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Messaggioda Lucas » 18/11/2012, 18:26

[Sabato - ore 17.23]


E questo era l'ultimo...

Mormorò Lucas con un sorriso soddisfatto, richiudendo la pergamena dopo aver scritto il voto con una grafia elegante su di essa: correggere i compiti poteva risultare stancante, a volte, ma per Turner era sempre piacevole poter sottolineare i progressi di uno studente che prendeva un buon voto o, al contrario, incoraggiarne un altro che non era andato troppo bene.
In fondo il suo essere insegnante voleva dire anche quello, formare gli allievi e andare oltre un voto formale che non voleva dire niente... a lui piaceva spronarli, congratularsi con loro per i successi ottenuti e rassicurarli per le giornate meno buone; gli piaceva pensare che, un giorno, quegli studenti ormai adulti avrebbero potuto ricordarlo con affetto.

Che sciocco sentimentale.

Si rimproverò il giovane uomo, ma forse il suo esser stato a contatto, quand'era studente anch'egli, con persone che si era preoccupate di lui e della sua formazione l'aveva spinto, nel presente, a comportarsi nello stesso modo, e non ci vedeva niente di male.
In ogni caso, ora che i compiti erano stati tutti corretti si sarebbe potuto godere un po' di sano relax nel suo ufficio semplice, modesto e moderno, ri-arredato personalmente da Turner dopo aver avuto conferma dalla Preside Bergman che il suo lavoro ad Hogwarts come insegnante di Trasfigurazione non era più temporaneo, ma permanente.


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Allungò la mano verso l'angolo destro della scrivania dove si trovava la bacchetta, ed agitandola fece comparire tutto l'occorrente per un classico té all'inglese, anche se bisognava ammettere che il servizio da té era di impronta giapponese: una piccola fissazione di Lucas, quella di mischiare elementi ed oggetti di culture diverse in modo, a volte, un po' stravagante.


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Perfetto, direi che c'è tutto.
E chissà che non mi ritrovi a condividere il mio té con qualche studente...


Si disse Turner con un piccolo sorriso divertito, visto che capitava quasi sempre che, proprio in quei momenti, qualche alunno bussasse alla sua porta: poco male, se mai fosse successo avrebbe condiviso il té con colui o colei che si sarebbe presentato.

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Messaggioda Jorge » 19/11/2012, 12:10

[Sabato - ore 17.30]


Sei completamente impazzito Alvares.

Borbottava a voce bassa Jorge, incurante del fatto che anche nel Mondo Magico, nonostante le follie che vi capitavano, probabilmente parlare da solo non era considerato proprio indice di sanità mentale. Per non parlare del camminare avanti e indietro sulla porzione di corridoio dove le scale, sue odiate nemiche, l'avevano scaricato in un lampo, invece di fargli fare il giro del Castello come ogni volta che aveva fretta. L'unica sua consolazione era che, essendo sabato pomeriggio, le probabilità di essere visto da qualcuno erano davvero poche.

Non ti costringe nessuno, non sei costretto ad andare.

Gli rammentò la sua coscienza, elencandogli una sfilza, piuttosto breve in effetti, di alternative a sua disposizione.
Scosse la testa, contrariato per quel momento di codardia, la voce dolce della madre che gli ricordava come l'unico modo di togliersi un dubbio per sempre era andare dritto alla fonte. E chi ci poteva essere di più autorevole della persona che il dubbio glielo aveva instillato durante la lezione?

Potevi farti uscire il fiato prima, stupido.

Si apostrofò, dandosi mentalmente una manata in fronte, come se fosse stato davvero per lui più semplice fare una domanda in classe, correndo il rischio di coprirsi di ridicolo davanti a tutti, piuttosto che affrontare il docente da solo.

No no no, meglio da soli.

E con quell'ultima battuta del suo monologo interiore, Jorge fermò il suo inutile camminamento, raddrizzò le spalle e marciò deciso verso l'ufficio del Professor Turner, con la stessa aria di chi stava andando al patibolo. Il problema in realtà non era Turner in sè, anzi lui insieme alla sua Capa e a Stone, era uno dei pochi adulti che gli stava simpatico, ma che appunto era un adulto e di loro Jorge tendeva a non fidarsi. Nella visione del Delfino, gli adulti tendevano a non prendere sul serio quello che i bambini dicevano, li trattavano superficialmente o peggio come degli stupidi, rispondendo alle loro domande in maniera stringata, come se non valesse la pena sprecare tempo con risposte più approfondite che avrebbero solo generato altre domande. E di domande, nella testa del portoghese, ce n'erano tante anche se non tutte strettamente legate alla Trasfigurazione, e questo lo consapevolezza lo rendeva ancora più titubante.

Però Stone non ti ha riso in faccia quando gli hai chiesto aiuto.

Gli ricordò la sua coscienza, per tranquillizzarlo e dargli il coraggio di alzare la manina e bussare all'ufficio del docente.

Professor Turner sono Jorge Alvares, posso disturbarla?

Dirà se e quando Lucas gli darà il permesso di entrare.
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Messaggioda Lucas » 19/11/2012, 21:20

Come aveva immaginato, Hogwarts possedeva la straordinaria capacità di mostrare il proprio senso dell'umorismo con un tempismo quasi invidiabile: aveva appena finito di versarsi il té caldo al limone, semplice e classico, nella tazza, ispirando il profumo avvolgente che proveniva da essa, quando sentì dei colpi alla porta che gli fecero alzare il volto con aria divertita e sì, forse anche un po' rassegnata.

Avanti!

Esclamò il docente di Trasfigurazione, sorridendo più ampiamente quando vide Jorge fare capolino nel suo ufficio: quel Delfino gli sembrava molto sveglio ed intelligente, doveva soltanto trovare qualcuno che lo seguisse, che lo tenesse d'occhio perché, e non era un segreto, insieme alla Tassetta O'Neill i guai erano pressocché assicurati.
Ma in fondo, erano ancora dei bambini e se non facevano niente con cattiveria le piccole marachelle si potevano anche perdonare.

Professor Turner sono Jorge Alvares, posso disturbarla?

Buon pomeriggio signorino Alvares.
Si accomodi, nessun disturbo! Stavo giusto per godermi una bella tazza di tè e qualche stuzzichino dolce e salato per accompagnarlo... vuole farmi compagnia?


Qualora Jorge avesse accettato l'invito di Lucas, mentre lo studente si sedeva di fronte alla scrivania il docente si sarebbe occupato di versare il tè caldo nella seconda tazza per poi avvicinargliela, e mettere al centro quel piccolo vassoio a più piani con salatini e dolcetti di cui il Delfino si sarebbe tranquillamente potuto servire.

Non c'è niente di meglio di una bella pausa dopo un'intensa giornata di studio o di lavoro, lei non trova?

Domandò al bambino con un bel sorriso amichevole sulle labbra: non solo la sua indole Tassorosso ma anche il suo carattere affabile lo rendevano un tipo semplice ed alla mano anche con gli studenti, e c'era solo da sperare che Alvares lo apprezzasse.

Allora, mi dica: a cosa devo la sua visita?
Voleva farmi qualche domanda particolare sull'ultima lezione?
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Messaggioda Jorge » 19/11/2012, 21:55

Non appena ricevuto il permesso di entrare, Jorge aprì la porta ma non se la chiuse alle spalle subito, lo sguardo rimasto ipnotizzato dal cibo che faceva bella mostra di sé sulla scrivania del docente. Lo sapevano tutti, almeno tra gli studenti, che l’appetito di Jorge era secondo solo forse a quello di Cappie, e forse, dopo la figura barbina che avevano fatto alla festa, riempiendo il sacco della zucca della Tassetta con tutti gli avanzi di cibo che erano riusciti a farci entrare, lo sapevano anche alcuni professori. Il Delfino non sapeva come mai la sua sorellina avesse tutto quell’appetito, soprattutto perché non credeva che, anche lei come lui, venisse da una famiglia parca in cui il cibo non mancava ma non abbondava neanche.

Buon pomeriggio signorino Alvares.

La voce del docente lo riscosse dalla trance alimentare in cui era caduto, costringendolo a spostare lo sguardo dai dolcetti al viso dell’altro e abbozzare un sorriso stentato.

Professor Turner… - balbettò, lo sguardo che vagava per la stanza alla ricerca di qualcosa di intelligente da dire per giustificare il suo mutismo di prima – il suo ufficio è molto… babbano.

Commentò quindi, per poi mordersi il labbro inferiore con forza: si sarebbe anche volentieri dato una manata in fronte per quell’uscita fuori luogo e potenzialmente offensiva: che ne sapeva lui se sotto quegli atteggiamenti simpatici e aperti verso tutti si nascondeva un Purosangue integralista?

Si accomodi, nessun disturbo! Stavo giusto per godermi una bella tazza di tè e qualche stuzzichino dolce e salato per accompagnarlo... vuole farmi compagnia?

Tutta l’angoscia che si era auto creato sparì in un batter d’occhio alla parola “compagnia”. Il docente lo stava davvero invitando a condividere con lui il suo spuntino? Non c’era nel regolamento degli adulti qualche punto che vietava di condividere il cibo con i bambini se non durante gli orari stabiliti? Domande inutili che sfiorarono il cervellino di Jorge molto ma molto di sfuggita visto che a quella richiesta i piedini del Delfino si erano mossi automaticamente in avanti come attirati da una forza magica invisibile che lo portò ad accomodarsi su una sedia di fronte a tutto quel ben d… cioè di fronte al docente.

Se non le dispiace…

Cercò di sembrare educato e non un affamato cronico, ma probabilmente la sua farsa non ingannò il docente visto che mentre pronunciava quelle parole per nulla sentite, una manina si era automaticamente allungata verso il vassoio, chiudendosi intorno a un tramezzino.

Non c'è niente di meglio di una bella pausa dopo un'intensa giornata di studio o di lavoro, lei non trova?

Non lo so… - rispose Jorge, addentando il tramezzino con gusto – A casa mia non si usa fare pause così … comode… - in realtà voleva dire ricche o luculliane se solo avesse saputo cosa significava, ma non pensava fosse il caso di entrare così nei dettagli sulla sua famiglia con una persona che a tutti gli effetti era ancora un estraneo – E non sono ancora entrato abbastanza in confidenza con gli elfi domestici per farmi portare qualche spuntino extra…

Un sorriso furbetto comparve sul viso di Jorge perché un pensiero per nulla salutare aveva attraversato la sua mente: ora che sapeva dove si trovavano le cucine avrebbe potuto godere anche lui di quelle pause e condividerle con la sua sorellina.

Allora, mi dica: a cosa devo la sua visita?
Voleva farmi qualche domanda particolare sull'ultima lezione?


Veramente si… - si mosse a disagio sulla poltrona, concentrandosi sul tramezzino come se volesse trarre da esso il coraggio di parlare – Ecco… forse potrebbe sembrarle una domanda stupida… - balbettava per la prima volta sua e il motivo era semplice per quanto fastidioso: Trasfigurazione non solo era una materia che gli piaceva ma in più aveva ottimi voti e non voleva che il prof cambiasse idea su di lui per quello che voleva chiedergli. Però ormai era lì e non poteva fare altro che porre la sua domanda – Posso usare un fiore trasfigurato con il Planta Sit per sostituire l’ingrediente di una pozione?

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Messaggioda Lucas » 19/11/2012, 22:32

Professor Turner… il suo ufficio è molto… babbano.

La ringrazio, signorino Alvares.

Lucas sorrise in risposta al commento di Jorge che forse da quelle parole avrebbe potuto comprendere come il docente considerasse un complimento chi gli riconosceva uno stile babbano.

Trovo che molti non maghi abbiano un ottimo buon gusto, perciò mi piace accostarmi al loro stile. Pensare a come, senza la magia, siano comunque riusciti a sviluppare e semplificarsi così tanto la vita è assolutamente affascinante.

Aggiunse il docente, rivelando così il suo amore per il mondo dei non maghi: lo affascinava e lo incuriosiva, per questo aveva cercato di documentarsi il più possibile a riguardo; pur essendo due universi separati, infatti, dal punto di vista di Turner i due mondi erano strettamente connessi e per certi versi fusi insieme, quindi non c'era niente di male nel tentare di conoscerli entrambi.
Sorrise amichevolmente al Delfino che, intanto, aveva allungato subito la mano verso un tramezzino, imitandolo per la scelta del salato ma prendendo, a differenza sua, un piccolo voul-à-vent croccante con del formaggio al prezzemolo e piccole uova di salmone sopra.

Non lo so…A casa mia non si usa fare pause così … comode…
E non sono ancora entrato abbastanza in confidenza con gli elfi domestici per farmi portare qualche spuntino extra…


Si potrebbe proporre alla Vice Preside o alla Preside stessa d'istituire delle merende nelle sale comuni intorno alle cinque... trovo che tra il pranzo e la cena venga una gran fame, lei che ne dice?

Gli domandò, non sapendo minimamente che forse quello era più o meno il sogno di Jorge visto il suo grandissimo e sconfinato appetito: d'altronde, Lucas per primo sentiva di aver bisogno di spezzare il tempo tra i due pasti con un piccolo spuntino, quindi perché non doveva essere lo stesso per gli studenti?
Ma c'era un motivo per cui il ragazzino si trovava in quell'ufficio, Turner lo sapeva bene e così, posando il voul-à-vent e prendendo un sorso del suo tè, lo lasciò libero di parlare.

Veramente si…
Ecco… forse potrebbe sembrarle una domanda stupida…


Nessuna domanda è stupida, signorino Alvares, nemmeno la più scontata.
Mi dica pure.


Posso usare un fiore trasfigurato con il Planta Sit per sostituire l’ingrediente di una pozione?

Una domanda interessante, senza dubbio: in effetti era la prima volta che qualcuno gli poneva quel quesito, al quale Turner non rispose subito; assottigliò lo sguardo, in una posa pensierosa, prendendo ancora un sorso di tè e finendo poi il suo voul-à-vent, masticandolo lentamente prima di rispondere.

Devo dire che è una domanda piuttosto complicata, signorino Alvares.
Ricorda quando, in classe, abbiamo parlato del fatto che secondo alcuni le piante hanno un'anima, mentre secondo altri no?


Attese un suo cenno di assenso, prima di riprendere.

Bene, lo stesso dilemma potremmo affrontarlo per questa sua domanda: quando per preparare le Pozioni si usano delle piante, si attinge alla loro essenza, alla loro vitalità perché facciano effetto... ma se anche noi trasformiamo un oggetto inanimato in una pianta, non possiamo certo donarle la scintilla di vita che ha invece una vera... allora la domanda è, questi oggetti trasformati in piante potrebbero funzionare allo stesso modo?

Si prese una piccola pausa, come per dare modo al bambino di riflettere su quelle parole, di comprenderle, prima di proseguire.

Per questo onestamente, pur non avendo prove, non credo che un oggetto trasfigurato con il Planta Sit possa funzionare nelle Pozioni come farebbero una pianta o un fiore veri e propri.

Concluse, prendendo questa volta un piccolo bonbon al cioccolato e lasciandoselo sciogliere sulla lingua, prima di fissare il Delfino con più attenzione.

Posso chiederle il perché di questa domanda, signorino Alvares?
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Messaggioda Jorge » 20/11/2012, 14:24

La ringrazio, signorino Alvares.

Aveva fatto un azzardo, per mascherare l'attrazione che il cibo aveva avuto su di lui, e il docente non solo non lo aveva fulminato all'istante, ma gli aveva anche sorriso, come a volerlo rassicurare che no, non aveva fatto nessuna gaffe. E Turner raggiunse il suo obiettivo, se ne aveva uno, e fu quello di mettere Jorge se non proprio a suo agio, almeno di renderlo un po' meno prevenuto nei confronti dell'adulto che aveva davanti.

Trovo che molti non maghi abbiano un ottimo buon gusto, perciò mi piace accostarmi al loro stile. Pensare a come, senza la magia, siano comunque riusciti a sviluppare e semplificarsi così tanto la vita è assolutamente affascinante.

La necessità aguzza l'ingegno - commentò serio Jorge ripetendo paro paro una delle frasi preferite della madre anche se, di solito, questa celava una spesa improvvisa e necessaria a cui non sapeva come far fronte - e la magia rende pigri...

L'aggiunta gli sfuggi dalle labbra in un sussurro, che però non era sicuro che l'altro non avesse colto, spontaneo visto che rifletteva il suo pensiero, dispregiativo, nei confronti di quei pochi purosangue tradizionalisti che aveva incontrato a scuola in quei due anni.
Il tramezzino su cui aveva posato gli occhi e, in un batti baleno, anche le mani e la bocca era delizioso e Jorge, preso dalla frenesia dei suoi dodici anni, invece di mangiucchiarlo con lentezza praticamente lo trangugiò con voracità o quasi, esprimendo a voce alta il suo rammarico per non essere ancora riuscito a farsi amici gli elfi domestici e strappare loro uno spuntino extra quando ne sentiva il bisogno.


Si potrebbe proporre alla Vice Preside o alla Preside stessa d'istituire delle merende nelle sale comuni intorno alle cinque... trovo che tra il pranzo e la cena venga una gran fame, lei che ne dice?

Il Delfino fremette a quella domanda, sporgendosi in avanti un enorme sorriso molto infantile e dolce sul viso, con gli occhi spalancati e sbrillucciccanti di gioia tanto che fu solo la scrivania che li separava a salvare Turner da una indecorosa manifestazione di giubilo. Inutile dire che con quella proposta il docente si era appena guadagnato un miliardo di punti passando da "adulto a cui non interessava nulla dei bambini" a "adulto a cui stava a cuore il benessere dei bambini" e probabile che questo cambiamento gli avrebbe portato guai.

Sono d'accordo con lei. - rispose precipitosamente, per poi riflettere che forse avrebbe dovuto dare una motivazione valida a supporto di quella sua affermazione che non fosse la sua fame cronica - Il cervello per lavorare bene ha bisogno di zuccheri e noi la maggior parte li impegniamo nelle lezioni pomeridiane così poi tra quelle e la cena impegnarsi nei compiti è davvero difficile.

La sincerità che traspariva dalle sue parole era a dir poco disarmante, sopratutto perchè Jorge non stava facendo altro che raccontando la verità, o meglio la sua verità e di sicuro quella della sua sorellina. Però c'era qualcosa nella proposta del docente che non gli piaceva molto e non sapeva se poter azzardare una modifica o meno.

Però... - esordì quindi, traendo un profondo respiro e sperando che quel suo commento non avrebbe spinto l'altro a rimangiarsi la parola - ... sarebbe meglio farla nella Sala Grande così gli elfi hanno meno lavoro, non c'è il calore dei camini a conciliare il sonno e possiamo approfittarne per fare i compiti insieme alle altre Casate.

Aveva parlato a ruota libera, interessato in realtà solo all'ultimo punto visto che era solito approfittare di visino di pesca e della sua sorellina per portare a termine la maggior parte dei compiti e se la merenda la potevano consumare solo nelle Sale Comuni di sicuro Cappie non l'avrebbe più vista in giro. Il suo essere su di giri per la proposta di cibo extra sparì non appena Turner lo riportò all'ordine chiedendogli qual era il reale motivo per cui si era recato da lui.

Nessuna domanda è stupida, signorino Alvares, nemmeno la più scontata.
Mi dica pure.


Quella rassicurazione fu quello che gli serviva per rompere gli indugi e porre la fatidica domanda.

Devo dire che è una domanda piuttosto complicata, signorino Alvares.
Ricorda quando, in classe, abbiamo parlato del fatto che secondo alcuni le piante hanno un'anima, mentre secondo altri no?


Annuì perplesso a quella richiesta, sopratutto perchè ricordava anche quello che aveva scritto lui sul compito e cioè che era troppo piccolo per poter fare certi ragionamenti filosofici complicatissimi. Prevedendo, dalla premessa, che la risposta sarebbe stata complicata, Jorge prese un altro tramezzino, ignorando quei cosi di pasta sfoglia che il docente aveva assaggiato, etichettandoli come troppo piccoli e quindi poco soddisfacenti.


Bene, lo stesso dilemma potremmo affrontarlo per questa sua domanda: quando per preparare le Pozioni si usano delle piante, si attinge alla loro essenza, alla loro vitalità perché facciano effetto... ma se anche noi trasformiamo un oggetto inanimato in una pianta, non possiamo certo donarle la scintilla di vita che ha invece una vera... allora la domanda è, questi oggetti trasformati in piante potrebbero funzionare allo stesso modo?

Seguire il ragionamento del docente non fu semplice, e che Jorge gli stava dedicando tutta l'attenzione di cui era dotato si vedeva da come masticava lentamente, come se non fosse capace di fare due cose contemporaneamente, e alla fine la risposta che si diede all'ultimo interrogativo del docente era che no, quasi sicuramente non avrebbe funzionato lo stesso. La Bennet ma anche la Vilvarin parlavano delle proprietà intrinseche delle piante, della loro essenza per ottenere questo o quel risultato, e questo voleva dire che se la pianta che si usava di essenza non ne aveva non si sarebbe ottenuto nulla.

Per questo onestamente, pur non avendo prove, non credo che un oggetto trasfigurato con il Planta Sit possa funzionare nelle Pozioni come farebbero una pianta o un fiore veri e propri.
Posso chiederle il perché di questa domanda, signorino Alvares.


Perchè non sempre si riesce ad avare a disposizione tutti gli ingredienti che servono e questo comporta un'enorme perdita di tempo - rispose subito Jorge, con un'espressione innocente e serafica di chi non aveva nulla da nascondere. Inutile dire che la risposta se l'era preparata prima per non far sorgere alcun dubbio sui suoi reali intenti al docente - Il dubbio mi è venuto in classe quando un mio compagno ha dovuto ripetere la pozione tre volte, andando a intaccare le scorte della Professoressa Bennet, e allora mi sono detto che per fare il pozionista uno deve avere un sacco di galeoni - cosa che avrebbe di sicuro significato che quella carriera a lui era preclusa visto che di soldi la sua famiglia ne aveva davvero poco - Poi abbiamo studiato la trasfigurazione vegetale e allora mi sono chiesto se si poteva ovviare il problema delle scorte in quel modo... non dico le piante rare o particolare, ma quelle semplici tipo i gelsomini.

Aveva esposto il suo dubbio / teoria serenamente, riprendendo a mangiare con gusto il secondo tramezzino per poi bere anche un po' del suo tè. C'era però qualcosa nelle parole del docente che gli avevano fatto accendere una lampadina in testa e stava morendo dalla voglia di fargli un'altra domanda.

Professore scusi... ma non sarebbe il caso di fare una prova per assicurarsi che non si possa fare? - chiese quindi cercando di celare la sua eccitazione all'idea di poter assistere a un tale esperimento - Giusto per dare agli studenti la certezza che non si possa fare e non far venire loro la voglia di provare...

Cosa che a lui era venuta praticamente nel momento in cui aveva sentito gli effetti di quell'incantesimo.

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Messaggioda Lucas » 21/11/2012, 18:54

La necessità aguzza l'ingegno e la magia rende pigri...

Sorrise a quelle parole di Jorge, senza però commentare: il bambino non aveva tutti i torti, anche se certo forse il suo era un commento troppo generalizzato, almeno la seconda parte; in alcuni casi sì, la magia impigriva perchè semplificava la vita, ma pensare a persone come Lindë e Martha e a come si prodigassero per scoprire cose sempre nuove proprio con la magia era la dimostrazione che ogni persona era un caso a sé, e che si poteva mantenere la mente attiva, sveglia e scattante anche da mago/strega, se solo lo si voleva.
Intanto, comunque, Lucas sembrava essersi appena guadagnato il rispetto o comunque l'interesse del Delfino con la sua proposta della merenda, che trovò molto consenso nell'altro visto che, appena finito il primo tramezzino, Alvares si lanciò subito sul secondo.

Sono d'accordo con lei.
Il cervello per lavorare bene ha bisogno di zuccheri e noi la maggior parte li impegniamo nelle lezioni pomeridiane così poi tra quelle e la cena impegnarsi nei compiti è davvero difficile.


In effetti mi stupisce che nessuno ci abbia pensato prima.

Mormorò Turner con aria pensierosa, accarezzandosi il mento: forse era proprio vero che le cose più semplici e scontate erano quelle a cui si pensava di meno... in ogni caso, ora che l'idea gli era venuta, non sarebbe stato così difficile proporla alla Preside.

Però...

Uhm?

... sarebbe meglio farla nella Sala Grande così gli elfi hanno meno lavoro, non c'è il calore dei camini a conciliare il sonno e possiamo approfittarne per fare i compiti insieme alle altre Casate.

E' un'ottima pensata questa, signorino Alvares... ne parlerò con la Preside Bergman quanto prima.

Lo rassicurò Lucas con un occhiolino complice, come a volergli far capire che non lo stava prendendo in giro, e che con Madeline ci avrebbe parlato per davvero.
L'argomento di conversazione si spostò poi velocemente sul vero motivo per cui Jorge si era presentato nell'ufficio di Turner, e che costrinse il docente ad una lunga riflessione prima di dare al bambino la sua risposta, molto articolata e complessa visto che l'argomento non era di certo semplice: subito dopo, Lucas chiese al Delfinazzurro il perché di quella domanda, vista la sua particolarità e il fatto che nessuno l'aveva posta prima.

Perchè non sempre si riesce ad avare a disposizione tutti gli ingredienti che servono e questo comporta un'enorme perdita di tempo.
Il dubbio mi è venuto in classe quando un mio compagno ha dovuto ripetere la pozione tre volte, andando a intaccare le scorte della Professoressa Bennet, e allora mi sono detto che per fare il pozionista uno deve avere un sacco di galeoni...
Poi abbiamo studiato la trasfigurazione vegetale e allora mi sono chiesto se si poteva ovviare il problema delle scorte in quel modo... non dico le piante rare o particolare, ma quelle semplici tipo i gelsomini.


In effetti i Pozionisti sono quasi sempre persone con una certa disponibilità di denaro - ammise Lucas, almeno per quel po' che ne sapeva lui - Senza contare che spesso effettuano Pozioni anche su commissione, e gli ingredienti vengono forniti direttamente dal committente del lavoro.

Aggiunse, attingendo sempre a quello che era il proprio bagaglio di esperienze, magari non ampissimo ma che gli permetteva di rispondere in parte alla domanda del bambino, il quale subito dopo sembrò riflettere su un'altra idea.

Professore scusi... ma non sarebbe il caso di fare una prova per assicurarsi che non si possa fare? Giusto per dare agli studenti la certezza che non si possa fare e non far venire loro la voglia di provare...

Anche questo però significherebbe intaccare le scorte della professoressa Bennet, non crede? Inoltre non sappiamo quali effetti negativi potrebbero manifestarsi se la Pozioni non andasse bene, e sinceramente vorrei evitare di vedere l'aula di Pozioni esplodere...

Commentò il docente mentre beveva un sorso del suo tè, pensando, come un bambino forse non farebbe, ai possibili effetti collaterali di una prova al buio di quelle proporzioni.

In ogni caso posso sempre chiedere alla professoressa Bennet che ne pensa: se lo riterrà possibile, faremo un esperimento con una Pozione semplice, e le farò sapere il risultato - aggiunse al Delfinazzurro con un sorriso, studiandolo per un secondo prima di proseguire - Sono davvero molto fiero di lei, signorino Alvares. E' meraviglioso vedere un così giovane mago volersi impegnare a fondo nello studio delle Pozioni, trovando soluzioni alternative che possano migliorare e semplificare il lavoro dei Pozionisti più esperti: credevo che alla sua età si pensasse soltanto a fare scherzi ai compagni e a divertirsi, ma lei mi ha dimostrato di essere molto più maturo di così.
Bravissimo.
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Messaggioda Jorge » 21/11/2012, 21:54

L’ansia che aveva quando aveva bussato alla porta dell’Ufficio del Professor Turner era stata praticamente spazzata via dall’accoglienza che aveva ricevuto dal docente e non solo per il cibo, che per Jorge non era mai abbastanza, ma anche per i modi gentili e per nulla “tirati” che sembravano essere un tratto tipico dell’uomo.

Solo le Professoresse sono acide qui…

Si ritrovò a pensare il Delfino, rendendosi conto che, esclusa la sua Capa, tutte le altre Insegnanti non erano certo un fulgido esempio di gentilezza o disponibilità verso il prossimo, anzi sembrava quasi che il dover avere qualche contatto con gli studenti al di là del normale orario di lezione fosse per loro una tortura. Che poi il giudizio su Lucas fosse falsato per la sua proposta di istituire una merenda per gli alunni nel pomeriggio, era un altro discorso.

E' un'ottima pensata questa, signorino Alvares... ne parlerò con la Preside Bergman quanto prima.

Un sorriso radioso e del tutto infantile comparve sul viso di Jorge a quella precisazione, sorriso che però finì per apparire a una sorta di paralisi facciale a causa dell’occhiolino che gli fece il docente. Non era abituato a tutta quella familiarità e quindi non sapeva né come interpretarlo né come reagire a esso. Per fortuna il docente sembrò non accorgersene o forse preferì non farglielo notare, dato che gli chiese il motivo della sua visita. Una volta espresso il suo dubbio, il Delfino ascoltò con attenzione la spiegazione del docente, rimanendo molto deluso dall’apprendere che con molte probabilità quello che voleva fare, e cioè utilizzare un fiore trasfigurato in una pozione, non si poteva fare, per poi snocciolare la scusa che aveva architettato per giustificare quel suo strano interesse.

In effetti i Pozionisti sono quasi sempre persone con una certa disponibilità di denaro – Jorge spalancò gli occhi a quella notizia, rattristandosi in un baleno: viste le sue disponibilità economiche una carriera da Pozionista incominciava a diventare una chimera irragiungibile - Senza contare che spesso effettuano Pozioni anche su commissione, e gli ingredienti vengono forniti direttamente dal committente del lavoro.

Pozionista su commissione. Quello poteva essere uno sbocco per Jorge, una sorta di piccola speranza per il suo ego già messo a dura prova dalla Bennet. Ovviamente però al portoghese un “probabilmente non si può fare” non bastava come risposta, lui voleva prove certe e così si azzardò a proporre al docente di fare una prova concreta.

Anche questo però significherebbe intaccare le scorte della professoressa Bennet, non crede?

Bè in effetti… si…

Si trovò ad ammettere a malincuore il bambino che se quando si trattava delle proprie risorse stava attendo allo zellino non si poteva dire che faceva lo stesso quando a pagare era qualcun altro, in quel caso la scuola.

Inoltre non sappiamo quali effetti negativi potrebbero manifestarsi se la Pozioni non andasse bene, e sinceramente vorrei evitare di vedere l'aula di Pozioni esplodere...

Tanto un’esplosione in più una in meno…

Commentò serafico Jorge, con una faccia da schiaffi da manuale, mentre si decideva a provare qualcosa di dolce, e nello specifico un bignè al cioccolato. Certo il suo, di calderone, non era ancora mai esplose, però non poteva dire lo stesso di quello di molti altri suo compagni e anche Cappie ci era andata pericolosamente vicino un sacco di volte.

In ogni caso posso sempre chiedere alla professoressa Bennet che ne pensa: se lo riterrà possibile, faremo un esperimento con una Pozione semplice, e le farò sapere il risultato.

Posso… - iniziò a dire eccitato per poi smontarsi subito. Già le probabilità che la Bennet dicesse di si in generale erano minime se poi sapeva che c’era lui di mezzo si riducevano drasticamente, o almeno era quello che Jorge pensava - … no probabilmente non posso…

Così si rispose da solo, abbacchiandosi non poco tanto che il bignè invece di sparire nella sua bocca velocemente finì per essere sbocconcellato.

Sono davvero molto fiero di lei, signorino Alvares. E' meraviglioso vedere un così giovane mago volersi impegnare a fondo nello studio delle Pozioni, trovando soluzioni alternative che possano migliorare e semplificare il lavoro dei Pozionisti più esperti: credevo che alla sua età si pensasse soltanto a fare scherzi ai compagni e a divertirsi, ma lei mi ha dimostrato di essere molto più maturo di così.
Bravissimo.


Ai complimenti di Lucas, Jorge si inorgoglì, raddrizzando la schiena e gli occhietti che gli scintillavano di infantile gioia. Che quei complimenti non erano del tutto meritati non smorzava per nulla la sua felicità e di sicuro non c’erano abbastanza sensi di colpa nel suo piccolo animo da poterlo spingere a contraddire il docente. Era il desiderio di migliorare o semplificare non il lavoro dei Pozionisti la molla che lo spingeva a porsi tutte quelle domande, anche se le risposte avrebbero potuto aiutarlo in futuro, ma il suo, adesso, nel preparare la sua vendetta contro alcuni babbani che lo avevano picchiato durante l’estate.

Oh ma io penso anche agli scherzi … solo che non lo faccio tutto il tempo…
Disse, giusto per non far credere al docente di essere un secchione che pensava solo ed esclusivamente allo studio, agitandosi leggermente sulla sedia. Teoricamente il motivo principale per cui era andato lì si era esaurito, però Jorge, ora che aveva scoperto quanto potesse essere disponibile Turner, era restio ad andare via, visto che aveva altri dubbi magico che lo assillava ma che non era proprio attinente alla materia del docente.

Professore… - esordì quindi, palesemente a disagio – …potrei farle una domanda o due che non c’entrano nulla con la Trasfigurazione?
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Messaggioda Lucas » 21/11/2012, 22:39

Bè in effetti… si…

Per Lucas fu una bella cosa che Jorge si accorgesse del fatto che, probabilmente, fare degli esperimenti, peraltro non sicuri, avrebbe di conseguenza comportato il dispendio degli ingredienti presenti nelle scorte della professoressa Bennet, e quindi non fosse, forse, la cosa più giusta.
A prescindere da questo, Turner avrebbe voluto evitare anche conseguenze più gravi, come il danneggiamento degli oggetti personali della donna, o, ancor più grave, quello di un'aula di lezione come quella di Pozioni.

Tanto un’esplosione in più una in meno…

Il danneggiamento o la rottura degli oggetti non sono mai una bella cosa - replicò Lucas, con l'aria non di chi lo stava rimproverando, ma di chi si stava lasciando andare ad una riflessione ad alta voce - Per alcune persone certi oggetti rappresentano dei simboli importanti della loro vita, del loro percorso... e spingerli ad accettare la possibilità di danneggiarli per fare una prova è una bella responsabilità. Lei sarebbe pronto ad assumersela?

Domandò Lucas, posando gli occhi chiari sul bambino con un certo interesse, perché davvero incuriosito dalla risposta che avrebbe potuto dare: era un modo come un altro per conoscere un suo studente, che subito dopo si premurò di sottolineare come anche lui, proprio come i suoi coetanei, pensasse agli scherzi ed al divertimento.

Oh ma io penso anche agli scherzi … solo che non lo faccio tutto il tempo…

Un buon equilibrio è sempre necessario, anche nelle piccole cose come questa.

Commentò il docente, annuendo con aria compiaciuta.
Prese un sorso di té ed un pasticcino alla frutta, degustandolo lentamente visto che il Delfinazzurro sembrava, nonostante avesse avuto le sue risposte, restio ad andarsene, come se ci fosse ancora qualcosa che lo impensieriva.
Ed infatti...

Professore… potrei farle una domanda o due che non c’entrano nulla con la Trasfigurazione?

Naturalmente, signorino Alvares - lo rassicurò lui con un sorriso - Spero soltanto di essere in grado di risponderle. Avanti, mi dica tutto.
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Messaggioda Jorge » 21/11/2012, 23:32

Il danneggiamento o la rottura degli oggetti non sono mai una bella cosa. Per alcune persone certi oggetti rappresentano dei simboli importanti della loro vita, del loro percorso... e spingerli ad accettare la possibilità di danneggiarli per fare una prova è una bella responsabilità. Lei sarebbe pronto ad assumersela?

Per Jorge un oggetto era sempre e solo un oggetto, un qualcosa che andava usato perché serviva a uno scopo preciso e se nell’uso corretto finiva per essere usurato, danneggiato o distrutto.. bè era un rischio del mestiere no? Se poi si parlava di calderoni era normale che finissero per essere ammaccati, sporcati in maniera irreversibile e anche esplodere proprio perché chi ci lavorava era qualcuno che di pozioni non ne sapeva nulla. Se proprio si dovevano tenere i calderoni al sicuro da simili eventi nefasti allora forse la Bennet doveva inventarsi un altro modo per insegnare loro la parte pratica di preparare le pozioni. Ovviamente questo lungo e articolato ragionamento nella mente di Jorge si sintetizzò in un semplice e sconfortante “perché doversi preoccupare tanto di un oggetto?” Però di sicuro non poteva dire quello a Lucas, non dopo che lui lo aveva elogiato in quel modo, così Jorge corrugò la fronte e assunse un atteggiamento da “pensatore” che lo rendeva alquanto buffo visto che aveva solo dodici anni. Si mise a pensare agli oggetti non in quanto cose generica, ma cose a cui lui teneva, tipo la ciocca di capelli della sua Ninfa per la quale aveva intagliato a posta un portagioie di legno e si rese conto che si, in effetti, quella era un simbolo importante per lui e non avrebbe permesso a nulla e a nessuno di rovinarla per nessun esperimento.

No… se la Bennet tiene tanto ai suoi calderoni no, non mi sembra corretto chiederle una cosa del genere anche se…- e si morse il labbro rendendosi conto che stava per dar voce a un pensiero che forse avrebbe potuto rovinare la sua reputazione appena acquisita ma ormai il danno era in parte fatto e non sapeva come uscirne fuori con eleganza - …. non capisco come fa un pozionista ad affezionarsi a un calderone o a un ingrediente. Come fa a sperimentare e a fare un sacco di scoperte nuove e utili se non sopporta l’idea di perderli?

Logica molto terra terra quella del portoghese che metteva in dubbio la vocazione della Bennet come pozionista perché dal suo punto di vista non si faceva una crostata se si era affezionati alle uova. Subito dopo quella considerazione Jorge invece di ringraziare e andarsene rimase seduto, indeciso se poter porre o meno un’altra domanda al docente.

Naturalmente, signorino Alvares. Spero soltanto di essere in grado di risponderle. Avanti, mi dica tutto.

Oh io penso di si.

Rispose sicuro il Delfino per poi auto tapparsi la bocca. Li aveva visti Turner e la Samyliak alla festa di inaugurazione del negozio di Alexis stare vicini e tenersi per mano e questo voleva dire che lui di sicuro sapeva un sacco di cose su di lei, incluso il fatto se fosse davvero capace o meno di sapere all’istante se qualcuno era venuto meno a una promessa fattale.

Seee e mo che gli dico? Sa la Samyliak ha chiesto a Cappie di mantenere un segreto su una cosa ma lei lo ha detto a me. Secondo lei è possibile che la Prof lo sappia e quindi io e la mia sorellina siamo due studenti morti?

Si prese in giro mentalmente il Delfino mentre cercava un modo per formulare la domanda senza dare troppi particolari o mettere nei guai nessuno perché sicuro come la morte che se avesse spifferato la cosa della fiamma al Prefetto dei Tassi la sua sorellina gliel’avrebbe fatta pagare in maniera anche molto dolorosa.

Volevo sapere se esiste un incantesimo o un modo in generale per scoprire subito se qualcuno viene meno alla parola data. – disse quindi, nascondendo il viso nella tazza da tè facendo finta di bere un altro sorso – Cioè se lei adesso mi fa promettere che la nostra conversazione deve restare privata può assicurarsi che io non lo dica a nessuno? Che ne so… tipo un allarme magico che suona nel momento in cui io spiffero tutto a qualcuno…
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