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Riva del Lago

Messaggioda Irvyne » 04/07/2012, 22:56

Le mie piante... dentro di me?
... sarebbe un onore troppo grande, che non merito.


Non sai quante volte capita che ci sentiamo piccoli davanti a qualcosa che crediamo immenso e poi scopriamo che quella stessa immensità alberga dentro di noi o dentro il prossimo...
Capita lo stesso con le stelle, è capitato molto spesso che osservandole mi sentissi così piccolo, così infinitamente minore a loro, ma poi, mi basta osservarle la luce che scaturisce per esempio dal tuo sorriso per accorgermi che una stella potrebbe essere oscurata dalle tue labbra incurvate all'insù...


Sentiva chiaramente che stava osando troppo ma c'era una parte dentro di lui che si rifiutava di precludere la verità alla ragazza soltanto per non risultare sfacciato.
Quale assurdità, lui che solitamente cercava sempre di essere pacato e tranquillo nei modi e nei gesti, non volendo invadere troppo lo spazio altrui, adesso invece parlava, andava libero e cercava in tutti i modi di farla sorridere, di farla arrossire.
Forse da una parte ne era affascinato, da un altra sorpreso che lei potesse trasmettergli così tante emozioni messe insieme.
Timidamente dopo aver ascoltato il suo invito, si accasciò nuovamente vicino al fiore fissandolo assieme a lui, bagnandosi le gambe ma senza che la cosa effettivamente le importasse.
Era simili in quell'istante, molto vicini non solo nel corpo ma anche nella mente, nella sensazione, nell'emozione, un'emozione crescente ogni secondo di più.

...Lindë...

La chiamò, ad alta voce, anche se in realtà il suo nome lo avrebbe solo voluto pensare.
Si accorse di quella svista forse solo dopo che la ragazza si fosse voltata in sua direzione, magari aspettando una parola da parte sua o un gesto qualsiasi, ma tutto quello che fece Trigger fu un debole sorriso, mentre continuava a sfiorare la pianta, toccando per sbaglio anche la mano dell'erbologa, accorgendosi di quel tatto e spostando subito gli occhi sulle loro dita che adesso erano sovrapposte le une sulle altre.
Pareva quasi che la mano bruciasse, tremando appena, emozionata quanto lui.
Non trovò però il coraggio, o forse la forza per spostarla, rimase lì, decidendo che se avesse voluto sarebbe dovuta essere lei la prima a privarsi di quel l'avvicinamento leggero.
La stessa ragazza che pochi secondi dopo si permise di fare una proposta alquanto assurda e sorprendentemente spiazzante.

... vuoi fare il bagno nel Lago?

Si, assolutamente...

Un... Bagno?

Come spesso capitava in determinate casistiche, la mente o forse l'istinto non andavano di pari passo con le parole pronunciate, in quel caso poi, c'era sul serio una divergenza di opinioni pazzesca.
Dentro di se il ragazzo aveva già espresso la sua preferenza, ma fuori non riusciva a capacitarsi ancora di quello che la Vilvarin gli aveva chiesto non solo con semplicità, ma anche con inspiegabile naturalezza.
Loro due, visti appena una sola volta, all'inizio dell'anno, che al loro primo vero incontro dialogato si buttavano a lago nuotando spensierati senza remore o altri freni inibitori di educazione o galateo.
Già, lei era davvero selvaggia, un selvaggio bello, libero, genuino, arioso, un selvaggio che a lui piaceva sempre di più.

... Non chiedo di meglio...

Si alzò in piedi lentamente, scegliendo quindi per lasciar vincere l'istinto, in fondo non se la sarebbe mai sentita di rifiutare una proposta fatta da lei, il perché però, preferiva non chiederselo.
Si tolse la giacca lanciandola verso la riva asciutta di pietraia, assieme anche alla maglietta bianca attillata rimanendo solo con i pantaloni.
Già, per il momento non si sentiva però così libero di lasciarsi andare ad una presentazione in boxer di fronte ad una collega.
Le sorrise, con una piccola risata, scuotendo il capo, non comprendendo nemmeno lui come fosse possibile una cosa del genere, come fosse possibile essere arrivati a tanto da una semplice osservazione notturna della luna e delle stelle.
Meglio così comunque, iniziò a camminare verso la zona più alta del lago, facendo si di sprofondare del tutto per alcuni secondi volendosi bagnare anche il viso e i capelli, emergendo a distanza di brevi secondi, tornando verso la collega per farsi notare e fissarla intensamente negli occhi.

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Ti rendi conto che stiamo facendo una follia, vero?
...Avanti vieni, senza di te non è la stessa cosa...
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Messaggioda Lindë » 05/07/2012, 14:13

Aveva conversato tanto.
Aveva parlato a lungo.
Aveva spiegato ad Irvyne cos'era successo.
Aveva rifiutato di credere che le piante fossero dentro di lei.
Aveva ritenuto fosse un onore troppo grande.
Ma lui... lui sembrava non essere d'accordo con le sue convinzioni.

Non sai quante volte capita che ci sentiamo piccoli davanti a qualcosa che crediamo immenso e poi scopriamo che quella stessa immensità alberga dentro di noi o dentro il prossimo...
Capita lo stesso con le stelle, è capitato molto spesso che osservandole mi sentissi così piccolo, così infinitamente minore a loro, ma poi, mi basta osservarle la luce che scaturisce per esempio dal tuo sorriso per accorgermi che una stella potrebbe essere oscurata dalle tue labbra incurvate all'insù...


Ancora una volta, le fece un complimento.
Ancora una volta, Lindë arrossì all'istante.
Le sue labbra curvate all'insù. Il suo sorriso. Gli piaceva.
O almeno questo le era sembrato di aver capito.
Sentì le labbra andare verso l'alto, spontaneamente. Come se volessero mostrarsi ad Irvyne.
Come se volessero ricordargli perché quel sorriso gli piaceva tanto.
S'inginocchiò, poi, accanto a lui. Voleva osservare il Nelumbo più da vicino. Lo accarezzò dolcemente. Sospirò di fronte alla sua bellezza perfetta.

...Lindë...

Alzò lo sguardo, puntando gli occhi su di lui.
Aspettò che l'uomo parlasse. Irvyne, però, semplicemente sorrise.
Sbatté le palpebre. Sorrise ancora a sua volta.
Andava bene così, anche senza dirsi niente.
Poi, qualcosa le sfiorò la mano. Abbassò lo sguardo di scatto, come fece lui. Le sue dita sulle proprie. Si stavano sfiorando.
La pelle sembrava bruciarle. Lui non sembrava voler scostare la sua mano. Lei nemmeno.
Era una sensazione nuova.
Era una sensazione strana.
... era una sensazione bella.
Poi, quella proposta assurda. Fare un bagno. L'aveva proposto davvero? Aveva sul serio parlato?
Aspettò che lui si mettesse a ridere. Non avvenne.

Un... Bagno?

Sembrava sconvolto. Non poteva dargli torto, onestamente.
Annuì leggermente. Non sarebbe stato carino rimangiarsi ciò che aveva appena detto. Sarebbe bastato aspettare che lui declinasse l'offerta.
... perché l'avrebbe declinata di sicuro. Ovvio.

... Non chiedo di meglio...

Cos'aveva detto?
Era... un sì? Aveva sul serio accettato?
Per la seconda volta, Lindë schiuse le labbra senza che da esse uscisse alcun suono.
Lo osservò spogliarsi per metà, lasciando la parte superiore del corpo nuda. Volse appena il capo, per non guardarlo.
Forse aveva bisogno di privacy.
Forse era troppo imbarazzata per fissarlo.
Solo quando Irvyne s'immerse nell'acqua, la donna consentì a se stessa di lanciargli un'occhiata.
Era bello.
Era un uomo.
Ed era lì con lei. Solo con lei.
La situazione le stava decisamente sfuggendo di mano.

Ti rendi conto che stiamo facendo una follia, vero?
...Avanti vieni, senza di te non è la stessa cosa...


Lo fissò un istante.
Annuì.
Fece qualche passo indietro, dove lui aveva appoggiato i suoi vestiti. Si tolse il maglioncino. Poi toccò ai pantaloni.
L'intimo di pizzo bianco, semplice, vide per la prima volta la luce della Luna.
Si volse nuovamente, verso l'acqua. Un piccolo sospiro, prima di scivolare dentro essa un passo dopo l'altro.
Camminò lentamente, fino a raggiungerlo, l'acqua fresca che le lambiva dolcemente la pelle.
Non aveva freddo.
Al contrario, non si era mai sentita così... calda. Calda dentro.

... si sta bene.
Vero?
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Messaggioda Irvyne » 05/07/2012, 16:24

Sorrisi, uno dietro l'altro, come se fossero l'unica cosa per la quale erano in grado di vivere, eppure, per la professoressa di Erbologia quella rappresentava un'autentica novità.
Certo, questo Irvyne non lo poteva sapere, non poteva immaginare quanto per lei potesse essere strano, complesso, assurdo, incredibile.
Per il ragazzo lei era solo una persona che non sorrideva troppo spesso in via del fatto che non gliene veniva data la possibilità quasi mai.
Non poteva di certo credere o pensare che un simile sorriso così radioso e luminoso scaturisse da una persona solitamente incapace di manifestare la propria gioia e la propria felicità.

Chissà come hai fatto a convincermi...

Una domanda più che lecita, che rimase tacita nella sua mente, rivolta in realtà a Lindë, la ragazza che lo aveva davvero portato a mettersi a torso nudo e gettarsi nell'acqua del lago in piena notte come se fosse ancora un ragazzino.
Tutto a un tratto i pesi delle responsabilità e degli impegni vennero meno davanti a quella vastità blu scuro che si stagliava davanti ai suoi occhi, come se il lago, l'acqua, la natura e l'immenso lo portassero con loro verso un lido totalmente sconosciuto, o forse, soltanto dimenticato da diverso tempo.
Irvyne Trigger era cresciuto troppo in fretta, aveva ottenuto la maturità che molti altri coetanei normalmente raggiungevano verso la trentina, un pregio e allo stesso tempo per certi versi anche un difetto, perché questo non gli permetteva di godersi quei momenti come quello, dove le sensazioni venivano amplificate dall'adrenalina e dall'imbarazzo, dall'impaccio del fare qualcosa di insolito e folle.

Per quanto desidererei ammirarti, è giusto che mi volti...

Esattamente, non appena vide la ragazza decidere per spogliarsi anch'ella e prepararsi ad immergersi nelle acque del lago, Irvyne si volse immediatamente dall'altra parte per darle tutto la spazio e la privacy necessaria per sentirsi tranquilla.
Magari per lei quello non era nemmeno un problema, chi poteva dirlo con certezza, ma restava comunque il fatto che il docente di Astronomia era prima di tutto un gentiluomo ed anche durante una follia simile non si dimenticava di certo le buona maniere e l'educazione di base insegnatagli dalla sua famiglia adottiva fin dai primi anni di vita.
Sentì poco dopo il suono e lo scroscio di altra acqua che veniva mossa e quindi comprese che lei era definitivamente entrata.
Tornò con lo sguardo a cercarla, individuandola adesso con i capelli bagnati e lo sguardo luminoso, selvaggio e a suo completo agio.
Quella era la sua vita, quella era la sua realtà, una realtà così opposta alla sua ma allo stesso tempo così affascinante.

... si sta bene.
Vero?


Il ragazzo iniziò a nuotare con grandi falcate in stile libero.
Il suo corpo possente e la sua altezza abbastanza ampia lo aiutavano a coprire grandi distanze in acqua, essendo lui comunque molto atletico.
Le girò un poco intorno, con quel fare tra il giocoso e il complice, sorridendole e lasciando che il fresco avvolgesse il lato esterno della pelle e la presenza della ragazza riscaldasse quello interno, facendogli percepire delle emozioni a dir poco sublimi.
Era lì, erano lì, ancora così difficile crederlo, ancora così difficile non starle vicino.
La Vilvarin era una calamita e probabilmente nemmeno se ne stava accorgendo.

Molto bene.
Amo la montagna, questo è sicuro, ma se ora come mi chiedessero una preferenza, sceglierei mille volte il lago... Magari anche per merito tuo...
... Lo sai, mi ricordi una ninfea...


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Messaggioda Lindë » 05/07/2012, 16:42

Si era voltato, mentre lei si spogliava.
Un gesto da gentiluomo. Un gesto da Irvyne Trigger.
Le sembrava che lui fosse molto più adulto della sua età.
Come lo era lei, del resto.
Per questo forse si trovavano bene insieme.
A parlare.
A sorridere.
Anche a fare il bagno, ora.
Lui le nuotava intorno, mentre Lindë rimaneva ferma, con gli occhi che lo cercavano. E quando lui girava intorno al suo corpo, lei ruotava il viso per non perderlo mai di vista.
Paura? No, semplicemente le piaceva guardarlo.

Sei... bello.

Fosse stata un'altra donna, non si sarebbe mai sognata di ammettere una cosa del genere.
Ma lei era Lindë Vilvarin.
Lei non parlava con gli essere umani. Lei si dedicava solo alle piante.
Come poteva immaginare che non fosse il caso di lasciarsi andare a complimenti così... diretti?
Il suo poi, le era uscito di bocca senza nemmeno ragionare.
Arrossì appena. Come se da qualche parte la sua coscienza di donna l'avesse avvisata di quanto fosse stata fuori luogo.
C'era solo da sperare che ad Irvyne non dispiacesse.
Gli chiese se stava bene. Lei si sentiva magnificamente.

Molto bene.
Amo la montagna, questo è sicuro, ma se ora come mi chiedessero una preferenza, sceglierei mille volte il lago... Magari anche per merito tuo...
... Lo sai, mi ricordi una ninfea...


Un altro complimento.
Un altro sorriso da parte di Lindë.
Come se i muscoli del viso e della bocca volessero recuperare il tempo perduto.

Sono troppo belle, le ninfee, per paragonarle a me.
Io sono solo una donna.


Rispose, alzando le spalle.
Una donna anonima, tra l'altro. Almeno così la pensava lei.
Non particolarmente brillante.
Non particolarmente simpatica.
Non particolarmente bella.
Solo Lindë.

Tu... non sembri abituato.
A lasciarti andare e a vivere, dico.


Lo percepiva.
Forse perché anche per lei era esattamente così.
Eppure quella sera lo stavano facendo, insieme. Un caso? Una coincidenza? Il destino? Nessuna risposta le veniva sussurrata nella mente.
E forse era meglio così. Beata ignoranza.
Si avvicinò di poco a lui, guardandolo meglio negli occhi, come se volesse studiarlo.
Non sembrava sapere più nemmeno cosa stava facendo.
Si fermò a pochi centimetri da lui, in attesa. Di cosa, non lo sapeva nemmeno lei.
Lo fissò a fondo, come a volergli leggere dentro.
Si sentiva attratta dal suo corpo e non sapeva spiegarsene il perché.
Irvyne Trigger era, per lei, un autentico mistero.
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Messaggioda Irvyne » 05/07/2012, 23:27

La ragazza continuava a fissarlo, i loro sguardi si scontravano e ognuno si inseriva perfettamente nella linea di profondità dell'altro.
Non si comprendeva esattamente come fosse possibile una cosa del genere, una simile sorta di intesa nell'arco di poche ore, fatto stava che più lui proseguiva a starle accanto, e maggiormente percepiva nella sua interiorità che era la cosa più giusta e più bella da fare.
E non era l'unica cosa bella lì a quanto pareva, almeno a giudizio dell'erbologa...

Sei... bello.

Rimase un poco spiazzato da quella confessione improvvisa.
Non parlava mai così esplicitamente, anzi, fino ad alcuni attimi prima era già una gran fortuna che parlasse, ed invece ora si lasciava anche andare a degli apprezzamenti fisici sulla sua persona.
Quante sorprese in pochi minuto, quella ragazza era davvero così sorprendente?
Così capace di spiazzarlo come se fosse la cosa più semplice del mondo?

E io adoro le ragazze che dicono tutto quello che passa loro per la testa...

La sincerità, una virtù oramai dimenticata da molti, questo era il pensiero di Irvyne da molti anni a quella parte.
Lindë invece pareva possedere un carattere di un tempo e di uno spazio sconosciuti, un carattere che simboleggiava la sincerità e la lealtà di una persona preziosa e molto, molto rara.
A mollo lì, in mezzo al lago, il ragazzo percepiva la voglia di avvicinarsi maggiormente a lei, ma lo poteva fare?
Aveva il suo permesso, e poi avvicinarsi per cosa?
Non lo concepiva bene nemmeno lui, era così in difficoltà, abbastanza fuori forma con le donne.

Quanto mi prenderebbe in giro Logan...

Rise tra se, scuotendo il capo con lentezza, mentre fissava il proprio pallido riflesso distorto nell'acqua del lago grazie anche al contributo della luna che piena illuminava i loro corpi.
In effetti fu proprio in quel frangente che, così vicino al corpo della Vilvarin, si accorse di quanto fosse trasparente l'acqua e quanto del suo corpo lui riuscisse obiettivamente ad intravedere.
L'intimo superiore era aperto alla sua vista, di Trigger che per alcuni secondi non seppe che dire o che fare, semplicemente alzò lo sguardo incontrando gli occhi di lei che, nel frattempo di quel complimento fatto poco prima dal ragazzo, si apprestava a rispondergli dandogli modo di assestarsi nuovamente e ritrovare un poco di calma.

Sono troppo belle, le ninfee, per paragonarle a me.
Io sono solo una donna.


Da quel poco che ho capito di te, anche se ti paragonassi ad una semplice margherita ti ritroveresti a darla per vincitrice.
Tu ami ed ammiri così tanto le piante che non ti metteresti mai allo stesso livello di nessuna di loro...
... E' una cosa molto bella, ma fidati di me, se ti va... Quando dico che ora come ora nemmeno un immenso prato di girasoli e tulipani potrebbe eguagliare il tuo aspetto...


Delle parole pronunciate con dolcezza non generosa ma sincera, la stessa sincerità e purezza d'animo che lui ammirava in lei.
Si avvicinò ancora di qualche bracciata a lei, sfiorando con un piede quello della ragazza, azzardandosi a farle quasi una sorta di piccola carezza.
Le sorrise ancora, spostando la gamba, no, meglio non esagerare con le vicinanze anche perché, cosa gli stava prendendo?
Si stavano conoscendo per la prima volta, nessuna cena fuori ancora, nessun altro incontro, niente di niente eppure pareva quasi che si frequentassero da una vita.

Ma come fa a...

Tu... non sembri abituato.
A lasciarti andare e a vivere, dico.


Forse l'aveva preso molto sul serio quando le aveva detto di adorare le persone sincere, perché lei di sincerità ne stava dispensando davvero molta.
Però aveva ragione, pienamente ragione, non era molto in grado il ragazzo di sapersi lasciar andare alla vita, a quella vera, quella sfuggente.
Spesso e volentieri lui ascoltava i pareri altrui perché li trovava ottimi consigli, importanti, veritieri e quanto mai utili per andare avanti ed adattarsi al mondo, ma in quel frangente detto da lei pareva quasi un rimprovero, un dispiacere nel vederlo così, forse perché sapeva bene, immaginava che lui potesse riservare sorprese davvero bellissime se solo si fosse lasciato andare, già, una gran bella difficoltà però.

In effetti no, sono stato compresso tra uffici e doveri fin dalla mia uscita scolastica...
... Volevo rendere orgogliosa la mia famiglia, far capire loro che potevano stare tranquilli, che il loro figlio stava maturando e stava imparando a stare con i piedi ben saldi al terreno... Ovviamente però ne ho percepito sia pro che contro...


Gli occhi si spensero solo per pochi istanti, come a voler ricordare anche a se stesso che purtroppo nella sua vita aveva davvero tenuto poco conto delle possibilità di fare le cose in modo spensierato, in modo istintivo ed impulsivo.
Per lui l'impulso era una cosa così dimenticata che faceva fatica anche a credere di averne avuto in passato.
Male, molto male, o meglio, solo adesso lei lo stava facendo accorgere di quanto fosse un dato negativo.
A tutto però c'era una soluzione, adesso bisognava vedere come Irvyne Trigger avesse deciso di rimediare...

... Mi insegni a lasciarmi andare, Lindë?
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Messaggioda Lindë » 06/07/2012, 20:50

Forse non avrebbe dovuto. Forse era stata troppo diretta.
Forse sarebbe stato molto meglio trattenere per sé certi pensieri.
Ma come poteva saperlo Lindë, lei che da anni ormai non aveva più rapporti umani?
Aveva parlato, esprimendo ciò che le passava nella mente, senza filtri. Forse avrebbe dovuto iniziare ad usarli, quei filtri.

E io adoro le ragazze che dicono tutto quello che passa loro per la testa...

Allora adorerai me.

Mormorò Lindë con un mezzo sorriso sarcastico.
Lei diceva sempre quello che pensava. Anche quando erano cose fuori luogo.
L'aveva appena dimostrato.
Se non altro non sembrava essersi offeso. Era già qualcosa.
Le fece l'ennesimo complimento.
Lei lo ritenne per l'ennesima volta troppo esagerato.
Glielo fece presente.
Irvyne seppe subito come ribattere.

Da quel poco che ho capito di te, anche se ti paragonassi ad una semplice margherita ti ritroveresti a darla per vincitrice.
Tu ami ed ammiri così tanto le piante che non ti metteresti mai allo stesso livello di nessuna di loro...


Tu non faresti forse lo stesso con le tue stelle?

Domandò lei di rimando.
Forse solo lui poteva capirla in quel senso. Amava tanto le stelle quando lei le sue piante.
Erano uguali. Almeno da quel punto di vista.
Forse era per quello che si sentiva già così legata a lui.
E non sapeva dire se fosse del tutto un male.

... E' una cosa molto bella, ma fidati di me, se ti va... Quando dico che ora come ora nemmeno un immenso prato di girasoli e tulipani potrebbe eguagliare il tuo aspetto...

Arrossì vistosamente.
Ormai sembrava esser diventata un'abitudine.
Sembrava quasi che lui godesse nel farla imbarazzare. Ma Lindë trovava solo dolcezza in quel gesto.
Era così stranita da sé, al punto da non riconoscersi più.
Ancora una volta parlò senza pensare.
Fece presente che Irvyne non sembrava avvezzo al lasciarsi andare.
Forse quella volta fu davvero troppo. Eppure, ancora una volta, lui non sembrò offeso. Né irritato. Solo consapevole che Lindë stava dicendo la verità.

In effetti no, sono stato compresso tra uffici e doveri fin dalla mia uscita scolastica...
... Volevo rendere orgogliosa la mia famiglia, far capire loro che potevano stare tranquilli, che il loro figlio stava maturando e stava imparando a stare con i piedi ben saldi al terreno... Ovviamente però ne ho percepito sia pro che contro...


In realtà un piccolo gesto istintivo l'aveva fatto. Le aveva sfiorato il piede col proprio.
O almeno, Lindë pensava fosse dettato dall'istinto. Forse si sbagliava.
Ciò che poco dopo disse lui, fu quasi surreale.

... Mi insegni a lasciarmi andare, Lindë?

Lo stava chiedendo a lei.
Lei che in un anno non aveva fatto amicizia con nessuno.
Lei che aveva vissuto quasi sempre alle Serre.
Lei che teneva a distanza tutti.
Lei che amava solo le piante.
Lei... che ora stava facendo il bagno insieme a lui.
Abbassò lo sguardo, confusa per un momento. Poi, lo rialzò per guardarlo.

Chiudi gli occhi. Ascolta il tuo respiro.
Focalizza il tuo pensiero su ogni parte del tuo corpo.
Sgombra la mente da qualunque altro pensiero.
E poi... fai la prima cosa che ti passa per la testa. Non fermarti a riflettere se sia giusta o meno, se sia il caso o meno.
Falla e basta.
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Messaggioda Irvyne » 08/07/2012, 2:08

Allora adorerai me.

Comincio a non nutrire più molti dubbi in merito...

Un pensiero spontaneo, un sorriso sincero, quello di lei verso di lui e quindi anche quello che da lui si diresse verso la ragazza.
Stavano così bene, lì immersi, come se il fresco dell'acqua non fosse così terribile, come se non lo avessero mai percepito realmente.
Troppo presi l'uno dall'altra, come attratti verso un vortice di emozioni e sensazioni che difficilmente si può spiegare in maniera adeguata,
Non servivano affatto poi spiegazioni per una cosa del genere, spiegazioni per un battito più veloce o per il calore che scaturiva dallo sfiorare la pelle altrui.
Tra loro c'era intesa, tutto lì, niente di più facile da capire, adesso bisognava vedere quanto entrambi lo avrebbero ammesso con semplicità oppure avrebbero proseguito a rimanere ancora ipnotizzati dai gesti altrui, incapaci di comprendere la verità celata nei loro cuori.
O almeno, per Irvyne valeva esattamente così.

Tu non faresti forse lo stesso con le tue stelle?

Si, ma nel mio caso ha poco valore, perché a mio giudizio, tu assomigli immensamente ad una stella...

Non fu l'unico complimento per quel minuto buono, no, ce ne fu un altro ancora, sempre e comunque spontaneo e uscito fuori come se fosse stato lui stesso a volerà palesare a lei con il chiaro intento di farle colorare le guance in maniera decisa e irruenta.
Lindë era davvero graziosa quando si imbarazzava, Trigger ne era davvero sicuro, ne era davvero attirato e attratto come se fosse una sorta di insetto verso una forte luce al neon.
Possibile che gli facesse un effetto simile?
Dovette comunque farsene una ragione quando lei decise che voleva comunque provare, a prescindere dal suo carattere passato, a fargli capire cosa significava lasciarsi andare all'istinto, all'impulso, alla volontà di vivere davvero come se fosse ogni giorno l'ultimo, come se ogni secondo passato fosse importante più di tutti quelli successivi messi assieme.

Chiudi gli occhi. Ascolta il tuo respiro.
Focalizza il tuo pensiero su ogni parte del tuo corpo.
Sgombra la mente da qualunque altro pensiero.
E poi... fai la prima cosa che ti passa per la testa. Non fermarti a riflettere se sia giusta o meno, se sia il caso o meno.
Falla e basta.
Vivi.


Il ragazzo seguì le direttive della donna, chiudendo gli occhi ascoltando il silenzio attorno a se, a parte la voce bella e melodiosa della femmina.
Oltre a ciò, anche il suo respiro faceva da protagonista, come anche il lento muoversi e fluire dell'acqua in ogni suo cerchio e direzione.
Sgombrare la mente, non una cosa facile, di certo, ma nemmeno impossibile, anche perché da quando si erano incontrati lui e lei quella sera, molto spesso si era ritrovato con la mente vuota ed incapace di ragionare.
Forse fu proprio il consiglio successivo che trovò più complesso da realizzare.
La prima cosa che gli veniva in testa, già, sembrava semplice a dirsi, ma nella testa confusa del giovane Astronomo di pensieri e di desideri ce n'erano così tanti che farne una cernita era pressoché impossibile.
Tuttavia, lei aveva chiesto la prima, la prima in assoluto, allora in qualche modo doveva cercare di accontentarla e lasciare andare l'istinto, lasciarsi andare completamente, pensare che se fosse potuta essere la sua ultima azione nella sua vita, in modo ipotetico, allora doveva esprimere esattamente tutto quello che sentiva dentro in quell'istante.
Si avvicinò a lei, in uno scatto quasi, nell'acqua che adesso subiva uno spostamento più forte.
Non ci furono affatto baci o cose così forti ed intime, non tanto perché non erano desiderati ma perché una buona parte della volontà del ragazzo era comunque controllata da un raziocinio che così su due piedi non poteva essere di certo in grado di eliminare,
In ogni caso arrivatole vicino le andò dietro abbracciandola forte, facendola aderire con la sua schiena al proprio petto, posandole il mento sulla spalla, cercando volontariamente le mani con le sue, per intrecciarne le dita e donarle una valanga di calore.
Ci furono svariati secondi di silenzio, almeno da parte sua, poi, animato forse da un coraggio che non ricordava di avere in così grande quantità, si limitò a parlare dicendo la prima frase che gli passava per la testa, in fondo anche quello faceva parte del "Vivi" dell'erbologa, giusto?

Adesso... Tocca a te...
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Messaggioda Lindë » 08/07/2012, 16:16

Assurdo.
Davvero assurdo.
Aveva davvero chiesto a lei, Lindë Vilvarin, di aiutarlo a vivere?
E lei era riuscita a dargli una risposta decente? Non ne era troppo sicura, ma visto che Irvyne si era messo con gli occhi chiusi di fronte a lei... beh, evidentemente si fidava.
Lo osservò a lungo, approfittando della sua momentanea cecità. Era bello.
Era indifeso. Era... attraente.
Si sentiva attirata da lui, dal suo corpo. Come una calamita.
Lo osservò ancora mentre si muoveva, arrivandole dietro.
Non sapeva cosa lui avrebbe fatto. Lo avrebbe scoperto di lì a poco.
Sentì le sua mani intrecciarsi alle proprie.
Sentì il suo petto appoggiato alla propria schiena.
Sentì il suo mento sfiorare la propria spalla.
La stava abbracciando da dietro.
Lindë trattenne il respiro, per poi buttare fuori l'aria lentamente. Il cuore... quello le batteva all'impazzata. Senza controllo. Senza alcun freno.

Adesso... Tocca a te...

La sua voce nel proprio orecchio.
Un brivido le percorse la schiena. Meglio non dire dove fosse finito.
Toccava a lei. Lei, ora doveva mostrargli di saper vivere.
Che fare?
Non poteva pensare, altrimenti avrebbe mandato a quel paese le sue stesse indicazioni.
Chiuse gli occhi. Si concentrò sul proprio respiro.
Sull'acqua che le lambiva la pelle.
Sul corpo che si muoveva appena sotto la superficie trasparente.
Sul suo cuore che batteva a ritmo sostenuto.
Alla fine, volse appena il capo. Cercò la sua spalla.
Trovatala... vi posò un piccolo bacio.
Sentì le guance arrossire all'istante.
Aveva sentito il bisogno di assaggiare la sua pelle. Di sentire davvero il suo sapore sulle proprie labbra.
Da anni non si era più preoccupata di aver un contatto di quel tipo. Ed ora era successo.
Non aprì gli occhi. Si stava troppo bene così.
E poi, onestamente, non avrebbe mai avuto il coraggio di guardarlo in faccia.
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Messaggioda Irvyne » 09/07/2012, 22:42

Da quanto erano così in sintonia?
Minuti, ore?
Oramai Irvyne Trigger non era più convinto di niente, non sapeva più effettivamente cosa fosse successo, cosa fosse accaduto sul serio per fare in modo che lui e la collega si ritrovassero così vicini e così avvinghiati nell'arco di pochissimi attimi, preziosi ed intensi.
Prima separati da lei, poi insieme su un albero, poi ancora dopo nel lago.
Prima distanti, poi appena vicini, poi molto a contatto, infine serrati l'uno con l'altra come se fossero una sorta di coppia rodata da mesi e mesi.
Cosa stavano facendo?
Cosa stavano provando?
Quelle emozioni era possibile che fossero scaturite così presto e così di improvviso senza che nemmeno se ne fossero accorti?
Il ragazzo si pose quelle domande in maniera caotica e frammentaria, sopratutto perché non era fin troppo sicuro di volersi dare delle risposte al momento.
Con onestà era molto più concentrato a percepire sulla propria pelle non solo il corpo di Lindë ma anche le sue labbra che, al seguito della contro proposta di lui, si andarono a posare sulla sua spalla, lasciandogli mille brividi che gli percorsero ogni centimetro del corpo.
Non comprendeva se tutto ciò fosse giusto o sbagliato, ma in fondo erano liberi entrambi, erano intenzionati entrambi a stare bene e godersi quel momento come se fosse l'ultimo, intenzionati a prendersi lo spazio necessario per far pratica sull'insegnamento della professoressa di erbologia: vivere e non pensare troppo a delle conseguenze quando tutto ciò che hai davanti potrebbe essere solo bello ed emozionante.

Perché vorrei che lo facessi ancora?

Se lo chiese dentro di se, e forse fu meglio così, sopratutto perché al momento non si sentiva in grado di spiccicare una sola frase, tanta era l'emozione e tanto era il batticuore durante quei minuti, secondi infiniti, mentre i loro corpi ancora ondeggiavano nell'acqua del lago facendosi cullare e la chioma scura di capelli della Vilvarin invadeva come fossero morbide alghe di seta il corpo, la schiena dell'uomo che non accennava minimamente a lasciarla andare, per quanto ipotizzava che lei non ne fosse affatto dispiaciuta.
Le sue mani anzi, la strinsero di più e così l'istinto veloce fu quello di provare a fare lo stesso, quindi spostare le labbra verso la spalla della ragazza e fare lo stesso, tentare di sentire il sapore della sua di pelle, così buona.
Immediatamente Itvyne si chiese effettivamente cosa stava facendo e se fosse quella la cosa giusta.
Forse non ne aveva il diritto, forse stava osando troppo, educato da sempre che la donna può avere il controllo ma l'uomo prima di possederlo deve assicurarsi che la compagna fosse d'accordo.
Ma lei inoltre non era la compagna, quindi ancor peggio, un errore dietro l'altro e quindi adesso lei cosa avrebbe fatto?
Deglutì lentamente l'astronomo, mentre le mani cercavano di intrecciarsi maggiormente con quelle di lei e un brivido lungo il corpo, precisamente al basso ventre lo sorprese, come se fossero davvero diversi periodi che non sentiva più un simile e chiaro richiamo della vita e del desiderio.
Sospirò, inspirando tantissima aria per accumulare controllo oltre che ossigeno e allontanò di appena qualche centimetro le proprie gambe, volendo evitare ulteriori brutte figure, come se già non ne avesse fatta una sporgendosi così oltre nei confronti della ragazza.

Lindë... Io non avrei dovuto forse... Scusami...
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Messaggioda Lindë » 11/07/2012, 13:04

Che assurdità. Che totale assurdità.
Era in acqua.
Di notte.
In intimo.
Con un uomo.

Non mi riconosco più.

No, non si riconosceva in quei minuti l'Erbologa Lindë Vilvarin, colei che per anni aveva rifiutato qualsiasi contatto umano ed ora...
Ora stava abbracciata e stretta ad Irvyne, suo collega e sconosciuto totale fino ad un'ora prima.
Com'erano arrivati a tanto?
E soprattutto, dove si sarebbero fermati?
Qual'era il limite oltre il quale non potevano/volevano andare?
Trigger sembrava averlo già capito, visto che dopo averla stretta di più si scostò appena da lei.

Lindë... Io non avrei dovuto forse... Scusami...

Sembrava mortificato, nel tono.
Come se si sentisse in colpa.
Per cosa, lei non lo capiva. Non l'aveva mica costretta a fare niente.
Non c'era stato niente tra loro, quella notte, che lei non avesse voluto.

Te ne sei pentito?

Diretta nelle domande come in ogni altra cosa, Lindë.
Si volse lentamente, fino a ritrovare i suoi occhi. Voleva guardarlo. Voleva capire.

Ti sei pentito di esserti lasciato andare?
O di averlo fatto con me?


Chiese ancora, seria nel tono.
Non lo stava accusando. Stava semplicemente chiedendo.

A me andava di farlo.
E l'ho fatto.
Non me ne sono pentita. Per nulla.
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