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Messaggioda Lucas » 22/06/2012, 21:05

L'aveva fatta godere, non fino all'apice ma per quello c'era modo e tempo, soprattutto perché sarebbe stato bello poter godere insieme, quando lei fosse stata nel pieno delle sue forze.
Aveva assaggiato il suo sapore, si era superficialmente insinuato dentro di lei, aveva sentito il suo corpo tendersi, le sue labbra ansimare, le sue mani tremare: per essere il primo giorno di Tisifone fuori dall'Infermeria, non c'era motivo di lamentarsi.
S'interruppe sul più bello, tornandole accanto, e si lasciò sfuggire un piccolo gemito soddisfatto quando la donna gli morse la spalla, forse come penitenza e punizione per quel brusco ritorno alla realtà: Lucas la lasciò fare, sospirando di desiderio, fino a che lei non si staccò con aria soddisfatta dalla sua pelle; e di motivi per essere felice ne aveva visto il livido violaceo che esibiva adesso su quella parte del corpo.

Almeno adesso sono marchiato.

Mormorò Lucas con un sorriso dei suoi, sghembo e divertito, mentre Tisifone si abbandonava lentamente alla stanchezza, consapevole che forse aveva davvero preteso troppo dal suo fisico ancora provato dai molti giorni di decenza.

Hai ragione… sono stanchissima… Mi fai compagnia stanotte? Potrei sentirmi male e aver bisogno di soccorso … immediato.

La osservò alzarsi e le andò subito dietro, un po' per il suo naturale esser premuroso ed un po' perché non la vedeva onestamente troppo stabile: riposare con lei, poterla osservare dormire e starle accanto durante la notte... poteva esserci qualcosa di più bello? Le arrivò alle spalle, posandole un bacio "a tradimento" sulla spalla, avvicinandosi al suo lobo per poterle parlare all'orecchio in tono sussurrato, caldo, ma estremamente dolce.

Solo se mi permetterai di abbracciarti tutto il tempo...
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Messaggioda Tisifone » 22/06/2012, 22:16

Almeno adesso sono marchiato.

Pensi? – domandò ironica, ancora ansimante per il morso e soprattutto per la sessione intensa di coccole a cui Lucas l’aveva sottoposta – Questo è solo un… esperimento per vedere quanto è ricettiva la tua pelle… Scoprirai presto cosa vuol dire essere marchiato da me.

La luce predatoria che illuminava gli occhi di Tisifone avrebbe forse dato a Lucas un’idea di quanto possessiva potesse essere la sua donna e che il dover mantenere segreta la loro relazione non le avrebbe impedito di disseminare sul suo corpo mille segnali recanti tutti lo stesso messaggio: proprietà privata – girare a largo. Quello che forse il ragazzo non poteva immaginare, ma che avrebbe potuto scoprire facilmente se si fosse buttato, era che, come tutto nel loro rapporto, anche il fattore “marchiatura” era soggetta al principio di reciprocità e che quindi poteva sentirsi libero, se voleva, di marchiare il suo territorio come e quando voleva. Intanto la stanchezza del post ricovero mescolata alla spossatezza post coccole stavano agendo sulla Divinante come un potente sonnifero, facendola desistere da qualsiasi ritorsione contro il ragazzo e propendere per mettersi a letto. Così si era alzata e barcollando era arrivata fino al suo armadio, la figura premurosa e rassicurante di Lucas alle sue spalle pronta a sorreggerla nel caso le sue gambe avessero deciso di entrare in sciopero. Non si sentiva però ancora pronta a privarsi della compagnia del ragazzo, e probabilmente non lo sarebbe stata mai, così gli propose di passare la notte con lei, in maniera del tutto casta.

Hummm…

Mormorò socchiudendo gli occhi quando le baciò una spalla, dimostrando a entrambi quanto non fosse per nulla sazia di lui e delle sue attenzioni.

Solo se mi permetterai di abbracciarti tutto il tempo...


Veramente stavo pensando di farti dormire sul pavimento come “ringraziamento” per quello che non hai fatto.

Lo prese in giro bonariamente, voltandosi con alcuni panni in mano, un’aria imbronciata che la faceva sembrare quasi tenera.

Torno tra dieci minuti…non ti azzardare a sparire.

Lo minacciò, sparendo dietro una porticina che doveva condurre al bagno e riapparendo dieci minuti esatti dopo con indosso un pigiama viola leggero pantaloncini e casacca a mezze maniche comodo e per nulla sexy. Nonostante quello che era appena accaduto tra loro, o forse proprio per quello, Tisifone aveva considerato più opportuno non cambiarsi nella stessa stanza di Lucas e indossare una mise notturna il più possibile casta. Indugiò sulla porta per cercare di cogliere qualcosa nello sguardo del ragazzo e quando si ritenne soddisfatta si avvicinò al letto, scostò le coperte e vi scivolò dentro.

Su dai… vieni a tenermi compagnia… - lo inciterà subito dopo, battendo alcuni colpetti sul materasso vicino a lei – E non osare lasciarmi sola neanche un secondo.

E se Lucas si fosse steso accanto a lei, Tisifone si sarebbe avvolta tra le sue braccia, schiena contro torace, gli avrebbe dato un leggero bacio sulla spalla in corrispondenza del succhiotto, e sospirando si sarebbe addormentata con un sorriso sereno sul volto come non le capitava da anni.
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Messaggioda Lucas » 22/06/2012, 23:18

Veramente stavo pensando di farti dormire sul pavimento come “ringraziamento” per quello che non hai fatto.

Credimi, quando starai bene e potrò completare ciò che ho iniziato, mi ringrazierai per davvero di non aver concluso.

Replicò Lucas con un sorrisetto divertito, baciandole ancora la spalla, strusciando il naso contro essa come se volesse imprimersi nella mente l'odore della sua pelle, come se temesse di non poterlo più respirare da un momento all'altro: per sua fortuna, Tisifone non aveva alcuna intenzione di mandarlo via.

Torno tra dieci minuti…non ti azzardare a sparire.

Mi troverai qui ad aspettarti.

Le promise, lasciandola andare a cambiarsi mentre tornava alla finestra, ad osservare il cielo che oramai si era fatto scuro, privo di nuvole, la Luna che si stagliava contro di esso; sospirò, chiedendosi come fosse possibile che il tempo cambiasse così tanto le situazioni, le dinamiche... il mondo che li circondava.
Doveva però ammettere che era felice e grato per come tutto si fosse sistemato: Tisifone era viva e vegeta nonostante il duro scontro con quel mostro, voleva stare con lui e riusciva a provare piacere grazie al suo tocco... spesso, da quando aveva lasciato Julie per non vederla mai più, aveva quasi temuto di esser stato maledetto da lei, impossibilitato a trovare l'amore... la donna che ora lui stava attendendo, invece, era la prova di quanto le sue paranoie fossero infondate.
Sentì un movimento alle sue spalle, che lo fece voltare: Tisifone era lì, appoggiata allo stipite della porta, ed anche con un semplice pigiama era... bellissima; le sorrise, un barlume ancora di desiderio ed ammirazione negli occhi ben visibile solo ed unicamente per lei.

Su dai… vieni a tenermi compagnia… E non osare lasciarmi sola neanche un secondo.

Gli disse lei, accomodandosi nel letto per poi invitare Lucas a fare lo stesso: l'uomo annuì e si sistemò comodamente sul materasso, sdraiandosi sul fianco per poi abbracciare la donna da dietro, stringendola delicatamente ma con decisione al proprio petto.

Dormi bene, mia dolce Tisifone... sei mia ora, ed io non ti lascerò mai andare.

Le sussurrò all'orecchio mentre la donna scivolava nel sonno: forse l'aveva sentito o forse no, non aveva importanza; la fissò dormire per almeno una mezz'ora buona, baciandole ogni tanto i capelli e vegliando il suo sonno, per poi lasciarsi finalmente cullare anche lui tra le comode braccia del Dio Morfeo.


[FINE]
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Messaggioda Tisifone » 20/10/2012, 23:20

[Sabato – ore 22.00 – Dopo l’incontro con Julie a Diagon Alley]



A dimostrazione che, per quanto uno possa entrare in conflitto con la propria famiglia, per tutti i torti che possa subire e il dolore che possa provare, Casa rimaneva sempre il primo posto in cui ci si recava quando ci si sentiva bisognosi di pace e sicurezza, dopo aver assorbito le cattiverie – o le verità? – che Julie le aveva vomitato addosso, Tisifone si era smaterializzata direttamente nella sua camera da letto al Manor dei suoi padrini, ringraziando Merlino del fatto che, per quanto potessero essere arrabbiati con lei, non avevano cambiato gli incantesimi di guardia.
Aveva così passato la restante parte del pomeriggio e le prime ore della sera chiusa nei suoi alloggi insonorizzati a far esplodere ogni cosa che le capitava a tiro, con Yuma che si prodigava a riparare ogni volta gli oggetti a cui sapeva teneva di più, a curarle i graffi che i cocchi volanti le procuravano e ad assicurarsi che nessuno dei due padroni si accorgessero che la padroncina aveva fatto ritorno a casa. All’elfo domestico, infatti, tremavano le orecchie al pensiero di cosa sarebbe potuto accadere se Asher o peggio Demetri avesse varcato la porta della stanza e si fosse scontrata con la sua adorata padroncina proprio in quel momento.
La piccola creatura aveva provato più volte, tra un Incendio e una Bombarda, a convincere la donna ad abbassare la bacchetta e a concedersi un bagno rilassante, ottenendo però qualche risultato solo verso l’ora di cena quando aveva fatto levitare di fronte al naso di Tisifone un vassoio ripieno di tutti i suoi cibi preferiti, conditi all’insaputa della donna di un po’ di Pozione Calmante che, nella previsione amorevole dell’elfo, avrebbe dovuto permettere alla donna di prendere sonno quella sera.
Fu solo quando fu relativamente certa di aver sfogato la maggior parte della rabbia e della frustrazione repressa che la Divinante decise di far ritorno a Hogwarts e per essere certa di non incontrare Lucas prima della mattina successiva decise di utilizzare la connessione via camino in modo da giungere direttamente nei suoi alloggi. Non voleva tecnicamente evitare il confronto con il compagno, solo presumeva che un buon sonno ristoratore l’avrebbe aiutata a rimettere tutte le cose nella giusta prospettiva e quindi impedirle di dire o fare qualcosa di cui poi si sarebbe pentita. Peccato che non aveva fatto i conti con il carattere dolce e protettivo del compagno che, non vedendola tornare per cena e non ricevendo alcun gufo da parte sua, aveva pensato bene di attenderla nei suoi alloggi.

Ja doma…
(Sono a casa)


Sibilò con voce stanca e furente allo stesso tempo, in un gesto automatico che era solita usare per avvertire Idra che lei era a casa. Una cosa inutile da fare, considerato che il suo serpente si sarebbe potuto accorgere della sua presenza in ogni caso, semplicemente assaggiando il suo sapore nell’aria, ma era qualcosa che le piaceva dire, perché non le dava la sensazione di tornare in una casa vuota. Scosse la testa, per scacciare quei pensieri melanconici dalla sua mente, uscendo dal camino e gettando il mantello ormai inutile su una delle due poltrone vuote, rivelando così l’abito scamiciato per nulla elegante o sexy che tanto aveva fatto storcere la bocca a Julie e che adesso riportava anche i segni della serata passata a scagliare incantesimi distruttivi come piume di cuscini incastrati nei risvolti delle maniche e qualche taglietto sfilacciato all’altezza delle braccia dove l’avevano sfiorata i cocchi di vetro volanti. Senza guardarsi intorno perché certa di essere sola si diresse verso la toilette che si trovava nell’angolo opposto rispetto alla porta, sulla parete della finestra e vi posò entrambe le mani, abbassandosi in modo da potersi guardare negli occhi e dare le spalle, oltre che alla porta, anche al letto.

Immagine


Tj glupaja… i blyubljennaja… odna slova ti obman…

(Sei stupida… e innamorata… in una sola parola sei fregata)


Mormorò alla sua immagine allo specchio in russo, come se l’incontro con Julie le avesse fatto dimenticare totalmente l’inglese. E l’espressione che lo specchio rifletteva era di una donna stanca, dai lineamenti tirati, e una luce di odio mista a indecisione negli occhi.
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Messaggioda Lucas » 21/10/2012, 18:10

[Sabato - ore 21.51]


Panico.
Ecco quello che aveva provato a Lucas quando, arrivato ad un paio d'ore dopo cena, ancora non aveva avuto alcuna notizia di Tisifone: aveva pensato di tutto, temuto di tutto, e soprattutto aveva vissuto l'intero pomeriggio e la serata nell'impossibilità di avere notizie della compagna; come avrebbe potuto infatti contattare Asher per chiedergli se avesse visto o parlato con la donna, quando era consapevole che il suo compagno, Demetri, probabilmente avrebbe bruciato la sua lettera seduta stante o peggio, Obliviato la figlioccia se ne avesse avuto la possibilità?

Sempre che non l'abbia già fatto...

Mormorò il giovane docente di Trasfigurazione coi pugni chiusi per la rabbia e l'animo in subbuglio, frustato dal non poter fare nulla, nulla per cambiare le cose.
Non era andato a cena e non si era mosso dalla sua stanza, doveva aveva pensato di aspettarla nel tardo pomeriggio pensando che lei sarebbe tornata a momenti.
Era vestito in modo babbano e piuttosto anonimo, con dei jeans scuri, scarpe da ginnasticha blu, camicia a maniche lunghe azzurra e sopra una felpa del colore delle scarpe: i capelli erano scompigliati, ribelli e il viso era sporcato da un leggero accenno di barba; in un altro momento sarebbe potuto apparire bellissimo, ma in quell'istante sembrava solo un uomo preoccupato ed arrabbiato al tempo stesso.
Era seduto sul bordo del letto della donna, in quella camera vuota, con le gambe leggermente divaricate, il busto piegato in avanti e le mani nei capelli, coi gomiti che si appoggiavano sulle cosce per sostenersi: non sapeva più nemmeno dire da quanto tempo fosse lì, il tempo aveva perso ogni valore per Lucas che ora voleva solo capire dove fosse Tisifone, se stava bene e perché era sparita così, soprattutto sapendo quanto lui fosse un tipo apprensivo nei confronti della sua compagna.
Poi, un rumore gli fece alzare lo sguardo, direzionandolo verso il camino: Tisifone era uscita da esso, vestita come quando l'aveva lasciata quel pomeriggio ma più... scarmigliata, come se avesse lottato a mani nude contro qualcosa.
Non sembrò nemmeno notare la presenza del compagno, mormorando qualcosa in russo prima di dirigersi verso la toilette e parlare ancora, sempre nella sua lingua madre.
Lucas la fissò per un lungo istante prima alzarsi in piedi e raggiungerla lentamente alle spalle, così da mostrarsi nel riflesso del vetro in cui Tisifone si stava specchiando.


Immagine


Una sessione di shopping molto lunga ed intensa.

Commentò l'uomo, fissandola dapprima attraverso lo specchio e poi direttamente negli occhi, se Tisifone si fosse voltata verso di lui: il tono era grave e serio così come lo sguardo stanco e provato - un po' come quello della donna - il corpo rigido e teso con le braccia lasciate inermi lungo i fianchi.

Non hai trovato gli amuleti che ti servivano?
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Messaggioda Tisifone » 21/10/2012, 20:22

Era stanca, nervosa, provata e un desiderio contrastante le lacerava l’animo: da un lato avrebbe voluto prendere una dose generosa di Pozione Antisogno, mettersi a letto e scivolare in un lungo sonno ristoratore. Dall’altro invece sentiva il bisogno di rifugiarsi tra le forti e amorevoli braccia di Lucas, raccontargli con calma quello che era accaduto e farsi rassicurare dal suo tono dolce e addormentarsi sfinita dai suoi baci. Ma per quanto forte potesse essere quel desiderio, Tisifone sapeva perfettamente di non essere quel tipo di donna e quindi, con molte probabilità, se si fosse trovato il compagno di fronte in quel momento, probabilmente avrebbero finito per litigare e a farle compagnia, quella notte, sarebbero state calde lacrime e non focosi baci.

Sto dolzjna djelat?
(Cosa devo fare?)


Chiese alla sua immagine riflessa, sperando per una volta che la favola di Biancaneve che le raccontava Asher quando era piccola fosse reale e quindi apparisse lo spirito dello specchio a sciogliere il suo enigma. Persa in questo tipo di pensieri, completamente priva di autocontrollo perché convinta di essere sola, nel momento in cui nello specchio comparve la faccia di Lucas, con quell’aria scarmigliata che tanto adorava, Tisifone non riuscì a contenere la propria reazione che fu di meravigliato spavento piuttosto che di gioia. La donna infatti trasalì, spalancando gli occhi e tirandosi all’indietro, per allontanarsi dallo specchio per poi sbattere le palpebre un paio di volte e sincerarsi di non stare avendo una qualche allucinazione. Ma se anche poteva stentare a credere ai suoi occhi, non poteva negare la presenza solida del torace di lui contro cui si appoggiò per un istante, salvo poi scostarsi bruscamente, come se si fosse bruciata e voltarsi verso di lui.

Una sessione di shopping molto lunga ed intensa.

A dire il vero è stata la più breve della storia, credo.

Ribattè pungente, appoggiandosi al piano di legno dietro le sue spalle con il sedere e le mani, giusto per tenerle occupate e resistere alla tentazione di affondarle nei capelli spettinati di lui. Ricambia il suo sguardo ma difficilmente Lucas riuscirà a leggervi qualcosa visto che Tisifone si è chiusa in se stessa, per proteggere lui da lei ma nulla avrebbe impedito all’altro di pensare esattamente il contrario.

Non hai trovato gli amuleti che ti servivano?

Nessun amuleto, nessun abito sexy per far colpo su di te… nulla di utile insomma – commentò ritornando a usare un tono privo di qualsiasi intonazione, mentre l’espressione sul suo viso tornava ad essere imperscrutabile. Si stava sforzando molto per cercare di evitare che la bufera di sensazioni che le si stavano agitando dentro uscissero fuori tutte insieme e si avventassero sul collega e questo le impediva di essere se stessa, o meglio la se stessa che Lucas aveva imparato a conoscere. Se Julie avesse provocato in lei semplice gelosia, le cose sarebbero state molto più semplici: sarebbe tornata a casa, avrebbe affrontato Lucas in maniera civile e pacata sulle sue intenzioni e la cosa sarebbe morta lì. L’americana invece aveva, consapevolmente o meno, fatto leva su un dubbio che mesi prima Demetri, con quella dannata pergamena le aveva fatto venire, ingigantendolo a tal punto che Tisifone aveva iniziato a dubitare di tutto e di tutti. Forse se non avesse frainteso il comportamento di Lucas e non si fosse sentita in qualche modo attaccata da lui, avrebbe sorvolato, trovando un'altra occasione per raccontargli dell'incontro con Julie, ma quel tono grave e serio era così diverso da quello che era abituata a sentire sulle labbra del suo compagno da accentuare il dubbio che forse le sfuggiva davvero qualche aspetto importante del carattere del bel Turner – Ah no.. qualcosa l’ho trovato in effeti… anche se forse sarebbe più giusto dire che è stato lui a trovare me… un piccolo fiorellino che ti saluta…
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Messaggioda Lucas » 21/10/2012, 21:01

A dire il vero è stata la più breve della storia, credo.

C'erano diverse cose che non andavano in quel momento, a cominciare da come Tisifone fosse trasalita vedendo la sua immagine riflessa nello specchio, anche se forse era quasi del tutto comprensibile come reazione, a come poi si era spostata quando la sua schiena aveva sfiorato il proprio petto, quasi si fosse bruciata. Se a questo si aggiungeva il fatto che lo sguardo era del tutto imperturbabile, come le prime volte in cui si erano parlati, e che anche il tono della voce era privo di qualsiasi inflessione, si arrivava ad una situazione per cui a Lucas sembrava di esser tornato indietro nel tempo, quando la compagna per lui non era altro che una semplice estranea.

Nessun amuleto, nessun abito sexy per far colpo su di te… nulla di utile insomma.

Aggrottò la fronte, inarcando un sopracciglio a quelle parole: abito sexy? Ma non doveva cercare degli amuleti per non sapeva bene cosa? Scosse appena la testa, facendo appena un passo verso di lei come a volerle domandare spiegazioni e delucidazioni, quando le sue successive parole lo ghiacciarono sul posto.

Ah no.. qualcosa l’ho trovato in effetti… anche se forse sarebbe più giusto dire che è stato lui a trovare me… un piccolo fiorellino che ti saluta…

Trasalì a quelle parole, spalancando appena gli occhi e perdendo un poco di colore sulle guance: non era stato un Don Giovanni prima di arrivare ad Hogwarts, perciò non aveva avuto molte donne; e tra essa, solo una aveva quel soprannome...


Flashback


Mi spieghi perché vuoi a tutti i costi che ti dia un soprannome?

Lei si mise a ridere, posando i propri occhi scuri e scintillanti di vita sul suo viso e facendogli, come spesso accadeva, saltare più di un battito in quel suo cuore dispettoso che la venerava ogni giorno di più.


Immagine


Perché tutte le coppie si danno un soprannome! Dai, scegline uno... uno qualsiasi!

Lui scosse il capo, alzando gli occhi al cielo e sorridendo poi con aria divertita da quella testardaggine tutta americana, tutta sua.

D'accordo... allora da oggi in poi sarai il mio piccolo fiorellino, che ne dici?


Julie...

Sussurrò appena il giovane uomo, tornando in sé dopo quel veloce flashback di diverso tempo prima, scuotendo la testa e tornando presente non solo con la testa, ma anche col cuore: lo sguardo si fece all'istante più caldo, le mani chiuse a pugno si riaprirono con uno scatto e tutta la rabbia accumulata per l'assenza di Tisifone sembrò sciogliersi come neve al Sole; si avvicinò a lei velocemente tentando, qualora la donna gliel'avesse permesso, di circondarle il volto con le proprie mani, gli occhi chiari che ora trasmettevano solo preoccupazione e timore per lei.

Stai bene? Ti ha fatto del male?
Dove l'hai incontrata, cosa ti ha fatto?


Una domanda dopo l'altra per la compagna, un interrogativo dopo l'altro che voleva solo ottenere una risposta: quella strega era tornata... ma quando, perché... e soprattutto, cos'aveva fatto alla sua compagna?

Parlami Tissy, ti prego... non ti chiudere in te, guardami... sono qui per te...
Mi dispiace di essermi arrabbiato, non avrei dovuto... perdonami. Ma non tagliarmi fuori dalla tua anima.


La pregò, cercando i suoi occhi con i propri per, se li avesse trovati, affondare in essi e colmarli di attenzione, calore e amore.
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Messaggioda Tisifone » 21/10/2012, 22:11

Forse avrebbe dovuto usare più tatto, essere più gentile, rifugiarsi tra le sue braccia e chiedergli le conferme ai dubbi che le stavano avvelenando l’anima, ma purtroppo Tisifone non aveva un carattere così dolce e remissivo, era stata abituata a tenersi tutto dentro, a risolvere da sola i propri problemi e soprattutto ad attaccare in maniera indiscriminata quando si sentiva in difetto, e a non mostrare le sue debolezze. Peccato che non si trovava di fronte a un potenziale nemico ma il suo compagno, l’uomo a cui aveva permesso totale accesso alla sua anima, che aveva portato con lei a far visita ai genitori, per cui aveva abbandonato la casa dei suoi padrini. Tutto questo sembrava essere passato in secondo piano in un secondo, sostituito dalla necessità di Tisifone di difendere il suo animo più che il suo amor proprio dal dolore che le avrebbe provocato scoprire che Julie aveva ragione. Non usa quindi nessun tatto nel raccontargli cosa le era accaduto quel pomeriggio, riportando in maniera chiara e senza alcuna intonazione particolare quel soprannome delicato che l’americana le aveva praticamente sbattuto in faccia.

Julie...


Sentire il nome di quella donna sussurrato con quello che a lei suonava un tono dolce fu una pugnalata babbana in pieno petto. Non aveva fatto una piega, non ci aveva dovuto neanche pensare un secondo, quel nome gli era scivolato fuori dalle labbra quasi in automatico, segno questo per Tisifone che non l’aveva dimenticata e che nel bene o nel male vi era un angolo della sua mente ancora occupato da lei. Certo quelle erano tutte supposizioni, fomentate dall’animo paranoico della Divinante, e soprattutto se fosse stata un po’ più lucida si sarebbe resa conto da sola che era del tutto normale serbare il ricordo di una persona che si era amata in passato. Ma non era lucida per nulla quindi quel sussurro le fece male, tanto che distolse lo sguardo dal viso di lui, girando il capo di lato per non dover leggere nei suoi occhi qualcosa che non era pronta a vedere.
Oppose quindi un po’ di resistenza al tentativo di Lucas di voltarle il viso e forse sarebbe anche riuscita a impedirglielo se il semplice contatto delle sue mani con la propria pelle non le fece attorcigliare lo stomaco e venire la pelle d’oca. Lentamente quindi volse il viso, occhi spenti e espressione distaccata, e così rimase nonostante potè vedere chiaramente quanto l’altro era preoccupato per lei, non per Julie ma per lei, come se fosse una ragazzina da dover essere protetta dalla strega cattiva. Sbattè leggermente le palpebre come per mettere meglio a fuoco la vista, temendo di vedere quello che voleva e non quello che davvero l’altro provava.

Stai bene? Ti ha fatto del male?
Dove l'hai incontrata, cosa ti ha fatto?


No, non si era immaginata nulla. Lui era davvero preoccupato per lei e invece di darle fastidio quella palese mancanza di fiducia nelle sue capacità di difendersi, quelle parole le scaldarono il cuore, dandole quello di cui aveva dannatamente bisogno in quel momento per non perdersi in se stessa: un barlume di speranza che lui fosse davvero innamorato di lei e che quella che stavano vivendo non era solo una parentesi piacevole.

Parlami Tissy, ti prego... non ti chiudere in te, guardami... sono qui per te...
Mi dispiace di essermi arrabbiato, non avrei dovuto... perdonami. Ma non tagliarmi fuori dalla tua anima.


Era arrabbiata, furente, piena di dubbi e la vista di Lucas nei suoi alloggi l’aveva fatto presagire una lite di quelle epocali, degna conclusione di una giornata da dimenticare. Ma come poteva rimanere ancorata alla rabbia e ai dubbi quando lui la guardava con quegli occhi pieni di amore e il suo calore sembrava voler penetrare nel suo animo, avvolgerlo e consolarlo? Si era sempre definita una donna tutto d’un pezzo ma da quando stava con Turner si sentiva un crogiolo di contraddizioni, e la cosa terrificante era che in parte le piaceva.

Sto bene e non mi ha fatto niente,… fisicamente…- rispose quindi dopo aver fatto un enorme sospiro con cui aveva cercato di cacciare via la maggior parte delle cattive sensazioni che aveva dentro. Il tono era tornato a essere caldo e il viso lasciava trasparire stanchezza e una pena infinita, solo gli occhi ancora cercavano di nascondere qualcosa, e le mani che restavano testardamente ancorate al legno dietro di lei. – Ti ho mentito – diretta di nuovo, perché perdersi in chiacchiere per un dettaglio del genere, visto l’incontro che aveva fatto non le sembrava rilevante – Non dovevo andare a comprare nessun amuleto, volevo solo acquistare un abito più… femminile… sexy… per rivedere quello sguardo che avevi il giorno del tuo compleanno.

Non balbetta solo non riesce a trovare le parole adatte per spiegare quello che voleva fare, anche se confessargli quelle cose la fa leggermente arrosire.

Mi ha avvicinata in un negozio femminile a Diagon Alley e mi ha fatto notare gentilmente quanto i miei gusti in fatto di abiti sia sbagliati, quanto non sia capace di soddisfarti perché non conosco i tuoi desideri, quanto erano piccanti i vostri incontri e fantasiosi i luoghi in cui l’avete fatto, quanto ti piaceva dominarla – elencò con voce cantilenante e di nuovo priva di intonazione per non mostrargli quanto quelle parole le avessero fatto male – Che altro… ah si che tu non mi ami e che non mi amerai mai perché sono una frigida dominatrice che non è capace di darti quello che vuoi.

E l’ultima frase venne accompagnata da un brillio degli occhi pericoloso.

Quello che mi chiedo è come faccio a darti qualcosa che non conosco?
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Messaggioda Lucas » 21/10/2012, 23:33

Si era allarmato non appena Tisifone aveva pronunciato quelle due paroline che avevano costituito per lungo tempo il soprannome di Julie, e chi conosceva bene l'americana non avrebbe di certo potuto dargli torto: quando c'era di mezzo lei non si poteva mai, mai stare tranquilli.
Per questo tutti i sentimenti negativi provati da Lucas sparirono all'istante quando seppe che la Sanders aveva incontrato la compagna, e la preoccupazione si era palesata nello sguardo di lui, così dirompente ed unita al suo amore per lei che sembrò riuscire a scaldare almeno in parte la voce e l'anima della donna.

Sto bene e non mi ha fatto niente,… fisicamente…

Spiegami...

Mormorò semplicemente lui, sapendo che Julie non agiva quasi mai in modo fisico, preferiva colpire a livello psicolgico ed emotivo da bastarda qual'era.

Ti ho mentito. Non dovevo andare a comprare nessun amuleto, volevo solo acquistare un abito più… femminile… sexy… per rivedere quello sguardo che avevi il giorno del tuo compleanno.

Oh, Tissy...

Mi ha avvicinata in un negozio femminile a Diagon Alley e mi ha fatto notare gentilmente quanto i miei gusti in fatto di abiti sia sbagliati, quanto non sia capace di soddisfarti perché non conosco i tuoi desideri, quanto erano piccanti i vostri incontri e fantasiosi i luoghi in cui l’avete fatto, quanto ti piaceva dominarla.
Che altro… ah si che tu non mi ami e che non mi amerai mai perché sono una frigida dominatrice che non è capace di darti quello che vuoi.


Si era davvero sbizzarrita e divertita alle loro spalle, insomma.
Lo sguardo di Lucas si fece per qualche istante più duro, ma Tisifone avrebbe compreso bene che quella durezza non era riservata a lei, bensì alla sua ex che si era permessa di disturbare la loro perfetta serenità.

Quello che mi chiedo è come faccio a darti qualcosa che non conosco?

... ti siedi con me?

Le propose inizialmente il giovane Turner, in un dolce invito che, sperava, lei avrebbe accettato: se così fosse stato l'avrebbe presa per mano e condotta sul bordo del letto, così da sedersi accanto a lei con la mano ancora intrecciata nella sua, ammesso che lei gli avesse permesso di prenderla prima e non l'avesse fatta scivolare via dalla sua poi.

Sì, il mio rapporto con Julie è stato... particolare.
Lei tirava fuori quella parte di me più... come definirla... cattiva? Spregiudicata? Sfacciata? Quando stavo con lei non mi sentivo nemmeno me stesso.


E non era una giustificazione, cercava solo di farle comprendere il suo punto di vista.

Quando ti ho conosciuta ti ho trovata così diversa da Julie, e proprio per questo mi hai attratto fin da subito: una donna che non provoca per il gusto di farlo, semplice nel modo di essere quanto nel vestire, che preferisce esser diretta piuttosto che stupidi giochini per fare la preziosa...
E quando abbiamo parlato del nostro passato sentimentale - ricordi? - avrei voluto raccontarti questi particolari, ma... quando ho sentito cosa quell'uomo che tanto amavi ti aveva fatto...
- e qui l'altra mano libera di Lucas andò a sfiorare il braccio dove sapeva ci fosse una cicatrice tenuta ben nascosta grazie ad una pomata - Non ce l'ho fatta. Come avrei potuto raccontarti di quelle... scene che c'inventavamo per eccitarci, dove io ero cattivo, ero... la prendevo con... con la forza?

Scosse il capo con forza, un'espressione tormentata perfettamente visibile sul volto.

Temevo che ti avrei... non lo so, spaventato, o allontanato da me.
Così non ti ho raccontato nulla, pensando che tanto avevamo tutto il tempo del mondo, che avrei avuto modo di parlartene senza fretta, quando me la fossi sentita.
Non avrei potuto immaginare che si sarebbe messa in mezzo lei.


No, decisamente quella era un'opzione che non aveva calcolato.
La mano, dal braccio, si spostò sul viso nel tentativo di accarezzarlo dolcemente mentre gli occhi si perdevano nei suoi.

Io ti amo per come sei, Tisifone, e non vorrei mai che tu assomigliassi di più a Julie, né a nessun altro.
E' vero, ci sono ancora delle cose che non sai di me, ma credo che la cosa sia reciproca, no? Ed io non ho fretta, perché so che il tempo non ci mancherà mai, fino a che vorremo stare insieme.
Mi dispiace di aver dato l'occasione a quella stronza di ferirti così, se avessi saputo probabilmente mi sarei fatto molti meno problemi e meno paranoie e avrei vuotato il sacco con te fin da subito.


Concluse, provando a rivolgerle quel sorriso sghembo che da quando l'aveva conosciuta riservava solo a lei nella speranza che venisse ricambiato.

Mi perdoni?
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Lucas
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Messaggioda Tisifone » 22/10/2012, 13:10

Oh, Tissy...

Quel nomignolo, il suo nomignolo, pronunciato in un soffio le fece scorrere un piccolo brivido lungo la schiena, scongelando un altro pezzettino di lei, convincendola ad aprire un piccolo spiraglio nelle mura difensive dietro cui si era trincerata. Avrebbe voluto chiedergli, visto che non era riuscita a comprendere cosa si celasse dietro quel sussurro, cosa intendesse dire: forse la stava biasimando per aver voluto cercare qualcosa di sexy da indossare per piacergli di più? Forse che si era appena resa ridicola con quella rivelazione dettata dal bisogno di sapere? Dubbi, ancora, come se non ne avesse già abbastanza, dubbi che sperava di dissipare per non avvelenare quella che, a tutti gli effetti, era la cosa più bella che le era capitata negli ultimi decenni. Ma non poteva soffermarsi ora su quel particolare, altre cose più urgenti e importanti c'erano da affrontare e per questo raccontò con un tono di voce monocorde a Lucas quello che la sua ex fidanzata aveva avuto la delicatezza di dirle, tenendo lo sguardo fisso in quello di lui, per cogliere anche la più piccola reazione.

Almeno non è scandalizzato...

Pensò Tisifone quasi sollevata. Sapeva, perchè glielo diceva il suo istinto, che Julie non le aveva mentito su nessun particolare intimo e per un attimo, mentre riportava stralci di quella conversazione per lo più a senso unico, aveva temuto che Lucas potesse negare tutto, rinnegando quei dettagli scabrosi della sua vita sentimentale passata. La durezza nel suo sguardo invece le diceva che era arrabbiato con l'americana per aver divulgato certi particolari, anche se non riusciva a comprendere cosa gli desse più fastidio, che fosse stata Julie a metterla a corrente di essi oppure che lei lo avesse saputo. Era quella una delle domande cruciali che Tisifone gli voleva porre e fu per questo che accettò il suo invito.


... ti siedi con me?

Lasciò che l'uomo la prendesse per mano e riluttante si fece accompagnare fino al letto, mentre lanciava occhiate abbastanza esplicative alle due poltrone poste di fronte al camino. Vista la conversazione non proprio piacevole che avrebbero dovuto sostenere il letto, su cui avevano condiviso la loro di intimità, le sembrava il posto meno indicato e anche una scelta di cattivo gusto e fu per questo che, una volta preso posto sul bordo, la Divinante fece scivolare la sua mano fuori dalla presa di Lucas, posandosela in grembo, insieme alla compagna.
Un ultimo sguardo davanti a sè, e poi voltò la testa verso il suo uomo, gli occhi inespressivi come se fosse in attesa di sentire la sua "versione" dei fatti prima di esprimere un qualsiasi giudizio.


Sì, il mio rapporto con Julie è stato... particolare.
Lei tirava fuori quella parte di me più... come definirla... cattiva? Spregiudicata? Sfacciata? Quando stavo con lei non mi sentivo nemmeno me stesso.


Quindi non hai... un lato oscuro che bisogna coccolare nell'intimità per permetterti di essere un angelo con il resto del mondo?

Chiese quindi esprimendo l'accusa che Julie le aveva mosso con una nota di scetticismo nella voce: era davvero lei a far emergere il suo lato perverso o semplicemente lui approfittava della sua disponibilità per essere qualcosa che solitamente non era? Certo, le aveva appena detto di non sentirsi se stesso in quelle situazioni, ma la donna non ne era persuasa, non del tutto.

Quando ti ho conosciuta ti ho trovata così diversa da Julie, e proprio per questo mi hai attratto fin da subito: una donna che non provoca per il gusto di farlo, semplice nel modo di essere quanto nel vestire, che preferisce esser diretta piuttosto che stupidi giochini per fare la preziosa...

Sembro così noiosa e prevedibile rispetto a lei?

Perchè si, accostando in quel modo i pregi o i difetti di entrambe, si era sentita davvero piatta e i cambiamenti profondi che aveva operato su di sè in quegli anni le si palesarono tutti davanti. Stava mettendo in dubbio anche il suo modo di essere? No, per nulla, semplicemente prendeva atto di quel dato di fatto, chiedendo però conferma a Lucas di quel suo pensiero.

E quando abbiamo parlato del nostro passato sentimentale - ricordi? - avrei voluto raccontarti questi particolari, ma... quando ho sentito cosa quell'uomo che tanto amavi ti aveva fatto... - un brivido diverso da quello precedente, gelido, le attraversò le membra a quell'accenno e gli occhi scattarono immediatamente al braccio, mentre un sospiro di sollievo le sfuggiva dalle labbra nel constatare che era tutto ben nascosto. - Non ce l'ho fatta. Come avrei potuto raccontarti di quelle... scene che c'inventavamo per eccitarci, dove io ero cattivo, ero... la prendevo con... con la forza?

Quindi è colpa mia...

Questa volta non lasciò fluire il pensiero liberamente, dandogli voce, ma se lo tenne per sè, scostando con delicatezza la mano di Lucas dal suo braccio, per poterlo accarezzare in maniera protettiva da sola. Credeva che quell'episodio l'avesse resa solo molto più cauta nel fidarsi del prossimo, nel concedere il proprio cuore non che avesse influenzato anche il suo modo di vivere la sessualità.


Temevo che ti avrei... non lo so, spaventato, o allontanato da me.
Così non ti ho raccontato nulla, pensando che tanto avevamo tutto il tempo del mondo, che avrei avuto modo di parlartene senza fretta, quando me la fossi sentita.
Non avrei potuto immaginare che si sarebbe messa in mezzo lei.


Non si scostò quando lui le accarezzò il viso e si beò della dolcezza che sembravano emanare i suoi occhi, la scoperta che lui non aveva intenzione di nasconderle quegli aspetti della sua vita che addolcivano un po' anche il suo di sguardo.

Io ti amo per come sei, Tisifone, e non vorrei mai che tu assomigliassi di più a Julie, né a nessun altro.
E' vero, ci sono ancora delle cose che non sai di me, ma credo che la cosa sia reciproca, no? Ed io non ho fretta, perché so che il tempo non ci mancherà mai, fino a che vorremo stare insieme.
Mi dispiace di aver dato l'occasione a quella stronza di ferirti così, se avessi saputo probabilmente mi sarei fatto molti meno problemi e meno paranoie e avrei vuotato il sacco con te fin da subito.


Automaticamente, come mosse da volontà propria, gli angoli della bocca della donna si sollevarono leggermente all'insù, in un fantasma di un sorriso dolce che voleva rispondere a quello che adesso ornava il viso di Lucas e che letteralmente adorava.

Mi perdoni?

Di cosa? - chiese quindi, mantenendo un tono circospetto - Di aver permesso a quella donna di ferirmi? Involontariamente? Casualmente? Volontariamente? - gettò lì quegli aggettivi come a significare che quello che importava era il risultato non come esso ero stato ottenuto - Di esserti legato in passato a una donna che evidentemente trae particolare godimento nel provocare sofferenze negli altri? Oppure per l'odio che sto provando verso me stessa per stare mettendo in dubbio cose di cui fino a poche ore fa ero certa?

Non c'era astio nel suo tono di voce, o rimprovero, o accusa, non c'era esattamente nulla come se fosse un nastro babbano preregistrato.

Non ho nulla di cui perdonarti per il semplice fatto che non hai colpa di nulla - e questo un po' le bruciava perchè il non avere nessuno con cui prendersela era molto frustrante - Non posso incolparti per esserti innamorato di lei, non posso incolparti dell'essere stato tanto delicato da rispettare il mio passato non proprio roseo, non posso incolparti per qualcosa che nasce dentro di me...

Sospirò stanca, voltandosi verso il camino e portando una mano alla testa e sciogliendo con un gesto frustrato la coda, facendo scendere i capelli sulle spalle per poi scompigliarli con entrambe le mani, come se in quel modo potesse sparpagliare i pensieri e dar loro un diverso ordine.

Sono stanca dei dubbi... delle persone che non fanno altro che cercare di instillarmene dei nuovi... di non avere modo di difendermi da essi. - una piccola pausa, per strizzare con forza gli occhi e impedire ad alcune lacrime traditore di scivolare giù dalle ciglia - Perchè l'unica cosa che posso dire è "vi sbagliate... noi ci amiamo.." e in cambio ricevo risatine sarcastiche o occhiate compassionevoli - ed era ovvio che adesso non si riferisse solo a quello che le era accaduto con Julie.

Odiava sentirsi insicura, mostrarsi debole, essere indifesa di fronte agli attacchi altrui, odiava quell'aspetto dell'avere un compagno. Ma al stesso amava Lucas, amava il modo in cui la faceva sentire, amava i suoi sorrisi e la sua dolcezza, il suo essere così cristallino e dolce. Ed era proprio quello che le faceva più male delle parole di Julie, l'aver frantumato l'idea di che si era fatta di lui. Un altro sospiro, questa volta molto più deciso del primo e la testa che tornava a girarsi verso di lui, una luce determinata ad illuminarle gli occhi.

Bene Signor Turner... - esordì con tono greve - Credo che sia giunto il momento che mi faccia capire quanta perversione si cela dietro questo viso angelico.

E il sorriso sornione, aperto e malizioso che gli rivolse doveva far comprendere all'altro che non solo gli aveva perdonato tutto ma che era pronta ad ascoltarlo per comprendere quanto di lui ci fosse in quello che le aveva raccontato Julie per poterlo soddisfare totalmente e impedire alla donna la prossima volta, perchè era certa che ce ne sarebbe stata un'altra, di coglierla impreparata.
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