1664 punti 1267 punti 1021 punti 1415 punti 1750 punti 1032 punti

Interno Serre

Le giocate che si vogliono effettuare alle Serre che NON coinvolgono la prof.ssa Vilvarin devono essere concordate direttamente con questa o attraverso gli Admin poiché la PG vi è quasi sempre all'interno ed è necessario che sia lei a dare un orario in cui non sarebbe presente

Messaggioda Jorge » 04/09/2013, 22:58

[Giovedì – Ottobre – Prima dell’amichevole con la Cyprus – ore 19.30]


Un fallimento, su tutti i fronti. Solo così poteva essere classificato agli occhi dei più l’incontro che Jorge aveva avuto il giorno prima con la sua Capa. Sorda alle sue suppliche, infatti, Monique gli aveva rifiutato senza neanche rifletterci mezzo secondo la sospensione della pena e reintegrarlo tra le fila dei musicanti solo in occasione della sfida/amichevole con la Cyprus. Per il Delfino invece esso si era rivelato come una sorta di manna dal cielo in quanto gli aveva permesso da un lato di comprendere finalmente cosa ci si aspettasse davvero da lui in qualità di supporter – e a giudicare dalla bravura degli americano per non parlare del livello di acido che si erano dimostrati in grado di spargere avrebbe dovuto far ricorso a tutto il suo intuito e alla sua faccia tosta per riuscire a tenere alto l’umore del Coro inglese – dall’altra di dimostrare alla VicePreside quanto fosse maturato in quegli anni e riconquistando ai suoi occhi almeno una manciata di punti delle tonnellate che aveva perso ai suoi occhi in seguito allo scontro con i minidraghi.
Galvanizzato, per così dire, da quella nuova presa di coscienza che non tutti gli adulti erano dei mostri sadici assetati di sangue capaci solo di dirti cosa non dovevi fare senza darti alcuna spiegazione e pronti a comandarti come delle marionette babbane senza spina dorsale, il portoghese aveva deciso di intraprendere quella che sua madre avrebbe chiamato la strada delle redenzione – anche se ancora non ne comprendeva appieno il senso – e quindi di affrontare la Vilvarin e porre anche a lei le sue scuse. In realtà non aveva improvvisamente contratto da visino di pesca una sorta di Grifondorite acuta, una malattia che da quello che aveva letto sui libri di Storia Magica era tipica degli studenti rosso – oro e istigava a compiere azioni spericolate che potevano essere considerate quasi dei tentativi di suicidio. Semplicemente da quando la docente era tornata dal suo anno sabatico sembrava essere un’altra persona, più dolce, più aperta nei confronti degli studenti, in una parola sola più umana. Certo c’era il rischio che questo suo nuovo comportamento le fosse stato imposto dalla Preside, giusto per evitare di traumatizzare troppo i poveri primini, ma qualcosa nel sorriso che aveva rivolto loro durante la lezione gli aveva trasmesso una sensazione rassicurante una volta che si era ripreso dallo shock. Animato quindi da tutte le buone intenzioni del Mondo Magico e di quello Babbano, Jorge quel pomeriggio, finite le lezioni aveva salutato in fretta la sua sorellina e con ancora indosso la divisa dei Delfiniazzurri era corso fino alla Serre, la borsa con i libri che sbatacchiava lungo il fianco sinistro dove a fine giornata avrebbe ritrovato un enorme ematoma. Non aveva detto a Cappie dove stava andando così di corsa, non perché si trattasse di chissà quale segreto, ma perché temeva la reazione della Tassetta che avrebbe potuto tentare di dissuaderlo, convincendolo che non aveva nulla di cui scusarsi, o peggio insistendo per accompagnarlo perché alla fine erano stati in due a sbagliare.

No, sono stato solo io a sbagliare.

Sospirò affranto, incapace di confutare quel monito della sua coscienza, prima di sistemarsi con cura il mantello sulle spalle e iniziare a sbirciare al di là dei vetri semiopachi delle Serre per individuare quella in cui si trovava la docente. Non era certo se anche lei fosse una maniaca dell’ordine e delle formalità come la Samyliak, ma di certo dispiegare alcune pieghe del suo mantello e liberare i capelli corti da alcune foglie secche che vi erano rimasti impigliati durante la sua corsa lungo il sentiero non lo avrebbe di certo ucciso.

Ma le piante non hanno bisogno di luce per crescere?

Si lamentò a bassa voce, frustrato, quando il suo ennesimo tentativo di guardare al di là dei vetri fallì miseramente. Determinato a non farsi abbattere da quella insulsa difficoltà fece un paio di passi indietro e chiuse gli occhi, concentrandosi [Concentrazione=4] solo sui suoni che lo circondavano riuscendo così da avvertire, complice il fatto che a quell’ora all’esterno non vi era praticamente nessuno, rumori di cocci e metallo al di sopra del normale brusio della natura che lo circondava. Improvvisamente titubante si avviò verso la Serra rumorosa e rimase un paio di secondi a fissarne la porta in legno vuota.

Speriamo solo non sia Seal.

Mormorò, prima di bussare alla porta con fare un po’ troppo precipitoso che ne indicava il nervosismo.

Buona sera Professoressa Vilvarin, posso disturbarla?

Avrebbe detto una volta che ricevuto il permesso di entrare, gli occhi che saettavano in giro per la stanza curiosi di vedere che aspetto avessero le Serre, e soprattutto la docente, al di fuori dell’orario delle lezioni.

Spoiler:
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Messaggioda Lindë » 05/09/2013, 12:18

[Ottobre - ore 19.35]


Da quando era tornata a Hogwarts, tutto era diverso.
Lei era diversa, in realtà.
Sorrideva, scherzava, rideva, passeggiava con Irvyne per il giardino tenendolo per mano, insegnava a Typhon la lingua delle Gilde e i suoi Incantesimi...
Lindë Vilvarin non era più nemmeno lontanamente paragonabile alla donna che, mesi e mesi prima, era partita dalla scuola per seguire Raiden tra i Terran.
E non avrebbe potuto esserne più felice.
Ora riusciva a parlare con gli studenti, a comunicare con loro, a trasmettere l'amore per le piante.
Prima non le importava nulla, ma ora che aveva ritrovato se stessa e i suoi ricordi... ora finalmente poteva respirare.
Mancava ancora una cosa all'appello, una persona con cui parlare e da cui sarebbe andata l'indomani.
L'ultima che le serviva per chiarire definitivamente il suo passato.
Ma al momento non ci stava pensando, concentrata totalmente sul suo lavoro.
Stava sistemando la Serra principale, tanto per cambiare, quella dove non faceva lezione ma accudiva i suoi tesori.
Spostava alcune piante, ne bagnava altre, parlava con loro, soprattutto.
Dentro quel luogo enorme ed immenso, il verde predominava su tutto: fiori, piante, alcune molto grosse, altre fragili e delicate, tutte colorate e profumate.
In un lato della Serra era racchiusa un'area con degli alveari per l'allevamento di api per far si che l'impollinazione dei fiori fosse perfetta durante tutte le stagioni.
Piccole farfalle delicate passavano da una pianta all'altra, il Sole, con tutto che dall'esterno i vetri parevano oscurati, riusciva comunque a filtrare all'interno per illuminare l'ambiente.
E, dulcis in fundo, una decina di uccellini festosi cinguettavano allegramente appollaiati un po' ovunque, per tenere compagnia alla Vilvarin.
Anche il suo colibrì, Gaoth, era presente, sulla spalla destra della donna. Per lei, quella sera, una salopette di jeans e degli stivali da lavoro, semplice e pratica.
Lo sguardo però non era più severo e corrucciato, ma disteso e rilassato.
I capelli corti, poi, la facevano sembrare più giovane.
Sì, era decisamente un'altra persona.
Dei colpi alla porta della Serra la fecero voltare verso di essa, facendo segno agli uccellini di zittirsi.
Tanto, chiunque fosse entrato, l'avrebbe trovato strano comunque.

Avanti!

Buona sera Professoressa Vilvarin, posso disturbarla?

Alvares, prego entri pure!

Lo invitò la donna, asciugandosi le mani bagnate sulla salopette da lavoro.
Gli uccellini lo studiarono curiosi.
Poi ripresero a cinguettare verso Lindë mentre un procione approfittava della porta aperta da Jorge per entrare con lui ed avvicinarsi alla donna.
In palese cerca di coccole, peraltro.

Cosa posso fare per lei?

Gli chiese la docente, facendo finta di niente, con un sorriso.
Un vero, sincero e sentito sorriso.
Sì, era del tutto diversa, era cambiata.
In meglio.
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Messaggioda Jorge » 05/09/2013, 21:23

Alvares, prego entri pure!

Jorge rimase pietrificato sulla soglia della Serra per una manciata di secondi, nonostante la docente gli avesse dimostrato con il tono di voce gentile e il sorriso dolce di non essere per nulla infastidita dalla sua presenza lì. E sinceramente il portoghese non avrebbe saputo dire cosa lo aveva maggiormente colpito. Forse l’abbigliamento casual della Vilvarin che lo stava spingendo a valutare l’altra con l’occhio non di uno studente ma di un ragazzo i cui ormoni erano stati da poco risvegliati, rendendosi conto per la prima volta di quanto l’altra fosse in realtà giovane rispetto a docenti come Vastnor e la Samyliak. O forse il fatto che quella di Serra non assomigliava per nulla a quella in cui erano soliti fare lezione, era più “solare”, più vissuta, più calorosa come se l’amore che la docente provava per le sue piante si materializzasse e avvolgesse tutto come un plaid babbano. E le piante sembravano ricambiare quell’amore crescendo rigogliose e forti, in un tripudio di mille sfumature di verde e marrone, dando ospitalità a diversi specie di uccelli - perchè per la mente del piccolo Delfino gli uccelli potevano essere attirati in quel luogo chiuso solo dalla vegetazione florida - che con il loro cinguettio davano al tutto un’atmosfera festosa e a tratti surreale per i raggi morenti del sole che, a dispetto di quello che aveva creduto prima, illuminavano perfettamente l’interno della Serra.

Il bosco incantato…

Mormorò estasiato il delfino, dimenticandosi per un secondo dove e di fronte a chi si trovava realmente, la sua mente ancora in parte infantile che associava quel luogo a quello delle sue fantasie di bambino, di quando sua madre gli leggeva le favole su elfi e folletti.

Cosa posso fare per lei?

Ah si, giusto … - balbettò Jorge quando la voce di Lindë lo riportò alla dura realtà facendo alcuni passi in avanti, il nasino ancora all’insù per la meraviglia e il corpo semi voltato all’indietro per chiudere la porta – ecco io ero venuto a chiederle delle delucidazioni sull’ultima …

Con tutte quelle distrazioni il portoghese si accorse del procione che era sgattaiolato dentro la Serra solo qualche istante prima che il suo piede finisse sopra la sua coda. Amante degli animali qual era, e il suo piccolo Patis trattato come il re dei furetti ne era una prova lampante, Jorge cercò di fare il classico passo più lungo della gamba per evitare il batuffolo di pelo finendo immancabilmente per cadere a terra di sedere.

Mi scusi – affermò tra l’affranto e il dolorante da terra - mi sto comportando veramente come il più imbranato dei primini dei Tassi… che poi perché si dica così ancora lo devo capire – e la seconda parte era più mormorata tra sé, non volendo rendere partecipe la docente di quelle considerazione prettamente personali – Volevo esporle alcuni dubbi che mi sono venuti durante la lezione in merito alla preparazione del talismano per ammansire alcune Creature Magiche e non diventare l’onorato e dolorante possessore di uno dei suoi unguenti miracolosi contro lividi e affini.

La botta sembrava aver fatto, per così dire, rinsavire il portoghese che era tornato a essere il quindicenne birbante e un po’ sfacciato senza però essere offensivo e volgare, con tanto di sorrisetto furbetto sul viso.

Anche se la caduta alla fine è capitata a fagiolo visto che mi toccherà prendere un po’ di appunti… grazie amico.

Aggiunse facendo l’occhiolino al procione e se la docente non avesse avuto nulla a che ridire, Jorge si sarebbe sistemato tra mugolii doloranti per il proprio deretano sulla pietra, incrociando le gambe nella posizione yoga babbana e tirandosi dietro la borsa da cui estrasse una pergamena su cui erano appuntate con una calligrafia precisa e ordinata una sfilza di domande e una piuma.

La posso intervistare?

Chiese quindi con un fare un po’ rispettoso un po’ divertito, consapevole che tanto ormai i suoi buoni propositi di mostrarsi serio e compito erano finiti insieme a lui a gambe all’aria. C’era solo da sperare che la nuova Vilvarin avesse un po’ di senso dell’umorismo oltre a un bellissimo sorriso.
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Messaggioda Lindë » 06/09/2013, 12:10

Il bosco incantato…

Sorrise nel sentire quel lieve mormorio.
In effetti, ad un occhio esterno, poteva apparire come una cosa del genere.
Un bosco incantato, una foresta magica.
Sapeva che quella Serra era diversa dalle precedenti.
Quelle usate per le lezioni erano meno "vive", perché dovendo ospitare gli studenti non potevano certo essere riempite.
Quella, invece, ospitava solo lei.
E Typhon, al massimo.
Lì le piante regnavano indiscusse, e gli animali avevano spazio per starle vicini.
Come in quel momento, con gli uccellini che ogni tanto le andavano vicino per farsi accarezzare.
E con Gaoth che, ovviamente, cercava di scacciarli via in malo modo.
Era fatto così, lui.
Non lo faceva per cattiveria, ma per gelosia verso la padrona.
E Lindë lo perdonava sempre, per questo.
Ma per quanto la presenza di Jorge non le stesse dando fastidio, ci doveva pur essere un motivo per cui si era presentato lì.
E lei avrebbe tanto voluto capirlo.

Ah si, giusto … ecco io ero venuto a chiederle delle delucidazioni sull’ultima …

Non fece in tempo a finire la frase.
Il procione che aveva approfittato della porta aperta sgattaiolò accanto ad Alvares, facendolo cadere per evitare di pestarlo.
Lindë si avvicinò a lui, preoccupata che si fosse fatto male.
Abbassò subito dopo lo sguardo sul procione, fissandolo più severa.

Chiedi scusa!

Le venne spontaneo dirlo.
Anche se al Delfino sarebbe potuto sembrare assurdo che lei parlasse all'animale.
O forse la cosa davvero assurda, per lui, sarebbe stato vedere che il procione le ubbidiva, avvicinandosi al ragazzo per abbassare il capo in un gesto di scuse.

Tutto bene?

Mi scusi, mi sto comportando veramente come il più imbranato dei primini dei Tassi…
Volevo esporle alcuni dubbi che mi sono venuti durante la lezione in merito alla preparazione del talismano per ammansire alcune Creature Magiche e non diventare l’onorato e dolorante possessore di uno dei suoi unguenti miracolosi contro lividi e affini.


Oh, a quanto pare la mia lezione l'ha interessata parecchio, allora.
Bene, se ha dei dubbi in sospeso, sono qui apposta per fugarli!


Esclamò la docente.
Il fatto che riuscisse a fare ancora delle battute, significava che in fondo stava bene.
Era la prima volta, in realtà, che qualche studente la cercava per degli approfondimenti.
Non era mai successo prima.
Forse perché tutti avevano paura di lei.
Comprensibile, comunque.
In effetti si sentiva strana, quasi in agitazione.
Sperava di riuscire a rispondere a tutti i dubbi del Delfino.
Ansia da prestazione scolastica, probabilmente.
Ma Lindë era piuttosto convinta che non la si potesse del tutto biasimare.

Anche se la caduta alla fine è capitata a fagiolo visto che mi toccherà prendere un po’ di appunti… grazie amico.

Il procione spostò lo sguardo verso Lindë.
Sembrò quasi fissarla con soddisfazione, come felice di essere stato utile al Delfino e dunque aver rimediato all'errore.
La Vilvarin annuì lievemente in sua direzione, con un sorriso.
Che matto, quel piccolo procione.

La posso intervistare?

Intervistarmi?

Ripeté Lindë con una piccola risata divertita, pulendosi ancora le mani sulla salopette.
Annuì lentamente, spostando un tavolino con un bonsai malridotto di fronte ad un'altra pietra liscia, perfetta per sedersi.
Se doveva farsi "intervistare", tanto valeva lavorare, al contempo.
Dopotutto le piante avevano bisogno di lei tanto quanto gli studenti.

Sono pronta, vada pure con la prima domanda!
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Messaggioda Jorge » 06/09/2013, 22:05

Quando era entrato nella Serra Jorge aveva tutte le intenzioni di fare una bella impressione alla Vilvarin, chiederle di chiarirgli alcuni dubbi che gli erano venuti durante le ultime lezioni e poi scusarsi per quello che aveva pensato ormai secoli prima subito dopo essere stati attaccati dai minidraghi. Era però bastato un passo o forse due in quello che sembrava a tutti gli effetti un bosco uscito dalle favole babbane per mandare tutto all’aria. O meglio con le gambe all’aria e il sedere rovinosamente a terra vi era finito lui grazie a un procione che desideroso di farsi coccolare dalla Terran Verdigris gli aveva tagliato la strada.

Chiedi scusa!

Forse se fosse stato al primo anno il Delfino avrebbe considerato una cosa folle parlare con un animale e quindi avrebbe classificato Lindë come una senza tutte le rotelle a posto. Ma dopo cinque anni passati tra Mezzi Draghi che ti puntavano la bacchetta contro, Pseudodraghi che ti leggevano nella mente e pitoni portati a spasso come se fossero dei micini, non si sorprendeva più di nulla. Per quel che ne sapeva lui così come esisteva il serpentese poteva esistere anche il procionese fatto di segni muti e ultrasuoni visto che a primo orecchio le parole della Vilvarin le stava comprendendo anche lui. Quando quindi l’animaletto si volse verso di lui con intenzioni ignote – lui il procionese non lo parlava né lo capiva – Jorge si limitò a fargli un mezzo sorriso e a sollevare una mano con la chiara intenzione di accarezzarli la punta della coda sempre se non si fosse scansato. Si scusò quindi formalmente con la docente per quel suo comportamento goffo e inopportuno e le spiegò per grandi linee il motivo di quella visita.

Oh, a quanto pare la mia lezione l'ha interessata parecchio, allora.
Bene, se ha dei dubbi in sospeso, sono qui apposta per fugarli!


Ecco se proprio doveva esserci qualcosa di assurdo, fuori posto e da segnare negli annali di Hogwarts questo era la disponibilità della donna ad ascoltarlo e a rispondere alle sue domande. Di fronte a un evento di tale portata, visto che negli ultimi cinque anni avvicinarsi anche solo a dieci metri di distanza dal perimetro delle Serre era considerato tra gli studenti un attimo di suicidio, un procione che ubbidiva a un umano diventava una bazzecola.
Lo ringraziò quindi per averlo fatto cadere, dandogli la possibilità di prendere gli appunti comodamente seduto a terra invece di correre il rischio di rovinare qualche bocciolo, e attirarsi così le ire funeste della Vilvarin per il resto della sua breve eternità, spostando un vaso per trovare un appoggio. Srotolata la pergamena, impugnò la piuma e con aria sorniona da giornalista navigato chiese alla docente il permesso di intervistarla. In un angolino remoto della sua testa una vocina gli stava mormorando che forse stava tirando troppo la corda ma lui la ignorò bellamente: non si era mai sentito così a suo agio in presenza di un adulto e aveva tutte le intenzioni di godersi quella sensazione fino in fondo .

Intervistarmi?

Scosse la testa su e giù un paio di volte determinato, trattenendo il fiato che espirò sonoramente quando l’altra gli diede il permesso di incominciare.

Sono pronta, vada pure con la prima domanda!

Benissimo… - mormorò di nuovo titubante, rileggendo con attenzione gli appunti che aveva preso e sperando che le considerazioni che aveva fatto non fossero proprio del tutto campate in aria. Non gli andava di fare la figura dello stupido di fronte alla donna – Lei ci ha detto che per benedire il talismano questo va immerso in un composto con acqua di lago, gocce di vaniglia e miele… Volevo sapere se è possibile ottenere una sorta di talismano potenziato utilizzando un miele particolare.

Studiando la storia delle Pozioni più comuni aveva scoperto che spesso i miglioramenti più significativi erano stati raggiunti ponendo maggiore attenzione sulle proprietà congiunte dei vari ingredienti, valutandole a coppie e prediligendo quelle con il potenziale più elevato. Era stato proprio quell’articolo che l’aveva spinto non solo a porsi quella domanda ma anche a rivalutare l’Erbologia sotto una nuova ottica.

La seconda domanda riguarda la preparazione del talismano e in particolar modo le foglie di Lauro. Queste non vanno trattate in alcun modo?

Aveva un tono serio, quasi professionale, gli occhi assottigliati e il labbro inferiore tormentato dai denti in una espressione concentrata. Lui di suo le avrebbe almeno pulite con un panno umido per eliminare ogni traccia residua di agenti esterni che avrebbero potuto entrare in conflitto con il talismano ma era restio a dirlo ad alta voce per paura di fare la figura dello sciocco igienista.

La terza invece ha a che fare con il modo di prendersi cura della pianta. Le 10 gocce di camomilla vanno aggiunte ai 30 cl di acqua con cui si bagna il terreno o 30 è il massimo di liquido che la pianta può sopportare?

Ascoltando quelle domande si poteva quasi avere la sensazione che il portoghese parlasse dell’Achillea come se fosse una persona e non una pianta e non ci si sarebbe sbagliati poi di molto. Fin da quando Turner aveva insegnato loro il Planta Sint, Jorge aveva iniziato a riflettere sulla possibilità che le piante avessero un’anima o meno e fino a quando non fosse giunto a una conclusione aveva deciso di provare a trattarle con il rispetto che riservava al suo furetto per quanto gli fosse possibile.
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Messaggioda Lindë » 07/09/2013, 18:08

Era molto strano avere a che fare con uno studente.
Soprattutto uno come Jorge, che non era esattamente il ragazzo più pacato, silenzioso e riflessivo del mondo.
Eppure, le andava.
Le andava di ascoltarlo, le andava di aiutarlo.
Perché una volta l'avrebbe fatto, prima di dimenticare tutto.
Ed ora che aveva ricordato, non c'era niente che le impedisse di ricominciare.
Prima, però, si assicurò che il procione che aveva fatto cadere Alvares si scusasse: erano importanti le buone maniere, sempre.
E quando ne fu sicura, decise di sfruttare il tempo dedicato al Delfino per fare qualcosa di produttivo.
Così, con un paio di piccole forbici di precisione, prese a lavorare sul bonsai, mentre ascoltava le domande di lui.

Benissimo…
Lei ci ha detto che per benedire il talismano questo va immerso in un composto con acqua di lago, gocce di vaniglia e miele… Volevo sapere se è possibile ottenere una sorta di talismano potenziato utilizzando un miele particolare.


Le differenti tipologie di miele non hanno un effetto di potenziamento o meno, ma agiscono in modo diverso a seconda del tipo di carattere dell'animale che si ha di fronte.

Prese a dire Lindë, guardando Jorge in volto.
E continuando a potare e curare il bonsai, senza nemmeno guardare cosa stesse facendo.
Come se lo sapesse senza bisogno del supporto visivo.
Come se fosse la Terra stessa a guidarla.

Generalmente si usa il miele millefiori, perché funziona con tutte le Creature Magiche allo stesso modo: è una sorta di jolly, se vogliamo definirlo così, qualcosa che sai che funzionerà sempre.
Miele diverso da' un risultato migliore su caratteri diversi: con un Ippogrifo dallo spirito indomito e ribelle, ad esempio, funziona meglio un talismano che contiene miele di limone o di arancio; per uno dal carattere orgoglioso e testardo, invece, sarà preferibile fare uso del miele di tarassaco. Ancora, per uno dai modi di fare schivi e diffidenti, sarà consigliato l'uso del miele di Eucalipto.
Mi sono spiegata?


Gli chiese, abbassando solo per un secondo lo sguardo sulla pianta.
Stava bene, poteva percepirne l'energia.
Sorrise, soddisfatta.
Ormai la sua comunione con la natura era totale.
Annuendo leggermente, riprese a guardare Jorge.
Aveva l'impressione che le domande non fossero ancora finite.

La seconda domanda riguarda la preparazione del talismano e in particolar modo le foglie di Lauro. Queste non vanno trattate in alcun modo?

Non generalmente.
L'importante è che siano pulite, ma deve considerare sempre che si parte dal presupposto che, quando si usano ingredienti naturali per creare un talismano, si vadano a prendere in un'erboristeria, magica o babbana che sia: in quel caso, tutto ciò che le serve sarà già pronto per l'uso.
Nel caso in cui le trovi in natura, comunque, il consiglio che le dò è quello di pulirle con un panno di mussola asciutto, per assicurarsi che non vi siano residui di terra, insetti, germi o altro.


Intanto, il bonsai era pronto.
Erano state eliminati tutti i rami secchi, le foglie in eccesso.
Era piccolo, ora, spoglio forse.
Come se fosse senza vita, ma senza colore.
Ma sano.
Mancava ancora qualcosa.
Lindë sapeva di cosa si trattasse, ma prima voleva finire di rispondere alle domande di lui.

La terza invece ha a che fare con il modo di prendersi cura della pianta. Le 10 gocce di camomilla vanno aggiunte ai 30 cl di acqua con cui si bagna il terreno o 30 è il massimo di liquido che la pianta può sopportare?

I centilitri si riferiscono solo all'acqua, non al complesso di acqua e camomilla.
Va da sé che la quantità d'acqua si riferisce ad una pianta la cui terra è asciutta ed ha bisogno di bere: se la trova in natura, magari dopo un temporale, sarebbe stupido darle ulteriore liquido, e sarebbe meglio limitarsi alle gocce di camomilla.


E così aveva risposto anche alla terza domanda.
Si sentiva soddisfatta di sé.
Pensava di essere stata esaustiva, ma non si poteva mai sapere.
Ma anche il suo piccolo amico, il bonsai, necessitava di attenzioni.
Guardandosi intorno, Lindë si alzò e prese una boccetta di medie dimensioni, scura.
La aprì, annusandola, poi sorrise.
La posò in orizzontale sulla terra del bonsai.
Contò dodici gocce di colore violaceo.
E accadde il miracolo.

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... posso fare ancora qualcosa per lei?
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Messaggioda Jorge » 08/09/2013, 22:36

Si era messo comodo, seduto a terra in modo da non disturbare accidentalmente nessuna pianta, con la schiena appoggiata a un mobile, piuma in una mano e pergamena appoggiata sul ginocchio opposto e aveva iniziato a formulare le sue domande. Il tono della voce pacato, riflessivo quasi, perché tanto era una persona esuberante e a tratti incontenibile nella vita tanto era pacata nello studio di alcune materie. Come Erbologia, per esempio, e la sua amata Pozioni e anche un po’ Alchimia, tutte materie che necessitavano più l’uso dell’intelletto che della magia e forse era proprio per quello che le adorava. Perché nelle Serre così come nei sotterranei o nell’aula al quarto piano si sentiva esattamente uguale a tutti gli altri, con le stesse potenzialità di base di un purosangue perché non importava da quante generazioni la magia scorresse nel sangue – in realtà neanche nelle altre materie ma l’essere un NatoBabbano probabilmente era un handicap che Jorge si sarebbe portato nella tomba – ma da quanto veloce funzionava il cervello, da quanto affinati fossero i sensi.

Le differenti tipologie di miele non hanno un effetto di potenziamento o meno, ma agiscono in modo diverso a seconda del tipo di carattere dell'animale che si ha di fronte.
Generalmente si usa il miele millefiori, perché funziona con tutte le Creature Magiche allo stesso modo: è una sorta di jolly, se vogliamo definirlo così, qualcosa che sai che funzionerà sempre.
Miele diverso da' un risultato migliore su caratteri diversi: con un Ippogrifo dallo spirito indomito e ribelle, ad esempio, funziona meglio un talismano che contiene miele di limone o di arancio; per uno dal carattere orgoglioso e testardo, invece, sarà preferibile fare uso del miele di tarassaco. Ancora, per uno dai modi di fare schivi e diffidenti, sarà consigliato l'uso del miele di Eucalipto.
Mi sono spiegata?


Ehmmm si certo – scosse la testa e abbassò lo sguardo sulla pergamena per appuntare la risposta, cercando non pensare alle mani della docente che sembravano danzare intorno alla piccola piantina. Sapeva che era una maga, nel senso più lato possibile, con le piante ma non credeva fosse possibile riuscire a potare qualcosa senza neanche degnarla di uno sguardo e trasmettere allo stesso amore e dedizione, oltre a non sfregiarla – Usare il millefoglie per talismani generici e tenere una tabella con il carattere delle principali Creature Magiche e il miele più adatto. Sono certo che al Professor McDullan non dispiacerà darmi una mano in tal senso. Funziona anche con gli animali normali come lupi, tigri, orsi?

Chiese sovrappensiero, valutando la possibilità di aprire un commercio di talismani nel Mondo Babbano dove ormai iniziava a dilagare la stupida e pericolosa prassi di prendere come animali domestici creature che di domestico non avevano nulla con terribili conseguenze per tutti. Il fatto che la sua famiglia fosse perennemente a corto di soldi spingeva il portoghese a pensare sempre a mille modi per guadagnare qualche soldo in modo da non gravare eccessivamente su di loro. Motivo per cui si era chiesto se le foglie di Lauro dovessero essere trattate in qualche modo prima di venire utilizzate: finchè poteva si riforniva direttamente da Madre Natura per i suoi esperimenti.

Non generalmente.
L'importante è che siano pulite, ma deve considerare sempre che si parte dal presupposto che, quando si usano ingredienti naturali per creare un talismano, si vadano a prendere in un'erboristeria, magica o babbana che sia: in quel caso, tutto ciò che le serve sarà già pronto per l'uso.


Pronto e costoso. La piuma rimase ferma a mezz’aria non sapendo cosa scrivere perché di certo “andare in erboristeria” non era esattamente la risposta che si aspettava. Stava per porre la terza domanda strettamente inerente alla lezione quando la docente aggiunse qualcosa che gli fece brillare gli occhi.

Nel caso in cui le trovi in natura, comunque, il consiglio che le dò è quello di pulirle con un panno di mussola asciutto, per assicurarsi che non vi siano residui di terra, insetti, germi o altro.

Rivolse alla docente un sorriso riconoscente mentre appuntava quel particolare. Mussola. Non aveva la più pallida idea di che tipo di tessuto fosse, ma non avrebbe impiegato poi molto a scoprirlo. Un gufo alla mamma e il gioco era fatto e se la conosceva bene a Natale ne avrebbe trovato un paio di centimetri – a seconda del costo – nel kit che avevano iniziato a preparare insieme durante i mesi di punizione.

I centilitri si riferiscono solo all'acqua, non al complesso di acqua e camomilla.
Va da sé che la quantità d'acqua si riferisce ad una pianta la cui terra è asciutta ed ha bisogno di bere: se la trova in natura, magari dopo un temporale, sarebbe stupido darle ulteriore liquido, e sarebbe meglio limitarsi alle gocce di camomilla.


Quindi basta sfiorare il terreno. Se è secco si aggiunge l’acqua e la camomilla, se è umido solo quest’ultima.

Riassunse con aria soddisfatta, la piuma che svolazzava veloce e precisa sulla pergamena mentre la Vilvarin continuava ad occuparsi del piccolo bonsai. E se fino a quel momento gli appunti di Jorge erano perfetti e ordinati, quando risollevò il viso per rivolgere un’altra domanda o due alla docente, lo stupore nel vedere quello che fino a pochi secondi prima era un rinsecchito bonsai in un tripudio di frutti e foglie gli fecero dimenticare di asciugare l’inchiostro che gocciolò impietoso sul foglio, formando una grossa macchia nera che lo avrebbe costretto a ricopiare tutto nuovamente.


... posso fare ancora qualcosa per lei?

Rivelarmi come ha fatto a ottenere questo piccolo miracolo? - Mormorò con la bocca e gli occhi spalancati, incredulo nonostante sapesse che nel Mondo Magico tutto fosse possibile- Mi scusi – si riprese subito dopo, rendendosi conto di aver mancato di rispetto alla docente con quella battuta – ma un conto è sapere certe cose e un conto è vederle accadere di fronte ai propri occhi.

E gli occhi di Jorge in quel momento brillavano di una luce molto simile alla venerazione perché Lindë aveva appena realizzato quello che lui sognava di fare da quando aveva messo piede a Hogwarts o quasi. Creare – perché a torto o a ragione il Delfino era certo che il contenuto della boccetta fosse una diretta creazione dell’Erbologa – qualcosa che se ne infischiasse dei cicli naturali e delle regole scritte della creazione. Certo non c’era nulla di “contro natura” in quello che era appena accaduto, il bonsai sarebbe fiorito da solo nel giro di qualche tempo, ma il semplice fatto di poter precorrere i tempi era qualcosa di meraviglioso e apriva le porte alla possibilità di creare qualcosa che quelle regole le sovvertivano, un po’ come i minidraghi.

Chissà quali meraviglie è capace di creare la Bennet.

Si ritrovò a pensare perché per lui era inconcepibile che la donna che sperava decidesse di diventare in futuro la sua Mentore non fosse capace di creare con le Pozioni qualcosa di altrettanto potente.

In ogni caso volevo farle un’altra domanda anche se non c’entra nulla con la sua lezione e spero vivamente che non mi bandisca dalla sua aula dopo che gliel’avrò fatta.

Una battuta la sua, ma non proprio infondata, visto che la Vilvarin avrebbe potuto offendersi o peggio dirgli di non aver compreso nulla di quello che aveva spiegato negli ultimi cinque anni e che quindi era meglio se si dedicava alla raccolta dei vermicoli dopo i M.A.G.O.

Esistono delle piante magiche?

Buttò lì la domanda come se avesse qualcosa di schifoso in bocca e non vedesse l’ora di liberarsene, ma subito dopo si pentì così fece un profondo respiro e provò a spiegarsi meglio.

Nel senso è vero che i talismani e i decotti e gli ungenti di cui lei ci parla sono cose che i babbani non riescono neanche ad immaginare che esistano ma le piante utilizzate per creare sono comuni, si trovano ovunque – e di questo i vivai di Lisbona non ne potevano essere che disperati – L’altro giorno però durante una lezione del Professor McDullan ho avuto la sensazione che mi mancasse qualcosa… Quando ci ha spiegato come curare un Metalupo ha specificato che si possono usare solo delle erbe non magiche, anche se i magistudiosi ancora non sanno il perché, e questo mi ha fatto venire il dubbio che esistano delle erbe magiche, cioè delle piante che conosciamo solo noi e che i babbani non hanno mai visto perché nella “loro” natura non esistono.

Man mano che parlava si sentiva stupido, come se le parole che pronunciava suonassero stupide alle sue stesse orecchie ma ormai aveva iniziato e non poteva tirarsi indietro. Poteva solo sperare nella clemenza della corte,come dicevano i babbani.
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Messaggioda Lindë » 08/09/2013, 23:07

Ehmmm si certo.
Usare il millefoglie per talismani generici e tenere una tabella con il carattere delle principali Creature Magiche e il miele più adatto. Sono certo che al Professor McDullan non dispiacerà darmi una mano in tal senso. Funziona anche con gli animali normali come lupi, tigri, orsi?


No, purtroppo il talismano non ha alcun effetto sugli animali privi di componente magica: esistono particolari profumi che ci si può spruzzare addosso, composti naturali che diminuiscono l'aggressività delle Creature non Magiche, ma dilungheremmo di parecchio il discorso se dovessi mettermi ad elencarli tutti.

Non che non lo volesse tra i piedi.
In fondo stava dimostrando di poter parlare e lavorare contemporaneamente.
Semplicemente era un argomento complesso e che richiedeva un'analisi approfondita, che non poteva essere preso in esame in un incontro come quello.
Ci sarebbero volute giornate intere, settimane.
Ed era piuttosto convinta che Jorge non avesse tutto questo tempo a disposizione.
Gli sorrise, rispondendo alle sue altre domande.
Non erano difficili come aveva temuto.
Se la stava cavando bene, tutto sommato.
Ne era molto felice.

Quindi basta sfiorare il terreno. Se è secco si aggiunge l’acqua e la camomilla, se è umido solo quest’ultima.

Vedo che ha compreso il concetto.

Gli sorrise, disponibile e amichevole.
Poi, quel piccolo miracolo: poche gocce di un suo composto, ed il bonsai sbocciò a nuova vita.
Lindë, dal canto suo, lo fissava come fosse un piccolo tesoro prezioso.
L'espressione di Alvares si avvicinava di parecchio alla sua.
Ne sfiorò le foglie, con dolcezza.
Con amore.
E la pianta fremette.
Sì, rabbrividì proprio.
Di piacere, s'intende.
Anche gli uccellini sembravano cinguettare soddisfatti.
Quasi stessero omaggiando il lavoro dell'Erbologa.
Sì, il suo lavoro, se fatto bene, di soddisfazioni ne dava davvero parecchie.

Rivelarmi come ha fatto a ottenere questo piccolo miracolo?

A quella domanda, un sorriso divertito si dipinse sulle labbra di Lindë, e le venne spontaneo abbassare lo sguardo su di lui.
Appariva imbambolato, incantato.
Non poteva dargli torto.

Mi scusi, ma un conto è sapere certe cose e un conto è vederle accadere di fronte ai propri occhi.

Lo comprendo.
La natura può fare molto, Alvares, se lo ricordi sempre: può donare la vita e può toglierla se solo la si sa come usare.
Molti maghi pensano sia necessario possedere una bacchetta per fare magie e ottenere qualcosa, o avere a disposizione chissà quali ingredienti da buttare in un calderone... ma non è così, non del tutto; tutto ciò che c'è intorno a lei, se usato saggiamente, può darle lo stesso risultato.
Non sottovaluti questo fatto.


Non che ce l'avesse con incantesimi e pozioni.
Anche lei ne aveva fatto uso, in passato.
E lo faceva tutt'ora.
Era il concetto di fondo, ad essere sbagliato.
C'era chi pensava che l'Erbologia servisse a coltivare le piante per usarle poi in altri campi così da creare qualcosa, e che solo con radici, fiori o semi non si potesse creare nulla.
Lindë sapeva quanto queste persone fossero nel torto, ma non poteva dimostrarlo per non attirare l'attenzione su di sé.
Tuttavia poteva avvertire Jorge, e fargli aprire gli occhi: in natura c'era già tutto quello che gli serviva.
Bastava sapere dove cercare e come usarlo.

In ogni caso volevo farle un’altra domanda anche se non c’entra nulla con la sua lezione e spero vivamente che non mi bandisca dalla sua aula dopo che gliel’avrò fatta.

Lei la faccia e vediamo che si può fare!
Di che si tratta?


Esistono delle piante magiche?

Aggrottò la fronte.
Non ne aveva capito il senso, in effetti.

Nel senso è vero che i talismani e i decotti e gli ungenti di cui lei ci parla sono cose che i babbani non riescono neanche ad immaginare che esistano ma le piante utilizzate per creare sono comuni, si trovano ovunque.
L’altro giorno però durante una lezione del Professor McDullan ho avuto la sensazione che mi mancasse qualcosa… Quando ci ha spiegato come curare un Metalupo ha specificato che si possono usare solo delle erbe non magiche, anche se i magistudiosi ancora non sanno il perché, e questo mi ha fatto venire il dubbio che esistano delle erbe magiche, cioè delle piante che conosciamo solo noi e che i babbani non hanno mai visto perché nella “loro” natura non esistono.


Sospirò appena, annuendo.
Il collega non avrebbe dovuto parlare con così tanta leggerezza, ma ormai il danno era fatto.
Si ritrovò ad annuire, dunque, alzandosi in piedi per spostare il bonsai in un angolo della Serra, accarezzandolo nuovamente.
E procurandogli un altro fremito, peraltro.
Poi tornò di fronte ad Jorge, più seria in volto.

La natura è unica, signor Alvares.
Non esistono piante che crescono solo nelle zone magiche e non in quelle babbane, e tutte la piante del mondo, magiche e non che siano, sono visibili tanto dai maghi quanto dai babbani.


Gli spiegò, sincerandosi che la cosa fosse ben chiara nella sua mente.
Poi riprese.

Esistono tuttavia delle piante che i babbani non conoscono, nel senso che le hanno viste ma non hanno dato loro alcuna utilità, e dunque non si sono nemmeno preoccupati di studiarle o classificarle: si tratta generalmente di piante rarissime, situate in posti sperduti ed accessibili con difficoltà, e spesso sono protette da magia proprio per evitare che un babbano troppo curioso possa, nonostante tutto, cercare di capire cosa siano esattamente.

Aggiunse, chiudendo così il discorso.
No, non avrebbe fornito i nomi delle suddette piante.
Non aveva intenzione di destare la curiosità del Delfino, poteva essere pericoloso.
Ricordava il passato.
Ricordava come alcuni laboratori magici arrivassero ad uccidere, per metterci le mani sopra.
Non avrebbe divulgato alcuna informazione a riguardo.
Lo fissò, sorridente ma perentoria sul non voler proseguire l'argomento.

Ha altre curiosità che potrei tentare di soddisfare?
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Messaggioda Jorge » 09/09/2013, 12:25

No, purtroppo il talismano non ha alcun effetto sugli animali privi di componente magica: esistono particolari profumi che ci si può spruzzare addosso, composti naturali che diminuiscono l'aggressività delle Creature non Magiche, ma dilungheremmo di parecchio il discorso se dovessi mettermi ad elencarli tutti.

Un piccolo sospiro contrariato sfuggì dalle labbra di Jorge mentre annuiva con fare comprensivo ma mesto, decine di pensieri che si affollavano nella sua testa. Forse non poteva adattare il talismano che la Vilvarin aveva spiegato loro a lezione agli animali "babbani" ma nulla gli vietava di fare qualche ricerca e provare a creare lui stesso dei talismani ad hoc da smerciare a Lisbona. Dopotutto si parlava sempre di composti naturali e quindi i suoi esperimenti sarebbero stati a costo zero. Un piano perfetto il suo se non fosse stato per un piccolo dettaglio: come avrebbe fatto a testarne l'efficacia? Un altro sospiro, questa volta di rassegnazione: no, avrebbe dovuto accantonare quell'idea almeno di non trovare un lavoro part time durante l'estate prossima presso un circo babbano.

Vedo che ha compreso il concetto.

Il Delfino impiegò una manciata di secondi per ricambiare il sorriso della docente, perchè vedere quell'espressione amichevole e disponibile sul viso di Lindë era qualcosa a cui ancora non riusciva ad abituarsi. Così come faticava ad abituarsi a quelli che chiamava "miracoli naturali" perchè per un qualche motivo che ignorava veder fiorire un bonsai all'improvviso gli sembrava più strano che riuscire a far levitare una piuma con un colpo di bacchetta. Innaturale, era la parola adatta, ma allo stesso affascinante, molto di più che trasfigurare un oggetto in un fiore o in un animale anche se probabilmente le implicazioni morali in quei tre atti potevano essere messe sullo stesso piano.

Lo comprendo.
La natura può fare molto, Alvares, se lo ricordi sempre: può donare la vita e può toglierla se solo la si sa come usare.
Molti maghi pensano sia necessario possedere una bacchetta per fare magie e ottenere qualcosa, o avere a disposizione chissà quali ingredienti da buttare in un calderone... ma non è così, non del tutto; tutto ciò che c'è intorno a lei, se usato saggiamente, può darle lo stesso risultato.
Non sottovaluti questo fatto.


L'animo del Pozionista che era in lui e che si sperava avrebbe visto la luce in un futuro prossimo si ribellò non poco a quella affermazione, sentendo, forse a torto, che l'Erbologa stesse in qualche modo sminuendo il valore delle pozioni e di conseguenza il lavoro della Bennet. Aprì la bocca per dissentire e lamentarsi quando lo sguardo gli cadde sulla boccetta contenente il liquido miracoloso per poi spostarsi nuovamente sulla pianta fiorita. Avrebbe scommesso tutti i pochi galeoni che aveva che il suo contenuto fosse solo a base naturale e che probabilmente non aveva visto il fondo di un calderone, ma di un normale pentolino. Un broncio infantile comparve sul suo viso mentre la sua mente andava alla lezione sul Galbano e alla sua capacità di allungare la vita o agli effetti letali della Digitale e dell'Arsenico di cui aveva letto durante l'estate per approfondire la conoscenza sui Veleni.

Scommetto che se le dico che è possibile potenziare l'effetto dell'arsenico od occultarne il sapore dolciastro per renderlo irriconoscibile mi dirà che alla fine il risultato è sempre lo stesso.

Stava facendo la figura del bambino capriccioso, anche se non se ne rendeva effettivamente conto, e probabilmente la Vilvarin conosceva mille modi per rendere un veleno naturale irriconoscibile senza ricorrere all'uso del calderone, ma non gli interessava. Il suo carattere lo spingeva a difendere le cose in cui credeva anche se questo non gli impediva di accogliere le parole della docente e farne tesoro. Di sicuro in futuro avrebbe prestato molta più attenzione agli ambiti di applicazione diretta delle piante, senza considerarle solo come dei semplici ingredienti da aggiungere a una pozione, oltre che al loro studio. Questo però rendeva ancora più urgente la necessità di sciogliere il dubbio che il Professor McDullan gli aveva instillato durante la lezione sul MetaLupo e cioè se esistessero o meno delle piante prettamente magiche.

La natura è unica, signor Alvares.
Non esistono piante che crescono solo nelle zone magiche e non in quelle babbane, e tutte la piante del mondo, magiche e non che siano, sono visibili tanto dai maghi quanto dai babbani.


Jorge assottigliò lo sguardo e iniziò a picchiettarsi la piuma sulla punta del naso, cercando di comprendere le implicazioni di quello che la Vilvarin gli stava dicendo o che forse non stava omettendo. Il concetto di "natura unica" non era difficile da capire, maghi e babbani vivevano sullo stesso Pianeta dopotutto non in realtà parallele come in quel fumetto babbano che gli piaceva tanto. Tom non era un moderno Hamlin e il Paiolo Magico non portava, coma la bottega del vecchio enigmatico incontrato più volte da Dylan Dog, a una dimensione parallela ma solo su una via di Londra che i babbani non potevano vedere e in cui il tempo scorreva esattamente come in quella babbana. Però allora se tutti potevano vedere le stesse piante come faceva a distinguere quelle magiche da quelle non magiche?

Mi sta dicendo che la distinzione non è nell'essenza delle piante ma nell'uso che se ne fa? - chiese perplesso perchè quella opzione non avrebbe fatto altro che alimentare i suoi dubbi. - O forse che per potenziare gli effetti di alcune piante i maghi hanno creato degli innesti, dando quindi vita a una flora magica?

Non era poi un'ipotesi da scartare quell'ultima, considerato che i babbani creavano in laboratori organismi modificati da anni. E considerando che, per quel che ne sapeva lui, non era possibile governare i venti e impedire all'impollinazione, queste "piante magiche" potevano essere diffuse ovunque ed essere accessibili anche ai babbani che però non avrebbero potuto sfruttarne le potenzialità.

Esistono tuttavia delle piante che i babbani non conoscono, nel senso che le hanno viste ma non hanno dato loro alcuna utilità, e dunque non si sono nemmeno preoccupati di studiarle o classificarle: si tratta generalmente di piante rarissime, situate in posti sperduti ed accessibili con difficoltà, e spesso sono protette da magia proprio per evitare che un babbano troppo curioso possa, nonostante tutto, cercare di capire cosa siano esattamente.

Inutile dire che la curiosità del Delfino a quel punto era alle stelle. Perchè si sentiva la necessità di proteggere magicamente delle piante dai babbani? Quanto particolari dovevano essere le loro proprietà per richiedere tutte quelle accortezze? E sopratutto di quali piante si stava parlando? Quale erano i loro usi? Domande quelle che il portoghese ebbe l'accortezza di non pronunciare ad alta voce perchè qualcosa nello sguardo della docente era cambiato e anche se era ancora sorridente aveva la sensazione [Intuito (P)= 12] che la vecchia Vilvarin fosse dietro l'angolo pronta a saltargli alla gola.

Ha altre curiosità che potrei tentare di soddisfare?

Non fino alla sua prossima lezione, grazie.

Rispose quindi con il suo solito sorriso furbetto in viso mentre ripiegava con cura la pergamena sporca di inchiostro e la riponeva nella borsa. Posate quindi le mani a terra si diede una spinta per rimettersi in piedi e trovarsi così di fronte alla docente, le braccia lungo i fianchi e lo sguardo fisso negli occhi di lei. Si umettò le labbra per parlare ma adesso che era giunto il momento non sapeva cosa dire, tutte le parole che gli si affollavano nella mente gli suonavano vuote e inutili.

Mi dispiace. -esordì quindi con un tono di voce serio e determinato, le guance un po' arrossate per l'imbarazzo - Mi dispiace davvero tanto e so che avrei dovuto dirglielo tempo fa e che non ha alcun motivo per credermi però è la verità. Non volevo mancarle di rispetto quel giorno nella Foresta Proibita - non era certo che l'altra potesse comprendere a cosa si riferiva, dopotutto le cattiverie su di lei le aveva solo pensate, ma non per questo si sentiva meno in colpa - la paura per aver quasi visto morire carbonizzata la mia sorellina mi aveva fatto andare completamente nel pallone e sopratutto non volevo mettere a repentaglio la vita di nessuno.. neanche quella delle sue piante... perchè... adesso che l'ho vista davvero con loro ... bè la capisco un po' di più...
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Messaggioda Lindë » 09/09/2013, 14:43

Scommetto che se le dico che è possibile potenziare l'effetto dell'arsenico od occultarne il sapore dolciastro per renderlo irriconoscibile mi dirà che alla fine il risultato è sempre lo stesso.

Non esattamente.
Potenziare l'arsenico od occultarne il sapore sono passaggi utili che spesso possono fare la differenza... il problema è che si potrebbe tranquillamente fare solo con ingredienti naturali.


Replicò Lindë, con un sorriso.
Non stava sminuendo l'arte delle Pozioni.
Tutt'altro, l'apprezzava.
La trovava un campo dove erano necessarie precisione, pazienza, dedizione.
Come per l'Erbologia.
Quindi erano simili, come non considerarla in modo positivo?

Ho come l'impressione [Intuito/Perspicacia 40] di avere di fronte a me un futuro Pozionista... mi sbaglio?
Non sminuirò mai l'importanza di sapersi destreggiare con le Pozioni, signor Alvares, né negherò che con esse si possano raggiungere traguardi importanti... ma converrà con me che, invece, l'Erbologia è un campo sottovalutato, la maggior parte delle volte, e questo mi spiace molto.


Aggiunse la docente, ancora sorridendo.
Sì, stava chiedendo l'opinione di Jorge, in un certo senso.
Assurdo? Nemmeno troppo, da quando era tornata.
Recuperare i ricordi aveva significato riprendere anche la volontà di confrontarsi col prossimo.
Era quella la cosa bella, scoprire cosa gli altri pensassero.
A volte si poteva contare su delle vere e proprie sorprese.
La conversazione si spostò su qualcos'altro, qualcosa di più complesso che Lindë era disposta ad analizzare fino ad un certo punto.
Non avrebbe dato ad Alvares i nomi delle piante "magiche" presenti al mondo.
Allo stesso modo, era sicura che il Delfino non avrebbe mai trovato una lista di esse, né in Biblioteca né altrove.
Solo gli Erbologi più esperti e competenti ne conoscevano l'ubicazione.
Lei rientrava nella categoria.
Non pronunciare i nomi delle piante, lo sapeva, avrebbe destato la curiosità del ragazzo, che però sarebbe rimasta incompiuta.
Così, la conversazione arrivò agli sgoccioli, poiché Alvares non aveva più domande da porle.

Non fino alla sua prossima lezione, grazie.

Sorrise allegra, più tranquilla.
L'argomento piante magiche era stato accantonato.
Meglio così.
Stava per salutarlo, dunque, e lasciarlo alle sue faccende, quando Jorge la anticipò.
Sembrava dovesse dirle qualcosa che si portava dietro da tempo.
Per questo Lindë rimase ferma, senza fare altro, ascoltando le sue parole.

Mi dispiace.
Mi dispiace davvero tanto e so che avrei dovuto dirglielo tempo fa e che non ha alcun motivo per credermi però è la verità. Non volevo mancarle di rispetto quel giorno nella Foresta Proibita... la paura per aver quasi visto morire carbonizzata la mia sorellina mi aveva fatto andare completamente nel pallone e sopratutto non volevo mettere a repentaglio la vita di nessuno.. neanche quella delle sue piante... perchè... adesso che l'ho vista davvero con loro ... bè la capisco un po' di più...


Accetto le sue scuse.

Commentò l'Erbologa, sincera.
Tenergli il muso non avrebbe avuto senso.
In fondo, le sue piante stavano bene, ed era quello l'importante.

Capisco cosa significhi temere di perdere una persona cara... non mi stupisco che abbia messo la vita della sua amica prima delle piante, chiunque avrebbe fatto lo stesso al suo posto.

A parte lei.
In realtà poi non era nemmeno esatto, perché se in pericolo ci fossero stati Raiden, Iryne, Typhon e, dopo la conversazione che avrebbe avuto successivamente, forse anche Sandyon... sì, anche lei li avrebbe messi prima.
E non si sarebbe sentita in colpa per questo.

E combattere con quel bestione... è stato un ottimo allenamento.

La stava prendendo con filosofia, anche.
Niente male per la nuova Lindë.

Perciò non si preoccupi più, d'accordo?
Ora fili a cena, forza.
Ci vediamo in Sala Grande... le auguro una buona serata, signor Alvares.
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