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Interno locale

Messaggioda Sandyon » 11/07/2012, 2:31

Una volta arrivato sul terrazzo, l'uomo si sedette sulla sedia ove prima si trovava la sua compagna, posando la bottiglia di liquore riempiendosi un bicchierino generoso di quel liquido che era volto principalmente a distendere i suoi nervi a fiori di pelle.
In realtà c'era molto dietro quel rifiuto, molto dietro il non voler addestrare un ragazzo così follemente votato ad una causa di vendetta.
Sandyon ricordava molto bene cosa volesse dire uccidere per puro desiderio di vendetta, ricordava benissimo i tempi passati come l' "Assassino", colui temuto da tutti, per i quali grandi mercenari rifiutavano incarichi per tanto di quel denaro da riempirci un intero lago.
Quando era in quello stato, mentre uccideva uno sull'altro ogni uomo che si sbarrasse di fronte al suo cammino, lui non provava piacere ma nemmeno soddisfazione, semplicemente non provava niente di vero, niente di reale, solo il suo cuore che andava divenendo sempre più arido, sempre meno pieno di vita, sempre meno disposto ad amare qualcuno.

Non posso pensare che a te possa accadere lo stesso.

Bevve un sorso di amaro, lasciando che scorresse giù per la gola, rinvigorendo lo stomaco, la pelle, le cellule di un cervello in moto e forse anche con l'intento di far pompare più sangue al cuore, per convincersi sempre di più che quella non era la soluzione esatta.
Adesso Robyn voleva vendetta, ma un giorno se ne sarebbe pentito, anche soltanto per aver ucciso un solo nemico, un solo uomo, per quanto colui che ha ucciso il mentore.
La vendetta profuma di buono all'inizio e solitamente si porta dietro una scia di morte senza precedenti.
E se quell'uomo di colore si fosse trovato a capo di un'organizzazione o fosse stato mandato da quest'ultima, allora la vendetta sarebbe ricaduta anche su di loro? Sandyon ne era assolutamente certo, perché allora non vedeva nient'altro se non nemici ovunque, gente da sterminare, da togliere di torno, come se fosse perennemente nel giusto, come se fosse Dio sceso in terra e purtroppo o per fortuna non era affatto così.
No, decisamente lui non poteva permettersi di fare una cosa del genere, mettere in mano a Robyn i mezzi, le armi necessarie per compiere un simile errore come perdere del tutto l'umanità ed il buon senso, anche se adesso non lo capiva, forse un giorno ci sarebbe riuscito ed allora lo avrebbe perdonato.

Magari un giorno troverai anche tu una persona in grado di farti tornare a respirare aria non velenosa.
Proprio come è accaduto a me con...


... Monique.

Quel nome uscì fuori dalle labbra di Sandyon quasi come fosse una sorta di mezza rivelazione.
Chiuse gli occhi, come se volesse ragionare meglio su tutta la faccenda, come se gli fosse arrivata un'idea ma che non voleva fosse stata dettata soltanto da un attimo di smarrimento e confusione.
In fondo non poteva certo permettersi di fare qualsiasi tipo di errore, sopratutto con un ragazzo così giovane, così vendicativo ma forse si, possibilmente plasmabile e calmabile, con molto meno tempo e pazienza che ci erano voluti per se stesso, per Sandyon Vastnor, un uomo con cicatrici di vendetta ovunque per il corpo.
Robyn non aveva tra le mani l'ombra rossa del sangue di qualcuno innocente, quindi era maggiormente facile che potesse essere aiutato a calmarsi, a tornare con i piedi per terra, a comprendere che la vendetta non era l'unica soluzione, e se l'ex mercenario non era l'uomo giusto per fargli capire quella lezione, allora c'era solo un'altra persona di sua conoscenza in grado di eseguire un'impresa simile aiutandolo nel contempo ad aumentare il suo potenziale e la sua capacità di autodifesa.
Finì il suo bicchiere e lo lasciò lì sul tavolo, alzandosi definitivamente in piedi, aprendo la porta e dirigendosi nel soggiorno dove appunto Monique si stava adoperando per aiutare il ragazzo a superare lo shock del rifiuto e a tirarsi un poco su.

Smettila di frignare.
Forse ho una soluzione.


Robyn a sentire quelle parole alzò subito il capo, mettendosi in piedi alla stessa altezza di Sandyon, speranzoso negli occhi per quanto la fiamma della vendetta ardesse ancora potente in lui.
Nonostante tutto il docente di Difesa non se ne curò troppo, almeno al momento, convinto che forse in breve, in un futuro non troppo lontano, ci sarebbe stato modo di vedere in lui qualcosa di meglio, di più profondo, di più semplice e tranquillo, placido e calmo ma allo stesso tempo letale.
Fece un bel respiro, lanciando un'occhiata alla propria donna come a chiederle cortesemente di alzarsi anche lei e se avesse quindi accettato di seguire la richiesta, le avrebbe posto una mano sul fianco stringendola di poco a se con fare possessivo ma allo stesso tempo stranamente orgoglioso, quasi come a volerla mettere in mostra.

In che senso zio, spiegati per favore...

Nel senso che ci ho riflettuto.
Io non sono la persona adatta per seguirti, il mio animo è ancora troppo inquieto per trasmetterti una calma che non possiede.
Quello di cui tu hai bisogno è una persona che ti insegni a contenere questo sentimento di rabbia e a non farlo esplodere inutilmente.
In questo credo che la mia compagna possa esserti più utile, quindi in sostanza, se Monique è d'accordo, l'unica soluzione che ho è che sia lei a prenderti come allievo e addestrarti per farti migliorare.


Subito lo sguardo di Robyn si spostò sulla figura di quella che lui definiva la "zia".
Inutile dire che inizialmente nei suoi occhi oltre che una scia di smarrimento si denotò anche una di lieve scetticismo.
Uno scetticismo che però Sandyon provvise a cancellare subito con le sue parole forti, secche, seri e assolutamente reali.

Non sottovalutarla, potrebbe metterti col culo per terra in meno di un secondo.
Ha talento tanto quanto me ed è anche docente di Incantesimi, il che già di per se è una garanzia.
E' chiaro che in primis è lei che deve accettare, quindi io non c'entro più niente in questo senso.


Robyn rimase interdetto per alcuni secondi, sopratutto analizzando per bene tutta la situazione.
Era andato lì per chiedere l'aiuto di un parente, di una persona fidata, per imparare a combattere, per imparare a difendersi, per essere un giorno in grado di affrontare il suo più grande nemico, l'assassino del proprio mentore Daemon Laars.
Sandyon Vastnor, suo zio diretto si era rifiutato di addestrarlo in maniera completa e di offrirgli i suoi consigli, ma in compenso ora se ne usciva con la storia della compagna, sua zia, una donna che a quanto sembrava era molto esperta e potente, tanto da farla definire da Sandyon come sua pari a tutti gli effetti.
Adesso lui doveva scegliere effettivamente cosa fare, se adeguarsi oppure andarsene via irretito per non aver ricevuto quell'aiuto dal parente.
Credere alle sue parole quando diceva che non era in grado e che quindi non voleva sbolognare il problema alla compagna ma solo dar lui una persona più indicata, oppure prendere tutto per una menzogna e dileguarsi scegliendo la possibilità di avere un altro insegnante che lo portasse sulla giusta via per poter un giorno riprendersi la sua rivincita contro quell'uomo spietato e privo di cuore?
Robyn rimase in silenzio alcuni attimi, mentre nel frattempo che non vedeva, Sandyon si avvicinò con le labbra all'orecchio della francesina per sussurrarle qualcosa di particolare.

Hai fatto il miracolo con me.
Sei l'unica che potrebbe farlo ancora una volta.


Robyn Laars alzò lo sguardo appena pochi secondi dopo, con aria molto seria, molto ferma e convinta.
Evidentemente aveva preso una sua decisione, una decisione importante che sapeva bene avrebbe potuto cambiare del tutto i suoi piani per i mesi successivi, ma ormai era convinto, ormai non voleva più tornare indietro, qualunque cosa fosse successa.
Deglutì lentamente questa volta, facendo un passo avanti, infine, senza esitare oltre, proprio rivolto a Monique, si mise in ginocchio con il capo chino e il tono di supplica e devozione, come quasi un cavaliere che promette lealtà eterna alla sua regina.

Ti prego zia, prendimi come tuo allievo!
Sarò attento ad ogni cosa, rispetterò ogni decisione, mi sottoporrò a qualsiasi prova, ma per favore... Accettami!
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Messaggioda Monique » 11/07/2012, 12:44

Diversi minuti passarono da quando Sandyon si era ritirato in privato con la volontà di riflettere un po' per conto proprio su quale fosse il modo migliore di agire: capiva il suo scetticismo sul non voler addestrare Robyn, poiché il ragazzo - per quanto promettente - era mosso non dal desiderio di migliorarsi o di proteggere persone a lui care, ma solo da quello altamente distruttivo della vendetta.
E chi meglio di Sandyon Vastnor sapeva quanto la vendetta potesse a lungo andare danneggiare l'anima?

Smettila di frignare.
Forse ho una soluzione.


Non si era nemmeno accorta che il compagno era rientrato nella stanza dove i due l'avevano atteso: vide Robyn alzarsi in piedi e quando l'uomo le fece cenno di fare lo stesso, Monique si alzò e si fece stringere da lui per il fianco, un piccolo sorriso sulle labbra anche se l'espressione sul suo volto era palesemente spaesata; perchè sembrava quasi... orgoglioso in quel momento?

In che senso zio, spiegati per favore...

Nel senso che ci ho riflettuto.
Io non sono la persona adatta per seguirti, il mio animo è ancora troppo inquieto per trasmetterti una calma che non possiede.
Quello di cui tu hai bisogno è una persona che ti insegni a contenere questo sentimento di rabbia e a non farlo esplodere inutilmente.
In questo credo che la mia compagna possa esserti più utile, quindi in sostanza, se Monique è d'accordo, l'unica soluzione che ho è che sia lei a prenderti come allievo e addestrarti per farti migliorare.


COSA?!

Quella domanda esplose nella sua mente, il tono assolutamente sbalordito, incredulo e sorpreso: Sandyon stava davvero suggerendo a Robyn di scegliere lei, lei come suo maestro e mentore?
Lei, che non aveva mai insegnato niente a nessuno salvo la propria materia ad Hogwarts e da poco meno di un anno? Doveva essere impazzito, per forza, Monique non vedeva altre possibilità di fronte al comportamento da lui.

Io non sono in grado di... ma, ma dico scherziamo?

Non si sentiva per nulla all'altezza di un compito del genere, e sembrava che il nipote stesso di Sandyon fosse piuttosto scettico sulla decisione presa dallo zio... zio che, però, non aveva alcuna intenzione di discutere a riguardo, pienamente fiducioso delle capacità di lei.

Non sottovalutarla, potrebbe metterti col culo per terra in meno di un secondo.
Ha talento tanto quanto me ed è anche docente di Incantesimi, il che già di per se è una garanzia.
E' chiaro che in primis è lei che deve accettare, quindi io non c'entro più niente in questo senso.


La scelta in mano a loro due quindi, anche se era chiaro che dovesse essere Robyn, in primis, ad accettare di fidarsi di lei e di seguire i suoi insegnamenti. Sentendo le parole di Sandyon, una luce di fierezza brillò negli occhi di Monique: insomma, aveva immaginato che lui la considerasse una strega valida - dubitava che altrimenti si sarebbe potuto innamorare di lei - però da lì a ritenerla sua pari e affidarle il nipote, beh... era tutt'altra cosa.
Il dubbio però era ancora presente in lei, e forse questo il suo compagno lo capì visto che, mentre Robyn non guardava, le sussurrò all'orecchio delle parole che la colpirono profondamente.

Hai fatto il miracolo con me.
Sei l'unica che potrebbe farlo ancora una volta.


Fu come se, in quel momento, la prospettiva della situazione cambiasse radicalmente: non si trattava più solo di addestrare quel ragazzo, ma di aiutare la sua anima a non diventare vittima della vendetta, a non farsi irretire e corrompere da essa.
Rose aveva aiutato Monique a non perdersi nel buio del Male, ed ora Sandyon stava chiedendo a lei di fare lo stesso con Robyn, di aiutarlo proprio come la sua tata aveva aiutato lei.

Mi hai insegnato bene perché potessi salvare qualcuno come tu hai fatto con me?
... avevi previsto anche questo, mamma?


Si domandò Moni mentre Robyn rialzava lo sguardo, ora deciso e fermo, per poi inginocchiarsi di fronte a lei come un cavaliere di altri tempi che promette fedeltà alla sua Signora.

Ti prego zia, prendimi come tuo allievo!
Sarò attento ad ogni cosa, rispetterò ogni decisione, mi sottoporrò a qualsiasi prova, ma per favore... Accettami!


Lui aveva preso la sua decisione... stava a lei, dunque, scegliere se accettare o meno: lo fissò per lunghi istanti, momenti interminabili in cui rimase silenziosa, immobile, gli occhi fissi su di lui.

Alzati.

Gli disse alla fine, il tono di voce a metà tra un ordine ed una richiesta: se Robyn l'avesse fatto, Monique avrebbe fatto un passo verso di lui, posandogli lentamente una mano sulla spalla.

Non mi stai chiedendo qualcosa di semplice.
Non ho mai addestrato nessuno, e a differenza di tuo zio non posso insegnarti come uccidere i tuoi nemici senza pietà, non posso mostrarti come essere un grande stratega, un avversario che agisce nell'ombra.


Non voleva essere cattiva nei confronti di Sandyon, lo amava e lo accettava in ogni suo aspetto, ma non era certo un mistero che lui si era formato come un "Assassino", lei grazie alla musica e a Rose.
Certo, quella premessa poteva sembrare alquanto negativa, ma Moni non aveva ancora finito di parlare.

... tuttavia...

E qui la presa sulla sua spalla si rafforzò appena.

Posso insegnarti a controllare la rabbia.
Posso insegnarti l'arte della concentrazione, dei riflessi. Posso aiutarti a scoprire il tuo potenziale magico ed affinarlo cosicché, un giorno, tu possa combattere libero dal sentimento di odio che acceca gli occhi di colui che da esso si lascia corrompere.
Posso farti diventare un mago migliore e, forse, anche una persona più matura di quanto tu non sia adesso.
Ma devi essere pronto ad accettare tutto questo, devi essere pronto a volere tutto questo, perché se è la mera vendetta che cerchi... io non ti posso aiutare.


Lasciò andare la sua spalla, facendo un passo all'indietro mentre, nella sua testa, una musica prendeva forma e si propagava in ogni fibra del suo essere, raggiungendo il corpo e l'anima di Monique per farne scaturire un'illusione in grado di avvolgere sia lei che i due uomini presenti nella stanza, avvolgendoli nel buio più profondo.

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Molti ti diranno che la rabbia aiuta a rendere più forte colui che si lascia guidare da essa... ma è una menzogna.
Chi è preda della sua stessa furia, brancola nel buio così profondamente da non vedere più nemmeno il nemico che ha di fronte.


La voce di Monique risuonò in linea d'aria di fronte a Robyn, ma proprio grazie ai suoi riflessi la donna si spostò fulmineamente tanto che, quando parlò nuovamente, il ragazzo avrebbe potuto sentire la stessa voce provenire, ora, dalle sue spalle.

E' solo con la ragione, è solo dominando la rabbia e l'istinto, è solo grazie alla concentrazione che si può fare breccia nel buio, e sconfiggerlo.

E contemporaneamente alla voce di lei una luce si irradiò da un punto imprecisato della stanza di fronte al nipote di Sandyon, come a volergli rischiarare il cammino.

Immagine


Al termine di quelle parole, la stanza tornò lentamente normale, l'illusione conclusa: Monique si mosse, ritornando lentamente accanto al proprio compagno.

Sei pronto per intraprendere questo cammino insieme, Robyn Laars?
... se lo vorrai, accetto di diventare la tua maestra.

E che Rose da lassù mi protegga...
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Messaggioda Sandyon » 12/07/2012, 18:29

Sapeva bene che scegliere la compagna per un'impresa simile significava darle una responsabilità grande, un impiego importante e che avrebbe potuto anche non darle delle soddisfazioni, qualora il suo eventuale futuro allievo avesse ceduto all'orrore della vendetta.
Era anche vero però, che Monique non era una donna comune come tutte le altre, dentro di lei scorreva un sangue d'elite e non parlava di certo dal punto di vista effettivamente genetico.
La donna aveva a che fare con ragazzi tutti i giorni, grazie al suo ruolo di insegnante, inoltre, la sua anima, il suo trasporto, la sua grinta graffiante e pungente fungevano ogni giorno da esempio per molti all'interno delle classi e Sandyon era convinto che Robyn non avesse mai avuto una professoressa come lei.
La donna all'iniziò si dimostrò molto titubante, molto incerta sull'accettare o meno, chiedendosi anche il motivo di una simile scelta da parte del compagno.
Fu proprio lui dunque a voler dissipare ogni dubbio non solo ammettendo davanti al nipote quanto valore pensasse che lei possedesse, ma inoltre sussurrandole all'orecchio qualcosa di fondamentalmente vero ed esplicativo della sua decisione di pochi minuti prima.

Alzati.
Non mi stai chiedendo qualcosa di semplice.
Non ho mai addestrato nessuno, e a differenza di tuo zio non posso insegnarti come uccidere i tuoi nemici senza pietà, non posso mostrarti come essere un grande stratega, un avversario che agisce nell'ombra.
... tuttavia...


Lo sapevo che non mi avresti deluso.

Aveva visto bene, quelle parole sussurrate qualche attimo prima avevano avuto il giusto effetto, avevano fatto entrare la ragazza nell'ottica del suo pensiero e convinta quindi forse a tentare, a provare ad aiutarlo ad uscire da quel brutto tunnel dove, a causa della morte del mentore, si era infilato senza nemmeno accorgersene probabilmente.
Sospirò, quando poi volle proseguire nel discorso, sopratutto perché non ci teneva affatto ad interromperla.
Ora era come se fosse un maestro a voler comunicare con un possibile allievo, lui ne era tirato automaticamente fuori e per certi versi gli andava più che bene così.
Nel frattempo Robyn Laars già si trovava in fibrillazione per quello che aveva sentito.
Non era un "si", era ancora un "tuttavia", ma solitamente una parola simile non presuppone mai niente di brutto se utilizzata in quel contesto.
Rimase col fiato sospeso, fissandola dopo essersi alzato in piedi su ordine di Monique, accorgendosi però ad un certo punto che, tutto a un tratto la camera si faceva sempre più scura, mentre nel frattempo la donna proseguiva a parlare come nulla fosse.

Chi è preda della sua stessa furia, brancola nel buio così profondamente da non vedere più nemmeno il nemico che ha di fronte.
E' solo con la ragione,
è solo dominando la rabbia e l'istinto, è solo grazie alla concentrazione che si può fare breccia nel buio, e sconfiggerlo.


Quelle parole lo scossero molto, ma in un certo senso mai come trovarsi realmente nel buio.
Non c'erano dubbi, quel buio, quell'essere tranquilli in quel discorso, era opera sua, era un'illusione ottica, non poteva di certo sbagliarsi.
In mezzo a quel buio poi, comparve una luce, al termine di quell'ultima frase della Vireau che lasciò intendere che il suo compito con lui, come sua mentore, sarebbe stato principalmente aiutarlo a sconfiggere quelle tenebre, non insegnargli a conviverci all'interno e sapersi orientare.
La donna escludeva a priori che fosse una cosa positiva, una cosa buona, anzi, ripudiava un'idea simile sotto ogni aspetto.
Quelle tenebre poi, assieme alla luce sottile, andarono scomparendo lasciando che di nuovo l'ambiente normale tornasse ad essere visibile.

Sei pronto per intraprendere questo cammino insieme, Robyn Laars?
... se lo vorrai, accetto di diventare la tua maestra.


Non era una decisione semplice, lei sapeva quello che voleva insegnargli ma lui era così convinto di sapere cosa voleva che lei gli trasmettesse?
Cercava vendetta e con lei avrebbe trovato ragione.
Cercava la possibilità, i mezzi per affrontare un nemico, lei glieli avrebbe comunque dati?
Lanciò un'occhiata veloce verso lo zio che però sembrava completamente estraniato da quella conversazione.
In effetti faceva la cosa giusta, adesso non era più un bambino, era lui a dover decidere realmente cosa fare della propria esistenza e del suo destino.
Daemon, ricordava ancora con quanta grinta e forza si abbatteva sui nemici, cercando di affrontarli sempre a testa alta non provando mai paura.
Allo stesso modo però, cercava anche di fare in modo che non morissero, non desiderava privare loro della vita, questo anche con la peggiori canaglie mai incontrate.
Robyn non scorderà mai quel momento particolare, quel giorno quando gli chiese perché faceva così, perché non poneva fine alle loro vite, loro che avevano portato via maree di persone nel baratro della morte e della disperazione.

Perché chi si lascia accecare dall'odio e dall'istinto non è tanto diverso da loro, Rob...

Ma loro hanno ucciso tanto, hanno fatto del male indicibile, la vita può essere una punizione ma loro non lo capiscono secondo me...

E chi ha parlato di punirli lasciandoli vivere?
Io voglio cercare di fargli capire gli errori che hanno fatto, spesso sapendo che potrebbe essere una causa persa!
Spesso ci lasciamo trasportare dagli sbagli e ne facciamo ancora e ancora, dimenticandoci anche il perché...
... Non dico che tutti loro sono anime disperse, ma se c'è anche solo la possibilità di salvarne una, allora continuerò a non uccidere se non come estrema necessità, va bene Rob, intesi?


Proverò a seguire il tuo consiglio Daem, non preoccuparti!

Ottimo, fa' come ti dico e sarai presto uno degli Auror più rispettati del mondo...


Strinse il pugno, ricordando anche che il giorno nel quale Daemon aveva affrontato il suo futuro assassino, aveva la stessa identica intenzione di sempre, provare a tramortirlo, per parlarci, averci un dialogo, provare a redimerlo, a fargli comprendere i suoi errori, i suoi sbagli, magari tentare anche di fargli ottenere una pena diversa da quella capitale per tutti gli omicidi commessi.
E invece all'altro non era importato niente, aveva attaccato con tutto se stesso e non solo lo aveva sconfitto, ma lo aveva addirittura ucciso.
Forse se Daemon avesse combattuto con l'intento di ucciderlo ce l'avrebbe fatta, forse se il suo mentore avesse combattuto in maniera differente ora non avrebbe bisogno Robyn di cercare altrove il modo per imparare a migliorarsi e combattere.
Era anche vero però, che Monique perseguiva una filosofia molto simile a quella del suo defunto maestro e questo non poteva di certo passare inosservato.
Onorare la morte di Daemon significava anche onorare i suoi insegnamenti e se la donna poteva conferirgliene di analoghi, allora perché attendere oltre prima di dare la sua risposta?
Si, un motivo effettivamente c'era e non poté fare altro se non esporlo sinceramente, almeno l'avrebbe preparata psicologicamente allo stare a contatto con lui.

Non nego che il sentimento di vendetta in me è ancora forte, zia.
Ma è vero anche che i tuoi pensieri mi ricordano quelli di Daemon, lui pensava in maniera molto simile a te e questo mi da' fiducia.


La mano destra del ragazzo si mosse in direzione della tasca del pantalone prendendo un panno di stoffa di colore beige che evidentemente conteneva qualcosa di piuttosto minuto e sottile.
Iniziò quindi a muovere i lembi del panno fino a rivelare un ciondolo di fattura davvero pregiata fatto in argento con al centro una pietra di zaffiro intensa di un blu mare emanante un'energia magica di medie dimensioni e potenza.
Fissò per qualche istante quell'oggetto, sospirando, come se in un certo senso quel ciondolo gli stesse chiedendo un favore che gli costava per certi versi fare ma che dentro di se, sentiva che fosse la cosa più giusta.
Tornò a guardare negli occhi Monique, senza sorridere ma con aria molto gentile e tranquilla, calma, non più carica di rabbia e vendetta come poco prima.

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Questo era di Daemon.
Lo portava sempre e lo riteneva il suo porta fortuna.
Diceva che un giorno sarebbe stato mio se mi fossi reso meritevole della sua stima e fiducia, ma è morto prima di sincerarsi di questo avvenimento...
Zia io ci tengo che lo prenda tu... Come segno della mia devozione al tuo insegnamento, per farti capire che ti accetto completamente come mentore e non tradirò mai questa promessa...


Attese così che la donna lo rendesse felice ricevendo quel regalo prezioso e immensamente importante, trattenendo il respiro quasi fosse emozionato per quel momento, cacciando indietro l'emozione di qualche lacrima nel ricordo che un tempo quello stesso oggetto apparteneva a qualcuno che adesso non poteva più guardarlo con il suo solito sorriso beffardo e dargli una pacca sulla spalla per tranquillizzarlo che andava tutto bene e non doveva preoccuparsi di niente, che ci pensava lui a risolvere il problema.

... Voi due... Sareste andati molto d'accordo...

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Messaggioda Monique » 13/07/2012, 14:17

Meglio esser chiari, che creare fraintendimenti dopo: insomma, se lui pensava che lei avrebbe fomentato la sua rabbia, ingigantito il suo odio e permesso alla vendetta di prendere il sopravvento sulla sua anima, beh, aveva decisamente sbagliato persona a cui affidare il proprio addestramento; per questo Monique aveva usato quella metafora illusoria, perché Robyn comprendesse appieno quale fosse il suo punto di vista, un'idea che non sarebbe mai potuta cambiare nella mente di lei.
Attese quindi dopo aver parlato, per lasciare al ragazzo il tempo necessario a prendere una decisione così importante: perché mettergli fretta in fondo? Sarebbe stato inutile, doveva essere sicuro al mille per cento della sua scelta.

Non nego che il sentimento di vendetta in me è ancora forte, zia.
Ma è vero anche che i tuoi pensieri mi ricordano quelli di Daemon, lui pensava in maniera molto simile a te e questo mi da' fiducia.


Non smetterai mai di voler vendicare chi amavi... anche adesso io vorrei vendicare la morte di Rose... ma credimi se ti dico che un giorno, pensando alla vendetta non proverai più odio o rabbia, solo la voglia di riscattare il nome di chi è morto e a cui tenevi, per evitare che altri innocenti perdano la vita.

Quel pensiero rimase custodito nella mente di Monique che, esternamente, si limitò ad accennare un piccolo sorriso in riferimento a ciò che Robyn le aveva appena detto, ovvero che tra il modo di pensare del suo defunto maestro e lei c'erano molte similitudini e questo gli permetteva di credere in lei.
Osservò con attenzione i suoi movimenti, mentre dalla tasca dei pantaloni estraeva qualcosa di prezioso o comunque di fragile, visto che era avvolto da un panno: aprendolo, il nipote di Sandyon - il compagno di Moni che non aveva più detto una parola, lasciando che fossero solo loro due ad interagire - mostrò alla donna un bellissimo gioiello di fattura pregiata, dal cuore di colore azzurro puro.

Questo era di Daemon.
Lo portava sempre e lo riteneva il suo porta fortuna.
Diceva che un giorno sarebbe stato mio se mi fossi reso meritevole della sua stima e fiducia, ma è morto prima di sincerarsi di questo avvenimento...
Zia io ci tengo che lo prenda tu... Come segno della mia devozione al tuo insegnamento, per farti capire che ti accetto completamente come mentore e non tradirò mai questa promessa...


Oh, Robyn...

Un gesto molto importante quello, per Monique, che capiva bene cosa volesse dire separarsi da qualcosa appartenuto alla persona cara: gli occhi di lei si velarono per un momento, mentre allungava la mano verso quella collana e la sfiorava con le dita; sospirò per un momento e poi annuì, prendendola con delicatezza e decisione al tempo stesso per poi legarsela al collo, in segno non solo di accettazione ma anche di rispetto per quel regalo prezioso.

E' bellissima Robyn, ti ringrazio.
Ti giuro che non la toglierò mai, e questa è la mia promessa solenne che simboleggia la mia volontà di prenderti come allievo.


I giochi erano fatti, dunque.
Lei mentore, lui allievo. Lanciò solo un piccolo sguardo verso Sandyon, per capire cosa lui ne pensasse, mentre il ragazzo si lasciava andare forse ad un attimo di malinconia, del tutto comprensibile comunque.

... Voi due... Sareste andati molto d'accordo...

E sono sicura che lo stesso accadrà anche per noi.

Commentò Monique con un sorriso, dando una piccola pacca sulla spalla al giovane prima di muoversi e prendere piuma e pergamena dal mobile della suite dove si trovavano per scrivere qualcosa da consegnare poi al ragazzo.

Questo è l'indirizzo della mia casa a Londra, zona Chelsea.
Ci vediamo lì sabato prossimo, e potremo cominciare il nostro addestramento. D'accordo?
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Messaggioda Sandyon » 20/07/2012, 9:14

Il momento che seguì fu molto commovente, almeno per la compagna di Sandyon.
Monique non si aspettava un simile dono prezioso e a ragion del vero nemmeno l'ex mercenario.
Non conosceva moltissimo il nipote, si, ma da quel poco che ricordava non era una persona estremamente generosa, seppur attenta a non risultare avara.
Il gesto di regalare quel ciondolo alla sua donna denotava in lui un forte desiderio di essere creduto, di avere la fiducia della francese che quindi si impegnava in maniera concreta ad addestrarlo e a fornirgli i mezzi necessari per diventare più forte e allo stesso tempo combattere l'odio che stava crescendo fin troppo rigoglioso in lui.

Questo è l'indirizzo della mia casa a Londra, zona Chelsea.
Ci vediamo lì sabato prossimo, e potremo cominciare il nostro addestramento.
D'accordo?


Non era affatto uno scherzo, la donna faceva sul serio e aveva scelto di cominciare subito l'addestramento, infatti nemmeno una settimana e si sarebbero di nuovo potuti vedere per iniziare ad imparare qualcosa assieme.
L'espressione di Robyn ebbe un cambiamento davvero radicale, quasi sorpreso e per certi versi commosso, ma in fondo non c'era a stupirsi che Monique avesse preso l'iniziativa, dopo aver osservato il grande desiderio del ragazzo di mettersi alla prova sotto la sua guida, dimostrandolo anche con un dono così grande.

Si mentore.

Pronunciò soltanto, facendo un lieve inchino, in segno di solenne sottomissione al suo nuovo maestro.
Evidentemente il ragazzo era stato educato così da Daemon Laars, ad una particolare e forte obbedienza volta a non far mai squilibrare i ruoli e provocare male intendimenti e complesse relazioni di simpatia e amicizia.
La vita reale, lo scherzo e ciò che era il rapporto amichevole erano per altri momenti, non quando c'era di mezzo l'insegnamento e la disciplina.
Deamon doveva essere stato un ottimo amico ma prima di tutto, un uomo capace di insegnare che differenza ci fosse tra un alleato ed un mentore.
Sandyon da parte sua nel frettempo, osservando quella scena, non poté che far capitolare il proprio pensiero su Arianna Ricciardi, che non poteva proprio paragonarla ad un simile comportamento così sudditante e solenne, per quanto anche lei l'ultima volta lo avesse chiamato "maestro".
Forse lei era ancora così spensierata e sprezzante perché non era ancora divenuta la sua vera e propria allieva, tutto sommato comunque, Vastnor non si faceva pensieri inutili al momento, preferì concentrarsi ora sulla compagna e sul nipote che nel frattempo, avanzava qualche passo indietro, segno che evidentemente si stava allontanando per lasciarli di nuovo soli.

Zio... Zia, mi dispiace tantissimo di avervi disturbati.
Non voglio attendere oltre, in fondo ci rivedremo presto.
Grazie ancora mentore per la tua concessione, signor Vastnor, grazie anche a lei per avermi indicato la giusta via ed aver deciso di condividere la saggezza di sua moglie con me.


Eh si, a tutti gli effetti lui era ancora convinto che loro due fossero sposati ufficialmente e legalmente.
Non rappresentava un problema per lui, visto che la considerava come importanza allo stesso livello di una moglie, bisognava vedere solo che effetto avrebbe fatto su di lei, infatti gli occhi fulminei si spostarono un momento sulla francesina per osservarne le reazioni, durante quel saluto veloce, pacato e molto educato.
Quindi, dopo aver stretto fortemente in mano la pergamena consegnatagli dalla Vireau, Robyn fece un altro inchino verso tutti e due dirigendosi nei pressi della porta per poi aprirla e, dopo aver fatto ancora un sorriso nei loro confronti, scomparire dietro di essa, chiudendo la superficie di legno con delicatezza, senza fare alcun rumore fastidioso.
Adesso si sentiva molto meglio.

Sai bene cosa significa, una ventina di Auror più Daemon Laars.
Tuo padre è talmente potente da possedere un sicario simile?


Non molto tempo per respiro, convenevoli o chiacchierate allegre per la nuova grande novità insomma, era anche vero comunque che avrebbero potuto parlare del fattore "Robyn" più avanti nella serata.
Sandyon immaginava che quello anche fosse uno dei primi pensieri di Monique e desiderava parlarne con lei subito, per capire quale fosse la sua idea in merito, visto che in quella stanza era quella più informata su quanto effettivamente potesse arrivare lontano il potere del capo dei Vireau.
Un uomo capace di uccidere tutte quelle persone senza subire nemmeno un graffio, gli ricordava molto se stesso ai tempi dell' "Assassino".
Forse era una persona anch'essa comandata dall'odio?
O forse era una furia omicida e basta dotata di intelligenza e fermezza?
Se fosse stata la seconda ipotesi, allora si che bisognava cominciare a prepararsi psicologicamente ad affrontare un tipo davvero fuori dal comune e per certi versi questo dato Vastnor non comprendeva se fosse positivo o negativo, vista la sua stra grande voglia e desiderio di potersi confrontare con qualcuno all'altezza della propria potenza che non fosse l'ex migliore amico, anche se...

Per quanto un tempo mi sarei messo subito sulle sue tracce per volontà di confronto, sta' tranquilla, non mi porrò in prima linea rischiando di soccombere.
Non voglio privarti del sorriso in maniera sconsiderata, sei più serena?
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Messaggioda Monique » 20/07/2012, 11:32

Si mentore.

Che cosa strana farsi chiamare "mentore" ... anzi, più che altro sentirsi chiamare così, lei non gli aveva imposto niente.
Era giusto però, era necessario segnare un confine preciso tra quello che era il rapporto di amicizia, di familiarità tra loro e quello professionale che invece era necessario mantenere quando si ritrovavano ad allenarsi insieme.
Monique sorrise in direzione del ragazzo, annuendo appena e sfiorando la catenina che ora portava al collo con la mano: sentiva un'energia magica espandersi da essa per tutto il corpo, e quella sensazione di calore diffusasi sotto la pelle le piaceva moltissimo, la faceva sentire bene; ignorava quali potessero essere gli effetti benefici specifici della collana, ma la cosa sicura era che la faceva sentire più forte, più potente... più attenta e pronta a difendersi.
Robyn Laars le aveva appena fatto, per mano di Daemon, un grande regalo.

Zio... Zia, mi dispiace tantissimo di avervi disturbati.
Non voglio attendere oltre, in fondo ci rivedremo presto.
Grazie ancora mentore per la tua concessione, signor Vastnor, grazie anche a lei per avermi indicato la giusta via ed aver deciso di condividere la saggezza di sua moglie con me.


Moglie...

A quelle parole, Monique sentì le guance surriscaldarsi quasi all'istante mentre gli occhi le s'illuminavano di colpo ed un sorriso ebete le si formava sulle labbra: moglie di Sandyon... magari.
No, non era un pensiero tanto per dire, sentiva dentro di sé che se l'uomo le avesse chiesto di sposarla, lei... beh, sì, lei avrebbe accettato all'istante.
Sandyon Vastnor era la persona giusta per lei, lo percepiva nell'anima: allora perché aspettare se lui avesse espresso il desiderio di averla per lei? Sarebbe stato fin troppo stupido.

A presto, Robyn.

Lo salutò così Monique, con quelle semplici parole, aspettando che il ragazzo si chiudesse la porta alle spalle prima di sospirare lentamente, chiedendosi fugacemente perché Sandyon non avesse smentito le parole del nipote sul fatto di essere sposato con lei.
Sapeva però, ormai un po' aveva imparato a conoscerlo, che non ci sarebbe stato molto tempo per quei pensieri belli ma superficiali in quel frangente... non quando c'erano cose più importanti a cui pensare.

Sai bene cosa significa, una ventina di Auror più Daemon Laars.
Tuo padre è talmente potente da possedere un sicario simile?


Appunto.
Nessuna smorfia di dispiacere sfigurò il viso della donna, forse perché anche lei era cresciuta alla fine, forse perché aveva imparato a ragionare più come lui che come una ragazzina viziata, forse perché capiva che in quel momento uno spietato killer di quella portata rappresentava per forza una priorità.

Non che io sappia.
Ma in questo caso le mie conoscenze sono fin troppo relative... è da tempo che non rientro più nelle grazie di mio padre, e se avesse un asso del genere nella manica, beh...
- alzò le spalle mentre si muoveva verso la terrazza e la riapriva, raggiungendo il tavolo sul quale era ancora posato il bicchiere col vino, per berne un sorso - ... di certo sarei l'ultima a saperlo.

Un'amara verità, ma pur sempre vera purtroppo.
Erano passati da molto i tempi in cui Monique poteva ancora definirsi aggiornata sui movimenti di Nicholas: certo, aveva anche lei le sue conoscenze, e per quanto ne sapeva non esistevano tra i galoppini del francese simili assassini... ma questo non bastava per escludere del tutto la possibilità che un sicario di tale portata non fosse al servizio del padre, o comunque suo complice.

Per quanto un tempo mi sarei messo subito sulle sue tracce per volontà di confronto, sta' tranquilla, non mi porrò in prima linea rischiando di soccombere.
Non voglio privarti del sorriso in maniera sconsiderata, sei più serena?


Alzò lo sguardo su di lui a quelle parole, fissandolo per un momento molto seriamente.
Poi, quasi con aria rassegnata, sorrise e scosse il capo.

Credo tu sia abbastanza lucido e razionale rispetto ad un tempo per capire che buttarti a capofitto contro un essere del genere ora non ti porterebbe alcun vantaggio a prescindere dalla mia serenità.
Ma...
- si avvicinò un momento a lui, allungando la mano per sfiorargli la guancia in una carezza leggera - ... se dovessi trovarlo e potessi coglierlo di sorpresa, così da combattere contro di lui in uno scontro alla pari, solo voi due... io non te lo impedirei.
Ti amo per come sei, Sandyon, non vorrei mai tarparti le ali come tu non lo fai con me. Perciò stai in guardia, e se dovessi trovarti nella condizione di lottare contro quest'uomo... vinci. Anche per me.


Sorrise dopo quelle parole, allungandosi per posare un piccolo e delicato bacio sulle labbra dell'uomo al quale era legata con ogni fibra del suo essere: l'avrebbe supportato sempre, nel bene e nel male... proprio come una moglie.

Vogliamo riprendere la nostra cena ora?
Mi sembrava stessi per dire qualcosa prima dell'arrivo di Robyn, possiamo ricominciare da lì...
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Messaggioda Sandyon » 20/07/2012, 23:20

Non che io sappia.
Ma in questo caso le mie conoscenze sono fin troppo relative... è da tempo che non rientro più nelle grazie di mio padre, e se avesse un asso del genere nella manica, beh... di certo sarei l'ultima a saperlo.


Non aveva tutti i torti, in effetti Sandyon le aveva fatto una domanda piuttosto stupida, ma tanto valeva tentare.
La compagna oramai non sapeva più tutti i magheggi e gli spostamenti del padre e da una parte l'ex mercenario lo considerava anche un bene.
Meglio che Moni avesse meno a che fare possibile con simile feccia, che ne stesse completamente fuori e che si allontanasse del tutto da quel mondo corrotto dove probabilmente tante persone si sarebbero trovate a reputarla come un bersaglio, qualcosa da contrastare ed eliminare per avere la supremazia e Nicholas Vireau in ginocchio.
Ogni grande potente aveva i suoi potenti nemici e Sandyon desiderava che lei fosse la meno indicata per risultare un bersaglio in grado di mettere in ginocchio la stirpe più forte e grande francese dal punto di vista magico.

Mmmhh...
... Va bene anche così.


Più o meno tutto il ragionamento sopra espresso poteva essere contenuto in quelle poche parole, almeno nel linguaggio criptico del fidanzato della donna.
Sandyon non amava dilungarsi troppo nelle cose, anzi, i concetti per lui erano tali proprio perché ristretti a poche lettere attaccate per formare una frase corta e concisa, sintetica e allo stesso tempo comprensibile con un'attenta analisi.
Oramai comunque per Monique non doveva essere affatto un problema interpretare quelle sue frasi un poco misteriose e lasciate lì, senza una vera e propria continuazione in un discorso.
Quando poi Vastnor si prendeva la briga di dire qualcosa di più lungo e complesso, era solitamente per esprimere delle idee che una volta forse non avrebbe mai espresso, esattamente come poco dopo quando si trovò a voler tranquillizzare (assurdo) Monique sul suo intento o meno di gettarsi a capofitto nella possibilità di affrontare finalmente qualcuno di interessante e potente.
Dal canto suo però, la donna aveva anche imparato quanto fosse particolare il suo uomo, quanto fosse incredibilmente difficile per lui cercare di contenersi davanti a certe prospettive.
In fondo era pur sempre un uomo che aveva abbandonato il campo di battaglia contro la sua volontà, trovatosi poi meglio per aver conosciuto lei, ma di sicuro che a lui mancasse l'adrenalina del pericolo tra la vita e la morte era indubbio.

Credo tu sia abbastanza lucido e razionale rispetto ad un tempo per capire che buttarti a capofitto contro un essere del genere ora non ti porterebbe alcun vantaggio a prescindere dalla mia serenità.
Ma... se dovessi trovarlo e potessi coglierlo di sorpresa, così da combattere contro di lui in uno scontro alla pari, solo voi due... io non te lo impedirei.
Ti amo per come sei, Sandyon, non vorrei mai tarparti le ali come tu non lo fai con me.
Perciò stai in guardia, e se dovessi trovarti nella condizione di lottare contro quest'uomo... vinci. Anche per me.


... Come fai?

Questo è molto importante per me.
Che vincerei, comunque, è indubbio.


La fissò a lungo, facendo scaturire dai suoi occhi quelle stesse fiamme che lei adorava quando si trovavano a letto, le fiamme di un guerriero, di un combattente con energia da vendere nonostante le mille battaglie già affrontate.
Monique Vireau poteva star sicura e tranquilla che dalla sua aveva per compagno e eventualmente difensore un uomo forte, capace, strategico e letale, cosa che più di una volta gli aveva fatto intendere la facesse eccitare e sentire ancora più sua di quanto già non si sentisse normalmente.
Le mani si posarono sui fianchi della donna, stringendoli appena in segno di chiara possessività e allo stesso tempo protezione, un gesto che faceva poco, non ci era troppo abituato, ma che sapeva a lei piacere molto.

Vogliamo riprendere la nostra cena ora?
Mi sembrava stessi per dire qualcosa prima dell'arrivo di Robyn, possiamo ricominciare da lì...


Già, dovevano riprendere quel discorso prima o poi, non voleva di sicuro scapparne anche perché lo aveva cominciato lui.
Inoltre l'averla sentita parlare in quel modo, aver compreso quanto lei avesse imparato a conoscerlo, a sapere qual'era ciò che lo faceva sentire vivo, vero, carico di energia e determinazione, non faceva altro che dargli ulteriore convinzione che quel discorso era a dir poco fattibile.
Annuì semplicemente, mentre si lasciava prendere per mano e trasportare verso il terrazzo con il gazebo per tornare a cenare, per quanto di sicuro la cena di Moni fosse fattibile mentre la sua, beh, oramai era fredda come il ghiaccio, ma pazienza, non era tipo Sandyon da prendersela per certe cose, sopratutto quando c'era di mezzo una cosa importante come la morte di qualcuno.
Era di pietra nel cuore, ma non tanto da anteporre una fetta di carne ad una vita umana, non si chiamava di certo Tyslion Asveras.
Una volta giunti al tavolo si sedette, facendo cenno alla donna di non preoccuparsi se non aveva molto da mangiare, preferendo posare le sue labbra su quelle di lei per indicarle di fare silenzio e semplicemente ascoltarlo.
Tornando poi a guardarla dritto negli occhi, sospirò appena, prima di parlare quasi subito forse con la possibilità di spiazzare un bel po' la propria compagna francese.

Monique, come consideri ad oggi la realtà del matrimonio?
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Messaggioda Monique » 21/07/2012, 14:11

Non c'era molto altro da dire sull'ignoranza di Monique riguardo gli alleati del padre, e forse per certi versi Sandyon era pure contento che lei non ne sapesse molto perché meno stava a contatto con Nicholas Vireau e meglio era, per se stessa e probabilmente anche per tutti coloro che si trovavano a contatto con lei.
Anche Moni sapeva bene quanto essere vicina al francese potesse essere pericoloso, ma da un lato era alquanto stizzita di non poter essere d'aiuto: una volta sapeva tutto quello che riguardava Nicholas, mentre ora sì, forse era meno in pericolo, ma aveva anche meno possibilità di anticipare le sue mosse e la cosa la mandava in bestia.
In ogni caso, c'era ben poco da fare, così stavano le cose e null'altro si poteva fare se non proseguire nel discorso: così fece la donna, rassicurando il compagno sul fatto che, comunque, era innamorata di lui per com'era e non per come sarebbe potuto diventare, e che quindi se si fosse trovato di fronte a quell'Assassino e avesse voluto battersi con lui, lei gliel'avrebbe lasciato fare senza farlo sentire in colpa, senza considerarlo sconsiderato o egoista.

Questo è molto importante per me.
Che vincerei, comunque, è indubbio.


Non per niente ho spos-- ... - si bloccò di colpo, arrossendo all'istante per quella gaffe assurda e spropositata che le fece desiderare di comparire all'istante - ... cioè, dicevo, non per niente sto col migliore.

Ma come aveva potuto uscirsene con una cosa del genere? Come poteva essersi sbagliata così tanto al punto da dire quasi che erano sposati?!
Evidentemente la conversazione con Robyn l'aveva influenzata più di quanto avesse creduto: scosse appena il capo comunque, sorridendo come se nulla fosse successo e sospirando di piacere quando Sandyon le strinse i fianchi; forse, se era fortunata, lui non ci aveva nemmeno fatto caso.
Gli propose subito dopo di proseguire con la cena, tornando in terrazza anche se per lui continuare sarebbe stato un problema visto che la roba ormai era diventata fredda, mentre quella di lei lo era già quindi non era stata intaccata in negativo.
Fece per dirgli che potevano usare un semplice incantesimo riscaldante per permettergli di mangiare tranquillamente, quando Sandyon le posò un dito sulle labbra, per farle comprendere di rimanere in silenzio ed ascoltarlo.
Monique aggrottò appena la fronte ma annuì, consapevole che se l'aveva zittita doveva probabilmente dirle qualcosa di molto importante.

Monique, come consideri ad oggi la realtà del matrimonio?

Una domanda assolutamente spiazzante per lei, che spalancò per un momento gli occhi: poteva sembrare una richiesta qualsiasi... ma Sandyon Vastnor non chiedeva mai, mai tanto per passare il tempo.
La mano si allungò per prendere il bicchiere col vino e berne un sorso, prima di sospirare appena e guardarlo dritto negli occhi.

La considero come qualcosa che vorrei si concretizzasse.
Credo di aver raggiunto un'età in cui è normale pensare a certe cose, no? Soprattutto quando...
- e si fermò un istante, un piccolo sorriso timido sulle labbra - ... trovi la persona giusta...
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Messaggioda Sandyon » 22/07/2012, 14:49

Non per niente ho spos-- ... cioè, dicevo, non per niente sto col migliore.

Un'uscita molto particolare che non mancò di essere osservata adeguatamente dall'uomo con un buon occhio di analisi.
Effettivamente Robyn aveva spesso nominato la donna quale moglie di Sandyon, ma da lì a sbagliarsi anch'essa e non certo senza sapere la realtà, ci voleva davvero molta sbadataggine.
Per questo l'uomo non disse nulla, immaginando che dentro di se, una parte di lei volesse quasi considerare quella come una vera e proprio realtà.
Un anno che stavano assieme e già lei sentiva così tanta affinità da volere una cosa simile da lui, una promessa tanto solenne?
Poteva reputarsi colpo di fulmine oppure semplice eccessiva dose di entusiasmo, ma Monique non era affatto una persona così troppo impulsiva, sulle cose ci rifletteva spesso in maniera adeguata, specie se si trattava di un suo vincolo per l'eternità.

O meglio, finché morte non ci separi... Mmhhh...

Quello forse era il pensiero più ricorrente nelle preoccupazioni dell'uomo, un pensiero giusto, doveroso, visto che già una volta il suo matrimonio fu stroncato dalla morte della partner e di sicuro non avrebbe retto psicologicamente un episodio analogo.
Monique effettivamente ora contava moltissimo per lui, si sentiva profondamente legato.
L'idea di perderla per colpa della sua fretta o negligenza lo faceva sentire inquieto, preoccupato, non così tranquillo nel voler pensare ad una simile eventualità, quella del matrimonio, così profonda ma anche così vicina per certi versi.
Giunti sul terrazzo l'uomo non sembrò particolarmente preoccupato per la sorte del proprio piatto di carne, convinto che fosse altro l'argomento più importante da dover prendere e del quale sentire l'opinione della compagna.
La domanda quindi arrivò abbastanza a bruciapelo, come un fulmine a ciel sereno, difatti lei rimase un momento interdetta.
Bevve un sorso di vino, forse volendo prendere del tempo per chiarire le idee in testa prima di parlare a sproposito, per poi posare il bicchiere sul tavolo e, dopo un bel respiro, rispondere in modo abbastanza preciso e comprensibile, con una sottile e leggera vena, dolce, di timidezza.

La considero come qualcosa che vorrei si concretizzasse.
Credo di aver raggiunto un'età in cui è normale pensare a certe cose, no? Soprattutto quando... trovi la persona giusta...


La persona giusta, Sandyon Vastnor dunque era la persona citata.
L'uomo giusto per Monique Vireau.
Ci dovette riflettere molto su quella realtà, una realtà per lei vera, seria, importante, speciale, che la faceva sentire anche in grado di pensare già ad un evento grande e immenso come il matrimonio, una solenne promessa di legame di fiducia e lealtà reciproca.
Inoltre comunque non aveva torto, l'età oramai era quella più giusta per pensare ad una simile possibilità.
Entrambi avevano quel giusto periodo nel quale l'idea di mettere l'anello al dito (per Sand la seconda volta) rappresentava una possibilità non più remota e da ragazzini incoscienti.
Certo, c'era ancora molto da vedere e da pensare, come ad esempio l'ipotesi di una prole.
Sandyon sarebbe stato pronto a dare nuovamente vita ad una creatura umana così piccola e indifesa, da crescere, accudire e far diventare sana, forte e in grado di difendersi dalle avversità del destino?

Nel caso dovesse accadere tra noi... Tu accetteresti l'idea di non avere dei figli fino a quando sarò sicuro che questa nuova vita possa essere completamente protetta e al sicuro da ogni nostro possibile e attuale nemico?
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Messaggioda Monique » 23/07/2012, 11:10

A domanda aveva risposto.
Insomma, forse l'aveva leggermente messo in imbarazzo, ma... era stato Sandyon, in fondo, a chiedere cosa pensasse riguardo al matrimonio, no? E lei aveva fatto bene ad essere sincera, a dire ciò che pensava. A che scopo mentire, poi? Stavano insieme, si amavano, e Monique aveva dato più volte all'uomo - o almeno così credeva - la prova del legame che sentiva con lui, quindi forse per l'ex mercenario non sarebbe stata troppo una sorpresa l'affermazione di lei.
In sintesi, quindi, la francese pensava al matrimonio, e per quanto non fosse una sua priorità non le dispiaceva affatto pensare di coronare quell'unione tra loro in maniera ufficiale in un futuro piuttosto prossimo.

Mi piacerebbe tanto sapere a che pensi tu, ma come sempre i tuoi occhi sono impenetrabili...

Pensò la donna mentre il compagno sembrava non aver finito con le domande: c'era ancora qualcosa che gli premeva sapere, qualcosa di strettamente legato all'idea del matrimonio peraltro.

Nel caso dovesse accadere tra noi... Tu accetteresti l'idea di non avere dei figli fino a quando non sarò sicuro che questa nuova vita possa essere completamente protetta e al sicuro da ogni nostro possibile e attuale nemico?

Figli.
Quella parola riecheggiò nella mente di Monique per diversi istanti, gli occhi che si aprivano appena di più: non riusciva ad immaginarsi con dei figli, nemmeno con uno a dire la verità. Ma Sandyon l'aveva avuto ed era normale pensare a volerne un'altro... no, a pensarci bene era un poco stranita - ma in positivo - da quel pensiero dell'uomo perché la francese era convinta che per lui fosse troppo presto anche solo considerare l'ipotesi di poter un giorno far nascere un bambino dalla loro unione: il compagno invece, ci aveva evidentemente pensato perché era alla fine giunto a porle quella domanda, quel "voglio avere un figlio da te ma solo quando sapremo di essere al sicuro, tu sei d'accordo?"

Essere madre...

Per un momento, Monique provò a pensare a se stessa magari dopo diversi anni da quel momento, con un fagottino tra le braccia, la testimonianza dell'amore e della fedeltà tra lei e Sandyon... e quel pensiero, inaspettatamente, le scaldò il cuore.
Annuì piano, un piccolo sorriso dolce sulle labbra per quel pensiero ancora impresso nella mente di lei.

Certo che lo accetterei.
Non vorrei mai che mio figlio nascesse in una condizione di incertezza, dove c'è ancora da temere per la nostra vita. Vorrei che vivesse in un ambiente sereno, pieno di gioia e di amore, e non col terrore di poter perdere i genitori da un momento all'altro.


Rispose alla fine, rivolgendo al compagno uno sguardo serio e profondo: ora che aveva ricevuto le risposte ai suoi interrogativi, come si sarebbe evoluta la conversazione? E soprattutto, cosa pensava lui di tutto l'argomento?
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