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Giardino Interno

Messaggioda Jorge » 27/07/2013, 22:39

Ecco dov'eri finito!

Jorge per poco non gongolò sentendo il tono di voce sollevato di Melia. E poco importava che lei non avesse grandi doti di attrice, il portoghese pendeva dalle sue labbra esattamente come quando aveva dodici anni se non di più, considerandola l’essere più dolce, puro e fantastico che esistesse al mondo, così puro da averle dato un soprannome che indicava come lei non appartenesse allo stesso mondo di loro comuni mortali. E il Delfino non sapeva quanto fosse azzeccato quel suo ragionamento, solo che la Herbert invece che una Ninfa era un’Aberrazione.

Ti ho anche cercato, ma nessuno ha saputo dirmi niente... – e quello Jorge non fatica a crederlo considerato che lui e la sua sorellina avevano deciso di non dire mai ad anima viva quale fosse stato il reale motivo che li aveva condotti alla sospensione - avrei voluto anche scriverti, ma non sapevo dove indirizzare la lettera... Devi darmi il tuo indirizzo, così potrò scriverti anche d'estate, mh?

Per poco Jorge non si mise a levitare come vittima di un potentissimo Wingardium per quanto era contento, gli occhi che gli brillavano di felicità e le guance leggermente arrossate mentre credeva davvero che una ragazza del sesto anno, e non una qualunque ma proprio la sua Ninfa era stata in pena per lui e voleva scambiarsi gufi con lui.

Se avessi una pergamena pulita te lo darei subito anche se sono l’unico Alvares mago a Lisbona e dopo quest’estate io e il Signor Da Silva siamo diventati amici.

Le disse concitato, con un tono di voce leggermente più elevato come se non riuscisse a contenere la sua felicità, dimenticandosi di specificare chi fosse il Signor Da Silva. E intanto la sua mente volava, immaginandosi di invitare la Prefetta delle Serpi a passare un po’ di tempo con lui a Lisbona e mente passeggiavano insieme per le vie della città, salvo poi tornare con i piedi per terra nel momento in cui avrebbe dovuto presentargli i suoi genitori e soprattutto farle vedere dove abitava. In ogni caso ogni pensiero venne spazzato via dalla carezza leggera che lei gli diede su una guancia, carezza che mandò direttamente scariche elettriche giù verso il suo inguine, facendo scoprire al portoghese nel modo più imbarazzante e piacevole insieme come ogni singola terminazione nervosa del suo corpo fosse legato l’un l’altro e soprattutto in stretta connessione con il suo inguine.

Però mi devi assolutamente spiegare che hai combinato per farti sospendere!
Non eravamo d'accordo che è sempre meglio mantenere un profilo basso e non farsi beccare quando si combina qualcosa?


Diciamo che era impossibile non farsi beccare – mormorò Jorge, incassando la testa nelle spalle con aria colpevole e stringendo le gambe al petto, fino a formare quasi una palla umana. Essere ripreso in quel modo dolce e preoccupato dalla sua Ninfa lo faceva sentire davvero mortificato – Con Cappie abbiamo litigato con alcuni dipinti al primo piano, sono volati alcuni incantesimi tra cui un Incendio – giusto per giustificare il fatto che la spalla della Tassa fosse bruciacchiata – abbiamo cercato di scappare ma i quadri si sono tutti rivoltati contro di noi e nella fuga siamo rotolati giù dalla rampa di scale. Fortuna che era solo il primo piano se no ci saremmo spiaccicati al suolo.

Aveva parlato con tono sommesso e il viso quasi completamente nascosto dalle sue ginocchia poste come una barriera tra lui e la Ninfa per non leggere la disapprovazione nei suoi bellissimi occhi gialli e soprattutto per evitare che, guardandolo in faccia, lei si rendesse conto che era tutta una grande bugia quella che aveva appena raccontato. Una punta di senso di colpa iniziò a pungolarlo per essere costretto a mentire alla ragazza ma aveva fatto una promessa e aveva tutte le intenzioni di mantenerla. Descriverle com’era stato sciocco e imprudente fece ricordare al delfino la promessa che Melia gli aveva fatto tempo prima e, complice la carezza che lei gli aveva dato spontaneamente poco prima, Jorge si fece più audace e gliela ricordò.

Credo ci sarà parecchio lavoro da fare...

Purtroppo hai ragione – ammise Jorge soddisfatto come al solito nel non sentirsi giudicato e avvertendo la punta di senso di colpa affondare con più forza dentro di lui – Posso solo prometterti che farò tutto ciò che è in mio potere per non deluderti.

Affermò con tono serio, raddrizzando la schiena e tuffando i suoi occhi celesti in quelli dorati della ragazza con un’intensità tale che sarebbe stato palese per chiunque il fatto che parlasse sul serio. Quando lei notò i suoi spartiti, Jorge glieli porse fiducioso, osservando estasiato la piccola ruga di espressione che si veniva a creare sul viso della ragazza quando era particolarmente concentrata come in quel momento.

Sai il suono del fado, quello classico, è molto melanconico ma è di una bellezza struggente. Mi piacerebbe fartelo ascoltare ma purtroppo non posso accedere alla Sala Musica…

E anche il tono del Delfino era un po’ melanconico e triste perché credeva, probabilmente erroneamente, che quel tipo di musica sarebbe piaciuto moltissimo alla sua Ninfa e gli dispiaceva non potergliela fare sentire. Ovviamente visto il fermento che aveva prodotto a Hogwarts l’arrivo della Cyprus non appena i due iniziarono a parlare di musica l’argomento deviò sull’incontro che si era tenuto il giorno prima tra i due cori e che di amichevole non aveva avuto decisamente nulla, almeno a giudicare da come si erano comportati gli americani. Jorge, per non tediare troppo la Prefetta, le raccontò per sommi capi gli insulti che quegli snobbetti d’oltre oceano avevano rivolto loro, suscitando la sua curiosità.

Non riesco proprio ad immaginare cos'abbiano potuto dire contro Typhon e Zephyr quelli della Cyprus... Insomma, Seal è una testa calda e si sapeva, ma Kenway è sempre così calmo che non riesco a pensare a nessun insulto in grado di sconvolgerlo al punto da indurlo a reagire!

Hummm a Seal hanno rivolto una battuta che era già vecchia due anni fa sul colore dei suoi capelli – e storse il naso per sottolineare come quel tipo di frecciatina fosse antiquata anche se alla fine era andata a segno vista la reazione del Drago – mentre a Zephyr hanno detto qualcosa a proposito del suo colorito pallido e degli occhi rossi… qualcosa tipo zombie non so cosa…- si picchiettò il dito sulla punta del naso e assottigliò gli occhi per cercare di ricordare al meglio tutto quello che avevano detto ma sinceramente aveva dovuto prestare attenzione a tante di quelle cose che le parole esatte gli sfuggivano. Una cosa però non gli era sfuggita e cioè il modo in cui il Prefetto dei Corvi aveva abbracciato la colomba rosso – oro con fare protettivo – Sai ora che mi ci fai pensare forse non si è arrabbiato per quello che hanno detto a lui ma per le cattiverie che hanno rovesciato su Ariel… Sai lei si è messa a piangere e lui l’ha abbracciata per consolarla.

Raccontò candidamente, non sapendo minimamente che forse, quelle sue parole, avrebbero potuto scatenare chissà quali illazioni nella sua interlocutrice. Subito dopo aver descritto la parte introduttiva dell’incontro, Jorge passò alla performance di cui la Cyprus li aveva omaggiati, imprecando contro la loro bravura e sdraiandosi a terra per fingersi morto perché alla fine era in quel modo che gli americani li avrebbero ridotti durante la gara ufficiale.

Sono davvero così pazzeschi?

Hummm Si…

Biascicò il delfino che quando si era voltato nella direzione di Melia era praticamente sbiancato nel vedersela a così breve distanza e in quella posa così dannatamente sexy. Deglutì a vuoto un paio di volte e si umettò le labbra improvvisamente secche in un gesto sensuale certo ma che dubitava seriamente che fosse interpretato in quel modo dall’altra. Non potendo più rimanere sdraiato pancia all’aria se non voleva rendere evidente a tutti quanto quella vicinanza lo stesse rendendo contento, Jorge si mise a sua volta sul fianco, imitando inconsapevolmente la posa che aveva assunto la ragazza, con una mano a tenere sollevata la testa e l’altra a metà strada tra i loro corpi a giocherellare con i fili d’erba.

Beh, ma anche voi siete molto bravi, no?
Non siete un coro affiatato, forse?


Forse presi singolarmente siamo bravini ma insieme… - scosse la testa sconsolato – Vedi loro sono tutti dal quinto anno all’ottavo anno quindi hanno delle voci forti e già formate e in più cantano insieme da anni. Noi invece, al di là della voce, siamo un coro giovane, siamo insieme da troppo poco tempo e non siamo ancora riusciti a sviluppare le nostre potenzialità per non parlare di amalgamare le nostre voci come se appartenessero a un’unica persona.

Aveva parlato di getto e anche in maniera un po’ tecnica, contento di poter condividere con qualcuno le proprie impressioni anche se catastrofiche e pessimistiche, per non parlare del fatto che in quel modo era riuscito a far scemare in parte l’eccitazione che la vicinanza di Melia gli stava provocando, restando nei limiti dell’accettabile.

Vai d'accordo con tutti i tuoi compagni musicanti, o c'è qualcuno che proprio non sopporti?

Mia Ninfa dobbiamo imparare a essere un tutt’uno entro la gara, non c’è tempo per i dissapori personali – mormorò dimostrando una maturità di cui probabilmente la sua Capa sarebbe andata fiera – e poi la Vireau mi ha cacciato dal coro… Cioè non posso suonare ma solo limitarmi a fare da supporter quindi anche volendo le mie opinioni valgono meno di zero… Anche se ho deciso di chiederle di permettermi di esibirmi almeno per la gara. – si morse il labbro inferiore nervoso, come se quella decisione gli stesse pesando molto – Dici che umiliarmi per una buona causa fa di me uno stupido?
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Messaggioda Melia » 28/07/2013, 15:24

Se avessi una pergamena pulita te lo darei subito anche se sono l’unico Alvares mago a Lisbona e dopo quest’estate io e il Signor Da Silva siamo diventati amici.

Da Silva?
Perdonami mio Delfino, ma temo di non sapere chi sia... però se sei l'unico mago con quel cognome della tua città, non mi sarà difficile scriverti.


E così Melia aveva praticamente promesso ad Jorge, seppur implicitamente, di contattarlo quando si sarebbero ritrovati lontani, accarezzandogli poi una guancia con dolcezza e con quel tocco fresco e delicato che la contraddistingueva, registrando tra sé che ormai, a 14 anni, il ragazzino era diventato piuttosto sensibile a certe cose.

Diciamo che era impossibile non farsi beccare.
Con Cappie abbiamo litigato con alcuni dipinti al primo piano, sono volati alcuni incantesimi tra cui un Incendio... abbiamo cercato di scappare ma i quadri si sono tutti rivoltati contro di noi e nella fuga siamo rotolati giù dalla rampa di scale. Fortuna che era solo il primo piano se no ci saremmo spiaccicati al suolo.


Ovviamente Melia sapeva bene che le parole appena pronunciate dal ragazzino erano tutta una grande bugia, ma non gliene fece una colpa e si limitò ad annuire quasi divertita dalla "marachella" combinata dal portoghese, fingendo così di credere appieno alle sue parole.
Qualunque che fosse il motivo della sospensione, comunque, era chiaro che c'era bisogno di lavorare, e molto, sul suo modo di fare, perché andava bene combinare casini, ma bisognava anche essere in grado di non farsi poi beccare: per il momento comunque potevano concentrarsi su altre cose, come gli spartiti che il Delfinazzurro si era portato appresso.

Sai il suono del fado, quello classico, è molto melanconico ma è di una bellezza struggente. Mi piacerebbe fartelo ascoltare ma purtroppo non posso accedere alla Sala Musica…

Sono sicura che mi piacerebbe molto... - commentò la Herbert, per poi corrugare la fronte in un moto di, finta, perplessità - Non capisco però... perché non puoi accedere alla Sala Musica se fai parte del Coro?

Gli domandò infatti, poiché Jorge non aveva specificato di essere all'interno del gruppo un semplice supporter, e come lui la sua "sorellina" Tassorosso; l'argomento musica, comunque, era strettamente connesso all'incontro con la Cyprus, e Melia non perse tempo nel chiedere al Delfino di raccontarle come fossero andate le cose, e soprattutto cosa avesse indotto un tipo calmo come Zephyr a perdere il controllo ed arrabbiarsi.

Hummm a Seal hanno rivolto una battuta che era già vecchia due anni fa sul colore dei suoi capelli, mentre a Zephyr hanno detto qualcosa a proposito del suo colorito pallido e degli occhi rossi… qualcosa tipo zombie non so cosa…
Sai ora che mi ci fai pensare forse non si è arrabbiato per quello che hanno detto a lui ma per le cattiverie che hanno rovesciato su Ariel… Sai lei si è messa a piangere e lui l’ha abbracciata per consolarla.


E poi dici che non ci tieni a lei...

Pensò Melia, annuendo esternamente con aria attenta verso il Delfino e ragionando intanto mentalmente: come aveva ipotizzato, Zephyr si era arrabbiato nel momento in cui avevano toccato la Jiménez, segno che dunque il Corvonero si stava legando a lei più del dovuto... e visto che non voleva che Ariel diventasse come Dylan, perché era sicura che Kenway ne sarebbe morto, avrebbe fatto meglio ad avvertirlo per tempo, oltre che a pensare ad un modo in cui avrebbe potuto aiutare la Grifondoro a vendicarsi di coloro che l'avevano presa in giro; in fondo, ogni tanto, era pur divertente usare il proprio potere per qualche scopo positivo o quasi.
Voleva sapere di più della faccenda in generale, così chiese ad Jorge le sue impressioni, quanto ad esempio per lui Hogwarts potesse essere un valido avversario contro la Cyprus.

Forse presi singolarmente siamo bravini ma insieme…
Vedi loro sono tutti dal quinto anno all’ottavo anno quindi hanno delle voci forti e già formate e in più cantano insieme da anni. Noi invece, al di là della voce, siamo un coro giovane, siamo insieme da troppo poco tempo e non siamo ancora riusciti a sviluppare le nostre potenzialità per non parlare di amalgamare le nostre voci come se appartenessero a un’unica persona.


Annuì ancora una volta, comodamente sdraiata su un fianco, una posizione sensuale che di sicuro aveva fatto presa sull'altro, il quale aveva finito per imitarla: mentre la mano libera del Delfino giocava con dei fili d'erba, quella della Herbert fece per avvicinarsi alla sua mentre gli chiedeva se andasse d'accordo con tutti quelli del suo gruppo, ma la risposta che ricevette suonò quasi come un rimprovero da parte del ragazzino verso la Serpeverde, o almeno era questo che Melia volle far intendere di aver capito ad Jorge, visto che la mano si ritrasse subito verso il petto, come se ci fosse rimasta male.

Mia Ninfa dobbiamo imparare a essere un tutt’uno entro la gara, non c’è tempo per i dissapori personali... e poi la Vireau mi ha cacciato dal coro… Cioè non posso suonare ma solo limitarmi a fare da supporter quindi anche volendo le mie opinioni valgono meno di zero… Anche se ho deciso di chiederle di permettermi di esibirmi almeno per la gara.

Scusami, non... non volevo sembrare inopportuna.
Ero solo interessata a capire, al di là di tutto, quali fossero i tuoi pensieri e le tue impressioni, non volevo di certo spingerti contro qualcuno...


Mormorò di rimando l'Aberrazione, lo sguardo dorato che si spegneva e le pupille dal taglio verticale che si spostavano verso il basso, quasi contrite e mortificate, in una posa generale di dolcezza talmente estrema che probabilmente il Delfino si sarebbe sentito dilaniare dal senso di colpa da quella che, in effetti, sembrava all'apparenza una domanda innocente, perché non c'era nulla di male nell'ammettere di provare antipatia per una o più persone, se poi comunque si svolgeva al meglio il proprio ruolo.

Dici che umiliarmi per una buona causa fa di me uno stupido?

Lottare per ciò in cui si crede non ci rende mai stupidi, al massimo tenaci e decisi a non mollare, almeno fino a che possiamo... e poi chiedere a chi è superiore a noi di permetterci qualcosa non è certo umiliarsi, soprattutto se questo qualcosa l'abbiamo perso per colpa nostra.
Anche se non ho capito perché tu non faccia più parte attiva del coro, è per quello che tu e Cappie avete combinato coi dipinti? Anche lei è fuori dal coro?


S'informò Melia, dimostrando così che nonostante la tristezza provata fino a poco prima era comunque pronta a dispensare al Delfino i propri consigli, anche se essi vennero pronunciati con voce triste e lo sguardo fisso a terra, come se non riuscisse nemmeno a guardarlo.
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Messaggioda Jorge » 28/07/2013, 23:15

Da Silva?
Perdonami mio Delfino, ma temo di non sapere chi sia... però se sei l'unico mago con quel cognome della tua città, non mi sarà difficile scriverti.


Arrossì per quella gaffe Jorge, dettata dalla felicità di sapere non solo che Melia si era accorta della sua assenza, ma che in più era stata in pensiero e che avrebbe voluto scrivergli, chiedendogli quindi il suo indirizzo. Si, la Herbert era davvero un’ottima attrice e soprattutto il Delfino si fidava talmente tanto di lei che non avrebbe mai avuto motivo per mettere in dubbio la veridicità delle sue parole.

Da Silva è il mago che gestisce il servizio postale magico a Lisbona. Sai non abbiamo una comunità magica vera e propria e quindi solitamente evitiamo di farci recapitare i gufi direttamente a casa, giusto per evitare di dare nell’occhio.

Spiegò quindi, beandosi, sotto molti aspetti, della carezza da “adulti” che la Prefetta gli diede su una guancia, prima di sentirsi costretto a mentirle sul motivo per cui era stato sospeso. Si sentiva in colpa a dirle quella piccola bugia, ma per lui le promesse erano sacre e quindi, inghiottì il boccone amaro della menzogna pur di non venire meno alla parola data alla sua sorellina. Per fortuna Melia credette alle sue parole – beata ignoranza – e non gli fece domande scomode a cui non avrebbe saputo come rispondere, limitandosi a ricordargli che avrebbe dovuto essere più discreto la prossima volta in modo da non farsi cogliere in flagrante e assicurargli che gli avrebbe insegnato come fare non a non mettersi nei guai ma bensì a farlo senza pagarne le conseguenze. E per quanto Jorge avesse deciso di mettere la testa a posto, quella proposta per il suo animo ribelle era troppo allettante per lasciarsela sfuggire. Successivamente l’attenzione della Serpe venne attirata dagli spartiti di fado che Jorge aveva con sé e l’argomento si spostò inevitabilmente sulla musica e successivamente sull’incontro con la Cyprus.

Sono sicura che mi piacerebbe molto... – di certo di fronte a quella ammissione/concessione Jorge si sarebbe sentito molto più felice e galvanizzato se avesse avuto modo di poter accedere a un qualche strumento, cosa che non era vista la sua situazione precaria all’interno del coro - Non capisco però... perché non puoi accedere alla Sala Musica se fai parte del Coro?

Non è che non posso entrarci mai… Solo non posso farlo in maniera autonoma e quindi non posso invitarti a sentirmi suonare, soprattutto perché se solo mi avvicino a un peltro la Vireau mi Crucia.

Confessò triste, per poi passare a raccontare nei minimi dettagli tutto quello che era accaduto con la Cyprus, soffermandosi dietro richiesta esplicita della ragazza su cosa avesse spinto una persona fredda e impassibile come il Prefetto dei Corvi a minacciare quasi fisicamente gli avversari. Le raccontò quindi delle offese gratuite che avevano rivolto contro Ariel e di come la stessa si fosse rifugiata tra le braccia di Zephyr in lacrime. Mentre parlava il portoghese si chiese, non senza provare una punta di fastidio, se Melia potesse essere gelosa di quello che era accaduto tra i due Prefetti, supponendo, probabilmente a torto, che ci fosse una certa simpatia tra la Serpe e il Corvo visto che li si vedeva spesso e volentieri insieme in giro per il Castello.

E’ stato molto gentile ma anche molto distaccato.

Si ritrovò quindi a puntualizzare, come se volesse tranquillizzare la sua Ninfa sul fatto che nessuna emozione fosse trapelata dal viso di Zephyr – e come mai avrebbe potuto – mentre consolava la Jiminéz, come se lo avesse fatto solo per dovere e non per piacere. L’intento del delfino era dei più nobili e cioè evitare che la ragazza potesse in qualche modo soffrire per quello che aveva appreso. Continuarono a parlare dei due cori, sdraiati sull’erba l’uno di fronte all’altro, lo sguardo di Jorge che, come ipnotizzato, osservava la mano della ragazza che lentamente si avvicinava la sua, ritrovandosi a desiderare quel contatto molto più di quanto fosse normale. Era così concentrato su quel gesto che non badò alle parole usate per risponderle, consapevole che mai l’avrebbe offesa o rimproverata per qualcosa, e quando la vide allontanarsi istintivamente allungò la propria, di mano, per andare a riprenderla.

Scusami, non... non volevo sembrare inopportuna.
Ero solo interessata a capire, al di là di tutto, quali fossero i tuoi pensieri e le tue impressioni, non volevo di certo spingerti contro qualcuno...


Non fare così – mormorò quindi con una voce contrita e dispiaciuta che rifletteva perfettamente il senso di colpa che lo stava divorando, la mano che, se lei glielo avesse permesso, si sarebbe avvolta intorno a quella di lei che aveva ritirato di scatto, accarezzandole delicatamente con il pollice il dorso in un gesto che avrebbe dovuto essere tranquillizzante. Sia che il tentativo di prenderle la mano fosse andato a buon fine o meno, il portoghese continuò a parlare – Non sei stata inopportuna, mi fa sempre molto piacere vedere che ti interessi a me, a quello che faccio e a come mi sento – le confidò sincero e credulone fino in fondo – Solo che se voglio evitare di mettermi di nuovo nei guai devo pensare al coro come a una grande famiglia felice. Non voglio correre il rischio di essere sospeso di nuovo…

E abbozzò un sorriso triste, mentre, se fosse riuscito a catturare la sua mano, continuava ad accarezzarla con gesti lenti e dolci dettati dall’istinto. No, Lingua Argentata non gli era diventata simpatica all’improvviso, anzi dopo le ulteriori e superflue battute che aveva fatto al coro avversario la stima che aveva di lei era precipitata ulteriormente, ma era costretto a farsela andare bene. Sperava solo che le sue parole potessero rassicurare Melia sul fatto che non ce l’aveva con lei assolutamente ma che era solo preoccupato di non farsi sospendere di nuovo, o peggio espellere, credendo che alla bella Prefetta importasse davvero di lui.

Lottare per ciò in cui si crede non ci rende mai stupidi, al massimo tenaci e decisi a non mollare, almeno fino a che possiamo... e poi chiedere a chi è superiore a noi di permetterci qualcosa non è certo umiliarsi, soprattutto se questo qualcosa l'abbiamo perso per colpa nostra.

Il supporto di Melia era esattamente quello che mancava a Jorge per compiere il passo decisivo e andare dalla VicePreside a chiederle di poter suonare almeno contro la Cyprus. Fu quindi con uno sguardo determinato e molto maturo che il portoghese accolse quelle parole, annuendo serio. Peccato che la sua Ninfa non l’avrebbe visto considerato che non lo stava guardando negli occhi, cosa quella intollerabile per il ragazzino.

Anche se non ho capito perché tu non faccia più parte attiva del coro, è per quello che tu e Cappie avete combinato coi dipinti? Anche lei è fuori dal coro?

Quando la Preside ci ha sospesi la Vireau ci ha degradati da musicisti e cantanti a semplici supporter. Questo vuol dire che possiamo entrare in Sala Musica solo quando ci sono gli altri, che non possiamo avvicinarci a nessuno strumento e che durante le prove il massimo che possiamo fare è sedere in un angolo ad ascoltare…

E per quanto la situazione che aveva appena descritto fosse umiliante per lui, essa perdeva completamente d’importanza di fronte a quel visino triste e risentito per causa sua. Facendo un piccolo sospiro per prendere coraggio, Jorge si fece ancora un po’ più vicino a Melia e, divincolata la mano da quella di lei, ammesso che fossero ancora strette, la porto fino al suo mento. La accarezzò quindi delicatamente facendo allo stesso tempo una lieve pressione affinchè lei alzasse il viso.

Per favore non fare così, non volevo rimproverarti o altro – le mormorò quindi a breve distanza, sia che avesse sollevato il viso sia che non l’avesse fatto – Come mai potrei quando tu sei così premurosa e paziente con me? Ti prego… posso avere uno dei tuoi sorrisi luminosi che rendono i tuoi stupendi occhi più brillanti del sole?
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Messaggioda Melia » 29/07/2013, 12:29

Da Silva è il mago che gestisce il servizio postale magico a Lisbona. Sai non abbiamo una comunità magica vera e propria e quindi solitamente evitiamo di farci recapitare i gufi direttamente a casa, giusto per evitare di dare nell’occhio.

Allora d'ora in poi non mi farò alcun problema a scriverti, tanto ci penserà questo signor Da Silva a farti recapitare le mie lettere, giusto?

E sorrise dolcemente Melia al suo piccolo Delfino, deliziandolo così all'idea che gli avrebbe scritto durante le vacanze per chiedergli sue notizie - e in fondo mandare una lettera non le sarebbe di certo costato troppo sforzo.
Dopo aver studiato gli spartiti di Jorge, la Serpeverde glieli restituì col sorriso, affermando che le sarebbe piaciuto sentirlo suonare e non capendo, al contempo, come mai il Delfinazzurro non avesse libero accesso alla Sala Musica, non conoscendo le regole che vigevano tra i musicanti e la loro Coordinatrice.

Non è che non posso entrarci mai… Solo non posso farlo in maniera autonoma e quindi non posso invitarti a sentirmi suonare, soprattutto perché se solo mi avvicino a un peltro la Vireau mi Crucia.

Magari allora una volta le chiederò di poter assistere alle prove, così potrò sentirti suonare!
Tu non possiedi un fado tutto tuo che puoi suonare ogni volta che vuoi?


S'informò poi la Herbert curiosa, lasciando che il discorso musica si collegasse naturalmente col coro e con l'incontro tra esso e la Cyprus, analizzando inizialmente cosa o chi avesse fatto alterare così tanto Kenway da spingerlo a reagire, focalizzandosi soprattutto sul come: tutto fu più chiaro quando in mezzo venne messa Ariel, anche se il Delfino sembrò volerla rassicurare subito sul fatto che non c'era stato nessun sentimento visibile sul suo volto mentre la proteggeva, abbracciandola.

E’ stato molto gentile ma anche molto distaccato.

Davvero? Peccato... - mormorò Melia, prendendo forse così Alvares in pieno contropiede - Io credo che sarebbero una bellissima coppia, tu che ne dici? Sarebbe bello se Zephyr si affezionasse a qualcuno come la Jiménez in modo più intimo di un amico...

Ammise, palesando così il fatto che considerava Kenway solo come collega e al massimo come amico, non certo come possibile suo ragazzo o qualcosa del genere: intanto però, la seconda parte del suo piano non andò a buon fine, visto che Jorge non le disse minimamente per chi provasse antipatia - anche se in realtà alla Serpeverde interessava una persona sola; il modo in cui glielo disse, però, fu apparentemente frainteso da Melia, che da brava attrice qual era si finse rammaricata, mortificata e dispiaciuta, tanto da abbassare lo sguardo al terreno e ritirare la mano che stava avvicinando a quella di Jorge, il quale non perse tempo a recuperarla e stringerla tra le proprie dita.

Non fare così.
Non sei stata inopportuna, mi fa sempre molto piacere vedere che ti interessi a me, a quello che faccio e a come mi sento... Solo che se voglio evitare di mettermi di nuovo nei guai devo pensare al coro come a una grande famiglia felice. Non voglio correre il rischio di essere sospeso di nuovo…


Credevo solo che ti facesse bene... parlare e sfogarti con me. Se devi significa che ti costringi a pensare al coro in quel modo, e t'impedisci quindi di essere sincero: volevo essere la tua valvola di sfogo, la persona a cui potevi dire le cose come stavano, proprio per essere poi più leggero nell'importi il contrario di esse...
Ma probabilmente ho pensato male, scusami...


Mormorò la ragazza, ancora con voce spenta e sguardo basso, non esimendosi comunque dal dare a Jorge un proprio parere, a dimostrazione che nonostante tutto sarebbe sempre rimasta vicina al Delfino, e chiedendogli anche delle delucidazioni sul suo appartenere o meno ancora al Coro di Hogwarts.

Quando la Preside ci ha sospesi la Vireau ci ha degradati da musicisti e cantanti a semplici supporter. Questo vuol dire che possiamo entrare in Sala Musica solo quando ci sono gli altri, che non possiamo avvicinarci a nessuno strumento e che durante le prove il massimo che possiamo fare è sedere in un angolo ad ascoltare…

Annuì semplicemente a quelle parole, prendendone così atto, fino a che non sentì la mano di Jorge accarezzarle il mento e spingerla ad alzare viso e sguardo su di lui: stava diventando grande, il Delfino, per lanciarsi in gesti di quel genere, ma le andava bene così, alla fine era giusto e normale che crescesse, e per certi versi le era pure più comodo; alzò gli occhi dunque, le iridi dorate e le pupille dal taglio verticale, su di lui, sbattendo lentamente le palpebre mentre lo ascoltava.

Per favore non fare così, non volevo rimproverarti o altro.
Come mai potrei quando tu sei così premurosa e paziente con me? Ti prego… posso avere uno dei tuoi sorrisi luminosi che rendono i tuoi stupendi occhi più brillanti del sole?


Parole dolci e cariche di sentimento quelle del Delfino, un sentimento che era un misto di affetto, devozione e probabilmente di eccitazione, comprensibile in un maschio 14enne che si trovava di fronte una studentessa più grande ed in parte Veela: ma Melia decise di cambiare atteggiamento, e di usare proprio quella devozione/eccitazione a proprio vantaggio.
Così, lentamente, le labbra della prefetta si distesero in un sorriso radioso, dolcissimo e affettuoso verso il Delfino, un sorriso che contagiò anche gli occhi, come da lui richiesto, facendoli brillare, un sorriso che la Serpeverde rivolse tutto e solo per lui.

Posso fare di meglio...

Sussurrò dopo quel sorriso con voce bassa, accattivante ed avvolgente: si sporse un po' di più verso di lui e, se Jorge non si fosse spostato, avrebbe posato dolcemente le labbra su quelle del ragazzo, donandogli così un bacio delicato ma vero, reale, tangibile, un bacio che, probabilmente, l'avrebbe scosso nel profondo; sarebbe rimasta attaccata a lui, ad occhi socchiusi per qualche istante, forse una decina di secondi, poi si sarebbe scostata e avrebbe sorriso, di nuovo, ad occhi aperti.

A me puoi dire anche ciò che normalmente reprimi per tentare a tutti i costi di fare il bravo... anche che sia una stupidaggine come ammettere che alcuni tuoi compagni proprio non li puoi sopportare...

Mormorò la Herbert a poca distanza dalle sue labbra, con voce suadente, calda, maliziosa e sensuale: il suo obiettivo era sfruttare il fatto di aver baciato Jorge, mandandogli probabilmente il cervello in tilt, per fare leva su quella sua momentanea debolezza e fargli fare dei nomi; non era sicura che il piano funzionasse, ma dentro di sé era piuttosto fiduciosa, perché un bacio da una semi-Veela, di sicuro, era uno dei modi più veloci per mandare a quel paese ogni briciola di raziocinio posseduta.
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Messaggioda Jorge » 30/07/2013, 13:45

Allora d'ora in poi non mi farò alcun problema a scriverti, tanto ci penserà questo signor Da Silva a farti recapitare le mie lettere, giusto?

Oh si!

Esclamò Jorge gongolando al pensiero di ricevere durante le prossime vacanze di Natale un gufo da parte di Melia. E come avrebbe potuto non farlo, visto che lei era, ai suoi occhi, la perfezione fatta persona, la ragazza più bella e popolare della scuola che tra tutti i ragazzi esistenti a Hogwarts aveva deciso di dedicare parte del suo tempo e delle sue attenzioni proprio a un natobabbano un po’ bullo e un po’ vandalo com’era lui? Si, Jorge si sentiva felice e lusingato allo stesso tempo, con il suo nuovo ritrovato orgoglio maschile che faceva quasi la ruota come un pavone. Cercando di restare con i piedi ben piantati per terra e quindi non mostrarsi troppo euforico per non infastidire l’altra, il portoghese riprese i propri spartiti e li ripose con cura nella borsa che aveva a tracolla, chiacchierando beatamente di musica con la Herbert, adombrandosi giusto un pochino quando dovette confessarle che non aveva poi tutto questo libero accesso alla Sala Musica.

Magari allora una volta le chiederò di poter assistere alle prove, così potrò sentirti suonare!
Tu non possiedi un fado tutto tuo che puoi suonare ogni volta che vuoi?


Entrambe le frasi della Prefetta ebbero il potere di destabilizzare il Delfino, un senso di vergogna e imbarazzo che serpeggiava dentro di lui. Che fare? Ammettere di essere stato degradato a semplice supporter oppure rivelare le pessime condizioni economiche in cui versava la sua famiglia? La fissò negli occhi, in quegli occhi dal taglio e dal colore particolare, con uno sguardo serio prima di emettere un sospiro e optare per la verità che, per lui, era più dolorosa.

Purtroppo no… sai costicchia un po’ tanto e bè… non posso permettermi sia un fado che una scopa tutta mia e sinceramente non so per cosa optare…

Ammise quindi, portandosi una mano a scompigliarsi i capelli, le guance arrossate per l’imbarazzo, il cuore che gli batteva a mille e gli occhi bassi per paura di leggere in quelli di lei qualche sentimento di pietà o peggio di disgusto nello scoprire le sue umili condizioni. Fu sollevato quando il discorso si spostò sull’incontro con la Cyprus perché, anche se non avevano fatto proprio una bellissima figura, almeno non lo toccava così intimamente.


Davvero? Peccato... – inarcò un sopracciglio, perplesso. Che le sue ipotesi fossero tutte sbagliate? - Io credo che sarebbero una bellissima coppia, tu che ne dici? Sarebbe bello se Zephyr si affezionasse a qualcuno come la Jiménez in modo più intimo di un amico...

Non lo so… Lei è così solare, allegra, spontanea, lui invece sembra quasi una statua di ghiaccio… un mix inquietante tra Vastnor e la Samyliak… Certo per lui stare con la colomba potrebbe fare solo bene ma lei… boh.. forse dovrebbe aspirare a qualcuno di più…espansivo?

E per lo stesso motivo era sollevato dall’apprendere che Melia non avesse delle mire particolare sul Prefetto dei Corvi. Per quanto il ragazzo lo avesse sorpreso non poco abbracciando Ariel davanti a tutti, Jorge era convinto che non fosse capace, non di provare sentimenti, ma di esternarli, facendo così sentire la ragazza unica e speciale, come invece la sua Ninfa e un pochino anche la Prefetta rosso – oro meritavano di sentirsi. Perso in pensieri e riflessioni più grandi di lui, il portoghese parlò a ruota libera, senza far caso al tono di voce usato e le parole scelte, ferendo la sua interlocutrice senza accorgersene. Subito il senso di colpa serpeggiò in lui, spingendolo ad afferrare la mano di Melia per accarezzarla delicatamente e cercare in ogni modo di riparare al torto che le aveva fatto, anche se non sapeva come visto che non riusciva a comprendere esattamente cosa avesse fatto.

Credevo solo che ti facesse bene... parlare e sfogarti con me. Se devi significa che ti costringi a pensare al coro in quel modo, e t'impedisci quindi di essere sincero: volevo essere la tua valvola di sfogo, la persona a cui potevi dire le cose come stavano, proprio per essere poi più leggero nell'importi il contrario di esse...
Ma probabilmente ho pensato male, scusami...


Se lo avesse accoltellato forse gli avrebbe fatto meno male. Strinse con forza la mano che gli reggeva la testa, strattonandosi un po’ i capelli e allo stesso modo strinse un po’ la mano dell’altra senza farle del male. Come poteva essere stato così superficiale – e come poteva essere in quel momento tanto ingenuo – da non rendersi conto di quali erano le reali intenzioni della sua Ninfa? Lei voleva solo aiutarlo, permettergli di sfogare le sue frustrazioni per poter poi affrontare gli altri con animo più sereno e leggero. Lei gli aveva chiesto di fidarsi e lui aveva preso e gettato ai vermicoli quella sua offerta. Rimase in silenzio, deglutendo sensi di colpa e paura, paura di aver perso la fiducia della sua Ninfa, di averla allontanata da sé. Dischiuse le labbra per dire qualcosa, ma non disse nulla perché tutte le parole che gli si affacciavano alla mente sembravano stupide o peggio vuote e non voleva correre il rischio di peggiorare una situazione già di per sé precaria. E i consigli che lei gli diede subito dopo non fecero altro che rigirare il coltello nella piaga, innalzando Melia, se possibile, a un gradino ancora più alto nella scala di valori del Delfino, e facendolo sprofondare sempre di più nel baratro dei sensi di colpa. Si azzardò quindi a farle sollevare il mento, in modo da “costringerla” a guardarlo di nuovo negli occhi e pregarla di scusarlo e venne ricompensato con il più bello e radiosi dei sorrisi che gli fece battere il cuore più velocemente del normale e gli scaldò l’animo. Perché Velea o non Velea, una Melia sorridente con gli occhi dorati che brillavano era davvero uno spettacolo mozzafiato.

Posso fare di meglio...

Impossibile.

Mormorò Jorge, un sorriso ebete sul viso e un formicolio ai polpastrelli ancora a contatto con il mento della ragazza più grande. E come si sbagliava! In un attimo la Herbert infatti riuscì a sovvertire completamente il suo mondo, sconvolgendo il suo corpo da adolescente in modi che lui ancora non conosceva. Spalancò gli occhi non appena avvertì le morbide labbra della Prefetta posarsi sopra le sue, per poi chiuderli lentamente, inalare a fondo il profumo di lei ancora più inebriante vista la vicinanza e godersi quel bacio inaspettato e dolce e reale e dannatamente eccitante. Seguendo un istinto che non sapeva di avere, Jorge cercò di far scivolare la mano dal mento dell’altra lungo la curva sinuosa del suo collo, tuffarla in quei capelli morbidi come seta e posarla dietro la sua nuca, dove avrebbe iniziato a muoversi piano e a massaggiare la cute con tocchi lievi, come se stesse maneggiando del cristallo.

Decisamente meglio!

Ansimò a bassa voce quando Melia interruppe quel delizioso contatto, affannato come se avesse corso per mille miglia. Se lei non si fosse scostata e se fosse riuscito a posare la mano dietro la sua nuca, Jorge sarebbe rimasto a fissarla con gli occhi che brillavano di eccitazione e di adorazione, incredulo che qualcosa del genere potesse essere davvero capitato a lui. Da qualche parte dentro l’ammasso di ormoni che era diventato, una vocina provava a ricordargli che le ragazze come Melia non si innamoravano dei tipi come lui ma al massimo li usavano per qualcosa ma la tensione che avvertiva al basso ventre la soffocò all’istante. Non gliene fregava nulla del perché l’avesse baciato e per quel che lo riguardava poteva usarlo come Merlino più le piaceva se poi lo ricompensava in quel modo. Forse se fosse stato a conoscenza dei poteri dell’Aberrazione e di quanto potesse essere crudele, l’avrebbe pensata diversamente o forse no, perchè erano davvero poche le cose che gli stavano a cuore e l’unico motivo per cui si stava comportando bene era evitare di essere espulso. Istintivamente fece guizzare la punta della lingua sulle proprie labbra, in un gesto sensuale, nel tentativo di cogliere il sapore dell’altra, gli occhi fissi in quelli luminosi di lei.

A me puoi dire anche ciò che normalmente reprimi per tentare a tutti i costi di fare il bravo... anche che sia una stupidaggine come ammettere che alcuni tuoi compagni proprio non li puoi sopportare...

Lingua Argentata – esalò, tentando di posare la fronte su quella di lei, desideroso di un maggior contatto – Non la sopportavo prima e continuo a non sopportarla ora… Le ho dato man forte con quelli della Cyprus per dimostrare loro che siamo affiatati ma… Merlino benedetto… non capisco perchè la Vireau la tiene nel coro…

Confessò, ovviamente, anche se non era un mistero per nessuno che lui mal sopportasse Elisabeth e se ci fosse stato un modo per farla cacciare dal coro senza rimetterci in prima persona ne sarebbe stato davvero contento.

E tu sei importante per me e mi fido di te… Non te l’ho detto prima solo perché non volevo sembrare petulante… Io ti racconto un sacco di cose e tu stai lì che mi ascolti, mi consigli ma non ti apri mai…- e per quanto il tono fosse triste non c’era traccia di rimprovero nella voce – Ecco non volevo approfittarne e pesare su di te… Lo so che sono un ragazzino e non posso darti chissà quali consigli illuminati, però con me se vuoi puoi parlare. So mantenere i segreti…

Affermò con uno sguardo serio, ribadendo la sua offerta di amicizia seria e disinteressata, per poi esibire il suo sorriso furbetto e con aria maliziosa provare ad annullare di nuovo le distanze tra loro non per baciarla, perché temeva che l’altra l’avrebbe affatturato, ma per sfiorare con la punta del proprio naso quella dell’altra e poi una guancia in un tocco delicato, infantile forse o forse sensuale.
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Messaggioda Melia » 30/07/2013, 22:35

Purtroppo no… sai costicchia un po’ tanto e bè… non posso permettermi sia un fado che una scopa tutta mia e sinceramente non so per cosa optare…

Certo, è proprio un bel dilemma... - convenne Melia, che intanto si segnava mentalmente il prossimo regalo da fare ad Jorge, tanto per ingraziarselo ancor più di quanto non avesse fatto fino a quel momento - Uhm, se posso darti un consiglio, io opterei per la scopa... non so, ho come la sensazione che sia la scelta migliore.

E gli strizzò l'occhio con aria furbetta, con un sorriso da volpina che rendeva ancor più deliziosi i suoi lineamenti e che soprattutto faceva brillare maggiormente le iridi dorate della Prefetta, con quelle pupille verticali che erano un po' il suo marchio di fabbrica, la testimonianza del suo dono e al contempo della sua maledizione.
E dalla musica passarono a Zephyr, al suo tentativo di difendere la Jiménez e a quanto, ipoteticamente, i due ragazzi stessero bene insieme, anche se forse sentirlo dire da Melia fu sorprendente, per il Delfino.

Non lo so… Lei è così solare, allegra, spontanea, lui invece sembra quasi una statua di ghiaccio… un mix inquietante tra Vastnor e la Samyliak… Certo per lui stare con la colomba potrebbe fare solo bene ma lei… boh.. forse dovrebbe aspirare a qualcuno di più…espansivo?

E' tutto relativo, sai? Forse Zephyr è così solo quand'è in mezzo a molte persone, forse quando sono da soli riesce ad aprirsi di più... e poi è un classico innamorarsi di qualcuno che è il proprio esatto opposto! Guarda Typhon Seal e Alexis Parker, ad esempio.

Ragionò la Herbert, parlando con lui come avrebbe fatto con un suo coetaneo, non trattandolo come un bambino, al contrario, perché sapeva che quella era la chiave perfetta per ingraziarselo, per legarlo ancora di più a sé.
E poco dopo usò anche il senso di colpa per raggiungere il proprio scopo, facendo sentire uno schifo il Delfino che infatti fece di tutto per farla sentire meglio, per farle comprendere che aveva frainteso, che mai avrebbe potuto farle del male: e visto che tanto non le costava nulla, ma in cambio avrebbe ottenuto - o così sperava - le informazioni che voleva, la Serpeverde decise di concludere in bellezza quel momento, poggiando un bacio dolce sulle labbra del Delfinazzurro, facendogli così provare l'ebrezza della fredda bocca di una semi-Veela sulla propria.
Pochi secondi per quel contatto, ma tanto bastarono per lasciarlo ansimante e senza fiato, con una mano tra i soffici capelli della Prefetta, lo sguaedo adorante ed il sorriso sulle labbra, che poco dopo si schiusero per donarle tutte le informazioni che voleva.

Lingua Argentata.

Bingo.

Non la sopportavo prima e continuo a non sopportarla ora… Le ho dato man forte con quelli della Cyprus per dimostrare loro che siamo affiatati ma… Merlino benedetto… non capisco perchè la Vireau la tiene nel coro…

Annuì con aria concentrata, senza accennare a spostarsi da lui, rimanendogli vicina, a quella brevissima distanza tra i loro visi, al punto che i respiri si sarebbero potuti confondere senza alcun problema: l'aveva scombussolato oltre ogni immaginazione con quel bacio, ma l'aveva portato esattamente dove voleva e non c'era alcun motivo di sentirsi in colpa, per questo.

E tu sei importante per me e mi fido di te… Non te l’ho detto prima solo perché non volevo sembrare petulante… Io ti racconto un sacco di cose e tu stai lì che mi ascolti, mi consigli ma non ti apri mai…
Ecco non volevo approfittarne e pesare su di te… Lo so che sono un ragazzino e non posso darti chissà quali consigli illuminati, però con me se vuoi puoi parlare. So mantenere i segreti…


Sei dolcissimo, mio piccolo Delfino - mormorò Melia di rimando, e quel "piccolo" era stato da lei palesemente usato non nel riferito alla sua età, ma nella sua accezione più intima - Scusami se non ti parlo spesso di me, ma non ci sono molte cosa da dire, in realtà... a parte che nemmeno a me piace molto Elisabeth, mi fissa sempre come se fossi sbagliata, come se le stessi antipatica... - gli confidò, tanto per fomentarlo ulteriormente contro la Walker - Ma a parte questo, per fortuna, non ho tanto di cui parlare... cercherò di aprirmi di più però, perché mi fa piacere renderti partecipe. E tu non sei petulante, sei adorabile e mi piace starti a sentire, non mi da' alcun peso. Capito?

Sorrise a quel piccolo tocco del naso di lui sul proprio, un gesto dolce ed intimo allo stesso tempo, ma Melia non aveva di certo finito, anzi... le parole di Jorge le avevano appena dato il "la": per questo, lentamente, le iridi verticali si dilatarono negli occhi dorati della Herbert, il potere dell'Aberrazione che veniva liberato ed arrivava ad avvolgere anche il ragazzo, lasciandolo senza alcuna via di scampo, una certezza che Melia ebbe non appena anche le pupille di Jorge si dilatarono.

Ora voglio che tu faccia una cosa per me, mio piccolo Delfino... voglio che il giorno dopo la partenza della Cyprus, tu prenda Elisabeth da parte con una qualsiasi scusa, e che c'ingaggi un bel duello all'ultimo colpo di bacchetta... voglio che l'attacchi senza pietà, senza alcun riguardo, mettendola così nei guai per averti risposto. Portala al limite, provocala fino allo sfinimento, non devi permetterle di andarsene senza prima aver lottato con te.
Chiaro?
- gli domandò con voce suadente ed ipnotica, perfetta per quel momento - Quando il tempo della mia ipnosi sarà finito, non ricorderai che sono stata io a darti questi ordini, saprai solo di aver avuto voglia di lottare con lei e di farle del male, e di questa conversazione rammenterai tutto tranne la parte in cui io e te abbiamo parlato di Elisabeth, come se le nostre piccole confessioni reciproche le avessimo saltate. Mh?

Come sempre aveva disposto tutto così da risultare pulita, innocente, del tutto all'oscuro di ciò che sarebbe successo di lì ad alcuni giorni più tardi: e per suggellare quell'ipnosi ben riuscita, la Prefetta avvicinò nuovamente il viso a quello di Jorge e posò sulle sue labbra un altro dolce bacio, con cui ritrasse il suo potere così da farlo tornare normale e lucido... per modo di dire.

[Uso Potere "Ipnosi": Concentrazione => 15 + Bonus Potere Prolungato => 2 + Tiro d20 => 5 = 22]
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Messaggioda Jorge » 31/07/2013, 15:36

Certo, è proprio un bel dilemma... Uhm, se posso darti un consiglio, io opterei per la scopa... non so, ho come la sensazione che sia la scelta migliore.

In effetti le scope in dotazione della scuola non sono un granchè e prima o poi riuscirò a usare di nuovo gli strumenti della Sala Musica.

Si trovò concorde Jorge, sorridendo grato per il consiglio che avrebbe di sicuro seguito, apprezzando quello che stava abbellendo il viso di Melia, gli occhi persi in quelli dell’altra. Se qualcuno gli avesse chiesto cosa lo faceva impazzire maggiormente nella Prefetta il portoghese avrebbe risposto sembra ombra di dubbio i suoi occhi seguiti dal suo odore, due cose che, secondo la conoscenza limitata del mondo che aveva, rendevano la ragazza unica e che la caratterizzavano in quanto persona. Si sentiva quindi in Paradiso, il Delfino, a stare sdraiato accanto a lei così vicino da poter notare ogni piccola sfumatura delle iridi della ragazza e inalare il suo profumo senza doverlo avvertire diluito dall’aria o da altri odori molesti, parlando di argomenti semi seri quali le affinità sentimentali come se fossero due coetanei.

E' tutto relativo, sai? Forse Zephyr è così solo quand'è in mezzo a molte persone, forse quando sono da soli riesce ad aprirsi di più... e poi è un classico innamorarsi di qualcuno che è il proprio esatto opposto! Guarda Typhon Seal e Alexis Parker, ad esempio.

Vuoi dire che è la diversità quello che ci attrae nell’altro? Come se alla fine se stessimo con qualcuno di troppo simile a noi finiremmo con l’annoiarci perché non potrebbe sorprenderci? – chiese curioso, sperando di non sembrare troppo infantile con quel suo modo di fare. Forse avrebbe dovuto commentare qualcosa di più arguto e maturo ma oltre al fatto che aveva solo quattordici anni, in più non poteva perdersi l’occasione di approfondire quello che per lui era ancora un argomento un po’ nebuloso. – Forse hai ragione. Dopotutto la mia ex Prefetta Perfetta non si sarebbe mai innamorata di Seal se non fosse capace di essere romantico, dolce e protettivo quando serve e forse è proprio l’aria da cattivo che l’ha attirata. Lei è così buona e perfetta che il brivido del proibito non può che farle bene.

Ridacchiò a quella battuta prima che un pensiero gli attraversasse la mente, spingendolo a mettere su un’espressione a dir poco disgustata: l’unica persona a Hogwarts con cui non andava d’accordo e che sembrava essere totalmente diversa da lui era Lingua Argentata ma la sola idea di dover anche solo passare cinque minuti in sua compagnia lo disgustava. Baciare Melia, invece, era la cosa più bella, perfetta, eccitante ed elettrizzante, grazie in parte alle sue doti di Veela, che potesse mai provare e che ebbe il potere di fargli andare completamente in tilt il cervello. Confessò quindi candidamente come Elisabeth con la sua sola presenza avesse il potere di avvelenare la sua permanenza al coro, non immaginando minimamente che in quel modo avrebbe sancito la sua espulsione da Hogwarts. Reso audace da quel bacio, si fece un po’ più vicino alla Prefetta, accarezzandole la nuca e esprimendo ancora una volta quanto fosse importante per lui e come l’unico motivo per cui non avesse parlato subito era il desiderio di non annoiarla con i suoi problemi.

Sei dolcissimo, mio piccolo Delfino – una luce estasiata illuminò gli occhi di Jorge, avvertendo in quelle parole una tenerezza e una complicità che probabilmente non esistevano ma che contribuivano a farlo sentire importante per l’altra - Scusami se non ti parlo spesso di me, ma non ci sono molte cosa da dire, in realtà... a parte che nemmeno a me piace molto Elisabeth, mi fissa sempre come se fossi sbagliata, come se le stessi antipatica...

Stupida Lingua Argentata… - ringhiò, stringendo a pugno la mano con cui sorreggeva la propria testa, indignato – Di sicuro è invidiosa di te e delle attenzioni che ricevi dagli altri. E visto come si comporta con i vostri primini sono certo che vorrebbe anche la tua spilla.

… a parte questo, per fortuna, non ho tanto di cui parlare... cercherò di aprirmi di più però, perché mi fa piacere renderti partecipe. E tu non sei petulante, sei adorabile e mi piace starti a sentire, non mi da' alcun peso. Capito?

Si Signora…

Rispose divertito, sfiorandola con la punta del proprio naso, gli occhi immersi in quelli di lei. La adorava, letteralmente, perché riusciva sempre a farlo sentire speciale, perché andava a toccare quelle corde sensibili del suo animo che altri riuscivano sempre a far suonare male, mettendolo sulla difensiva. Osservò i suoi occhi cambiare, le iridi dilatarsi, assomigliando sempre di più a quelli di un serpente, e l’ultimo pensiero autonomo che formulò fu che in quel momento erano ancora più belli e unici, prima di perdere se stesso e consegnarsi senza riserve nelle mani. Scivolò quindi con ancora più arrendevolezza in quelle iridi dorate, le proprie pupille che si dilatavano inconsapevolmente, e ascoltò molto attentamente le sue parole.

Ora voglio che tu faccia una cosa per me, mio piccolo Delfino... voglio che il giorno dopo la partenza della Cyprus, tu prenda Elisabeth da parte con una qualsiasi scusa, e che c'ingaggi un bel duello all'ultimo colpo di bacchetta... voglio che l'attacchi senza pietà, senza alcun riguardo, mettendola così nei guai per averti risposto. Portala al limite, provocala fino allo sfinimento, non devi permetterle di andarsene senza prima aver lottato con te.
Chiaro?


Certo mia Ninfa. Le insegnerò a stare al suo posto e rispettare chi è più grande di lei.

Rispose sincero e sereno e se non fosse stato per le sue pupille probabilmente sarebbe stato impossibile comprendere che era sottoipnosi tanta era la naturalezza e la spontaneità con cui parlò. Perché lui odiava Elisabeth e avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di far piacere a Melia, anche se in questo caso senza l’aiuto del suo potere difficilmente avrebbe acconsentito. Quanto ci sarebbe rimasto male se avesse scoperto che la sua Ninfa lo stava manipolando, perdendo completamente o quasi la fiducia nel prossimo, e non tanto per la manipolazione in sé ma perché in quel modo la Herbert aveva dimostrato di non tenere minimamente a lui.

Quando il tempo della mia ipnosi sarà finito, non ricorderai che sono stata io a darti questi ordini, saprai solo di aver avuto voglia di lottare con lei e di farle del male, e di questa conversazione rammenterai tutto tranne la parte in cui io e te abbiamo parlato di Elisabeth, come se le nostre piccole confessioni reciproche le avessimo saltate. Mh?

Tutto quello che vuoi…

E l’ultima parola si perse tra le labbra della Prefetta di nuovo posate sulle sue, quel tocco freddo e bollente allo stesso momento che gli facevano andare completamente in tilt il cervello. Ma adesso, libero dall’ipnosi, il Delfino aveva una curiosità da adolescente da levarsi e così, complice anche l’assenza di sangue al cervello, tutto defluito verso le sue parti basse, dischiuse leggermente le labbra e se Melia non avesse interrotto il contatto proprio in quel momento, avrebbe tentato di saggiarne il sapore e la morbidezza delle labbra con la punta della lingua, accarezzandone i contorni non con l’irruenza dell’inesperienza ma con la delicatezza di chi sa di avere tra le mani qualcosa di fragile e prezioso. Indipendentemente dal fatto che quella sua sortita fosse andata o meno a buon fine, quando il bacio ebbe fine Jorge le soffiò sulle labbra.

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Messaggioda Melia » 01/08/2013, 11:24

In effetti le scope in dotazione della scuola non sono un granchè e prima o poi riuscirò a usare di nuovo gli strumenti della Sala Musica.

Sorrise a quelle parole, felice che si trovassero d'accordo, anche se l'idea della Serpeverde era ben diversa da quella di Jorge: lui puntava a poter usare nuovamente gli strumenti della Sala Musica, lei invece aveva già in mente di regalargli un fado tutto suo, in fondo non le sarebbe costato molto e i soldi non le mancavano, a differenza del Delfino che non poteva certo vantari chissà quali ricchezze economiche; un dono spontaneo, dunque, ma il cui doppio fine era sempre lo stesso... legare il ragazzino a sé, e non più solo col sorriso o coi bei consigli, ma anche portandolo a sentirsi grato verso la Prefetta per un dono così prezioso come uno strumento personale tutto per lui.
E mentre pensava questo continuava a chiacchierare amabilmente con lo studente bianco-azzurro, riflettendo ora insieme su quanto potessero stare bene Zephyr ed Ariel come coppia visto che erano agli opposti e, si sapeva, le persone molto diverse finivano sempre per attrarsi, un po' come Seal e la Parker.

Vuoi dire che è la diversità quello che ci attrae nell’altro? Come se alla fine se stessimo con qualcuno di troppo simile a noi finiremmo con l’annoiarci perché non potrebbe sorprenderci?

Secondo me ci vuole un minimo di compatibilità, dei punti in comune... ma non troppa, altrimenti rischia di diventare tutto troppo noioso, sì.

Confermò la Prefetta, anche se per lei il discorso era un tantino diverso: non era un'umana, e in quanto Aberrazione, era probabile che non si sarebbe mai trovata totalmente a suo agio con un semplice mago o babbano; per lei, il punto in comune con Dylan - o Zephyr - era proprio quella natura che li rendeva simili, anche se con sfaccettature molto diverse per ciascuno.

Forse hai ragione. Dopotutto la mia ex Prefetta Perfetta non si sarebbe mai innamorata di Seal se non fosse capace di essere romantico, dolce e protettivo quando serve e forse è proprio l’aria da cattivo che l’ha attirata. Lei è così buona e perfetta che il brivido del proibito non può che farle bene.

Il brivido del proibito... mi piace come suona.

Mormorò Melia divertita, anche se pronunciate da lei le parole "brivido" e "proibito" assumevano una sfumatura del tutto maliziosa e seducente, rafforzata probabilmente dal bacio che la Serpe donò al Delfino, un bacio casto naturalmente, dolce e delicato, ma abbastanza inebriante - ed era piuttosto prevedibile - da mandargli in pappa il cervello; un piano si era disegnato nella mente a volte infantile dell'Aberrazione, che sapeva bene come fare per unire l'utile - portare il caos a Hogwarts come ordinatole dalla Setta - al dilettevole - farsi due risate e possibilmente danneggiare qualcuno che non sopportava.
Il primo passo fu quello di ammettere che nemmeno lei amava molto la Walker, poiché anche non facendole niente veniva sempre trattata con diffidenza, quasi con sospetto dalla Serpina, parole che scatenarono l'immediata reazione di Jorge.

Stupida Lingua Argentata…
Di sicuro è invidiosa di te e delle attenzioni che ricevi dagli altri. E visto come si comporta con i vostri primini sono certo che vorrebbe anche la tua spilla.


Beh, non l'avrà fino a che non sarò pronta a dimettermi - replicò Melia, alzando le spalle come se quello non fosse un problema - e poi c'è sempre l'altro posto libero, ma non è detto che la Preside decida di affidarglielo.

"Meglio pochi ma buoni", così la pensava la Bergman riguardo a Prefetti e Capiscuola, privilegiando la qualità del corpo docenti e dei collaboratori scolastici rispetto alla quantità, perciò non aveva di che preoccuparsi.
Ma quelle parole erano servite solo come trampolino di lancio per qualcosa di molto, molto più grande ed importante: poco dopo, infatti, Melia avvolse col potere dell'ipnosi la mente del suo piccolo Delfino, il suo preferito, dandogli disposizioni ben precise che non potevano essere fraintese; attaccare Elisabeth verbalmente e magicamente e costringerla ad ingaggiare un bel duello, ma soprattutto dimenticarsi poi di aver ricevuto quel tipo di ordini e di aver parlato della stessa Serpina con Melia, così da farla uscire totalmente pulita ed ignara da tutta quella faccenda.

Certo mia Ninfa. Le insegnerò a stare al suo posto e rispettare chi è più grande di lei.

Era stato semplice ipnotizzarlo - ma d'altronde era ancora un ragazzino, e lei aveva avuto la meglio su maghi adulti del calibro di Turner e Samyliak, quindi non se n'era stupita più di tanto - ed ora che il gioco era fatto poteva anche permettersi di "ripagarlo" come meglio sapeva fare, ovvero baciandolo nuovamente, tanto a lei non dava fastidio e probabilmente mandava lui al settimo cielo; occhi socchiusi, labbra posate sulle sue e un piccolo sorriso che le fece incurvare nel sentire la lingua del portoghese assaggiare i contorni della bocca della Serpeverde, spinto probabilmente da una curiosità tutta adolescenziale.
Per questo, senza farsi troppe remore, la Prefetta schiuse la bocca a sua volta, facendo scivolare la lingua verso quella del Delfino per accarezzarla dolcemente, palesare la sua presenza e fargli così dare il suo (forse) primo vero bacio, un contatto che durò probabilmente un minuto e mezzo/due, prima che la ragazza si staccasse da lui, riaprendo gli occhi - le pupille nuovamente verticalizzate - per posarli sul volto dell'altro.

Chi conquisterà il tuo cuore sarà dannatamente fortunato.

Sarò curiosa di scoprire chi sarà, questo fortunato...

Soffiò con aria ammiccante, posandogli un ultimo piccolo bacio a stampo prima di rimettersi seduta in posizione normale e stiracchiarsi languidamente: il sottinteso era che chiunque avrebbe potuto conquistarle il cuore... Delfino compreso; in fondo nessuno sapeva della relazione con Dylan se non Zephyr, che ovviamente non sarebbe mai andato a raccontarlo in giro - perché mai avrebbe dovuto?
False speranze per Alvares? Forse, ma in guerra e in amore tutto era permesso, e lei era in guerra contro il Bene per il volere della Setta, quindi le giustificazioni c'erano tutte.

Ti va di riaccompagnarmi fino all'ingresso del Castello?

Propose quindi al ragazzo, dimostrando di voler stare con lui fino all'ultimo prima di rientrare ad Hogwarts.
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Messaggioda Jorge » 01/08/2013, 18:47

Gli piaceva parlare con Melia, perché lo faceva sentire più grande, più maturo, perché lo spingeva a essere migliore, o forse sotto certi aspetti peggiore, e finiva per districare i dubbi che aveva, come quello su come investire i pochi soldi che era riuscito a mettere da parte, optando per comprare una scopa nuova. Soddisfatto di quella scelta e per nulla consapevole del proposito della Serpeverde di regalargli un fado, Jorge si appuntò mentalmente di parlare al più presto con Ferdy per farsi consigliare, in base al suo budget ridotto, quale fosse il manico migliore in circolazione e che lo avrebbe aiutato a rendere al meglio nel suo ruolo di cercatore. Non sapeva il Delfino che quella sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe parlato con il ragazzo prima della sua prematura dipartita. Ignaro, ovviamente, di quello che avrebbe riservato loro il futuro, il portoghese si era sdraiato a terra di fronte alla sua Ninfa, beandosi della sua vicinanza, del suo odore inebriante, della sua voce melodiosa e dei suoi lungimiranti commenti su un argomento, amore e coppie, di cui lui era totalmente a digiuno.

Secondo me ci vuole un minimo di compatibilità, dei punti in comune... ma non troppa, altrimenti rischia di diventare tutto troppo noioso, sì.

Annuì concentrato, sollevato di aver compreso almeno in parte i meccanismi del gioco delle coppie e di cosa spingeva due persone non tanto a mettersi insieme ma quanto a rimanerci per molto molto tempo. Lui ancora non si era mai innamorato e per quanto sentisse una certa simpatia particolare nei confronti di Elbeth, tanto da aver deciso di chiederle di scendere al villaggio quel sabato insieme, da quella sorta di appuntamento non si aspettava nulla di più che una bellissima giornata da passare insieme.

Il brivido del proibito... mi piace come suona.


E a Jorge quelle due paroline piacquero molto ma molto di più, tanto che probabilmente le sue orecchie divennero rosso peperone, non solo per il tono malizioso e seducente che aveva assunto la voce della Prefetta ma soprattutto per il bacio che lei gli diede subito dopo. Fu solo un leggero sfiorarsi di labbra, ma tra l’adorazione naturale che il portoghese provava nei confronti della ragazza e la componente Veela di quest’ultima, il tocco ebbe su Jorge l’effetto devastante di una pomiciata in piena regola, abbattendo le poche remore morali che aveva faticosamente costruito per blandire Monique e non farla pentire di aver preso le sue difese con il padre quando lo aveva riaccompagnato a Lisbona per scontare la sua sospensione. Si ritrovò quindi a esternare la sua insofferenza nei confronti di Lingua Argentata e il suo desiderio di vederla fuori dal coro, irritazione che crebbe in maniera esponenziale nel momento in cui Melia li confidò di come la Walker non le portasse il rispetto che, secondo Jorge, le era dovuto non solo in quanto Ninfa ma anche in quanto Prefetta, ipotizzando che alla base di tutto potesse esserci solo della sana invidia.

Beh, non l'avrà fino a che non sarò pronta a dimettermi e poi c'è sempre l'altro posto libero, ma non è detto che la Preside decida di affidarglielo.

La Preside è una donna saggia, strana ma saggia, non darebbe mai tanto potere a un essere come quello.

Sentenziò il Delfino, rabbuiandosi per un attimo, rendendosi conto che quella motivazione era un’arma a doppio taglio perché avrebbe significato che anche lui non avrebbe mai potuto aspirare a quella carica. Tutto il suo malumore sparì in un lampo non appena il suo sguardo venne catturato dalle iridi dorate di Melia e la sua psiche irretita dal suo potere. Privo di volontà, e questa volta nel vero e crudo senso della parola, Jorge ascoltò attentamente le istruzioni che la perfida Ninfa gli stava dando, accettando di buon grado di dare una severa lezione a Elisabeth, ignaro che probabilmente ingaggiare un duello all’ultimo sangue con lei sarebbe stata l’ultima cosa che avrebbe fatto come studente di Hogwarts.
Come ricompensa per essersi dimostrato un burattino così docile e obbediente, Jorge ricevette un altro bacio da capogiro che però questa volta tentò di approfondire, facendo spuntare timido la punta della lingua a sfiorare le labbra dell’altra, spinto da un istinto che non sapeva neanche di avere fino a pochi secondi prima. Si mosse quindi titubante e tenero, sperando in cuor suo di non ricevere una fattura in pieno petto e il cuore, nel petto, gli si bloccò all’istante quando in reazione Melia non si scostò ma gli dischiuse le porte di quello che poteva essere considerato solo un Paradiso. A ogni tocco tra le loro lingue, scariche elettriche corsero lungo la spina dorsale del ragazzo, facendogli drizzare i capelli dietro la nuca e causandogli la prima, dolorosa, erezione della sua esistenza, almeno da sveglio. Si agitò a disagio, sentendo i pantaloni della divisa andargli improvvisamente stretti, la mano continuava ad accarezzare la nuca della Prefetta e la propria, di lingua, che persa ogni remora, ricambiava le carezze dell’altra con sempre maggiore sicurezza. Inutile dire che furono i due minuti scarsi più eccitanti, esaltanti e sconvolgenti della sua breve vita , come si poteva facilmente intuire dall’espressione maliziosa e sognante che aveva in volto e che lo spinse a dichiarare fortunato l’uomo che avrebbe conquistato la bella Prefetta.

Sarò curiosa di scoprire chi sarà, questo fortunato...

Anche Jorge lo era e il pensiero che potesse essere lui non lo sfiorò minimamente. Forse si sottovalutava troppo ma l’essere più piccolo di lei, natobabbano e quasi povero in canna, intelligente e spiritoso certo ma senza grosse aspettative davanti non lo poteva certo rendere un partito ambito per la Herbert che, ai suoi occhi, si meritava il meglio che Merlino avesse posto sulla Terra. Forse crescendo avrebbe cambiato idea, diventato più audace, o forse quell’assurda adorazione che provava per la sua Ninfa sarebbe scemata, impossibile dirlo. Di sicuro il portoghese quattordicenne era pronto a stare accanto alla pericolosa Veela come amico, godendo delle sue attenzioni in qualsiasi modo lei avrebbe voluto concederle, pronto a difenderla da chiunque avesse provato a farle del male. La osservò alzarsi e ne apprezzò le curve mentre si stiracchiava, girandosi pancia sotto con la speranza che, se compressa in maniera poco piacevole, la sua erezione sarebbe scomparsa, permettendogli di alzarsi a sua volta senza provare eccessivo fastidio.

Ti va di riaccompagnarmi fino all'ingresso del Castello?


Ovvio che mi va. Ti scorterò fino in Sala Grande tenendo alla larga ogni molestatore.

Affermò con il suo solito sorriso furbetto in viso, facendo leva sulle braccia [Talento (F)=12] per alzarsi. Una volta in piedi si spazzolò i pantaloni e, raccolta la borsa con dentro gli spartiti, si avviò al fianco della Prefetta verso il Castello. Una volta però giunti di fronte alla Sala Grande la salutò con un enorme sorriso, prima di sparire in direzione dei bagni per risolvere quell’ingombrante problemino che gli avrebbe rovinato di sicuro la cena.

[FINE]
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Messaggioda Caroline Priscilla » 13/08/2013, 10:14

[Atrio - Giovedì 11:00]


Aveva evitato di guardare gli altri componenti della Cyprus, ma non poteva evitare di sentire i loro sguardi su di sè mentre la scrutavano, la guardavano con superiorità e probabilmente la deridevano. Cappie temeva il confronto con quei ragazzi, non solo perchè al livello artistico erano di molto superiori a lei (e probabilmente a qualsiasi altro componente del Coro, esclusa Ariel), ma anche perchè si erano dimostrati feroci e crudeli con i loro avversari, sbranandoli pezzo per pezzo fino a quando di essi non fosse rimasto che qualche osso. C'erano persone, come Typhon Seal, che erano riuscite a reagire a quegli insulti, rispondendo a loro volta per le rime. E poi c'erano persone come Ariel stessa, che invece era crollata di fronte alle cattiverie sputate come veleno da quel gruppo di vipere. Al pensiero di ciò che la Grifondoro era stata costretta a subire, la tassetta sentiva ancora ribollire dentro di sè la rabbia e niente le avrebbe fatto più piacere che prendere la bacchetta e far provare agli americani il dolore che la Jiménéz aveva provato. Tuttavia, il pensiero che Monique Vireau l'avrebbe uccisa se solo si fosse azzardata a fare una cosa del genere era un buon deterrente per la ragazza, che aveva tenuto la bacchetta al sicuro dentro la sua borsa a tracolla, dove la mano avrebbe faticato a raggiungerla.

Mantieni un profilo basso Cappie, qualunque cosa ti diranno tu sei venuta solo per Devo...

La Tassorosso avrebbe voluto che le parole uscite fuori dalla sua bocca per richiamare l'attenzione di Nightmare suonassero più decise e meno tentennanti. Tuttavia, quando vide che il ragazzo in questione non si degnò neanche di voltarsi, lo sconforto le pervase il cuore, riflettendosi sul suo volto in un'espressione delusa e affranta.

Be', me lo sono meritato, probabilmente non vorrà più parlarmi e forse è meglio così...

Ehy, Devo... c'è una bambina che ti cerca.

Una voce estremamente fastidiosa raggiunse le orecchie della tassetta, che non potè fare a meno di rivolgere il proprio sguardo sulla persona che aveva parlato. Ashley aveva disegnato in volto un sorrisetto compiaciuto e irritante, mentre si avvicinava a Devo facendogli notare la presenza di Cappie, lì per lui. Sul momento la tassetta si limitò a fulminarla con lo sguardo [Carisma (F): 16], assumendo per qualche secondo un'espressione imbronciata. Subito dopo però i suoi occhi incrociarono quelli di Devo, di un colore scuro non ben definito sotto la luce del sole. Quelli verdi della tassetta invece risplendevano più che mai.

Senti cocca, perché non giri al largo e vai a rompere le scatole a qualc--

Me la vedo io, Ashley

Non se ne sarebbe andata da lì se non fosse stato Devo a dirlo. E per sua fortuna, il ragazzo sembrava per lo meno intenzionato ad ascoltarla. Ma il suo modo di fare, schietto e lapidario, non sembrava affatto una bella premessa. Nonostante questo, però, Cappie gli fu grata per averla difesa da Ashley, che probabilmente avrebbe continuato ad infastidirla col suo atteggiamento superiore: le riconosceva la bravura nel canto, ma in quanto a persona si sentiva pari se non migliore a lei.

Andiamo.

La giovane strega si limitò ad annuire, avvicinandosi a Devo per precederlo verso il luogo dove avrebbero parlato. Prima di andarsene però la tassetta si voltò appena verso la Russel, guardando lei e solo lei, lasciando che il ragazzo la superasse di qualche passo in maniera che non vedesse ciò che avrebbe fatto di lì a breve. Un sorriso beffardo le si dipinse sul volto, mentre la mano si alzava automaticamente mostrandole il dito medio, quasi come un gesto di scherno ai danni dell'Americana.

Stronza.

Non disse nulla, limitandosi a pensare l'insulto che avrebbe tanto voluto rivolgere alla ragazza. Aveva avuto la sua piccola rivincita, se non su tutto il gruppo, almeno su di lei e il sorriso soddisfatto spuntato sulle sue labbra vi rimase per una manciata di secondi, prima di spegnersi. Non era andata lì per attaccare briga con una della Cyprus, ma per spiegare a Devo perchè lo aveva evitato per tutto quel tempo. La giovane strega, quindi, lo guidò verso il Giardino di Hogwarts, dove probabilmente a quell'ora non avrebbero trovato nessuno.

[Interno Giardino]


Non aveva pensato molto su quale fosse il luogo migliore per parlare. La Tassorosso aveva seguito l'istinto, evitando categoricamente la Foresta Proibita (sia perchè vi faceva lezione McDullan, sia perchè aveva avuto brutte esperienze cone le creature al suo interno) e le Serre (il regno indiscusso della docente di Erbologia). Alla fine, l'unica soluzione plausibile sembrava essere il Giardino, un posto ameno e lontano dagli sguardi indiscreti degli altri studenti. Durante tutto il tragitto, Cappie avrebbe voluto più volte prendere la parola, cercare di parlare del più e del meno, chiacchierare, insomma avviare una conversazione con Devo. Tuttavia, l'atteggiamento avuto prima le fece capire che l'americano non era molto predisposto al dialogo in quel momento. Inoltre, la tassetta doveva ancora scontare la delusione provata quando il musicante non si era nemmeno voltato nel sentire la sua voce. Non che gliene facesse una colpa, si meritava quel trattamento e lo sapeva; ma quell'emozione sembrava non volerla abbandonare e Cappie preferì lasciarlo lì dov'era ed accantonarlo per il momento, concentrandosi invece su ciò che avrebbe voluto dire al ragazzo.

Sei stato molto gentile a difendermi...
Ti ringrazio...


Esordì piano, quasi avesse paura che l'altro potesse morderla da un momento all'altro. Aspettò che Devo parlasse, dicendole qualcosa al riguardo, osservando ansiosa la sua espressione e mordendosi il labbro inferiore per il nervosismo. Erano finalmente arrivati all'ingresso del Giardino. La tassetta si guardò intorno, scegliendo di dirigersi verso un albero che avrebbe facilmente nascosto le loro figure. Si mise con la schiena appoggiata al tronco, fissando seria e dispiaciuta in volto il ragazzo che, se non avesse spiaccicato parola per tutto il tragitto, l'avrebbe messa ancora più in agitazione per quello che aveva fatto.

Forse ti starai chiedendo perchè ti ho chiesto di vederci- iniziò la Tassorosso, cercando di trovare le parole adatte da dire. Non era facile, soprattutto perchè non aveva avuto il tempo di prepararsi un discorso visto che aveva deciso tutto quanto all'ultimo momento. Sapeva però che era sempre un buon inizio scusarsi per le mancanze che aveva avuto nei suoi confronti - Volevo...dirti che mi dispiace per come mi sono comportata. Ti ho evitato per tutto il tempo che sei stato qui e ti ho dato buca ad Hogsmeade...e ora mi pento di quel che ho fatto...- Devo avrebbe potuto capire facilmente che la ragazza era sincera nel tono e che, almeno per ora, non stava mentendo -Ci sono tante ragioni per cui mi sono comportata così, ma temo che siano una più noiosa dell'altra...- cercò di scherzare, portando la mano libera a giocare con una ciocca di capelli, sistemandola poi dietro l'orecchio- So che ormai non posso riparare al danno, però, per quel che vale...questo week-end sarei volentieri venuta con te ad Hogsmeade...- tralasciò di dirgli che sarebbe stata controllata a vista dal suo fratellino, perchè in fondo per lei, ciò che contava , erano le sue buone intenzioni. E Cappie non era tipa da sfruttare le persone per i suoi scopi per poi dimenticarsene. Voleva sapere delle cose da lui, certo, ma ora che l'aveva di fronte, il suo desiderio perdeva d'importanza, lasciando il posto semplicemente al rammarico di non aver saputo cogliere l'occasione di stringere una nuova amicizia -Ci sei rimasto...molto male, per quello che ho fatto?- aveva bisogno di una conferma da parte dell'americano, quasi temesse che il comportamento gelido di Devo era dovuto all'indifferenza che provava nei suoi confronto, piuttosto che alla delusione di essersi trovato davanti una persona simile. Il suo sguardo si posò su quello del musicante, aspettando trepidante la sua risposta, mentre la ciocca di capelli era nuovamente sfuggita da dietro l'orecchio scivolandole sul viso e accarezzandole la guancia.
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