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da Brianna » 21/08/2013, 17:01
Aveva risposto alla domanda del professore di Difesa in modo assolutamente sincero, aveva detto quello che lei pensava a proposito delle Illusioni, del perchè volesse impararle, e successivamente aveva chiesto se il modo che intendeva lei per l' uso delle Illusioni fosse fattibile al lato pratico, e la risposta del docente non tardò ad arrivare Allenando costantemente il pensiero e la concentrazione, credo si possa raggiungere un traguardo simile, si. Sapeva che, qualora Monique avesse deciso di insegnarle per davvero quella pratica tanto affascinante quanto pericolosa avrebbe dovuto impegnarsi costantemente sotto la guida della francese, e quello per la ragazzina non era un problema, e sentirsi dire da Sandyon che ciò che lei avrebbe voluto fare secondo l'uomo era fattibile, diede uno sprone ulteriore alla giovane Delfina per affinare sempre più il canto e soprattutto la concentrazione. La Vice Preside potrebbe non insegnarti una pratica del genere non solo per un evento simile, ci hai mai pensato? Brianna annuì...se ci aveva mai pensato? Ogni volta che pensava alle Illusioni rammentava le parole della francese... se mai volessi davvero impararle... beh, dovrei essere io ad insegnartele, e credimi se ti dico che non lo permetterei mai se non fossi certa della tua forza di volontà. Quelle parole stavano a significare una cosa sola... Monique avrebbe insegnato a Brianna come creare le Illusioni se, e solo se, lei fosse stata certa che Brianna avesse avuto una forza di volontà molto forte...e questo significava che la possibilità che Brianna potesse imparare non erano al 100%... Lo sapeva bene, solo non avrebbe mai e poi mai voluto che il “NO” della Vireau venisse a causa di quello che – stupidamente – si era lasciata scappare con Vastnor Arti come le illusioni, tanto potenti e complesse, posso fare molto bene ma anche e sopratutto, molto male. Annuì nuovamente, anche la Vireau era stata molto chiara in questo... con le Illusioni si poteva arrivare ad uccidere e, in quel caso, corrompevano l'anima di chi le aveva usate per questi scopi... se si arrivava ad uccidere, l' anima era corrotta per sempre, senza possibilità di ritorno, e quando le si usava per scopi malvagi prendevano loro il controllo. Apprendendo una tecnica simile metterai a rischio la tua stessa vita La Delfina aggrottò la fronte, metteva a rischio la sua stessa vita? Il professore non aveva parlato di anima, come la Vireau, ma di vita... le Illusioni potevano dunque uccidere anche chi le creava? Non ricordava che la Vireau le avesse detto qualcosa del genere, ma era anche vero che era passato del tempo, e che lei non aveva scritto nulla da nessuna parte proprio per paura che qualcuno inavvertitamente potesse leggere Perchè?La domanda della giovane fu a malapena sussurrata... forse il docente riuscì a sentirla, forse proseguì semplicemente con la spiegazione, fatto sta che diede risposta alla domanda di Brianna perché ci saranno persone in futuro che potranno importi con la violenza l'utilizzo dei tuoi poteri e questo metterà in pericolo te e chi ti è intorno al quale tieni di più. Aggrottò a fronte... no, lei non aveva pensato ad una eventualità del genere... aveva sempre pensato che lei, controllata, potesse far del male a qualcuno a lei caro, ma mai che qualcuno potesse prendersela con lei o con qualcuno a lei caro per far si che usasse i suoi poteri... grazie al professore stava vedendo un'altra delle tante sfaccettature che possedeva l'arte che avrebbe voluto imparare a padroneggiare Potevo essere una di quelle persone, in incognito, e tu non solo mi avresti fatto capire di conoscere le illusioni, ma anche chi te ne aveva parlato. In quel momento trovò la forza di alzare lo sguardo, e per un brevissimo istante i suoi occhi azzurri provarono ad incrociare quelli scuri del professore... con una semplice frase aveva combinato un bel pasticcio,se ne rendeva conto ogni istante di più, grazie anche al professore che le faceva comprendere... per la serie, era stata fortunata di averlo detto a Vastnor, e non a qualcun' altro. Brianna non era abituata al mondo “ dei cattivi”, era ancora troppo piccola e soprattutto tanto tanto ingenua, e mai, nemmeno per un singolo istante, le era passata anche solo per l'anticamera del cervello l'idea che da qualche parte ci fosse qualcuno in incognito che voleva conoscere i nominativi di chi era in grado di usare le Illusioni per poi servirsene... ma a pensarci bene aveva ragione il professore... Se davvero poche persone conoscono l'arte delle Illusioni ed ancora meno sono le persone in grado di farle – ragionò tra se la ragazzina – è ovvio che ci sia chi magari sa che esistono e vorrebbe impararle ma non può... e da li a costringere qualcuno ad insegnargliele il passo credo che sia breveWollis, il primo passo per stabilire di essere degni o meno di conoscere qualcosa di eccezionale è imporre a sé stessi di non farsi mai scappare nulla di nulla, con nessuno, salvo rarissimi casi, e quando dico rarissimi, intendo persone fidate che si contano sulle dita di una sola mano. Annuì nuovamente, avrebbe stampato a fuoco nella sua anima la prima frase del professore, sarebbe stato il suo motto segreto... solo lei l'avrebbe saputo, ma sarebbe diventato la sua filosofia di vita... se avesse voluto imparare qualcosa di eccezionale, avrebbe imposto a se stessa di non parlare mai con nessuno... cosa che, da quel momento in poi, avrebbe fatto con le Illusioni. Quindi... non bisogna fidarsi di nessuno... Disse, quasi tra se e se, ma comunque udibile dal professore, mentre quest'ultimo si alzava e si dirigeva verso la libreria. Stava pensando alle ultime parole del professore, quando improvvisamente riuscì a capire per davvero cosa intendeva Sandyon... dopo che lei si era tradita da sola, quando Vastnor le si era avvicinato non aveva sentito in pericolo lei stessa ma Glaedr... aveva scelto di parlare per proteggere Glaedr... ora, con la nuova consapevolezza, capì che in quell'istante aveva dovuto fare una scelta... proteggere se stessa o proteggere Glaedr... e capì che sarebbe potuto accadere ancora, e se con Vastnor il pericolo era solo nella mente della ragazzina, con altri non lo sarebbe stato... e allora sarebbe stata in grado di proteggere se stessa e soprattutto chi le aveva insegnato queste cose? O avrebbe di nuovo compiuto lo stesso errore rivelando i suoi segreti? Anche questo fa parte della forza di volontà che serve a contrastare le Illusioni, vero?Chiese, anche se dentro di se immaginava già che la risposta sarebbe stata un si, lo chiedeva solo per conferma, iniziando forse solo ora a comprendere davvero cosa significasse avere la forza di contrastare le Illusioni... e quello era solo una parte... scosse la testa, pensando dentro di se che, se fosse stata una prova ideata da Monique per testare la sua forza di volontà, lei non l'avrebbe superata. Il professore tornò dunque alla scrivania, reggendo un bicchiere riempito di acquaviola, si sedette e, sempre fissando la ragazzina, continuò Se vuoi fare in modo che la Vice Preside ti consideri presto una degna apprendista della sua arte, devi innanzitutto imparare a tenere la bocca chiusa, affinare le tue capacità cognitive e cosa più importante, saper raggiungere in tempi ragionevoli una concentrazione musicale molto alta, quasi totale, estraniandoti dal mondo. Di certo non so altro, non sono capace di illudere le persone magicamente e quindi posso darti solo pochissime informazioni, credimi comunque che sono le fondamentali e senza quelle la scalata per diventare simile alla tua Coordinatrice è persa in partenza. Mi impegnerò a fondo professoreE sapeva che non erano parole dette tanto per far contento qualcuno, si sarebbe impegnata, avrebbe dato il massimo di se stessa e anche di più, di questo Brianna era più che certa. Il professore spinse quindi il bicchiere verso di lei, in segno che quel bicchiere era stato preso per lei, e la ragazzina – ringraziando il professore – portò il bicchiere alle labbra e bevve un sorso generoso di acquaviola, assaporandone il sapore, senza neanche lontanamente immaginare che oltre all'acquaviola c'era anche qualche altra sostanza... e come avrebbe potuto? Non aveva visto il professore e soprattutto si fidava di tutti dentro al castello... e, a dirla tutta, anche fuori... avrebbe dovuto imparare a fidarsi di meno delle persone, ad essere più selettiva. ... Facciamo così, Wollis. Ti propongo una nuova sfida: io non dirò nulla di questa conversazione alla Vice Preside se tu per quattro mesi riuscirai a mantenere un altro segreto che io stesso ti riferirò adesso. Che ne pensi? Quasi lasciò cadere il bicchiere alla proposta di Vastnor... lo poggiò con cura sulla scrivania, sbattendo le palpebre più volte, incredula... le stava davvero dando un'altra chance? Sandyon Vastnor le stava dando l'opportunità di riparare al suo errore? Sarebbe riucita, stavolta, a mantenere il segreto? Rimase in silenzio qualche istante, presa in contropiede dalla mossa di Vastnor... lui si fidava davvero così tanto di Brianna? Anche dopo aver visto come si era lasciata sfuggire ciò che aveva imparato da Monique? Le stava dando fiducia? E lei, sarebbe stata in grado di non tradire quella fiducia – così preziosa per la giovane Delfina – che Sandyon Vastnor le stava dando? Stava decidendo di accettare la fiducia che il professore riponeva in lei... certo, sarebbe stato più semplice rinunciare a tutto, e a dire il vero era abbastanza terrorizzata all'idea di non riuscirci, ma si rendeva conto che Vastnor si fidava di lei... allora perchè non avrebbe dovuto fidarsi lei per prima di se stessa? E poi, lui l'aveva chiamata sfida, per lei invece era una prima piccola-grande prova per vedere se poteva anche solo pensare di avere la forza di contrastare le Illusioni... insomma, un modo per imparare a conoscere meglio se stessa. Ne è assolutamente sicuro professore?Brianna aveva fatto un errore ai suoi stessi occhi imperdonabile – era davvero molto severa con se stessa la ragazzina – e quindi voleva essere certa di avere capito bene... non si trattava solo di non raccontare ciò che era successo a Monique, ma della fiducia che lui stava riponendo in lei. Qualora il professore avesse risposto affermativamente, Brianna avrebbe annuito ed avrebbe detto, guardandolo apertamente in viso, in tono assolutamente serio Ok, accetto la sfida, manterrò il suo segreto.E dentro di se, sapeva che l'avrebbe mantenuto non solo per i quattro mesi indicati dal docente, ma non ne avrebbe parlato mai, con nessuno, a meno che non fosse stato Sandyon stesso a dirle di parlare. Bevve un altro sorso generoso di acquaviola – assumendo inconsapevolmente anche la sostanza che Vastnor aveva mescolato al suo interno – quindi rimase in attesa di conoscere la reale portata della sfida che aveva appena accettato.
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da Sandyon » 03/09/2013, 4:03
Quindi... non bisogna fidarsi di nessuno...
Il fatto che esista una sola scuola per tutta l'Europa significa che tra le sue fila possono esserci brave persone e non. Non voglio scoraggiarti, Wollis, ma esperienza personale mi ha insegnato che non si conosce mai nemmeno al 70% nessuno, il 100% nemmeno lo calcolo. Inoltre vanno considerati fattori come la maturità, il destino, il futuro, tre variabili che da sole convincono a non essere mai del tutto sinceri con il mondo, se non appunto, persone scelte e designate tanto preziose da poterci provare anche a scommettere la vita.
Tempo fa, forse anche solo un anno prima, non si sarebbe mai dilungato tanto con una allieva, non l'avrebbe mai aiutata ad indirizzarsi verso una simile comprensione, come invece stava avvenendo ora, nel suo ufficio, quella sera. Non lo reputava un fallimento di sé stesso, nemmeno una debolezza, ma soltanto un cambio, un differente modo di osservare l'umanità che gli era stato fornito da persone quali la sua compagna e la sua apprendista, e perché no, anche dal nipote e dalla stessa vita scolastica giornaliera. Brianna sembrava essere una ragazzina in gamba, capace di comprendere tutto quanto, segnarlo nella mente, estrapolare gli insegnamenti da un singolo contesto e saperli poi ricollocare e ricollegare secondo un ordine preciso ed oculato; forse era proprio per quello che Monique aveva deciso di provare a darle la speranza un giorno di essere sua allieva in merito alle illusioni canore.
Anche questo fa parte della forza di volontà che serve a contrastare le Illusioni, vero?
Tutto ciò che spinge a superare i nostri limiti e le nostre debolezze funge da potenziante della volontà. Sfuggire al controllo delle illusioni o del mondo che ci vuole incastrare non è molto diverso da sfuggire all'influenza di un Imperio. Ricordi le prove che vi feci fare a lezione? Bene, la vita a volte può fare anche molto peggio di un "Imperium".
Mi impegnerò a fondo professore
Annuì soltanto a quelle parole, non trovando il bisogno di aggiungere altro rispetto a quanto già affermato in precedenza. La bambina prese il bicchiere di acqua viola "modificato" poco prima dal docente, mandandone giù il contenuto, ignara di tutto. Chiaro che Sandyon non emise un fiato o mutò la sua espressione nel vederla ingoiare il liquido nel bicchiere, anzi, semplicemente si alzò in piedi, aggirando la cattedra e afferrando il recipiente di vetro vuoto per metterlo in un angolo dove gli elfi domestici poi l'avrebbero ritirato e successivamente pulito prima di restituirglielo. La conversazione stava quindi volgendo al termine, sopratutto perché l'ora di cena non era poi tanto lontana, ed anche perché Vastnor aveva detto tutto il possibile, le aveva tolto i dubbi sui dissennatori e per altro aggiunto anche qualche pillola di saggezza in merito agli allenamenti mentali e alla capacità di mantenere i segreti con il prossimo. Qualcosa però lo spinse a riconsiderare la conclusione del dialogo, osservando più che altro il volto di Brianna ancora abbastanza intristita al pensiero di aver deluso la professoressa di Incantesimi e di riflesso anche preoccupata che il suo fidanzato ufficiale potesse farle presente della soffiata esposta per sbaglio e disattenzione della delfina. Prese quindi un grande respiro, maledicendosi per quanto stesse tirando eccessivamente il suo lato meno burbero e di pietra, parlando ancora e proponendo una sorta di sfida alla ragazzina, una sfida che metteva in gioco un altro segreto in cambio del silenzio da parte del professore con la Vice Preside di Hogwarts.
Ne è assolutamente sicuro professore?
Wollis poche domande e più determinazione.
Ok, accetto la sfida, manterrò il suo segreto.
Mmmmhhh...
Con la bacchetta evocò un incantesimo silenzioso che insonorizzò tutta quanta la camera, rendendola una botte di ferro per le informazioni segrete. Ovviamente non c'erano molti studenti che potevano passare di lì, ma Sandyon lo fece per fornire ancora più pathos alla notizia che presto avrebbe detto alla delfina, un poco anche per metterla in agitazione e sulle spine, infatti senza un minimo di ansia e nervosismo, che prova avrebbe mai potuto dare della sua nuova voglia di rispettare dei patti e forzare la sua mente a rimanere fermamente chiusa come una cassaforte? Si mise per la seconda volta in ginocchio, fissandola negli occhi con tanta gelida serietà da mettere quasi paura, ma adesso non per rimproverarla o spaventarla, bensì per parlare a bassa voce, sussurrato, e farle finalmente presente il segreto da custodire per la bellezza di quattro mesi.
L'anno prossimo io e la professoressa Vireau ci sposeremo. Non saranno molti invitati, solo persone privilegiate, ma se saprai tenere questa notizia per te... Farò in modo che, se vorrai, sarai in lista.
Ritornato nella posizione originale, osservò la reazione della piccola cantante, mentre con la propria arma magica metteva fine all'incantesimo insonorizzante, avviandosi nei pressi della porta per aprirla e nel contempo, uscire fuori, visto che anche lui doveva fare altri giri e non rimanere lì. Fece un cenno veloce con il capo alla signorina Wollis, come ad intimarle di muoversi e scendere dalla sedia per correre all'esterno dell'ufficio, dopo di che, chiuse a chiave la stanza, voltandosi un'ultima volta per inquadrare la giovane detentrice della confidenza di Stato.
Ricorda, se tu dirai, io saprò. Buonaserata.
Dicendo così, la congedò definitivamente, cominciando a camminare nella direzione opposta a quella che prese lei. Forse durante quella notte ella avrebbe percepito una maggiore pesantezza di stomaco, pensando erroneamente al troppo olio nel cibo o al troppo zucchero nel dolce, del tutto allo scuro di ciò che realmente le aveva fatto bere il professore di Difesa. Una pozione di colore viola scuro in vendita soltanto nei peggiori meandri di Notturn Alley, capace di aumentare le proprietà concentrative di chi l'assume, l'ideale insomma per diventare in tempo più breve degna delle lezioni della Vireau. Un piccolo aiuto a lei, un gesto gigantesco per la sua indole e la sua anima tormentata da una dannazione eterna ed infinita. Mentre attraversava il terzo corridoio e scendeva le scale, silenziosamente, non poté fare a meno di ricordare i primi anni di vita, quando da piccolo molte cose erano ancora nel dubbio, nell'ingenuità, nella totale incapacità di ragionare sul vero male insito nel cuore e nello spirito.
Papà papà!
Figliolo, dimmi, che succede?
Dei bambini oggi mi hanno preso in giro...
Ah si? E perché mai?
Perché dicono che sono incapace di ridere... ... Ma io non posso farci nulla, non mi viene!
Sandyon, vieni qui, avvicinati su...
... Si...
Nella vita non è importante quanto siamo capaci di ridere noi, ma quanto siamo bravi a far sorridere gli altri, le persone alle quali vogliamo bene e che ci sono vicino tutti i giorni... Ricordi quando facendo quel dolce con la mamma ti sporcasti il viso di farina?
... Si...
E ricordi quanto ridemmo io e la mamma? Eri buffo e dolce allo stesso tempo!
Si, me lo ricordo bene, è stato bello!
Ecco, vedi, hai fatto un piccolissimo sorriso! ... Quel giorno ci hai regalato tanta gioia e tanta serenità, che vale più di ogni altro tesoro esistente al mondo.
Quindi non sono sbagliato perché non rido?
... Sandyon, tu riesci a ridere un poco dentro di te, quando ti senti felice?
Si, non succede spesso, ma ogni tanto capita.
Allora finché potrai essere sicuro di saper sorridere anche solo poco poco nel tuo cuore e finché sarai in grado di regalare gioia e felicità alle persone che ti amano e ti apprezzano davvero, non dovrai mai sentirti meno di nessuno!
Va bene papà, io... Io... Io ti...
Ssshhh, non ti sforzare, lo so cosa mi vuoi dire, ed è come se l'avessi fatto. Ti voglio bene anche io figliolo...
Era da tanto che non scriveva una lettera ai suoi genitori. Doveva rimediare. Ma prima, un breve salto nelle sue camere per incontrare Monique. Senza dire nulla prima, le avrebbe fatto del solletico. Adesso capiva perfettamente cosa intendeva dire suo padre tanti anni fa. Far sorridere una persona alla quale tieni, e di riflesso... Sorridere tu attraverso di lei.
... Ti amo...
{ CONCLUSIONE PER SANDYON }
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da Brianna » 04/09/2013, 20:55
Il fatto che esista una sola scuola per tutta l'Europa significa che tra le sue fila possono esserci brave persone e non. Non voglio scoraggiarti, Wollis, ma esperienza personale mi ha insegnato che non si conosce mai nemmeno al 70% nessuno, il 100% nemmeno lo calcolo. Inoltre vanno considerati fattori come la maturità, il destino, il futuro, tre variabili che da sole convincono a non essere mai del tutto sinceri con il mondo, se non appunto, persone scelte e designate tanto preziose da poterci provare anche a scommettere la vita. Si, a ben pensarci Sandyon aveva ragione, e se Brianna fosse stata un pochino più grande forse non ci sarebbe stato nemmeno bisogno di dirglielo, ma a 13 anni, se si è cresciuti in un posto che non ti ha fatto conoscere nulla di più grave se non un gioco non comprato, e si è sempre stati difesi dai propri genitori, probabilmente certi pensieri non si fanno nemmeno... Brianna però non avrebbe sempre avuto a fianco i propri genitori a difenderla, a proteggerla, e ne era la dimostrazione il fatto che lei ora vivesse per la maggior parte dell'anno ad Hogwarts, lontano da loro ed avesse dentro di se – a differenza dei genitori e della sorellina – quella scintilla di magia che le aveva permesso di frequentarla, quella scuola dove ora si trovava... era tempo di crescere, di maturare, di imparare a difendersi da soli... compito non facile ma che tutti, chi prima chi dopo, devono fare... a Brianna era stato proprio Vastnor a darle il primo imput di crescita interiore... lei aveva fatto un errore,lui le aveva spiegato il suo errore in modo che non lo ripetesse e le aveva dato la fiducia necessaria perchè la ragazzina si sentisse nuovamente in pace con se stessa. Annuì pensando, dentro di se, che aveva ragione il professore... ma di chi si sarebbe potuta fidare davvero Brianna? Con chi avrebbe potuto, come diceva Vastnor, “scommettere la vita”? Per ora, erano domande senza risposta; ci avrebbe pensato con più calma una volta che fosse stata sola al Dormitorio, nel suo lettino. Stavano ora parlando del fatto di non lasciarsi sfuggire nemmeno una parola di qualcosa che si voleva custodire, quando la ragazzina si rese conto che, se fosse stata una prova ideata da Monique per testare la sua forza di volontà lei avrebbe miseramente fallito, dovendo così – molto probabilmente – dire addio alla possibilità di imparare quell'arte tanto affascinante che era la capacità di illudere magicamente le persone... ma non era sicura al 100% e dal momento che il docente non sembrava poi così scontroso come era abituata a vederlo a lezione, si era permessa di chiedere se il suo ragionamento era corretto o meno. Tutto ciò che spinge a superare i nostri limiti e le nostre debolezze funge da potenziante della volontà. Sfuggire al controllo delle illusioni o del mondo che ci vuole incastrare non è molto diverso da sfuggire all'influenza di un Imperio. Ricordi le prove che vi feci fare a lezione? Bene, la vita a volte può fare anche molto peggio di un "Imperium".Annuì... certo che si, che ricordava le prove a lezione, come avesse odiato profondamente se stessa per non essere riuscita a contrastare il docente ed essersi data lo schiaffo... ma come poteva, la vita, essere peggio di un Imperium? Quella maledizione – per Brianna – era la peggiore in assoluto, per lei era peggio anche dell' Avada Kedavra perchè poteva far del male anche alle persone care... la vita peggio dell'Imperium? Eppure, se Sandyon Vastnor stava dicendo una cosa del genere doveva essere vera... scosse la testa, nella sua indole forse un pochino troppo ingenua – o forse la cosa era dovuta alla giovane età – non riusciva a comprendere una cosa del genere. E poi venne la parte – per Brianna - più strana di quella conversazione... lo scambio del silenzio del docente con il silenzio della ragazzina su un nuovo segreto, sempre che avesse voluto ascoltarlo... ma il professore era davvero sicuro? Si fidava davvero di Brianna dopo che lei si era dimostrata, almeno ai suoi stessi occhi, inaffidabile? Certa di non aver capito bene chiese se era assolutamente convinto di quello che aveva detto Wollis poche domande e più determinazione. Annuì... ancora una volta Sandyon Vastnor aveva ragione, doveva essere più determinata, quindi annuì, pronta per venire a conoscenza del segreto che il docente voleva che lei conoscesse, pronta per comprendere la reale portata della sua nuova sfida. Il professore, dopo aver avuto la conferma da parte di Brianna, fece un qualche incantesimo che, essendo non verbale, non poteva sapere di che genere fosse anche se pensò si potesse trattare di un Incanto atto a far si che nessuno potesse sentire ciò che il docente aveva da rivelarle, segno che doveva essere qualcosa di davvero molto ma molto importante per l'uomo. [ intuito perspicacia 10] Dopo aver fatto l'incantesimo si portò vicino alla ragazzina, si inginocchiò per essere giusto all' altezza dei suoi occhi e con voce seria e sussurrata, segno ulteriore che ciò che le stava dicendo era per lui di un'importanza fondamentale, le disse L'anno prossimo io e la professoressa Vireau ci sposeremo. La portata di quella confessione era qualcosa di enorme, rimase per un istante a bocca aperta, mentre l'altro proseguiva con il suo dire Non saranno molti invitati, solo persone privilegiate, ma se saprai tenere questa notizia per te... Farò in modo che, se vorrai, sarai in lista. La ragazzina era ancora più incredula... non solo le aveva rivelato che lui e Monique si sarebbero sposati, ma avrebbe anche fatto in modo – se lei avesse voluto e soprattutto fosse riuscita a mantenere il segreto – che lei fosse sulla lista degli invitati. Rimase in silenzio qualche istante, spiazzata... Sandyon, con quello che le aveva rivelato, dimostrava di avere per lei una fiducia enorme, una fiducia tale da coinvolgere, nel suo segreto appena rivelato, non solo se stesso ma anche la donna che amava. Per me sarebbe un immenso piacere professore – rispose Brianna, sempre sussurrando, ma con un sorriso molto ampio in volto – sarei onorata di essere in quella lista e... congratulazioni prof!Dopo che il professore ebbe tolto tutti gli incantesimi, si avviò verso la porta, facendo anche un gesto alla giovane Delfina, che si alzò velocemente dalla sedia ed uscire dall'ufficio del docente, dove aveva imparato un sacco di cose e dove era stata omaggiata di così tanta fiducia. Non appena fuori dalla porta, si fermò un istante per ringraziare il professore, ma questi la battè sul tempo Ricorda, se tu dirai, io saprò. Non si preoccupi, ho imparato la lezioneBuonaserata. Buona serata anche a lei... ci vediamo alla prossima lezione e... grazie!E in quel grazie c'era di tutto... grazie per le delucidazioni sull'argomento “Dissennatori”, grazie per la promessa di non parlare del suo errore con Monique, grazie per averla omaggiata di così tanta fiducia da rivelarle che lui e la Vice si sarebbero sposati e che lei avrebbe potuto far parte della lista degli invitati... ne mancava una, di motivazione in quel grazie, quella che lei non poteva sapere, il grazie per quella pozione che aveva ricevuto dal docente senza saperlo, un regalo immenso che le aveva fatto il docente, che le avrebbe permesso di arrivare prima al raggiungere l'abilità necessaria per poter essere un'apprendista della Vicepreside nell'arte delle Illusioni. Quella sera stessa gli Elfi domestici si erano superati, avevano preparato dei piatti davvero squisiti e Brianna aveva fatto il bis di vitello arrosto con le patatine... era davvero squisito! Una volta arrivata nel suo dormitorio e stesa nel letto, pronta per dormire, si accorse di non riuscirci...aveva lo stomaco gonfio e pesante... le provò tutte per farselo passare, ma continuava a rigirarsi nel letto e non riusciva a dormire Quanto sei stata ingorda, Bri – rimproverò se stessa – dovevi proprio fare il bis, vero?Stava dando a colpa al vitello arrosto, a tutto quel sughetto che aveva mangiato con gusto, senza minimamente immaginare che la colpa era invece della pozione che il docente di Difesa le aveva mescolato all'acquaviola che aveva bevuto. [FINE]
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da Lindë » 05/09/2013, 14:12
[Ottobre - Venerdì - ore 10.24]
Aveva rimandato anche troppo quel momento. Da quando era tornata a scuola, tutto era diverso. Il suo rapporto con Irvyne, quello con Typhon, quello con gli studenti... Quello con se stessa. Ora sapeva, ora ricordava. Sapeva dove aveva lavorato in quei tre anni misteriosi, sapeva cosa aveva scoperto e creato. Sapeva con chi aveva lavorato. E sapeva anche che tra questi c'era qualcuno che lei conosceva bene. Qualcuno che era stato assunto per ucciderla, che si era avvicinato a lei con quello scopo. Qualcuno che alla fine non ce l'aveva fatta. Qualcuno che l'aveva protetta al punto da farle dimenticare ogni cosa. E quel qualcuno era Sandyon Vastnor. Non c'era più dubbi, ormai, per lei. Quante volte, dopo aver raggiunto quella consapevolezza, si era data della stupida. Avrebbe dovuto capirlo, intuirlo in qualche modo. Forse allora non era pronta. Ma adesso sì. L'aveva seguito con lo sguardo, durante la colazione, mentre si alzava e se ne andava nel suo ufficio. Sapeva che lì l'avrebbe trovato, e che nessuno li avrebbe disturbati. Finì la propria colazione, senza fretta, poi si alzò a sua volta, salutando Irvyne con una carezza sulla mano prima di dirigersi verso il sesto piano. Non sapeva ancora cosa gli avrebbe detto. Non si era preparata il discorso, non era tipo da fare cose del genere. Era convinta che tutto sarebbe uscito fuori al momento giusto. Raggiunta la porta del suo ufficio, prese un respiro profondo. Poi un altro. E al terzo, bussò. Attese che Sandyon le desse il permesso di entrare, poi aprì la porta. Vi fece il suo ingresso con aria calma, ma determinata. Non dura o cattiva, solo decisa.
Sandyon - no, nessun vezzeggiativo per lei - ti posso parlare?
Una domanda semplice per una risposta altrettanto semplice. Non appena Vastnor avesse acconsentito, si sarebbe richiusa la porta alle spalle, per poi voltarsi verso di lui e guardarlo dritto negli occhi.
Poteva essere diventata amichevole, gentile, paziente, solare. Tutto quanto. Ma non aveva perso quel modo di fare diretto e schietto, di chi dice le cose in faccia e subito, senza girarci intorno. E così fu anche in quel momento.
... io mi ricordo tutto.
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da Sandyon » 05/09/2013, 16:18
Il termine della settimana. Quando giungeva il Venerdì solitamente la prassi era scontata: Monique si trovava già a casa, avendo dato l'ultima serie di lezioni il giorno precedente, mentre lui, una volta effettuate le ultime tre il Venerdì, rispettivamente alle 14:00, alle 15:30 e alle 18:00, la raggiungeva. Il luogo di riposo per il weekend era intercambiato tra la sua abitazione e quella della francese, senza particolari preferenze. L'ultimo giorno di lezioni era, a detta di Sandyon, il migliore soltanto perché c'era la minore concentrazione di studenti e colleghi in giro. Inguaribile orso l'ex mercenario, il quale, a parte la futura consorte, meno gente aveva intorno e meglio era. Terminata la propria colazione, molto semplice e leggera, l'uomo si alzò in piedi, dirigendosi verso il suo ufficio per passare lì la mattinata. Si era già messo in abiti comuni e sportivi in camera sua, preparandosi a qualche allenamento privato, senza scocciature: una tuta da ginnastica total black e sotto una canottiera bianca senza maniche; niente divise o abiti, l'ultima persona alla quale potevano imporre un particolare vestiario per insegnare ad Hogwarts era di sicuro il professore di Difesa. Giunto fino alla porta dell'ufficio, mise la chiave nella serratura, facendo scattare il meccanismo dopo quattro mandate, aprendola ed entrandovi dentro, evitando di riutilizzare l'oggetto metallica ed optando per un più semplice ed immediato "Colloportus". Togliendosi la giacca della tuta rimase in canottiera, muovendo il collo e le braccia per sgranchirsi e accumulare calore muscolare. Ogni gesto presente in quei primi minuti racchiudeva in sé estrema concentrazione e silenzio quasi religioso. Nemmeno Mog gli faceva compagnia, preferendo di gran lunga passare il tempo con Monique o, senza farsi vedere, con Arianna, guardandola mentre si allenava e faceva gli esercizi richiesti, raccontando poi tutto al suo Mentore che in quel modo aveva sempre una cronaca realistica dei veri addestramenti eseguiti dall'Apprendista, per sapere se aveva davvero sudato e sputato sangue oppure no. Proprio perché non c'era il suo fedele amico, in grado di captare le aure magiche delle persone vicine, l'uomo non si accorse che a diversi metri di distanza una persona in particolare aveva deciso di seguirlo. Se fossero stati pochi metri, probabilmente se ne sarebbe accorto da solo, ormai abituato per esperienza personale e di lavoro agli inseguimenti e ai pedinamenti, ma la docente di Erbologia aveva giustamente atteso ben più di qualche minuto prima di mettersi in marcia e decidere di andare a fare una visita al suo collega più "stretto". Non appena infatti la porta bussò tre volte, con un ritmo cadenzato e molto pacato, Vastnor volse immediatamente il capo a fissare a dir poco omicida l'ingresso dell'ufficio. Inspirò profondamente, poi, afferrando nervoso la bacchetta sbloccò l'incantesimo che la teneva serrata e con uno dei suoi mugugni classici invitò l'ipotetico fastidioso visitatore a fare la sua comparsa. Di certo l'ultima persona che si aspettava di vedere varcare quella soglia era Lindë Vilvarin, così radiosa, così bella nel suo ritrovato sorriso, così risoluta e quasi sicuramente... Ridestata dal suo sonno triennale. L'espressione di Sandyon mutò all'istante, facendosi sorpresa, colpita, sospettosa. Gli occhi saettarono in quelli della ragazza. Era del tutto certo di ciò che lei gli stava per dire, altrimenti, perché venire lì, da lui, proprio il giorno di maggiore tranquillità ed assenza della Vice Preside?
... io mi ricordo tutto.
Mmmmhhh...
Leccandosi le labbra con aria apparentemente calma ma sotto sotto un poco nervosa, la invitò ad entrare con un cenno del capo, dopo di che, chiuse nuovamente la porta incantandola sia per tenerla bloccata sia per non far uscire alcun suono della ormai prossima conversazione. Non si andò a sedere, come spesso succedeva nei casi di colloqui con gli studenti. Preferì rimanere in piedi, poggiandosi alla scrivania ed incrociando le braccia al petto, guardandola più attentamente, dalla testa ai piedi. Un look, quello della ragazza, molto simile a quando lavorava in incognito con lei. Non elegante, non sciatto, soltanto pratico e comodo. I capelli corti le donavano, per quanto ammise a sé stesso di preferirla di gran lunga con la chioma lunga, ma forse perché influenzato dal passato. Un altro sospiro, non era semplice partire in qualche modo e a dir la verità in parte era sorpreso che fosse riuscita a riprendere i ricordi. Le vie della sua abilità erbologica erano infinite, forse era riuscita a creare un composto che l'avesse aiutata a recuperare quanto perso. Poco importava, ora come ora, del perché o del per come. Era necessario parlare, adesso, basta segreti e basta distanze.
Mi dispiace per il tuo collega. Al tempo ero diverso.
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da Lindë » 05/09/2013, 18:11
Poche parole, semplici e concise. Quattro, per la precisione. Ma in fondo, a che pro girarci in torno? A che pro prendere la questione alla larga? E a che pro fingere che non fosse così? Si ricordava, sapeva anche ciò che non avrebbe dovuto grazie a Windam che le aveva mostrato l'intera vicenda, anche la parte in cui lei era svenuta. Ed era giunto il momento di parlarne.
Mmmmhhh...
Mugugno standard, quello di Vastnor. Poteva voler dire molte cose. Probabilmente (Intuito (Perspicacia) 40) che aveva compreso fosse ora di parlare. Annuì al suo invito silenzioso, chiudendosi la porta alle spalle. Fece qualche passo in avanti, appoggiandosi con le mani alla poltrone poco distante da lui. Lo sguardo chiaro di Lindë permase in quello scuro di Sandyon. Era pronta ad affrontarlo. Era pronta a parlare. Ed era giunto il momento che anche lui lo facesse.
Mi dispiace per il tuo collega. Al tempo ero diverso.
Hai fatto il tuo lavoro, sei stato pagato per uccidermi e ciò implicava eliminare Giles. Non posso incolparti per questo.
Ci aveva riflettuto a lungo. All'inizio l'aveva odiato per aver ucciso un uomo innocente. Poi però, aveva cambiato idea. Perché Vastnor l'aveva salvata. Una vita per una vita. Forse era destino che tutto ciò accadesse.
Mi hai salvata, alla fine... hai rischiato molto, per me.
Aggiunse la donna con un sospiro, studiando gli occhi dell'altro. Vedeva distacco, ora. Eppure quando l'aveva tenuta tra le braccia, svenuta, era tutto diverso.
Non credevo di poterti quasi far innamorare... non credevo nemmeno sarei stata la spinta che ti ha permesso di cambiare. Ma sono felice di averti aiutato, come tu hai fatto con me.
Sapeva che Vastnor si sarebbe stranito. Certo, aveva pronunciato personalmente quelle parole, ma l'aveva fatto mentre lei era svenuta. Non avrebbe dovuto sapere quelle cose. Non avrebbe dovuto sapere che le aveva dette. Che se la prendesse con Windam, se gli dava tanto fastidio.
Anche io mi stavo innamorando di te. Sei stato il mio primo uomo, pensavo di poter costruire un futuro insieme... anche se non sapevo quale fosse il tuo vero aspetto.
Ammise Lindë, più serena di quanto ci si potesse aspettare. Sospirò ancora, osservandolo in silenzio per alcuni istanti. Poi riprese.
C'è stato qualche momento, quando eri con me, in cui hai sentito il desiderio e l'impulso di rivelarti per chi eri davvero? E se così è stato... perché? Perché non mi hai mai mostrato la tua vera identità? Perché mi hai permesso di avvicinarmi così a te sapendo che per me era tutta un'illusione?
Non aveva alzato la voce. Non aveva parlato con toni alterati. O arrabbiati. O tristi. Ma curiosi, quello sì. Voleva capire, e solo lui poteva darle le risposte.
Perché, Sandyon?
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da Sandyon » 05/09/2013, 23:02
Hai fatto il tuo lavoro, sei stato pagato per uccidermi e ciò implicava eliminare Giles. Non posso incolparti per questo.
Il tuo cinismo realistico mi colpì al tempo e mi colpisce anche oggi. Tanto meglio comunque, l'importante è che tu capisca.
Mi hai salvata, alla fine... hai rischiato molto, per me.
Annuì soltanto, non volendo andare avanti con quella faccenda, tanto erano ben altri i discorsi pesanti appartenenti a quegli anni passati. Giles rappresentava solo un piccolo pezzo di un puzzle così complesso che rimettere insieme tutto ed avere un quadro completo era pressoché impossibile, quanto anche doloroso per certi versi, si perché entrambi avevano messo anima e cuore in quell'avventura, per di più lei senza nemmeno sapere realmente chi avesse vicino, chi fosse realmente la persona alla quale si stava affezionando ogni giorno di più.
Non credevo di poterti quasi far innamorare... non credevo nemmeno sarei stata la spinta che ti ha permesso di cambiare. Ma sono felice di averti aiutato, come tu hai fatto con me.
Assottigliò lo sguardo lentamente, incredulo quasi di stare sentendo una verità che lui credeva di averle sussurrato mentre ancora era priva di sensi. Non conosceva i poteri di Windam, non poteva immaginare che una tale consapevolezza dipendesse dalle volontà di un'entità simile a una Dea, ma poteva tranquillamente ricondurre tutto quanto all'ipotetico decotto creato dalla ragazza attraverso la sua immensa bravura. Un composto in grado di risvegliare le memorie addirittura durante un periodo di sonno indotto da trauma cerebrale. Forse la stava decisamente sopravvalutando, no, non era possibile, anche per una persona in gamba come lei.
Come fai tu a sapere certe cose? Risp-...
Anche io mi stavo innamorando di te. Sei stato il mio primo uomo, pensavo di poter costruire un futuro insieme... anche se non sapevo quale fosse il tuo vero aspetto.
Anche se inizialmente aveva alterato il proprio tono, innervosito e preso in contropiede, dovette immediatamente calmarsi perché le parole pronunciate dalla Vilvarin furono in grado di scoccare una freccia diretta al suo cuore, facendola andare così in profondità da toccare lati del suo animo che pensava di aver sotterrato per sempre sotto una immensa coltre di rimpianti, rimorsi e sensi di colpa. Lei si stava innamorando di lui, o meglio, di Giles. Lui l'aveva privata della bellezza dell'amore e della vita assieme a qualcuno. Se avessero proseguito normalmente il loro viaggio di studio insieme, magari oggi potevano essere sposati, magari già con figli. Ma cosa andava dicendo? Li avrebbero uccisi, tutti e due, non avrebbero avuto scampo e almeno lei oggi era ancora viva e vegeta. Non riusciva a calmare il proprio spirito inquieto, sciolse le braccia, posando le mani sui bordi della scrivania, respirando solo dal naso.
C'è stato qualche momento, quando eri con me, in cui hai sentito il desiderio e l'impulso di rivelarti per chi eri davvero? E se così è stato... perché? Perché non mi hai mai mostrato la tua vera identità? Perché mi hai permesso di avvicinarmi così a te sapendo che per me era tutta un'illusione? Perché, Sandyon?
... Perché nella vita si fanno diversi errori ed io allora non ero nella condizione psicologica di saper gestire un nuovo amore. Più volte pensai di dirti tutto quanto, volte la quale frequenza andava di pari passo con i nostri primi baci, le nostre prime effusioni, i nostri primi rapporti. Ma più cercavo di darmi coraggio e più mi chiedevo cosa ci facevo io con una persona come te. Che diritto avevo io di dirti "ho ucciso chi credevi di amare e adesso voglio anche prenderne il posto, irrispettosamente"?
Si mosse dalla sua posizione, dirigendosi verso di lei, girandole attorno, per poi tornarle davanti, con le mani in tasca.
Ti sei fatta una donna stupenda. Hai carattere, abilità, ingegno, estro, determinazione. Già al tempo sapevo che eri destinata a grandi cose, ma speravo che il destino da me immaginato si compisse molto più tardi.
Grazie alla sua ormai arguta capacità di osservazione, notò l'anello di legno al dito della ragazza, ipotizzando quasi subito il suo significato.
La persona che ti è accanto è in grado di difenderti? ... Confesso di nutrire una leggera gelosia, Lindë.
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da Lindë » 06/09/2013, 10:36
Non avevano mai parlato così. Non avevano mai parlato e basta, a pensarci bene. A parte "buongiorno" e "buonasera" quando, di tanto in tanto, Lindë si faceva vedere in Sala Grande per i pasti, o nel salone comune dei docenti per qualche riunione. Si erano sempre tenuti a debita distanza, nonostante molti pensassero - perché non parlava mai, la Vilvarin, ma le orecchie per sentire le aveva eccome - che fossero così simili da poter entrare in sintonia. E forse era vero. In fondo era già successo una volta, seppur lui sotto fattezze diverse. Sandyon si era avvicinato a lei, aveva toccato il suo cuore. E Lindë aveva sfiorato quello di lui. Ma nonostante questo, non aveva saputo nulla. Aveva scelto per lei, quando non le aveva rivelato la verità. Aveva scelto per lei, quando l'aveva obliviata per farle dimenticare tutto. Aveva scelto per lei, quando vedendola ad Hogwarts non le aveva rivelato parte del suo passato. Ma ora non l'avrebbe più fatto. Ora era lei a scegliere ogni cosa di ciò che la riguardava. Per questo parlò e non si nascose. Per questo mise le carte in tavola, parlando chiaramente. Per questo gli chiese spiegazioni, rifiutandosi di accettare un silenzio come risposta.
... Perché nella vita si fanno diversi errori ed io allora non ero nella condizione psicologica di saper gestire un nuovo amore. Più volte pensai di dirti tutto quanto, volte la quale frequenza andava di pari passo con i nostri primi baci, le nostre prime effusioni, i nostri primi rapporti. Ma più cercavo di darmi coraggio e più mi chiedevo cosa ci facevo io con una persona come te. Che diritto avevo io di dirti "ho ucciso chi credevi di amare e adesso voglio anche prenderne il posto, irrispettosamente"?
Hai ragione, non ne avevi il diritto... avevi il dovere di farlo.
Voce piatta, non atona, ma semplicemente priva di ogni traccia di rabbia o alterazione. Non stava recriminando il passato. A che sarebbe servito? Ma metterlo in chiaro, quello sì. Dirgli ciò che per anni non aveva potuto pronunciare perché assente dalla sua mente, quello sì. Ne aveva bisogno, per andare avanti. E probabilmente ne aveva bisogno anche lui.
Perché mi stavo innamorando di te, di qualcosa di profondo che andava oltre l'aspetto esteriore. E come oggi, ti avrei capito anche allora, perché questo avrebbe significato poterti stare accanto.
Aggiunse, per spiegare meglio il suo pensiero. Ma non andò avanti a parlare, non proseguì il discorso. A meno che lui non l'avesse voluto, certo. Ma in quel momento, Lindë sentiva che c'era ben poco altro da dire a riguardo. Aveva fatto una scelta per proteggerla, anche se questo aveva significato perderla. E visto come entrambi, all'attuale, fossero felici, non era nemmeno andata loro troppo male. Rimase ferma mentre lui le girava intorno. Si chiedeva a cosa stesse pensando. Lui non era un tipo di molte parole, lo sapeva. Lo vedeva a scuola, quando ancora non le importava nulla. Eppure, allora, era diverso. Sotto le sembianze di Giles parlava, eccome. Tutta una finzione? Tutta una forzatura per avvicinarsi di più a lei? Avrebbe potuto passare ore a fargli domande, ma sapeva di non poterlo fare. Il passato era passato. E qualsiasi risposta avesse potuto darle Sandyon, non avrebbe cambiato ciò che era stato.
Ti sei fatta una donna stupenda. Hai carattere, abilità, ingegno, estro, determinazione. Già al tempo sapevo che eri destinata a grandi cose, ma speravo che il destino da me immaginato si compisse molto più tardi.
Quanti complimenti tutti in una volta, potrei rimanerne stordita.
Commentò Lindë, aprendo le labbra ad un sorriso lieve ma divertito. Sapeva che quelle parole non erano di cortesia, non se provenivano da parte sua. Le pensava veramente. E le faceva piacere.
La persona che ti è accanto è in grado di difenderti? ... Confesso di nutrire una leggera gelosia, Lindë.
Abbassò lo sguardo sull'anello che le adornava l'anulare della mano destra. Sentì il cuore battere più forte, per un momento. Irvyne. Il suo Irvyne. Annuì piano, mentre rialzava gli occhi su Vastnor.
Sì, ne è capace.
Non l'aveva mai visto duellare, in realtà, ma ne era certa. Irvyne avrebbe potuto proteggerla da ogni cosa. Anche da se stessa.
Lui mi ha dato la felicità quando pensavo di non poterla concepire con un altro essere umano. Mi ha strappato sorrisi quando ero convinta di non essere nemmeno in grado di farli. Mi ha fatto provare l'amore quando credevo non fosse destinato ad una persona come me. Gli devo tutto...
Aggiunse Lindë. Ma c'era ancora qualcosa da dire.
... però lo capisco. Comprendo la tua gelosia velata, perché da quando ho ricordato ogni cosa di noi, mi sono ritrovata a provarla anch'io per la tua compagna.
Un'ammissione onesta, sincera. Schietta, com'era stata lei fino a quel momento. E com'era stato anche lui, peraltro. Di sicuro erano un duo perfetto, in questo: nessun giro di parole, nessun tergiversare. Solo la pura e semplice verità. Sempre.
Voglio che tu sappia che, al di là di questo... sono felice per te. Ho visto come lei riesce a farti stare bene, e ti leggo negli occhi quanto profondamente l'ami. Ti meriti di essere felice, Sandyon.
Aggiunse la Vilvarin, prima di seguire l'istinto in un gesto inaspettato. Gesto che la portò ad avvicinarsi a Vastnor per abbracciarlo, circondandogli la vita con le braccia e poggiando il capo sul suo petto. Socchiuse gli occhi, respirando il suo odore. Così sarebbe potuto essere. Così sarebbe stato, se le cose fossero andate diversamente. Eppure non aveva rimpianti. Non riusciva a provare fastidio, o tristezza. Solo una dolce e delicata malinconia.
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da Sandyon » 06/09/2013, 23:41
Hai ragione, non ne avevi il diritto... avevi il dovere di farlo.
Mh?
Perché mi stavo innamorando di te, di qualcosa di profondo che andava oltre l'aspetto esteriore. E come oggi, ti avrei capito anche allora, perché questo avrebbe significato poterti stare accanto.
Una verità scomoda, un retroscena al quale non avrebbe mai potuto pensare, una scelta mai fatta e che ora in un certo senso, gli pesava. La professoressa se ne stava lì, con voce piatta, ferma, molto calma, come la sua. Entrambi simili anche se adesso leggermente cambiati. Lui non poteva diventare più "caldo", più umano, come invece era avvenuto per la ragazza, molto più sorridente che negli anni passati di scuola. Eppure per quanto non dimostrasse abbastanza umanità, nel suo cuore qualcosa si scioglieva a poco a poco, mentre le parole della Vilvarin risuonavano nella mente e nell'animo come un eco sordo e ghiacciato, che non lasciava spazio alla gioia o al risvolto romantico. Tutti e due avevano preso strade differenti, strade sicuramente felici, appaganti, ma come sarebbe stato tra loro? Più forte, meno intenso, eterno, effimero? Per di più, nel parlare in quel modo, Lindë stava implicitamente facendo capire che la colpa di tutto era di Sandyon e di nessun altro, perché solo lui avrebbe potuto cambiare le cose, mostrarsi, farsi avanti, dare una possibilità a quella coppia che ora per forza degli eventi non era altri che un sogno mai realizzato e confuso. Rimase in silenzio, contemplando il passato, i ricordi e le memorie, ripensando al perché non aveva avuto il coraggio di mostrarsi, rammentando a sé stesso tutte le difficoltà che avrebbe dovuto affrontare e i pericoli ai quali l'avrebbe esposta, ma non era sicuro che fossero tutte verità o in parte alcune soltanto scuse accampate per mettere acqua su un'ustione di grado troppo alto per fare meno male. Tuttavia le si avvicinò, compiacendosi di quanto fosse diventata bella, avvenente, complimentandosi come poco avveniva di solito, poiché lui non era mai stato un uomo di molte parole e apprezzamenti, sopratutto apprezzamenti.
Quanti complimenti tutti in una volta, potrei rimanerne stordita.
Il sorriso ti si addice decisamente di più.
Affermò con sicurezza, rimanendole davanti, guardandola negli occhi come si guarda una compagna, una fidanzata, una moglie. Per lui, lei sarebbe rimasta in eterno quell'alternativa d'amore non colta ma significativa, alla quale rivolgere sempre il ringraziamento più grande, poiché senza il suo intervento, il cuore dell'uomo mai sarebbe stato pronto all'intervento di Monique Vireau, la donna che adesso amava più di qualunque altra al mondo, ebbene si, anche di Rachel, per quanto gli faceva molto strano ammetterlo con onestà. D'altra parte, anche la Vilvarin sembrava aver trovato la persona giusta, per di più, in grado di difenderla e di rassicurarla, dandole non solo la virtù e la forza di un vero uomo, ma anche l'amore e la cura che un maschio doveva sempre avere con la sua femmina. Geloso, si, appena appena, non solo perché aveva sempre apprezzato fisicamente quella Erbologa, avendola vista anche come l'aveva fatta Madre Natura, ma perché sapeva di per certo che chiunque l'aveva conquistata, oltre ad essere stato molto in gamba, era anche uno degli uomini più fortunati sulla faccia della Terra.
Sì, ne è capace. Lui mi ha dato la felicità quando pensavo di non poterla concepire con un altro essere umano. Mi ha strappato sorrisi quando ero convinta di non essere nemmeno in grado di farli. Mi ha fatto provare l'amore quando credevo non fosse destinato ad una persona come me. Gli devo tutto... ... Però lo capisco. Comprendo la tua gelosia velata, perché da quando ho ricordato ogni cosa di noi, mi sono ritrovata a provarla anch'io per la tua compagna.
Temo sia un'emozione che dovremo imparare a controllare e sopportare. Comunica pure al tuo uomo che semmai dovessi vederti versare una singola lacrima per sua colpa, lo ucciderò.
E nel suo tono non vi fu alcuna minima traccia di scherzo o esagerazione, anzi, aveva gli occhi letteralmente infuriati ed iniettati di sangue. Aveva fatto molto per salvarla, aveva fatto di tutto per starle accanto durante quel periodo, ed aveva sperato che un giorno fosse riuscita a tornare nel mondo comune ridendo e sorridendo serena, senza preoccupazioni. Adesso che i suoi occhi erano scintillanti di nuova vita, non poteva più pensarla in lacrime, addolorata, come quella notte vedendo i suoi esperimenti bruciare o qualche tempo più recente, sconvolta per le fiamme che avvolgevano la foresta proibita e tutti i suoi amati fiori e piante speciali, alcune uniche, alcune comuni, ma tutte importanti per lei, tutte ugualmente meritevoli della linfa e del Sole.
Voglio che tu sappia che, al di là di questo... sono felice per te. Ho visto come lei riesce a farti stare bene, e ti leggo negli occhi quanto profondamente l'ami. Ti meriti di essere felice, Sandyon.
... Ricevendo Moni al mio fianco, ho avuto anche troppo, rispetto a ciò che ho fatto... ... Un essere omicida e peccatore come me non si meritava una donna incredibile come lei... ... Tu invece meriti la persona migliore del mondo, perché a tua volta hai un cuore bellissimo...
Ella in uno slancio improvviso gli andò incontro, abbracciandolo e posando la testa sul suo petto, ad occhi chiusi, respirando lenta. Per qualche secondo rimase immobile, Vastnor, colpito e preso alla sprovvista, ma non dovettero passare molti attimi prima che le sue possenti e forti braccia la stringessero a lui, un ex mercenario che ora, con gli occhi appena lucidi, guardava avanti a se incapace di dire una sola parola, sentendo in sé l'urlo strozzato della propria voce che diceva tanto, che pronunciava mille frasi, ma nulla, all'sterno niente, quella sua malattia gli impediva di fare ciò che voleva, di dare libero sfogo alla sua interiorità, così quel piccolo tesoro rimaneva lì, accasciato, dispiaciuto di non poter essere scoperto, trasformato solo in piccoli gesti silenziosi ma significativi. Le mani del professore di Difesa la afferrarono per le guance, fissandola, poi, abbassandosi con lentezza le posò un bacio sulla fronte, rimanendo con le labbra attaccate alla sua pelle per diverso tempo, con una lacrima che, traditrice, le bagnò il lato dell'occhio sinistro. Allontanandosi, inspirò profondamente, guardandola ancora come si guardava un capolavoro.
Io per te ci sarò sempre, ricordalo. E ti dirò di più: organizza quando vuoi una cena o un pranzo con te, il tuo compagno, me e Monique. Sarò onorato di conoscere il fortunato.
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