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da Robyn » 26/01/2013, 20:33
[tahoma]Vi lasciamo soli per un paio d'ore...
Che bella notizia...
Quelle parole dello zio furono a dir poco come una benedizione, o forse una maledizione, visto ciò che di proibito accomunava segretamente i due ragazzi che presto sarebbero divenuti completamente colleghi di allenamento. Sandyon e Monique dunque sarebbero andati via, lasciandoli nella condizione di poter fare un poco di conoscenza, parlare di loro, insomma, affinare un minimo quel rapporto che nei prossimi tempi sarebbe divenuti molto più completo ed articolato. L'occhio si mosse velocemente e per un secondo verso la ragazza, non azzardandosi a sorridere, anche se dentro di se in effetti ne avrebbe avuta parecchia voglia, sopratutto ascoltando le successive parole dell'apprendista del parente.
Non si preoccupi Mentore, sono sicura che ci capiremo subito.
Nemmeno io ho dubbi in merito, potete stare tranquilli.
Il suo tono era morbido, pacato, corretto oltre ogni modo e di una sorprendente capacità teatrale. Presto sarebbero rimasti del tutto soli e allora avrebbe potuto mostrare il vero se stesso, ma per ora tutto doveva tacere. Monique si alzò in piedi, cominciando a sistemarsi ed il seguente simpatico siparietto della coppietta felice non potè fare altro che indurre la nascita di un sorriso sincero e gioioso sul viso del ragazzo. Era contento che quei due avessero trovato la felicità, che fossero così complici e che ovviamente lo zio avesse trovato una nuova splendente ragione di vita, se lo meritava in pieno visto il suo passato triste e burrascoso.
Bene ragazzi, ci vediamo dopo. Di qualsiasi cosa abbiate bisogno, Sophie sarà a vostra disposizione.
Cercheremo di farla muovere il meno possibile, ce la caveremo zia. Buona passeggiata e zio... Beh, in bocca al Drago!
Fu tutto quello che poté dire verso Sandyon, essendo l'ex mercenario nella pessima posizione di dover affrontare quell'immenso pomeriggio di shopping sfrenato e all'insegna della corsa da una parte all'altra dei negozi. L'occhiata stordente che lanciò nei confronti di Arianna fu abbastanza chiara nel definire il suo stato d'animo ma conoscendo l'uomo, per avere accettato alla fine non doveva pesargli così tanto, anzi, in buona parte forse era tutta scena burbera. I due fidanzati e colleghi di lavoro si allontanarono dirigendosi verso la porta di ingresso e Robyn di tutto rispetto si mise in piedi aspettando che loro uscissero e finalmente lasciassero che il silenzio prendesse il controllo di quel salone così grande ed ora deserto, a parte loro due. Sophie non era minimamente nell'aria, poiché con tutta la probabilità se ne stava in cucina a pensare al menù della cena e nel frattempo a lavare i piatti ed i bicchieri dei drink di poco fa, quindi possibilmente adesso la situazione poteva mutare e divenire più... Reale. Non disse una parola; si voltò in direzione della ragazza fissandola con un sorriso tra lo sfacciato e il malizioso, avvicinandosi a lei e tendendole la mano come a volerla invitare ad alzarsi. Qualora ella l'avesse fatto, il ragazzo le avrebbe posto i palmi all'altezza dei fianchi, eseguendo una leva ed alzandola verso l'alto, di improvviso, per posarla seduta sul tavolo resistente di legno pregiato. Le gambe di lei divaricate e il bacino del giovane al centro tra esse; una mano ad accarezzarle la guancia mentre la fissava intensamente e 'altra ancora sul fianco a stringerlo con possessione e desiderio. Non emise ugualmente un suono per diversi secondi ancora, visto che decise di tenere la bocca occupata posando un bacio tutt'altro che casto sulle labbra della "collega", socchiudendo gli occhi e ancorandola a se per far aderire tutto il suo corpo al proprio. Se la Ricciardi avesse quindi accettato quella vampata di calore e passione decidendo di asserire quello scambio di saliva e gioco di lingue, l'atto sarebbe proseguito per dei buoni dieci minuti, prima di sfocare lentamente, con le labbra umide che in placida calma si sarebbero allontanate lasciando maggiore spazio ai due amanti segreti per respirare fissandosi l'un l'altra.
Il mio colore preferito è il viola... Ah... Sono certo che presto diventeremo grandi amici, non credi... Ehm... Arianna giusto?
Voce fintamente innocente, fintamente inconsapevole, fintamente a disagio... Fottutamente bassa e roca di eccitazione.[/tahoma]
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da Aryanne » 29/01/2013, 22:02
Cercheremo di farla muovere il meno possibile, ce la caveremo zia. Buona passeggiata e zio... Beh, in bocca al Drago!
Soli, alla fine. Monique e Sandyon se n'erano andati, e lei e Robyn erano rimasti da soli: per un momento, tra loro, calò il silenzio più totale, e Arianna lo sentì tutto, quel silenzio, avvolgerla e cullarla, facendola sentire al contempo un po' a disagio; insomma, un conto era trovarsi alla fine di una festa, ancora presi dall'ebrezza della musica, oppure d'estate, con il mare e la spiaggia... ed un conto era essere lì, seduti sul divano di casa della Vice Preside di Hogwarts, con un ragazzo più grande di lei col quale, tra parentesi, non sapeva come comportarsi, sentendosi quasi una ragazzina alle prime armi. Osservò i suoi movimenti, e quando il ragazzo le porse la mano, seppur titubante, Arianna la prese, non sapendo cosa aspettarsi: sobbalzò quando lui la prese per i fianchi, facendole staccare i piedi da terra per poi posarla sul tavolo di legno finemente lavorato dove prima erano poggiati i cocktails.
Cosa vuoi...
Non finì la frase che la mano calda di Robyn si posò sulla sua guancia, mentre l'altra le stringeva il fianco: quel duplice contatto le fece morire le parole in gola, rendendola per un momento incapace di dire altro, forse anche di pensare ad altro. Sentiva caldo, quel calore che proveniva da lui, e non sapeva se fosse un bene o un male: e poi, tutto smise di avere importanza, perché la sua bocca catturò quella di lei, e Arianna non riuscì a fare altro che lasciarsi andare, che schiudere le labbra e intrecciare la lingua con la sua; affondò le mani tra i suoi capelli, chise gli occhi, e semplicemente smise di pensare, di domandarsi se fosse giusto o sbagliato. Fu un bacio meraviglioso, ricco di passione, di calore... e finì molto, molto tempo dopo, lasciando entrambi - o perlomeno l'italiana - senza fiato.
Il mio colore preferito è il viola... Ah... Sono certo che presto diventeremo grandi amici, non credi... Ehm... Arianna giusto?
Dai, non... - mormorò lei di rimando, scuotendo appena il capo come se non sapesse bene cosa dire - Non mi va di fingere adesso.
Aggiunse con un filo di voce, scendendo dal tavolo con un piccolo slancio per scostarsi da lui: le mani affondarono nei capelli che vennero spinti all'indietro, come a cercare un po' d'aria, come a volersi schiarire le idee; quel bacio così... profondo e sentito, per quanto bello, le era sembrato in qualche modo sbagliato. E la motivazione la poteva immaginare dentro di sé, anche se non avrebbe voluto. Vergil. Pensava ancora a lui, per quanto dentro di sé lo odiasse per come l'aveva trattata. Si volse verso Robyn, sospirando, più seria in volto e con un velo di palese difficoltà negli occhi, come se non sapesse bene come comportarsi.
Senti... scusami. Possiamo solo... parlare dell'allenamento?
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da Robyn » 29/01/2013, 23:08
Quel bacio stava andando alla grande, con le mani del giovane che si erano impossessate del corpo della ragazza e quella vicinanza calorosa che rendeva l'incontro non solo qualcosa di memorabile ma anche bollente, molto bollente. Inizialmente Arianna non si oppose a quell'impatto di emozione, malizia e sensualità, corrispondendo all'intreccio di lingue e sospirando come in balia del magico fascino del nipote del suo mentore, ma quando si staccarono con lentezza e Robyn decise di puntare ad un poco di ironia scherzando sulla presunta prima conoscenza di loro due, ecco che la signorina Ricciardi si mostrò nervosa, in difficoltà e sopratutto... Fuori luogo.
Dai, non... Non mi va di fingere adesso.
Cosa le era preso? Era chiaro che Robyn non comprendesse il perché di quella reazione. In fondo al tempo dell'inaugurazione Arianna sembrava molto sicura di quello che voleva e di quello che sentiva, eppure adesso, no. Gli occhi violacei del ragazzo si mossero cercando di seguirla con attenzione, provando a capire, chiedendosi se per caso lui avesse fatto qualcosa di sbagliato; non poteva certo leggerle nella mente, leggere il nome della persona che sul serio stava rovinando quel bel momento. Ancora una volta Ary si volse per incontrare i suoi occhi, quegli occhi che inizialmente maliziosi ora si trovavano a mostrarsi più seri, complessi, in difficoltà, una difficoltà differente da quella che stava vivendo la ragazza dai mori capelli e dall'aspetto seducente.
Senti... scusami. Possiamo solo... parlare dell'allenamento?
... D'accordo.
In questo senso, Robyn rispecchiava molto l'ottica del carattere alla Vastnor. Non intendeva costringerla a parlare o mostrare i suoi pensieri forzatamente, piuttosto avrebbe atteso che lei si sentisse pronta per parlare. Si mosse in direzione del divano della sala da pranzo, prendendovi posto e buttando indietro la testa, cercando relax. Le braccia appoggiate sullo schienale e le gambe composte, rimanendo per alcuni attimi in silenzio per organizzare le idee. Inutile menzionare che sperava di passare quei primi minuti di solutidine in un altro modo, avendo poi tutto il tempo per conversare a proposito degli allenamenti e del modo per migliorarsi a vicenda.
Allora, secondo quello che ha detto la zia, tu ti sei concentrata parecchio sull'aspetto fisico degli allenamenti. Io invece grazie a Monique mi sono focalizzato sulla concentrazione e il controllo. Dovremmo cercare di incrociare queste conoscenze e per farlo, potremmo sviluppare dei calendari giornalieri con divisioni orarie, ad esempio impegnandoci nel lavoro mentale la mattina e fisico al pomeriggio. Dovremmo chiedere allo zio di eseguire una dieta adeguata per entrambi e allo stesso tempo, il permesso alla zia di usufruire delle strutture di casa, come la piscina e la camera insonorizzata.
Il suo modo di parlare non era né stizzito né tanto meno innervosito. Adesso stava discutendo di una sezione importante dei prossimi giorni e per lui non erano un gioco da dividere con la fidanzatina. La parte sentimentale aveva un determinato peso, la zona di lavoro e allenamento, un altro. Tornò più composto nella sua posizione, facendole semplicemente un cenno qualora Arianna si fosse voluta avvicinare a lui e sederglisi accanto, o sul ginocchio, insomma ovunque, ma non le fece troppe pressioni. La osservò a lungo, poi, carezzevole e morbido, con lo stesso tono che soltanto un ragazzo maturo può avere, le si rivolse ancora, cercando non solo di aiutarla a pensare il meno possibile al disagio di poco fa, ma anche di spronarla a riflettere su altre cose, rilassandosi. Desiderava che fosse lei a riprendere il discorso in caso. Era la cosa migliore in assoluto, per entrambi.
C'è qualcosa, qualche disciplina, nella quale ti senti meno ferrata e sulla quale vorresti concentrarti maggiormente?
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da Aryanne » 30/01/2013, 14:29
Si odiava, per come aveva lasciato che andassero le cose: insomma, era tutto perfetto. Lei, Robyn, un'intera casa a disposizione ed un bel po' di tempo libero... ma qualcosa aveva dovuto rovinare quel momento. O meglio, qualcuno. Vergil Cartwright. Non aveva più pensato a lui dal momento in cui aveva ricevuto il suo diploma, o meglio, si era sforzata di non farlo con ottimi risultati: e poi le vacanze, i progetti, gli allenamenti, tutto aveva contribuito a tenerla quanto più possibile impegnata, nel fisico e nella mente. Ma da quando era salita sulla metr-- ... insomma, su quel mezzo di trasporto babbano con Vastnor, l'immagine del Tassorosso le era tornata prepotentemente alla memoria, ricordandole del loro incontro alle Serre, di quando lui le aveva fatto provare gli snack babbani e le aveva promesso che le avrebbe fatto assaggiare il "Crispy McBacon": e per quanto fosse stato lui a rovinare tutto, ad allontanarsi da lei inspiegabilmente, Arianna non riusciva a non pensarci ora, a non considerare comunque sbagliato il lasciarsi andare con un altro ragazzo. Sensi di colpa tardivi ma presenti, che la ponevano in un situazione di totale difficoltà a cui, suo malgrado, il nipote di Vastnor si doveva forzatamente adeguare.
... D'accordo.
Si odiava in quel momento, avrebbe tanto voluto spiegargli la situazione e fargli capire che lui non c'entrava, che era lei quella ad aver combinato un casino per qualcosa che ormai nemmeno esisteva più... ma non fece niente di tutto questo, limitandosi ad osservarlo silenziosa mentre si andava a sedere e prendeva a parlare in tono serio, pratico. Come d'altronde gli aveva chiesto lei.
Allora, secondo quello che ha detto la zia, tu ti sei concentrata parecchio sull'aspetto fisico degli allenamenti. Io invece grazie a Monique mi sono focalizzato sulla concentrazione e il controllo. Dovremmo cercare di incrociare queste conoscenze e per farlo, potremmo sviluppare dei calendari giornalieri con divisioni orarie, ad esempio impegnandoci nel lavoro mentale la mattina e fisico al pomeriggio. Dovremmo chiedere allo zio di eseguire una dieta adeguata per entrambi e allo stesso tempo, il permesso alla zia di usufruire delle strutture di casa, come la piscina e la camera insonorizzata.
Non stava parlando con aria o tono scocciati, sembrava solo molto concentrato, molto tranquillo: gli invidiava quella capacità di rimanere pacato e fermo, e se era tutto frutto della meditazione insegnatagli da Monique, beh, era proprio il caso d'impararla. Rimase per un momento incerta sul da farsi al suo invito a mettersi comoda, ma dopo qualche istante decise di non mostrarsi più ridicola di quanto già non fosse e gli si sedette accanto, le mani posate sul grembo e lo sguardo sfuggevole, incapace di posarsi sul volto dell'altro.
C'è qualcosa, qualche disciplina, nella quale ti senti meno ferrata e sulla quale vorresti concentrarti maggiormente?
Beh, mi sembra evidente che non sono un granché a controllarmi... - mormorò lei, tentando di fare una battuta, per quanto forse piuttosto pessima - Quindi credo che dovrò concentrarmi molto sull'auto-controllo e sulla meditazione, ma a quanto ho capito sei piuttosto esperto, in questo.
Aggiunse, seria per fargli capire che ora non stava scherzando più: non la spaventavano gli allenamenti, anzi, era esattamente in quel modo che voleva riempire le sue giornate, e per quanto la storia della dieta non la facesse impazzire, visto che le piaceva mangiare ciò che voleva quando voleva, era pronta a fare il sacrificio se valeva la possibilità di potersi considerare una mercenaria.
Sono d'accordo sul fatto di organizzarci per gli allenamenti... mi ci vorrà solo un po' per spostarmi e venire qui - disse poco dopo l'italiana, costringendosi finalmente ad alzare lo sguardo su di lui - Sto cercando un posto nei dintorni dove trasferirmi, anche un monolocale mi andrebbe bene, e potrei smaterializzarmi direttamente da lì per arrivare qui... ma i tempi si allungheranno per forza. Per te va bene comunque?
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da Robyn » 02/02/2013, 1:33
[tahoma]Beh, mi sembra evidente che non sono un granché a controllarmi... Quindi credo che dovrò concentrarmi molto sull'auto-controllo e sulla meditazione, ma a quanto ho capito sei piuttosto esperto, in questo.
La tua ex professoressa di Incantesimi mi dice spesso durante gli addestramenti che non tutte le situazioni necessitano della stesso quantitativo di autocontrollo, quindi non credo tu debba darti troppe colpe... Comunque, ti aiuterò parecchio in quel campo, se senti che è quello dove necessiti più supporto.
Allungò una mano solamente per farle una leggera carezza sulla guancia sinistra. L'altra invece, si preoccupò di prendere quella di lei, stringendola appena, cercando nel frattempo l'attenzione del suo sguardo. Voleva farle capire che, anche se aveva acconsentito ad andare oltre il discorso, non lo considerava qualcosa di poco conto ed anzi, prima lei si fosse decisa ad aprirsi maggiormente con lui e prima lui ne sarebbe stato felice. Era chiaro comunque che il momento, che fosse avvenuto di lì a poco o entro dei giorni, non contava, perché Robyn con rispetto e vicinanza sentimentale avrebbe atteso tutto il tempo necessario alla ragazza per sentirsi tranquilla.
Sono d'accordo sul fatto di organizzarci per gli allenamenti... mi ci vorrà solo un po' per spostarmi e venire qui. Sto cercando un posto nei dintorni dove trasferirmi, anche un monolocale mi andrebbe bene, e potrei smaterializzarmi direttamente da lì per arrivare qui... ma i tempi si allungheranno per forza. Per te va bene comunque?
Non devi cercare alcun posto, Ary. Sono certo che zia potrà prestarti una qualsiasi stanza interna della casa. Cercheremo di sistemarci in due zone abbastanza separate di questa reggia, così che non ti sentirai... Costretta, che ne pensi?
Le fece un occhiolino. Quello era un modo come un altro per farle capire che aveva preso molto sul serio il suo comportamento precedente. Se proprio dovevano vivere insieme in una stessa area, allora si sarebbero trovati agli antipodi, così che Arianna avesse sempre la concezione di non trovarsi di comune spazio assieme ad una persona ancora non ben inquadrata nella sua vita. Si alzò in piedi, aggirando il divano andando a finire dietro le spalle della bella mora/bionda. Posando le mani sulle spalle, iniziò un lento massaggio per consentirle di rilassarsi e trovare un poco di calma e pace. Le dita si muovevano sinuose e i polpastrelli premevano quanto bastava per toccare i punti giusti ed aprire le vie del piacere platonico.
Tu mio zio... Lo consideri un bell'uomo?
Cos'era quello? Un tentativo di cambiare discorso, non proseguendo su una linea di rigido dialogo d'addestramento. Una chiacchierata informale e di natura libera, senza impegno. Per liberare la mente di Arianna, per liberare i suoi nervi... Per liberare il suo cuore.[/tahoma]
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da Aryanne » 03/02/2013, 15:43
La tua ex professoressa di Incantesimi mi dice spesso durante gli addestramenti che non tutte le situazioni necessitano della stesso quantitativo di autocontrollo, quindi non credo tu debba darti troppe colpe... Comunque, ti aiuterò parecchio in quel campo, se senti che è quello dove necessiti più supporto.
I fatti parlano da soli, non credi? E' evidente che non so mantenere l'auto-controllo, quando serve.
Replicò Arianna in uno sbuffo sarcastico verso se stessa. Il tocco di Robyn sulla sua guancia era caldo, delicato e piacevole, ma proprio perché era tutto questo l'italiana sentiva al tempo stesso che non avrebbe dovuto considerarlo in modo così positivo, che avrebbe dovuto darle fastidio, e il fatto di non sentire nulla del genere scatenava in lei dei potenti sensi di colpa. Sentiva lo sguardo di lui su di sé, sentiva quegli occhi cercare i propri, ma più lui li cercava e più lei tentava di sfuggirvi, troppo imbarazzata e incapace di spiegare ciò che sentiva, probabilmente; e tuttavia non scostò la mano dalla sua quando lui ve la poggiò sopra, accettando quel contatto con un leggero sospiro. Per fortuna c'era altro di cui parlare, ad esempio come sistemarsi in vista degli allenamenti: per l'ex Draghessa non c'era alcun problema nel lavorare con Robyn sia al mattino che al pomeriggio, l'unico inconveniente sarebbe stato trovare un posto economico che le permettesse di avere una propria autonomia e potersi al contempo spostare agevolmente in casa della Vice Preside di Hogwarts... ma sembrava che Laars avesse una soluzione anche per questo.
Non devi cercare alcun posto, Ary. Sono certo che zia potrà prestarti una qualsiasi stanza interna della casa. Cercheremo di sistemarci in due zone abbastanza separate di questa reggia, così che non ti sentirai... Costretta, che ne pensi?
Vivere insieme. In due zone ben separate, certo, lontani l'uno dall'altra... ma comunque insieme. D'altronde, come rifiutare una proposta del genere? Monique aveva una villa immensa, con un sacco di stanze, ed abitare lì le avrebbe permesso non solo di potersi allenare il più comodamente possibile, ma anche di non doversi preoccupare di nulla perché avrebbe pensato Sophie a lei; certo, non era ancora sicuro che la francese fosse d'accordo, ma Robyn sembrava piuttosto certo della sua disponibilità e quindi si poteva presupporre che avesse ragione. Ma era giusto accettare? Mentre si poneva quelle domande e si perdeva nelle sue riflessioni, puntò gli occhi su di lui, per la prima volta, seguendo i movimenti del ragazzo che lo portarono alle sue spalle, per iniziare un dolce quanto piacevole massaggio; un sospiro sfuggì alle labbra dell'italiana, che non poteva certo negare quanto tutte quelle attenzioni fossero estremamente piacevoli.
Credo... che potrebbe essere una buona idea, dopotutto. Sarà molto più semplice allenarsi, vivendo insieme... ed è questo ciò che conta.
Mormorò Arianna, gli occhi socchiusi per il piacere che stava provando a quel tocco così caldo, così... rilassante. Era chiaro che Robyn sapesse perfettamente quali tasti toccare, e questo le rendeva ancora più difficile rimanere serena e non lasciarsi confondere dalla sua vicinanza.
Tu mio zio... Lo consideri un bell'uomo?
Quella domanda le servì per recuperare lucidità, anche se l'espressione sul viso di Arianna si fece alquanto... dubbiosa: non si era mai posta quel genere di domanda, e le sembrava strano porsela ora. Le labbra s'incurvarono in un piccolo sorriso divertito, come a sottolineare la particolarità di quella domanda.
Beh, non saprei... sì, immagino lo sia. Ha un fisico molto ben sviluppato, ed il viso è espressivo benché quasi sempre arcigno.
Rispose dunque lei, lasciandosi andare ad una piccola risata: insomma, per quanto potesse essere un bell'uomo, Sandyon non era di certo il suo tipo! A lei piacevano più i ragazzi come Robyn, o come... ... Vergil. E il pensiero di lui la fece rabbuiare nuovamente, un sospiro leggero che s'infrangeva contro l'aria intorno a loro: per quanto non le andasse, non avrebbe potuto evitare l'argomento per sempre.
Mi dispiace per... prima - mormorò quindi, voltando il capo così da fargli capire che voleva parlare di fronte a lui, gli occhi nei suoi - E' che ora è tutto diverso, è più... reale. E io non credo di aver ancora del tutto dimenticato il mio ex. Per questo prima... ho reagito così.
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da Robyn » 20/02/2013, 16:54
[tahoma]I fatti parlano da soli, non credi? E' evidente che non so mantenere l'auto-controllo, quando serve.
L'autocontrollo non vale per ogni cosa. Ci sono determinate emozioni che lo smuovono di più, altre di meno. Adesso forse sei solo un poco pessimista, ma sono sicuro che nel passato troverai sicuramente degli episodi dove l'autocontrollo l'hai gestito benissimo, devi solo sforzarti di ricordare...
Era chiaro che Robyn non sapesse proprio per nulla quello che accadde la notte dell'inaugurazione del negozio di musica tra la ragazza e Faith, quando sgominarono la banda di contrabbandieri e scoprirono che il padre di Arianna era invischiato nella faccenda. Allora la bionda prefetta era riuscita perfettamente a controllarsi e non mostrarsi stranita, evitando che loro potessero fare qualche collegamento e un episodio del genere forse le sarebbe tornato alla memoria con le parole del nipote del suo mentore. Robyn parlava in tono morbido, gentile e calmo, molto comprensivo con lei. Forse ci era passato anche lui o magari ci stava passando tutt'ora, in fondo lui stava cercando di tenere a bada il suo sentimento negativo di profonda vendetta e per quello la pazienza e l'autocontrollo servivano più che mai.
Credo... che potrebbe essere una buona idea, dopotutto. Sarà molto più semplice allenarsi, vivendo insieme... ed è questo ciò che conta.
Già, dobbiamo pensare prima di tutto ai nostri allenamenti, alle nostre priorità, poi ai sentimentalismi. In fondo il tuo mentore e mia zia non ci hanno mica messi sotto lo stesso tetto con qualche idea strana... Almeno credo!
Sorrise, divertito all'idea che quei due avessero potuto pensare di prendere due piccioni con una fava, ma non era da escludere. Monique era una donna che nascondeva bene i suoi intenti e si divertiva nel creare situazioni, lo aveva appreso bene vivendo con lei. Lo zio inoltre era un uomo che ci teneva al buon nome del sangue e dell'appartenenza di famiglia. Arianna non solo era "pura" ma anche ormai facente parte della famiglia di Sandyon, come sua apprendista, l'unica ad essere riuscita a farsi accettare dopo Tyslion, quindi di gran lunga importante per lui. Mentre Robyn era suo nipote, "puro" anche lui, insomma, un'accoppiata perfetta, almeno all'apparenza, per quanto forse in quell'istante alla Ricciardi la questione non appariva proprio così perfettamente chiara e lucida. Già, perché anche col tentativo di farla pensare ad altro, di farla tranquillizzare, sorridere, Robyn fallì, poiché Arianna si trovava con il pensiero da un'altra parte, con qualcun altro, e al termine di una profonda riflessione, non riuscì più a nasconderlo, facendolo presente all'apprendista della Vireau.
Mi dispiace per... prima. E' che ora è tutto diverso, è più... reale. E io non credo di aver ancora del tutto dimenticato il mio ex. Per questo prima... ho reagito così.
Ci fu qualche secondo di silenzio, nei quali Robyn Laars rifletté attentamente sulle parole della ragazza. Una bellissima ragazza, una ragazza come ben poche si vedevano in giro, insomma, una vera rarità, un fiore di malizia e sensualità. Una ragazza che però pareva proprio non riuscire a pensare a lui, ricambiare quei sentimenti che iniziavano a crescere nel giovane e prendere prepotentemente piede nel suo cuore e nel suo spirito. Dentro di se, spesso, aveva pensato che averla accanto lo avrebbe aiutato ad allontanare i sensi dalla vendetta, poiché inebriati dal profumo dell'amore, dell'affetto, ma adesso che lei stava palesando la sua difficoltà, palesando i suoi dubbi sull'aver dimenticato o meno il suo ex, molte delle vecchie convinzioni di Robyn svanivano come neve al sole e tutto quello che riusciva a fare era sospirare, fissando un punto imprecisato di un quadro lontano, provando a trovare in se le parole adatte da usare per aiutarla a non sentirsi ulteriormente in colpa. Una mano le sfiorò la guancia, in una carezza piccola, delicata, contenuta, poi, le labbra si posarono sul capo profumato della ragazza per posarvi un bacio casto e volto a tranquillizzarla, quasi come si fa con i bambini che sono sul punto di piangere perché sanno di aver fatto una brutta cosa e pensano di essere puniti. Aggirò nuovamente il divano, sedendosi accanto a lei e prendendole le mani con le proprie cercando il suo sguardo, rimanendo serio, diretto, con quegli occhi viola scuro che scintillanti si perdevano in quelli nocciola di lei, una nocciola con sfumature dorate.
In poche parole mi stai dicendo che siamo stati una bella favola di intermezzo? Ehi, attenta, non è una presa in giro e non ti sto addossando nessuna colpa, ti chiedo soltanto se è questa la realtà. Arianna, se davvero questa persona dopo un anno ha continuato a rimanerti nei pensieri così prepotentemente, allora sarebbe il caso...
Prese respiro, chinò il capo, non era certo una cosa così semplice per lui, mandarla volutamente da un altro. Alla fine però prese coraggio, alzando ancora la testa e tornando a fissarla, sicuro di se.
... Sarebbe il caso che tu provassi a parlarci ancora, a incontrarlo di nuovo. Il cuore non può essere preso e comandato a bacchetta, come un incantesimo. E' libero e a volte capita che non ascolta le nostre esigenze e va per la sua strada... La sua strada senti che porta da lui, allora dovresti percorrerla ancora una volta ed assicurarti che sia davvero tutto finito.
Strinse poco di più le mani di lei, con l'intento di infonderle non solo coraggio ma anche fiducia. Robyn non voleva accanto a se una ragazza "a metà", una persona non del tutto soddisfatta o sicura delle proprie scelte. Non poteva pretendere che lei rimanesse accanto a lui con l'animo così inquieto, anche se ciò significava inevitabilmente rinunciare all'idea di averla con se, di averla per se, esattamente come già aveva ipotizzato la sera dell'inaugurazione, quando danzò con lei, con quella principessa sola sola da una parte che aspettava soltanto il suo pirata per divertirsi a dovere. Ma forse... Alla principessa serviva più un principe che un pirata, il principe che quella sera non l'aveva accompagnata, facendola adeguare a quello che si era trovata di fronte, che per quanto bello, non era mai stato ciò che davvero voleva.
Vorrei tanto cambiassi idea, vorrei tanto esserti entrato così dentro da aver fatto scomparire del tutto il ricordo di lui, ma così non è stato, e se anche dopo tutto questo tempo lo pensi, allora forse il sentimento che vi legava era talmente forte da non mollare la presa così facilmente... O forse ci sono ancora delle cose in sospeso che devono essere affrontate, magari col tempo capirai del tutto che non era la persona giusta per te, in quel caso, chissà, magari ci sarà ancora una possibilità per noi. A prescindere da tutto, sappi che i nostri allenamenti non subiranno influenza da questo problema, mi impegnerò come sempre e non ti farò pesare per nulla quello che è accaduto, va bene? Stai tranquilla, non hai alcun torto, devi solo fare quello che ti senti, ti sono vicino... Almeno come amico.[/tahoma]
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da Aryanne » 26/02/2013, 13:41
L'autocontrollo non vale per ogni cosa. Ci sono determinate emozioni che lo smuovono di più, altre di meno. Adesso forse sei solo un poco pessimista, ma sono sicuro che nel passato troverai sicuramente degli episodi dove l'autocontrollo l'hai gestito benissimo, devi solo sforzarti di ricordare...
No, Robyn non aveva tutti i torti: nel corso degli anni c'erano state molte volte in cui il carattere di Arianna, così combattivo e testardo, l'aveva spinta al limite, eppure era riuscita comunque a mantenere il controllo di sé, a non esplodere, a contenersi; purtroppo, però, non sempre quest'operazione le riusciva facile - o non le riusciva proprio - e in quei casi si odiava, perché non riusciva ad imporsi su se stessa. La verità era che avrebbe tanto voluto essere come il suo Mentore, come Vastnor, sempre imperturbabile, sempre controllato, almeno per quel poco che aveva conosciuto di lui; ma forse sarebbero state davvero utili, in quel senso, lezioni con la Vireau - o comunque col suo apprendista - forse sarebbe stato davvero grazie a loro che la Ricciardi avrebbe potuto comprendere appieno come controllarsi e contenersi, laddove fosse necessario farlo s'intende. E gliene sarebbe servito parecchio, di auto-controllo, visto che Robyn le aveva proposto di vivere insieme, sotto lo stesso tetto anche se quello era più un modo di dire, visto quanto fosse grande la casa di Monique: eppure, Arianna non se la sentì di rifiutare quell'offerta, perché avrebbe significato non doversi cercare una casa, potersi allenare con più concentrazione e meno problemi in mente, soprattutto perché non voleva più dipendere dalla propria famiglia ma non poteva ancor definirsi autonoma, non fino a che Vastnor non l'avesse considerata pronta per effettuare la sua prova ufficiale come mercenaria.
Già, dobbiamo pensare prima di tutto ai nostri allenamenti, alle nostre priorità, poi ai sentimentalismi. In fondo il tuo mentore e mia zia non ci hanno mica messi sotto lo stesso tetto con qualche idea strana... Almeno credo!
Tuo zio no di sicuro, conoscendolo - replicò Arianna, facendo spallucce: Vastnor non le sembrava proprio tipo da mettersi a riflettere su cose del genere, mentre Monique... - La Vireau è già più probabile.
Ma non sicuro, quindi non proseguì oltre nel discorso, tanto non aveva alcuna prova sulla veridicità delle proprie ipotesi, e se anche così fosse stato non c'era nulla di male nel gesto della Vice Preside di Hogwarts, non li aveva mica obbligati a stare insieme. Poco dopo, Arianna decise di spiegare a Robyn quale fosse il vero motivo della sua uscita di poco prima, dovendo ammettere con lui - e con se stessa - di pensare ancora a Vergil, almeno in minima parte.
In poche parole mi stai dicendo che siamo stati una bella favola di intermezzo?
Cosa?! Ma come puoi pensare una cosa del genere, io--
Ehi, attenta, non è una presa in giro e non ti sto addossando nessuna colpa, ti chiedo soltanto se è questa la realtà. Arianna, se davvero questa persona dopo un anno ha continuato a rimanerti nei pensieri così prepotentemente, allora sarebbe il caso...
Lo fissò, quasi trattenendo il fiato, senza sapere cosa lui volesse dirle dopo e incapace anche di comprendere cosa volesse sentirsi dire dal ragazzo; la cosa sicura era che non voleva assolutamente ferirlo, teneva a lui e quello che tra loro c'era stato significava comunque molto, per lei.
... Sarebbe il caso che tu provassi a parlarci ancora, a incontrarlo di nuovo. Il cuore non può essere preso e comandato a bacchetta, come un incantesimo. E' libero e a volte capita che non ascolta le nostre esigenze e va per la sua strada... La sua strada senti che porta da lui, allora dovresti percorrerla ancora una volta ed assicurarti che sia davvero tutto finito.
Rivedere Vergil. Quella prospettiva le faceva male, perché le ricordava cosa lui le avesse fatto, quanto male l'avesse fatta stare: ma era davvero la soluzione migliore? Rivederlo era l'unico modo per fare chiarezza nel suo cuore una volta per tutte? Si lasciò stringere le mani, abbassando il capo con un piccolo sospiro incerto, come se non fosse sicura di cosa dire in quel momento, come se non si fidasse nemmeno più della sua voce.
Vorrei tanto cambiassi idea, vorrei tanto esserti entrato così dentro da aver fatto scomparire del tutto il ricordo di lui, ma così non è stato, e se anche dopo tutto questo tempo lo pensi, allora forse il sentimento che vi legava era talmente forte da non mollare la presa così facilmente... O forse ci sono ancora delle cose in sospeso che devono essere affrontate, magari col tempo capirai del tutto che non era la persona giusta per te, in quel caso, chissà, magari ci sarà ancora una possibilità per noi.
Capire. Era questo ciò che doveva fare, rivederlo e comprendere se i sentimenti che sentiva per Vergil e che le impedivano di andare avanti erano derivanti da un legame che la teneva ancora stretta a lui, o se si trattava semplicemente di una questione in sospeso che il suo cuore sentiva di dover risolvere prima di ritrovarsi libero e andare avanti, proseguendo per la sua strada.
Robyn... alla luce di questo, ti capirei se tu...
A prescindere da tutto, sappi che i nostri allenamenti non subiranno influenza da questo problema, mi impegnerò come sempre e non ti farò pesare per nulla quello che è accaduto, va bene? Stai tranquilla, non hai alcun torto, devi solo fare quello che ti senti, ti sono vicino... Almeno come amico.
No, non ci fu alcun bisogno di finire la frase, le parole del giovane Laars parlarono da sole: Arianna lo fissò per un lungo istante, poi semplicemente sorrise ed annuì; colui che aveva di fronte era davvero una persona speciale, e la Ricciardi si augurò che potesse davvero ritrovarsi accanto la persona giusta - e se si fosse trattato proprio di lei allora meglio così, ma sarebbe dovuto avvenire quando Vergil fosse stato del tutto cancellato dal suo cuore. Si sporse verso di lui e gli posò un bacio sulle labbra, leggero e delicato, ritrovando così il sorriso.
Mi fai vedere la casa?
Gli propose allora, cercando di concentrarsi soltanto sul suo futuro e di non pensare al resto: ci sarebbe stato tempo per tutto, bastava volerlo. [ FINE PER ENTRAMBI ]
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da Lucas » 18/04/2013, 20:31
[Martedì - ore 22.30 - Hogwarts]
Per una qualche ragione misteriosa, dopo aver passato un'ora circa a passeggiare per il giardino che circondava il Castello, Lucas aveva deciso non di smaterializzarsi a casa, al piccolo nido d'amore che lui e Tisifone avevano riempito in quei giorni coi sorrisi, con le voci, coi gemiti e coi progetti sul loro futuro, ma aveva preferito dirigersi nella sua camera, in quella che ormai divideva con lei, così da sentirsi più tranquillo sapendola sempre accanto a sé; era rientrato dentro Hogwarts, aveva preso le scale fino alla Torre Sud, aveva percorso il corridoio, aveva aperto la porta della stanza della compagna, e...
... Tissi...
Sconcerto, shock, incredulità, e poi la morte dentro, ecco cos'aveva sentito Turner secondo dopo secondo: Tisifone, la sua Tisifone, era seduta a cavalcioni su un altro uomo, lo stava... si stava facendo... L'aveva fissata, incapace di - impossibilitato a - fare qualcosa, dire qualcosa: aveva registrato ogni particolare di quel corpo a lui così familiare, quell'immagine che gli marchiava a fuoco il corpo e l'anima.. ed aveva richiuso la porta, per non vedere altro. Silenzioso, aveva percorso al contrario tutto il tragitto fino all'esterno del Castello, arrivando ai confini di Hogwarts per smaterializzarsi subito lontano da essa. Lontano da lei.
[Martedì - ore 23.10 - Privé "Black Lily"]
Si era smaterializzato a Londra, in un vicolo buio e silenzioso: si era appoggiato al muro con entrambe le mani, i muscoli tesi e le mani che si aggrappavano ai mattoni consumati per stringerli, ferendosi i polpastrelli e le unghie, dove si formarono piccole striature rosse... ma non se ne curò. Il capo era chino, come la schiena, ma lo sguardo era fisso al pavimento, gli occhi ben aperti ma che sembravano quasi vuoti, distaccati, privi di qualsiasi luce: si rimise lentamente in posizione eretta, afferrò la bacchetta dalla tasca posteriore dei jeans e la puntò su di sé, cambiandosi i vestiti; sapeva dove voleva andare - gli ordini di Melia erano stati molto precisi - e non voleva presentarsi nel pub con gli abiti precedenti, come se fossero in qualche modo marchiati dalle immagini che non avrebbe potuto, nemmeno volendo, dimenticare. Prese passo, uscendo dal vicolo per imboccare le strade londinesi: i piedi lo guidavano in automatico, non aveva nemmeno bisogno di alzare lo sguardo per essere sicuro di aver preso la strada giusta; e dopo un bel po', all'incirca mezz'ora di cammino, la figura di Turner si fermò di fronte ad un pub dall'aria strapiena. Non sapeva se fosse per babbani o per maghi, e non gli interessava: superò l'ingresso, entrando e lasciandosi sovrastare dalla musica: alcune donne si volsero a guardarlo, curiose e compiaciute dalla presenza di un esemplare maschile del genere, soprattutto perché non l'avevano mai visto prima, ma lui non fece una piega e proseguì dritto, avvicinandosi ad un tizio al bancone per richiedergli un privé.
Costa, amico.
Quanto?
Cinquanta galeoni.
Magico, il pub, dunque. Pagò senza aggiungere altro, e si lasciò guidare al privé, un luogo semplice, elegante, confortevole; non che gli interessasse, comunque.
Annuì ed ordinò un scotch doppio e senza ghiaccio, chiedendo di essere poi lasciato solo: si sedette, mentre il silenzio lo avvolgeva, come se stesse aspettando qualcosa - qualcuno - ma non ne fosse pienamente cosciente visto che i suoi occhi, al momento, riflettevano soltanto il vuoto.
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Lucas
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da Julie » 18/04/2013, 21:54
[Martedì - ore 23.12 - Privé "Black Lily"]
Sapeva che Melia non l'avrebbe delusa. Era stata precisa nel darle le indicazioni su cosa fare e dove trovarsi, e su cosa aspettarsi da Lucas così da potersi preparare mentalmente prima: lo stava attendendo, infatti, all'interno del Black Lily, sapendo che presto o tardi ne avrebbe varcato la soglia per dirigersi al privé, come ordinato dalla Prefetta Serpeverde; per l'occasione, aveva indossato un vestito bianco, monospalla, corto e attillato, uno di quelli che, anni prima, aveva comprato proprio con lui. Scarpe col tacco alto, bianche, capelli raccolti, orecchini vistosi e trucco naturale completavano l'opera, rendendola assolutamente perfetta. Era bella, sì, ma voleva esserlo per una persona sola... lui. Stava bevendo della tequila, quando finalmente la figura di Lucas entrò nel suo campo visivo: era bellissimo, forse più del solito, ma lo sguardo, poteva vederlo anche da lontano, era spento, vuoto.
Ci penserò io a riaccenderlo...
Pensò Julie, seguendo l'uomo con lo sguardo, fino al bancone e poi, appunto, al privé.
Si avvicinò al bancone e, silenziosa e discreta, allungò la mano verso il barista che aveva accompagnato Lucas poco prima, mettendogli così sul palmo una somma consistente di galeoni.
Voglio che la sottoscritta e il ragazzo entrato poco prima non veniamo disturbati per nulla al mondo. Fammi una vodka con ghiaccio, e dammi la sua ordinazione, dopodiché fingi che non esistiamo. Chiaro?
Attese che l'altro annuisse, passandole i due bicchieri, per poi avviarsi con un sorriso soddisfatto ed eccitato verso il privé; si sarebbe goduta ogni istante di quel momento... e di quelli successivi, naturalmente. Entrò dunque nella stanza e si finse sorpresa, chiudendo però intanto la porta con un calcio del piede.
Ma allora non ho visto male... Lucas Turner al Black Lily, ma che sorpresa...
Esordì la donna, avvicinandosi a lui, ipotizzando che nel frattempo si alzasse in piedi, per porgergli il suo drink.
Ho intercettato il barman quando ti ho visto dirigerti verso il privé e gli ho preso il bicchiere per potertelo portare... che ci fai qui? Serata alternativa con la tua fidanzatina?
Gli chiese poi, apposta naturalmente, tanto per girare il coltello nella piaga e spingerlo a parlare, e a raccontarle la verità sull'accaduto e sul perché non si trovasse ad Hogwarts, o a casa, con lei.
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