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Centro città

Messaggioda Monique » 21/09/2012, 23:40

Si era soffermata molto su quanto la concentrazione e la calma fossero importanti, fin dalla prima lezione e per tutte quelle successive, a costo di sembrare ripetitiva: voleva che Robyn comprendesse ciò che lei stava dicendo, e non solo prendendolo come verità assoluta perché proveniva dalla sua mentore, ma credendo in quelle parole perché se le sentiva dentro, fino all'anima.
Aveva cercato di aiutarlo a capire anche col supporto della propria battaglia contro il Dragone di Cristallo, facendogli vedere alcuni stralci di quel combattimento: inizialmente era stata guidata dalla rabbia per ciò che la creatura aveva fatto a Sophie e al suo villaggio, e per questo aveva quasi rischiato la vita; ma quando finalmente aveva controllato la rabbia trasformandola in energia positiva ed adrenalina, era riuscita anche a pensare lucidamente, formulando una strategia che le aveva permesso di vincere.
Il peggior nemico di ciascun uomo era se stesso, e questo Robyn se lo sarebbe sempre dovuto ricordare: superare un ostacolo o, al contrario, sbarrarsi la strada con esso, spesso era qualcosa che non trovava causa nel destino o in un fattore esterno; quasi sempre infatti la buona riuscita di un azione od il suo fallimento dipendevano solo dalle persone stesse e da come esse si ponevano nei confronti della sfida che la vita metteva loro davanti.
Ragionare con calma e lucidità permetteva a chiunque di comprendere la situazione a fondo e scegliere dunque il metodo migliore per superarla; al contrario, la rabbia e l'irrazionalità non facevano altro che porre davanti ad essa ostacoli su ostacoli, rendendone impossibile una conclusione.

Quando sei pronto.

Mormorò Monique, annuendo appena: la mente era sgombra da ogni pensiero, niente poteva intaccare quello stato di profonda meditazione in cui si trovava; e quando Robyn iniziò a far fluttuare la piuma... la donna lo percepì.
Un fruscio lieve, appena udibile naturalmente, ma che giungeva alle sue orecchie flebile e nella mente, grazie alla concentrazione ottenuta, si amplificava oltre l'immaginabile.
La francese alzò lentamente un braccio, puntando un dito della mano in direzione della piuma, e con esso iniziò a tracciarne il movimento, dimostrando che stava sentendo ogni più piccolo spostamento dell'oggetto.
Dopo un paio di minuti il braccio si abbassò e Monique tornò ad aprire gli occhi per posarli sul suo allievo ed osservarne le reazioni.

Ora voglio che sia tu a provare.

Disse dopo eventuali domande di lui o comunque dopo qualsiasi cosa Robyn avesse fatto o detto, invitandolo a prendere il proprio posto e tenendo ora tra le dita la stessa piuma di prima.

Chiudi gli occhi, ma cerca di focalizzarti su ciò che ti fa rabbia: cerca di concentrare i pensieri su tuo zio, su chi l'ha ucciso, sul senso di frustrazione e d'impotenza che provi... e quando sarai al massimo, tenta di percepire il movimento della piuma.

Gli disse la sua mentore, attendendo così che lui fosse pronto e rabbioso al massimo per far levitare la piuma con un semplice "Wingardium Leviosa" attorno alla sua figura, sicura che difficilmente sarebbe riuscito a percepirla non perché non ne avesse le capacità, anzi, ma perché era reso sordo dalla rabbia e dall'odio che fomentavano il suo desiderio di vendetta.

Spoiler:
Malus di -6 al tiro di dado.
Dal 15 in giù non percepisci minimamente il movimento della piuma.
Da 15 in su riesci a percepire qualche movimento della piuma, diciamo un 30%.
Dal 20 in su riesci a percepire diversi movimenti della piuma, diciamo un 50%.
Se fai 26 percepisci quasi tutti i movimenti della piuma, diciamo un 80%.
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Messaggioda Robyn » 22/09/2012, 0:35

[tahoma]Che la capacità recettiva della donna fosse eccelsa non c'erano affatto dubbi, almeno per quel che riguardava Robyn e la sua concezione di bravura della propria mentore.
Una volta iniziata a fluttuare quella piuma, Monique seppe praticamente in ogni istante dove si trovasse, senza il minimo dubbio o problema, quasi come avesse gli occhi aperti in un certo senso, quasi come se la piuma fosse ben visibile nel suo pensiero e nella sua coscienza e le suggerisse in ogni istante dove stava per essere spostata.
Al termine di quella prova, il ragazzo era rimasto davvero sorpreso da cotanta incredibile eccellenza nel controllo dei sensi, della concentrazione e dell'energia magica che pervadeva appena quell'ambiente, visto che si stava utilizzando un incanto di bassissimo livello, non certo così semplice da individuare nell'aere.

Stupefacente maestra.
Mi sento sempre più onorato di essere vostro apprendista.


Ora voglio che sia tu a provare.
Chiudi gli occhi, ma cerca di focalizzarti su ciò che ti fa rabbia: cerca di concentrare i pensieri su tuo zio, su chi l'ha ucciso, sul senso di frustrazione e d'impotenza che provi... e quando sarai al massimo, tenta di percepire il movimento della piuma.


Non gli diede molto modo di fare o dire altro, concentrata nel voler adesso osservare con attenzione quello che sarebbe stato in grado di fare il proprio allievo, consigliato da Sandyon e fondamentalmente un bravo mago, da levigare e migliorare, ma di certo con delle ottime basi di partenza sulle quali sperare nel tempo.
Robyn annuì dopo qualche secondo, inizialmente interdetto da un ordine simile.
Pensare con forza a ciò che gli provocava rabbia, abbastanza difficile considerando che non voleva far si che tutto l'allenamento di calma e yoga andasse buttato al vento, ma se era questo che desiderava la sua maestra, allora non avrebbe fatto altro che obbedire ciecamente.
Annuì lentamente, inspirando profondamente e chiudendo gli occhi, iniziando a pensare a tutto quello che la sua mente gli forniva a ruota libera, tutto quello che il passato gli ricordava ogni notte con i suoi incubi maledetti.
Ripensava agli attimi di impotenza davanti alla morte dello zio, al volto lontano e sconosciuto del suo sicario e killer e così, con lento progredire inesorabile, la rabbia cresceva in lui forte, incredibilmente potente, quasi difficile da sostenere anche per lui, da controllare, da lasciare andare in un modo civile e spontaneo.
Probabilmente dall'interno lui non poté assolutamente osservare nulla di diverso, ma forse Monique da fuori, concentrando e focalizzando la sua attenzione sul corpo del ragazzo e sulla potenza che scaturiva quella rabbia, si sarebbe accorta che qualcosa di molto strano ed enorme si stava propagando da lui, liberandosi in un tumulto di paura, odio, dolore, sofferenza e rabbia.
Robyn respirava affannosamente e spostava la testa in modo scattoso, come a voler cercare di seguire la piuma che però seguiva traiettorie totalmente diverse da quelle che lui credeva di individuare, mentre nel suo pensiero si creavano sempre più immagini sovrapposte e quell'aura maligna e oscura che lo stava pervadendo e corrompendo dentro, si stava pian piano espandendo dal suo corpo e non appena incontrava qualcosa ad ostacolarla la mandava in frantumi, come accadde per una sedia di legno che si riempì di crepe facendo partire scheggie ovunque ed un coltello per il pane che venne piegato e deformato inesorabilmente.

Ggrrr... Aaaaahhhh!

Immagine

La situazione andava sempre più degenerando e il suo controllo sulle emozioni che si stava autoinducendo era sempre minore, quasi nullo ormai, tutto quello che riusciva a fare era sudare copiosamente trasformando la canottiera bianca in parte integrante del suo petto che si alzava ed abbassava ritmicamente ad ogni profondo respiro.
Un urlo soffocato ed un ringhio di rabbia e cattiveria, probabilmente mentre la sua mente adesso gli mandava come flash continui e grottescamente terrorizzanti le immagini dell'assassino dello zio e magari di uno scontro proprio con lui mentre lo derideva o lo denigrava ricordandogli di essere una nullità, tale e quale al suo parente già morto in precedenza.
La piuma oramai era un ricordo dimenticato e solo il potere che stava infondendo Monique in essa la protesse dall'essere mandata in fiamme dall'aura di malvagità che Robyn stava producendo in quantità industriale.
Solo in quel momento quindi, la maestra avrebbe potuto realmente capire cosa si celava dentro di lui, quale immenso potere rovinoso e scatenante disgrazie racchiudeva in se quel ragazzo della stessa dinastia del compagno.
Il corpo tremava, ogni fibra dei muscoli sembrava in tensione mentre quell'onda di energia dal corpo assumeva una forma distorta e pulsante, fino a quando dopo essersi inginocchiato, Robyn non rilasciò un altro urlo, più chiaro e udibile, quasi sofferente, e quell'aura si espandeva da lui fino a raggiungere i vetri della porta-finestra mandandoli in frantumi come anche parte degli infissi e del lampadario di cristallo.
Gli occhi iniziarono ad aprirsi lentamente, poi dopo lo scroscio dei vetri il ragazzo fece uno scatto in piedi, voltandosi per guardare tutto il disastro che aveva combinato, deglutendo quasi incredulo ed impaurito da se stesso, da quello che lui stesso, con la sua rabbia, aveva lasciato andare, rovinando così parti dell'arredamento della casa della sua stessa mentore.

Io... Io...

Che altro dire?
Cosa altro aggiungere a quel disastro, quella prova rovinosa ed andata male all'ennesima potenza?
Robyn Laars calò il capo per qualche secondo, fissando un punto vuoto, distrutto interiormente, tornando poi a guardare la sua maestra, con aria affranta e decisamente costernata, non solo per quello che aveva fatto, ma per quello che le aveva dimostrato, e cioè che era una mina vagante pronta ad esplodere in qualsiasi istante e che tutti gli insegnamenti ricevuti in passato a quanto pareva, non erano serviti a niente.

... Mi dispiace.[/tahoma]
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Messaggioda Monique » 22/09/2012, 16:35

Un'esercizio che Monique sapeva gli avrebbe aperto gli occhi, com'era successo a lei anni ed anni prima con Rose: certo, all'epoca lei era molto più piccola e molto meno rabbiosa di quanto non fosse Robyn in quel momento, ma il principio era lo stesso.
Molti credevano, sbagliando, che lasciarsi trasportare dalla rabbia e dall'odio fosse il modo migliore per potenziarsi, per diventare più forti, ma non era così: al contrario, lasciarsi corrompere l'animo equivaleva ad una perdita totale della lucidità, ad una incapacità di ragionare con mente fredda e di usare al meglio i propri sensi; lasciarsi circuire dal Male significava diventare un burattino nelle sue mani, e mai Monique avrebbe permesso che una cosa del genere accadesse al suo apprendista nonché nipote di Sandyon - ed in un certo senso anche suo.
Al contrario, prevalere sulla rabbia, controllarla per convertirla e sviluppare energia positiva avrebbe permesso a chiunque di aumentare le proprie percezioni sensoriali e poter ragionare lucidamente, con la mente ben focalizzata sull'obiettivo e sul da farsi necessario per raggiungerlo.
Osservandolo, si notava chiaramente come Robyn stesse cercando di seguire i movimenti della piuma ma non ci riusciva, la testa scattava in direzioni che nulla centravano con quelle in cui l'oggetto fluttuava: si stava sforzando senza risultato, e questo perché l'aura malvagia intorno a lui, una potenza negativa che Moni percepiva chiaramente, gli impediva di percepire il suo obiettivo, deconcentrandolo al massimo.

Ggrrr... Aaaaahhhh!

Sentendolo urlare, il primo pensiero di Monique - che si stava legando a lui fin dalla loro prima lezione - fu quello d'interrompere quell'esercizio, di farlo smettere perché consapevole di quanto stesse soffrendo, di quanta fatica stesse facendo per provare a contenere ciò che aveva dentro, e soprattutto perché dentro di sé avrebbe voluto poterlo proteggere da quel dolore: ma comportarsi così sarebbe stato come fargli un torto, ed era l'ultima cosa che la Vice Preside di Hogwarts voleva.
Robyn doveva toccare con mano ciò di cui lei parlava, doveva rendersene conto in prima persona altrimenti mai avrebbe capito a fondo perché Moni spingesse tanto in quella direzione.
La donna aspettava solo che Laars esplodesse definitivamente, e quell'esplosione arrivò poco dopo, mandando in frantumi non solo tutti i vetri della cucina - compreso il lampadario di cristallo - ma anche una sedia vicina a lui: Monique usò un Protego per difendersi da eventuali schegge o frammenti volanti, creando così uno scudo intorno a sé mentre fissava ancora ferma il suo apprendista cadere prima in ginocchio e poi rialzarsi in piedi di scatto, probabilmente sconvolto da ciò che aveva combinato.

Io... Io...

Sembrava non sapesse che dire, il capo abbassato verso il basso come se non ce la facesse a guardarla, come se si sentisse mortificato e vergognoso di se stesso, non solo di quello che aveva fatto inteso come distruggere parte della sua cucina ma anche di ciò che di negativo aveva dimostrato alla sua mentore.
Monique abbassò la bacchetta e sospirò lentamente, avvicinandosi a lui e posandogli la mano sulla spalla proprio mentre il ragazzo trovava la forza di alzare lo sguardo su di lei.

... Mi dispiace.

Oggetti come questi si possono riparare... - mormorò Monique con voce dolce, agitando appena la bacchetta affinché ogni pezzo tornasse magicamente al proprio posto - Ma non esiste nessun incantesimo in grado di riparare l'anima, Robyn.

E per lei quelle parole non potevano essere più esplicative di così: il succo del discorso era semplice e di facile comprensione, soprattutto ora; se si lasciava che il Male corrompesse la propria anima fino a distruggerla, niente avrebbe potuto salvarla, ripararla e farla tornare come prima.
E Monique avrebbe fatto di tutto per evitare che Laars arrivasse a quel punto.

Prenditi tutto il tempo che ti serve, e quando ti sentirai pronto riproveremo l'esercizio. Questa volta però dovrai cercare di focalizzare tutta la tua attenzione nel riuscire a liberare la mente: concentrati sul battito del tuo cuore, sul tuo respiro, perdi la percezione del tuo corpo e diventa un tutt'uno con la tua anima.
E quando ci sarai riuscito, sentirai come tutto può essere diverso, come tutto può essere facile quando sei tu ad avere il controllo.


Monique avrebbe così atteso fino a che il ragazzo non fosse stato pronto e preparato, ad occhi chiusi e mentre sgombra, e solo allora avrebbe nuovamente fallo levitare la piuma nell'attesa di comprendere quanto ora Robyn riuscisse a percepirla.

Spoiler:
Nessun Malus applicato.
Dal 10 in giù non percepisci minimamente il movimento della piuma.
Dal 17 in su riesci a percepire qualche movimento della piuma, diciamo un 30%.
Dal 23 in su riesci a percepire diversi movimenti della piuma, diciamo un 50%.
Dal 29 in su riesci a percepire quasi tutti i movimenti della piuma, diciamo un 80%.
Se fai 32 percepisci tutti i movimenti della piuma.
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Messaggioda Robyn » 22/09/2012, 22:33

[tahoma]Oggetti come questi si possono riparare... Ma non esiste nessun incantesimo in grado di riparare l'anima, Robyn.

Allora siamo messi proprio male, la mia la sento in frantumi dopo tutto questo...

Non c'era molto accenno di ironia in quelle parole da parte del ragazzo.
Robyn tendeva più che altro al sarcasmo ma anche in quel caso, c'era poco da scherzare e il suo tono lasciava capire ed intendere proprio questo.
I vetri, il lampadario, la sedia, tutto quanto distrutto da quella stessa energia maligna scatenata dalle sue emozioni, come se fosse una sorta di bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all'altro.
Avrebbe preferito di gran lunga finire quella serata andando a riposare, felice di aver soddisfatto la sua maestra con le sue doti culinarie, rimanendo sereno di questo, invece si era dovuto sottoporre ad un tale stress accorgendosi infine che i guai erano davvero tanti, troppi, infiniti per poter essere gestiti tutti assieme.
La morte dello zio, l'addestramento, la pulizia interiore, quanto lavoro da fare, quanto poco tempo prima di cedere totalmente al nervosismo e alla stanchezza.
Robyn era un umano come tutti gli altri, alimentato al momento da una forza negativa, e una volta che quella forza fosse stata convertita in positiva il giovane Laars non aveva la sicurezza che l'avrebbe supportato allo stesso modo.
Fortunatamente in merito a quella opinione, corse subito in aiuto e soccorso Monique, proseguendo a parlargli in modo tranquillo e saggio.

Prenditi tutto il tempo che ti serve, e quando ti sentirai pronto riproveremo l'esercizio.
Questa volta però dovrai cercare di focalizzare tutta la tua attenzione nel riuscire a liberare la mente: concentrati sul battito del tuo cuore, sul tuo respiro, perdi la percezione del tuo corpo e diventa un tutt'uno con la tua anima.
E quando ci sarai riuscito, sentirai come tutto può essere diverso, come tutto può essere facile quando sei tu ad avere il controllo.


Sarebbe bastato davvero il semplice sgombrare la mente per lasciar spazio solo alla tranquillità e al vuoto?
Onestamente Robyn non era convinto del tutto, ma questo solo perché dopo aver visto lo sfacelo precedente non aveva la minima speranza di potersi risollevare in qualche modo.
Vero però era anche che spesso incidenti erano avvenuti ai tempi del suo addestramento con lo zio e troppe volte alla fine Daemon lo aveva fatto ricredere per bene sulle sue reali capacità e possibilità
Robyn era una fonte inesauribile di progressi e prodezze, doveva solo imparare a capirlo.
Certo, la domanda adesso era: Monique lo aveva capito ancor prima di lui, alla pari di Daemon, oppure stava solo pregando vivamente che lui riuscisse in quella prova?

Va bene maestra.
Ci sono, posso provarci.


Di certo nelle sue parole e nelle sue intenzioni Robyn palesava sempre lo stesso concetto: non arrendersi mai.
Il ragazzo teneva molta grinta nel cuore ed una gigantesca forza di volontà, nata da anni di allenamento e da uno spirito indomito e ribelle.
Annuì con maggiore sicurezza e serietà, lasciando che Monique Vireau si potesse allontanare per tornare a far fluttuare la piuma, mentre lui dal suo canto, iniziava a chiudere gli occhi iniziando a spostare dalla sua testa ogni riferimento al passato, ogni ricordo, ogni fastidioso eco di memorie preziose ma adesso nocive per il suo addestramento e per la sua crescita personale.
La piuma prendeva a volteggiare e nel mentre intorno a se l'unica cosa alla quale pensava era al giorno in cui la sua maestra gli avesse detto che era fiera di lui, il capo si volgeva con lentezza in direzione di molti punti dove l'oggetto si muoveva e fluttuava.
Una buona precisione insomma, accompagnata nel contempo da piccoli attimi nei quali non riusciva a controllare le sue emozioni e perdeva momentaneamente il filo della tranquillità interiore.
Tutti quei giorni di yoga e meditazione però erano serviti a qualcosa difatti, nel mentre lui era impossibilitato ad osservare il suo operato, la mentore dall'esterno forse si poté compiacere del progresso eseguito in pochi secondi grazie a quel semplice appunto tecnico.
Dopo alcuni secondi, quando ella gli disse quindi di smettere e di riaprire gli occhi, Robyn lo fece con calma e lentezza, focalizzando di nuovo tutto come se in un certo senso fino ad allora avesse dormito, osservando con intensità Monique, attendendo quindi il responso.

Non vedo nulla di distrutto, credo sia già qualcosa...

Lieve sorriso.[/tahoma]
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Messaggioda Monique » 22/09/2012, 22:47

Allora siamo messi proprio male, la mia la sento in frantumi dopo tutto questo...

Monique non commentò nulla dopo quelle parole, limitandosi a stringere un poco di più la presa sulla spalla del ragazzo come a volergli fare silenziosamente forza, come a fargli comprendere, che lei credeva in lui.
E difatti subito dopo gli propose di riprovarci dopo essersi preso il suo tempo, di rifare lo stesso esercizio ma questa volta con la mente il più possibile sgombra da qualsiasi pensiero, che fosse positivo o negativo, per fondersi con l'ambiente circostante e riuscire a percepire così il fluttuare della piuma.

Va bene maestra.
Ci sono, posso provarci.


Ero sicura che non ti saresti arreso... bravo.

Quel piccolo pensiero rimase racchiuso nella mente della donna, la quale si limitò ad un piccolo sorriso esterno mentre si scostava da lui e gli lasciava il tempo di chiudere gli occhi e concentrarsi: quando Robyn fu pronto, Monique provò per la seconda volta a far volteggiare la piuma intorno al ragazzo, descrivendo traiettorie immaginarie; e molto brillarono i suoi occhi, notando come lui voltasse quasi sempre il capo nella direzione giusta.

Sapevo che avevi un enorme potenziale dentro di te...
... non mi sono sbagliata.


Un complimento leggero verso di lui e perché no, anche verso se stessa per aver compreso le sue capacità, anche se doveva ringraziare Sandyon per averle dato la spinta finale nella decisione di prenderlo come apprendista.
Poco dopo, Robyn riaprì cautamente gli occhi, guardandosi intorno con un piccolo sorriso sulle labbra.

Non vedo nulla di distrutto, credo sia già qualcosa...

In realtà, volendo fare una percentuale, direi che hai seguito la piuma per circa l'80% del tempo... che è molto più di qualcosa.

E dopo quelle parole rimase in silenzio, con un gran sorriso sulle labbra, pronta a godersi le reazioni di lui che si sperava fossero molto positive e dimostrative del fatto che aveva pienamente compreso, ora, il significato del concetto espresso più e più volte dalla sua mentore.
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Messaggioda Robyn » 23/09/2012, 17:14

[tahoma]In realtà, volendo fare una percentuale, direi che hai seguito la piuma per circa l'80% del tempo... che è molto più di qualcosa.

Ottanta per cento.
Una cifra di tutto rilievo ed importanza, specie se si pensava alla terribile performance di qualche attimo prima.
Gli occhi di Robyn Laars si spostarono attentamente sulla piuma, osservandola, come a voler chiedere anche a lei stessa la conferma di quanto la sua maestra aveva appena detto.
In effetti faceva molta fatica a credere ad un risultato così poderoso, diametralmente opposto a quello precedente, però era davvero accaduto così, era davvero riuscito a seguirla così bene grazie alla calma interiore e alla tranquillità della sua mente.
Gli insegnamenti forse iniziavano a dare dei frutti molto buoni, interessanti, e Monique ovviamente acquistava un'importanza sempre più forte per quel ragazzo trovatosi alla deriva, perso in chissà quale landa deserta e sperduta dopo la morte del suo mentore iniziale.

La calma è davvero capace di fare tutto ciò...

Si ripeté quasi incredulo, spostando l'attenzione sui vetri rotti della finestra, sulla sedia in frantumi, sul lampadario crepato.
In quel momento stava facendo quindi la netta distinzione tra i due episodi, convertendo quell'incredulità in qualcosa di reale ed esistente, una condizione di importanza vitale per il suo futuro scontro con l'uomo, il killer di Daemon.
No, di certo non aveva abbandonato affatto l'idea di fare giustizia su quell'uomo di colore incredibilmente forte, ma allo stesso modo adesso capiva lentamente quanto ancora avesse effettivamente da imparare e quanti gradini indietro si trovasse non solo nei confronti di quell'uomo, ma anche di persone di riferimento come lo zio, o come la maestra.
Troppo indietro per pensare adesso come adesso di affrontare una persona simile.

E' davvero stupefacente, sono senza parole, è incredibile quanto avevate ragione, maestra...

Allo stesso modo, lanciando un'occhiata più intensa verso Monique, gli venne da chiedersi se la donna fosse stata più forte rispetto a suo zio Daemon, od anche rispetto allo zio Vastnor.
Aveva una tale capacità di combattimento, di intelligenza, di concentrazione, che era quasi ammirevole il freddo nervoso che scaturiva dal suo sguardo durante uno scontro.
Quel drago ne era stata una prova più che tangibile, ma in tutta onestà, da una parte Robyn si dispiacque che la propria mentore non avesse qualche sorta di nemico giurato con la quale scontrarsi, soltanto per la curiosità di vedere come lo avrebbe mandato col sedere a terra.
Il ragazzo purtroppo, non sapeva che di nemici, Monique Vireau, ne aveva così tanti che poteva tranquillamente il distributore di numerini dietro la porta e chiamare di volta in volta il cliente successivo.

... Maestra...
Voi per caso, avete intenzione di convincermi a non vendicarmi più?
[/tahoma]
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Messaggioda Monique » 23/09/2012, 17:57

La calma è davvero capace di fare tutto ciò...

Monique sorrise di fronte a quell'espressione incredula, annuendo appena: non c'era bisogno di usare altre parole, come aveva ipotizzato la Vireau toccare con mano cosa la calma era in grado di fare, quale controllo poteva assicurare sui sensi che così si acuivano enormemente, era stato il miglior modo per far comprendere a Robyn quanto la donna avesse ragione nello spingere ed insistere su quel punto; non lo faceva certo per essere ripetitiva od antipatica, ma perché se doveva allenare Laars allora l'avrebbe fatto a modo suo, secondo quelle che erano le sue priorità ed in base, ovviamente, a ciò di cui lui aveva bisogno.

E' davvero stupefacente, sono senza parole, è incredibile quanto avevate ragione, maestra...

Ogni tanto mi capita.

Commentò Monique con un sorrisetto divertito, non sarcastico ma semplicemente per scherzare, per fare una battuta: si sentiva fiera sì, ma di lui, di come aveva dimostrato quante proprie capacità e potenzialità avesse se solo venivano indirizzate nel modo giusto.
Ricambiò l'occhiata intensa di Robyn con una altrettanto profonda, lasciandogli quasi intravedere la sua anima attraverso gli occhi di ghiaccio; due pozzi chiari che nascondevano un animo forte, caparbio, fragile in certi momenti ma sicuramente testardo.
Con Nicholas Vireau come padre, la Vireau aveva dovuto imparare in fretta a cavarsela da sola, a migliorarsi per andare controcorrente rispetto al pensiero della famiglia: ci era riuscita, alla fine, grazie a Rose prima e a se stessa dopo.

... Maestra...
Voi per caso, avete intenzione di convincermi a non vendicarmi più?


Quella domanda non la prese alla sprovvista, e tuttavia Monique non rispose subito, fissandolo ancora per un lungo istante prima di sospirare e sedersi lentamente su una sedia - quella riparata - di fronte al bancone della cucina.

Convincerti... onestamente Robyn, anche volendo non credo ci riuscirei.

Mormorò a mezza voce la donna, con un piccolo sbuffo che sapeva di ironico divertimento, scuotendo appena il capo e passandosi una mano sul viso con aria improvvisamente stanca: vendicarsi... ammettiamolo, lei era la prima a volerlo fare, a voler vendicare la morte di Rose a causa del padre e dei suoi orribili scagnozzi. Quindi, come potergli rispondere?

... io non credo che potrà mai passarti il desiderio di vendicarti. E' qualcosa che provi dentro, che ti rimane insito dentro l'anima.

Aggiunse poi la Vireau, alzando gli occhi sul nipote di Sandyon; non era difficile intendere, dalle sue parole, che anche Monique aveva uno o più conti in sospeso.

Il punto è come una persona decide di vendicarsi. Uccidere chi ti ha ferito o ha ucciso le persone che ami significherebbe mettersi al suo livello... e allora non saresti meglio di lui. Quindi no, non voglio convincerti a non vendicarti... voglio convincerti ad essere superiore anche in quel momento, rendendo giustizia a coloro che hanno sofferto senza sporcarti l'anima.
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Messaggioda Robyn » 25/09/2012, 0:07

[tahoma]Convincerti... onestamente Robyn, anche volendo non credo ci riuscirei.

Quelle parole furono per Robyn un vero e proprio respiro forte e incredibilmente rilassante.
Finalmente non aveva davanti una persona intenta a voler bloccare in qualche modo i suoi istinti di vendetta e giustizia per la morte dello zio.
La donna appariva si molto preoccupata per lui ma comunque volenterosa di non spegnere nessun fuoco ardente nel suo allievo che bruciava grande e potente, semplicemente quello che lei desiderava era cercare di contenere quella rabbia per far si che da essa potesse scaturire qualcosa di molto più utile e capace di far fronte a tutte le difficoltà di una vita passata nel ricordo di un caro estinto.

... io non credo che potrà mai passarti il desiderio di vendicarti.
E' qualcosa che provi dentro, che ti rimane insito dentro l'anima.


La mia anima è oramai condannata ad essere... Pervasa dalla malvagità, maestra?

Chiese con molto timore ed allo stesso tempo curiosità, fissando Monique dritto negli occhi, volendo a tutti i costi conoscere una verità che per molti versi gli faceva paura ma che allo stesso tempo avrebbe voluto conoscere ad ogni costo, anche quello di rimanere impietrito dalla sua natura ormai rassegnata e decisa per sempre.
Lei, la sua maestra di vita, adesso la persona più importante da prendere come guida, era l'unica per lui in grado di capire e fargli comprendere cosa adesso albergasse veramente in lui, se era qualcosa di deciso, qualcosa di ormai impossibile da fermare, qualcosa che ora come ora non poteva essere più curato, come un morbo o una terribile malattia dello spirito.
Cosa avrebbe detto mai Daemon in quel caso?
Se avesse saputo che il suo nipote prediletto adesso a causa del troppo sentimento di vendetta era diventato uno strumento in grado di produrre solo male e negatività?
Ma la donna si prese qualche secondo di rispondere e decise di proseguire il discorso prima iniziato, lasciando a Robyn il tempo per ascoltare ed elaborare meglio tutto il resto del dialogo.

Il punto è come una persona decide di vendicarsi.
Uccidere chi ti ha ferito o ha ucciso le persone che ami significherebbe mettersi al suo livello... e allora non saresti meglio di lui.
Quindi no, non voglio convincerti a non vendicarti... voglio convincerti ad essere superiore anche in quel momento, rendendo giustizia a coloro che hanno sofferto senza sporcarti l'anima.


Sconfiggere ma non uccidere... Accettare di arrivare così vicino a sentirmi in grado di scegliere il destino del mio nemico ma rendermi tanto maturo da fare in modo che quella sensazione scompaia lasciando spazio alla compassione e alla pietà, è questo che cercate di dirmi maestra?

Sperava davvero di aver inteso e compreso bene il discorso, un discorso che comunque lo preoccupava e non poco.
A ripensare a quello che era avvenuto poco prima, a quanta rabbia era stato capace di tirare fuori grazie al semplice pensiero e ricordo di quel nemico e di quella vicenda, come poteva credere sul serio che fosse fattibile arrivare a fare in modo che lui, davanti al killer, magari vincitore, decidesse di lasciarlo in vita ed assicurarlo alla giustizia scegliendo di non farsene da solo?
Magari Monique Vireau aveva troppa fiducia nelle sue capacità, era troppo sicura di risultati che forse non sarebbero mai giunti, ma non poteva mettere in dubbio i suoi pensieri e le sue idee, lei era la sua maestra e lei non poteva sbagliarsi, lei che era così saggia e così fiduciosa, che conosceva lo svolgersi delle emozioni e delle vicende più di lui, avendo maggiore esperienza.
Quanto rispetto per quella persona, quanta stima e quanta paradossale attrazione per quella donna che forse lui osservava e reputava come profondamente irraggiungibile e perfetta.
Morse il labbro superiore, chinando il capo, cercando di mandare via qualsiasi pensiero non professionale, anche perché questo significava anche mancare di rispetto ad un suo parente ed inoltre, lei era la sua maestra, punto e basta e come tale doveva vederla, con quell'alone di purezza e incapacità di essere sporcata tipico soltanto del punto ultimo di riferimento di un uomo, di un allievo, di un apprendista.

Vorrei tanto un giorno poter avere accanto una compagna come voi, maestra.
Mio zio è tremendamente fortunato ad avere una donna del vostro calibro al suo fianco.


Pronunciò alla fine, reputando quelle parole un semplice ed onesto complimento, andando contro l'idea del non dover dire troppo ed eccessivamente qualcosa che non fosse in linea con le argomentazioni importanti o vitali del suo rapporto con lei.
Desiderava esprimere certe idee soltanto perché quella francese gliele tirava fuori con tanta semplicità e naturalezza da lasciarla quasi basito.
Le fece un piccolo sorriso, mentre lo sguardo sosteneva quello di lei, non essendo più un ragazzino timido e adolescente.
La notte proseguiva e le energie del ragazzo andavano piano piano affievolendosi.
Forse ciò era anche dato per merito e colpa dell'incredibile quantitativo di energia rilasciata durante quel piccolo allenamento, piccolo nel periodo ma intenso e lungo nel suo sviluppo interiore.
Era servito per insegnargli qualcosa di fondamentale e cioè quanto potesse essere utile la calma interiore, quella meditazione che tanto aveva visto con occhi storti all'inizio, credendo di non essere sulla via giusta per apprendere il modo di fronteggiare il suo futuro nemico, ed invece si era dovuto ricredere appena pochi minuti fa.
Quel drago enorme e feroce albergava in lui, aspettando soltanto il momento giusto per affondare le sue zanne e i suoi artigli nella sua mente e nella sua volontà per farlo cedere e sbagliare, soccombere.
Avrebbe dovuto combattere, impegnarsi, darsi da fare, per vincere... E rendere fiera di lui quella persona grande e meravigliosa che era la sua nuova mentore e allenatrice.

... Domani mi sveglierò due ore prima del normale e mi dedicherò ad un altro poco di meditazione prima dell'esercizio fisico, maestra.
Desiderate che vi porti la colazione a letto?
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Messaggioda Monique » 25/09/2012, 13:19

La mia anima è oramai condannata ad essere... Pervasa dalla malvagità, maestra?

Monique fissò a lungo il proprio apprendista dopo quella domanda, scuotendo subito dopo il capo con un sospiro ed un piccolo sorriso dolce sulle labbra: si avvicinò a lui e gli posò la mano sulla spalla, con delicatezza, in un gesto che voleva essere di supporto ma anche di affetto.

Se la tua anima fosse stata condannata, Robyn, nemmeno una concentrazione di ore ed ore ti avrebbe permesso di percepire qualcosa di così leggero e puro come una piuma.

Gli rispose, la presa sulla spalla che si rafforzò leggermente.

C'è molta rabbia in te, questo non lo si può negare, ed è proprio per tutta questa rabbia latente che io spingo e ti sprono a meditare, per poterla controllare.
Sarà un lavoro molto lungo e faticoso, ma se ti impegnerai con ogni fibra del tuo essere sono sicura che ce la farai: mi fido di te, e ti aiuterò al meglio delle mie possibilità per farti raggiungere i tuoi obiettivi.


Un patto quindi, una promessa che secondo la donna Robyn aveva bisogno di sentirsi fare, soprattutto dopo averle mostrato quanto odio trattenesse in corpo: un modo insomma per fargli comprendere che pur avendo visto quale aura nera dagli effetti devastanti era in grado di generare, era sempre e comunque destinata a dargli una mano, ad insegnargli, a guidarlo fino a che lui l'avesse voluto.

Inoltre voglio che ti ricordi una cosa: l'unica anima che non si può salvare... è quella che non vuole essere salvata.
Per le altre c'è sempre una speranza.


Ed ovviamente il pensiero della francese volò alla sorella: lei voleva essere salvata? Monique non ne aveva idea, ma sperava che avrebbe potuto scoprirlo presto.
Intanto Robyn le fece quella domanda sulla vendetta e sulle intenzioni o meno di lei di fermarlo dal compierla, domanda che spinse la Vice Preside di Hogwarts a chiarire il proprio pensiero al ragazzo di fronte a sé, più che mai bisognoso di una guida.

Sconfiggere ma non uccidere... Accettare di arrivare così vicino a sentirmi in grado di scegliere il destino del mio nemico ma rendermi tanto maturo da fare in modo che quella sensazione scompaia lasciando spazio alla compassione e alla pietà, è questo che cercate di dirmi maestra?

Esattamente.
Non sai quanto dentro di me ci sia una piccola parte che vorrebbe riservare a mio padre lo stesso trattamento riservato alla persona più importante di tutta la mia vita, e che ora non c'è più...
- e per Robyn non sarebbe stato difficile capire che questa "persona" era quindi stata uccisa da Nicholas - Ma poi penso... se lo facessi in cosa sarei diversa da lui? Chi sono io per avere la presunzione di decidere chi deve morire e chi deve vivere? Farò in modo che non possa più nuocere a nessuno rinchiudendolo ad Azkaban, ecco come compirò la mia vendetta. E quella persona che è morta per mano sua sarà fiera di me.

Gli aveva raccontato una piccola parte della sua vita, ma a Monique non era dispiaciuto perché in qualche modo sentiva che Laars aveva bisogno di sapere che era umano provare determinati sentimenti, che anche lei stessa per quanto forte e saggia provava le sue stesse sensazioni: il punto era riuscire a contenerle, riuscire a mantenerne il controllo.
E con un po' di pratica, anche lui ci sarebbe arrivato.

Vorrei tanto un giorno poter avere accanto una compagna come voi, maestra.
Mio zio è tremendamente fortunato ad avere una donna del vostro calibro al suo fianco.


Ti ringrazio Robyn, sei davvero gentile - mormorò la donna, sorridendogli per quel dolce complimento - Sono sicura che un giorno troverai la persona giusta per te... e quando accadrà credimi, lo capirai, perché lo sentirai ovunque dentro di te, sulla pelle, dentro le ossa, nell'anima. Sentirai che è quella la persona che vuoi avere al tuo fianco, anche quando litigherete o sarete in disaccordo su qualcosa. E quando l'avrai trovata... - e si fermò un momento, ripensando a Sandyon prima di scuotere il capo, sorridere e tornare a guardarlo - ... non fartela scappare. Insisti, non mollare la presa, non ti scoraggiare anche se inizialmente dovesse respingerti. Credi fermamente in quello che provi per lei, e vedrai che alla fine verrai ripagato.

E ci credeva davvero, visto che per lei era stato così.
La serata comunque volgeva al termine, entrambi erano comunque piuttosto stanchi ed era anche comprensibile visti la giornata impegnativa di lei e gli esercizi di lui.

... Domani mi sveglierò due ore prima del normale e mi dedicherò ad un altro poco di meditazione prima dell'esercizio fisico, maestra.
Desiderate che vi porti la colazione a letto?


Non ce n'è bisogno Robyn, non ti preoccupare...
Ah, prima che me ne scordi: tuo zio ha preso come apprendista una studentessa di Hogwarts del settimo anno, e non è escluso che dobbiate allenarvi assieme a volte, se lo riterremo opportuno.
Mi aspetto da te il massimo rispetto nei suoi confronti e pretendo che tu la tratti come una tua pari, anche se più piccola, perché se Sandyon ha deciso di allenarla deve davvero valerne la pena.
Siamo intesi?


Sarebbe stata con quella informazione che Monique si sarebbe congedata dal ragazzo se lui non avesse dovuto domandarle altro, limitandosi quindi a dargli semplicemente la buonanotte per poi salire le scale ed andare a riposare nella propria stanza.
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Messaggioda Asher » 29/10/2012, 14:12

[Manor Brightlesse - Kovarnikov - Lunedì ore 22.00 - dopo l'incontro con Lucas al San Mungo]


Ho fatto la cosa giusta.

Con il tono di voce di chi deve convincere se stesso di una decisione presa, Asher si ripeté quella frase per la milionesima volta da quando Lucas Turner aveva lasciato il suo ufficio al San Mungo. Erano passate quasi dieci ore da quel momento e lui, venendo meno alla prerogativa principale della sua ex Casata, non aveva ancora trovato il coraggio di raccontare al compagno non solo di aver concesso udienza al nemico ma anche di avergli dato il suo benestare.

Cosa c'è che non va?

La voce calda e dolce del compagno lo destarono da quei pensieri, portando a voltare il capo verso di lui, osservandolo dal basso verso l'alto. Quella sera, infatti, Demetri si era dimostrato particolarmente romantico e nostalgico tanto da trascinarlo dopo cena sulla moquete del salone e rimanere ad oziare con lui dopo una magnifica sessione di sesso come facevano da ragazzi. Mentre quindi Demetri si era seduto con le spalle posate al divano, Asher si era sdraiato per terra con la testa sulle gambe del compagno e la sua mano che gli scompigliava i capelli. Adorava quel suo modo di fare, quei movimenti fintamente casuali sulla sua cute che avevano solitamente il potere di fargli dimenticare qualsiasi cosa al di la di quelle dita lunghe e affusolate. Il senso di colpa per aver taciuto al compagno una cosa così importante però era resistente a qualsiasi distrazione e gli stava lacerando l'anima.

Nulla.

Provò a negare, riportando il viso verso il calore che emanavano le fiamme nel caminetto di fronte a loro.

Sento le vibrazioni dei tuoi pensieri - rincarò l'altro, voltando distrattamente una pagina del libro che gli levitava davanti. - Non ti preoccupare la nostra milaja rinsavirà in fretta e tornerà a casa.

La sicurezza con cui l'uomo pronunciò quelle parole colpì Asher con la forza di una Cruciato, aumentando il suo senso di colpa.

Non credo proprio.

Azzardò a rispondere mesto, accarezzando inconsciamente la coscia del compagno. Demetri sapeva bene che, a differenza sua, il compagno non era nè paranoico nè catastrofista e quindi quella frase sussurrata con difficoltà doveva avere delle basi solide. Doveva essere accaduto qualcosa di cui non era a conoscenza che aveva spinto il medimago a esprimersi in quel modo. Il non sapere lo mise sul chi vive, dissipando il calore che li aveva avvolti fino a quel momento e con esso l'illusione di avere ancora diciassette anni e nessun problema.

Spiega.

Con una sola parola Demetri fu capace di congelare il sangue nelle vene di Asher, tanta era la freddezza e il distacco con cui venne pronunciata.

Turner è venuto a trovarmi in ufficio stamattina.

Confessò con voce piatta, restando ostinatamente sdraiato a terra.

E quella vecchia arpia lo ha cacciato via come se fosse un berretto rosso.

La speranza di avere una risposta positiva era palese nel tono della voce del pozionista, basata sull'esperienza diretta visto che la Signorina Percyvall era in quel modo che trattava lui le poche volte che si recava al San Mungo.

No, lo ha fatto passare senza neanche annunciarlo perché credeva che fosse un mio possibile spasimante.

Raccontò con un ghigno ironico sul viso, attendendo una mini scenata di gelosia che non avvenne, almeno no nei termini che si era aspettato.

Cos'è, non gli è bastato mettermi contro Tissy? Vuole sedurre anche il mio uomo?- esclamò infatti Demetri con una voce pericolosamente calma e per nulla ironica.- Dimmi che lo hai affatturato o almeno cacciato via.

Aggiunse, bloccando il movimento della mano ma senza toglierla, arrotolando un paio di ciocche di capelli dell'altro intorno alle dita come se fossero piccoli ostaggi.

Non è stata una buona idea provare a sdrammatizzare.

Si rimproverò mentalmente Asher, che aveva volontariamente dimenticato che non solo il compagno era privo di senso dell'umorismo ma in più aveva la propensione di prendere tutto come un attacco personale.

Niente bugie ricordi?

Rispose sollevando la testa e per quanto potesse sembrare assurdo in tutti quegli anni non si erano mai mentiti: omissioni, divagazioni, segreti ma mai bugie. Di scatto Demetri lasciò la presa sui capelli del compagno e si alzò in piedi mentre Asher rotolava con grazia su un fianco e alzarsi a sua volta.

Non puoi averlo fatto.

Sibilò l'ex Serpeverde, stringendo le mani a pugno, il volto contratto dall'ira e da una punta di delusione.

Lascia che ti spieghi.. - iniziò a dire l'ex Grifondoro, tendendo una mano verso il compagno e avanzando verso di lui mentre Demetri, a sua volta, faceva un passo indietro per mantenere inalterata la distanza. - E' tutto vero... il contenuto del dossier... è tutto...

Non voglio sentire un'altra sola sillaba a riguardo - lo bloccò il pozionista - Ti sei fatto soggiogare da quel bel faccino, cos'è la Signorina Percyvall aveva visto giusto?

Insinuò con un ghigno cattivo che ne trasfigurava i lineamenti, a cui Asher rispose scuotendo la testa allibito e mormorando un

Ti sbagli... Non fare così...

Sei tu che ti sbagli, con la vita di Tissy ... e te lo dimostrerò - ribattè irato l'uomo, prima di appellare il suo mantello e una valigia - Vado in Cornovaglia .

Aggiunse a malincuore, incapace di lasciare il proprio compagno in quel modo, rivolgendo uno sguardo triste al punto in cui fino a pochi attimi prima si stavano coccolando.

Ti farò pagare anche questo, Lucas Turner.

Pensò, prima di toccare la valigia con la punta della bacchetta, trasformandola in una passaporta illegale che si attivò immediatamente e lo portò lontano dal Manor. L'ultima cosa che vide fu il volto affranto e stanco di Asher che si lasciava cadere senza forze sulla poltrona.

[FINE]
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Asher
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