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da Elisabeth » 13/11/2012, 16:34
[In Biblioteca ad un tavolo con Jorge] Elisabeth ormai era stufa dello strano gioco che il Delfino aveva intavolato, ma, non volendo essere lei a far finire lo strano idillio tra i due, continuò imperterrita a rispondere alle domande che il ragazzino le faceva sulla sua famiglia alla bimba cominciavano a dare molto fastidio, ma, lei a differenza dello pseudo bulletto, non aveva nessuna vergogna ad ammettere che sentiva la mancanza della sua mamma e del suo papà, ma, di certo non avrebbe raccontato a nessuno il motivo del suo legame così stretto che aveva con i suoi genitori, figuriamoci poi a qualcuno che conosceva appena e visto che ormai era lì chiese se anche il bambino sentisse la mancanza dei suoi genitori.
E’ perché mai? Non sono mica un bambino piccolo attaccato alle gonnelle della mamma…
Certo Spinnato, lo vedo quanto sei adulto, ma, non farmi ridere, sei attaccato eccome alle gonnelle di mammina.
Pensò la bambina, mentre il Delfino proseguiva il suo discorso.
Mi basta sapere che sta bene con i gufi che mi manda…
A questo punto per la Serpina era diventato difficile restare seria, ma, doveva riuscirci.
Come ti pare.
Rispose la bimba, abbassando la testolina per un secondo sul libro per non ridere in faccia al Delfino, la piccola non aveva creduto ad una sola parola che il portoghese gli aveva detto, erano ancora dei bambini ed era normale sentire la mancanza dei propri genitori e di conseguenza la Serpina era arrivata alla conclusione che Jorge sentiva la mancanza dei suoi genitori e da stupido bulletto quale cercava di pavoneggiarsi, non voleva ammetterlo, ma, a lei non importava, lei non si vergognava a dire che sentiva la mancanza dei suoi genitori e che gli avrebbe voluti accanto a lei, neanche il suo orgoglio le avrebbe impedito di ammettere ciò che era ovvio.
Con calma Elisabeth spiegò al bambino che Daphne era una volpina curiosa e che doveva sempre trovare qualcosa di nuovo per farla star buona, mica poteva dirgli che rimaneva lì perché c’era lui e lei era indispettita proprio come la padroncina, poi il discorso si spostò su un articolo della Gazzetta del Profeta con la bambina che diceva fra le righe che la sua mamma rispondeva sempre alle sue domande.
Alla Serpina la strana scrollatina di spalle del portoghese non era passata inosservata, anzi stava cominciando a capire cosa significassero.
Mmmhh ... scrolli le spalle e ti mordi la lingua, molto bene, ma, fino a quando potrai resistere?
Si chiese la bambina, che stava valutando la questione di alzarsi e di andarsene, aveva perso fin troppo tempo a parlare con lo Spinnato e lei non voleva rimanere sveglia fino a tardi per finire i compiti, preferiva di gran lunga restare sveglia a giocare con la sua piccola amica.
Poco dopo il discorso cambiò e si passò a parlare della festa di inaugurazione di Sheliak e Vega, sui quali la Serpina stava cercando informazioni nella sezione di astronomia quando aveva incontrato Jorge e tanto per dire qualcosa di gentile, casomai la Bibliotecaria fosse passata, suggerì al bambino di prendere spunto da qualche catologo per la maschera, quello era il suo ultimo gesto di gentilezza della giornata verso il portoghese, ora era proprio stufa di parlarci ed i libri reclamavano la sua attenzione, intanto il Delfino stava per rispondere al suo suggerimento.
Si, penso che farò così… Anzi forse è il caso che torni in Sala Comune per chiarirmi le idee. Ci si vede Lingua Argentata…
Alla prossima Spinnato.
Rispose la bimba aprendo il libro di astronomia e cercando di finire i suoi compiti, cosa il Delfino stesse facendo o meno ormai non erano più affari suoi, lei si era comportata bene e questo poteva bastare , aveva promesso al suo papà di comportarsi bene e quel pomeriggio era stata più brava del solito, passare un pomeriggio senza litigare con lo Spinnato era solo una piccola parentesi con la quale far passare un po’ la noia, ma, chi si era comportata benissimo era la piccola volpe, che era rimasta buona e tranquilla per tutto il tempo, la bimba la prese in braccio e l’abbracciò forte forte, per poi darle un bacino sulla testolina.
Sei stata molto brava Daphne, vieni qui – e la bambina la fece sedere sulle sue gambine – Se rimani tranquilla ancora un po’ finisco i compiti e dopo andiamo in Sala Comune a giocare.
La bambina rimase a studiare ancora per un oretta, poi chiese il permesso di portare in Sala Comune uno dei libri che aveva preso per la sua ricerca ed insieme alla piccola volpe si avviò in Sala Comune, ma, prima passò nel suo angolino del sotterraneo che aveva scoperto da poco e vedendo passare un elfo della scuola si fece consegnare una porzione di arrosto per la sua volpe e con quel manicheretto se ne andò in dormitorio a proseguire i suoi studi. [EXIT per ELISABETH]
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da Elbeth » 16/12/2012, 0:34
[Pomeriggio - ad un tavolo...] Fissò distrattamente fuori dalla finestra arricciando il naso. In quel freddo pomeriggio invernale aveva deciso che la sala comune era troppo affollata per i suoi gusti. Non si era ancora abituata alla vita in comune al castello e finora l'unico ambiente che le ricordava il calore e l'accoglienza del "suo" castello, era la biblioteca. Vi si rifugiava spesso a studiare, leggere o semplicemente stare un pò per i fatti suoi, senza avere altri tra i piedi. Richard l'aveva avvertita. Le aveva detto che si sarebbe dovuta abituare ad un altro tipo di vita. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato così. Sospirò. La prima neve aveva iniziato ad imbiancare le cime dei monti circostanti. Gli occhi della bimba, tuttavia, non vedevano nulla di tutto ciò. Sembravano persi, distanti, lontani. La pergamena intonsa davanti a lei era indice del fatto che mancava di concentrazione quel pomeriggio, nonostante un paio di libri aperti facessero bella mostra di loro sul ripiano di mogano del tavolo. Si rigirava la piuma tra le dita nervosamente. I suoi occhi scuri, ad un osservatore più attento, sarebbero sembrati tristi... Sospirò ancora. Chissà cosa starà facendo?Pensò imbronciata. Aveva ancora in mente l'ultima lettera che le aveva scritto. Niente Natale...Avrebbe dovuto passare le feste lì! Ad Hogwarts! In quel posto che sarebbe dovuto essere casa sua per sette lunghissimi anni. Gli occhi scuri mandarono un guizzo di rabbia. Ma non è casa mia!Le sembrava di sentire Richard che la riprendeva, intimandole di non fare i capricci. E di non essere così testarda! Si sentiva sola, sola e persa in quello strano castello. Non era abituata a condividere la sua vita con tutta quella gente: ne era infastidita! Quel pomeriggio particolarmente infastidita! La notizia che sarebbe dovuta rimanere lì, di certo non l'aveva aiutata. Ma era orgogliosa e decisa e non avrebbe pianto. Non avrebbe versato neanche una lacrima, nonostante la delusione. Incrociò le braccia, tornando a fissare i libri e la pergamena vuota. ...E ci mancavano solo i compiti quel pomeriggio!!!
Ultima modifica di Elbeth il 16/12/2012, 1:31, modificato 1 volta in totale.
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da Steve » 16/12/2012, 0:58
La biblioteca non era cambiata poi così tanto, dall'ultima volta che ci aveva messo piede. Sicuramente, adesso il luogo era anche un valido rifugio dal freddo e dal tempaccio che c'era fuori. Non che Steve si potesse lamentare della sua Sala Comune, ma quel giorno aveva bisogno di spazi più ampi, di conoscere, magari, nuove persone. Con i vari compiti estivi, infatti, Steve non si era ancora concesso del tempo libero per dedicarsi al suo hobby preferito: la poesia. Il delfino non si aspettava sicuramente di trovare la sua Musa proprio tra gli scaffali, ma voleva avvicinarsi ai libri di Storia della Magia, chissà se gli sarebbero stati utili. Entrò in biblioteca, cercando di fare il minimo rumore, ma goffo com'era, non passarono nemmeno cinque secondi, che aveva già rischiato di far cadere un mappamondo che si trovava vicino all'ingresso. Mettono le cose sempre nei posti peggiori...Pensò il ragazzo. Avvicinandosi al fondo della sala, vide una ragazza che non aveva mai visto. La ragazza aveva la spilla dei Grifondoro e si avvicinò a lei: la lettura sarebbe stata sicuramente molto più piacevole in compagnia. Steve si avvicinò piano, temendo di spaventarla, e le parlò sottovoce. Ciao! Scusami posso sedermi qui? La biblioteca è deserta, a quest'ora, quindi se va anche a te...ci facciamo compagnia a vicenda!Aggiunse il ragazzo subito dopo.
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da Elbeth » 16/12/2012, 1:30
Doveva per forza consegnarli! Aveva il compito di Difesa contro le Arti Oscure da consegnare e non ci avrebbe rinunciato solo perché quel giorno era arrabbiata. Era venuta in biblioteca per studiare e l'avrebbe fatto! A costo di ricacciare indietro le lacrime fino al fondo dei suoi occhi. Mentre prendeva con cipiglio deciso il libro in mano, un rumore le fece alzare istintivamente lo sguardo. Un ragazzino un pò alto e riccio aveva inciampato in un mappamondo. Sperava che almeno di sabato non ci fosse nessuno in biblioteca, di solito erano tutti fuori a divertirsi... Invece pareva che qualcun'altro avesse avuto l'irrefrenabile desiderio di studiare, oltre a lei. Scosse il piccolo capo e tornò ad immergersi nella lettura del capitolo "Plenilunio e vampiri" del suo libro di testo. La ragazzina cercò di concentrarsi su ciò che stava leggendo... Ciao! Scusami posso sedermi qui? La biblioteca è deserta, a quest'ora, quindi se va anche a te...ci facciamo compagnia a vicenda!Elbeth non fece caso alle parole che aveva appena udito. Erano appena un sussurro...Senza dubbio non erano rivolte a lei. Lei era concentrata a studiare. Aggrottò la fronte e riprese a rileggere il paragrafo. Eppure c'era qualcosa che la disturbava. Sentiva come... Alzò distrattamente il capo dal libro per vedere di cosa si trattasse e quasi sobbalzò nel vedersi accanto l'impacciato ragazzino di prima che era lì di fianco a lei. Il suo viso era fin troppo vicino per i suoi gusti! Possibile che in quella scuola non avessero il minimo rispetto per la privacy altrui? Elbeth si mosse imbarazzata sulla sedia, scostandosi quanto la posizione gli consentiva di fare. E poi lei veniva in biblioteca per studiare e stare da sola, non per avere compagnia! Un lampo di sorpresa le passò nelle iridi scure, mentre fissava quelle del ragazzino, altrettanto scure. Dalla divisa era un Delfino... Veramente ero venuta qui per studiare...Borbottò con tono altezzoso, mentre lo fissava con sguardo torvo e diffidente.
Ultima modifica di Elbeth il 16/12/2012, 21:04, modificato 1 volta in totale.
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da Steve » 16/12/2012, 18:33
Steve esitò qualche secondo prima di riformulare la domanda, aveva l'impressione che la ragazza di Grifondoro non l'avesse sentito. Appena la ragazza si voltò verso di lui, Steve capì che la ragazza si sentiva a disagio, forse per la sua troppa vicinanza, così il ragazzo fece, di riflesso un passo indietro. La ragazza sembrava non accogliere la proposta di Steve, anzi, sembrava proprio che la sua presenza lo disturbasse. La conferma avvenne con la frase pronunciata da Elbeth. Veramente ero venuta qui per studiare...Non che Steve fosse venuto a perder tempo, pensò immediatamente, e, a malincuore, senza aggiungere nulla alle parole della ragazza di Grifondoro, si sedette nel tavolo di fronte al suo, aprendo il suo libro di Difesa. La ragazza era proprio di fronte al suo sguardo e sembrava non distogliere nemmeno per un secondo gli occhi dai fogli che aveva sul tavolo. Non era sua intenzione disturbarla, ma Steve era un ragazzo anche abbastanza cocciuto e non sarebbe andato via di lì, se non prima aver conosciuto il nome della ragazza e averle strappato un sorriso. Così Steve trafugò nella borsa di cuoio che aveva con sé e tirò fuori una pergamena, intinse la piuma di inchiostro e scrisse: Scusami tanto, non era mia intenzione disturbarti. Ho pensato solo che volessi un po' di compagnia, magari questa riesce ad allontanare i pensieri e lo stress. Steve (così almeno sai anche il mio nome, sai chi evitare)!Il ragazzo sorrise un attimo e spedì la pergamena, incantandola a forma di ranocchia che, saltellando, arrivò poco lontano dal libro della ragazza.
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da Elbeth » 16/12/2012, 21:37
Il ragazzino aveva evidentemente intuito la sua ritrosia e quindi, anche se a malincuore, desistette dal proposito di studiare assieme a lei. Elbeth lo vide girarsi, alzare i tacchi e mettersi seduto ad un'altra scrivania, esattamente di fronte alla sua. Alzò il libro di fronte a lei, quasi a volersi nascondere al suo sguardo e solo allora manifestò la sua delusione. L'aveva fatto ancora!!! Sospirò sconsolata. Non è colpa mia...Ma le raccomandazioni di Richard le tornarono alla mente. Le aveva detto di essere gentile con tutti, di evitare di essere troppo brusca e, soprattutto, di trattenere la sua lingua tagliente. Continuava a ripeterle che era troppo impulsiva... Anche con il piccolo Delfino lo era stata. In fondo voleva solo sedersi accanto a lei e studiare insieme. Forse l'avrebbe anche aiutata a finire quelle benedette pergamene per Difesa. Curiosa, sbirciò per un attimo sopra il libro. Il ragazzino riccioluto aveva preso in mano il suo, anche lui studiava la sua stessa materia. Si mordicchiò nervosamente il labbro inferiore. Appena si accorse che il bambino guardava nella sua direzione, con uno scatto fulmineo rialzò il libro a coprire la visuale. Per Morgana! Sentiva di essere diventata rossa come un peperone. Speriamo non si sia accorto che lo fissavo...Doveva dimenticarsi di lui e continuare a studiare. Uno sguardo sconsolato le attraversò le iridi scure. Vissuta sempre in un ambiente protetto e benestante, spesso in giro per il mondo al seguito dei suoi genitori, non era abituata ad interagire molto con altri bambini della sua età. L'unica persona con cui aveva un rapporto simile all'amicizia era Richard e Elbeth non sapeva se i maggiordomi potessero rientrare nella cerchia degli "amici"! Quella giornata era iniziata male, con il suo gufo che le aveva consegnato la lettera di Richard che le comunicava che per Natale sarebbe dovuta rimanere ad Hogwarts fino all'"incidente" con il ragazzino dei Delfinazurro. Giocò nervosamente con i lunghi capelli rossi, raccolti in un'unica treccia laterale, attorcigliandola attorno ad un dito, quando qualcosa attrasse la sua attenzione! Abbassò il libro di scatto e aggrottò le sopracciglia. Quella che le stava venendo incontro era una... rana di carta!!! Saltellava diritta dal tavolo del piccolo Delfino al suo. Elbeth pur sforzandosi di mantenere un contegno decoroso - come lo definiva sua madre - faticava a trattenere il sorriso. Quel piccolo esserino di carta la inteneriva... Appena arrivata di fronte a lei, la rana si bloccò. Alzò lo sguardo sul ragazzino, per poi abbassare di nuovo gli occhi confusa. Allungò il palmo della mano verso la rana e questa le saltò sopra. A quel punto Elbeth non potè far a meno di sorridere! Il foglio con cui era stata fatta era chiaramente scritto... Prese la piccola rana di carta con l'altra mano e, a malincuore, aprì il foglietto. Scusami tanto, non era mia intenzione disturbarti. Ho pensato solo che volessi un po' di compagnia, magari questa riesce ad allontanare i pensieri e lo stress. Steve (così almeno sai anche il mio nome, sai chi evitare)!Doveva essere stata proprio sgarbata, se il ragazzino, Steve, le aveva scritto queste cose. Alzò i suoi occhi scuri su di lui, senza parlare. E lo fissò per qualche istante, il sorriso era scomparso dal suo volto. Si mordicchiò il labbro inferiore, di nuovo nervosa ed imbarazzata. Non sapeva decidersi su cosa fare. Troppo confusa, riprese in mano il libro e lo rialzò a celare nuovamente il suo volto. Sono irrecuperabile!Il ragazzino, nonostante i suoi modi bruschi, era stato gentile con lei. Ora lei si sentiva tremendamente in colpa. Strinse di più il libro, chiuse gli occhi per un istante... E poi... Oh, andiamo! Per Merlino! Da quando era diventata così impacciata? Chiuse con decisione il libro, raccolse in fretta le sue cose e si incamminò con passo deciso attraverso la biblioteca. Giunta accanto al ragazzino, scostò la sedia accanto la sua e si sedette, riaprendo il libro. Non era abituata a chiedere scusa e non sapeva neanche come fare, nè cosa dirgli. Poi guardò il foglietto spiegazzato che aveva infilato nel suo libro di Difesa e sorrise. Ne sai fare altri di quelli?Gli chiese senza neanche guardarlo in faccia.
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da Steve » 16/12/2012, 23:54
Steve non riusciva a distogliere lo sguardo da quel libro di Difesa della ragazza di Grifondoro, eppure lei sembrava così immersa, da non sentirsi minimamente in colpa, per come aveva risposto al ragazzo. Probabilmente non c'era niente di recuperabile, l'ultima mossa era quella della rana, sperando di non infastidirla ancora di più. Forse Steve aveva dei modi poco ortodossi di presentarsi: era sempre troppo dirompente e spesso, con il suo modo di fare goffo, riusciva sempre a combinare qualche guaio, sicché molti potessero farsi un'idea sbagliata della sua personalità. Probabilmente il ragazzo aveva sbagliato approccio anche con lei, e mentre la stava guardando ancora una volta, per un attimo gli sguardi si incrociarono. Steve si imbarazzò leggermente: aveva l'impressione di aver mosso in lei qualche pensiero. Il ragazzo sorrise leggermente, la rana doveva essere arrivata ed ora il cuore gli batteva più forte, temeva una reazione opposta. Steve vedeva già la ragazza prendere tutto ed andarsene, e quando la ragazza prese tutto ciò che aveva sul tavolo, il cuore gli impazziva che quasi si fermò. Eppure la ragazza cambiò direzione e venne verso Steve, sedendosi proprio accanto a lui. Ne sai fare altri di quelli?Le chiese la ragazza. Steve era incredulo, era riuscito a far cambiare completamente le carte in gioco ed era contento, molto contento di questo. Il delfino era ancora un po' imbarazzato e stupito, che non gli uscì una voce chiarissima. Sì, beh in realtà non molti...ma posso farti vedere!Steve prese un altro foglio di pergamena e lo piegò a forma di colibrì. Ad un tratto, il colibrì prese il volo e cercava, con il becco di carta, di picchiare sul vetro della finestra, per uscire fuori. Sai, amo i colibrì, sono molto colorati e sembra che portino fortuna a chi li incontra...Disse Steve con un sorriso ingenuo. Sin da piccolo era affascinato dai colibrì, tanto che faceva di tutto perché uno, un giorno, entrasse nella sua stanza, senza riuscirci. Beh grazie alla ranocchia ora sai chi sono, mi piacerebbe sapere il tuo nome...
Il ragazzo finì la frase e i suoi occhi continuavano a guardare i capelli rossi intrecciati della fanciulla di Grifondoro. Assomigliava ad un piccolo riccio, per come si poneva con le persone, ma che, aveva l'impressione, avrebbe potuto dar vita ad uno splendido colibrì...
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da Elbeth » 18/12/2012, 0:20
Sai, amo i colibrì, sono molto colorati e sembra che portino fortuna a chi li incontra...Sgranò gli occhi all'indirizzo del ragazzo. Elbeth osservò incantata il piccolo foglio di carta prendere forma tra le mani di Steve e poi librarsi in volo grazie alla sua magia. Seguì con lo sguardo ammirato il piccolo colibrì di carta, il sorriso si aprì sul suo volto, incontenibile. Le parole del Delfino l'avevano colpita. Porta fortuna...Chissà se ne avrebbe portata anche a lei: ne aveva proprio bisogno quel giorno! La voce rassicurante del ragazzino faceva trasparire tutta la sua innocenza e la sua ammirazione per un essere così piccolo. Il bambino iniziava a starle simpatico. Wow! Sei bravissimo! L'eccitazione e la curiosità sembravano avere avuto il sopravvento sulla ritrosia di poco prima! Ma quel colobrì era così bello... Elbeth rigirò lo sguardo a fissarlo e ridacchiò mentre lo vedeva sbattere inutilmente contro le alte vetrate della biblioteca. Beh grazie alla ranocchia ora sai chi sono, mi piacerebbe sapere il tuo nome...La voce di Steve la raggiunse mentre era ancora intenta a fissare il piccolo uccellino di carta. Si voltò a guardarlo: aveva un sorriso aperto, sincero. La piccola lo fissò seria. Stava valutando, se fidarsi di lui... Finora non aveva stretto grandi amicizie ad Hogwarts ed in parte, forse, era dovuto al suo atteggiamento un pò scostante. Spesso non se ne rendeva neanche conto, dato che a casa era considerata molto esuberante. Aveva l'occasione di cambiare ora! Di nuovo i suoi occhi furono attratti dal colibrì portafortuna: continuava caparbiamente a sbattere contro la vetrata. Il becco si era un pò storto per i numerosi colpi dati. Ma come hai fatto?Sussurrò ancora incantata, quasi parlando a se stessa. Poi cambiando improvvisamente discorso aggiunse con voce dolce Elbeth... è il mio nome...Aveva deciso! Aveva deciso di fidarsi di Steve e del suo colibrì e della stupenda magia che aveva fatto. I suoi occhi tornarono al piccolo uccellino di carta e divenne seria. Non dovremmo farlo uscire? Non soffrirà a stare qui!Il tono della bambina era veramente preoccupato. Vuole uscire...Disse desolata!
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da Steve » 26/12/2012, 22:40
Steve era quasi stupito che un incantesimo così potesse suscitare interesse di una ragazza: non raramente veniva preso in giro da un gruppetto di ragazzi di Serpeverde, per la sua abitudine di incantare la carta, per realizzarne tanti piccoli animali. Beh bravissimo, non esageriamo. Disse il ragazzo leggermente imbarazzato, mentre scrutava dal basso verso l'alto Elbeth: non sembrava una ragazza che avesse bisogno di qualcosa, tutt'altro. Probabilmente apparteneva ad un'alta estrazione sociale, a differenza di Steve, che era cresciuto in una casa modesta. Diciamo che mi esercito spesso, ecco...Aggiunse il ragazzo, portandosi la mano destra sulla nuca. Poi ebbe l'impressione di stare parlando troppo forte, per essere in una biblioteca e smorzò il tono della voce. Elbeth, piacere di conoscerti. Sei una grifondoro, wow...devi essere coraggiosa, a quanto pare!Disse ancora Steve, scrutando la sua divisa invernale. Steve non nascondeva a sé stesso di essere stato sempre combattuto tra Grifondoro e Delfinazzurro, mentre aveva il terrore di finire in Serpeverde, come suo padre. Il suo sguardo si spostò verso il colibrì: voleva uscire, era chiaro. Steve si sporse dalla scrivania, per aprire la finestra. Appena la aprì, il colibrì schizzò fuori, andandosi a riparare in chissà quale breccia del muro del castello. Magari se ne vedessero davvero, qui...Aggiunse il ragazzo con un tono speranzoso.
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da Elbeth » 28/12/2012, 1:55
Beh bravissimo, non esageriamo. Diciamo che mi esercito spesso, ecco...Elbeth lo guardò incuriosita. Aveva alzato la voce, ma poi l'aveva abbassata rendendosi conto che erano ancora in biblioteca. I suoi occhi mandarono un guizzo di interesse nei confronti del ragazzino. Doveva essere dotato con gli incantesimi per saper incantare così bene e velocemente un pezzo di carta. Lo fissò quasi contrariata, ora. Era invidiosa! Lei riusciva a malapena ad eseguire gli incantesimi di base che venivano insegnati loro. I suoi genitori pur essendo maghi e purosangue non avevano seguito particolarmente la sua educazione, essendo spesso fuori, quindi tutto ciò che sapeva sulla magia lo stava imparando lì, ad Hogwarts! Era l'unica nota positiva di quella scuola: la magia! Elbeth, piacere di conoscerti. Sei una grifondoro, wow...devi essere coraggiosa, a quanto pare!Coraggiosa...Disse la bambina soppesando il commento di Steve. Poteva definirsi coraggiosa? Avventata. Sì! Irruente. Sì! Ma coraggiosa? Non sapeva se quella caratteristica le appartenesse. Richard mi dice spesso che sono impulsiva, ma non so se questo determini che io sia coraggiosa o meno. Non ho mai avuto modo di mettermi alla prova. Ogni tanto ho paura, quello sì.Disse risoluta e per nulla affatto imbarazzata, quasi parlando a se stessa piuttosto che a Steve. E tu Delfinazzurro! Bella casata anche la tua! Ecco perché sei così bravo con queste cose... Disse con aria compiaciuta. Era l'altra casata da cui era stata incuriosita. Oltre che dalla sua, ovvio. Magari se ne vedessero davvero, qui...Il ragazzino nel frattempo aveva liberato l'uccellino di carta, ma mentre richiudeva la finestra sembrava quasi deluso. Elbeth si aprì in un sorriso pieno di ammirazione. Appoggiò il gomito sul ripiano del tavolo e fissò Steve sedersi di nuovo accanto a lei. No? Neanche nella Foresta Proibita?Affermò la ragazzina con aria furba.
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