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da Melia » 10/09/2012, 21:41
Credo che, sostanzialmente, questo sia il binomio di indecisione più assoluto dell'essere umano... ... Una parte si vuole rifugiare dove non c'è altro che lei, l'altra ha paura di rimanerci perché spesso e volentieri, siamo noi i più grandi nemici di noi stessi... E dunque scappa...
Annuì semplicemente, muovendo il capo su e giù permettendo così ai capelli di spostarsi con lei e diffondere quel buonissimo odore di gelsomino nell'aria, fino a Dylan che così avrebbe potuto nuovamente respirarlo: gli fece un piccolo sorriso gentile, segno che aveva compreso il suo discorso ed ovviamente si trovava d'accordo con lui, ma quando scoprì che il ragazzo era un insegnante fece un passo indietro, infondendo nel tono di voce tutto il rispetto che provava nei confronti di un docente, una persona quindi decisamente superiore a lui.
Confidenza? Tu puoi permetterti tutta la confidenza che preferisci...
Melia alzò lo sguardo su di lui, gli occhi appena spalancati mentre osservava Dylan fare un passo verso di lei e coprire così la distanza che lei stessa aveva creato.
Ma... ma io credevo che...
... Si, lo so che non dovrei darti una simile libertà, sono stato avvertito in merito, ma se vorrai, questo potrebbe essere il nostro piccolo segreto, cosa ne dici? Non voglio essere una figura irraggiungibile o superiore per te... Voglio che ti senta tranquilla nello starmi accanto...
Il volto della ragazza rimase così, ancora sorpreso, per qualche istante: poi, lentamente, gli occhi le s'illuminarono facendo brillare l'oro all'interno così da far risplendere le iridi, le guance si accesero di un tenue rosso delicato, e le labbra si aprirono in un sorriso felice e radioso; il tutto contribuì a rendere quella visione di Melia quasi irreale ed assolutamente fiabesca, al punto che si sarebbe potuto pensare a lei come ad un incrocio tra un angelo ed una fata.
Il nostro piccolo segreto...
Sussurrò Melia con voce calda, avvolgente ed assolutamente complice, una voce che pur non avendo nessun accenno di malizia, sensualità od erotismo nel tono avrebbe facilmente potuto far pensare a qualcosa di molto, molto intimo, come ad un patto tra i due che li rendeva speciali e tramutava il loro, ancora acerbo, legame in unico.
Per me l'arte è anche parlare, pensare, figurarsi per il canto o per la danza. Io? Dipingo, sono ormai anni che mi dedico a questa passione, una fedele alleata che non mi abbandona mai. La danza del ventre, credo di non averla mai vista in vita mia... E' un'arte prevalentemente babbana, non è così?
Sì, è di stampo babbano, mediorientale per la precisione. E' una danza usata per ammaliare, di solito, per irretire la mente di colui che la osserva. La vuoi vedere?
Gli spiegò con un sorriso leggero, innocente quasi, del tutto in contrasto comunque con le parole appena pronunciate. Subito dopo, comunque, Dylan prese il suo blocco da disegno e lo porse a Melia, che lo prese con estrema delicatezza per poi sfogliarlo con attenzione, passando da un foglio all'altro con un movimento delle dita che era più uno sfiorare le opere per passare alla successiva che non un toccare vero e proprio, come se i movimenti di lei fossero eleganti ed aggraziati come la sua voce o il suo sguardo.
Cosa ne pensi? Onestamente...
Sono davvero bellissimi, Dylan. I colori sono così intensi, l'uso delle sfumature è fenomenale, i dettagli sono così vividi... mi piacciono tutti, ma il mio preferito è questo.
E così dicendo gli indicò il primo paesaggio, sfiorandone appena i soggetti con le dita affusolate e perfette.
Mi sembra quasi reale, come se tu avessi catturato una parte di mondo e l'avessi imprigionata sul foglio... sei davvero fenomenale.
Aggiunse, alzando gli occhi su di lui per gratificarlo con uno dei suoi dolcissimi sorrisi carichi di ammirazione per il collega Prefetto.
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da Dylan » 10/09/2012, 22:45
Il nostro piccolo segreto...
Erano vicini, si molto vicini, non fisicamente, ma sotto un'altra dimensione particolare che adesso percepivano come fosse palese e chiara. Forse però, lo sentiva soltanto Dylan, un ragazzo che amava prevalentemente le emozioni e le sensazioni che sapevano sconvolgere l'anima e il cuore, bisognava dire quindi che con Melia accanto non era per nulla difficile arrivare ad una tale condizione di esistenza. La prefetta delle serpi fece illuminare gli occhi, sorridendo ancora più dolcemente, registrando nella sua mente quel piccolo particolare, così soave da sembrare insignificante, ma comunque, la parola segreto, scatenò in lei una reazione amorevole, che lasciò quindi spazio a Connor Junior per osservarla ancora per un po' e rimanerne ammaliato. Quanta bellezza interiore ed esteriore in una giovane così piccola, così acerba, così ancora con tante cose da apprendere, eppure, quasi spiazzante nel modo di fare.
Esattamente... Non aver paura di comportarti normalmente con me, lo so, non dovremmo ma... Ti andrebbe di trasgredire... Con me?
Forse, fu proprio in quella frase, detta per carità, senza malizia, che però il nostro Dylan poté mostrare quel suo lato ribelle e nascosto che teneva dentro di se quasi fosse un tesoro da trasmettere a poche persone, forse elette o con le quali forse percepiva una sintonia maggiore. Domande, solo domande, riferite ad un carattere così complesso, così ancora tutto da scoprire, ma la reale domanda forse era: a Melia interessava davvero scoprire come fosse fatto lui realmente?
Sì, è di stampo babbano, mediorientale per la precisione. E' una danza usata per ammaliare, di solito, per irretire la mente di colui che la osserva. La vuoi vedere?
... Irretire la mente? Allora mi viene il dubbio che tu la stia già facendo senza che io me ne accorga...
Una frase molto interessante, che poteva significare tutto o forse... Aaahh, no, che dico, poteva significare una cosa sola e con molta probabilità Melia l'avrebbe capita perfettamente. Che fosse quello o meno il suo intento, beh ci stava comunque riuscendo e da parte sua, il nostro Connor mostrava una realtà nuova, anche in questo caso fatta presente solo a lei da quando si trovava lì: l'incredibile capacità di dire la verità, esprimendo solo la veridicità delle azioni, delle reazioni e delle sensazioni che provava o che gli facevano provare. Difficilmente si teneva dentro le cose, sopratutto quando capiva che gli venivano incredibilmente spontanee. Percepiva come una sorta di torpore e oppressione se non parlava e non diceva onestamente quanto i sensi gli trasmettevano. O molto mistero, incomprensione, oppure estrema sincerità e veridicità... Sarebbe piaciuto tutto questo alla prefetta, o l'avrebbe messa un poco sul "chi va là"?
Comunque, si, mi farebbe piacere vedere come si costituisce questa danza, sempre se per te questo non è considerato un problema! La pratichi da molto?
Chiese spontaneamente mentre le porgeva il blocco con i disegni che Melia prese subito a consultare con molto interesse ed entusiasmo, rimanendo molto colpita da tutti ed in particolare dal primo, esprimendo il suo apprezzamento senza nessuna remora e, forse senza nemmeno accorgersene, chiamando per nome il professore. Che fosse quella la dimostrazione che aveva accettato quel loro piccolo segreto?
Sono davvero bellissimi, Dylan. I colori sono così intensi, l'uso delle sfumature è fenomenale, i dettagli sono così vividi... mi piacciono tutti, ma il mio preferito è questo. Mi sembra quasi reale, come se tu avessi catturato una parte di mondo e l'avessi imprigionata sul foglio... sei davvero fenomenale.
Sei gentile, ogni volta che guardo qualcosa che mi sorprende, anche che sia apparentemente insignificante, la disegno all'istante, cercando di coglierne le sfumature di meraviglia che hanno colpito me.
Ammise cercando di far capire al meglio alla ragazza quale fosse la sua visione artistica legata alla pittura e al ritratto. Non molti sapevano cogliere quella stessa magia che lui ritrovava in ogni disegno, in ogni foglio, ma nonostante tutto lui proseguiva lo stesso, perché era per lui importante continuare, non certo per dover impressionare il prossimo. Le sorrise, guardando ancora quel disegno fatto non molto tempo prima, durante una delle sue solite scampagnate per i prati vicino casa. Non ebbe la minima esitazione, staccandolo con delicatezza dal blocco e facendo apparire con la bacchetta una fodera di plastica intorno ad esso per poi consegnarlo proprio alla collega, sfiorandone per un secondo, qualora lei avesse accettato prendendo l'oggetto, le dita sottili e affusolate, che continuava ancora a guardare e giudicare davvero fuori dal comune, si, proprio angeliche o fatate.
Prendi. No, sshhh... Prendi.
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da Melia » 10/09/2012, 23:25
Il loro piccolo segreto. Così l'aveva definito Dylan, riferendosi alla possibilità di essere, almeno in privato, più amici che non professionali quanto due colleghi o addirittura distaccati quanto un professore ed un'allieva. E come avrebbe potuto Melia rifiutare una proposta del genere dopo le sue parole successive?
Esattamente... Non aver paura di comportarti normalmente con me, lo so, non dovremmo ma... Ti andrebbe di trasgredire... Con me?
... sì... mi va.
Mormorò la Serpeverde in risposta, e quasi inconsciamente un leggero velo di malizia colorò la sua voce, arrivando dal Prefetto dei Delfini come una carezza delicata ma impossibile da non percepire e, soprattutto, da non apprezzare; come la danza del ventre, fatta per ammaliare, tutto nell'essere della ragazza sembrava essere stato creato per lo stesso motivo. E se anche, quindi, Dylan avesse potuto considerare disdicevole per un docente intrattenere un certo tipo di discorso con una studentessa, probabilmente non avrebbe saputo rifiutare quel calore che li stava avvolgendo, colorando le loro guance ed accendendo i loro sensi.
... Irretire la mente? Allora mi viene il dubbio che tu la stia già facendo senza che io me ne accorga...
Ti dispiace?
No, Dylan Connor decisamente non era l'unico a dire sempre la verità, con la differenza che se l'affermazione di lui poteva essere considerata maliziosa in modo velato e vago, quella di Melia era una vera e propria provocazione pronunciata però con voce così soave, morbida e delicata che quasi non la si sarebbe potuta rimproverare di niente, a prescindere da cosa avesse detto. Inclinò anche la testa di lato, facendosi scivolare i capelli su una spalla e sbattendo lentamente le palpebre, con quegli occhi dorati dal taglio felino che si posavano su di lui per fissarlo così intensamente che era quasi impossibile sfuggire alla loro presenza. Ma poi, chi diceva che Dylan volesse fuggire?
Comunque, si, mi farebbe piacere vedere come si costituisce questa danza, sempre se per te questo non è considerato un problema! La pratichi da molto?
Da quando avevo tre anni, all'incirca. I miei genitori me l'hanno fatta imparare fin da piccola, dicono che è un ottimo modo per sviluppare l'elasticità del corpo...
Rispose, ricordando come spesso, quando si esercitava, gli uomini misteriosi entravano in salotto per poi osservarla: le davano qualche dolce alla fine, come a volerla premiare, ed infine se ne andavano silenziosi com'erano venuti. Ma a Melia piacevano quelle ricompense, e le piaceva il modo in cui quella danza faceva muovere il suo corpo, quindi era stata contenta di impegnarsi tanto per impararla. In ogni caso, prima di mostrare a Dylan come si ballasse quel tipo di danza, il Delfino le mostrò i suoi disegni che la Serpeverde non fece fatica ad elogiare come autentici capolavori.
Sei gentile, ogni volta che guardo qualcosa che mi sorprende, anche che sia apparentemente insignificante, la disegno all'istante, cercando di coglierne le sfumature di meraviglia che hanno colpito me.
E se guardi me... cosa vedi?
Domandò Melia, sorridendo appena dopo quella domanda in un sorriso che non era tanto di sfida, quanto forse di dolce curiosità che fece nuovamente brillare i suoi occhi, ancora più splendenti sotto la luce della Luna tanto da renderli quasi irreali, quasi inumani come la maggior parte delle cose che la riguardavano, sia fisicamente che nella voce. E forse proprio perché ammaliato da lei, o semplicemente perché Melia aveva dimostrato di apprezzare il suo lavoro, Dylan poco dopo le porse il disegno che tanto le era piaciuto in un chiaro gesto di donazione.
Prendi.
Ma...
No, sshhh... Prendi.
La Serpeverde lo fissò per un secondo, abbassando poi lo sguardo sul disegno ora avvolto da una fodera di plastica, e lentamente allungò le braccia per prendere quell'oggetto a lei prezioso tra le dita e sfiorare in questo modo le sue, permettendogli di sentire come fossero ancora fresche, quasi fosse una sua particolarità e non una condizione dovuta al tempo.
Sei davvero gentile. Ti ringrazio.
Sorrise in sua direzione, illuminando così il proprio viso con quell'espressione felice e riconoscente che lui aveva contribuito a creare con quel piccolo dono, dono che però per lei sembrava infinitamente prezioso, quasi un tesoro dal valore inestimabile.
Lo tieni un istante? Così ti posso far vedere la mia danza...
Domandò poco dopo Melia, e qualora lui avesse accettato lei avrebbe fatto un passo indietro e, improvvisando una melodia orientale con la voce, avrebbe dato al Prefetto un piccolo assaggio della sua bravura: difficile dire cosa fosse più ammaliante, se la voce della Serpeverde così sensuale e calda ora, i suoi occhi intensi ed avvolgenti che lo fissavano, oppure il corpo che, sinuoso ed aggraziato, si muoveva a ritmo della voce con un lento e perfetto oscillare di fianchi e bacino, con la pelle pallida leggermente scoperta della pancia che risplendeva sotto la Luna, spettatrice silenziosa del loro incontro. Si mosse per qualche minuto in quel modo, e mai durante quei secondi smise di guardare Dylan negli occhi, addirittura non sbatté nemmeno le palpebre come se per lei quel contatto visivo fosse essenziale: alla fine, semplicemente, tornò con le braccia lungo i fianchi - che poco dopo si allungarono per riprendere il disegno - ed un sorriso accennato sulle labbra.
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da Dylan » 11/09/2012, 0:30
Trasgredire, assieme, quasi come fosse una cosa proibita ed assurda. In effetti a sentirli così, poteva sembrare una cosa molto strana, molto maliziosa e magari lo era davvero. Fatto stava che di certo Dylan, il nostro ragazzo non certo puritano ma con la testa sulle spalle, non poteva di certo lasciarsi andare a fantasie assurde con una ragazza molto ma molto più giovane e magari anche non troppo esperta su certi ambiti. Che poi, parlava lui, lui che di sicuro non era stato circondato da ragazze ai tempi della scuola, lui che aveva mantenuto il suo primo amore verso la Vice Preside come un monumento infinito ed epico che non lasciava mai la sua mente e, beh si, diciamocelo, anche i pensieri meno puri. Menomale che al mondo non esisteva la telepatia insomma, altrimenti si che sarebbero stati grossi guai.
Ti dispiace?
No, però mi viene spontaneo chiedermi come fai, onestamente...
A domanda una risposta veloce. Una risposta nuovamente molto sincera, entrambi a quanto pareva amavano dire le cose in faccia, come stavano, non riflettendo minimamente su quello che potevano scatenare con simili parole, però, adesso intendiamoci, così mai potevano aver scatenato per il momento? Niente di esagerato, soltanto un maggiore feeling tra due persone, o almeno questo pensava Dylan Connor, il nostro artista dalla mente criptata e dalle parole invece più che chiare, a volte anche troppo.
Da quando avevo tre anni, all'incirca. I miei genitori me l'hanno fatta imparare fin da piccola, dicono che è un ottimo modo per sviluppare l'elasticità del corpo...
Elasticità... del corpo...
Il ragazzo scosse il capo, d'accordo, la fantasia stava decisamente viaggiando un po' troppo e con troppa dimestichezza dei pensieri e delle trasgressioni, possibile che in lui si scatenassero certe... Emozioni? Non era fatto di pietra, va bene, ma non ricordava nemmeno di avere così tanta malizia in corpo, nel cervello, da farlo sentire così incline a riflessioni strane per parole, accenni così semplici come la spiegazione del perché la danza del ventre poteva fare bene ad una persona. Il corpo elastico faceva bene a prescindere anche per la danza, per la spina dorsale, per... Tante cose insomma!
Allora devi essere ormai veterana, immagino che i tuoi genitori volessero che tu fossi una persona molto atletica...
Si, forse era quello l'intento, permetterle di essere una ragazza che fosse sempre in forma fisicamente e che fosse sempre prestante, oltre al fatto che avere un corpo allenato e atletico comportava anche un minor rischio di avere malattie, poiché anche l'interno risultava più capace di saper affrontare i batteri e i virus. La salute doveva risultare essere per la famiglia Herbert un caposaldo sul quale contare nella vita e bisognava dire che a giudicare da quello che si trovava davanti Dylan, beh, il nostro artista di fronte a se aveva davvero un ottimo risultato di quella filosofia, visto che in forma, oh si che era in forma.
E se guardi me... cosa vedi?
Nei tuoi capelli il vento, nella tua pelle un petalo di rosa, sulle tue labbra le dune del deserto e nei tuoi occhi il sole del mattino, ricorda, io osservo attraverso lo spirito, attraverso il cuore e tutto ciò che accolgo in me diventa automaticamente arte... E tu sei arte.
Ancora un volta la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità. Dire "lo giuro" però, poteva essere un poco un rischio, si perché nella realtà quella ragazza emanava un'attrattiva maggiore del normale sui ragazzi, un'attrattiva del 20% in più, una percentuale non certo da sottovalutare ma che purtroppo il nostro Connor doveva prendere come semplice ed incredibilmente miracolosa voglia di continuare a passare il tempo con lei, di starle a contatto, con quel suo piccolo segreto, il loro piccolo segreto, titolo tra l'altro del disegno che si azzardò a regalarle proprio in segno di quella notte improvvisa e assolutamente magica, sorprendente.
Sei davvero gentile. Ti ringrazio. Lo tieni un istante? Così ti posso far vedere la mia danza...
Ma certo, sono ansioso di farmi irretire la mente, Melia... Fammi pure vedere di cosa sei capace.
Detto fatto, la ragazza iniziò la sua danza e porca miseria se non fu un duro colpo da assorbire per il professore di materie alchemiche. Quel bacino si muoveva con una lentezza calcolata e ritmicamente sempre più intento ad azzerare la salivazione del ragazzo. Gli occhi poi, sempre fissi su di lui, nei suoi, trasmettevano elettricità, magnetismo, desiderio, comprensione di erotismo e malizia, dedizione e mistero, un mix così incredibilmente eccitante da lasciare di stucco quel giovane che seppur così tanto più grande di età, si trovò a chiedersi se avanti a lui ci fosse davvero una quattordicenne oppure lo avesse bellamente preso in giro nascondendo di averne almeno diciotto. Era brava, davvero brava, e non soltanto nella danza, nel contatto visivo, ma decisamente anche nel canto, che come una nenia eterea e melodiosa risuonava nel suo cervello quasi non provenisse da essere umano ma sirena, si, quelle figure mitologiche dei racconti epici babbani, quelle che grazie al loro canto e al loro tono di voce morbido e ammaliante riuscivano a far dirottare i marinai verso di esse per poi attirarli nelle loro trappole mortali. Lei era esattamente così, una ragazza in grado di dirottare i sensi e le pulsazioni di Dylan così tanto da farlo sentire come prosciugato di cognizione di tempo e spazio, adesso vedeva soltanto lei e con un'espressione seria, impressionata, intensa, non smise di guardarla e di ammirare, questa volta impunemente, il suo corpo tonico e prosperoso, fino a quando non si concluse in definitiva quel ballo orientale e lei potette quindi chiedere se tale performance era stata o meno di gradimento del collega.
Ti è piaciuto?
Non nego di sentire il mio corpo più caldo. So che sei giovane, forse certe confessioni sono sbagliate, ma sai come risvegliare il desiderio di un ragazzo, Melia... ... Credo tu abbia capito che da me otterrai sempre e solo verità, qualora mi sentissi nella condizione di esportela.
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da Melia » 11/09/2012, 13:34
No, però mi viene spontaneo chiedermi come fai, onestamente...
Forse sei tu che stuzzichi parti di me solitamente nascoste.
Su un filo sospeso nel vuoto, ecco come si sarebbe potuta definire quella loro conversazione: passavano da una domanda all'altra, da una battuta all'altra, da una provocazione all'altra con una semplicità che forse, ad un occhio esterno, sarebbe quasi potuta apparire pericolosa; eppure la limpidezza nello sguardo di Dylan e la soavità della voce di Melia non potevano essere ricondotti a qualcosa di sbagliato o inappropriato, e dunque quella strana conversazione tra i due sarebbe dovuta esser considerata come casta e pura, con eventuali significati nascosti che, proprio come la loro complicità, sarebbero rimasti segreti.
Elasticità... del corpo...
Sorrise lievemente a quella ripetizione da parte del ragazzo, che sembrava ora quasi imbambolato, perso in chissà quali pensieri ed immagini evocative di quella elasticità di cui Melia aveva parlato. Il sorriso si ampliò nel vedere che scuoteva la testa, quasi volesse allontanare da sé certe riflessioni non consone al suo ruolo o forse, magari, alla persona che aveva davanti, per focalizzarsi sul lato più "salutistico" di quella disciplina.
Allora devi essere ormai veterana, immagino che i tuoi genitori volessero che tu fossi una persona molto atletica...
La mia famiglia trova sia importante allenare il corpo oltre che la mente, e poiché una mente allenata è anche elastica, perché allora non dovrebbe esserlo anche il corpo? Mi hanno insegnato anche lo yoga, una disciplina utilissima per imparare ad ascoltare e conoscere ogni fibra del nostro essere.
In fondo non c'era nulla di sbagliato in quello che stava dicendo, nulla di falso: certo, non era sicuramente l'atleticità l'intento dei genitori della Serpeverde, ma quello era un altro discorso e non c'era motivo di farne parola in quel momento, non quando potevano semplicemente parlare in modo così piacevole. E c'era una cosa che a Melia interessava sapere, ovvero cosa vedesse Dylan in lei osservandola, vista la sua dedizione all'arte e, in generale, a tutto ciò che c'era di bello al mondo.
Nei tuoi capelli il vento, nella tua pelle un petalo di rosa, sulle tue labbra le dune del deserto e nei tuoi occhi il sole del mattino, ricorda, io osservo attraverso lo spirito, attraverso il cuore e tutto ciò che accolgo in me diventa automaticamente arte... E tu sei arte.
Ti piacerebbe dipingermi?
Una domanda a bruciapelo, una domanda che forse avrebbe messo Dylan in una posizione scomoda, ma d'altronde aveva parlato così poeticamente di lei, del suo corpo e delle due fattezze che Melia sarebbe stata felice di posare per lui, e permettere alla sua bravura di esprimersi per l'ennesima volta, con un soggetto ben diverso dal solito. A prescindere dalla sua risposta, comunque, poco dopo la Serpeverde mostrò al Prefetto dei Delfini la sua danza del ventre, quei movimenti del bacino e dei fianchi assolutamente perfetti accompagnati dallo sguardo intenso e dalla soave nenia creata dalla sua voce, che ammaliarono il ragazzo forse al punto di fargli perdere la cognizione di tempo, spazio e regole tra colleghi all'interno della scuola, tanto che quando Melia terminò di ballare e gli chiese se avesse gradito, la risposta di Dylan fu assolutamente inequivocabile.
Non nego di sentire il mio corpo più caldo. So che sei giovane, forse certe confessioni sono sbagliate, ma sai come risvegliare il desiderio di un ragazzo, Melia... ... Credo tu abbia capito che da me otterrai sempre e solo verità, qualora mi sentissi nella condizione di esportela.
Inizialmente non disse nulla dopo quelle parole, limitandosi ad osservare il Prefetto con intensità con un sorriso malizioso e misterioso sulle labbra, al quale seguì un lieve cenno di assenso col capo. Solo in un secondo momento quelle labbra rosse e carnose vennero schiuse, per permettere alla voce di lei di raggiungere l'altro ed avvolgerlo con calore.
Ti senti attratto... da me?
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da Dylan » 13/09/2012, 22:13
La mia famiglia trova sia importante allenare il corpo oltre che la mente, e poiché una mente allenata è anche elastica, perché allora non dovrebbe esserlo anche il corpo? Mi hanno insegnato anche lo yoga, una disciplina utilissima per imparare ad ascoltare e conoscere ogni fibra del nostro essere.
Hai una famiglia davvero saggia! E' vero, si pensa che affinare i sensi ci renda più puri dentro, capaci di captare cose che normalmente non si potrebbero sentire, percepire. Mi trovo d'accordo con questa visione, è alquanto... Filosofica!
Quella risposta giunse quasi subito, come se Dylan attendesse solo il momento più giusto per conversare e fare così in modo di produrre altre motivazioni per dialoghi successivi. Il prefetto sentiva molto il desiderio, la voglia di parlare ancora con lei, non allontanarsi e non concludere lì la serata, anzi, ormai la notte, per quanto ad esser sinceri si stava avvicinando un orario per il quale i ragazzi sarebbero dovuto tornare alle proprie stanze e dormire. Domani sarebbe stato un giorno molto importante, un giorno di studio, un giorno di lavoro. Si, forse era meglio per Dylan chiedere a Melia di cominciare ad avviarsi in direzione dell'ingresso del castello, peccato però, che con le successive sue parole, la ragazza fece scomparire nuovamente l'idea insana del professore di alchimia di andare via di lì.
Ti piacerebbe dipingermi?
Che proposta interessante, anzi, molto di più. Nella mente del nostro Connor Junior però, si presentò un'idea di ritratto ben poco casta, che cercò di mandar via all'istante. Perché quella giovane creatura gli faceva un effetto simile? Così erotico e così passionale? Eppure nella sua voce era presente solo tranquillità, dolcezza, miele, quasi, nel sapore delle parole. Mandò giù quel poco di saliva che gli era rimasta, iniziando a squadrarla per bene, come a voler imprimere dentro di se, nella sua immaginazione più che pura, la figura di lei, di quella ragazza molto più simile ad una ninfa o chissà quale altra creatura misteriosa e magica.
Non penso che il mio pennello nel caso abbia mai avuto l'onore di dipingere una cosa più... ... Beh più... Più ... bella... Poseresti per me un giorno?
Quella penultima affermazione fatta sentire a bassissima voce, vergognandosi un poco per una tale uscita così poco professionale, per di più nei confronti di una ragazza così più giovane verso la quale un professore non dovrebbe tenere certi atteggiamenti, eppure, il nostro pittore si stava sempre più impelagando in quel discorso e in quella situazione quasi non fosse capace di uscirne, un po' perché quegli occhi lo ipnotizzavano ed un po' perché a prescindere lui stesso non si sentiva nel desiderio di scostarsi da quelle sensazioni. Sensazioni che crebbero ulteriormente non appena Melia prese a ballare per lui, mostrandosi in tutto il suo sensuale splendore e capacità. Uno stile di danza che non riusciva in nessun modo a farti smettere di guardare, di ammirare, di perderti in quei movimenti lenti, meravigliosamente accostati ad un corpo di tutto rispetto, ancora acerbo forse in qualche frangente, ma che prometteva di sicuro un giorno una fioritura eccellente. Al termine di tale danza poi, ella gli chiese esattamente cosa ne pensava e lui, il nostro ragazzo, non poté fare altro che mostrare la sua propensione nell'essere sempre sinceri, cosa che permise alla Herbert di far presente un dubbio molto particolare che lasciò abbastanza interdetto e imbarazzato l'artista.
Ti senti attratto... da me?
Domanda non troppo semplice. Una parte avrebbe voluto semplicemente utilizzare ulteriore sincerità, un'altra lo spingeva a cercare di frenare uno spirito così indomito e folle, dato magari da un sentimento momentaneo oppure semplicemente per l'imposizione, il blocco nel sapere di una così ampia differenza tra di loro. Fatto stava però che Dylan Connor non era molto in grado di saper tenere per se i segreti, o forse non intendeva in maniera volontaria nascondere qualcosa a lei, farle vedere che proprio nel momento più importante, si tirava indietro, come un bambino, con una mente più giovane di quella di lei che, tra l'altro, mostrava molta più maturità di individui già diplomati. Si fece coraggio allora, mordendo con lentezza il labbro superiore, mentre il vento gli faceva muovere con morbidezza i capelli scuri, spostando ancora una volta gli occhi su quelli di lei. No, come poteva fare a mentirle?
Si, mi ci sento, per quanto una parte di me sa bene che moralmente è ingiusto. Tu invece... Ti piaccio come persona?
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da Melia » 14/09/2012, 13:00
Filosofica... No, di certo quello non sarebbe mai stato il primo aggettivo con cui Melia avrebbe mai descritto la sua famiglia, ma era anche vero che aveva fornito a Dylan una visione molto personale e rivisitata delle cose: sapeva bene che c'erano altri motivi per cui i suoi genitori avevano spinto che lei si formasse in determinate discipline, solo che non li conosceva e non li comprendeva nemmeno. Ma perché focalizzarsi su dettagli come quello, quando c'erano cose molto più piacevoli di cui parlare? Dopo avergli chiesto cosa vedesse in lei, ad esempio, Melia ascoltò la risposta del Prefetto dei Delfini con curiosità, e le sue parole la spinsero ad azzardare ancora, a domandargli se mai avesse voluto dipingerla.
Non penso che il mio pennello nel caso abbia mai avuto l'onore di dipingere una cosa più... ... Beh più... Più ... bella... Poseresti per me un giorno?
Un lento sorriso incurvò le rosse labbra della ragazza, mentre inclinava appena la testa di lato e lasciava scivolare i capelli che si spostavano col suo capo come un'onda setosa e castana, profumata di muschio bianco; gli occhi, dal taglio verticale quasi e di quel colore dorato quasi innaturale, brillarono ancora più del solito, tanto che alla luce della Luna apparirono splendenti come pietre preziose, come diamanti gialli dal valore inestimabile.
Mi piacerebbe molto posare per te, Dylan.
Ammise la Prefetta delle Serpi, pronunciando il suo nome con voce morbida, quasi fosse una carezza il suo suono che avvolgeva non solo il nome del ragazzo, ma egli stesso, in un abbraccio caloroso e gentile. E a quella risposta seguì una domanda, pronunciata da Melia sempre con quel modo di parlare, con quel tono delicato quanto la sua persona, da impedire quasi il rifiuto a voler rispondere, come se la sua dolcezza rompesse ogni barriera e facesse sì che chiunque fosse costretto a risponderle, indipendentemente dalla domanda.
Si, mi ci sento, per quanto una parte di me sa bene che moralmente è ingiusto. Tu invece... Ti piaccio come persona?
Il sorriso sulla sua bocca si ampliò, mentre il capo si muoveva lentamente su e giù, in un cenno di assenso. Fece un piccolo passo verso di lui, sentendo che qualcosa dentro di sé sembrava come in procinto di risvegliarsi: allungò la mano verso il ragazzo e gliela posò sul braccio, sperando che non fosse troppo fredda per i suoi gusti.
Sì. E non solo come persona.
Mormorò con quella voce da sirena, lasciando che fosse Dylan a capire il sottinteso di quelle parole: non solo come persona, ma anche come uomo, come maschio, come controparte di genere maschile insomma. La mano non si scostò dal suo braccio - a meno che non fosse stata lui a spostarla - ma la cosa strana fu quel qualcosa dentro Melia che all'improvviso sembrò prendere possesso di lei: gli occhi brillarono d'intensità, le pupille si assottigliarono ulteriormente per diventare due fessure verticali, e la voce... la voce divenne ancora più morbida, più calda, più avvolgente, con le parole che uscirono da essa pronunciate più lentamente, come al rallentatore.
Vorrei che mi baciassi...
Sussurrò la Serpeverde, molto più simile all'elemento della sua Casata di quanto lei stessa potesse immaginare: sì, stava usando per la prima volta il suo potere, seppur senza rendersene conto... e non c'era nulla che Dylan potesse fare per sottrarsi a quella volontà di assaggiare le sue labbra.
[Uso Potere "Ipnosi": Concentrazione => 7 + Bonus Potere => 8 + Tiro d20 => 18 = 33]
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Melia
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da Dylan » 15/09/2012, 14:20
Mi piacerebbe molto posare per te, Dylan.
Incredibile come con una sola frase così corta e semplice, ella riuscisse a smuovere buona parte della sua interiorità, oltre che alla sua integrità professionale ovviamente. Ora, non è che si stava proprio parlando di un pensiero simile al ritratto fatto da Jack Dawson in "Titanic", ma bisognava ammettere che per alcuni secondi la mente di Dylan non fu troppo lontana da una fantasia simile, che infatti scuotendo la testa cercò di scacciare, focalizzando la sua attenzione sempre e comunque sull'età effettiva della ragazza. Non importava che ella dimostrasse più anni, l'amara verità era che ne aveva 14, fine del discorso... Si, ma vallo a dire all'impulso.
Ci possiamo mettere d'accordo in qualsiasi momento, una bella giornata di sole, al lago o anche sempre qui, perché no?
Se vi state chiedendo se quello era un modo per scacciare via pensieri impuri, vi rispondo che era proprio così. Dylan sentiva che non poteva buttare all'aria il proprio comparto professionale così, per lei. Non certo perché non fosse una bella ragazza, anzi, ma era ovvio che se si fosse pensato od ipotizzato uno strano atteggiamento di un docente con una minorenne probabilmente avrebbe perso all'istante il lavoro. E dunque, gli sforzi della sua famiglia per dargli una casa, dei fondi, degli appoggi affettivi? La felicità del padre e della madre perché finalmente il figlio otteneva un impiego di prestigio? Andiamo, essere docenti ad Hogwarts non era mica fare il pasticcere nella periferia londinese, o il pittore ambulante per i vicoli della Spagna o della Francia, senza nulla togliere alla pittura, si intende. Le sorrise, il nostro Connor, un sorriso morbido, fatto apposta per rassicurare lei e se stesso, per quanto non è che lei fosse così tanto da rassicurare, sopratutto dopo quello che si mise a fare poco dopo, probabilmente senza volerlo, ma diamine se accadde. Ciò che il mondo ancora ignorava, Dylan forse più di tutti e lei anche, accadde per la prima volta proprio allora. La voce di Melia si fece più calda, mentre avanzava dei passi in direzione del collega e superiore, posandogli una mano sul braccio. Fredda? Ma quale fredda, ora Dylan sentiva delle fiamme incredibili, altro che gelo. Una richiesta, forse solo una confessione ingenua, per quanto come si faceva a dire che fosse ingenua con quel modo di fare. Quelle parole giunsero al cervello del pittore con una forza tale da alterare il suo stato di lucidità. L'ipnosi aveva fatto effetto e lui non poteva opporsi in nessun modo a quella forza, aiutata anche dagli sentimenti del ragazzo, già di loro piuttosto contrastanti.
Vorrei che mi baciassi...
Alla sua mente però, quelle parole non parvero né come confessioni né come richieste, ma come un vero e proprio ordine, per di più da seguire.
Come uno specchio, mentre la mano di Melia era sul suo braccio, quella di Dylan andò a posarsi sul braccio della prefetta Serpeverde. Ancora un passo avanti di lui, un passo avanti delicato mentre non smetteva di fissarla. Non sbatteva nemmeno le palpebre e le pupille si dilatarono appena, ormai sotto totale effetto di quella magia proibita e incontrastabile. Il viso cominciava a far scomparire l'immagine della luna lontana da loro, spettatrice, mentre pian piano copriva quella distanza volendo raggiungere le labbra della giovane collega come se fossero un oasi in mezzo al deserto, come se lui avesse sete e non bevesse da giorni, ma no, che dico giorni, mesi.
Se mi permetti di parlare... Non aspettavo altro da quando ti ho vista.
Pronunciò con estrema, forse troppa, decisamente troppa sincerità. Non era guidato più da una ragione intenta a salvaguardare il suo futuro ma era una barca a remi in mezzo ad una tempesta con nessuna possibilità di sfuggire alla furia di una natura innaturale.
Oramai la distanza era coperta totalmente, appena un altro secondo, le labbra del prefetto dei delfini che con calma calcolata ed ansimante si inumidirono di saliva scintillante sotto la poca luce lunare ancora rimasta tra loro a mantenere luminosità, ed infine, quel piccolo spiraglio di luce scomparve del tutto, non rimase più niente, solo due visi così vicini, che non era di certo possibile pensare che oramai le loro bocche non fossero attaccate. Ovviamente Melia non si era espressa nel tipo di bacio, dunque Dylan diede il bacio in modo molto serio, molto maschile e adulto, lasciando andare la lingua sperando che ella la accogliesse e iniziando quindi a stringere il corpo fresco della ragazza a lui per non smettere, no, proprio no, di cibarsi del suo sapore, come una droga, come un liquido simile al nettare degli dei. No, non avrebbe di certo smesso fino a quando lei non avesse deciso che ne aveva abbastanza, comunque i movimenti rimanevano lenti, non esasperati o forzati, era come se fosse un bacio realmente voluto. Probabilmente in quella realtà ella avrebbe compreso che una parte di lui, fosse stato anche solo un 30% lo voleva davvero e non era merito totale del suo potere, un potere che per altro forse lei ancora non aveva capito di aver sfruttato sul povero artista. Qualora quindi lei avesse scelto dopo un poco di interrompere quel flusso di fluidi provenienti dalle labbra di ognuno, Dylan si sarebbe staccato, piano, guardandola ancora, assaporando con una leccata quel poco rimasto di lei sulla propria bocca, per poi rimanere fermo, imbambolato, ad attendere solamente l'ordine successivo, in parte, si, decisamente anche eccitato.
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da Melia » 15/09/2012, 15:24
Ci possiamo mettere d'accordo in qualsiasi momento, una bella giornata di sole, al lago o anche sempre qui, perché no?
Quando vuoi.
Mormorò la ragazza in risposta, ancora sorridente, dolce e pura, elegante e leggiadra, come un incrocio perfetto tra una fata, una ninfa ed un angelo: sarebbe stata pronta a posare per lui quando e come Dylan avesse preferito, ansiosa in verità di farsi ritrarre dalla bravura del ragazzo. Ma presto tutto intorno a loro perse importanza: senza rendersene conto, senza potersi fermare, Melia usò il potere nascosto dentro di lei, quella capacità che la Setta aveva inculcato nel suo essere quando era ancora una piccola ed indifesa neonata: ed ecco che, così, il Prefetto dei Delfini si ritrovò totalmente incapace di reagire, di rifiutare una proposta del genere, una richiesta che Melia nemmeno si rendeva totalmente conto di aver avanzato, come se non fosse se stessa in quel momento. Sentì il tocco della sua mano sul proprio braccio, così nuovo per lei come contatto da farla quasi fremere, e quando il corpo di Dylan si avvicinò al proprio non un passo fu fatto all'indietro dalla Serpeverde, come se nemmeno lei aspettasse altro dall'inizio di quella chiacchierata.
Se mi permetti di parlare... Non aspettavo altro da quando ti ho vista.
Sincero? Beh, perché non lo sarebbe dovuto essere, in fondo lei gli aveva solo... chiesto/ordinato di baciarla, no? Lo fissò ancora, mentre le si avvicinava, e più la distanza tra loro diminuiva fino ad estinguersi completamente, più gli occhi di Melia si socchiudevano fino a chiudersi del tutto, le labbra che timide, fresche ed umide iniziavano a muoversi con quelle del ragazzo e la lingua che, meno impacciata di quanto si sarebbe potuto immaginare, andava a giocare e danzare con la sua.
Sono... stata io...
Pensò Melia mentre quel bacio si approfondiva e proseguiva, per volontà di entrambi sicuramente ma con una spinta in più: per qualche motivo che nemmeno la Serpe comprendeva a fondo, Dylan aveva acconsentito alla sua richiesta come fosse spinto a farlo dal modo stesso in cui l'aveva chiesto; che ci fosse qualcosa dietro tutto questo? Che fosse... diversa dagli altri, come aveva sempre pensato? Che fosse quella la "dote" di cui le parlavano sempre i suoi genitori? Si scostò appena da lui, le labbra rosse e tumide per quel primo bacio e gli occhi che quasi fremevano e si andavano a posare nuovamente sul suo volto, come se aspettasse... qualcosa: una nuova richiesta, un nuovo... ordine?
E' stato... bello?
Incerta per un momento, come solo una ragazzina al suo primo bacio poteva esserlo. Poi, lentamente, lo stato delle cose prese forma dentro di lei: se davvero era così la questione, se davvero poteva... ipnotizzare chi voleva a proprio piacimento...
... posso fare ciò che voglio...
Un sorriso lento e furbo si formò sulla sua bocca, ora incurvata verso l'alto: gli occhi brillavano ancora, maliziosi e birichini, la sua pelle più fresca di quanto già non lo fosse prima ed il vento che, accarezzandole i capelli, diffondeva nell'aria un profumo molto più dolce ed intenso del precedente, sempre di muschio bianco ma in modo più forte.
Domani sarà la tua prima lezione... giusto? ... e tu mi darai il massimo del punteggio quando ti consegnerò il compito...
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da Dylan » 15/09/2012, 16:39
Alla fine si era consumato quell'atto proibito, quel segno, simbolo di sconsiderato desiderio e irrefrenabile istinto di piacere. Dylan non era mai stato un tipo impulsivo, volto insomma a seguire soltanto e ciecamente quello che gli dettavano i sensi ed anche un po' l'egoismo, il proprio piacere e benessere, ma in quel frangente, una forza lo aveva costretto in modo impossibile da ribellarsi ad avvicinarsi e baciarla, baciare Melia, una sua collega, ma non era di certo quello che si parlava quando si intendeva un disastro. Si trattava delle parole "minorenne" e "studentessa" che di sicuro lo avrebbero messo nel panico al termine di quell'atto umido, bello e potenzialmente il primo ad essere stato così intenso per lui. Eppure, al termine di tutto ciò, quando le loro labbra si staccarono e sul palato dell'artista poteva ancora sentirsi distintamente il sapore della lingua della Herbert, Dylan non disse nulla di strano, anzi, rimase quasi impassibile, quasi incapace di dire o fare altro se non comandato da lei, come se fosse una sorta di marionetta nelle sue mani.
E' stato... bello?
Si Melia.
Rispose con un fare quasi automatico, indotto non troppo dai sensi quanto da una sudditanza intrinseca ed inspiegabile. Melia ora teneva il controllo completo non solo del suo corpo, non solo del suo eccitamento e delle sue emozioni, ma anche della sua mente, della sua ragione e della sua volontà, una volontà spiegabile tranquillamente al volere di lei, qualunque cosa avesse detto, anche se fosse stata uccidersi in quell'istante, lui l'avrebbe fatta senza batter ciglio. Letale, vero? Si, molto, ma per fortuna di Connor Junior, non era propriamente quella l'idea che venne a Melia, piuttosto una molto più soft e molto più di aiuto per la sua Casata verde argento.
Domani sarà la tua prima lezione... giusto? ... e tu mi darai il massimo del punteggio quando ti consegnerò il compito...
E cos'altro avrebbe mai potuto lui, se non annuire subito, sorridendo anche, come se fosse anche consapevole di quello che stava facendo o dicendo. Melia aveva scelto di fare una prova semplice, per capire quanto in là il suo potere sarebbe andato avanti a giovare non solo a lei ma anche a molti altri scopi, uno fra questi anche garantire punti regalati a Serpeverde. Forse però non era quello lo scopo unico, anzi, magari non pensava proprio alla casata in quell'istante, fatto stava comunque, che presto le serpi si sarebbero ritrovate di sicuro con 40 punti in più e senza che la studentessa in questione facesse il minimo sforzo. L'indomani avrebbe consegnato il foglio in bianco, un bianco che sarebbe valso come miglior compito.
... Altro Melia?
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2013-04-15 21:53:08 |
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2012-09-14 13:34:15 |
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