa che si respirava a quei tempi al villaggio vicino Ekaterimburg. Cercò poi di appuntarsi mentalmente il nome dell’aggeggio che i babbani usavano per parlare senza fili, anche se temeva fosse un’impresa persa in partenza visto che Asher aveva già provato diverse volte a farle capire quel semplice concetto. Nonostante i passati tentativi fallimentari, Tisifone accettò di buon grado la proposta di Noah di insegnarle a usare il cellulare, sentendosi però in quel modo in obbligo di sdebitarsi in qualche modo.

Posso domandare approfondimenti su qualsiasi cosa?

Preferirei che scegliesse qualcosa in cui sia ferrata… ma fare qualche ricerca per documentarsi e mostrarmi all’altezza delle sue aspettative non è qualcosa che mi spaventa quindi si… qualsiasi cosa…

Era stata sarcastica, spontanea e un po’ immodesta, ma di certo non si era sentita avventata nell’esplicitare in quel modo la sua proposta perché credeva che l’altro non le avrebbe chiesto nulla di complicato o assurdo. Peccato che si sbagliava e anche di grosso.

In questo caso, approfondire la sua conoscenza sarebbe un ottimo modo per sdebitarsi della mia gentilezza.

Probabilmente se le avesse chiesto di aiutarlo a tradurre un tomo di mille pagine scritto in runico siberiano Tisifone sarebbe rimasta meno spiazzata e non avrebbe avuto la tentazione di rimangiarsi la parola appena data. Certo per poterla allenare dovevano per forza di cose passare del tempo insieme, ma con la bacchetta in mano e a girarsi intorno per lanciare ed evitare incantesimi. Approfondire la conoscenza di qualcuno invece nella ridottissima esperienza della russa voleva dire chiacchierare caso mai a cena o passeggiando, scambiarsi opinioni e aneddoti personali, mettendo in parte a nudo se stessi. E quella era una cosa che Tisifone non aveva alcuna intenzione di fare … pur avendolo già fatto, in parte, nel momento in cui aveva risposto alle sue domande.

Sembra che si accontenti di poco.

Acconsentì quindi con fare ironico, spostando subito dopo il centro della conversazione sul suo interlocutore in modo da dissimulare quanto in realtà quella prospettiva la facesse sentire a disagio

Sono tremendamente testardo. Quando punto gli occhi su ciò che voglio, difficilmente mi dò per vinto fin quando non l'ho ottenuto.

Secondo la sua personale scala di valori essere testardi non era un difetto così come lottare per quello che si voleva, anche se aveva dovuto imparare a proprie spese che non sempre quella era una lotta da cui si usciva vincitori. O forse semplicemente era stanca di essere quella che doveva lottare invece che il premio che si desiderava ottenere. Altri pensieri negativi, altri pesi che si andavano ad aggiungere a quelli che già le opprimevano l’animo che però non le impedirono di accettare l’invito a cena né le tolsero il piacere di raccogliere la sfida culinaria che Noah indirettamente le aveva lanciato.

Dice davvero?
D'accordo, allora la metterò alla prova con la cucina italiana, sono proprio curioso di vedere come se la cava!


Tisifone si limitò a rispondergli esibendo un sorriso furbetto e molto sicuro di sé: che fosse cucina italiana, francese o vietnamita per lei non aveva importanza. Fin tanto che aveva a disposizione una ricetta da seguire era certa di poter ottenere ottimi risultati se non proprio eccellenti. Dopotutto nessun calderone era mai esploso a causa sua. Quando giunse il momento di definire i dettagli del loro appuntamento Tisifone accantonò immediatamente l’idea di presentarsi da sola così come di farsi andare a prendere a Hogwarts, optando per non cambiare del tutto i suoi piani per il week end e dando appuntamento all’altro presso la locanda in cui aveva intenzione di alloggia sabato sera per fuggire dal caos che anticipava l’arrivo della scuola americana.

Ai Tre Manici di Scopa?
Naturalmente, nessun problema.


Di spalle al bancone, Tisifone non potè notare i gesti che il barista stava scambiando con il suo interlocutore, soprattutto perché nulla poteva farle supporre che l’altro non avesse studiato a Hogwarts o che i genitori non avessero optato per farlo studiare privatamente, come era accaduto a molti giovani europei gli anni subito dopo la fine della guerra tra le scuole.

Quindi facciamo per le 8 di fronte ai Tre Manici di Scopa?

Mi sembra un orario perfetto. Spero solo che non scappi non appena mi veda.

Confermò, lasciando intendere che probabilmente avrebbe cambiato idea una volta che l’avesse vista in abiti magici.

Per adesso sono io a dover scappare. I miei doveri di CapoScuola mi richiamano all’ordine e visto che sono stata così fortunata da non dovermi perdere nelle magli della burocrazia magica potrò adempiervi con molta più serenità. Buona serata Mister Pellegrino e grazie per i drink…

Salutò quindi con un cenno del capo e un sorriso in volto per poi alzarsi dallo sgabello e uscire dal pub. Una volta in strada Tisifone avrebbe lanciato un’ultima occhiata a quella odiata cabina telefonica, per poi dirigersi verso il vicolo a pochi passi da lì e Materializzarsi direttamente a Hogsmeade per passare a confermare la stanza per quel week end alla locanda prima di tornare al Castello.


[FINE]
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Messaggioda Aryanne » 20/10/2013, 16:13

[Atrium del Ministero - Sabato - Post Master di Erbologia - ore 11.45]


Non si poteva certo dire che Aryanne Vastnor - alla nascita Arianna Ricciardi - fosse quel tipo di persona che ragionava troppo sulle cose: magari su quelle più serie sì, ovviamente, ma quando si trattava di usare l'istinto, beh, in quel campo non la batteva nessuno; nel caso di Jeremiah, ad esempio, era stato soprattutto l'istinto a spingerla a non prendersela per il modo in cui lui l'aveva trattata all'inizio, anche perché subito dopo si era scusato in modo sincero e dunque tenergli il broncio sarebbe stato alquanto inutile.
Per questo gli spiegò senza troppi giri di parole quali fossero state le motivazioni che l'avevano spinta a rimanere lì per parlare con lui, e tra esse c'era ovviamente anche il fatto che, in fondo, lei era abituata ad uno come Sandyon, quindi in un certo senso era avvezza alle persone che dimostravano non poche difficoltà nell'esprimere e nel gestire le emozioni; non era chissà quale esperta sull'argomento, ma cominciare coi piccoli passi poteva essere utile.
Prima, però, il ragazzo le mostrò una cosa molto particolare: quando anch'egli si accorse che alcune persone li stavano fissando - un po' per la loro immobilità ed un po' per l'abbigliamento provocatorio di lei, probabilmente - il suo sguardo si fece più intenso, più... chiaro; come se il grigio dell'iride fosse improvvisamente sostituito da un azzurro simile al ghiaccio, prima di tornare al colore originale.

Forte, ma come hai fatto?

Domandò Aryanne, ipotizzando che magari lui potesse essere una sorta di Metamorfomago o qualcosa del genere.

Mi succede quando mi da fastidio qualcosa.

Beh, è una reazione spontanea davvero figa!

Esclamò la ragazza con un gran sorriso, proponendo poi all'altro di uscire dal Ministero per godersi un aperitivo al pub lì vicino, in cui l'italiana era stata in un paio d'occasioni e di cui dunque conosceva i cocktails ed il servizio: naturalmente c'era anche la possibilità che Jeremiah rifiutasse quell'invito, non avendo tempo o voglia di passare del tempo con lei, ma chiederglielo non le costava nulla.

No, ho ancora abbastanza tempo a disposizione.
Andiamo in questo posto, anche perché prima esco di qui e meglio è.


Il sorriso le si ampliò ancora di più sulle labbra mentre annuiva e prendeva a camminare insieme a lui, uscendo così dal Ministero per dirigersi insieme al pub dove gustare un fantastico aperitivo e perché no, dove potersi conoscere meglio.

[Pub "Rusty Arrow" - Stesso giorno - ore 12.00]


Eccoci, è un posto carino no?

Il pub "Rusty Arrow" era un'istituzione per chiunque lavorasse al Ministero, visto che era il posto più vicino all'organo di governo magico principale: era su questo che il proprietario del pub aveva fondato la sua fortuna, senza contare che tutto ciò che lì dentro veniva servito era ottimo, dai cocktails con aperitivo ai pranzi veri e propri; e in effetti loro erano arrivati proprio nell'ora di punta, quando il pub iniziava a riempirsi dei lavoratori in pausa pranzo.
Fortunatamente riuscirono a trovare un tavolo per due nel quale accomodarsi, e l'italiana ci si sedette con aria soddisfatta, appendendo la borsa allo schienale della sedia ed accavallando le gambe con un movimento spontaneo e non volutamente malizioso, ma comunque sensuale; non appena anche Jeremiah si fu accomodato, un cameriere si avvicinò subito ai due per prendere la loro ordinazione, lanciando prima uno sguardo alle gambe della Mercenaria che, dopo anni di allenamento col padre, aveva tonificato il proprio corpo quasi fino alla perfezione - meno male, almeno tutto quel lavoro era valso a qualcosa.

Ah, sì, dunque... per me un "Bellatrix Lestrange", ed ovviamente voglio la formula con aperitivo, in porzioni piuttosto abbondanti! Tu cosa prendi, Jer?

L'altra particolarità del pub in cui si trovavano era il nome dei suoi cocktails, che s'ispirava ai protagonisti, buoni e cattivi, della seconda guerra magica: ogni cocktail, analcolico o meno, aveva un suo nome particolare, spesso a seconda degli ingredienti che venivano utilizzati per prepararlo - nel caso di quello scelto da Aryanne, ad esempio, essi erano succo di ribers nero, limone, papaya, mora, due dita di vodka ed una spruzzata di peperoncino.
Attese che anche Murray scegliesse il suo cocktail - gli aveva dato un nomignolo per abbreviare il suo nome, ovviamente, come faceva con tutti - e osservò il cameriere allontanarsi dal loro tavolo prima di riprendere a parlare.

Allora, Murray... parlami di te.
Che ci facevi al Master? Puro piacere personale, o c'entra qualcosa col tuo lavoro?
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Messaggioda Jeremiah » 21/10/2013, 21:02

Come definire quella giornata? L'aggettivo meno adatto sarebbe stato "normale", ma è difficile trovare una definizione: aveva seguito un master di Erbologia ed aveva perso un quaderno, aveva incontrato una ragazza a dir poco bellissima, l'aveva freddata ma in seguito si era scusato con lei (cosa mai successa con qualcun altro), ora stava uscendo con lei dal ministero per andare a prendere un aperitivo insieme.
Ebbene si, le sue emozioni avevano cominciato a risalire a galla - con sua grande sorpresa - e la cosa che più lo meravigliava era la causa di questa reazione inaspettata: Aryanne Vastnor, una perfetta sconosciuta, o quasi. Oppure tutto quello era accaduto per causa sua? Perché lo aveva voluto davvero per la prima volta? Ma non si poteva volere il rimorso: era una di quelle cose che accadeva istintivamente e che non controllava il cervello.
Ora che stava riscoprendo un nuovo lato di sé, non sapeva se essere spaventato da quello che sarebbe potuto diventare, oppure rincuorarsi che qualcosa stesse cambiando dentro di se: aveva desiderato per tanto tempo un cambiamento, ed ora che si era mosso non si sapeva cosa nella sua anima, avrebbe voluto fare un passo indietro e contemporaneamente farne uno avanti.
Si era confidato con la stessa ragazza che ora camminava al suo fianco, oggetto di molti sguardi e occhiate compiaciute, e si era presa la briga di poter fare qualcosa per lui, nonostante si conoscessero da appena dieci minuti o poco più.
Ma Aryanne gli aveva spiegato il motivo delle sue azioni ed aveva capito che si sentiva quasi in dovere di farlo, ma qualora lei avesse lasciato perdere l'Acuan non le avrebbe chiesto di restare; non era obbligato a fare così tanto per lui, ma non poteva negare che gli facesse piacere, o almeno lo facesse sentire meglio, dato che il piacere vero doveva riscoprirlo ancora bene: una sensazione assopita con il tempo, come le altre.
Erano usciti dall'Atrium ed erano entrati in un locale lì vicino: un posto davvero carino - come gli aveva accennato lei poco prima - il cui nome era "Rusty Arrow".
Entrarono: il locale era davvero pieno di gente e furono fortunati a trovare un tavolo libero; Jeremiah si guardò intorno nel tragitto dall'entrata al tavolo: non era abituato frequentare locali, l'Orso Polare escluso.

Eccoci, è un posto carino no?

Jeremiah si limitò ad annuire con il capo, senza dare troppi segni di soddisfazione.
Notò il movimento delle gambe molto sensuale, il quale evidenziò maggiormente i muscoli delle cosce tonici, sicuramente frutto di un buon allenamento.
Il suo sguardo si bloccò istintivamente su di lei, poi scosse leggermente la testa, accorgendosi di essersi soffermato troppo a lungo su quel particolare molto attraente. Gli occhi si colorarono nuovamente, questa volta di un azzurrino più lieve e sottile, che sottolinearono di poco la carnagione chiara del viso.
Temette che Aryanne si fosse accorta di quel particolare, tuttavia riassunse poco dopo il solito aspetto per non sollevare dei dubbi.
Il cameriere arrivò poco dopo per prendere le loro ordinazioni.
Anche quest'ultimo ammirò le cosce e un'ennesima volta le iridi si colorarono della stessa tonalità azzurrina che avevano assunto nell'Atrium.
Continuò a fissare il cameriere, mentre Aryanne sceglieva il suo cocktail.

Ah, sì, dunque... per me un "Bellatrix Lestrange", ed ovviamente voglio la formula con aperitivo, in porzioni piuttosto abbondanti! Tu cosa prendi, Jer?

Jer?!


Immagine


Sabrina...

L'immagine della ragazza gli apparve come un flashback nella mente e per una frazione di secondo il cameriere fu l'ultimo dei suoi pensieri: le iridi erano diventate verdi, poi erano tornate nuovamente grigie.
Si era quasi dimenticato di dove fossero e perché fossero lì, poi la mente ritornò subito lucida.
Guardò nuovamente il cameriere, con l'aria di chi si fosse appena svegliato da una lunga dormita, per poi ordinare anche lui qualcosa.

Ehm... Si, certo...
Ehm... Un Lord Voldemort...
Ammesso che esista.


Aggiunse quel'ultima frase più rivolto a se stesso che al cameriere, visto che la voce si ridusse ad un sussurro: il soprannome usato da Aryanne era lo stesso che usava Sabrina con lui.
Fece un mezzo sorriso: Aryanne avrebbe capito poco dal suo comportamento, ma involontariamente gli aveva fatto rivivere un bel momento.
Sabrina era una parte del suo passato tornata a tormentarlo: forse aveva ancora qualcosa in sospeso con lei; avrebbe dovuto aprire maggiormente quel canale? Oppure chiuderlo definitivamente?
Il problema non si poneva dato che Jeremiah non conosceva nemmeno la natura di quel fenomeno particolare.
Il tutto però si ricollegava al suo comportamento e a quel blocco che si stava sciogliendo molto lentamente anche grazie ad Aryanne.
Ritornò di fronte ad Arianna, mentre l'immagine vivida della suo amore scomparso si andava schiarendo anche nel suo cervello.

Allora, Murray... parlami di te.
Che ci facevi al Master? Puro piacere personale, o c'entra qualcosa col tuo lavoro?


In verità un po per entrambi: sai, sono un MediMago - precisamente una Guardia Magica - e lavoro all'ospedale di Reykjavík per cui è necessario che io frequenti i Master per esplorare a fondo i rami di quasi tutte le materie; può sembrarti strano, ma è molto importante una mente acculturata per essere un buon MediMago.

Spiegò lui, interrogandosi quale fosse la sua di occupazione: cosa mai poteva fare una ragazza con un fisico del genere?

E tu invece? Che lavoro svolgi?

Il fatto che facesse delle domande aveva dello straordinario: di solito si limitava solamente a rispondere, considerata la sua passività.
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Messaggioda Aryanne » 22/10/2013, 15:04

E dire che solo un paio d'ore prima era infastidita all'inverosimile all'idea di dover seguire quel noioso Master di Erbologia propinato dal Ministero... invece quella giornata le aveva riservato una sorpresa non poco piacevole, nell'esatto momento in cui Jeremiah era comparso sulla sua strada: un inizio incerto, il loro, sicuramente atipico, ma che li aveva comunque portati a ritrovarsi insieme per un aperitivo al "Rusty Arrow"; insomma, nonostante tutto e a dispetto delle aspettative iniziali, quella conoscenza stava proseguendo decisamente bene.
Si erano dunque seduti tranquillamente ad un tavolo libero, ed Aryanne si era messa comoda con le gambe accavallate, un gesto sensuale che le fece percepire lo sguardo di Murray su di sé - buongustaio; un lieve sorriso di compiacimento incurvò le labbra della Vastnor, che però non disse né fece capire all'altro di essersi accorta dell'occhiata che le aveva lanciato, perché non c'era motivo di sottolineare la cosa e magari di metterlo in imbarazzo.
In fondo, si disse la ragazza mentre sceglieva il suo cocktail, anche il cameriere che si era fermato per prendere le loro ordinazioni sembrava piuttosto interessato allo spettacolo offerto dalle gambe dell'italiana, era normale quando una persona era di bell'aspetto e non c'era dunque da stupirsene; chiese poi a Jeremiah quale fosse la sua ordinazione, quale cocktail avesse scelto, e nel farlo storpiò il suo nome in un diminutivo, un modo più amichevole di rivolgersi a lui che non era una novità per Aryanne: lo faceva con tutte le persone che imparava a conoscere un po' più a fondo di un mero approccio superficiale, ma per un secondo le sembrò che quel soprannome avesse in qualche modo colpito Murray, tanto che pensò quasi di tenersi pronta a sentirsi dire che gli aveva dato fastidio.

Ehm... Si, certo...
Ehm... Un Lord Voldemort...
Ammesso che esista.


Invece non accadde nulla, e più che una lieve perplessità nella voce di Jeremiah, Aryanne non colse altro: il suo cocktail era composto da succo di ananas, pompelmo, mela e mandarino, con zucchero di canna e una spruzzata di tequila, un sapore fresco in contrasto col nome che si rifaceva al più grande Mago Oscuro del passato; ad ordinazioni prese, il cameriere si allontanò da loro con un sorriso, e questo diede modo alla Vastnor di cominciare a fare qualche domanda per conoscerlo meglio, cominciando da qualcosa di classico e soft come la sua occupazione.

In verità un po per entrambi: sai, sono un MediMago - precisamente una Guardia Magica - e lavoro all'ospedale di Reykjavík per cui è necessario che io frequenti i Master per esplorare a fondo i rami di quasi tutte le materie; può sembrarti strano, ma è molto importante una mente acculturata per essere un buon MediMago.

Reykjavík?
Una mia...
- si fermò un momento, incerta su come definire la Delfinazzurro, poi riprese - amica sta svolgendo uno stage di medicina presso l'ospedale di Reykjavík, si chiama Alexis Parker... occhi grigio-azzurri, capelli castani, genio assoluto ed indiscusso... hai presente?

Gli domandò Aryanne: s'immaginava che la Parker, secchiona com'era, si fosse messa subito in luce dimostrando una preparazione eccellente, perciò non era così improbabile pensare che uno come Jeremiah Murray potesse averla conosciuta, o quantomeno sapesse visivamente di chi lei stesse parlando.
Intanto i cocktails arrivarono sul tavolo e, con essi, anche gli stuzzichini che li avrebbero accompagnati, e che avevano un aspetto molto invitante.

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Immagine


Grazie mille!

Esclamò Aryanne al cameriere, che sorrise ad entrambi prima di allontanarsi dal tavolo per servire i clienti successivi: la Vastnor prese subito un sorso del suo drink, mugolando soddisfatta in segno di apprezzamento, per poi prendere una patatina e farsela sparire tra le labbra con un sospiro di sollievo; finalmente stava mangiando, senza nemmeno rendersene conto le era venuta una gran fame.

E tu invece? Che lavoro svolgi?

Sono una Mercenaria! - rispose l'italiana, la voce che si tingeva di orgogolio a quelle parole: era il lavoro dei suoi sogni, per quanto fosse difficile comprenderlo, e lo poteva svolgere con fierezza - Non ancora molto esperta, lo ammetto, ma mi sto facendo le ossa nell'ambiente e devo dire che è il lavoro a cui ero destinata, me lo sento! In realtà non amo i Master, lo studio in generale, ma un buon Mercenario deve essere preparato un po' su tutto, perciò eccomi qui! - aggiunse, facendo spallucce - E poi il mio Mentore ci teneva che vi partecipassi, e non volevo deluderlo!

Anche perché, nel caso, Sandyon sarebbe stato capace di "vendicarsi" in allenamento: prese nuovamente il bicchiere tra le dita e lo alzò in direzione di Jeremiah, invitandolo così a partecipare a quel brindisi improvvisato.

Che ne dici... ai quaderni persi e ai pub dagli ottimi aperitivi?

Gli propose, sorridente e divertita.
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Messaggioda Jeremiah » 22/10/2013, 20:42

L'appellativo utilizzato da Aryanne aveva suscitato in lui una serie di ricordi, però tutti legati ad una persona in particolare: Sabrina.
Non se ne era mai andata dalla sua vita, anche se lui aveva finto il contrario; quando una persona importante ci lascia in maniera definitiva, il suo ricordo - bellissimo in questo caso - tanto forte, non può svanire, nemmeno sbiadire.
A dirla tutta lui aveva quasi trovato piacere pensando a lei: perché dimenticare una donna solo perché questa aveva lasciato la Terra? Perché gli avrebbe fatto del male ricordarla? Ammesso che fosse così, da quel dolore ne avrebbe dovuto trarre forza e continuare la sua vita.
Se lei non fosse morta e avessero semplicemente chiuso la loro storia, allora sarebbe stato lecito continuare a ricordarla? Era lo stesso tipo di discorso: le persone non se ne andavano mai in maniera definitiva, erano sempre lì, a vegliare su di loro. La loro presenza fisica era secondaria, Sabrina doveva essere ricordata, la sua mente doveva vivere nel ricordo di una donna così bella e solare: la donna che lo aveva reso un uomo.
Sapeva che Sabrina era lì, che sorrideva, vedendolo con un'altra ragazza.
Il suo ricordo l'avrebbe portato con se per sempre, custodendolo gelosamente dai falsi consigli delle persone.
Dopo che ebbero ordinato i loro cocktail, e dopo che lui si riprese da quel flashback che lo aveva stordito leggermente, intrapresero il discorso che era solito aprire quando due persone si conoscevano appena: la loro occupazione.

Reykjavík?
Una mia... amica sta svolgendo uno stage di medicina presso l'ospedale di Reykjavík, si chiama Alexis Parker... occhi grigio-azzurri, capelli castani, genio assoluto ed indiscusso... hai presente?


Fece per pensarci un attimo.
In ospedale c'era gente che andava e veniva, e lui ne conosceva parecchia, ciononostante non gli fu difficile ricordare il volto della ragazza di cui parlava Arianna, Alexis, ma per un semplice particolare, che solo lui poteva sapere tra i due e che non avrebbe potuto svelarle mai e poi mai: Alexis Parker era una neo-Acuan.
Da poco entrata nella Gilda, sapeva del suo arrivo per il semplice fatto che la ragazza stava seguendo uno stage all'ospedale, per cui la incontrava spesso, anche se non si era mai ritrovato a parlare molto con lei: sicuramente ce ne sarebbe stata l'occasione.
Rifletté qualche secondo, cercando di ricordare il viso angelico della Parker, poi ebbe un 'illuminazione (gli occhi tornarono azzurri, poi di nuovo grigi).
Tornò a guardare Aryanne, annuendo poi con il capo.

L'ho incontrata un paio di volte.
Ah, ti prego non fare caso a... beh... - con l'indice indicò i propri occhi - Capita spesso, ci farai l'abitudine...

Disse con aria imbarazzata, per poi abbassare lo sguardo: molti trovavano quel particolare molto affascinante; l'unica cosa affascinante era il fatto che riuscisse a colorare gli occhi quando voleva, ma non riusciva a bloccarne l'effetto quando avveniva istintivamente.
Per il resto non era piacevole, vedere le persone di tanto in tanto guardarti negli occhi solo per osservarne la caratteristica particolare: non era certo un fenomeno da circo.
Abbozzò un sorrisino dispiaciuto, in caso lei se la fosse presa per quella precisazione, ma a quanto aveva capito non era il genere di ragazza che se la prendeva molto facilmente, anzi: un'altra, al suo posto, lo avrebbe picchiato nell'Atrium del Ministero.
Il cameriere tornò poco dopo con i cocktail richiesti e con una serie di stuzzichini invitanti e Aryanne fece una faccia come per dire "Pancia mia fatti capanna".
Lei ringraziò il cameriere, lui gli rivolse semplicemente un cenno con la testa: bastava e avanzava.
Seguì il suo esempio e assaggiò una patatina per il sollievo del suo stomaco brontolante.

Contengono salmone? - indicò i rotoli contenenti qualcosa di simile al salmone o pesce - Sai, non mangio pesce...

Ammise poi.
Da quando era un Acuan non riusciva più a cibarsi di qualunque animale che appartenesse al mare, o comunque di acque dolci.
Si sentiva un cannibale al pensiero di dover mangiare del pesce, ma non per questo si infastidiva se gli altri lo facessero: era una questione personale, e comprendeva di essere lui il problema, come al solito del resto.
Dopo che ebbero parlato di lui, il MediMago chiese che lavoro svolgesse lei, invece.

Sono una Mercenaria!

Wow... Sembra... Forte.

Commentò lui, un po sorpreso: ora si spiegava il suo fisico allenato.
Jeremiah ne comprendeva anche il pericolo: svolgere quel tipo di lavoro, talvolta, era un vero e proprio pericolo.
Un po come gli Auror, con la differenza che i Mercenari lavoravano privatamente, dietro compenso: un lavoro da alcuni considerato sporco, da altri, come ad esempio lui, audace e impegnativo.
Non si sarebbe aspettato una cosa del genere da lei: immaginava che lavorasse in un campo che manteneva comunque il corpo allenato, ma non l'Auror; ciò stava a significare che aveva di fronte una strega ben versata nelle Arti Magiche.

Non ancora molto esperta, lo ammetto, ma mi sto facendo le ossa nell'ambiente e devo dire che è il lavoro a cui ero destinata, me lo sento! In realtà non amo i Master, lo studio in generale, ma un buon Mercenario deve essere preparato un po' su tutto, perciò eccomi qui!

Complimenti, davvero.


Si congratulò lui: un altro miracolo; capitava poco spesso che si congratulasse con qualcuno.
Aryanne poteva considerarsi fortunata.

E poi il mio Mentore ci teneva che vi partecipassi, e non volevo deluderlo!

Chi è il tuo Mentore?

Chiese d'istinto; non ne era sicuro, ma probabilmente si sarebbe trattato di un'informazione riservata, o comunque Aryanne non si sarebbe fidata ancora abbastanza tanto da confessarglielo.
Non sapeva come funzionavano le cose in quel campo, perciò le aveva rivolto quella domanda senza riflettere.
Afferrò il bicchiere, seguendo il suo esempio e si guardarono negli occhi: Aryanne aveva intenzione di fare un brindisi.
Non gli era capitato mai di fare un brindisi con qualcuno che non fosse un Acuan, per cui lasciò che fosse lei a formularne uno.

Che ne dici... ai quaderni persi e ai pub dagli ottimi aperitivi?

Ai quaderni persi, ritrovati dalle belle ragazze, e ai pub dagli ottimi aperitivi.

Ripeté, aggiungendo una frase significativa al suo brindisi: si era decisamente lasciato prendere da un pizzico di euforia e la cosa non gli stava dispiacendo affatto.
Avvicinò il bicchiere a quello di Aryanne e i loro sguardi si sarebbero incontrati a mezz'aria, così come voleva la prassi di un brindisi fatto come si deve, dopodiché avrebbero bevuto insieme, assaporando il sapore tanto particolare quanto buono del drink che aveva scelto.
Dopodiché avrebbe poggiato il bicchiere sul tavolo, magari assaggiando qualche altro stuzzichino.

Nessuno, prima di te, ha mai osato avvicinarsi a me, e la cosa non mi dispiaceva fino ad oggi, quando ti ho incontrata.

Ammise poi con sincerità: nessun doppio fine nelle sue parole, anche perché già era complicato esternare dei sentimenti, figuriamoci se avesse tentato di fare il galantuomo.
La sua era semplice sincerità, magari Aryanne l'avrebbe apprezzata di più.
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Messaggioda Aryanne » 23/10/2013, 14:28

L'ho incontrata un paio di volte.

E' simpatica - troppo secchiona per i suoi gusti, ma questo non glielo disse - ed è un genio praticamente in tutto... se la incontri ancora, ti prego, salutala da parte mia!

Massì, un po' di gentilezza ogni tanto non avrebbe fatto male ad Aryanne, che di solito evitava come la peste di pensare ad Alexis: in realtà una parte di sé si era convinta che, nel momento in cui lei avesse iniziato a diventare un miraggio per Typhon, troppo presa dai suoi mille impegni, lui l'avrebbe mollata, perciò non c'era motivo di essere carina e gentile con lei; ma Seal aveva dimostrato di essere ben deciso a portarsela all'altare nonostante tutto, e se voleva mantenere un buon rapporto col suo migliore amico, allora doveva davvero iniziare ad accettare la presenza della Parker nella sua vita.
Questo non voleva dire che sarebbero diventate amiche, ma che forse avrebbero potuto andare d'accordo ed essere gentili vicendevolmente - più la Vastnor, in realtà, visto che l'ex Delfina era sempre gentile con lei, forse anche troppo.
Parlare di Alexis, comunque, aveva nuovamente fatto cambiare per qualche secondo il colore degli occhi di Jeremiah, che pareva ora piuttosto imbarazzato per quel piccolo particolare.

Ah, ti prego non fare caso a... beh...
Capita spesso, ci farai l'abitudine...


Presupponi di passare molto tempo con me?

Domandò di rimando Aryanne con una sfumatura maliziosa nella voce: certo, le parole di Murray potevano essere intese come a voler dire che, nel corso di quella giornata, gli sarebbe potuto capitare diverse volte e dunque l'italiana sarebbe arrivata a non farci più caso, ma lei aveva intenzionalmente deciso di fare un po' la provocante, ipotizzando che il ragazzo intendesse quella frase come un "ci frequenteremo spesso e ti ci abituerai"; forse aveva commesso un azzardo, ma di sicuro, qualsiasi fosse stata la reazione di Jeremiah - fastidio, imbarazzo, compiacimento, disagio - sarebbe pur sempre stata un'emozione, proprio ciò che il ragazzo doveva imparare a controllare.

Comunque non ti preoccupare, se non ti da' fastidio né ti fa male... - e si riferiva al cambio di colore degli occhi, ovviamente - a me non da' nessun problema!

No, non era quel tipo di persona da fissare un particolare preciso nel proprio interlocutore, per quanto splendido o affascinante potesse essere: insomma, chissà che disagio a vedersi studiare per tutto il tempo come una sorta di fenomeno da baraccone, doveva essere molto fastidioso per lui.
Intanto i cocktails arrivarono, e così gli stuzzichini che fecero la felicità di Aryanne, piuttosto affamata: cominciò subito ad assaggiarne qualcuno, ma quando prese il rotolino con all'interno salmone, rucola e formaggio, la voce di Jeremiah bloccò a metà il movimento del suo braccio.

Contengono salmone?
Sai, non mangio pesce...


Sì, è proprio salmone... non ti piace, o sei vegetariano? - s'informò Aryanne, con aria premurosa - Nel caso ti dia fastidio che io lo mangi, lo posso evitare senza problemi!

Aggiunse, pronta a lasciare il piatto coi rotolini intatto per mangiare il resto: in fondo le cambiava poco, e se con quella scelta poteva evitare del fastidio a Murray, perché no? In base alla sua risposta, comunque, lo stuzzichino sarebbe stato o rimesso nel piatto, o gustato dall'italiana, che comunque per rispetto avrebbe evitato di commentarne la bontà effettiva.
E intanto parlarono di loro, delle loro occupazioni, partendo da quella di Jeremiah per arrivare a quella di Aryanne.

Wow... Sembra... Forte.

Lo è! - confermò lei - Un po' pericoloso, certo, ma mi piace... è un modo per mettersi alla prova, credo, o almeno è questo che sento io, perciò cerco di dare sempre il meglio in missione e in allenamento!

Aggiunse allegra, ringraziandolo poi con un cenno del capo quando lui si complimentò con lei: erano due lavori totalmente opposti, i loro, ma in qualche modo entrambi richiedevano concentrazione, preparazione e sangue freddo; in quel senso, non erano poi tanto diversi.
Ad onor del vero, Aryanne ammise anche che la sua partecipazione al Master era stata un po' spinta dal proprio Mentore, perché se fosse stato per lei non ci avrebbe minimamente messo piede.

Chi è il tuo Mentore?

Oh, è Sandyon Vastnor... - si fermò un solo istante, poi fece un gran sorriso orgoglioso - ... mio padre.

Aggiunse, sentendo una bolla di calore pervaderle il petto e farla sentire bene: inizialmente non era sicura di poterlo dire in pubblico, di poter definire Sandyon come suo genitore; era stato proprio lui, tuttavia, a spingerla a non farsi alcun problema in tal senso, perché per lui la ragazza era davvero una figlia, e quindi lei non si sarebbe dovuta sentire a disagio nel considerarlo o nominarlo suo padre.
E visto che si sentiva bene, felice e soddisfatta, propose un brindisi a Jeremiah, che lo accolse e lo corresse leggermente.

Ai quaderni persi, ritrovati dalle belle ragazze, e ai pub dagli ottimi aperitivi.

Ah, ma allora dovremmo dire ai quaderni persi dai ragazzi misteriosi, ritrovati dalle belle ragazze, e ai pub dagli ottimi aperitivi... così è completo!

Esclamò la Vastnor di rimando: non l'aveva definito "bello" per non sembrare ripetitiva, visto che era stato lui per primo a considerare lei in tale modo, e poi quell'aggettivo, "misterioso", le sembrava calzasse bene su Murray, dava l'idea di una persona piacevole ed intrigante come in effetti il ragazzo era.
I bicchieri tintinnarono leggermente, ed entrambi bevvero un sorso del loro cocktail senza smettere di guardarsi, perché era così che si faceva in un brindisi DOC.

Nessuno, prima di te, ha mai osato avvicinarsi a me, e la cosa non mi dispiaceva fino ad oggi, quando ti ho incontrata.

Forse perdere quel quaderno è stata la cosa migliore che ti potesse capitare - commentò Aryanne, prendendo una fettina di pane croccante con olio d'oliva e un piccolo pomodoro tagliato a metà, e portandoselo alle labbra con gusto - Oggi potrebbe essere una giornata di svolta, per te.
Scusa se te lo chiedo, ma... questo tuo essere un po' distaccato, diciamo, non ti ha creato problemi nel farti degli amici?


Domandò, sperando di non essere stata troppo invadente, bevendo un altro sorso del suo "Bellatrix Lestrange" e cercando di trattenere la sua curiosità.
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