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da Sandyon » 05/07/2012, 14:19
No, a dir la verità non conosceva le sue abitudini alimentari inerenti al sushi o alla cucina giapponese in generale. Pensava anche di aver preso molto cibo, ma evidentemente per la donna quello era appena sufficiente a reputarsi soddisfatta. Indubbio quindi il suo piacere e la sua preferenza di quel tipo di alimentazione che l'uomo non si sentì di contestare sopratutto dato il basso apporto calorico e l'alto contenuto energetico dentro il pesce crudo e i suoi derivati. Dal suo canto, era molto carnivoro, preferiva mangiare qualcosa di più corposo anche se meno "sano", anche perché non aveva di sicuro problemi di linea con tutti gli allenamenti di arti marziali che seguiva giornalmente ogni mattina all'alba. Questo Monique non lo sapeva, o meglio, non risultava essere una cosa così importante da doverla informare. La donna dormiva beatamente nei momenti in cui lui si allenava e non faceva di certo niente di speciale. Si sedettero entrambi dopo che la francesina ebbe preso la bottiglia di vino, lasciando a lui il compito di aprirla, cosa che fece piuttosto velocemente, riempiendo i calici e pronto ad un buon brindisi prima di dar via alle danze.
A questa bellissima e perfetta serata. Buon appetito tesoro... e grazie. La cena si prospetta meravigliosa.
Si fa quel che si può. A noi due, buon appetito Moni.
Alzò il calice facendolo tintinnare con quello della compagna, bevendo un sorso di vino dolce e ghiacciato, proprio ciò che ci voleva per stare bene. Il sapore di quel liquido gli scorreva in gola e nello stomaco e già inebriava i suoi sensi e la sua mente, pregustando quel pasto ottimo come pochi altro vissuti prima di allora. Posò il bicchiere ed iniziò immediatamente a condire la carne con sale, olio e limone non trattato, per donarle un gusto ancora più unico, non esagerando nelle dosi per non annichilirlo. Poi subito via con i primi bocconi, piccoli per gustarne il sapore e sentire se tutto era stato messo correttamente. Una cena iniziata nel pieno e pronta ad essere vissuta dopo giorni e giorni di stressante routine scolastica che li aveva tenuti segretamente separati e impossibilitati a passare qualche ora in intimità spensierata. Magari proprio a causa di quella spensieratezza e tranquillità, Monique si sentì più libera di esprimere la sua domanda inerente alle vacanze, che fece inarcare il sopracciglio all'uomo che si mosse a fissarla educatamente interessato, ma perplesso.
Allora... pensavo... che facciamo quest'estate? Sempre se vuoi passarla insieme, s'intende...
L'Estate. Qual'era stata l'ultima volta che aveva passato delle vacanze estive in compagnia? Non lo ricordava bene nemmeno lui ad esser sincero, ma poco male, tanto in fondo era meglio evitare di ricordare certe cose in quel momento, sarebbe stato offensivo nei confronti della donna sua compagna avanti a lui. Non rispose subito, si prese qualche secondo, mandando ancora giù un boccone di carne, fissando nel contempo la velocità con la quale la francese si stava divorando letteralmente la barca, cosa che fece pensare all'uomo che presto sarebbe giunta anche a mordere il legno. Sospirò, bevendo un altro sorso di vino, assaporandone il gusto adesso valorizzato anche dal sapore della carne sul palato, prima di tornare a guardarla e umettarsi le labbra con fare serio e naturale.
Le vacanze sono un lusso che non mi concedo da tempo. Scegli tu cosa vogliamo fare, l'importante è che non sia troppo affollato o dalle parti della Grecia. Per il resto, mi adeguo ai tuoi gusti.
Tipo piuttosto versatile in realtà, da quel punto di vista ed anche di altri, sempre pieno di sorprese pronte ad uscir fuori quando uno meno se lo aspettava. Sandyon Vastnor in vacanza suonava molto strano anche a se stesso, ma a quanto sembrava era quello il destino per quei prossimi mesi, allora perché semplicemente non accettarlo e far contenta la propria donna qualora avesse avuto in mente qualche progetto particolare per passare il periodo caldo assieme a lui? Il tempo serviva anche a questo in fondo, a far conoscere più ad ognuno le capacità e le qualità dell'altro, adesso bisognava solo vedere cosa effettivamente aveva in testa Monique per vivere le settimane non lavorative.
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da Monique » 05/07/2012, 15:01
Si fa quel che si può. A noi due, buon appetito Moni.
Moni. Le piaceva quel piccolo nomignolo con cui Sandyon la chiamava: certo, "amore" o "tesoro" sarebbe stato il non plus ultra, ma era pur vero che c'era tempo e, soprattutto, conoscendo la situazione emotiva dell'uomo - per quanto non per causa sua - sapeva bene di non poter pretendere alcunché; Monique anzi, era consapevole di dover accettare senza discussioni ciò che lui riusciva a darle, non considerando quel gesto come un doversi accontentare ma, al contrario, come un ringraziamento per quell'amore che Sandyon riusciva a darle pur essendo in parte privo di emozioni. Tutto ciò che lui diceva e faceva, quindi, sarebbe stato sempre amplificato a dismisura nel cuore della donna, perché consapevole che era già tantissimo rispetto magari a ciò che normalmente avrebbe fatto o detto con qualcun altro. Gli sorrise quindi, mangiando di gusto ciò che aveva davanti, consumando un nigiri dopo l'altro, un maki dopo l'altro, un pezzo di sashimi dopo l'altro... sì, non sapeva contenersi di fronte al sushi, o forse la chiave di tutto era che essendo un cibo ipocalorico - ed avendo lei un metabolismo davvero veloce - ci metteva pochissimo a digerirlo e a sentire di nuovo lo stimolo della fame; così, tra un sorso di vino ed un pezzo di pesce, la donna si azzardò a porre avanti come argomento di conversazione le vacanze estive, chiedendogli quali fossero i suoi programmi e se gli avesse fatto piacere passarle insieme.
Le vacanze sono un lusso che non mi concedo da tempo. Scegli tu cosa vogliamo fare, l'importante è che non sia troppo affollato o dalle parti della Grecia. Per il resto, mi adeguo ai tuoi gusti.
Sì, ma...
Iniziò a dire Monique, la fronte aggrottata in un'espressione confusa: che significava, che non gli importava? Che per lui passare l'estate insieme o separati non faceva alcuna differenza, e che quindi stava a lei decidere? Stava dunque per porgli quelle domande, anche abbastanza risentita, quando una vocina nella sua testa le ricordò cos'aveva pensato fino a quel momento, cosa si era promessa: farsi bastare con gioia ciò che lui le dava; richiuse allora le labbra, respirò a fondo ed annuì, incurvando le labbra in un piccolo sorriso.
Niente Grecia né posti affollati, archiviato. In effetti mi sarebbe piaciuto andare in qualche bella isoletta sperduta nei Caraibi, magari con una bella casettina lì solo per noi, senza nessuno intorno.
Non era meglio così? Nessuna pressione, niente discussioni, solo la serenità di sapere che sarebbero andati in vacanza insieme. Il resto aveva davvero importanza? Bevve un altro sorso di vino, facendosi sparire l'hosomaki di turno - l'ennesimo - tra le labbra, masticando lentamente per poi decidere di affrontare anche il secondo argomento che le frullava nella mente, molto più spinoso del primo ma forse ancora più importante.
Senti Sandyon... io ci ho pensato a lungo, e... credo dovremmo uscire allo scoperto, rendere pubblica la nostra relazione. Insomma, così è complicato stare insieme, avere del tempo per noi, sempre con la paura di essere scoperti... e per cosa poi? I miei nemici probabilmente sanno già che sono innamorata di te, perciò che cambia?
Una piccola pausa prima di riprendere a parlare, guardandolo negli occhi ma senza avere il coraggio di sperare in un risultato positivo: era un argomento talmente delicato, che doveva esser preso con le pinze.
E poi, se vuoi proteggermi, non sarebbe più facile farlo alla luce del Sole che perennemente nascosto nell'ombra? ... Tissi sa già che stiamo insieme. Turner ti ha visto così preoccupato per me quando ho combattuto contro il Mezzo-Drago che ha fatto due più due, buttando lì un'ipotesi che si è rivelata essere esatta. Ho chiesto a mia cugina di non dire niente in giro, ma... se per Lucas è stato così facile capirlo, quanto ci metteranno gli altri? Non voglio sembrare quella che si vergogna della propria relazione... io sono fiera di stare con te, e di amarti.
Era quasi senza fiato, visto che si era lanciata in quel monologo senza mai fermarsi un secondo. Sospirò, abbassò gli occhi per un istante, e poi tornò a guardarlo dritto negli occhi.
... che ne dici?
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da Sandyon » 06/07/2012, 14:36
Quella donna stava imparando a capirlo e ad accettarlo sempre di più. Se quello fosse un bene o male al momento Sandyon non poteva affermarlo con certezza assoluta. Un bene, si, perché voleva dire che il suo amore era così grande da permetterle di passare oltre certe piccolezze che magari un tempo avrebbero fatto la differenza, male perché questo significava che lei si stava forzatamente abituando a non essere naturale con lui, non fargli presente i punti di disaccordo, ma allora qual'era la verità? La verità purtroppo era soggettiva e molto spesso non univoca. La realtà che li circondava era avvolta ancora da un misterioso alone di domande alle quali non si vedevano risposte concrete, vere, importanti e utili per andare avanti in un senso o in un altro. Stavano imparando ad essere vicini, stavano imparando ad amarsi ed accettarsi, ma quale poteva risultare essere il vero punto di svolta per una storia che senza ossigeno rischiava di arrivare ad un capolinea? Monique Vireau la risposta la conosceva già a quanto pareva, difatti nel suo discorso successivo mise molta molta più carne al fuoco di quanto già non avesse fatto il suo compagno sul barbecue pochi minuti prima.
Senti Sandyon... io ci ho pensato a lungo, e... credo dovremmo uscire allo scoperto, rendere pubblica la nostra relazione. Insomma, così è complicato stare insieme, avere del tempo per noi, sempre con la paura di essere scoperti... e per cosa poi? I miei nemici probabilmente sanno già che sono innamorata di te, perciò che cambia?
Mmhhh...
Uscire allo scoperto, farsi vedere in giro assieme, magari a braccetto o in effusioni romantiche. Sandyon non si sentiva imbarazzato ad una visione del genere, non gli importava di certo delle opinioni altrui, ma da una parte sentiva anche che c'erano molti altri nemici, possibilmente più potenti del padre della donna, in agguato e pronti a giocare sulla loro relazione in qualche modo. E se fossero riusciti a rapirla costringendolo poi ad uccidere degli innocenti? Quanta indecisione nel suo volto e quanta immensa preoccupazione, tuttavia la donna non aveva finito lì, c'era molto altro da dire ancora, anche perché immaginava non sarebbe stato così semplice riuscire a convincere il proprio uomo a mettersi alla luce del solo al suo fianco, senza paure, timori o preoccupazioni affliggenti.
E poi, se vuoi proteggermi, non sarebbe più facile farlo alla luce del Sole che perennemente nascosto nell'ombra? ... Tissi sa già che stiamo insieme. Turner ti ha visto così preoccupato per me quando ho combattuto contro il Mezzo-Drago che ha fatto due più due, buttando lì un'ipotesi che si è rivelata essere esatta. Ho chiesto a mia cugina di non dire niente in giro, ma... se per Lucas è stato così facile capirlo, quanto ci metteranno gli altri? Non voglio sembrare quella che si vergogna della propria relazione... io sono fiera di stare con te, e di amarti.
Fiera di stare con lui, di amarlo, di esporsi e far sapere al mondo intero chi era davvero degno di padroneggiare il suo cuore, il suo corpo, la sua anima in tutto e per tutto. Sospirò, non si trattava di quello, ma di molto altro. Vero anche che lentamente le persone stavano iniziando ad accorgersi, in effetti non era più lo stesso rapporto di una volta, il rapporto che comprendeva una minore presa da parte sua, una minore partecipazione che conduceva a maggiore discrezione e segretezza. Adesso anche lui percepiva il bisogno di starle accanto e se le accadeva qualcosa di grave, come avvenuto poche settimane prima, in maniera pesante e a livello di pericolo per la vita, non sapeva trattenersi, non sapeva fermare la sua preoccupazione e dunque non era difficile intuire i suoi sentimenti per lei. Allora qual'era la via giusta? La via vera per proseguire in quella strada tortuosa e sentimentale? Quella suggerita da Monique o quella suggerita dal raziocinio dell'uomo?
... che ne dici?
La carne si stava raffreddando, ma non era così importante. Un pasto al confronto di una decisione vitale con lei risultava quanto mai effimero e inutile. La compagna gli stava chiedendo di poter dire al mondo intero che era sua, che lo amava, che affermava di voler passare la sua vita con accanto un ex mercenario che aveva promesso di proteggerla in cambio di un favore e che si ritrovò poi incastrato dal suo cuore sciolto dalle fiamme della passione per quella francese. Una situazione molto diversa da una storia normale, una situazione nella quale chiunque avrebbe voluto solamente urlare anche contro il cielo di essere felice e fidanzato ufficialmente, ma la loro non era una storia normale. Tuttavia gli occhi di Monique brillavano come perle chiarissime e imbevute di amore e dolcezza, gioia, tenerezza e gentilezza, come poterle resistere ancora per molto?
La mano lasciò la forchetta, dirigendosi verso quella della compagna, prendendola e stringendola appena, virile e ferma, salda e convinta. Buttò fuori tanta aria e tanta paura, buttò fuori terrori, preoccupazioni, attriti con la sua mente e desideri di esser sempre accorto in ogni cosa. L'amore non era affatto un qualcosa che poteva andare di pari passo col cervello, non sempre almeno. C'erano ancora tante cose delle quali parlare, tante cose da definire e vedere come muovere e spostare in un senso o in un altro, ma per il momento, la cosa più giusta che si sentì di fare fi rispondere a quello sguardo intenso della 27enne più bella che avesse mai visto ed annuire lentamente con il capo, accordando quindi quella richiesta fattagli, sentita con tutta l'anima e il desiderio di affermare che il maggiore dei Vastnor apparteneva a lei, solo e soltanto a lei.
D'accordo. Lo diremo a chi vuoi, attaccheremo anche i manifesti se lo desideri. ... Ti amo.
E la mia vita vivrebbe di ombre e oscurità se non ci fossero i tuoi occhi a rischiararla.
Ovviamente quella seconda parte venne formulata solo nella sue mente, ancora incapace di sapersi esprimere così bene, anche se in quel caso l'essere sinceri o meno non c'entrava assolutamente nulla. Il suo problema era un altro ma comunque, già l'essere riuscito a dire un semplice "Ti amo" con buona disinvoltura era un bel traguardo del quale poteva sentirsi di andar fiero. L'unica cosa fu che sperò davvero che allo stesso modo lo pensasse anche Monique. La compagna nel corso del tempo gli aveva fatto molte sorprese in positivo, quindi non c'era molto pericolo, ma sapeva bene che non era facile convivere a contatto con un orso come lui, magari non del tutto per scelta, ma fatto stava che orso lo era eccome. Le mani presero quelle di lei, come in un gesto di affetto ulteriore, come a volersi cercare di spiegare ed intendere almeno con i fatti, tentando di avvicinarsi un poco di più al suo cuore, con tutto che per lui era una cosa difficile, complessa, molto più di qualsiasi missione da mercenario ricevuta in passato.
Monique... Io...
- TOC TOC TOC TOC -
Mh?
La porta bussò di improvviso prima che lui potesse proseguire a parlare, forse voleva dire qualcosa di importante, fatto stava che oramai quel momento era stato interrotto miseramente. Tuttavia non era la cosa importante ora, quanto sapere di chi si potesse trattare in quell'istante, visto che non avevano ordinato più niente e di sicuro Mog non necessitava della porta per raggiungerli. Molto ma molto strano, era anche vero però che non c'era bisogna di pensare forzatamente a qualcosa di pericoloso, in fondo avevano fatto tutto nel modo più sicuro e Mog da fuori non aveva avvertito di nessuna aura ostile in avvicinamento, allora poteva essere sul serio una comunicazione dell'albergo.
Mog? Notato niente di strano?
No capo, nessun cattivone è passato di qui, via libera!
D'accordo.
Vuoi che vada io? Mog dice che non c'è pericolo.
Chiese poi alla compagna, osservandola per capire se preferisse andare lei o volesse comunque che si recasse lui a scoprire la fantomatica persona che sembrava aver bisogno di interagire con loro. In qualunque caso comunque, Sandyon avrebbe serrato la porta del balcone per evitare di farli vedere in una romantica cena esterna e avrebbe nascosto le scarpe tolte dalla francesina in camera sua per non far intuire uno spoglio delle vesti improvviso e spontaneo, visto che ad ora erano presenti solo loro due e non l'ipotetico compagno della Vice Preside di Hogwarts.
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{ POCHI MINUTI PRIMA }
Entrò all'interno del locale, avvicinandosi al bancone. Con fare piuttosto tranquillo ma serio, quasi gelido, chiese la possibilità di raggiungere una stanza che fosse a nome Vastnor. Non era designata a nessuno, già, evidentemente non era intenzione del mercenario conosciuto dal ragazzo far sapere che fosse lì. Come se non se lo aspettasse. A quel punto preferì semplicemente fare una sorta di identikit visivo al padrone il quale si ricordò di una persona che corrispondeva e quindi gli indicò dove potesse trovarla, intimandogli di non fare sciocchezze perché il Paiolo era un luogo sicuro e tranquillo.
Non si preoccupi. Non ho assoluta intenzione di creare trambusto qui dentro.
Una voce pallida, leggera come il vento ed altrettanto tagliente. Il padrone dell'albergo deglutì piano, annuendo e lasciandolo quindi andare, dirigersi verso il piano indicato. Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte, iniziando a falcare tra i tavoli arrivando fino alle scale che salì in modo spedito ma senza avere un minimo di fiato, intenzionato ad arrivare ma senza far presagire a udito fino la propria presenza fino a che non avesse effettivamente bussato, palesandola del tutto. Quarto piano, corridoio C, ecco qui, era lì che doveva andare, era lì che si trovava Sandyon Vastnor, l'uomo che stava cercando con tanta frenetica necessità e precisione. Attraversò il corridoio, passando sopra il tappeto di moquette color verde scuro, tra le porte in legno di faggio, chiare e raggiungendo l'ultima stanza in fondo, una suite, già, aveva scelto di trattarsi bene, non lo ricordava così sofisticato. Era stato avvertito della presenza di possibili altre due persone ma pareva non importargli affatto, proprio per niente, difatti la mano avanzò fino alla porta e la nocca bussò quattro volte secche, forti, nette, decise. Qualora poco dopo ad aprirgli fosse stata Monique Vireau, gli occhi ametista del giovane l'avrebbe fissata intensamente e senza nemmeno salutare o rivolgere espressioni differenti da quella che teneva in volto fin dall'inizio del suo viaggio, avrebbe detto semplicemente.
Sto cercando Sandyon Vastnor. Dov'è?
La mia vendetta sarà compiuta!
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da Monique » 06/07/2012, 20:15
Sì, d'accordo, forse era stata un po'... precipitosa. Magari sarebbe stato meglio aspettare e rimandare quel discorso ad un secondo momento - ad esempio dopo del sano sesso che avrebbe sfiancato Sandyon abbastanza da impedirgli di ragionare. Ma Monique era fatta così, era istintiva di natura, ed essendo quello un punto importante nella loro storia, un discorso che da quando aveva parlato con Tisifone non riusciva a togliersi dalla mente, non era riuscita a trattenersi di conseguenza, rigettandolo fuori tutto d'un fiato o quasi. Ed il fatto che ora il suo compagno non stesse dicendo niente non era quasi sicuramente un buon segno.
Non prendermi per incosciente, ti prego... sono solo tanto, tanto innamorata di te.
Pensò Monique, mordendosi forte il labbro ma non accennando a staccare il contatto visivo da lui: non voleva nascondere i suoi occhi, anzi, voleva che Sandyon potesse leggere attraverso essi tutte le emozioni che imperversavano nella sua anima; trasalì quando lui prese la mano, non si era nemmeno accorta che l'avesse fatta scivolare vicino alla sua, troppo presa nel guardarlo intensamente per dare retta ad altro.
D'accordo. Lo diremo a chi vuoi, attaccheremo anche i manifesti se lo desideri. ... Ti amo.
... cosa?!
Aveva capito bene? Aveva detto che potevano... potevano dirlo in giro? Potevano davvero farsi vedere insieme alla luce del sole, potevano... potevano stare insieme ufficialmente?? Di fronte a tutti? Il suo cuore prese a battere a mille nel petto, gli occhi si riempirono di lacrime di gioia senza che lei potesse fare nulla per evitarlo: era felice... tanto, tanto, tanto felice.
Ti amo, Sandyon.
Mormorò con voce tremante per l'emozione. Oh sì, lo amava davvero. Si lasciò prendere anche l'altra mano, fissandolo confusa per un momento: era già strano - ma meraviglioso - che lui le avesse spontaneamente detto di amarla, ma ora prenderle addirittura entrambe le mani... cosa stava succedendo?
Monique... Io...
- TOC TOC TOC TOC -
Merda!
Un'imprecazione spontanea quella di lei visto che, conoscendo il compagno, stava sicuramente per dirle qualcosa di importantissimo, magari di fondamentale per il loro rapporto... e lei se l'era persa perché qualcuno li aveva interrotti. Ah, ma chiunque fosse gliel'avrebbe fatta pagare cara.
Vuoi che vada io? Mog dice che non c'è pericolo.
E togliermi il piacere d'insultarlo in tutte le lingue che conosco, e credimi, ne conosco tante, per averci interrotti? ... nemmeno per idea.
Rispose Monique con un sorriso mellifluo e per questo decisamente pericoloso sulle labbra mentre si avvicinava alla porta - lasciando a Sandyon il compito di coprire tutte le tracce della loro cenetta intima - per poi aprirla e trovarsi di fronte un bel giovane dallo sguardo gelido.
Sto cercando Sandyon Vastnor. Dov'è?
Chi lo desidera?
Domandò a voce alta, cosicché il compagno potesse sentirla e capire che, probabilmente, stavano cercando lui: non aveva la minima idea di chi fosse colui che si trovava alla porta, e questo generalmente non era un buon segno... sperava solo che non fosse l'ennesima, pericolosa fonte di guai.
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da Sandyon » 07/07/2012, 11:09
L'argomento di conversazione era piuttosto importante, oltre al fatto che Sandyon non era la persona più indicata per fare discorsi lunghi e articolati di pensieri, sentimenti ed emozioni. Eppure aveva deciso di sforzarsi, esattamente per fare in modo che lei comprendesse il più possibile quanto fosse importante per lui farle avere accanto un uomo in gradi di esserle accanto, di aiutarla nelle scelte e nelle decisioni, salvo le vacanze. Forse in più, era addirittura arrivato a voler prendere lui stesso un argomento, forse nuovo, forse no, per proseguire quel dialogo che già stava vedendo Monique presa e felice per la decisione presa di palesare al mondo la loro relazione, ma dovettero per forza di cose interrompersi, visto che la porta bussò poco dopo, un evento abbastanza strano. Sandyon a quel punto chiese alla compagna se lei avesse voluto che andasse lui ad aprire, per quanto Mog aveva appena confermato che nessun con un'aura cattiva aveva fatto ingresso al Paiolo fino ad allora.
E togliermi il piacere d'insultarlo in tutte le lingue che conosco, e credimi, ne conosco tante, per averci interrotti? ... nemmeno per idea.
Va bene, chiudo le imposte e ti raggiungo, se non te la sbrighi in pochi secondi.
In effetti non pensava che ci volesse molto per liquidare una persona venuta magari a chiedere delle spese aggiuntive per la stanza o qualche addetto dell'albergo che veniva a ritirare cestini, cose simili. C'erano poche varianti sulle ipotesi di chi ci fosse dietro quella porta, ma quando si sentì il suono dell'ingresso che veniva aperto e una voce lontana prese a parlare, Sandyon comprese di essere stato preso in causa visto che la compagna in lontananza fece presente in modo indiretto che qualcuno lo stava cercando. Cercare lui? E adesso quale mai poteva essere la grana, il problema da risolvere? Non ricordava affatto che qualcuno lo dovesse cercare per alcun motivo però era passato un anno, magari gli era sfuggito qualcosa, per quanto obiettivamente quasi impossibile. Prese il suo passo, iniziando a camminare verso la porta per raggiungere la propria donna mentre lentamente la figura sull'uscio iniziava a diventare per lui sempre più nitida e sempre più... Conosciuta.
Chi lo desidera?
Tu... Che ci fai qui? Che è successo?
La voce era atona, seppur abbastanza morbida. Non pareva parlare con un nemico o qualcosa del genere. Il ragazzo non rispose a Monique, poiché quando vide la sagoma dell'ex mercenario cercò di avvicinarcisi lentamente fissandolo dritto negli occhi e per un bel poco di secondi i due rimasero lì a guardarsi, come a voler cercare di riordinare un poco le idee, per quanto Sandyon mostrava una calma piuttosto pacata, mentre lui invece, un nervosismo e una rabbia repressa, stringendo entrambi i pugni come a voler scatenare l'inferno lì e ora. Strinse le palpebre, per bloccare l'afflusso di lacrime, probabilmente, chinando il capo prima per non farsi vedere, poi con in un gesto di... Sudditanza nei confronti di Vastnor. Infine alzò di nuovo gli occhi per incrociarli con i suoi, luminosi di ira e ardore.
L'hanno ucciso... L'hanno fatto fuori!
Come è accaduto?
Non lo so. So soltanto che è successo, chi è stato e quando, e voglio la mia vendetta, la pretendo zio! Aiutami, insegnami i mezzi per farlo!
Come lo aveva chiamato? Ebbene si, lo aveva chiamato proprio "zio". Dunque quel ragazzo era suo nipote o qualcosa di simile, davvero singolare come caso. Ma Sandyon non si sentì tanto scosso dal quel reincontro familiare, quanto dalla notizia ricevuta, una notizia abbastanza sconvolgente in generale, ma che comunque riusciva a contenere nei limiti del suo solido gelo di elaborazione della situazione e di tutta la faccenda. Quel giovane pareva molto furioso, scosso in modo assoluto, deglutì lentamente, respirando con lentezza, i muscoli in tensione, gli occhi che senza rabbia venivano privati quasi di tutta la loro luce, come se fosse adesso l'unica cosa in grado di animarli.
Sei stato molto maleducato.
Il ragazzo lo osservò ancora con aria abbastanza confusa e perplessa, scuotendo con lentezza il capo come a chiedere cosa aveva fatto per risultare scortese o esageratamente maleducato. Sandyon prima rispose con il suo solito suono atono e pensante, anche se teneva uno stile molto più di rimprovero, poi fece qualche passo indietro per avvicinarsi presso la zona del soggiorno, parlando ancora per comunicare di seguirlo.
C'è un'altra persona presente in questa stanza oltre me e te, e non ti sei nemmeno presentato. Lei è Monique...
Quindi, a questo punto...
... La mia compagna. Una volta che ti sarai comportato educatamente vieni di là... Mi racconterai meglio di Daemon.
Il giovane annuì subito, sospirando e umettandosi le labbra, sinceramente disturbato per quel nome pronunciato con così tanta naturalezza e all'improvviso, anche perché lo aveva visto morire da non molto, ma ci sarebbe stato il tempo necessario per raccontarlo. Si volse subito in direzione della francese, annuendo come a voler chiedere scusa, tenendo per qualche secondo il capo chino per poi tornare a guardarla e parlare con tono decisamente più morbido rispetto al precedente.
Scusami zia. Non volevo essere scortese, ma è accaduto un fatto terribile e sono molto scosso. Comunque è un piacere conoscerti, mi chiamo Robyn Laars, nipote di secondo grado di Sandyon.
Chiamarla così di getto zia? Normale, non poteva sapere effettivamente da quanto tempo stessero insieme e quanto Sandyon avesse parlato della sua famiglia. Per il ragazzo quella poteva trattarsi di una normale quotidianità, come anche che i due fossero già sposati, visto che il termine "compagna" era abbastanza generico e poteva stare ad indicare tutto. Se Monique quindi avesse accettato di condurlo fino al soggiorno, lì li avrebbe attesi Sandyon che con un gesto avrebbe invitato il ragazzo a sedersi su una poltroncina e di seguito fatto avvicinare Monique a se per farla sedere sul divano spazioso di fronte accanto a lui.
Non si riesce mai ad avere un momento di pace. Daemon, chi può averti ucciso così facilmente?
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da Monique » 07/07/2012, 14:09
Chi aveva davanti non le rispose subito. Un nemico? Una minaccia? Non ne era sicura. La cosa certa era che il suo obiettivo non era la donna di fronte a sé, Monique Vireau - e meno male, almeno ogni tanto! - bensì il compagno di lei, Sandyon. Lo sconosciuto alzò gli occhi, guardando oltre le spalle della francese che quindi si volse appena, incontrando la figura di Vastnor che fissava lo sconosciuto - per lei - senza traccia di ostilità negli occhi.
Tu... Che ci fai qui? Che è successo?
L'altro non rispose subito, semplicemente oltrepassò Moni quasi manco esistesse - e lei esisteva, eccome se esisteva - e si avvicinò a Sandyon, abbassando il capo poco dopo. Quel gesto fece corrugare la fronte della donna, che rimase immobile alternando lo sguardo tra il compagno e colui che, poco dopo, iniziò a parlare con lui, parlando di qualcuno che aveva ucciso... qualcun'altro. E figuriamoci se non c'era qualcosa che non andava.
... So soltanto che è successo, chi è stato e quando, e voglio la mia vendetta, la pretendo zio!
Alt, fermi. Zio? Zio?! Monique ripassò velocemente tutte le informazioni che aveva su Sandyon e famiglia: Ryan era il fratello naturale, ma per quel che ne sapeva non aveva figli; stessa cosa di Tyslion - fratello di battaglia e forse anche di sangue - che aveva amato Rachel ma non si era più legato a nessuna dopo. Ma allora di chi diavolo era figlio quel ragazzo - molto carino tra l'altro, Celine gli avrebbe sbavato dietro - che chiamava "zio" il suo compagno?
Sei stato molto maleducato. C'è un'altra persona presente in questa stanza oltre me e te, e non ti sei nemmeno presentato. Lei è Monique...
Sandyon no, non ce n'è bis--
... La mia compagna. Una volta che ti sarai comportato educatamente vieni di là... Mi racconterai meglio di Daemon.
Per quanto sentirsi definire "la sua compagna" così, naturalmente, le avesse fatto saltare un battito e le guance si fossero colorate di rosso piacere, Monique si sentiva decisamente di troppo e non pretendeva nulla dal ragazzo che, di fronte a sé, sembrava davvero scosso da ciò che era accaduto, da chi era morto a quanto sembrava visto che di questo aveva inizialmente parlato. Fece per ripetere che non ce n'era bisogno, che andava tutto bene, quando lui la precedette.
Scusami zia. Non volevo essere scortese, ma è accaduto un fatto terribile e sono molto scosso. Comunque è un piacere conoscerti, mi chiamo Robyn Laars, nipote di secondo grado di Sandyon.
Zia. L'aveva appena chiamata "zia". Come se fosse la cosa più normale del mondo. Per un momento Monique rimase immobile, incapace di dire o fare qualcosa: certo, Sandyon aveva parlato di "compagna", poteva voler dire tutto e niente per il ragazzo, Robyn, di fronte a lei, per quanto poteva saperne Monique e lo zio si potevano pure essere già sposati. E, chissà perché, lei non aveva alcuna intenzione di smentire questa sua idea.
Non... non ti preoccupare. Va tutto bene. Monique Vireau, piacere mio. Vieni, andiamo di là così potrai parlare con Sandyon.
Mormorò col tono più dolce che riuscì ad usare - doveva ancora riprendersi dalla sorpresa improvvisa - per accompagnare Robyn dal proprio compagno: inutile dire che la cena era stata rovinata, ma per qualcosa di molto più importante perciò il suo amato sushi avrebbe dovuto aspettare fino a tempo indefinito. Attese che il ragazzo si sedesse su una poltroncina e poi prese a sua volta posto, accanto a Sandyon, in religioso silenzio: in fondo, non era certo il suo momento di parlare.
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da Sandyon » 08/07/2012, 2:40
Si diressero quindi verso il salotto, dove prendendo posto si poterono anche concedere qualche secondo di respiro. Non era una situazione facile da gestire, sopratutto dal momento stesso in cui c'era davvero tanta carne al fuoco e purtroppo non si trattava della cena di Sandyon Vastnor. Monique aveva appena fatto effettiva conoscenza con il nipote di Sandyon, per quanto non avesse ancora un'idea ben chiara della parentela che intercorreva tra loro, comunque ben presto ogni cosa sarebbe risultata molto più chiara. Robyn prese posto sulla poltrona avanti al divano dove invece si sedettero sia l'ex mercenario che la Vice Preside di Hogwats. C'era una sorta di aia talmente fitta da poterla tagliare con le forbici, purtroppo però, quando c'è di mezzo un omicidio è sempre così. Qualora la donna avesse voluto scrutare l'espressione del compagno però, non avrebbe scorto molta rabbia, molto dolore o molto rancore per quello che gli era appena stato riferito, perché mai? Ogni cosa a suo tempo, tanto oramai la conversazione seria ed ufficiosa stava per avere inzio...
Perché qui, perché io.
Perché soltanto tu saresti in grado di addestrarmi per essere capace di vendicare Daemon!
Mmhhh...
Prendi il numero.
Cosa zio?
Niente, lascia stare. Io non sono un maestro che prende allievi come se fossero ripetizioni. Daemon immagino ti abbia già insegnato abbastanza.
Si ma se è morto vuol dire che-...
Vuol dire che forse ha avuto una svista o stava poco bene. Non sempre bisogna essere molto più deboli per soccombere. Era un Auror paladino eccellente, non sottovalutare il suo defunto potere.
Credimi zio, la persona che lo ha eliminato ho motivo di credere che sia davvero incredibilmente forte...
Sandyon quando sentì un commento del genere, parve quasi animato da una sorta di aura di sfida e competizione. Che fosse un uomo in cerca del brivido di affrontare un degno avversario che non dovesse essere per forza un ex migliore amico? Fatto stava che si mise in una posizione maggiormente composta, accavallando la gamba e fissando il nipote con aria molto interessata.
Cosa te lo fa credere?
Testimonianze zio. Daemon non è stato il primo a soccombere, ma ben altri 24 Auror, tra i quali 9 Auror sole di platino! I pochi scappati dal campo di battaglia e tornati feriti tremendamente raccontano di una furia, di un mago senza precedenti...
Una furia... Senza precedenti...
Sandyon annuì lentamente, sospirando e chinando per un poco il capo, riflettendo attentamente su tutta la faccenda e sul discorso fatto a Robyn. Una tale forza della natura che evidentemente lui non aveva ancora mai incontrato, una novità, negativa per quegli Auror ma forse molto positiva per lui, sempre se fosse riuscito a trovarlo, o meglio, sempre se ad un certo punto la ragione non si fosse messa in mezzo ricordandogli che adesso aveva una persona importante alla quale pensare, che ci teneva alla sua vita e al loro destino assieme. Di istinto volse il capo in direzione di Monique, guardandola negli occhi per alcuni secondi, prima di cambiare espressione in una poco più tenue e calmata, anche se con una osservabile ad occhio attento punta di delusione e stroncamento.
L'hanno visto in faccia? Si sa come è fatto?
Per Robyn quella domanda fu come un lampo che gli attraversò la mente. Immediatamente dalla tasca interna della lunga giacca leggera di pelle color sabbia prese una fotografia indicativa un poco sgualcita leggermente in movimento che ritraeva il pericoloso e letale assassino di Daemon Laars, non solo grande partecipante al torneo TreMaghi mondiale, il primo, ma anche un Auror di incredibile esperienza e tecnica, temuto dalle più alte sfere della stregoneria oscura di tutta Europa. La allungò verso lo zio che la prese abbastanza velocemente, avvicinando il braccio anche alla propria donna, sicuro che anche lei avrebbe voluto vedere le fattezze di questo prodigioso mago ostile.
E' lui zio, è lui che ha ucciso Daemon. Non ci sono dubbi al riguardo, l'ho visto con i miei occhi ma sono dovuto scappare perché me lo chiese lui di andare e mettermi in salvo... ... Forse, se fossi rimasto...
Adesso saresti a far compagnia nella bara a tuo zio.
Se non altro adesso si era compreso la seconda parte del grado di parentela. Daemon e Robyn erano imparentati in quanto Robyn nipote di Daemon, dunque di riflesso Sandyon doveva essere in qualche modo e per qualche via traversa cugino di Daemon, in tal maniera si spiegava il motivo per il quale Robyn aveva chiamato "zio" anche Vastnor. Daemon zio di primo grado, Sandyon di secondo. Robyn assunse un'aria molto afflitta quando l'ex mercenario rispose in quel modo brusco e forte. Si, in effetti essendogli morto da poco il suo maestro nonché suo parente, non gli riusciva facile assorbire i colpi che il forte cinismo dell'altro parente ricercato poteva tirar fuori come fosse manciate di riso. In quel caos, per la fortuna del Vastnor, correva in aiuto la figura femminile e più comprensiva di Monique. Sandyon le rivolse uno sguardo veloce e di intesa, come a chiederle cortesemente, seppur scocciato, di dire due parole per far smettere l'afflizione del nipote, prima di potergli tornare a parlare.
Se non ricordo male, tu dovresti essere un apprendista Auror giusto? Come mai sei qui? Gli apprendisti non possono trovarsi fuori dai campi di addestramento prima della nomina come Auror ufficiali.
... Non sono più un apprendista, o meglio... Al momento ho lasciato il distintivo, era l'unico modo che avevo per poter svolgere la mia vendetta, difatti sono stato etichettato come "Auror Errante" dal Ministero. Mi spiace zio, non tornerò indietro, che tu mi alleni o meno, io diventerò più forte a modo mio e andrò a cercare quel mostro che ha ucciso Daemon!
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da Monique » 08/07/2012, 15:33
Che situazione assurda e paradossale quella che stava vivendo Monique in quel momento: si sentiva leggermente di troppo, ma d'altronde Sandyon non le aveva fatto intendere di voler essere lasciato solo con Robyn quindi, forse, non era tanto sbagliato rimanere lì con loro. Si sedette dunque accanto al compagno, cercandogli la mano per stringerla un momento: lui non sembrava particolarmente scosso dall'evento raccontato dal nipote, ma era pur vero che col maggiore dei Vastnor non si era mai sicuri di cosa stesse provando.
Perché qui, perché io.
Perché soltanto tu saresti in grado di addestrarmi per essere capace di vendicare Daemon!
Ovviamente Moni se ne stava in silenzio durante quello scambio di battute tra i due, ma dovette convenire che, in effetti, non esisteva qualcuno al mondo meglio di Sandyon per addestrare il giovane ragazzo: insomma, era o no il mercenario per eccellenza, era o non era stato l'Assassino numero uno? Non ci sarebbe potuto essere migliore maestro di lui per Robyn.
Mmhhh... Prendi il numero.
Cosa zio?
Non riuscì a trattenersi dall'incurvare le labbra in un piccolo sorriso divertito: sapeva bene a chi il compagno si stesse riferendo; Arianna Ricciardi, la prefetta di Dragargenteo prossima a cominciare il suo ultimo anno ad Hogwarts che aveva fatto richiesta a Sandyon di diventare sua apprendista; sfacciata quanto bastava, sicura di sé e forse un po' troppo irriverente, ma Monique sospettava che in qualche modo fosse proprio questo a renderla simpatica agli occhi del compagno che scosse la testa, liquidando la questione di fronte al nipote.
Niente, lascia stare. Io non sono un maestro che prende allievi come se fossero ripetizioni. Daemon immagino ti abbia già insegnato abbastanza.
Si ma se è morto vuol dire che-...
Vuol dire che forse ha avuto una svista o stava poco bene. Non sempre bisogna essere molto più deboli per soccombere. Era un Auror paladino eccellente, non sottovalutare il suo defunto potere.
Con quello che sta succedendo nel mondo magico, sono molto più portata a pensarla come Robyn.
Pensò Monique, senza ovviamente azzardarsi a mettere becco in quella discussione tra parenti: in ogni caso, almeno mentalmente, poteva permettersi di commentare ciò che sentiva e no, dubitava che Daemon - chiunque fosse stato e a prescindere dalla sua potenza ormai scomparsa - fosse stato ucciso per un momento di svista. Non da quando aveva conosciuto cose come la sorellina omicida, il Mezzo Drago e simili.
Credimi zio, la persona che lo ha eliminato ho motivo di credere che sia davvero incredibilmente forte...
Sandyon sembrò cambiare in quel momento, assumendo una posa che, se da un lato era più rilassata - o almeno sembrava esserlo - dall'altro sembrava essere molto più interessata di prima: che il suo spirito combattivo e di sfida si stesse risvegliando? Moni sperò di no perché alla pelle del compagno ci teneva, ed anche parecchio.
Cosa te lo fa credere?
Testimonianze zio. Daemon non è stato il primo a soccombere, ma ben altri 24 Auror, tra i quali 9 Auror sole di platino! I pochi scappati dal campo di battaglia e tornati feriti tremendamente raccontano di una furia, di un mago senza precedenti...
Quell'informazione fece scorrere un brivido freddo lungo la schiena di Monique, che d'istinto spostò lo sguardo sull'uomo accanto a lei: un mago senza precedenti, una futura minaccia o un potenziale vantaggio? Averlo dalla loro parte sarebbe potuto essere decisivo per le loro vite, ma in tutta onestà se aveva ucciso degli Auror c'erano ben poche speranza che, chiunque fosse, potesse essere un futuro alleato di coloro che, come lei o Madeline - e Sandyon da quando stavano insieme - combattevano per il bene. Persa nelle sue elucubrazioni, la donna si stranì non poco quando osservò lo sguardo del compagno che si era voltato verso di lei leggendovi un sentimento di delusione.
Cos'è che ti delude? ... cos'hai in mente, amore mio?
L'hanno visto in faccia? Si sa come è fatto?
Quella domanda, come ovviamente tutte quelle che Moni si limitava a pronunciare nella propria testa, non poterono trovare alcuna risposta: così, la donna si limitò a sporgersi appena in avanti per osservare la fotografia mobile che Robyn aveva passato allo zio raffigurante l'uccisore di Daemon Laars - il primo campione Mondiale Tremaghi per l'Europa tra l'altro - e di molti altri Auror esperti.
E' lui zio, è lui che ha ucciso Daemon. Non ci sono dubbi al riguardo, l'ho visto con i miei occhi ma sono dovuto scappare perché me lo chiese lui di andare e mettermi in salvo... ... Forse, se fossi rimasto...
Adesso saresti a far compagnia nella bara a tuo zio.
Zio di secondo grado insomma, quella era la parentela di Robyn con Sandyon che, come suo solito, era stato brusco e davvero poco sensibile nel modo di fare, tanto da chiedere con lo sguardo a Monique d'intervenire per stemperare un po' l'acidità propria del compagno.
Robyn... quello che tuo zio voleva dire... - mormorò la donna, lanciando un'occhiataccia a Sandyon della serie "sei davvero insensibile" - ... è che rimanere lì con tuo zio non ti avrebbe permesso di salvarlo, ma anzi avrebbe segnato anche la tua dipartita. E morire invano è davvero il modo peggiore di lasciare questo mondo.
Si permise di mettersi in mezzo così, con dolcezza, sperando che l'altro non la reputasse di troppo. A seguito, lasciò che i due potessero riprendere il loro discorso, ascoltando comunque attentamente tutto ciò che dicevano.
Se non ricordo male, tu dovresti essere un apprendista Auror giusto? Come mai sei qui? Gli apprendisti non possono trovarsi fuori dai campi di addestramento prima della nomina come Auror ufficiali.
... Non sono più un apprendista, o meglio... Al momento ho lasciato il distintivo, era l'unico modo che avevo per poter svolgere la mia vendetta, difatti sono stato etichettato come "Auror Errante" dal Ministero. Mi spiace zio, non tornerò indietro, che tu mi alleni o meno, io diventerò più forte a modo mio e andrò a cercare quel mostro che ha ucciso Daemon!
Sandyon... - mormorò ancora una volta Monique, non potendo fare a meno di parlare - ... se deciderai di addestrare Arianna Ricciardi, perché non alleni insieme anche tuo nipote? Non credo che la Bergman si farà troppi problemi a dargli il permesso di sostare almeno nei limiti esterni del Castello, no?
Gli propose con sguardo sereno e per nulla impositivo, alla fine erano affari suoi.
Non fraintendere, non appoggio la vendetta perché so bene che non porta da nessuna parte, ma credo che non farebbe male addestrarsi un po' per sapersi difendere quando l'occasione lo richiede... no?
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da Sandyon » 08/07/2012, 18:32
Robyn... quello che tuo zio voleva dire... è che rimanere lì con tuo zio non ti avrebbe permesso di salvarlo, ma anzi avrebbe segnato anche la tua dipartita. E morire invano è davvero il modo peggiore di lasciare questo mondo.
Sandyon colse lo sguardo di Monique rispondendole come se fosse ben consapevole di non essere la persona più morbida sulla faccia della terra, anzi, tutto il contrario. Come immaginava la compagna era molto più in grado di lui di confortare il ragazzo che pareva esser stato preso in pieno da un camion in corsa. Forse si trattava di sensibilità femminile o forse era lui troppo orso per poter usare delle parole abbastanza confortanti, fatto stava che ben presto Robyn tornò a parlare, facendo presente la sua situazione. Un Auror errante, quella si che era una notizia a dir poco assurda, cosa era venuto in mente al Ministero?
E così sei un Ribelle.
L'ex mercenario pronunciò quella affermazione lanciando un'altra forte frecciata diretta all'animo del ragazzo. Questa volta però, soltanto Robyn poteva capire effettivamente di cosa parlasse. Essere ribelli significava appartenere ancora all'ordine degli Auror ma in una sorta di aspettativa di ruolo. Chiunque faceva parte di quella schiera non era vincolato alla responsabilità del Ministero ma allo stesso tempo era sotto la cupola di appartenenza del corpo dei normali Auror. Un modo come un altro per far si che se Robyn fosse morto, allora il Ministero non avrebbe avuto colpe, ma se la sua vendetta fosse andata a termine, allora il merito se lo sarebbe preso tutto il corpo e tutto il Ministero.
Si, esatto.
Che gran furbi. E immagino che visto che ti fanno utilizzare i mezzi di spostamento ufficiali e il quartier generale, tu abbia comunque accettato.
E' così, mi servivano certe agevolazioni...
Sandyon perse dunque qualche minuto per spiegare esattamente a Monique cosa fosse un "Ribelle" e quale fosse la sua funzione all'interno dell'ordine degli Auror. Una funzione pressoché nulla se non condurre gloria al Ministero qualora il ragazzo avesse portato a termine una missione pericolosa. Dei gran farabutti, si, quello era vero, ma purtroppo i magheggi interni del Ministero non erano mai cambiati da secoli e secoli a quella parte. Successivamente al discorso sul grado al quale apparteneva Robyn, comunque, si passò al fattore "addestramento". Monique la faceva molto semplice, parlando riferito al possibile connubio di Arianna Ricciardi e il nipote in una zona di allenamento, ma Sandyon non era affatto convinto di voler fare davvero una cosa del genere.
Sandyon... se deciderai di addestrare Arianna Ricciardi, perché non alleni insieme anche tuo nipote? Non credo che la Bergman si farà troppi problemi a dargli il permesso di sostare almeno nei limiti esterni del Castello, no? Non fraintendere, non appoggio la vendetta perché so bene che non porta da nessuna parte, ma credo che non farebbe male addestrarsi un po' per sapersi difendere quando l'occasione lo richiede... no?
Prima di tutto non allenerei mai la Ricciardi o lui nel giardino della scuola, ci manca soltanto che arrivino le orde di ragazzini a guardare e a disturbare e sicuramente allenarsi di notte non permette di dare il massimo, con tutta la stanchezza della giornata sulle spalle. Avrei sfruttato il mio ufficio con la Ricciardi, o la stanza delle necessità e lì di sicuro Robyn non può entrare. Per il momento il ragazzo arde troppo di vendetta e per esperienza personale dico che se vorrà affrontare così il nemico, addestrato o meno, morirà. Non è nemmeno ad un terzo della potenza del cugino, figurarsi con tutta quella rabbia in corpo. Un altro parente sulla coscienza non lo voglio.
Zio, ma-...
Non ci sono "ma", non esistono "ma".
Sedò così il discorso, chiudendo qualsiasi possibilità di replica. Non amava quando le persone insistevano e per di più l'occasione non aiutava. C'erano sul serio troppi problemi ai quali pensare e dopo esser giunto alla conclusione che poteva manifestare al mondo intero la sua relazione con la francesina, si aspettava già di dover incrementare il suo impegno nel proteggerla e fare attenzione che nessuno le facesse del male. Dividere ulteriormente il suo tempo con qualcos'altro era lo sbaglio più grosso che potesse fare. Capiva i sentimenti del ragazzo ma allo stesso modo non poteva fare dieci cose assieme, già si sentiva di stare sforando con l'addestramento alla Ricciardi, ma per quanto fosse, Arianna pareva una ragazza molto promettente e di certo non animata da vendetta, quindi ciò lo faceva sentire più propenso a volerla comunque addestrare togliendo qualche ora alla compagna.
Devo pensare. Puoi tenergli compagnia qualche minuto, Moni?
Chiese con tono calmo e serio alla compagna di rimanere lì fino a quando lui non fosse tornato. Si alzò in piedi e prese velocemente una bottiglia di amaro all'interno della teca di cristallo, con un bicchierino, portandosi con se quelle cose oltre la porta finestra, sul terrazzo ove prima stava mangiando con la Vireau, chiudendo poi di nuovo la porta dietro di se per rimediare qualche secondo di pace e tranquillità per riflettere adeguatamente su tutta la questione e la faccenda. Nel frattempo Robyn seguì con lo sguardo lo zio allontanarsi fino a che la porta non si chiuse e subito gli occhi si fecero più lucidi e carichi di collera ma non certo verso il parente, quanto ancora quella fotografia che teneva stretta in mano, tentato quasi di farla in mille pezzi.
Era un maestro fantastico. Mi aveva insegnato tantissimo cose, tante strategie, tanti modi per interagire con le creature magiche più cattive, mi parlava sempre bene di zio Sandyon, dicendo che era una persona forte, rispettata da tutti e temuta da molti. Quando ho visto il suo corpo senza vita riportato indietro da una spedizione, mi è crollato il mondo addosso. Sei anni passati con lui a condividere filosofie e combattimenti, mi aveva scelto come spalla di affiancamento, quando poteva prendere benissimo un Auror di ruolo o anche di grado maggiore... ... Quando lo vidi steso con gli occhi chiusi, pensai subito allo zio Sandyon, partii immediatamente chiedendo udienza alla sua nuova datrice di lavoro, la Bergman, che mi disse che l'avrei potuto trovare da queste parti e allora sono corso senza nemmeno pensarci... ... E adesso mi chiude ogni possibilità, ogni speranza, ma come può... Come può farmi questo... ... Ho perso tutto, non ho più il mio amico, il mio mentore... Ho chiesto aiuto allo zio perché non mi rimane che sabbia tra le mani e lui... Mi rifiuta e mi scaccia come se non gliene importasse niente... Come se non fossi nemmeno una parte della sua famiglia...
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da Monique » 08/07/2012, 20:56
E così sei un Ribelle.
Un cosa?
Domandò Monique, la fronte appena corrugata nel non riuscire a seguire il loro discorso: che diavolo era un "Ribelle"? Per fortuna Sandyon fu abbastanza gentile da spiegarle brevemente di cosa si trattasse; una delle solite intelligenti - ed egoistiche - trovate del Ministero per evitarsi problemi e godere invece di qualsiasi risultato positivo il cosiddetto "Ribelle" potrebbe portare. E poi ci si stupiva se a lei il Ministero della Magia - come organo politico e governativo - le faceva schifo. In ogni caso, la donna provò poi ad aiutare Robyn come poteva, proponendo al compagno di allenare sia la Draghessa Ricciardi che il nipote insieme, ad Hogwarts: lei ovviamente la faceva più semplice di quanto in realtà non fosse, ma che ne poteva sapere delle difficoltà logistiche che ci sarebbero state? Ci pensò proprio lui a spiegarglielo, mettendo a tacere sul nascere qualsiasi opposizione da parte del nipote.
Prima di tutto non allenerei mai la Ricciardi o lui nel giardino della scuola, ci manca soltanto che arrivino le orde di ragazzini a guardare e a disturbare e sicuramente allenarsi di notte non permette di dare il massimo, con tutta la stanchezza della giornata sulle spalle. Avrei sfruttato il mio ufficio con la Ricciardi, o la stanza delle necessità e lì di sicuro Robyn non può entrare. Per il momento il ragazzo arde troppo di vendetta e per esperienza personale dico che se vorrà affrontare così il nemico, addestrato o meno, morirà. Non è nemmeno ad un terzo della potenza del cugino, figurarsi con tutta quella rabbia in corpo. Un altro parente sulla coscienza non lo voglio.
Zio, ma-...
Non ci sono "ma", non esistono "ma".
Monique non disse nulla, anche perché non sapeva bene come poter intervenire: convincere Sandyon non era esattamente la cosa più semplice del mondo, soprattutto quando Vastnor stesso sembrava pieno di dubbi e di domande a cui ancora non sapeva dare risposta. La mano della giovane donna andò a poggiarsi su quella del compagno, come a volergli donare forza e solidarietà al tempo stesso.
Devo pensare. Puoi tenergli compagnia qualche minuto, Moni?
Annuì semplicemente a quelle parole, sfiorandogli ancora un momento il dorso della mano prima di lasciarlo libero di alzarsi e allontanarsi da loro con qualcosa da bere: probabilmente aveva mille cose a cui pensare, soprattutto quando, e lei lo sapeva bene, si trattava di mettere a disposizione il suo tempo e le sue conoscenze non ad una, bensì a due persone. E dire che si era fatto delle remore già solo nel pensare di addestrare la Dragargenteo... Robyn intanto aveva iniziato a parlare, a sfogarsi quasi, ma Monique era stata talmente concentrata nel pensare a Sandyon da perdersi la prima parte del discorso: si riscosse e tornò velocemente a punta gli occhi su di lui, prestandogli tutta la sua attenzione.
... Quando lo vidi steso con gli occhi chiusi, pensai subito allo zio Sandyon, partii immediatamente chiedendo udienza alla sua nuova datrice di lavoro, la Bergman, che mi disse che l'avrei potuto trovare da queste parti e allora sono corso senza nemmeno pensarci... ... E adesso mi chiude ogni possibilità, ogni speranza, ma come può... Come può farmi questo... ... Ho perso tutto, non ho più il mio amico, il mio mentore... Ho chiesto aiuto allo zio perché non mi rimane che sabbia tra le mani e lui... Mi rifiuta e mi scaccia come se non gliene importasse niente... Come se non fossi nemmeno una parte della sua famiglia...
Lui... è più complicato di così.
Mormorò Monique, non sapendo bene come spiegargli il punto di vista di Sandyon senza risultare quella che voleva difenderlo per partito preso: ed allo stesso tempo beh, come fare a spiegare qualcosa senza spiattellare i fatti personali del compagno? Fece un piccolo sospiro e prese a parlare, cercando di essere il più dolce possibile.
Vedi, in quando a famiglia... tuo zio non è mai stato fortunato. Tante persone che ha amato l'hanno abbandonato, pugnalato, oppure le ha perse senza poter fare niente per evitarlo. Sandyon non sta rifiutando, vuole solo capire quale sia la scelta migliore da prendere per te, proprio perché sei parte della sua famiglia. Devi avere fiducia in lui, anche se non capirai la sua scelta...
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