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da Lucas » 21/06/2012, 15:10
Se ci trovassimo in una situazione normale essere viziata in queste piccole cose mi farebbe molto piacere. E’ l’essere costretta a chiedertelo che odio.
E tu non pensarci, fingi di avere un fidanzato tremendamente premuroso.
Replicò Lucas, facendole una piccola linguaccia: non voleva che si sentisse a disagio o irritata dalla situazione, per lui era un piacere poterla aiutare come poteva; certo, capiva anche la posizione di lei che forse si sentiva un po' inutile, un po' di peso nel non poter fare liberamente molte cose ed essere quindi costretta a chiedere una mano agli altri, per questo le aveva proposto quella sorta di éscamotage col proprio cervello per poter stare più tranquilla. Il gufo entrò così nella camera di lei, svolazzando un po' prima di consegnarle una busta leggera: che Lucas sapesse non vi erano molte persone a scrivere a Tisifone, per questo ipotizzò che provenisse dalla sua famiglia.
Non credo. Quello non è uno dei gufi dei miei padrini... E questa non è la loro scrittura.
Corrugò la fronte a quelle parole, chiedendosi allora chi mai potesse essere il mittente di quella lettera e stranendosi ancora di più per il fatto che nemmeno lei sembrava averne la minima idea.
Te l’ho mai detto che odio i misteri?
Sveliamo l'arcano immediatamente allora.
Mormorò l'uomo, usando quel plurale solo come pro forma visto che in realtà l'uomo rimase a distanza rispetto a dove si trovava lei di modo che, se si fosse trattato di notizie private, avesse modo di leggerle senza lui accanto a minare la sua privacy: era tuttavia molto curioso, si vedeva dall'espressione del viso, e probabilmente nemmeno Tisifone fece fatica a capirlo.
A quanto pare sono appena stata esentata dal dover cercare una scusa per incontrare McDullan per chiedergli informazioni sui draghi.
Quella frase non venne subito colta da Lucas, che fissò la compagna con l'aria di chi non ha capito bene il nesso tra la lettera e quell'affermazione: cosa c'entrava ora McDullan? La risposta arrivò poco dopo, quando Tisifone gli passò la lettera forse per avere anche un suo parere.
Tu cosa ci leggi?
Lucas la prese tra le mani, leggendola attentamente con la fronte corrugata: a quanto sembrava era McDullan, docente di Cura, il mittente di quella missiva, preoccupato per la salute di lei; l'uomo rimase qualche istante in silenzio, poi alzò le spalle con accurata lentezza.
Mi sembra sia semplicemente preoccupato per la tua condizione, tutto qui. Non sapevo foste così amici da spingerlo a preoccuparsi per te...
Non era sicuramente un'accusa la sua, ma si poteva percepire senza problemi un velo di gelosia nella sua voce: Lucas Turner era infatti un uomo molto geloso e possessivo, e forse Tisifone avrebbe scoperto presto quanto fosse importante, per lui, marcare il territorio e far capire che ciò che era suo non si doveva toccare. E la donna rientrava esattamente in quella categoria.
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da Tisifone » 21/06/2012, 16:15
E tu non pensarci, fingi di avere un fidanzato tremendamente premuroso.
Inarcò un sopracciglio a quella affermazione da parte di Lucas, come a voler mettere in dubbio le sue parole, o meglio quel “fingere” che stonava decisamente con l’idea che Tisifone si era fatta del suo ragazzo. Era certo che l’altro fosse premuroso di natura e che glielo avrebbe dimostrato in mille modi in futuro. Dire che ne era deliziata era davvero poco, anche se sapeva perfettamente che, abituata com’era a fare tutto da sola, all’inizio avrebbe avuto difficoltà ad appoggiarsi a lui nelle piccole cose come in quelle un po’ più grandi. Subito dopo quello scambio di battute, Lucas fece entrare il gufo che aveva portato non poco scompiglio in Tisifone vista l’eccezionalità dell’evento e in breve scoprirono che il mittente di quello strano biglietto era il collega di Cure. Tisifone fu allo stesso tempo sollevata, perché non si trattava di una comunicazione da parte dei suoi padrini, e perplessa tanto da chiedere a Lucas un parere in merito. Attese quindi in silenzio che il Tassorosso finisse di leggere il messaggio, spostandosi lentamente verso di lui in modo da poter posare una mano sulla sua spalla ancora nuda e accarezzarla lentamente: si sentiva come un pezzo di metallo e il corpo dell’altro fosse una calamita, e pertanto incapace di restare troppo tempo distante da esso. In quel modo avvertì perfettamente i movimenti delle sue spalle che le apparvero studiati e poco spontanei, come se si stesse trattenendo dal fare qualcosa ma la donna non sapeva dire cosa.
Mi sembra sia semplicemente preoccupato per la tua condizione, tutto qui.
Preoccupato? Solo questo?
Ripetè Tisifone dubbiosa, rendendosi probabilmente ridicola per quella sorta di apprensione dovuta alla sua paranoia che si risvegliava. Dopotutto non c’era alcun motivo per cui McDullan potesse essere preoccupata per lei, e a quanto sembrava Lucas si era posto la stessa domanda vista la sua successiva affermazione.
Non sapevo foste così amici da spingerlo a preoccuparsi per te...
Sinceramente non lo sapevo neanche io – rispose sempre con un tono di voce perplesso - Questo – e indicò la parte del messaggio in cui il collega parlava di un incontro in nel boschetto vicino a Hogwarts – è stata praticamente la prima e unica volta che ci siamo trovati a parlare da soli.
Disse senza specificare altro perché presumeva che Lucas, conoscendola, avrebbe compreso da solo che quello non era stato nulla più di un incontro casuale. Qualcosa in ogni caso nel tono di voce usato dal compagno le disse che a lui quel messaggio non era andato poi molto a genio.
E’ stato carino dopotutto… non trovi? – commentò quindi con tono mellifluo e volutamente casuale, sporgendosi in avanti con attenzione in modo da poter stampargli un delicato bacio sulla spalla. – E’ così timido che deve essergli costata non poco fatica spedirlo.
Aggiunse, sempre con un tono di voce normale che di casuale non aveva nulla in realtà. Voleva scoprire se aveva visto giusto, se quello che aveva avvertito prima nella sua voce era davvero gelosia e se e in che misura il ragazzo fosse possessivo.
Mi sa che mi vedo costretta a rispondergli…per educazione sai… e per mandare via quel gufo paziente.
Affermò seria, indicando il pennuto appollaiata sulla sua sedia e appellando dalla scrivania una piuma e una pergamena.
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da Lucas » 21/06/2012, 16:53
Sì, ad una prima occhiata sembrava semplice preoccupazione quella del docente di Cura: non ci sarebbe stato nulla da temere allora, se non fosse stato per il fatto che Lucas era un uomo considerevolmente geloso ed anche abbastanza possessivo, perciò non capiva il motivo ultimo di quella missiva; non gli era sembrato che il Prefetto di Grifondoro, stretto collaboratore della donna, le avesse mandato un gufo per chiederle come stava... quindi perché McDullan si era preso la briga di farlo?
Sinceramente non lo sapevo neanche io. Questo è stata praticamente la prima e unica volta che ci siamo trovati a parlare da soli.
Commentò Tisifone, indicando l'accenno nella lettera dell'incontro al bosco che li aveva visti presentarsi reciprocamente: Lucas credeva nelle sue parole, tuttavia si sentiva comunque alquanto geloso; normalmente avrebbe fatto in modo di far comprendere all'altro che la donna era impegnata con lui, ma era stata lei stessa a chiedergli di mantenere il segreto e quindi, purtroppo per Lucas, aveva le mani totalmente legate.
E’ stato carino dopotutto… non trovi? E’ così timido che deve essergli costata non poco fatica spedirlo.
Molto carino. E' una fortuna che sia riuscito a superare la sua timidezza.
Fu lui questa volta a commentare, con un filo di sarcasmo malcelato nella voce: non si era goduto a fondo quel piccolo bacio di lei sulla spalla, per quanto normalmente gli avrebbe fatto molto piacere essendo un suo gesto del tutto spontaneo oltre che dolce; d'altronde però, come poteva rilassarsi nel momento in cui si sentiva geloso di lei e non poteva farlo presente a nessuno? Insomma, se quel McDullan ci avesse mai lontanamente provato con Tisifone, come avrebbe potuto resistere dallo spaccargli la faccia se non poteva far sapere a nessuno che stavano insieme? Era una situazione alquanto scomoda e nuova per lui, che richiedeva un minimo di tempo per poter essere digerita.
Mi sa che mi vedo costretta a rispondergli…per educazione sai… e per mandare via quel gufo paziente.
Naturalmente. Ti prendo il necessario.
Le sorrise, forse un po' forzatamente ma lo fece, alzandosi in piedi per avvicinarsi alla sua scrivania e prendere piuma, inchiostro e pergamena così da evitarle di doversi alzare: stava cercando di farselo passare il più in fretta possibile, davvero, perché non voleva rabbuiarsi di fronte a lei, non quando poco tempo prima Tisifone aveva accettato di stare con lui. Si doveva semplicemente fidare, e pregare che McDullan non facesse nulla che lo costringesse a schiantarlo per poi fargli dimenticare l'intero accaduto.
Ecco qui. Magari già che ci sei potresti chiedergli se puoi disturbarlo, no? Per quella storia dei Draghi...
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da Tisifone » 21/06/2012, 17:17
Molto carino. E' una fortuna che sia riuscito a superare la sua timidezza.La risposta di Lucas fu educata e pertinente, ma con una nota di sarcasmo in sottofondo che non piacque per nulla a Tisifone. Il fatto poi che non aveva quasi praticamente reagito al bacio che gli aveva dato sulla spalla era per lei un indizio abbastanza evidente che prima non si era affatto sbagliata: c’era davvero qualcosa che non andava nel suo compagno. E l’unica cosa che poteva averlo stranito era la pergamena che aveva ricevuto, considerato che fino a pochi istanti prima era tutto coccole e premure. Aveva provato a stuzzicarlo, allora, per spingerlo a dirle cosa gli aveva guastato così l’umore ma lui non era caduto nella sua trappola, limitandosi a rispondere garbatamente alle sue velate insinuazioni, arrivando addirittura ad alzarsi dal letto per prenderle il necessario per rispondere quando lei avrebbe potuto benissimo appellare il tutto. Ecco qui. Magari già che ci sei potresti chiedergli se puoi disturbarlo, no? Per quella storia dei Draghi...Lo osservò alzarsi, prendere il tutto dalla sua scrivania e tornare da lei, che nel frattempo si era allontanata di nuovo dal bordo del letto per poter scrivere in maniera comoda senza sbavature di inchiostro. Si hai ragione… così prendo due Troll con una clava… dopotutto se non sbaglio quel giorno mi aveva invitato a prendere un tè… invito quello che ho sempre declinato…Precisò neanche lei sapeva bene per quale motivo. I successivi cinque minuti si concentrò su cosa scrivere e il tono da usare: non voleva essere troppo scontrosa visto che gli doveva chiedere un favore ma neanche troppo gentile, non sarebbe stato nel suo carattere, optando alla fine per una sorta di via di mezzo. Non si schermò mentre scriveva e lasciò il biglietto in bella vista sul copriletto mentre vergava il mittente sulla busta, dando così a Lucas la possibilità, se avesse voluto, di leggerne il contenuto. Caro collega il Mezzo Drago ha bruciato le mie carni non i miei neuroni, per fortuna, quindi si, mi ricordo di lei. La degenza in Infermeria è stata pesante ma la Vilvarin ha fatto miracoli. Tra una settimana potrò riprendere anche a fare lezione. Non volevo far preoccupare nessuno...
Saluti
Tisifone P.S. Credo sia giunto il momento di bere insieme quella fantomatica tazza di tè.
Una volta assicurata la busta alla zampetta del gufo, questo uscì dalla finestra per tornare dal suo padrone e Tisifone rimase in silenzio per una manciata di secondi, intenta a osservare con sguardo penetrante il suo ragazzo, senza fare alcun cenno di volersi avvicinare a lui e riprendere il “discorso” che il volatile aveva interrotto. Vuoi dirmi cosa cosa hai oppure preferisci che finga che vada tutto bene?Chiese alla fine, con quel tono freddo e distaccato che pensava di non dover usare mai più parlando con Lucas.
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da Lucas » 21/06/2012, 17:54
Si hai ragione… così prendo due Troll con una clava… dopotutto se non sbaglio quel giorno mi aveva invitato a prendere un tè… invito quello che ho sempre declinato…
Annuì semplicemente a quelle parole di lei, lasciandole tutta la libertà possibile di scrivere quel biglietto di risposta per il collega di Cura: sentiva la gelosia placarsi, appallottolandosi su se stessa fin quasi a scomparire; si fidava di lei, e McDullan gli era sembrato sempre un tipo abbastanza sulle sue e cristallino nei modi di fare, quindi probabilmente la sua era solo paranoia e doveva cercare di superarla nel minor tempo possibile. Tisifone aveva intanto finito di scrivere, ma nonostante la lettera fosse in bella vista Lucas s'impose di non abbassare lo sguardo, di non leggere: proprio perché di lei si fidava, non sentiva il bisogno di "spiare" ciò che la compagna aveva appena inviato al collega professore. Sfortunatamente per lui però, dopo aver lasciato libero il gufo la donna non diede minimamente segno di voler tornare accanto a lui a baciarsi e coccolarsi, ma anzi gli si rivolse con un tono serio e distaccato che l'uomo non aveva più sentito da quella prima sera al Lago.
Vuoi dirmi che cosa hai oppure preferisci che finga che vada tutto bene?
Immagino di non aver saputo celare bene le mie emozioni, mh?
Commentò Lucas con sarcasmo, come a voler sdrammatizzare il momento: fece un piccolo sorriso sghembo che sapeva di tristezza, alzandosi dal letto per avvicinarsi alla finestra e guardare fuori qualche momento, le mani affondate nelle tasche dei pantaloni e l'espressione pensierosa, riflessiva, il profilo del suo corpo in parte nudo che si stagliava contro il Sole che finalmente tramontava lasciando spazio al cielo serale privo di nuvole.
Sono geloso di te, Tisifone - disse dopo un po', voltandosi verso di lei con un sospiro - Magari mi sbaglio, ma mi sembra alquanto strano che il nostro collega si sia preoccupato così tanto per te se vi siete parlati una sola volta... a meno che, certo, tu non l'abbia colpito. E la cosa in sé potrebbe anche andarmi bene, se non fosse che so di avere le mani legate.
Un piccolo sorriso, poi scosse il capo con un secondo sospiro.
Normalmente sarei andato da lui per dirgli, casualmente, di aver intrapreso una bellissima relazione con te, facendogli capire che sei mia e che ti deve stare lontano. Ma ti ho promesso di mantenere il segreto e così farò... devo solo digerire il tutto. Scusa se sono stato distaccato con te, non era mia intenzione.
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da Tisifone » 22/06/2012, 13:00
Aveva odiato quel gufo inopportuno per aver interrotto lo scambio bollente di opinioni tra lei e Lucas e a maggior ragione lo odiava adesso, mentre usciva dalla sua stanza, per aver portato tutto quello scompliglio che riusciva a comprendere solo in parte. Qualcosa nel messaggio aveva dato fastidio al compagno, ma cosa? E sopratutto perchè lui non gliene parlava? Avrebbe potuto far finta di nulla, ma non era nel suo carattere, così preferì chiedergli spiegazioni in quella maniera distaccata che le era così familiare e che le avrebbe dato un distorto senso di protezione nel caso in cui non le fosse piaciuto quello che Lucas stava covando in silenzio.
Immagino di non aver saputo celare bene le mie emozioni, mh?
Humm.... vediamo un po'... - mormorò lei, maledicendo la sorte per non poter muovere le gambe. Quanto avrebbe voluto poterle tirare a sè e abbracciarle per colmare il senso di vuoto che lui aveva lasciato alzandosi in piedi. Ma forse era meglio così, non era quello il momento di farsi vedere deboli e bisognosi di coccole - Espressione tesa e pensierosa, movimenti per nulla spontanei, assenza di reazione al bacio di prima... - elencò quindi cercando di mantenere un tono noncurante - ... no no sei stato bravissimo a celare le tue emozioni, sono io a essere sospettosa...
Lo prese in giro, sarcastica, seguendo i suoi movimenti fino alla finestra senza celare la luce di apprezzamento che le illuminava gli occhi. Con le mani in tasca a mettere in risalto la muscolatura della schiena, i capelli arruffati, l'espressione del viso seria e gli occhi che sembravano brillare alla luce dei raggi del sole morente Lucas era davvero uno spettacolo irresistibile.
Sei bellissimo...
Sussurrò, accarezzando il suo corpo con uno sguardo dolce e senza lussuria, perchè non stava guardando solo un corpo che, era certa, le avrebbe fatto provare piacere inimmaginabili, ma un ragazzo stupendo, il suo ragazzo, che era stato capace di farla sorridere anche mentre stava passando le pene dell'inferno in Infermeria e che aveva deciso di averla accanto nonostante il pessimo carattere che si ritrovava. Un velo di rossore e autocompiacimento le comparve sulle guance quando si soffermò sulla schiena dove le leggere striature che gli aveva lasciato con le unghie stavano già sparendo.
Per favore... Mormorò dopo un po', con un tono molto più dolce di prima, come a volerlo invogliare a confidarsi con lei.
Sono geloso di te, Tisifone
Tutto questo solo perchè... sei geloso?
Avrebbe voluto urlargli arrabbiata, mentre il sollievo le faceva rilassare le membra che non si era neanche resa conto di aver teso. La serietà con cui Lucas aveva pronunciato quelle parole però la spinse a tenere per sè quel pensiero, limitandosi ad assumere un'espressione del volto seria e impassibile, mentre ascoltava in silenzio il resto del discorso.
Magari mi sbaglio, ma mi sembra alquanto strano che il nostro collega si sia preoccupato così tanto per te se vi siete parlati una sola volta... a meno che, certo, tu non l'abbia colpito.
Ritornò con la mente a quella domenica mattina in cui Idra aveva deciso di giocare a nascondino con lei in giardino e all'incontro che ne era derivato con il Professore di Cure. Nulla. Non era accaduto nulla che avrebbe potuto far nascere nel collega un interesse per lei, o almeno era quello che pensava la donna. Ciò che ancora non le era chiaro era perchè un ipotetico interessamento da parte di McDullan, fino a quando rimaneva circoscritto a gufi educati e semplici tè di lavoro, dovesse dare così fastidio a Lucas: che non si fidasse di lei?
E la cosa in sé potrebbe anche andarmi bene, se non fosse che so di avere le mani legate. Normalmente sarei andato da lui per dirgli, casualmente, di aver intrapreso una bellissima relazione con te, facendogli capire che sei mia e che ti deve stare lontano. Ma ti ho promesso di mantenere il segreto e così farò... devo solo digerire il tutto.
Mani legate.Un leggero senso di colpa nacque in Tisifone, crescendo man mano che Lucas si spiegava. Se fosse stata meno paranoica e più coraggiosa, probabilmente quella parentesi spiacevole non si sarebbe verificata.
Scusa se sono stato distaccato con te, non era mia intenzione.
Vieni qui...
Un invito quello donna pronunciato con voce bassa, una mano allungata verso di lui, un sorriso dolce e una luce di comprensione in volto. Se Lucas avesse accettato quell'invito, tornando verso il letto e prendendo la sua mano, Tisifone avrebbe provato a trascinarlo di nuovo sul letto vicino a sè per poi sporgersi a dargli un leggero bacio sulle labbra.
Mi spiace che la mia richiesta ti faccia sentire frustrato... - dirà in ogni caso, cercando di interpretare le emozioni del ragazzo - e apprezzo moltissimo che tu voglia lo stesso rispettarla.
Proverà ad accarezzargli una guancia con una mano, prima di avvicinare le labbra al suo orecchio.
E trovo molto eccitante che tu senta il bisogno di marcare il territorio.
Gli sussurrerà, leccandogli lasciva il lobo per poi ristendersi sul letto, una mano ad arco sopra la testa e l'altra stesa sul letto con il palmo rivolto all'insù, le gambe leggermente piegate di lato e il corpetto slacciato che lasciava intravedere il pizzo del reggiseno, un'espressione di sfida negli occhi a prendere possesso del suo territorio.
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da Lucas » 22/06/2012, 15:15
Humm.... vediamo un po'... Espressione tesa e pensierosa, movimenti per nulla spontanei, assenza di reazione al bacio di prima... no no sei stato bravissimo a celare le tue emozioni, sono io a essere sospettosa...
Non riuscì a trattenere un piccolo sorriso a quella presa in giro sarcastica, scuotendo appena il capo come a volersi rimproverare con se stesso: in realtà sapeva perfettamente che certe sue emozioni, come la rabbia o la gelosia, erano per lui impossibili da nascondere anche volendo, specie se erano collegate strettamente a qualcuno a lui teneva, com'era in quel caso. Si era allontanato da lei, guardando fuori dalla finestra come a voler raccogliere le idee, come a voler trovare il coraggio di parlare e di esprimere la natura di quel sentimento che lo faceva stare male, che non gli permetteva in quel momento di essere sereno con lei.
Sei bellissimo...
Sentì un sussurro ma non lo comprese appieno, per questo si volse verso di lei come a volerne sapere di più, incontrando i suoi occhi illuminati da quella che sembrava essere dolcezza e le guance rosee, che donavano al viso un'espressione luminosa: Tisifone era una donna splendida, possedeva dei lineamenti che probabilmente molti pittori avrebbero fatto a gara per poter ritrarre; o forse era lui a vederla così, lui che sarebbe rimasto a contemplarla per ore. Non poteva però e ne era consapevole, doveva parlare e spiegarle e così, sotto sua delicata sollecitazione, ammise la gelosia che provava per lei, e il suo senso d'impotenza nel non poter far capire al mondo a chi lei appartenesse, scoraggiando così eventuali corteggiatori più o meno decisi a conquistare il suo cuore.
Vieni qui...
Osservò per un secondo quella mano rivolta verso di lui come un invito, come se fosse per un attimo indeciso: subito dopo però sorrise, questa volta senza forzature, facendo scivolare una mano fuori dalla tasca per prendere quella di Tisifone e farsi trascinare vicino a lei, accogliendo il bacio sulle labbra che lei gli diede poco dopo con un sospiro soddisfatto.
Mi spiace che la mia richiesta ti faccia sentire frustrato... e apprezzo moltissimo che tu voglia lo stesso rispettarla.
Te l'ho promesso, e non ho intenzione di rimangiarmi la parola data.
Rispose lui seriamente, come a farle capire che avrebbe preferito morire di gelosia piuttosto che venir meno alla promessa che le aveva fatto e che la donna gli aveva espressamente chiesto - se avesse deciso d'intraprendere una relazione con lei - di mantenere per sua tranquillità personale. Mosse appena il capo per baciarle il palmo della mano posato sulla sua guancia, osservandola poi avvicinarsi a lui per sussurrargli qualcosa nell'orecchio.
E trovo molto eccitante che tu senta il bisogno di marcare il territorio.
Gli occhi si adombrarono di un velo di desiderio nell'osservarla stendersi sul letto in quella posa indifesa e provocante al tempo stesso, l'espressione del viso che quasi sembrava sfidarlo a farlo davvero, a prendere ciò che era suo e marcarlo come tale: Lucas la fissò per qualche istante, prima di sorridere lentamente con fare predatore. In fondo, si poteva anche dire che Tisifone dovesse farsi perdonare per quella condizione che aveva imposto al loro rapporto, no? E Lucas aveva un'idea ben precisa di come lei poteva fare.
Perché non chiudi gli occhi mentre mi servo del nettare più gustoso che esista? Sai, mi è venuta una gran sete.
Le disse con voce roca, sensuale e maliziosa, quasi imperativa anche il che forse, per lei, sarebbe stato qualcosa di nuovo: scivolò tra le sue gambe, aprendole per sistemarsi comodamente tra esse ed accarezzandole piano, partendo dai polpacci per arrivare all'interno delle cosce, col preciso intento di farla fremere mentre si piegava col busto in avanti ed osservava il vestito di lei alzarsi sempre di più, fino a mettere in mostra l'intimo; se Tisifone non l'avesse fermato, Lucas avrebbe allora, con le dita, scostato il tessuto dell'indumento che proteggeva la parte più sensibile ed "umida" della donna, per saggiarne il sapore con la lingua e placare così la sua sete di lei.
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da Tisifone » 22/06/2012, 16:27
Si sentiva terribilmente esposta e vulnerabile seduta sul letto con una mano tesa verso Lucas, tutti i sentimenti che le passavano per la mente in bella vista nella vetrina che erano diventati i suoi occhi, per lui, solo per lui. Qualcosa però le diceva che ne valeva la pena, e che doveva ritenersi fortunata a poter essere se stessa, liberamente, qualsiasi cosa volesse dire questo, con una persona speciale come il Tassorosso. L’attimo di indecisione che sembrò cogliere il ragazzo, Tisifone lo visse con ansia crescente che venne spazzata via dal sorriso aperto e sincero che gli comparve sul viso subito dopo e dovette fare uno sforzo enorme per non racchiudere la sua mano in una morsa ferrea, quasi temesse che potesse scappar via da un momento all’altro. Una volta che furono di noi seduti l’uno vicino all’altro, la donna tenne a bada il desiderio di accoccolarsi di nuovo su di lui per fare qualcosa di più importante e cioè scusarsi per il disagio che gli stava creando e ringraziarlo per aver acconsentito ad assecondarla.
Te l'ho promesso, e non ho intenzione di rimangiarmi la parola data.
Sorrise alle sue parole, con quell’espressione dolce che non sembrava volerle scivolare giù dal viso ma che si accentuò quando lui posò un bacio sul palmo della sua mano. Desiderò che il gufo non fosse mai entrato in stanza e così decise di provare a “Oblivare” Lucas per fargli dimenticare l’accaduto e ripristinare l’atmosfera di prima. Aveva impostato la voce sul malizioso e sensuale mentre gli confessava che le piaceva quel suo lato geloso e poi si era, per come dire, messa in posa, apparendo indifesa e completamente in sua balia, condizione che,come aveva potuto appurare prima, eccitava il ragazzo e intrigava lei stessa. Si leccò le labbra, sensuale, mordendosi il labbro inferiore per l’anticipazione quando vide il desiderio emergere nei suoi occhi e quel sorriso predatore che iniziava a trovare terribilmente erotico comparirgli in viso.
Perché non chiudi gli occhi mentre mi servo del nettare più gustoso che esista? Sai, mi è venuta una gran sete.
La voce di Lucas le si insinuò sotto pelle, facendola rabbrividire,dimostrandole che nelle circostanze adatte ricevere ordini poteva essere eccitante tanto quanto darli.
Si Mio Signore.
Gli rispose in un soffio, tono basso e leggermente tremulo come se temesse quello che poteva farle una volta sparito dalla sua visuale. Ubbidiente, quindi, chiuse gli occhi e dischiuse le gambe, senza però riuscire a impedire loro di tremolare un po’ sotto il tocco delicato delle sue mani. Si morse il labbro inferiore: era delizioso sentire le sue mani scorrere sulla sua pelle ma questo non le impediva di desiderare un contatto diverso e più intimo. Fremette quando avvertì un soffio di vento proveniente dalla finestra aperta solleticarle la pelle dell’interno cosce, avvertendola che ormai il vestito non era più al suo posto e la sua biancheria intima era alla mercè di Lucas. Tremò quando avvertì le sue dita scostare l’intimo, trattenendo il fiato per poi espirare sonoramente non appena la sua lingua si insinuò nella sua coppa proibita per suggere il suo nettare che, copioso, scivolava giù lungo i bordi. Tentò di rimanere ferma, ma fu una battaglia persa in partenza, il bacino che si muoveva come se fosse indipendente dalla sua volontà, le mani che di scatto volarono sulla sua testa, a immergersi nei suoi capelli, ad accarezzargli la nuca con movimenti sempre più frenetici e disarticolati, i suoi ansimi che riempivano l’aria intorno a loro.
Tu… sei… oh si…. torturatore… si… bastardo… si… impazzire…Lucasss
Le parole le uscirono dalla bocca intramezzate con gemiti di piacere, disarticolate. Annegato nella lussuria il suo cervello non era capace di formulare una frase di senso compiuto.
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da Lucas » 22/06/2012, 18:31
Una cosa gliela doveva concedere: Tisifone sapeva bene come farsi perdonare, quando voleva; averla per sé, così fragile ed indifesa, era per l'uomo fonte di eccitazione indescrivibile soprattutto nel pensare che avrebbero tranquillamente potuto scambiarsi i ruoli, dando modo così alla donna di torturarlo come meglio preferiva, e l'appagamento sarebbe rimasto lo stesso. Ma ora, tutto ciò che Lucas voleva era dedicarsi a lei, farla fremere, farla gemere, farla urlare magari, spingerà fino al limite e chissà, forse anche superarlo, per dimenticare tutto ciò che c'era intorno a loro e fuori da quella porta, da McDullan al Mezzo-Drago, e concentrarsi solo su quelle sensazioni indescrivibili ed uniche. Era stata con espressione arrendevole che Tisifone si era lasciata andare a lui, definendolo il suo "Signore" - cosa che aveva avuto il potere di risvegliare quasi all'istante la sua erezione - e sempre lasciandosi andare in balìa dell'uomo adesso era distesa nel letto, le gambe aperte e i sensi alle stelle, le mani affondate tra i suoi capelli e la voce rotta dal desiderio che sibilava parole incoerenti incapaci di darsi un senso da sole, probabilmente per il godimento che la donna in quel momento stava provando.
Tu… sei… oh si…. torturatore… si… bastardo… si… impazzire…Lucasss
Sorrise dentro di sé, affondando la lingua in mezzo alle sue labbra, riempiendosi la bocca del frutto proibito della sua eccitazione, asciugando e bagnandola al tempo stesso ancora di più: e mentre faceva tutto questo, un dito si avvicinava, malefico tentatore, per scivolare poi all'improvviso dentro di lei, a fondo, col preciso intento di farla godere e morire di appagamento, nell'attesa di poter fare altro di più soddisfacente per entrambi - anche se sentirla gemere per lui era al momento la migliore soddisfazione che potesse ricevere. Quel dito pregno ormai del suo odore non accennò a volersi fermare, e allo stesso modo anche la sua lingua che beveva, assaporava, fremeva dentro di lei: avrebbe continuato così per almeno dieci minuti buoni, prima di scostarsi da lei, dare un ultimo, piccolo bacio a quelle labbra profumate della sua eccitazione, e nasconderle nuovamente con l'intimo, alzandosi poi col busto per affiancarsi a lei, un'espressione soddisfatta sulla bocca che sapeva della donna.
Credo sia ora che ti riposi, immagino che dopo una serata così "intensa" sarai stanchissima.
Bastardo? Assolutamente sì, ma solo quando voleva. E per fortuna della donna, non accadeva troppo spesso.
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Lucas
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da Tisifone » 22/06/2012, 19:59
Il mondo aveva praticamente cessato di esistere nel momento esatto in cui Lucas aveva iniziato ad accarezzarle le gambe con quella lentezza esasperante che Tisifone “temeva” fosse una sorta di marchio di fabbrica del suo compagno e non poteva che esserne estasiata. Le piacevano i preliminari lenti e calcolati, il tendere la corda del piacere fino a farle sfiorare il dolore, l’appagamento come una meta da agognare con tutte le proprie forze e una volta raggiunto capace di far esplodere il mondo in mille frammenti inutili. Perché l’unica cosa importante era l’attimo appena trascorso e il successivo che sarebbe arrivato, come una droga. L’unica nota stonata era che un tempo era lei a vestire i panni del carnefice perché non si era mai fidata di qualcuno tanto da volersi abbandonare del tutto all’altro. Con Lucas sentiva che era diverso, che concedersi a lui in quel modo non significava dover abdicare a se stessa, costringendosi a ricoprire un ruolo che non sempre sentiva suo, che sarebbe stato un rapporto alla pari in ogni senso e su ogni piano.
Tutte riflessioni quelle che Tisifone non fece ma che avvertì a pelle, troppo impegnata a godersi ogni singolo assalto della lingua impertinente di Lucas per potersi concedere di sprecare un solo neurone per un qualsiasi pensiero. Mugolava piano, scuotendo la testa a scatti, il respiro affannato, le mani che strattonavano i capelli del ragazzo, i denti che martoriavano il labbro inferiore per impedirsi di urlare, come se non volesse fare al compagno anche quella “concessione”.
Spalancò gli occhi, tendendo il corpo, ignorando le fitte di dolore provenienti dalla sua schiena, non appena avvertì l’intrusione di qualcosa di più solido affiancare la lingua morbida. Il tempo sembrò dilatarsi, perdendo di senso e consistenza, l’intero mondo della donna ridotto a quel letto e all’uomo che la stava letteralmente facendo impazzire, risvegliando i suoi sensi e ricordando al suo corpo di cosa fosse davvero capace. Le ondate di piacere si susseguivano veloce, sovrapponendosi le une alle altre, in una folle corsa verso la meta tanto agognata e altrettanto sfuggente, gemendo di piacere misto a frustrazione per essere ancora troppo fragile per prendersi quel piacere che le veniva offerto e poi negato.
Credo sia ora che ti riposi, immagino che dopo una serata così "intensa" sarai stanchissima.
Tirò con forza i capelli di Lucasquando si allontanò da lei, lasciandola in sospeso su quel limbo, i suoi sensi che continuavano a fremere come se non si rendessero conto di essere stati abbandonati a loro stessi, l’adrenalina che le scorreva a mille nelle vene e che in un qualche modo doveva essere sfogata. Gli rivolse uno sguardo omicida, valutando per un attimo la possibilità di vendicarsi, portando anche lui al limite per poi lasciarlo insoddisfatto, ma qualcosa le diceva che forse gli avrebbe fatto un favore più che un dispetto. Sollevò lentamente la testa e, se lui glielo avesse permesso, avrebbe affondato con forza i denti in una spalla, mordendo, leccando e succhiando quella porzione di pelle come se fosse l’unica cosa capace di tenerla in vita, scaricando così l’adrenalina in eccesso. Se le cose fossero andate come voleva, alla fine avrebbe osservato con soddisfazione il livido violaceo che ornava la spalla del ragazzo, sfiorandone i contorni irregolari con un pollice.
Hai ragione… sono stanchissima…- mormorò in ogni caso, il tono di voce ancora roco, con una pericolosa nota di accondiscendenza – Mi fai compagnia stanotte? Potrei sentirmi male e aver bisogno di soccorso … immediato.
Chiese alzandosi dal letto lentamente e avviandosi verso l’armadio con fare traballante, come se le sue gambe non la reggessero e non per la lunga degenza in Infermeria appena terminata.
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Tisifone
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2012-10-27 15:37:29 |
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