|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
1664 punti |
1267 punti |
1021 punti |
1415 punti |
1750 punti |
1032 punti |
| |
|
|
|
|
|
|
|
da Zephyr » 06/03/2013, 16:23
[newsgoth] Signorino Kenway lei continua a parlare del mio dono, ma lei non sa cosa io posso o non posso fare. Avere l'Occhio Interiore attivo non è la stessa cosa di avere il "Dono della Vista", il poter piegare ai propri voleri una fiamma non da automaticamente il controllo sull'acqua o sulla sfera nè le permetterà di fare una qualche Profezia o premonizione. Rimase in contemplazione di quelle parole. I suoi occhi, rubini spenti e attenti, osservavano le iridi blu della donna con un interesse tale da risultare quasi assoluto. Null'altro intorno a lui distraeva i pensieri e la mente, nemmeno la presenza rivelata di quell'animale. In fondo lo conosceva già, semplicemente questo la professoressa non poteva saperlo. Ininfluente comunque, adesso che aveva raccolto il consenso da parte di ella per proseguire a parlare e non interrompere sul più bello un discorso tanto fondamentale tanto utile. Zephyr Kenway non era un ragazzo come tutti gli altri e questo ormai lei lo aveva capito e compreso anche attraverso i suoi modi di fare, nonché le visione che avevano attraversato poco prima la sua mente o forse la sua stessa anima. In realtà nei suoi pensieri, Zephyr si stava chiedendo se... Alcuni sostengono che coltivando il proprio Occhio Interiore sia possibile ottenere la "Vista". Altri dicono che è un qualcosa di innato, ma vede, nessuno con un briciolo di senno potrebbe mai volere avere questo dono. Allora lui era senza un briciolo di senno, almeno secondo quanto la docente stava affermando. Avere un dono innato per lui significava aver ricevuto qualcosa di grande e speciale fin dalla nascita, senza bisogno di agenti esterni. Gli esperimenti eseguiti su di lui non potevano avergli conferito qualcosa di non calcolato o voluto, dunque tutto ciò che egli avesse scoperto come innato, sarebbe derivato per forza di cose dalla sua interiorità, dal suo destino, qualcosa che trascendeva del tutto i piani della Setta. In un certo senso, Zephyr era esaltato dentro di se ed emozionato parzialmente all'idea di scoprire di possedere un prezioso tesoro che non gli era stato affidato con la forza, con un esperimento, con una serie incalcolabile di numeri e formule magiche. Per Tisifone era qualcosa di terribile, qualcosa che conduceva l'uomo ad una vita segnata e a tratti sconfortante, per lui invece poteva essere la prova di avere qualcosa di autentico, in mezzo a quel mare di artificialità. Ne parlerò durante la prossima lezione ma se proprio insiste le darò una piccola anticipazione Signorino Kenway... Avere il Dono della Vista vuol dire passare il resto della propria vita reclusi in una delle prigioni dorate del Ministero oppure cercando di nascondersi dagli Auror.
Non è una prospettiva allettante, Professoressa. Ma a questo punto, meglio saperlo subito e prepararsi nel caso allo scorrere degli eventi, dico bene? Che sia una cella dorata, una fuga infinita... O una vita scontata, ma quello preferì non dirlo, non menzionarlo. ... La nostra vita è nelle nostre mani. Non di chi l'ha conferita, non di chi pretende di comandarti a bacchetta perché ti ha reso quello che sei. La libertà, per Zephyr la libertà era tutto, era il punto focale, il culmine dei suoi desideri. Non gli importava di arrivare ad un concetto assurdo o troppo astratto, strano per un ragazzo della sua età. Lui l'età l'aveva persa ormai da tempo. Se non altro Melia poteva ancora affermare di avere un suo corso temporale, anche se accelerato nella sua mentalità e nella sua maturità. Lui cosa aveva? Un "tempo"? Assolutamente no, lui il tempo lo aveva lasciato avanti, indietro, o forse lo portava con se come una zavorra fastidiosa e invisibile. Dopo alcuni attimi di esitazione e riflessioni, attimi nei quali la donna fece presente che oltre alla fiducia aveva bisogno di prove, prove che le garantissero che non fosse uno spreco di energie starlo ancora a sentire o ad aiutare, le mani, quelle stesse citate da Zephyr poco prima, vennero richieste ai lati di una sfera di cristallo, per dimostrare realmente quali fossero gli esiti di quella ricerca. Prenda una sedia e la posizioni lì di fronte alla cattedra. Posizioni entrambe le mani ai lati della sfera, parallele al tavolo, ma senza toccarne la superficie e si concentri solo su di essa. La sfera deve diventare tutto il suo mondo e null'altro. Annuì lentamente, senza rispondere, non ce n'era bisogno ora come ora. Si avvicinò alla cattedra, fissando quella sfera e già focalizzandosi in essa come se rappresentasse il centro del suo mondo. Le domande avrebbero aspettato, le risposte anche, il suo destino si trovava forse su quella superficie di legno liscio. Portò la sedia avanti ad essa e si sedette, allungando le braccia senza farle posare con i gomiti al sostegno. Mani che andarono quindi a circondare con leggerezza percepibile ed estrema cura il globo trasparente e freddo. Paura? Lui? Assolutamente no, nessun timore di sbagliare, nessun timore di sapere la verità, sapere che forse non era destinato, non era pronto a tutto ciò. O forse che non lo sarebbe mai stato. Credere di fallire era il primo passo verso il fallimento stesso, e questo non glielo aveva detto nessuno, non glielo aveva insegnato nessuno, lo aveva capito e appreso da se, per questo sentiva tutta l'importanza ed autenticità di quel pensiero e di quel dogma, molto più di altri imposti. Respirava con accennato affanno, facendo intendere che sul serio non faceva altro che concentrarsi su quella sfera. Deglutiva con lentezza, le palpebre venivano chiuse con intervalli a dir poco pazzeschi, tanto da far scoppiare qualche capillare degli occhi. La sua volontà, lo sforzo per capire quale fosse il suo vero "io", la sua natura, il suo dono. Per lui non c'era qualcosa di autentico nel suo essere, niente di reale, niente di conferito dallo stesso principio naturale dei viventi. Parte di se non viveva più, poiché per un quarto racchiudeva in se l'energia di un non vivente. Era allora così sbagliato sperare con tutte le proprie forze che negli altri tre quarti ci fosse qualcosa di non corrotto dalla morte? Mai aveva sentito gridare il suo spirito, mai aveva sentito implorare le forze di lasciar stare, mai aveva sentito il brivido di avere paura. Adesso che di fronte a se c'era qualcosa per lui inconoscibile e incongruente con lo spazio e con il tempo, si sentiva affine ad esso e non desiderava che fosse solo un'impressione, solo un sogno, solo un'immagine residua di un qualcosa che non sarebbe mai avvenuto. Lui era senza tempo, la Divinazione... Anche. Spaziava in esso e ne traeva beneficio e immagini, luoghi ed emozioni. Avevano qualcosa in comune, qualcosa che nessun altro poteva possedere, "Lei" lo avrebbe capito? "Lei" lo avrebbe accettato? L'affinità lo avrebbe aiutato a governare meglio quella forza, ma era necessario che essa risiedesse in lui già dal principio. Il momento della verità, ma certo questo lui non lo poteva sapere, troppo impegnato a concentrarsi anche soltanto per accorgersi se le mani stessero emettendo una qualche sorta di energia o meno.[/newsgoth]
-
Zephyr
- Acuan Gelum
-
- Grado: 11+
-
- Messaggi: 187
- Iscritto il: 13/09/2012, 13:58
|
|
da Tisifone » 13/03/2013, 9:03
Quando aveva accettato il posto da Insegnante, Tisifone sapeva bene che la sua materia non avrebbe mai riscosso molto successo tra gli studenti né le avrebbe fatto guadagnare il rispetto da parte dei suoi colleghi in quanto la Divinazione occupava da sempre il gradino più basso nella gerarchia delle Discipline Magiche, non solo come materia scolastica ma anche come espressione di potenziale magico visto che non dava alcun vantaggio in battaglia, non come Incantesimi, Difesa o Pozioni. Persino Storia della Magia veniva tenuta in maggior considerazione in virtù di un vecchio detto magico che Demetri le aveva ripetuto fino alla nausea che "la conoscenza è potere, come se i dettagli della guerra con i Goblin o le ramificazioni delle famiglie Purosangue potessero essere di maggior utilità rispetto alla possibilità di sapere cosa riserverà il futuro. Sostenere lo sguardo attento, quasi totalitario, che Zephyr le stava puntando addosso, era quindi per Tisifone un’esperienza pressoché unica che incrinava leggermente la barriera che aveva faticosamente costruito intorno a sé e che la teneva tendenzialmente isolata dal resto del mondo. Per la prima volta in vita sua la donna si trovava di fronte una persona che considerava la Seconda Vista non una stupidaggine per babbani creduloni o un modo per far colpo sulle ragazze, ma una concessione importante, un dono che andava coltivato e approfondito per non farlo avvizzire. Mentre cercava di mettere in luce solo i lati negativi dell’essere un Divinante, Tisifone cercava con gli occhi fisici di scandagliare l’animo del Corvonero, come se volesse comprendere cosa nascondesse davvero dietro a quel colore così inusuale. Le poche immagini che l’avevano colta quando l’aveva sfiorato prima le dicevano che non era uno studente comune, che c’era un enorme potenzialità in quel ragazzino di quindici anni anche se lei non poteva ancora esattamente dire quanto e di che tipo. L’unica cosa di cui era certa era che non aveva avvertito nessun’aurea di pericolo mentre lo aveva visto immerso in una tormenta di neve e già questo la diceva lunga sulla capacità di sopportazione del ragazzino: lei stessa, pur essendo cresciuta in Siberia e quindi abituata a quelle temperature basse, non sarebbe stata in grado di reggere molto in quella situazione. Non è una prospettiva allettante, Professoressa. Ma a questo punto, meglio saperlo subito e prepararsi nel caso allo scorrere degli eventi, dico bene? Che sia una cella dorata, una fuga infinita... La nostra vita è nelle nostre mani.Un lieve sospiro sfuggì dalle labbra di Tisifone, anche se forse l’udito sopraffino di Zephyr l’avrebbe colto, così carico di significati che era impossibile comprenderli tutti. Da quando i suoi genitori erano stati barbaramente uccisi, Tisifone aveva avuto la sensazione che la sua vita le fosse sfuggita di mano, come se ogni singola decisione presa da quel momento non fosse stata presa da lei ma da qualcun altro che sapeva sempre cosa fosse più giusto per lei. Solo quando interrogava le fiamme o si perdeva nella sua sfera, Tisifone si sentiva pienamente se stessa, perfino quando aveva fatto la profezia a Monique si era sentiva in sintonia con il mondo molto più che in altre occasioni. Un altro sospiro, più corposo del primo, di stanchezza riempì l’improvviso silenzio che era calato nell’aula. Era come se tutto all’improvviso la Divinante sentisse sulle proprie spalle il peso della menzogna, come il non poter essere liberamente se stessa per timore di doversi mettere di nuovo in fuga si fosse trasfigurato in un nodo che le serrava la gola e le rendeva difficoltoso respirare. Sbattè veloce le palpebre per recuperare il controllo di sé e raddrizzò la postura, che non si era resa conto di aver ammorbidito, come se davvero un peso fisico l’avesse schiacciata a terra, convenendo che si, era meglio scoprire subito se il ragazzo di fronte a lei avesse o meno una predisposizione per la Divinazione. Così lo invitò, o forse sarebbe stato meglio dire, gli ordinò di sedersi di fronte alla cattedra e mettere alla prova le sue abilità di Vate con una sfera, in quanto la cristallomanzia era l’unica mantica che permetteva con un basso margine di errore di individuare l’Occhio Interiore di una persona. Se gli studenti avessero preso più seriamente le sue lezioni e si fossero applicati davvero durante le esercitazioni forse molti di loro avrebbero scoperto prima di possedere una Seconda Vista. Vediamo un po’ se hai qualche sorpresa in serbo per me Signorino KenwaySi disse Tisifone, concentrando il proprio sguardo sulle mani dello studente. Il silenzio calò nella stanza, carico di aspettative, rotto solo dal respiro affannato dello studente che sembrava voler fondere il proprio spirito con il globo di cristallo che aveva di fronte. Stava quasi per dirgli di smettere, che tutta quella situazione era solo una perdita di tempo quando, grazie al suo Dono, le vide. Delle piccole scintille blu, tracce della magia innata del Prefetto, iniziarono a uscire dalle sue dita prima in maniera intermittente, successivamente sempre più velocemente fino a diventare un flusso continuo che si riversava contro la sfera. Questa però invece di assorbirle in sé le rifletteva con tale intensità da ricordare i fuochi d’artificio babbani. Nevozmozhnoye! (Impossibile!)Sibilò Tisifone, affascinata da quel gioco di luci magiche che poteva vedere solo lei, ignorando qualsiasi cosa le avesse detto Idra in risposta. Per quanto non fosse possibile legare il potenziale di un Vate alla sua età terrestre, Tisifone non aveva mai visto un ragazzino di quindici anni sprigionare tanto potere, come se il suo Occhio Interiore fosse già abbastanza sviluppato e necessitasse solo di essere instradato nella mantica giusta per poter iniziare a far sentire la propria voce. Potrebbe diventare anche un ottimo Veggente.Si disse la donna, rimanendo impassibile nel momento in cui la sfera perse la sua battaglia contro la magia di Zephyr e schizzò lontano dalla scrivania, andando a sbattere contro la parete di fronte, frantumandosi in mille pezzi a causa del forte impatto. Dovrebbero trovare il modo di renderle infrangibili permettendo loro di conservare le loro peculiarità.Si limitò a commentare la Professoressa, lanciando una veloce occhiata ai pezzi di cristallo sparsi sul pavimento primo di puntare i suoi occhi blu sul viso dello studente il quale, probabilmente, non avrebbe fatto molta fatica a intravedervi una luce nuova, viva rispetto allo sguardo spento che la donna era solita rivolgere a tutti. Continuando a restare in silenzio, fece scivolare lentamente la bacchetta fuori dalla manica del vestito e con gesti lenti, in modo da dargli la possibilità di fermarla in qualunque momento, la puntò contro il volto del ragazzo. Se Zephyr non si fosse opposto in alcun modo a quello che a tutti gli effetti poteva essere considerato un comportamento inusuale da parte della docente, Tisifone avrebbe mormorato un Oculus Emendo in modo per rimediare alle conseguenze di un accesso di concentrazione da parte dello studente, in un gesto premuroso che mal si sposava con il carattere schivo della donna. In ogni caso Tisifone si chinò verso di lui, ancora seduto alla scrivania, e stando bene attenta a non sfioralo di nuovo, lasciò scorrere il proprio sguardo lungo tutta la figura di Zephyr, come se lo vedesse in quel momento per la prima volta. Nonostante l’età acerba che addolcivano ancora i tratti mascolini del suo viso, il ragazzo era innegabilmente affascinante, fascino quello che per la donna risiedeva in gran parte in quegli inusuali occhi rossi che, forse, a molti potevano apparire inquietanti. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità – mormorò quindi, incurante dell’esigua distanza che la separava dall’altro, che forse avrebbe potuto avvertire l’odore di zenzero e cannella che emanava la sua pelle, un odore più dolce, più naturale rispetto a quello che di solito aleggiava nell’aula durante la lezione, e che era tipicamente Tisifone – E lei, Signorino Kenway, si sente davvero pronto a gestire queste responsabilità? O forse brama solo il potere in quanto tale? Cosa nasconde davvero dietro a questi occhi rossi?Chiese indagatrice, con una sicurezza basata non sulla conoscenza del fatto che il ragazzo fosse una aberrazione della Setta ma sull’aver appena scoperto che non solo possedeva l’Occhio Interiore ma che era anche abbastanza sviluppato.
-
Tisifone
- Capo Scuola Grifondoro
-
- Grado: 10
-
- Messaggi: 1037
- Iscritto il: 12/10/2011, 12:11
- Località: Ovunque e in nessun luogo
|
|
da Zephyr » 27/03/2013, 19:47
[newsgoth]Può la forza di volontà far scaturire un potere? Può forse il desiderio dar vita all'energia necessaria affinché i propri intenti si realizzino? Non poteva che farsi queste domande, Zephyr, mentre avvicinava i palmi delle mani alla sfera, chiedendosi cosa sarebbe successo. Niente e nessuno gli poteva dare la certezza che qualcosa in lui fosse diverso dagli altri, dal punto di vista divinatorio. Tale dono poteva essere racchiuso nel suo animo senza possibilità che esistesse una chiave per la Setta in grado di aprirlo e guardarci dentro per dargli una qualsiasi conferma solida e precisa. Per la prima volta quindi, il giovane dai rubini occhi mentre fissava quella sfera, percepiva un brivido che mai e poi mai aveva sentito dentro in quel modo, così tanto da accelerare il battito di un cuore che già di per se andava più lento del normale, trasformando quindi quel ritmo in quello di un qualunque essere umano con le 60-80 pulsazioni ogni sessanta secondi. Quindi per quegli attimi, il Corvonero e Abominio della Setta si sentì niente meno che una persona normale, una creatura uguale a tutte le altre e quindi altresì accettata da esse come parte integrante di un numero appartenente alla natura e non più all'irreale e all'impossibile. Ma tali sensazioni ed emozioni non si poteva individuare nello sguardo del ragazzo, non una di queste, adesso che la pura concentrazione prendeva il sopravvento e trasformava le sue speranze in molecole di magia, in molecole di energia, in molecole di veggenza. Questo fu il risultato dei suoi attimi di isolamento dal mondo. La sfera iniziò a riflettere ciò che scaturiva dalla pelle del semi-vampiro, tremando di tanto in tanto e aumentando quel tremore ad ogni secondo in più che trascorreva, facendo chiedere a Zephyr il perché Tisifone, la sua professoressa, non fosse lì intenta a fermarlo, non fosse lì intenta a bloccare quello scatenarsi di luci e magia. Per un istante credette che la sua natura alterata stesse coinvolgendo il tutto e che dunque la donna accorgendosene avrebbe captato qualcosa che non avrebbe dovuto invece cogliere, ma invece, il tutto proseguì, senza blocchi, intoppi, senza una sola interruzione, terminando alla fine con la sfera che schizzando lontana si frantumò in mille pezzi, creando un iniziale silenzio di dubbi e domande, sia nella mente dell'allievo, che in quello della Maestra. Dovrebbero trovare il modo di renderle infrangibili permettendo loro di conservare le loro peculiarità. Forse perderebbero la loro attrattiva. Tutto ciò che appare fragile, di riflesso ispira maggiore fascino. Parere mio, ovviamente. Mentre la donna agitava la bacchetta per riparare al danno che egli aveva fatto, il ragazzo si limitò a osservare con calma i suoi movimenti. Attraverso il suo dito poteva percepire il respiro di ella più forte e più veloce rispetto a prima. Emozioni, si, anche in lei se ne erano scatenate, ma l'entità era ancora troppo difficile da comprendere, per quella comunque, Zephyr aveva tempo. Quando ella si volse e per un lungo attimo fatto di imprecisati secondi lo guardò dritto negli occhi, come se soltanto adesso concepisse il suo viso come qualcosa di nuovo, il ragazzo non si sottrasse, ed anzi, sostenne quella attenzione rispecchiandola con la propria. Il suo viso si mostrava serio, freddo e apparentemente distaccato, ma nel gesto di umettare appena le labbra, trasmetteva o per lo meno, cercava di trasmettere in parte una specie di desiderio proibito oltre quello dell'allievo con la sua docente. Determinate cose, un semplice ragazzo di 15-16 anni non le avrebbe potute fare, risultando eccessivamente sfacciato e non certo con i mezzi adatti per far andare a buon fine il tentativo, ma lui non era come tutti gli altri e se per qualche minuto in precedenza aveva preferito dimenticarlo, adesso necessitava che la sua memoria richiamasse quelle certezze. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità. E lei, Signorino Kenway, si sente davvero pronto a gestire queste responsabilità? O forse brama solo il potere in quanto tale? Cosa nasconde davvero dietro a questi occhi rossi? Il profumo della pelle della donna era così intenso che inebriava i suoi polmoni e allo stesso tempo gli procurava desiderio illimitato. Una donna più grande, di una bellezza rara, di un portamento così distaccato, apparentemente freddo. Chiedeva a lui cosa nascondeva dietro i suoi occhi rossi, ma invece lei, cosa poteva mai nascondere sotto quelle vesti di docente? Già, avrebbe desiderato strappargliele tali vesti, se gliene fosse stata data la possibilità, e chissà, forse con lo sguardo maggiormente assottigliato che le rivolse, prima in volto, poi di sfuggita lungo il corpo, magari glielo avrebbe anche potuto far capire, ma senza certezze, senza prove. Inspirò ancora, schiudendo le labbra appena, facendo capire che forse stava per dire una qualunque cosa, poi, chinando il capo, posò la mancina sulla superficie della cattedra, dandosi la spinta necessaria per tornare in piedi. Proprio in quel frangente, attivò il suo potere innato, accelerando le proprie particelle, per far si che dalla posizione iniziale seduta a quella finale in piedi, egli dimostrasse da 15-16 circa 17, quindi un anno e mezzo in più. Tale mossa servì esclusivamente per aumentare maggiormente il fascino del suo corpo da trasmettere alla donna, rimanendo comunque entro un range di "normalità", così da non stranire eccessivamente i suoi tratti precedenti, potendo far ipotizzare alla donna un ulteriore modo di vederlo per la prima volta, come se fino ad un'ora fa non avesse dato completa attenzione alle vere fattezze del suo corpo e del suo viso, adesso da ragazzo prossimo alla maturità. Una volta in piedi, non smise di certo di fissarla e sbatté le palpebre lentamente, pronto questa volta a rispondere alle sue domande. Bramare potere. Utilizzare a scopi benefici questo dono, se di dono stiamo parlando. Credo che le responsabilità che mi si presentano ora davanti io debba ancora comprenderle del tutto. Gestirle potrebbe essere arduo, ma è anche vero che ho una Maestra che potrebbe aiutarmi a... "Crescere", in tal senso. Si fece di un passo più avanti, così che adesso i loro corpi erano separati da forse una distanza di cinque, dieci centimetri massimo. Tanto vicini da percepire l'altrui aroma, l'altrui sguardo magnetico, l'altrui essere, così intensamente da rendere la situazione quasi equivoca. Ma Zephyr Kenway non faceva le cose di certo per caso. Il suo tono si fece più basso, una voce che si mostrò leggermente più da uomo di quella precedente, ma in fondo era giusto, avendo all'effettiva un anno e mezzo in più rispetto a prima. Sto sperando bene? Vuole insegnarmi a gestire tutto questo, professoressa Samyliak? Le spiacerebbe così tanto insegnarmi a... "Crescere"? E quel "Crescere" suonava a tratti così malizioso da poter essere scambiato per una richiesta ben diversa da semplici lezioni di Divinazione.[/newsgoth]
-
Zephyr
- Acuan Gelum
-
- Grado: 11+
-
- Messaggi: 187
- Iscritto il: 13/09/2012, 13:58
|
|
da Tisifone » 29/03/2013, 0:02
Fato beffarado!
Pensò Tisifone, osservando come ipnotizzata le scintille di magia che scaturivano dalle mani di Zephyr e rimbalzavano contro la superficie levigata della sfera. Beffardo certo, per aver scelto di offrire a lei, una delle persone meno inclini ai rapporti umani interpersonali della scuola un allievo, una mente da alimentare con la propria conoscenza e da proteggere per prima cosa da lei stessa. Troppo labile era il confine tra l'educare e il plasmare a propria immagine sopratutto in un campo così etereo e suscettibile di interpretazioni personali come poteva essere la Divinazione. Molti erano i dubbi e le problematiche che si stavano affacciando nella mente di Tisifone tanto da farle accarezzare l'idea di respingere quel regalo inatteso e di sicuro non richiesto.
Il Fato non è clemente con chi non è riconoscente.
Le rammentò la sua coscienza, con la voce cavernosa della sua vecchia insegnante di Divinazione. Molti erano i modi con cui il Fato avrebbe potuto rivoltarsi contro di lei, oscurando la sua Vista, privandola della sfera di Pitia o peggio colpendola lì dove era più vulnerabile, vicino al cuore. Le sue riflessioni interiori vennero interrotte bruscamente dalla sfera su cui il Corvonero si stava esercitando che andò in frantumi volando contro una delle pareti dell'aula.
Forse perderebbero la loro attrattiva. Tutto ciò che appare fragile, di riflesso ispira maggiore fascino. Parere mio, ovviamente.
Gli angoli della bocca della donna si sollevarono verso l'alto nell'ombra di un ghigno sarcastico più che di un sorriso. Se erano le cose fragili ad avere fascino agli occhi degli uomini questo spiegava molte cose sul suo passato non proprio roseo con il lato maschile del mondo. Il suo lato fragile, se mai ne aveva uno, era nascosto sotto strati di dura corazza che la rendevano fredda, distaccata, a tratti crudele, qualcuno quindi da cui non ci si poteva sentire attratti. E in quel quadro Lucas rappresentava la classica, stupenda, eccezione che confermava la regola. Aggiustò con un colpo di bacchetta la sfera per poi soffermarsi a osservare con più attenzione il suo studente – non poteva o voleva permettersi di pensare a lui in qualsiasi altro modo che non fosse come un normale studente. Non era solita prestare più di una fugace attenzione alla fisionomia degli alunni, nulla di più che una fredda e asettica fotografia babbana dei loro tratti somatici salienti in modo da poterli riconoscere subito durante le ronde in corridoio o a lezione quando doveva riprenderli. Adesso invece si sentiva in qualche misura attratta dal Prefetto dei Corvi, non da quel corpo da ragazzino che per quanto i suoi tratti potessero essere interessanti appartenevano pur sempre a una quindicenne, ma dalla sua aurea magica e dal potenziale divinatorio che essa poteva racchiudere. Tisifone inarcò leggermente il sopracciglio sinistro e inclinò la testa di lato quando notò la lingua del ragazzo guizzare fuori dalla sua bocca per inumidire le proprie labbra: era un gesto sensuale, una sorta di provocazione che mal si sposava con la giovane età di Zephyr.
Audace.
Sussurrò nella propria mente, mostrando apparentemente di non aver fatto caso a quel gesto: che senso aveva cogliere la provocazione di un quindicenne? Nessuna, anche se quello non era un quindicenne qualunque. E forse per comprendere in parte quanto di eccezionale ci fosse in lui, gli si avvicinò più di quello che era consentito mentre parlava. Un brivido indefinito le corse lungo la spina dorsale facendole drizzare i peli sulla nuca sentendo quello sguardo color rubino scorrere lungo le sue forme senza traccia di scherno per gli abiti eccentrici che indossava. Anzi per un secondo Tisifone ebbe la sgradevole sensazione [Intuito(S)=36]che non li vedesse neanche i suoi abiti, perché troppo impegnato a immaginare cosa essi celassero. Fece quindi un passo indietro, forse con più enfasi del dovuto, quando il ragazzino si alzò in piedi, per evitare di ridurre la già esigua distanza che li separava, gli occhi che non lo perdevano di vista un istante.
Sembra più grande della sua età…
Era lo sguardo della Divinante, adesso, che scorreva lungo il corpo del Prefetto, in maniera palese certo ma vacua: i suoi occhi non lasciavano trasparire alcuna valutazione, nessun apprezzamento perché sarebbe stato sconveniente certo ma soprattutto non sarebbe stato nel carattere di Tisifone, nonostante dovesse ammettere con se stessa che quel corpo da diciassettenne prometteva di diventare, con il tempo, qualcosa che in molte si sarebbero contese.
Bramare potere. Utilizzare a scopi benefici questo dono, se di dono stiamo parlando. Credo che le responsabilità che mi si presentano ora davanti io debba ancora comprenderle del tutto. Gestirle potrebbe essere arduo, ma è anche vero che ho una Maestra che potrebbe aiutarmi a... "Crescere", in tal senso.
Non esiste il bianco e il nero Signorino Kenwae. La vita così come la Divinazione è un arcobaleno di possibilità e non è sempre lo stesso colore a dover predominare. Dovrà prima crescere come persona, maturare interiormente, decidere chi o cosa vorrà diventare e poi potrà porsi il problema di come gestire le occasioni che il Fato le offrirà.
Quando lui si avvicinò maggiormente a lei Tisifone rimase immobile, le mani incrociate in grembo e la solita espressione distaccata in volto. Ma per quanto potesse esercitare un ferreo controllo sulla propria espressività non considerava altrettanto necessario modulare i battiti del suo cuore che accelerarono leggermente non appena l’aroma tipico dello studente le solleticò le narici. La vicinanza, lo sguardo che sentiva gravare come un dolce peso sul suo corpo, il proprio che testardo non voleva distogliersi dagli occhi di lui, l’odore sconosciuto e forse per questo esotico e intrigante. Tutto in quel frangente lanciava scintille rosse luminose di Periculum. Avrebbe dovuto allontanarsi o almeno indietreggiare di un paio di passi, giusto quelle necessari per recuperare il proprio spazio vitale, ma non lo fece. Lo avrebbe interpretato come una fuga e lei non fuggiva mai ma affrontava le cose di petto.
Sto sperando bene? Vuole insegnarmi a gestire tutto questo, professoressa Samyliak?
Come le ho già detto Signorino Kenway odio perdere tempo e per quanto lei si sia dimostrato con un talento non proprio ordinario questo non basta per assicurarmi che quello che investirei su di lei non sia tempo perso. – rispose ignorando il brivido che quel tono così poco infantile le aveva provocato, usando inconsciamente un tono più basso e più caldo del normale – Impegno, dedizione, abnegazione, obbedienza, senso di ribellione, discernimento… sono qualità o difetti che una mente giovane non possiede o non comprende in pieno. Come può credere di poter gestire tutto quello che una mantica comporta se probabilmente ancora non sa che strada intraprendere una volta lasciata la scuola?
Lo stava pungolando, forse anche offendendo, per mettere alla prova le sue capacità che nulla avevano a che fare con la Divinazione. Non c’era una risposta giusta o sbagliata da darle, perché oltre alle parole Tisifone avrebbe valuto altri elementi per cercare di chiarire il più possibile l’enigma che in quel momento rappresentava Zephyr Kenway per lei.
Le spiacerebbe così tanto insegnarmi a... "Crescere"?
Piacere, spiacere sono concetti fin troppo concreti e che non hanno senso in questo frangente. Insegnare a …”crescere” – ripetè dando al verbo involontariamente una connotazione ambigua, simile a quella che gli aveva dato il ragazzo - alla sua età equivale a plasmare in base ai propri desideri, aspettative o timori… Cosa le fa credere che io possa essere la persona giusta a cui affidare un tale compito?
Altra domanda insidiosa forse, a doppio senso di sicuro anche se Tisifone non ne era consapevole. Avrebbe di sicuro impostato il discorso in un altro modo se solo le fosse venuto il dubbio che l’altro potesse travisare il suo comportamento e credere che stesse flirtando con lui.
-
Tisifone
- Capo Scuola Grifondoro
-
- Grado: 10
-
- Messaggi: 1037
- Iscritto il: 12/10/2011, 12:11
- Località: Ovunque e in nessun luogo
|
|
da Zephyr » 02/04/2013, 21:35
[newsgoth] Non esiste il bianco e il nero Signorino Kenway. La vita così come la Divinazione è un arcobaleno di possibilità e non è sempre lo stesso colore a dover predominare. Dovrà prima crescere come persona, maturare interiormente, decidere chi o cosa vorrà diventare e poi potrà porsi il problema di come gestire le occasioni che il Fato le offrirà. Quando ella non si spostò nonostante la maggiore vicinanza del ragazzo, esteriormente Zephyr non espresse nulla. Gli occhi rossi come il sangue del semi-vampiro scrutavano in quelli della donna, cercando testimonianza di emozioni e pensieri. Ma esattamente come era possibile intuire dalla vasta esperienza e dal modo di fare della docente, niente delle sue espressioni, in nessun modo fecero presenti degli atteggiamenti di disagio, di preoccupazione o anche di piacere, magari anche eccitazione. La cosa certa però, era che al cuore non si poteva comandare e questo non solo per quanto riguardava l'amore, ma per ogni cosa. Il muscolo involontario di lei prese a battere con maggiore accelerazione, inducendo il ragazzo a concentrarsi maggiormente per non distogliere nemmeno un secondo l'attenzione da lei, così da farla sentire tra il desiderata e l'interessata. Le parole che giunsero poco dopo, nel modo di essere espresse, si mostrarono più morbide, con tono meno forte e serio, ma comunque professionale, volte ad indicare che lei si sentiva meno "distante" da lui, ma comunque ancora contenuta e controllata nella sua posizione. Come le ho già detto Signorino Kenway odio perdere tempo e per quanto lei si sia dimostrato con un talento non proprio ordinario questo non basta per assicurarmi che quello che investirei su di lei non sia tempo perso. Impegno, dedizione, abnegazione, obbedienza, senso di ribellione, discernimento… sono qualità o difetti che una mente giovane non possiede o non comprende in pieno. Come può credere di poter gestire tutto quello che una mantica comporta se probabilmente ancora non sa che strada intraprendere una volta lasciata la scuola?
Mi perdoni, professoressa, ma sarebbe come chiedere ad un bambino di dare garanzia che sarà un ottimo mago ancor prima di entrare ad Hogwarts, non trova? Il dono della Divinazione è innato tanto quello della magia, ma non si può sperare che un giovane dia già segni di tutto ciò che un vero mago dovrà essere in futuro, semplicemente il professore rischia, portando avanti il suo insegnamento, sperando che i suoi sforzi non si rivelino vani. Certo, c'è anche l'ipotesi del semplice insegnamento per retribuzione monetaria ma... ... Qualcosa mi dice che lei ha molti più principi di quanti ne può avere uno scrupoloso materialista, professoressa Samyliak. Se lei pungolava, allora lui lasciava che ella lo facesse, sperando certamente che lei però accettasse un piccolo pungolamento in risposta. Un gioco tanto innocente, quanto adulto e quanto interessante, quello che si andò ad instaurare tra di loro. Da una parte, Zephyr ipotizzava che il loro modo di comunicare per principi termini a metà ed affermazioni filosofiche, conducesse sempre più Tisifone a vedere meglio il ragazzo come un possibile prescelto, un possibile eletto a divenire apprendista, questo perché, si sapeva, il maestro e l'allievo dovevano sempre in qualche modo avere delle affinità che li legassero e li rendessero paradossalmente compatibili tra loro. Mentre parlavano, la voce di lui si faceva sempre più maliziosa, pur rimanendo al suo posto senza azzardarsi a guardarla ancora, fissarle ancora il corpo suo così prorompente e formoso, sinuoso ed eccitante. Ogni cosa a suo tempo, ogni passo portato nel modo giusto. Di sicuro non sperava in chissà cosa, ma se proprio avesse voluto irretirla prima o poi, non era una buona strategia quella di fare tutto e subito. Per il momento, gli occhi, la serietà di intenti, il desiderio di apprendere e la voglia di imparare... Per "Crescere", ci sarebbe stato tempo. Piacere, spiacere sono concetti fin troppo concreti e che non hanno senso in questo frangente. Insegnare a …”crescere” alla sua età equivale a plasmare in base ai propri desideri, aspettative o timori… Cosa le fa credere che io possa essere la persona giusta a cui affidare un tale compito?
Perché lei e soltanto lei è adibita ad insegnare questa materia dentro la scuola. Potrà non essere una garanzia assoluta, ma dubito che la Preside abbia preso con se nel gruppo come docenti delle persone sprovvedute. Dunque se posseggo questo dono, allora soltanto a lei posso rivolgermi. A meno che il "crescere" non sia inteso in un senso molto più... Ampio. In tal caso potrei dare ragione ai suoi dubbi, professoressa, per questo non le chiedo di rispondere subito alla mia proposta di apprendistato. Può pensarci tutto il tempo che desidera e se reputerà che sia più opportuno rifiutare, ne prenderò atto in modo maturo. Un lieve cenno del capo nei confronti della donna dagli occhi blu. Rispetto, educazione ed eleganza, tutte e tre caratteristiche vere o false a seconda delle occasioni e a seconda delle persone avanti a lui. Tisifone era degna di verità e lealtà per lui, oppure no? Non lo sapeva definire del tutto, ma se non altro semmai fosse divenuta la sua Maestra, allora certo, quello poteva essere un motivo in più per non risultare maledetto, almeno nei suoi confronti e nei confronti delle persone per lei importanti. O magari quelle no. Ancora tutto da decidere, tutto da definire, e quella conversazione con la donna si era protratta per molto, troppo tempo. Doveva allontanarsi quanto prima possibile, per non risultare troppo pressante con la sua presenza avanti a lei e darle così modo di riflettere su ogni parola, ogni sguardo ed ogni significato. Spostò il suo corpo leggermente sulla destra, sfiorando con il braccio quello di lei, in un movimento del tutto "accidentale", muovendosi fino alla propria cartella afferrandola e mettendola in spalla in modo curato e non da ragazzino. Sapeva che lei odiava gli studenti poco attenti al modo di sistemarsi vestiario ed accessori da studio. Camminando poi fino all'ingresso dell'aula, volse il capo per un ultimo istante a fissare la Divinante, volgendo infine tutto il corpo, per un altro inchino questa volta più completo e onorevole. Le auguro buona giornata Professoressa Samyliak. E complimenti per il suo animale, è un esemplare splendido. Arrivederci. Non disse altro, ed anzi, lasciò trapelare un sorriso sottilissimo e quasi impercettibile, solo per lei, fissandola un'ultima volta. Avrebbe atteso sue notizie prima o poi riguardo quell'addestramento ma nel frattempo poteva continuare a ricercare il sapere attraverso altre fonti. Intanto il prossimo punto da portare a termine era l'ammissione al coro di Hogwarts, dove uno splendido giocattolo lo attendeva, pur non sapendolo. Appena il quinto anno ed altri due da condurre avanti tra i suoi intrighi, tradimenti, lealtà, giochi e conoscenze. La libertà aveva un sapore decisamente buono, e si augurava da una parte, che anche Melia un giorno comprendesse quel suo punto di vista. La porta dell'aula di Divinazione si chiuse lentamente, senza disturbare, e i passi di Zephyr si fecero più pesanti per dar modo alla donna di pensare di essere totalmente da sola, anche se, grazie alla propria concentrazione ed abilità, il ragazzo anche ad una distanza di ben 15 metri, sarebbe riuscito ad ascoltare con precisione qualunque parola la Capo Scuola Grifondoro avesse pronunciato prima di uscire anche lei di lì. Curioso? No, solo Strategico. - Conclusione per Zephyr - [/newsgoth]
-
Zephyr
- Acuan Gelum
-
- Grado: 11+
-
- Messaggi: 187
- Iscritto il: 13/09/2012, 13:58
|
|
da Tisifone » 06/04/2013, 19:56
Per quanto avesse visto con i suoi stessi occhi scintille di magia innata sprigionarsi dalle mani di Zephyre tentare di fondersi con il nucleo della sfera di cristallo, Tisifone tentava ancora di negare con se stessa l’evidenza, di minimizzare l’accaduto per poter rifiutare, senza crisi di coscienza e soprattutto senza irritare il Fato, il compito che lo stesso gli aveva appena affidato: aiutare il Prefetto dei Corvi a comprendere a pieno i propri poteri e ad usarli nel modo migliore, qualunque esso fosse. Per quel motivo si era dimostrata scettica con il ragazzo, sollevando fumose obiezioni alla possibilità di prenderlo come apprendista. Mi perdoni, professoressa, ma sarebbe come chiedere ad un bambino di dare garanzia che sarà un ottimo mago ancor prima di entrare ad Hogwarts, non trova? Il dono della Divinazione è innato tanto quello della magia, ma non si può sperare che un giovane dia già segni di tutto ciò che un vero mago dovrà essere in futuro, semplicemente il professore rischia, portando avanti il suo insegnamento, sperando che i suoi sforzi non si rivelino vani.Dopo anni di sforzi vani anche il più caparbio degli Insegnanti cede alla rassegnazione.Mormorò, infondendo nella voce una sicurezza che in realtà non aveva. C’era qualcosa in quel ragazzo - forse l’aspetto o il modo di esprimersi o gli occhi così particolari – che lo rendeva diverso dagli studenti, a tratti persino più maturo dei suoi quindici anni e che le dava la sensazione che il tempo utilizzato con lui non sarebbe stato perso e i suoi sforzi sarebbe stati premiati, anche se non sapeva dire se in positivo o in negativo. Nonostante tutto qualcosa in lei ancora si ostinava a non cedere ai piani che il Fato stava ordendo per lei. Certo, c'è anche l'ipotesi del semplice insegnamento per retribuzione monetaria ma... ... Qualcosa mi dice che lei ha molti più principi di quanti ne può avere uno scrupoloso materialista, professoressa Samyliak.I principi sono più soggettivi di quello che possa credere, Signorino Kenway. Molte delle cose che ritengo accettabili lei potrebbe considerarle ripugnanti e viceversa – ribattè con una nota di sarcasmo, trovandosi suo malgrado a ragionare con lo studente quasi a pari – Ovviamente lei è libero di spendere i suoi galeoni come preferisce e forse ha anche abbastanza intuito da non cadere nelle mani sbagliate.Un complimento velato quello che Tisifone aveva appena fatto al Prefetto, mostrandosi indifferente di fronte a quella che alle sue orecchie era suonata come una frecciatina, gli occhi che però per un attimo vennero attraversati da un lampo di divertimento. Perché lei e soltanto lei è adibita ad insegnare questa materia dentro la scuola. Potrà non essere una garanzia assoluta, ma dubito che la Preside abbia preso con se nel gruppo come docenti delle persone sprovvedute. Dunque se posseggo questo dono, allora soltanto a lei posso rivolgermi. A meno che il "crescere" non sia inteso in un senso molto più... Ampio.Inarcò un sopracciglio a quella puntualizzazione, non riuscendo a comprenderne il senso. Che, nella conversazione che avevano appena avuto, ci fosse stata una qualche nota che le era sfuggita? Avrebbe voluto approfondire quel discorso, chiedere spiegazioni, temendo che qualcosa nel suo comportamento fosse stato frainteso o travisato, portando il ragazzo a credere cose non vere. Domandare però avrebbe potuto creare imbarazzo o dare vita a ulteriori fraintendimenti, così preferì tacere e continuare ad ascoltare quello che Zephyr aveva da dirle. In tal caso potrei dare ragione ai suoi dubbi, professoressa, per questo non le chiedo di rispondere subito alla mia proposta di apprendistato. Può pensarci tutto il tempo che desidera e se reputerà che sia più opportuno rifiutare, ne prenderò atto in modo maturo.Gentile da parte sua darmi il tempo per riflettere.Pensò ironica, mentre un brivido indefinito le attraversò le membra per quel contatto casuale. Trattenne il fiato quasi temesse di essere travolta da un’altra visione e solo quando nulla accadde riprese a osservare in silenzio Zephyr che raccoglieva le sue cose in maniera composta, senza lanciarsela sulla spalla come un sacco di patate babbano, quasi tenesse davvero alla cartella e al suo contenuto, per poi congedarsi con un inchino serio, come se davvero provasse del rispetto per lei. Le auguro buona giornata Professoressa Samyliak. E complimenti per il suo animale, è un esemplare splendido. Arrivederci.Qualcosa [Intuito (S)=36] le diceva che quel suo comportamento così maturo era una maschera, una sorta di spettacolo allestito apposta per lei, per farle apparire lo studente diverso dagli altri che affollavano ogni giorno quelle quattro mura. Era solo una sensazione, e come tale poteva essere giusta o sbagliata, ma Tisifone non era il tipo da avere bisogno di prove, il suo mondo era fatto di istinto e sensazioni e quella in particolare la faceva sentire strana. Una volta che la porta si fu richiusa, gli angoli della bocca si sollevarono in maniera autonoma in un sorriso appena accennato, forse più simile a un ghigno, come in risposta a quello ancor più impercettibile che pochi secondi prima aveva fatto la sua comparsa sul volto del Corvonero. Chto u tebja? (Cos’hai?)Le sibilò Idra, scendendo giù dal ramo del suo albero personale per strisciare verso di lei. On dumajet chto ty prekrasnaya. (Pensa che tu sia splendid)Rispose evasiva, puntando la bacchetta contro i frammenti della sfera incriminata per farli evanescere. Sarà la mia dannazione…Sospirò, rimettendo a posto la bacchetta per poi inginocchiarsi per far scivolare Idra sul suo braccio e da lì intorno al suo collo. Sapeva che, per quanto avesse voluto opporsi, alla fine avrebbe dovuto cedere e allo stesso modo sapeva che far entrare Zephyr nella sua vita avrebbe portato a delle conseguenze, anche se minori rispetto a quelle che l’avrebbero travolta se avesse voltato le spalle a un dono del Fato. Il tutto era vedere se sarebbero state positive o negative. [FINE]
-
Tisifone
- Capo Scuola Grifondoro
-
- Grado: 10
-
- Messaggi: 1037
- Iscritto il: 12/10/2011, 12:11
- Località: Ovunque e in nessun luogo
|
|
da Brianna » 14/09/2013, 22:14
[Aula di Divinazione - dopo la lezione] Un altra lezione di Divinazione era finita, Brianna aveva riposto con cura piuma e pergamena con tutti gli appunti presi a lezione... erano davvero tanti, ma a lei servivano... Divinazione era una materia che Brianna faceva molta fatica a comprendere e quindi, se aveva molti appunti sui quali studiare, forse sarebbe riuscita a migliorarsi in quella materia. Glaedr si trovava ora dal Guardiacaccia... la lezione precedente era stata Pozioni e la Bennet aveva negato il suo consenso alla presenza del cucciolo alle sue lezioni alludendo al fatto che i calderoni sarebbero potuti esplodere e quindi il suo animale avrebbe potuto fare una brutta fine; e Brianna, seppur a malincuore, aveva dovuto ammettere che la professoressa di Pozioni non aveva proprio tutti i torti... non aveva fatto in tempo ad andare a recuperare Glaedr prima dell'inizio di Divinazione ed ora, anche se dentro di se avrebbe voluto correre da lui, doveva prendersi almeno cinque minuti per parlare anche con la professoressa Samyliak e chiedere a lei se, durante le sue lezioni, il giovane Petauro dello Zucchero avrebbe potuto essere presente. Aveva atteso che tutti gli altri fossero usciti dall'aula, mescolandosi a loro e camminando molto lentamente, in modo da rimanere l'ultima tra gli studenti ad uscire, e quando vide di essere davvero l'ultima, si avvicinò alla docente, non prima di aver preso un grosso respiro ed essersi incoraggiata mentalmente Coraggio Bri... se ce l'hai fatta con Vastnor, ce la puoi fare anche con lei!Chiedo scusa, professoressa...avrei bisogno di parlarle qualche istante, è possibile o questo è un brutto momento?Era stata molto gentile ed educata, lasciando anche scegliere alla donna se parlare con lei in quel momento oppure attendere un momento migliore, ma dentro di se Brianna sperava con tutto il cuore di poter parlare subito con la docente, in modo – si sperava – di non dover lasciare per troppo tempo il suo animaletto alle cure del Guardiacaccia... non che la ragazzina non si fidasse di lui, ma preferiva avere Glaedr con se, soprattutto dopo lo spauracchio che si era presa durante lo scontro tra i professori ed i mezzi-draghi... se fosse successo qualcosa non era sicura che Romualdo avrebbe messo al primo posto Glaedr, cosa che invece lei avrebbe fatto sicuramente. Rimase quindi in silenzio, in attesa della risposta di Tisifone.
-
Brianna
- Studente
-
- Anno: 5
-
- Messaggi: 223
- Iscritto il: 12/10/2012, 20:25
- Località: Terrossa
|
|
da Tisifone » 15/09/2013, 23:29
Una volta che la Torre dell’Orologio aveva decretato la fine della lezione Tisifone aveva lasciato a Zephyr il compito di distribuire i compiti agli studenti e, una volta abbandonata la sua sedia a dondolo, aveva voltato le spalle alla classe e si era avvicinata alla piccola libreria che teneva dietro la cattedra per mettere a posto la propria sfera. Si sentiva soddisfatta dei suoi studenti visto che non vi era stato nessuno incidente spiacevole e in parte anche di se stessa per aver deciso di porre in essere quel piccolo esperimento. Da quando aveva scoperto che il Prefetto dei Corvi aveva un Occhio Interiore attivo si era chiesta quanti dei suoi compagni si trovavano nelle sue stesse condizioni e cosa poteva fare per accelerare il processo per far venire a galla questo talento/maledizione. Quel giorno quindi aveva deciso di tenere una lezione esclusivamente pratica in cui aveva permesso agli studenti di scegliere tra le mantiche studiate fino a quel momento, quella con cui si sentivano più affini a livello istintivo e a esercitarsi con essa in piena e controllata libertà. Alla fine dell’ora si era ritrovata con un nulla di fatto, nessun nuovo talento emerso, ma questo non aveva fatto altro che sollevarla.
Mj nje odni (Non siamo sole…)
Sibilò Idra strisciando giù dal ramo del suo albero per avvicinarsi alla sua padrona con fare minaccioso e protettivo allo stesso tempo. Dopo l’incidente avvenuto nel suo ufficio con la O’Neill il suo famiglio aveva iniziato a considerare un potenziale pericoloso ogni studente che si avvicinava alla Divinante, rendendo problematica persino lo svolgimento dei vari compiti del suo Assistente. A quell’avvertimento Tisifone si voltò lentamente, la lunga veste di varie tonalità del giallo che strusciava a terra mentre i pendagli tintinnavano piano, un’espressione rilassata in viso, quasi dolce, molto diversa da quella che era solita tenere a lezione, dovuta alla convinzione di stare per affrontare una qualche conversazione magico/filosofica con il suo Assistente.
Chiedo scusa, professoressa... – Pur senza diventare gelida e distaccata l’espressione del viso di Tisifone mutò visibilmente quando si trovò di fronte la piccola Delfina. - avrei bisogno di parlarle qualche istante, è possibile o questo è un brutto momento?
Brianna si era dimostrata fino a quel momento una studentessa precisa e volenterosa ma non sembrava avere particolare affinità con nessuna mantica quindi non riusciva a comprendere di cosa potesse aver bisogno da lei. Che si fosse distratta durante la lezione e si fosse persa una qualche scintilla di magia divinatoria?
Signorina Wollis per quanto possa faticare a crederlo sono sempre disponibile ad ascoltare voi studenti – che poi il suo comportamento per nulla affabile lasciava intendere altro era qualcosa su cui tendeva a sorvolare. E poi da quando aveva Zephyr che le ronzava intorno aveva quasi iniziato ad apprezzare l’acume che si nascondeva dietro le giovani menti – Ha riscontrato qualche problema con una delle mantiche oppure c’è altro che l’affligge?
-
Tisifone
- Capo Scuola Grifondoro
-
- Grado: 10
-
- Messaggi: 1037
- Iscritto il: 12/10/2011, 12:11
- Località: Ovunque e in nessun luogo
|
|
|
|
|
|
Data |
Utente |
Tipo Dado |
Risultato |
|
2013-04-02 22:35:28 |
Zephyr |
d20 |
14 |
|
2013-02-05 17:34:05 |
Zephyr |
d20 |
3 |
|
2013-02-05 17:33:44 |
Zephyr |
d20 |
17 |
|
2013-02-01 21:48:38 |
Tisifone |
d20 |
7 |
|
2013-01-30 00:30:30 |
Zephyr |
d20 |
4 |
|
| |
|
|
|
|
|
|
|
|
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 0 ospiti
| |
|
|
|
|
|
|