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da Lucas » 05/10/2012, 19:18
La sua donna, la sua amata compagna, sembrava come… fuori dal mondo. Nonostante Lucas le avesse posato le mani sulle spalle, nonostante avesse chiamato il suo nome, supplicandola di tornare in sé, di tornare a quel presente e alla realtà dove lui era accanto a lei, gli occhi vitrei di Tisifone erano la palese dimostrazione di come la mente della donna fosse ancora lontana, persa non si sapeva bene dove. Si lasciò accarezzare le labbra ed il viso dalla sua mano che, fredda e delicata, sembrava volerne studiare i tratti come qualcuno che era improvvisamente diventato cieco e non potendo più usare la vista si affidava al tatto per comprendere il mondo che lo circondava: non seppe dire se quello fosse un tentativo da parte della compagna di tornare alla realtà, ma la cosa sicura fu che quando i polpastrelli delle dita di lei entrarono a contatto col sangue che colava dalla ferita sulla sua guancia qualcosa dovette scattare nella mente di Tissy, al punto da lasciarla perplessa e convincerla a ripassare le dita sullo stesso punto.
Hummm...
Tissy…
La richiamò una seconda volta Lucas, lasciando che da quella semplice parola trapelasse tutto l'amore e la preoccupazione che in quel momento stava provando per lei: e quando le sue dita percepirono per la seconda volta il sangue, finalmente il suo sguardo tornò vigile e presente e si posò sul volto del giovane uomo, deturpato da quella ferita per fortuna non troppo profonda che sembrò capace di scuoterla definitivamente dal suo torpore.
Oh Merlino Lucas.. mi spiace davvero tanto... scusami... Io...
Vieni qui.
Lo sussurrò nell'esatto momento in cui Tisifone dimostrò di doversi rifugiare tra le sue braccia: le allargò infatti, permettendole nel giro di qualche istante di rannicchiarsi a lui e finalmente sfogarsi nel modo migliore, l'unico che però Lucas non le aveva proposto per paura che lei si sentisse troppo orgogliosa per prenderlo in considerazione. Piangere. Un pianto silenzioso, un pianto sentito che sicuramente le avrebbe permesso di liberarsi di tutta quella rabbia accumulata. La strinse semplicemente a sé e non disse nessuna frase come "E' tutto passato", "Non devi piangere", "Va tutto bene" perché secondo lui erano commenti del tutto inutili: non era passato, aveva il diritto di piangere e sicuramente non andava tutto bene altrimenti non si sarebbero spiegate quelle lacrime. La cosa migliore, dal suo punto di vista, era farle percepire il suo calore, farle comprendere che sì, lui c'era per lei, e sarebbe rimasto lì con lei per tutto il tempo necessario a farla sentire meglio: avrebbe potuto piangere per ore ed ore e Lucas non si sarebbe scostato di un millimetro perché era questo che voleva fare per la donna che amava; proteggerla, starle accanto, alleviare il suo dolore come poteva rispettando però la sua necessità di sfogarlo ed abbandonarsi anche ad esso. L'importante era che poi tornasse da lui. Per questo dopo un lasso di tempo piuttosto ampio - forse 15, 20 minuti - si permise di darle un piccolo bacio tra i capelli, come a volerla aiutare a mantenere quel contatto con la realtà che forse Tisifone rischiava di perdere nuovamente, chi poteva dirlo.
Perché non mi fai vedere quanto sono gravi le tue ferite?
Tipico dell'ex Tassorosso pensare prima agli altri e poi a se stesso: c'era solo da sperare che fosse anche per questo che Tisifone se n'era innamorata.
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da Tisifone » 05/10/2012, 23:08
Aveva abbassato la guardia, si era lasciata andare, aveva permesso alle sue emozioni di prendere il sopravvento anche se solo per una manciata di secondi e il risultato era davanti ai suoi occhi, nella forma di un taglietto sulla guancia del suo ragazzo. Il suo primo istinto di Tisifone fu di materializzarsi lontano da Lucas che aveva ferito, dai suoi padrini che l’avevano ferita, lontano da tutti, e rifugiarsi nella piccola dacia in Russia dove avrebbero dovuto andare insieme a metà luglio.
Vedi milaja cosa accade a lasciare che sia il cuore a guidare le nostre azioni?
La sua coscienza con la voce dolce e cattiva allo stesso tempo di Demetri insinuava dubbi dentro di lei perché anche se lo scoppio era stato causato dalla rabbia, questa era pur sempre un sentimento e di conseguenza era governato dal cuore. E lo avrebbe fatto se non fosse stato per quello sguardo carico di amore e preoccupazione con cui l’ex Tassorosso la stava guardando, privo di qualsiasi accenno di accusa o di biasimo per quello che era appena accaduto. Così si arrese, permise al tumulto di emozioni che la stavano quasi per soffocare di guadagnarsi la strada della libertà come meglio credevano, pur sapendo che il modo sarebbe stato uno solo: piangere. Piangere fino a versare anche l’ultima lacrima, fino a quando il suo animo fosse diventato di nuovo arido, e non ci fosse rimasto più nulla a cui appigliarsi. Stretta tra le braccia calorose e amorevoli di Lucas, cullata dalla sua presenza forte ma silenziosa, Tisifone versò tutte le lacrime che in più di trent’anni di vita non aveva versato. Lacrime di rabbia e di impotenza nei confronti dei padrini si mescolarono a quelle per la morte dei genitori, a cui si aggiunsero lacrime di dolore per la perdita subita. Non seppe per quanto tempo rimase lì in piedi a piangere, le mani che circondavano la schiena di Lucas e saldamente aggrappate alle sue spalle, come se fosse la sua ancora, l’unico appiglio reale che le impedisse di scivolare in quell’antro buio da cui era appena riemersa.
Grazie…
Mormorò quindi con voce secca e un po’ impastata di chi avrebbe bisogno di un litro d’acqua per reidratarsi quanto il ragazzo le diede un piccolo bacio tra i capelli sollevando verso di lui il suo viso, stanco e provato, gli occhi rossi ma asciutti. Si sentiva meglio,adesso, stanca e provata nel corpo e nello spirito, ma allo stesso tempo più leggera anche se non spensierata. Era come se con le lacrime fosse scivolati via anche i sentimenti che provava nei confronti dei padrini, lasciando al loro posto una piccola porzione di deserto, svuotandola completamente.
Perché non mi fai vedere quanto sono gravi le tue ferite?
Cosa? – disse scuotendo il capo come se non riuscisse a comprendere il senso di quella semplice frase. Era lui quello ferito, la leggera striscia di sangue che macchiava la sua guancia e il suo dito ne erano una prova, quindi perché doveva essere lei a farsi controllare? – Ma se sei…
Provò a controbattere ma adesso che l’adrenalina era scemata e la spossatezza iniziava a impadronirsi delle sue membra i vari piccoli tagli di cui le braccia e il collo erano disseminati incominciavano a farsi sentire, diffondendo ondate di bruciore che andavano a scuotere il suo sistema nervoso.
Solo se mi assicuri che quella – e sfiorò delicatamente con il dito la porzione di pelle subito al di sotto del taglio per cercare di arrecargli il minoro dolore possibile – è l’unica ferita che hai.
E abbozzò un piccolo sorriso di ringraziamento per tutta quella premura che stava dimostrando nei suoi confronti e si, lo amava anche per questo suo altruismo. Se lui glielo avesse confermato allora Tisifone avrebbe acconsentito di buon grado a farsi visitare da lui, eventualmente sedendosi sul letto o in qualsiasi altro posto Lucas avrebbe considerato adatto per eseguire quella operazione.
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da Lucas » 06/10/2012, 21:06
Grazie…
In quel momento capì che aveva fatto la cosa giusta, e che lasciarla libera di piangere era stata la decisione migliore: Lucas poteva solo immaginare e fare ipotesi, ma qualcosa gli diceva che quelle lacrime non riguardavano soltanto ciò che era appena successo quanto tutto il suo passato; era come se quel pianto rappresentasse per lei ciò per cui non si era mai permessa di stare male. Ed il giovane uomo era felice che quel momento così triste certo, ma anche liberatorio, lo stesse condividendo con lui. Le accarezzò il viso con dolcezza, sorridendo alla donna che tanto amava, e subito dopo propose a Tisifone di farsi curare i piccoli tagli che aveva sparsi un po' sul collo, sulle braccia e forse anche sulle gambe, ferite che la compagna in un primo momento sembrò non notare nemmeno.
Cosa? Ma se sei…
… tu quello ferito?
Concluse la frase per lei, con un piccolo sorriso sghembo che voleva avere il potere di farla sorridere a sua volta, un modo come un altro insomma a cui Lucas voleva ricorrere per sdrammatizzare un po' la situazione.
Purtroppo la mia scarsa prontezza di riflessi non mi ha permesso di proteggerti come avrei voluto… e questo è il risultato.
Aggiunse, scuotendo il capo con fare colpevole ora, mentre la mano che le accarezzava la guancia non fermava il suo incedere ma anzi, col pollice andava a disegnare il contorno delle labbra di lei. Gli occhi, quelli erano fissi nei suoi così intensamente da potercisi perdere dentro, come se l'intento di Lucas fosse quello di scendere giù, oltre il cuore e fin dentro l'anima della sua Tissy per abbracciarla e proteggerla, sempre.
Solo se mi assicuri che quella è l’unica ferita che hai.
Lo giuro solennemente.
Mormorò il giovane uomo in risposta, ampliando il suo sorriso mentre ora metteva mano alla bacchetta e finalmente, con la compagna ben vigile e presente, poteva curarla come si doveva: bastarono un paio d'Incantesimi silenziosi ed immediati per pulire ed "incerottare" quelle ferite, che per fortuna proprio come quella che lui aveva sul viso non erano profonde ma semplicemente molto, molto fastidiose.
Ecco qui… ora sì che sei perfetta - sussurrò Lucas, riponendo la bacchetta per poi fissarla con una luce nuova negli occhi - Eppure manca ancora una cosa…
La studiò ancora per un istante, quasi fosse incerto su cosa fare, ed alla fine ecco che con un gesto fluido posò una mano sulla sua schiena e l'altra sotto le sue gambe, e la prese in braccio tirandola su con semplicità, come se la compagna non gli pesasse per niente. E chissà che non fosse proprio così.
Ti va qualche coccola adesso? Ho una gran voglia di riempirti di baci fino a farti addormentare.
No, niente sesso. Lucas voleva provare a Tisifone che aveva compreso come per lei il sesso fosse stato, in passato, una valvola di sfogo, e non voleva che anche con lui la donna lo accostasse allo stesso scopo. Ecco allora che le aveva proposto delle semplici coccole, un modo per starsi vicini ed amarsi distendendo completamente i propri nervi. La posò sul letto, delicatamente, e si stese accanto a lei, accarezzandole nuovamente il viso, i capelli, le braccia: voleva che si riempisse di lui, che respirasse il suo profumo fino ad inebriarsene; voleva farle perdere la cognizione di tempo e spazio, voleva che pensasse solo a lui.
Perché io da un po' di tempo non faccio altro che pensare solo a te…
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da Tisifone » 07/10/2012, 10:40
La sensazione del sangue di Lucas sulle dita aveva strappato con forza Tisifone dall’”angoletto felice e asensoriale” in cui si era rifugiata, mettendola davanti a una scena che avrebbe tanto voluto non vedere mai: il suo compagno ferito, per fortuna solo superficialmente, a causa sua. Quella consapevolezza, insieme alle piccole scariche di dolore che iniziava ad avvertire in diverse parti del corpo, le mozzò il fiato in gola impedendole di continuare la frase che stava pronunciando.
… tu quello ferito?
Prontamente Lucas venne in suo aiuto, offrendole le parole che lei non riusciva a dire, senza però il tono di accusa che si sarebbe aspettata. Anzi esibendo quel piccolo sorriso che lei adorava tanto e che chiamava, anzi no pretendeva, un gemello in cui specchiarsi. Così come mosse da un incantesimo, gli angoli della bocca della donna si sollevarono all’insù e le linee del viso si addolcirono leggermente.
Purtroppo la mia scarsa prontezza di riflessi non mi ha permesso di proteggerti come avrei voluto… e questo è il risultato.
Finirai mai di sorprendermi? – mormorò a bassa voce, posando un piccolo bacio su quel dito che andava accarezzando le sue labbra – Ho appena distrutto più o meno ogni oggetto fragile della stanza, ci sono vetri dappertutto, hai un taglio sulla guancia, grazie al tuo Protego non dobbiamo scomodare la Vilvarin dalle serre – perché per nessun motivo al mondo avrebbe messo piede al San Mungo vista l’elevata probabilità di trovare Asher come medico di turno – e tu, invece di inveire anche solo un pochino contro di me e la mia scarsa capacità di autocontrollo che fai? Ti scusi per non essere stato capace di proteggermi da cosa? Qualche graffietto?
C’era stupore nel tono di voce di Tisifone, come se non potesse credere che tutto quello che stesse accadendo davvero, come se una parte di lei si aspettasse da un momento all’altro che accadesse qualcosa di terribile a dare ragione ai suoi padrini. Alla luce delle sue esperienze passate, la Divinante infatti faceva ancora fatica a credere che Lucas potesse essere davvero in quel modo, cristallino, dolce e premuroso all’inverosimile, così diverso da lei. Ed era proprio quella diversità a farla innamorare perdutamente di lei perché se era vero che nell’altro si cercava quello che non si aveva e di cui si necessitava, allora Lucas rappresentava la metà perfetta per lei. Aveva tenuto gli occhi aperti e fissi in quelli di lui, mentre una mano si andava a posare sul petto dell’altro, all’altezza del cuore, solo per il desiderio di sentirlo battere contro il proprio palmo. Prima però di permettergli di curarla, lei doveva almeno sincerarsi che lui non avesse altre ferite che non riusciva a vedere.
Lo giuro solennemente.
Annuì a quel giuramento, il suo sorriso che si ampliava di riflesso per quello che illuminava il viso del collega, e poi rimase ferma mentre lasciava che la magia di Lucas fluisse dalla sua bacchetta sulla sua pelle e, con un lieve pizzicore, sanasse le sue ferite.
Ecco qui… ora sì che sei perfetta – Tisifone sollevò gli occhi al cielo per quella affermazione, fintamente disperata per quell’esagerazione. Lei si sentiva tutto meno che perfetta, anche se il sapere che per il suo uomo lo era dava una scossa positiva al suo ego distrutto dall’incontro con Asher -Eppure manca ancora una cosa…
Cos…
Non fece in tempo a chiedere cosa mancasse che Lucas con un gesto fulmineo la prese in braccio come se fosse un fuscello, strappandole un gridolino di sorpresa che si trasformò in una piccola e breve risata. Istintivamente Tisifone, ben lungi dal voler protestare, avvolse le braccia intorno al suo collo e posò la testa sulla sua spalla, posando un leggero bacio sulla porzione di pelle lasciata scoperta dalla camicia.
Ti va qualche coccola adesso? Ho una gran voglia di riempirti di baci fino a farti addormentare.
Coccole. Il suo corpo ancora carico di sensazioni forti di cui non si era riuscito a liberare con le lacrime di prima voleva protestare, opporsi forse a quella proposta così dolce che però lo avrebbe lasciato così, carico e insoddisfatto. Le coccole potevano obnubilare la mente ma non irretire i sensi, oppure si sbagliava? Che forse Lucas poteva insegnarle un modo nuovo, diverso, di imbrigliare la propria rabbia e renderla inoffensiva?
Diciamo allora una marea di coccole.
Disse dopo un po’, stringendo con più forza le braccia intorno al suo collo, gli interrogativi di prima spazzati via da una semplice consapevolezza: lo amava e quindi non lo avrebbe mai usato per nulla. Si lasciò distendere sul letto e, una volta che lui si sistemò accanto a lei, gli si accoccolò contro, gli occhi chiusi, per godersi quell’istante di pura pace in cui esistevano solo loro due. Gli accarezzò il petto, risalì fino al viso, gli sfiorò con un dito le labbra e gli accarezzò una guancia per poi andare ad affondare la mani tra i suoi capelli.
Bisogna prima curare la tua, di ferita.
Gli sussurrò, sollevandosi su un braccio e avvicinando al taglio non la punta della bacchetta ma le labbra. Con un guizzo lento e sensuale, la lingua di Tisifone tracciò i contorni della ferita, assaporando il suo sangue, incurante della reazione, anche forse di disgusto, che quel gesto avrebbe potuto generare in Lucas. Lo baciò in un modo che, per lei, era dolce e sensuale, prima di mettere mano alla bacchetta e disinfettarlo come si deve.
Ora anche tu sei perfetto.
Lo canzonò, sfiorando con la punta del naso quella dell’altro, prima di riaccoccolarsi al suo fianco.
Come fai? – chiese quindi dopo un paio di minuti di silenzio, in cui si era lasciata coccolare, accarezzando a sua volta il corpo di lui – A rimanere così calmo, dico. Ti ha davvero lasciato così… indifferente… quello che è accaduto?
Aggiunse, sollevando su di lui i suoi occhi blu da traspariva un bisogno di comprendere quel lato del carattere dell’altro, dandogli anche la possibilità, se voleva, di sfogarsi.
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da Lucas » 07/10/2012, 17:03
Sì, si sentiva in colpa per non averla protetta a dovere. D'altronde era lui l'uomo della coppia, era lui che in teoria doveva prendersi cura di lei e difenderla, e per quanto Tisifone fosse perfettamente in grado di cavarsela da sola - l'aveva dimostrato in diverse occasioni d'altronde - Lucas sentiva comunque il bisogno di proteggerlo da tutto e da tutti, compresa se stessa.
Finirai mai di sorprendermi?
Mh? Che intendi?
Domandò il giovane uomo, aggrottando appena la fronte in un'espressione confusa.
Ho appena distrutto più o meno ogni oggetto fragile della stanza, ci sono vetri dappertutto, hai un taglio sulla guancia, grazie al tuo Protego non dobbiamo scomodare la Vilvarin dalle serre e tu, invece di inveire anche solo un pochino contro di me e la mia scarsa capacità di autocontrollo che fai? Ti scusi per non essere stato capace di proteggermi da cosa? Qualche graffietto?
Io vorrei proteggerti da ogni cosa - replicò Lucas, che pur avendo sorriso di fronte alle parole di lei, a quel tono a metà tra l'incredulo e l'innamorato, adesso la guardava negli occhi molto seriamente - Dal vento che ti sferza tra i capelli, dal Sole che bacia il tuo splendido corpo, dall'acqua che bagna la tua pelle delicata... lo so, sono un inguaribile e sdolcinato romantico. Ma potessi ti farei da scudo ogni secondo, Tissy, perché sei il mio tesoro più prezioso e non posso nemmeno pensare di perderti.
Si poteva amare così una donna? E se così stavano le cose, allora come aveva potuto davvero pensare di amare Julie, anni prima? Quello che aveva provato per la bella americana non era nulla di fronte al sentimento che pulsava ora nel suo cuore per la docente di Divinazione, così particolare nel carattere quanto bella nell'aspetto: lo faceva impazzire. E fu per questo che dopo averle curato le ferite con la bacchetta la prese in braccio, stringendola a sé e proponendole un po' di coccole: forse alla donna sarebbe risultata strana quella proposta, forse credeva che con le coccole non ci si potesse sfogare... beh, era pronto a dimostrarle il contrario.
Diciamo allora una marea di coccole.
Ai vostri ordini, mia Regina.
Regina del suo cuore, ovviamente. La fece stendere sul letto e si stese a sua volta accanto a lei, lasciando che Tisifone gli si accoccolasse vicino, accarezzandogli il viso e perdendosi tra i suoi capelli prima di alzare lo sguardo su di lui, su quella piccola ferita alla guancia.
Bisogna prima curare la tua, di ferita.
Vuoi pensarci tu?
Le domandò in un sussurro, che si trasformò in un sospiro quando la lingua di lei percorse quella ferita, disinfettandola con la saliva calda della donna e facendola immediatamente smettere di pulsare e bruciare.
Ora anche tu sei perfetto.
E tu sei la panacea di tutti i miei mali.
Rispose Lucas, stringendola a sé e cominciando ad accarezzarle il viso ed il braccio con dolcezza mentre l'altra mano, sulla schiena, la teneva stretta al suo corpo quasi temendo che potesse sfuggirgli via.
Come fai? A rimanere così calmo, dico. Ti ha davvero lasciato così… indifferente… quello che è accaduto?
Non rispose subito a quella domanda, socchiudendo gli occhi in un gesto di riflessione: alla fine, un sorriso sghembo appena accennato fece incurvare le sue labbra mentre il capo veniva scosse lentamente.
No, affatto. Sul momento, quando ho visto come avevi reagito alle parole di Asher, quando ho percepito il dolore che provavi attraverso il tuo viso... avrei voluto picchiarlo. Sul serio, sentivo le mani prudere.
Confessò Lucas con un piccolo sospiro, sperando che alla compagna non dispiacesse troppo sentire quelle cose anche se erano rivolte a qualcuno di così importante per lei.
Ma poi ho capito che è solo tanto, tanto preoccupato per te. Ed io non posso biasimarlo né dargli torto quando so perfettamente che il suo unico scopo è quello di proteggerti. Avrebbe potuto comportarsi meglio? Indubbiamente. Ma a differenza di quanto potranno mai pensare i tuoi padrini, io non me ne vado. E proprio come i miei genitori, quando vorranno vedermi e saranno disposti a conoscermi... io sarò ben lieto di aprire il mio cuore a loro, come ho fatto con te.
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Lucas
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da Tisifone » 07/10/2012, 19:01
La domanda le era uscita spontanea, anche se in realtà ci stava pensando da un po’, o meglio ci pensava ogni volta che Lucas si dimostrava talmente premuroso e comprensivo da rasentare la perfezione. Peccato che le avevano insegnato non solo che la perfezione non esisteva ma che il più delle volte nascondeva delle insidie.
Io vorrei proteggerti da ogni cosa – la serietà nello sguardo di Lucas era quasi palpabile e Tisifone se ne sentiva avvolta, come in una coperta protettiva e non soffocata come le era a volte capitato in un passato che andava sempre più sbiadendo ai suoi occhi - Dal vento che ti sferza tra i capelli, dal Sole che bacia il tuo splendido corpo, dall'acqua che bagna la tua pelle delicata... lo so, sono un inguaribile e sdolcinato romantico. Ma potessi ti farei da scudo ogni secondo, Tissy, perché sei il mio tesoro più prezioso e non posso nemmeno pensare di perderti.
Come rispondere a una dichiarazione d’amore così dolce, sincera e toccante? Non c’erano parole nella mente della Divinante capaci di poter anche solo avvicinarsi a quelle appena pronunciate dal suo compagno. Educata dai padrini a bastare a se stessa e spinta dalle esperienze della vita a non fidarsi di nessuno, adesso si trovava di fronte a una persona che voleva, fortemente, prendersi cura di lei, essere per lei un punto di riferimento costante, qualcuno a cui appoggiarsi, a cui chiedere consiglio, con cui dividere e condividere ogni istante della sua vita. Preferì quindi che fossero i suoi gesti a esprimere quello che non poteva dire, posando una mano sul suo petto e sfiorando le sue labbra con un bacio dolce, casto per certi versi, ma molto intimo.
Ti amo come non credevo fosse possibile
Gli sussurrò sulle labbra, prima di posarvi un altro bacio. Era solo un lento sfiorarsi, un contatto fugace, ma che per Tisifone voleva dire tutto, una sorta di muta accettazione del ruolo che lui aveva deciso di svolgere nella sua vita a tempo indefinito.
Non voglio andare da nessuna parte che non sia qui con te… E se mai dovessi perdermi… ti prego riportami a casa da te…
Aggiunse subito dopo, spinta dalla paura che il suo brutto carattere e le sue cattive abitudini potessero un giorno portarla lontana da lui. Ma quello che probabilmente, a mente fredda, le avrebbe fatto prendere un colpo, era l’accenno a “casa” che stava piano piano identificando con qualsiasi luogo in cui si trovava Lucas. Subito dopo lui la prese in braccio, promettendole di affogare i sentimenti negativi in un mare di coccole e la depose delicatamente sul letto da dove lei si occupò di curare il piccolo taglio che aveva sulla guancia.
E tu sei la panacea di tutti i miei mali.
Bè dovrò pure in qualche modo contribuire alla nostra relazione no? – commentò con un tono un po’ più leggero di prima ma senza per questo prendere l’argomento alla leggera – Tu fai il cavaliere senza macchia e senza paura che difende la donzella che attira i guai come un Accio automatico e io l’infermiera premurosa che cura il tuo corpo e la tua anima.
Per un paio di minuti, Tisifone riuscì a godersi il silenzio e la pace che regnavano nella stanza, e soprattutto le coccole che Lucas le stava elargendo con dolcezza e amore. Ma purtroppo il suo animo era inquieto e non potendo ottenere soddisfazioni da chi lo aveva offeso, aveva deciso di ripiegare sull’avere delle risposte dal suo compagno in merito a quello che era accaduto poco prima. Il silenzio che seguì le fece temere di aver osato troppo, di avere cioè posto delle domande troppo personali che potevano aver offeso in qualche modo l’ex Tassorosso.
No, affatto. Sul momento, quando ho visto come avevi reagito alle parole di Asher, quando ho percepito il dolore che provavi attraverso il tuo viso... avrei voluto picchiarlo. Sul serio, sentivo le mani prudere.
Per il dolore che aveva provocato a me? – ripetè con quel tono tra l’incredulo e l’innamorato che stava diventando così naturale quando parlavano di argomenti seri con il collega – Non per come ti ha insultato?- specificò, il tono che andava via via diventando più duro a riprova che il ricordo delle parole di Asher le avrebbe bruciato ancora per molto. – Non ti avrei biasimato che lo avessi colpito – continuò sempre più distaccata con la voce, ma presente a loro con l’animo, la mano che vagava sulle spalle e sul torace di Lucas – Ero pronta ad affatturarlo per quello che ti aveva detto.
Ed era stata quella consapevolezza, cioè la capacità di attaccare il suo padrino per difendere il proprio compagno da lui, a farle comprendere qual era la portata dell’amore che provava per Lucas.
Ma poi ho capito che è solo tanto, tanto preoccupato per te. Ed io non posso biasimarlo né dargli torto quando so perfettamente che il suo unico scopo è quello di proteggerti. Avrebbe potuto comportarsi meglio? Indubbiamente. Ma a differenza di quanto potranno mai pensare i tuoi padrini, io non me ne vado. E proprio come i miei genitori, quando vorranno vedermi e saranno disposti a conoscermi... io sarò ben lieto di aprire il mio cuore a loro, come ho fatto con te. Ascoltò con attenzione le parole del ragazzo, lasciandogli un altro piccolo bacio sulla base del collo, e stringendolo con forza a sé come se temesse che potesse cambiare idea e smaterializzarsi da lì all’improvviso. Non so cosa sperare – confessò subito dopo, insinuando la mano sotto la camicia del ragazzo e iniziando a disegnare ghirigori sul suo petto nudo, sentendo il bisogno di avere un maggioro contatto con lui, sempre che Lucas non si fosse in qualche modo opposto – Vorrei che vi parlasse, vi chiariste… mi piacerebbe avere la mia famiglia unita intorno a me – e si sentiva come una sciocca bambina nel dire quelle cose a voce alta, includendo quindi Lucas come membro importante della sua vita. – D’altra parte invece vorrei che tu stessi lontano loro mille miglia. Non ci saranno prove abbastanza valide che tu possa portare loro a dimostrazione della tua buona fede. Li amo, entrambi, ma so che sono terribilmente testardi e diffidenti, Demetri soprattutto – e questo era tutto dire visto il modo in cui si era comportato Asher – E ciò che non può comprendere o cambiare lui semplicemente lo annienta.
Si non stava facendo una descrizione lusinghiera del suo padrino ma lo conosceva bene e non nutriva molte illusioni in merito.
Mi meraviglio solo che non abbia già mandato un gufo dandomi la sua personale opinione su tutta l’intera faccenda.
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da Lucas » 07/10/2012, 23:04
Onestamente temeva di averla infastidita con le sue parole, di essersi spinto troppo in là, di essere stato troppo romantico, troppo possessivo, troppo… troppo tutto insomma. La fissò negli occhi, riuscendo persino ad arrossire un poco, ma non scostò lo sguardo da lei perché voleva che Tisifone capisse quanto era stato serio nel pronunciare quelle parole, quanto per lui fosse importante che la sua donna gli credesse.
Ti amo come non credevo fosse possibile
Lo baciò una volta, poi una seconda, e quelle parole gli fecero battere il cuore all'impazzata, portandolo ad accarezzarle il viso con infinita dolcezza: sapere che la sua Tissy lo amava tanto quanto lui amava lei era la riprova che seguire il cuore, evitare i giochetti e dimostrare semplicemente la propria anima in modo cristallino erano i metodi migliori per permettere a qualcuno di legarsi a sé.
Non voglio andare da nessuna parte che non sia qui con te… E se mai dovessi perdermi… ti prego riportami a casa da te…
Ti prometto che non te ne andrai mai, che non ti perderai mai. Devi solo stringere la mia mano… - e dicendo questo scese con quella destra a prendere la gemella appartenente a lei, stringendola dolcemente - E ti giuro che non ti farò mai allontanare da me.
E sì, la sua era una promessa in tutto e per tutto. Lucas la prese poi in braccio, portandola sul letto per poterla riempire di coccole ed attenzioni, sentendosi perfetto e soddisfatto con lei accanto, tanto da definirla il rimedio più unico e prezioso che aveva.
Bè dovrò pure in qualche modo contribuire alla nostra relazione no? Tu fai il cavaliere senza macchia e senza paura che difende la donzella che attira i guai come un Accio automatico e io l’infermiera premurosa che cura il tuo corpo e la tua anima.
In effetti i guai sembrano essere parecchio attratti da te - ammise Lucas con una piccola risata bassa e divertita, baciandole la fronte con dolcezza - Ma considerato quanto sei bella, non posso dare loro torto.
E perché dover evitare di farle un complimento che, per lui, Tisifone si meritava appieno? La vedeva così bella, così perfetta nella sua imperfezione, così adorabile con quel suo carattere tutto particolare, tutto unico, tutto suo. La domanda che lei gli pose poco dopo non ricevette risposta facile da parte del giovane uomo, che difatti si prese qualche istante prima di parlare ed esprimere per una prima parte il suo pensiero.
Per il dolore che aveva provocato a me? Non per come ti ha insultato? Non ti avrei biasimato se lo avessi colpito. Ero pronta ad affatturarlo per quello che ti aveva detto.
Sono abituato ad essere insultato dal primo anno ad Hogwarts… Tassofesso, ricordi? - commentò Lucas, incurvando le labbra in un sorrisetto divertito da cui non trapelava alcun tipo di rancore per quei ricordi di sicuro dolorosi per lui - E poi non è stato nemmeno troppo duro. Insomma, avrebbe potuto aspettare di conoscermi prima di parlare, certo, ma non essendo molto lucido non avrei potuto pretendere di più.
Semplice, assurdamente semplice. Troppe volte l'avevano accusato di essere troppo buono, ma Lucas era fatto così e non ci si poteva fare nulla: difficilmente si arrabbiava e cercava sempre di comprendere le ragioni degli altri; per lui era importante farlo, per poter capire al meglio come porsi con chi gli dava contro e con cui invece si sarebbe potuto avere un dialogo totalmente costruttivo.
Non so cosa sperare. Vorrei che vi parlasse, vi chiariste… mi piacerebbe avere la mia famiglia unita intorno a me. D’altra parte invece vorrei che tu stessi lontano loro mille miglia. Non ci saranno prove abbastanza valide che tu possa portare loro a dimostrazione della tua buona fede. Li amo, entrambi, ma so che sono terribilmente testardi e diffidenti, Demetri soprattutto. E ciò che non può comprendere o cambiare lui semplicemente lo annienta.
Non devi sentirti in colpa nel volere le persone che ami riunite e strette a te, è perfettamente normale desidera una cosa del genere.
La rassicurò subito Lucas: anche lui avrebbe voluto poter avere vicino i suoi genitori, e se fosse stato semplicemente per volontà sua sarebbe successo da tempo, quindi non poteva certo biasimarla per un desiderio simile.
E tu lascia che siano diffidenti. Appena si saranno calmati andrò a parlare con Asher a quattr'occhi, e vedremo come andrà. Sai, mi sento molto egoista e cattivo nel dirlo… - e qui uno scintillio diverso animò i suoi occhi, come di malizia e possessione al tempo stesso che sì, all'effettiva lo faceva sembrare un po' malvagio - … ma non possono portarti via da me nemmeno volendo. Sei maggiorenne e puoi prendere le tue decisioni da sola, e per quanto da quel che ho capito potrebbero anche arrivare ad Obliviarti… - e qui il suo viso si storse per un momento in un'espressione infastidita - Fino a che sei con me o dentro Hogwarts sei al sicuro. Ed io non lascerò che questo cambi.
E una volta concluse quelle parole, Lucas strinse con più forza il corpo di Tisifone al suo in un gesto di pura possessione, abbassandosi per catturare le sue labbra con desiderio, forza e quasi un briciolo di cattiveria che in realtà era solo puro impeto non contenuto: i denti morsero quella bocca tentatrice e la lingua ne saggiò il sapore più e più volte, come a volersi drogare di lei. Non sapeva dire se al termine di quel bacio la compagna sarebbe stata o meno infastidita da quel gesto, ma lui aveva deciso di seguire l'istinto nel farlo, e sperava solo che fosse stata la mossa giusta.
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da Tisifone » 08/10/2012, 13:03
In effetti i guai sembrano essere parecchio attratti da te .
Ehi.. ma tu da che parte stai?
Ribattè semi offesa Tisifone per quella conferma, sbuffando quando Lucas le diede un bacio sulla fronte, proprio come se fosse una bambina piccola da tenere buona.
Ma considerato quanto sei bella, non posso dare loro torto.
Il broncio che stava nascendo sul volto della donna si trasformò in un sorriso rassegnato e dolce allo stesso tempo, accompagnato da una leggera scrollata di spalle. Come poteva anche solo fingere di essere offesa con lui quando ogni frase o punzecchiatura terminava con un complimento che aveva puntualmente la capacità di farla arrossire? Impossibile. Come era impossibile per la Divinante abituarsi non solo a tutto quel romanticismo ma anche alla capacità del collega di pensare prima a lei e poi a se stesso.
Sono abituato ad essere insultato dal primo anno ad Hogwarts… Tassofesso, ricordi?
E come poteva dimenticarlo? Quell'appellativo offensivo che riecheggiava spesso nei corridoi o veniva sussurrato a lezione aveva occupato uno dei primi posti della sua personale top ten delle assurdità di Hogwarts per almeno i primi suoi due anni di scuola. La divisione in Casate era già qualcosa che andava al di là della sua piccola capacità di comprensione di ragazzina di dodici anni, che poi un'intera Casata dovesse essere considerata patria di stolti e ingenui rasentava, appunto l'assurdo. Inutile dire che anche la superiorità ostentata dai Serpeverde era qualcosa che andava al di là della sua comprensione, incontrando l'approvazione di Asher e l'ira di Demetri.
E poi non è stato nemmeno troppo duro. Insomma, avrebbe potuto aspettare di conoscermi prima di parlare, certo, ma non essendo molto lucido non avrei potuto pretendere di più.
Non è stato troppo duro... non potevi pretendere di più...- ripetè allibita Tisifone, gli occhi leggermente sgranati - Ma allora per te cosa avrebbe dovuto fare per essere visto da te come il mostro che io ho visto?
Chiese con un tono riflessivo, come se stesse parlando più a se stessa che con lui. Un dubbio si stava insinuando nella donna e cioè che l'ex Tassorosso avesse sopportato tante e tali ingiurie nella sua vita da avere un metro di giudizio molto diverso dal suo. Un moto di rabbia, a quel dubbio, scattò nell'animo della donna, e desiderò tornare indietro nel tempo e eliminare chiunque avesse fatto del male, fisicamente o figurativamente, al suo uomo. Perchè anche se era all'apparenza fredda e distaccata, Tisifone era anche una persona altamente possessiva e protettiva nei confronti di ciò che le apparteneva e ormai, per lei, il cuore di Lucas era suo e quindi era pronta a proteggerlo da qualsiasi cosa, anche dai suoi padrini. Nonostante questo però una parte di lei ancora sperava nel lieto fine babbano.
Non devi sentirti in colpa nel volere le persone che ami riunite e strette a te, è perfettamente normale desidera una cosa del genere.
Normale ma irrealizzabile...
Sussurrò più triste che rassegnata. Non era per nulla ottimista in quel senso e quindi preferiva non sperare in un miracolo che, se non si fosse verificato, l'avrebbe portata a soffrire ancora di più.
E tu lascia che siano diffidenti. Appena si saranno calmati andrò a parlare con Asher a quattr'occhi, e vedremo come andrà.
Tu sei... - scattò su Tisifone, sollevandosi anche fisicamente, in modo da poter guardare Lucas negli occhi a pari altezza, anche se quello voleva dire sottrarsi al suo abbraccio caldo e protettivo. - Scegli un luogo pubblico, possibilmente il San Mungo... difficile che compia qualche atto sconsiderato in presenza di testimoni e in un posto dove tutti lo conoscono e lo stimano come persona posata e comprensiva.
Era partita con l'intendo di dissuaderlo da fare una cosa del genere, temendo che il compagno potesse uscire a pezzi, e non solo moralmente, da un incontro del genere. In quel modo però avrebbe dato l'idea di non fidarsi di lui, della sua capacità di difendersi e di conseguenza di difendere lei, mettendo in dubbio la virilità, in senso lato, di Lucas e questo non se lo poteva permettere, sia perchè non era vero, sia perchè avrebbe corso il rischio di offendere davvero l'altro. Così aveva deciso di soprassedere, arrivando a dargli dei consigli molto Serpeverde su come organizzare quell'incontro, mentre tornava ad adagiarsi sul letto.
Sai, mi sento molto egoista e cattivo nel dirlo… - inclinò la testa a quella premessa, assottigliando lo sguardo per cercare di comprendere cosa si celasse dietro a quello strano scintillio che illuminò i suoi occhi, uno scintillio diverso da tutto quello che aveva mai visto in lui e che invece di spaventarla le fece scorrere un brivido di eccitazione lungo la spina dorsale. … ma non possono portarti via da me nemmeno volendo. Sei maggiorenne e puoi prendere le tue decisioni da sola, e per quanto da quel che ho capito potrebbero anche arrivare ad Obliviarti…
Si Demetri sarebbe capace di farlo.
Confermò con un tono di voce piatto, non volendo arrivare ad immaginare una situazione del genere.
Fino a che sei con me o dentro Hogwarts sei al sicuro. Ed io non lascerò che questo cambi.
Non ebbe il tempo di fare nulla, neanche pensare a una qualche risposta da dare al compagno che questi si avventò su di lei con una forza e un desiderio che mai aveva usato prima e che sembrava la giusta conseguenza di quello sguardo cattivo che era comparso pochi attimi prima nei suoi occhi. Per quanto Tisifone amasse Lucas esattamente così com'era, con quel suo lato romantico e dolce e passionale, era pur sempre una donna dal passato turbolento che non disdegnava per nulla l'essere rudi e decisi. Si abbandonò del tutto quindi a quell'assalto, rilassando le membra e lasciando che lui esprimesse sul proprio corpo il senso di possesso che quel discorso aveva scatenato. Si lasciò mordere e ricambiò il bacio con arrendevolezza, lasciando la lingua in balia delle gemella e permettendogli di cibarsi di lei. Le mani, compresse tra i loro corpi, si dimenavano leggermente, frustrate per l'impossibilità di muoversi e quindi di ricambiare la stretta e accarezzarlo. Non sapeva come Lucas avrebbe interpretato quel suo modo di reagire, o forse l'assenza di reazione da parte sua, se avrebbe compreso che quella sorta di abbandono era per lei segno di grande fiducia oppure se, al contrario, avrebbe creduto che lei stava semplicemente subendo in maniera passiva il suo assalto.
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da Lucas » 08/10/2012, 16:57
Non è stato troppo duro... non potevi pretendere di più... Ma allora per te cosa avrebbe dovuto fare per essere visto da te come il mostro che io ho visto?
Tisifone sembrava proprio non riuscire a comprendere che tipo di comportamento si sarebbe aspettato Lucas per poter definire riprovevole il modo in cui era stato trattato, visto che l'accoglienza di Asher era stata liquidata dal giovane uomo in modo alquanto tranquillo e diplomatico. A quella domanda, Turner fece spallucce con un leggero sospiro e sorrise alla compagna, forse per tranquillizzarla sapendo che le sue successive parole non le sarebbero affatto piaciute.
Beh, una volta a scuola mi sono preso un bel po' di calci nello stomaco da alcune Serpi e qualche Drago, per la mia appartenenza ai Tassorosso. Diciamo che se mi avesse picchiato a sangue trascinandoti via da me, ecco... lì sì che l'avrei considerato un mostro.
Rispose alla fine, serio nel tono quanto nello sguardo: no, non stava scherzando, non biasimava il Medimago per quanto gli fosse dispiaciuto esser trattato in quella maniera. E fu proprio in virtù di quel dispiacere, che Lucas imputava alla semplice mancanza di conoscenza, che espresse subito dopo a Tisifone la sua volontà di andare a parlare con lui quanto prima.
Tu sei...
Uhm?
Qualsiasi cosa la sua compagna volesse dire alla fine subì un cambiamento, visto che dopo un momento di pausa il discorso di Tisifone riprese in tutt'altro modo rispetto all'introduzione.
Scegli un luogo pubblico, possibilmente il San Mungo... difficile che compia qualche atto sconsiderato in presenza di testimoni e in un posto dove tutti lo conoscono e lo stimano come persona posata e comprensiva.
Per atto sconsiderato intendi proprio il prendermi a calci ovunque? - domandò Lucas ridacchiando e tornando poi serio, non volendo far pensare alla donna che non prendesse sul serio i suoi consigli - Avevo già pensato di andarci a parlare sul lavoro Tissy, stai tranquilla... ho fiducia in lui perché abbiamo una cosa in comune: ti amiamo entrambi. Non sarà facile, ma vedrai che riuscirò a dimostrargli che può fidarsi di me.
Ci credeva davvero in quelle parole, e avrebbe fatto in modo che anche Brightless arrivasse a crederci. Quel momento di riflessioni fu però soppiantato presto da un gesto istintivo del giovane uomo, che in un impeto di passione e possessione baciò con ardore e quasi forza la compagna, sentendosi ricambiato - o almeno lui leggeva questo nel suo modo di fare, sapendo che se lei non avesse voluto di sicuro non sarebbe rimasta inerme a lasciarlo fare - e così ancora più invogliato a proseguire. La strinse a sé, spostandosi col corpo così da finire sopra di lei, con le mani appoggiate ai lati del suo viso sul materasso così da darle maggiore libertà di movimento, e poterla perciò fissare negli occhi, quegli occhi bellissimi che si specchiavano così ora in quelli di lui velati dal desiderio.
Sei così dannatamente bella...
Sussurrò, scivolando sul suo collo per iniziare a baciarlo con dolcezza e lascivia al tempo stesso, mordicchiando, leccando e baciando ogni porzione di pelle: eccole le coccole che piacevano a Lucas, quel lento dare piacere e al tempo stesso distendere i nervi... o almeno lui la vedeva così. Sarebbe piaciuto anche a lei? Turner lo sperava, perché avrebbe voluto continuare così tutta la sera.
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da Tisifone » 08/10/2012, 22:02
Beh, una volta a scuola mi sono preso un bel po' di calci nello stomaco da alcune Serpi e qualche Drago, per la mia appartenenza ai Tassorosso. Diciamo che se mi avesse picchiato a sangue trascinandoti via da me, ecco... lì sì che l'avrei considerato un mostro.
Pensare che quella piccola rivelazione non le sarebbe piaciuta era come dire che Voldemort era solo un tantino contrariato dalla presenza dei nati babbani nel Mondo Magico. Il sorriso che Lucas le rivolse non fu quindi sufficiente a tranquillizzarla, anche se riuscì a contenere la sua reazione, la mano sinistra che dal petto del ragazzo scivolava già sul letto ad artigliare il lenzuolo per cercare in un qualche modo di sfogare la rabbia che le stava montando dentro. Se Asher avesse solo accennato alla possibilità di malmenare il compagno Tisifone lo avrebbe pietrificato sul posto, figuriamoci permettergli di trascinarlo lontano da lei. Questo piccolo aneddoto, però, oltre a far emergere il suo lato protettivo, le fece venire in mente che forse avrebbero dovuto tenere maggiormente d’occhio gli studenti di Tassorosso per assicurarsi che certi atti di bullismo non si verificavano più. Come se fino a quel momento non l’avesse stupita abbastanza, Lucas decise di dare il classico colpo di grazia al suo già provato autocontrollo, confidandole la sua intenzione di incontrarsi con Asher per parlare di loro. La prima immediata reazione di Tisifone fu quella di impedirgli a tutti i costi di compiere quell’atto, ai suoi occhi, suicida, ma alla fine decise di desistere, limitandosi a dare all’ex Tassorosso solo dei piccoli consigli pratici.
Per atto sconsiderato intendi proprio il prendermi a calci ovunque? – la mano sinistra della donna mollò il lenzuolo per scontrarsi contro il torace del ragazzo in un gesto di avvertimento a non prenderla in giro - Avevo già pensato di andarci a parlare sul lavoro Tissy, stai tranquilla... ho fiducia in lui perché abbiamo una cosa in comune: ti amiamo entrambi. Non sarà facile, ma vedrai che riuscirò a dimostrargli che può fidarsi di me.
Vorrei avere metà della fiducia che hai tu…
Quella frase Tisifone riuscì solo a pensarla, visto l’irruenza e la passione con cui Lucas la coinvolse in un bacio rude, focoso ai limiti della violenza, a cui lei rispose dandogli pieno accesso alle proprie labbra. Il brivido di eccitazione che aveva avvertito scorgendo negli occhi del compagno una luce diversa, quasi cattiva, tornò prepotente a scorrazzare per il suo corpo,già sovraeccitato per l’eccesso di adrenalina che le scorreva nelle vene. Non appena lui si spostò, liberandole così le braccia, Tisifone andò ad avvolgere le mani intorno al suo collo, accarezzandogli la pelle nuda e scompigliandogli i capelli, gli occhi fissi in quelli di lui, di cui rispecchiavano il desiderio e non solo, le labbra lucide e rosse per il bacio che si erano appena scambiati e le guance leggermente accaldate.
Sei così dannatamente bella...
E in effetti la donna sembrava il ritratto della lussuria, dell’amore peccaminoso che travolgeva i sensi e non lasciava che cenere al suo passaggio. Le mani di Tisifone iniziarono a fremere, aprendosi e chiudendosi intorno alle ciocche del ragazzo, come se desiderassero avvolgersi intorno ad altro, mentre la donna inarcava la testa all’indietro per facilitargli all’accesso a quella generosa porzione di pelle nuda, grazia all’ampio scollo a barca del vestito bianco che indossava, preparandosi alla lunghissima sessione di coccole che il compagno le aveva promesso. Ma se i baci delicati con cui aveva iniziato a vezzeggiarla avevano il potere di rilassarla, i morsi e le leccatine che li seguirono non fecero altro che infiammare i suoi sensi già ben all’erta.
Mhuhhh….
Mugolò in segno di apprezzamento, agitando il busto disteso sotto il corpo di Lucas.
Questo non rientra nella mia visione di coccole… Ahhh… - gli disse ansimando tra una parola e l’altra, gli occhi chiusi e la testa reclinata all’indietro – ma di preliminari fatti dannatamente bene…
Aggiunse, infilando le mani sotto la camicia del ragazzo e artigliandogli la schiena in maniera decisa e forse un tantino dolorosa, gli occhi che sembravano emanare un messaggio ambiguo, di rassicurazione e di sfida. Si morse il labbro inferiore con fare erotico e poi sollevò il busto in modo da potersi appropriare della sua bocca, con la stessa irruenza che le aveva riservato lui poco prima. La parte che lo voleva sotto di sé, inerme e alla propria mercè, spingeva per ribaltare le posizioni e mettersi a cavalcioni su di lui, ma le mani si ostinavano a restare, per ora e con non poche difficoltà, sulla sua schiena. Tisifone stava combattendo una furiosa battaglia interiore per mantenere fede ai buoni propositi e non usare Lucas come valvola di sfogo, anche se il suo modo di fare glielo rendeva pressocchè impossibile.
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