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da Kayleen » 23/02/2012, 16:05
Il cucciolo albino era ancora in movimento, nei pressi della scrivania di Monique. Lo guardava, ogni tanto, con una curiosità non troppo implicita; la curiosità che si rivolge a qualcosa di non troppo ordinario. Un lupo lo era, non era di certo il tipico animale di compagnia che si poteva trovare in ogni casa babbana. Trattenne lo sguardo su esso anche mentre la Professoressa spiegava le sue origini.
Una specie, sì. E' con me da quando è nato, essendo il cucciolo della lupa che mi ha accompagnato nei miei anni ad Hogwarts.
Una strana storia quella, sicuramente interessante. Non sapeva neppure che ad Hogwarts si potessero portare dei lupi.
Mi scusi, non ho ben capito.. C’era una lupa nel castello? Era la sua lupa?
Quell’argomento, extra-scolastico, le permetteva di essere molto più sciolta, nella discussione con la Vice. Era un buon modo per metterla a suo agio e per smentire le dicerie sul suo conto. Fino ad ora, il loro incontro era stato piuttosto piacevole e si stava pure rilassando sulla poltrona: almeno le spalle non erano più attaccate alle orecchie per la tensione.
Certo che può. Non so se preferisce succo di zucca o cioccolata calda, quindi mi sono permessa di presentargliele entrambe.
Uhm.. Succo di zucca per favore. Non sapevo neppure esistesse, prima di venire ad Hogwarts. La ringrazio.
Il suo sguardo si posò per un breve istante sulle due caraffe dai colori opposti, ma il liquido arancione ebbe la meglio.
Severa, eh? Credo che se la sentissero i miei professori di un tempo, come minimo prenderebbe loro un infarto...
Come mai? Loro erano severi?
Fu la sua risposta, ma l’espressione ed il tono era piuttosto confuso. Più che altro, non capiva cosa davvero la donna intendesse. O lei, da giovane, era un tipo “scatenato” o, appunto, i suoi professori erano doppiamente severi di quello che lei era. Attese una risposta, provando a guardarla almeno un istante, per trasmetterle la sua indecisione anche visivamente, con un sopracciglio biondiccio inarcato. Nel frattempo, la manina sinistra si allungava in direzione di un pasticcino, una specie di barchetta di pasta frolla, guarnita con crema pasticcera e pezzettini di tre frutti diversi; un lampone, una fragola ed un mirtillo. Lo portò alle labbra, ma, piuttosto che mangiarlo in un sol boccone, si sforzò di dargli solo un morsetto, proprio per non far troppo la “grezza” davanti a Monique. Insomma, doveva darsi un certo tono o almeno fingerlo di averlo.
Immagino sia stata una grandissima sorpresa, nelle famiglie babbane si è spesso convinti che la magia sia solo un'invenzione fantastica per poter sognare un mondo migliore... Ma mi fa piacere notare che l'atmosfera del Castello l'ha presa fin da subito, molti suoi colleghi ci mettono mesi ad abituarsi e ad accettare la loro nuova scuola. Sono molto curiosa di scoprire quale sia il suo talento nella mia materia.
I miei genitori in realtà l’hanno presa piuttosto bene. Sorpresi ovviamente, ma sono tipi piuttosto.. particolari. Erano molto felici di sapere che avevo questo dono, anche se sotto sotto sono sempre stati convinti che avrebbero generato figli fuori dal comune, anche se forse credevano avrei avuto un certo talento artistico.
Non intendeva dire che i suoi erano pomposi babbani con manie di grandezza, anche perché proprio non lo erano. Avevano solo una forte vena artistica che lei invece non aveva proprio ereditato.
Non saprei.. Fare incantesimi, non saprei proprio. Da Olivander è stato piuttosto divertente! Ho rotto un vetro del negozio.
Forse quello non doveva dirlo, non era di certo una buona lettera di presentazione, ma come spesso accadeva aveva parlato senza pensare. Non so se le hanno detto che dirigo anche il coro di Hogwarts, perciò se fosse interessata a farne parte la prego di farmelo sapere: sono sempre alla ricerca di nuovi cantanti e musicisti con cui lavorare.
L’ho saputo. In realtà, me l’ha detto la mia compagna di stanza. Lei è interessata, io.. Non credo di essere portata. Proprio per il discorso che le facevo, che l’arte sembra non abbia voluto fare parte del mio essere.
Un altro morso a quello che rimaneva del suo pasticcino, mentre Fire si gustava quello che gli era stato appena lanciato. Cercò di masticare con discrezione, lentamente, sempre per non far figure. Lo stesso, nel momento in cui dovette deglutire.
A che lezioni ha partecipato fino ad ora? Ha già una materia preferita?
Storia delle creature magiche, babbanologia e trasfigurazione. La prima è stata decisamente interessante, anche trasfigurazione! Babbanologia non molto, ma per ovvie ragioni.
Come una babbana di nascita potrebbe trovare interessante una materia che studia quello che è sempre stata?
Ma non ho ancora preferenze, mancano le altre materie.. Anche la sua.
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da Monique » 24/02/2012, 13:20
Mi scusi, non ho ben capito.. C’era una lupa nel castello? Era la sua lupa?
All'epoca, come adesso, si poteva decidere quali animali portare con sé al castello... io mi distinsi dalla massa, suppongo, perchè scelsi la mia cucciola di lupo: era stato un regalo dei miei genitori quando avevo 4 anni, era la mia migliore amica... non avrei mai potuto lasciarla a casa. Così i miei insistettero un po' con la Preside, ed ottenni il permesso di portare Flame qui ad Hogwarts. Fire, il piccolino che vedi qui, è il suo cucciolo.
Raccontò Monique ed ancora una volta dovette fare un enorme sforzo per non lasciarsi prendere troppo dai ricordi: si rivedeva ancora, 11enne Serpeverde senza peli sulla lingua, viziata francesina dagli occhi ghiacciati e i capelli neri, con la sua lupa bianca accanto a sé mentre camminavano insieme per i corridoi del Castello; già, la Vireau aveva saputo far parlare di sé fin da subito, poco ma sicuro.
Uhm.. Succo di zucca per favore. Non sapevo neppure esistesse, prima di venire ad Hogwarts. La ringrazio.
Scelse alla fine Kayleen, e Moni le allungò in risposta il bicchiere col liquido fresco e piuttosto dolce cosicché se lo potesse gustare: da parte sua, peccatrice della linea com'era, si lasciò andare ad una bella tazza di cioccolata calda. In fondo, in primavera una volta passato il freddo non ci sarebbe più stata alcuna scusa per potersela godere. Passarono ad un altro argomento del passato, i professori di una volta, e Monique si lasciò scappare un sorriso divertito alla domanda della Grifondoro.
Come mai? Loro erano severi?
Più che altro ero io quella ribelle, che non seguiva mai le regole. Mi sentivo così superiore a tutto ciò che avevo intorno... come se l'essere francese mi permettesse di pormi un gradino sopra tutti gli altri. Per questo ora pensare a me stessa come una persona severa... beh, ammetto che fa un certo effetto.
Ammise Moni, rendendosi conto che probabilmente era davvero cresciuta e maturata senza rendersene conto: in realtà trovava ancora assurde alcune regole della scuola - e più in generale forse della vita - ma aveva imparato a rispettarne la maggior parte e soprattutto a comprendere che era suo dovere, come VicePreside, assicurarsi che anche gli altri lo facessero. Per quanto, a volte, avrebbe volentieri chiuso un occhio e lasciato correre: alla fine anche i suoi insegnanti l'avevano fatto con lei, no?
I miei genitori in realtà l’hanno presa piuttosto bene. Sorpresi ovviamente, ma sono tipi piuttosto.. particolari. Erano molto felici di sapere che avevo questo dono, anche se sotto sotto sono sempre stati convinti che avrebbero generato figli fuori dal comune, anche se forse credevano avrei avuto un certo talento artistico.
Babbani molto interessati i genitori della signorina Ward, o almeno questo era il parere di Monique nel sentire il racconto di Kayleen: anche lei aveva sperato che la bambina possedesse qualche dote artistica, ma se il Cappello non l'aveva smistata a Delfinazzurro un motivo c'era e non le si poteva certo fare una colpa per questo.
Il talento è molto soggettivo, signorina Ward, e il termine "artistico" lo è ancora di più: un giocatore di Quidditch ad esempio le potrà giurare di possedere un talento artistico per il volo, e lo definirà proprio in quel modo perchè per lui volare è una forma d'arte; inoltre sono quasi sicura che i celebri fratelli Weasley avrebbero considerato la loro capacità di creare scherzi ed eludere le regole una capacità aristica in piena regola... Chissà allora che in futuro lei non possa scoprire di possedere un "talento artistico" tutto suo.
Una risposta forse fin troppo saggia per una come lei, ma da quando aveva accettato quell'incarico ad Hogwarts certe battute le uscivano così, senza nemmeno pensarci.
Non saprei.. Fare incantesimi, non saprei proprio. Da Olivander è stato piuttosto divertente! Ho rotto un vetro del negozio.
Sì, lo feci anch'io... e più di una volta. Il proprietario non ne fu molto entusiasta, naturalmente, ma ammetto che all'epoca la cosa mi fece parecchio divertire.
Commentò Moni, soffocando una risata nella sua tazza di cioccolata calda: aveva riso come una matta nel constatare che ogni bacchetta che riceveva le portava sempre lo stesso risultato... frantumare vetri. Forse perchè la sua vera bacchetta, il suo destino, la sua "Rose", l'aveva ricevuta molto più tardi e non certo da Ollivander's. Parlarono poi del discorso coro, ma come Kayleen le aveva anticipato l'arte musicale non sembrava fatta per lei.
L’ho saputo. In realtà, me l’ha detto la mia compagna di stanza. Lei è interessata, io.. Non credo di essere portata. Proprio per il discorso che le facevo, che l’arte sembra non abbia voluto fare parte del mio essere.
Uhm? Chi è la sua compagna di stanza?
Domandò la donna improvvisamente curiosa: non aveva ricevuto richieste di ammissione al coro di recente, perciò quell'informazione poteva risultarle preziosa; se c'erano talenti ancora da scoprire in giro per il castello, era suo dovere - o perlomeno lei lo sentiva come tale - portarli alla luce, come fossero tanti tesori preziosi da trattare con cura. Per il momento, comunque, meglio concentrarsi sulle materie seguite dalla bambina e sulle sue prime impressioni.
Storia delle creature magiche, babbanologia e trasfigurazione. La prima è stata decisamente interessante, anche trasfigurazione! Babbanologia non molto, ma per ovvie ragioni.
Per me fu il contrario. Ricordo che quando la professoressa portò in classe un cellulare e lo fece squillare davanti a tutti, per poco non mi prese un infarto.
Raccontò Moni con ironia, scuotendo appena il capo: all'epoca non sapeva nemmeno concepire il mondo babbano, figuriamoci la sua tecnologia; all'epoca, comunque, si era consolata col fatto che a metà dei suoi compagni di classe era ugualmente preso un colpo, segno che non era l'unica ignorante del corso.
Ma non ho ancora preferenze, mancano le altre materie.. Anche la sua.
Dovrò fare del mio meglio per stupirla, allora.
Disse la VicePreside di rimando, con un sorriso divertito e luminoso negli occhi ghiacciati: sentiva un gran potenziale in quel piccolo corpicino, ma era troppo presto per dire se e come esso poteva essere sfruttato... e comunque, anche ci fosse stata la possibilità di farlo, sarebbe sempre stata di Kayleen la scelta finale; per il momento, dunque, era meglio tenerla d'occhio con discrezione, e rimandare un giudizio più dettagliato in un secondo momento.
Bene signorina Ward, per quanto mi abbia fatto piacere chiacchierare con lei immagino abbia ancora parecchie cose da fare e da vedere, ed io un milione di scartoffie da esaminare. Se non ci sono domande che desidera farmi, può considerarsi libera di andare.
Concluse infine la donna, congedando la bambina con un sorriso amichevole e molto più morbido di quello iniziale: avevano chiacchierato ed inaspettatamente Monique aveva parlato di sé molto più di quanto aveva preventivato; Madeline sarebbe stata fiera di lei. Si appoggiò dunque allo schienale ed osservò così - nel caso Kayleen non avesse voluto chiederle altro - la bambina lasciare il suo ufficio, sorridendo ancora un po' tra sé prima di tornare al suo lavoro.
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da Kayleen » 25/02/2012, 11:57
All'epoca, come adesso, si poteva decidere quali animali portare con sé al castello... io mi distinsi dalla massa, suppongo, perchè scelsi la mia cucciola di lupo: era stato un regalo dei miei genitori quando avevo 4 anni, era la mia migliore amica... non avrei mai potuto lasciarla a casa. Così i miei insistettero un po' con la Preside, ed ottenni il permesso di portare Flame qui ad Hogwarts. Fire, il piccolino che vedi qui, è il suo cucciolo.
Quel piccolo aneddoto, parecchio interessante per Kayleen, le permise di scorgere in Monique un aspetto caratteriale che non aveva considerato. Quando si pensa ai Professori ed ancor più alle cariche più alte, non si considera mai che anche loro sono stati giovani, anche loro hanno passato periodi difficili, anche loro hanno provato le stesse emozioni che lei stessa ed i suoi compagni provano attualmente. Il racconto sulla lupa le diede l'opportunità di considerare anche l'aspetto umano della Vice Preside, al di là delle dicerie sulla sua severità e sul suo essere esigente a lezione. La ascoltò con piacere, allungando il braccio verso il bicchiere di succo di zucca che la donna le aveva appena passato, per portarlo qualche istante dopo alle labbra. Ne bevve un sorso, approfittando del fatto che l'altra stesse parlando.
In effetti, di lupi non se ne vedono molti, in giro. -In realtà, non se ne vedevano proprio per niente, soprattutto nei corridoi di Hogwarts- Quindi Fire continua la stirpe.. E' una bella cosa. Dovrà farlo accoppiare anche lui, così potrà continuare la dinastia! -esclamò infine, con un leggero sorriso sulle labbra proprio per l'idea di una cucciolata. Come la maggior parte delle bambine, l'idea di vedere dei cuccioli, indipendentemente dall'animale, la entusiasmava parecchio.
L'argomento rimase attinente al "passato" della Professoressa Vireu, ma si spostò di nuovo sui suoi professori.
Più che altro ero io quella ribelle, che non seguiva mai le regole. Mi sentivo così superiore a tutto ciò che avevo intorno... come se l'essere francese mi permettesse di pormi un gradino sopra tutti gli altri. Per questo ora pensare a me stessa come una persona severa... beh, ammetto che fa un certo effetto.
Capisco.. Anche se è difficile immaginarla come un tipo ribelle. Sa, non riesco ad immaginare i Professori mentre trasgrediscono le regole! -nessun tipo di insegnante, neppure la sua professoressa di matematica di Nevern. Se sono stati ribelli in gioventù, lei non avrebbe mai potuto capirlo dai loro comportamenti attuali. E' così che si diventa quando si cresce? Si cambia radicalmente? Purtroppo sì.
Il talento è molto soggettivo, signorina Ward, e il termine "artistico" lo è ancora di più: un giocatore di Quidditch ad esempio le potrà giurare di possedere un talento artistico per il volo, e lo definirà proprio in quel modo perchè per lui volare è una forma d'arte; inoltre sono quasi sicura che i celebri fratelli Weasley avrebbero considerato la loro capacità di creare scherzi ed eludere le regole una capacità aristica in piena regola... Chissà allora che in futuro lei non possa scoprire di possedere un "talento artistico" tutto suo.
Le parole della Professoressa la fecero pensare. Non aveva mai considerato la parola "arte" anche sotto a quell'aspetto. Con la mano libera, quella quindi che non reggeva il bicchiere con il succo, andò a grattarsi i capelli biondi, sul lato del capo. Ovviamente, si spettinò un pochino quella specie di chignon con cui era arrivata, ma non se ne rese conto, intenta a ragionare su quell'affermazione.
Effettivamente.. Ho sempre creduto che l'arte si limitasse solo ad alcune discipline, ma adesso che mi ci fa pensare, il talento si può trovare in qualsiasi ambito.. -il suo doveva ancora essere trovato, visto che per le discipline classiche (canto, danza, pittura, scultura..) non era particolarmente portata. Ci sarebbe stato tempo per capire se anche in lei ci poteva essere qualcosa di speciale.
Sì, lo feci anch'io... e più di una volta. Il proprietario non ne fu molto entusiasta, naturalmente, ma ammetto che all'epoca la cosa mi fece parecchio divertire.
Mi consola sapere di non esser stata l'unica a far danni a quel negozio allora! -ridacchiando, al ricordo di quel piccolo incidente. Per i suoi era stato imbarazzante ovviamente, così come per lei, ma per fortuna non erano mai stati troppo severi ed avevano subito sdrammatizzato la cosa. Niente di strano, visto che per loro già il fatto di andare a comprare bacchette magiche era qualcosa di assolutamente sorprendente.
Uhm? Chi è la sua compagna di stanza?
Ehm.. Si chiama Miyabi. -ed il tono tornò titubante sia perchè non sapeva se quello era un segreto o meno, sia perchè non si ricordava il suo cognome. Che stupida a non averglielo mai chiesto! Mi ha confessato che le piacerebbe molto entrare a far parte del coro. -Ormai che il danno era fatto, tanto valeva fare un po' di pubblicità alla sua nuova amica.
Per me fu il contrario. Ricordo che quando la professoressa portò in classe un cellulare e lo fece squillare davanti a tutti, per poco non mi prese un infarto.
Non potè trattenere una risatina, davanti a quel racconto. Davvero i maghi sapevano così poche cose del suo mondo?
Non pensavo che i maghi non conoscessero quasi nulla del mondo babbano! E' buffo! Capisco che noi non potevamo saperne nulla, ma non avrei mai creduto che la cosa fosse reciproca -forse perchè aveva ancora in mente l'immagine del mago omniscente.
Dovrò fare del mio meglio per stupirla, allora.
Non le sarà difficile, Professoressa. Non vedo l'ora di usare la bacchetta! E' ancora nel fodero, l'ho utilizzata solo un paio di volte, per trasfigurazione.. Incantesimo "Duro", ho provato a trasformare un muffin in una pietra! -evitò comunque di dirle cosa ne era venuto fuori. Anche perchè, il tempo del loro incontro pareva essere terminato.
Bene signorina Ward, per quanto mi abbia fatto piacere chiacchierare con lei immagino abbia ancora parecchie cose da fare e da vedere, ed io un milione di scartoffie da esaminare. Se non ci sono domande che desidera farmi, può considerarsi libera di andare.
Sì, sì.. In realtà, sì. Il castello è immenso, non l'ho ancora visitato tutto. E poi ci sono i compiti!
Dopo quella lunga chiacchierata, in quel momento non sapeva proprio cosa dire. Poggiò di nuovo il bicchiere semi-pieno sulla scrivania, quindi si mise in piedi. Non aveva nulla con sè, quindi non dovette raccattare nulla.
Nessuna domanda per ora, Professoressa Vireu. Grazie per la merenda. Ci vedremo a lezione allora! Arrivederci
E detto questo, scostò la sedia in modo da passare più agilmente e si diresse verso l'uscita dell'ufficio di Monique. Se lei non l'avesse fermata, avrebbe oltrepassato la porta e l'avrebbe chiusa alle sue spalle. Con un peso in meno sullo stomaco, rispetto a quando aveva fatto capolino in quella stanza.
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da Monique » 25/02/2012, 17:20
In effetti, di lupi non se ne vedono molti, in giro. Quindi Fire continua la stirpe.. E' una bella cosa. Dovrà farlo accoppiare anche lui, così potrà continuare la dinastia!
In effetti credo sarebbe una bella cosa portare avanti la famiglia di Flame... a volte vorrei che fosse ancora viva per poter stare col suo piccolo...
Mormorò Monique a voce così bassa che forse Kayleen nemmeno riuscì a sentirla... ma non aveva importanza, era stato un pensiero suo quello e non era necessario condividerlo per forza con qualcuno, specialmente con una persona, una bambina, che per lei era fondamentalmente un'estranea.
Capisco.. Anche se è difficile immaginarla come un tipo ribelle. Sa, non riesco ad immaginare i Professori mentre trasgrediscono le regole!
Credo sia una sorta di circolo vizioso: quando ero studentessa nemmeno io riuscivo ad immaginare una cosa del genere, e ora lei non ci riesce con me.
Commentò la donna con un piccolo sorriso divertito: interessante pensare come tutta quella situazione continuasse in fondo a girare su se stessa, con gli studenti ribelli che diventavano severi professori e che a loro volta si trovavano a vegliare su studenti solitamente più ribelli di quanto loro stessi fossero stati.
Altro che grande cerchio della vita.
Pensò Moni con un sorriso ironico, mentre sembrava che le parole della VicePreside avessero fatto presa sulla bambina tanto che la stessa si ritrovò a riflettere con aria pensierosa.
Effettivamente.. Ho sempre creduto che l'arte si limitasse solo ad alcune discipline, ma adesso che mi ci fa pensare, il talento si può trovare in qualsiasi ambito..
E quelle parole fecero quasi sorridere Monique con aria orgogliosa: era davvero diventata saggia, non poteva negarlo. E dire che una volta quegli stessi discorsi se li sarebbe sentiti fare da un professore, ma mai avrebbe pensato di poterseli far uscire dalle labbra. In ogni caso il discorso si spostò sulle varie materie - scolastiche e non - insegnate a scuola, e la donna ricevette da Kayleen un'informazione molto utile per il suo ruolo di Direttrice Artistica della scuola.
Ehm.. Si chiama Miyabi. Mi ha confessato che le piacerebbe molto entrare a far parte del coro.
Miyabi. Monique si stampò quel nome nella testa, ripromettendosi di scoprire chi fosse la Grifetta in questione visto che un nome così non era certo troppo comune e quindi non sarebbe dovuto essere troppo difficile individuarlo in mezzo a molti altri.
Non pensavo che i maghi non conoscessero quasi nulla del mondo babbano! E' buffo! Capisco che noi non potevamo saperne nulla, ma non avrei mai creduto che la cosa fosse reciproca
Ora si parlava di Babbanologia, e Monique trovò del tutto normale che Kayleen si stranisse al pensiero di quanto poco i maghi conoscessero il mondo dei babbani.
Quando vieni da una famiglia Purosangue e tutto il mondo che ti circonda è magico, non ti viene nemmeno da pensare che ci sia qualcosa di diverso fuori.
Le spiegò la donna con un sorriso semplice ma esplicativo, prima di saltare nuovamente ad un'altra materia, la propria nello specifico.
Non le sarà difficile, Professoressa. Non vedo l'ora di usare la bacchetta! E' ancora nel fodero, l'ho utilizzata solo un paio di volte, per trasfigurazione.. Incantesimo "Duro", ho provato a trasformare un muffin in una pietra!
Accadrà presto signorina Ward, e quel giorno la terrò d'occhio.
Le promise Monique con un sorriso divertito, prima di congedare la bambina a meno che non avesse avuto qualche domanda da farle: sembrava però che la Grifetta fosse pronta per andare, così la donna la lasciò fare con espressione serena.
Nessuna domanda per ora, Professoressa Vireau. Grazie per la merenda. Ci vedremo a lezione allora! Arrivederci
Arrivederci a lei, signorina Ward.
[Fine]
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da Monique » 25/02/2012, 17:56
[Martedì - ore 16.22]
Un altro pomeriggio come tanti per gli studenti e per i professori del Castello, certo... ma un pomeriggio particolare per Monique Vireau: dopo aver ottenuto un risultato positivo con la signorina Ward, ed essendo Madeline ancora fuori, la donna si era presa la responsabilità di fare una chiacchierata anche con un'altra studentessa smistata da poco a Dragargenteo, la signorina Brontë per la precisione... ammesso che questa avesse accettato l'invito della VicePreside, spedito come di consueto via gufo.
Se arriverà puntuale, sarà qui tra 8 minuti circa.
Si disse Monique, richiamando Sophie - la sua elfa personale - per farsi servire un piccolo rinfresco dolce che avrebbe accolto la bambina una volta arrivata: in fondo era quasi l'ora del té, quindi perchè non approfittarne?
Dopo aver congedato l'elfetta con un sorriso di ringraziamento e di affetto, la donna si avvicinò alla finestra del suo studio, prendendo a guardare fuori dalla grande porta-finestra: preferiva ricevere lì i suoi studenti piuttosto che nell'ufficio sulla torre sud, forse perchè già lo studio di un insegnante era piuttosto formale, figuriamoci quello della VicePreside.
Quante responsabilità... e dire che nemmeno le volevo.
Moni fece un sospiro pensieroso e scosse appena il capo, scostandosi dalla finestra per tornare a sedersi dietro la propria scrivania, Fire accucciato accanto alla sua postazione: incrociò le dita delle mani sul legno lucido e scuro della scrivania e si appoggiò allo schienale della poltrona, facendo un lungo e lento respiro. Ora non restava che aspettare.
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da Anne » 27/02/2012, 23:55
[Dormitorio Femminile Dragargenteo] Era un tranquillo pomeriggio come tanti al castello. Le lezioni pomeridiane si erano già concluse per gli allievi del primo anno, lasciandoli così liberi di trascorrere a loro piacimento il resto della giornata. In una delle camere, una piacevole tiepida brezza penetrava dall'ampia finestra lasciata aperta; nei suoi pressi, su una comoda poltrona, sedeva solitaria Anne e, accucciato ai suoi piedi, dormiva l'inseparabile Freyr. La bambina aveva già studiato ed eseguito tutti i compiti, perciò aveva deciso di dedicarsi al suo passatempo preferito: la lettura. Tra le mani reggeva un'antica edizione di 'Notre Dame de Paris' in lingua originale, dono di suo padre. Dopo qualche tempo, un grande gufo bruno si posò sul davanzale, legata alla zampa recava una missiva destinata alla giovane Draghetta. Il volatile attese qualche minuto, in attesa che la bambina notasse la sua presenza, ma lei era talmente presa dalla lettura da essere estranea a tutto ciò che la circondava; allora il rapace cominciò a bubolare, dapprima sommessamente poi sempre più forte. Era inutile: Anne era persa in un'altra epoca e in un altro luogo, nella Parigi medievale, alla Corte dei Miracoli insieme alla giovane zingara Esmeralda. Passarono altri infruttuosi minuti così, spazientito, il gufo planò sul bracciolo della poltrona e becchettò piano la mano dela bambina che, riportata bruscamente alla realtà, esclamò un 'Ahi!', più per lo spavento che per vero dolore. Lesta, dopo aver deposto il libro sul vicino tavolino, recuperò la pergamena e stava per carezzare il gufo in segno di ringraziamento, quando quest'ultimo, avendo ormai portato a termine il suo compito e parecchio infastidito per l'attesa, volò fuori dalla finestra stridendo indignato, lasciandola così con la mano a mezz'aria nel gesto incompiuto. La bambina, incuriosita, lesse il contenuto del messaggio: la professoressa Vireau, docente di Incantesimi nonchè Vicepreside, le dava appuntamento per le quattro e mezza di quello stesso pomeriggio presso il suo ufficio. La prima reazione fu il timore di aver compiuto qualcosa tale da meritare un richiamo ufficiale, ma poi, razionalizzando, si rasserenò: la sua condotta era irreprensibile, era una studentessa diligente e rispettosa delle regole, l'unica cosa che, forse, le si poteva imputare era di essere un po' troppo solitaria (se quella poteva considerarsi una 'colpa'), ma, d'altronde, era da troppo poco tempo lì al castello per essere già riuscita a dominare la sua timidezza. Una rapida occhiata le palesò che aveva pochi minuti per recarsi all'appuntamento in orario: era davvero curiosa di conoscere il motivo di quella inaspettata convocazione. Quando si alzò in piedi, il suo cucciolo di volpe volse speranzoso il musetto verso di lei. No, Freyr, non puoi venire... Mi dispiace...Comprendendo il divieto, la delusione mutò l'espressione dell'animale. La volpe non gradiva affatto che la padroncina andasse in giro per il castello senza la sua vigile protezione, mentre lui era costretto ad attenderla in camera. Su, ti prometto che dopo, se la professoressa Vireau non mi trattiene troppo, andiamo a passeggiare nel parco...Mentre la bambina stava ancora parlando, il cucciolo, incurante delle parole che gli erano rivolte, raggiunse il letto di Anne, con un balzò vi salì e si accocolò dando le spalle alla streghetta, a dimostrazione di quanto fosse offeso. Freyr...Le dispiaceva lasciarlo solo, ma ormai non aveva più molto tempo: doveva recarsi subito all'appuntamento o sarebbe arrivata in ritardo.. Avrebbe saputo farsi perdonare al suo ritorno, con l'offerta di qualche leccornia e coccole extra. [Ufficio della professoressa di Incantesimi - 16.29] Ce l'aveva fatta, aveva percorso i corridoi più rapidamente possibile e la fortuna l'aveva assistita in quanto nessuna scalinata l'aveva tradita, spostandosi e facendole perdere tempo prezioso. Un po' trafelata, si fermò qualche attimo davanti alla massiccia porta chiusa per riprendere fiato e controllare che la divisa fosse impeccabile come al suo solito. Proprio mentre l'orologio della torre batteva la mezz'ora, la bambina bussò timidamente alla porta. Ottenuto il permesso di entrare, si presentò alla docente con un piccolo inchino e parlò con voce appena percettibile: Buon pomeriggio, professoressa Vireau... Desideravate vedermi?
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da Monique » 28/02/2012, 12:13
TOC-TOC
Due colpi leggeri proprio allo scoccare delle 16.30, incredibile: Monique inarcò un sopracciglio e fece a seguito un mezzo sbuffo compiaciuto e divertito, scuotendo appena il capo.
Questi ragazzi sono diventati incredibilmente puntuali, non c'è che dire.
Si disse la donna con un misto di sorpresa ed ammirazione negli occhi: qualche istante dopo, comunque, si schiarì la voce e diede alla bambina il permesso di entrare, sapendo perfettamente chi aspettarsi; caso mai era Anne quella che non poteva conoscere il motivo di quella convocazione.
Buon pomeriggio, professoressa Vireau... Desideravate vedermi?
Buon pomeriggio a lei, signorina Brontë. Prego, si accomodi.
Monique rivolse alla bambina un piccolo sorriso, inizialmente più formale che amichevole ma questo era dovuto al semplice fatto che non la conosceva minimamente: come era successo con la piccola Grifa, comunque, sperava che comunque esso si potesse tramutare in un'espressione più calda e serena col proseguire della conversazione. Fire, dal canto suo, non appena la bambina fosse entrata nell'ufficio e si fosse a seguito seduta, si sarebbe subito messo a gironzolarle intorno e ad annusarla con aria curiosa.
Se le da' fastidio, lo dica pure.
Le disse la Vice Preside, capendo che non a tutti poteva piacere l'idea di avere un lupo - per quanto cucciolo, sempre e comunque un animale predatore - proprio accanto a sé. La donna studiò poi Anne per diversi istanti, in silenzio: non aveva lo sguardo fiero ed altezzoso che solitamente possedevano i Dragargenteo - i due Prefetti della Casata ne erano la prova - piuttosto sembrava tranquilla, pacata, forse un poco curiosa di sapere perchè fosse lì, ma niente di più; forse il carattere le sarebbe mutato col tempo, chi poteva dirlo.
Gradisce una tazza di tè e qualche pasticcino? E' opera di Sophie, la mia elfa, perciò può star certa che è tutto ottimo.
Chiese Moni successivamente alla bambina, invitandola a servirsi di ciò che voleva qualora l'avesse voluto: dal canto suo, lei prese una tazza di tè, aggiungendovi del limone, e si concesse un pasticcino con le fragole sopra; in effetti, a voler fare una battuta, la cosa più comoda di quelle convocazione era il poter mangiare quanto voleva...
Allora, signorina Brontë, immagino sia curiosa di sapere il motivo per cui si trova qui: stia tranquilla, non ha fatto nulla di male, anzi... i suoi Prefetti mi hanno detto che è una studentessa modello. Ci tenevo ad incontrarla quindi non per punirla, ma anzi per sapere come si trova qui al Castello.
Aggiunse infine, svelando così la motivazione che l'aveva spinta a chiamarla nel proprio ufficio: le fece un altro sorriso, un po' più caldo del precedente, ed attese di sentire le parole della piccola che forse avrebbero dato a Monique la possibilità di capire un po' meglio come Anne fosse fatta.
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da Anne » 16/03/2012, 19:42
Su invito della Vice Preside, Anne si accomodò aggraziatamente sulla poltrona che le era stata indicata; immediatamente le si fece d'attorno un meraviglioso cucciolo di lupo dal pelo candido, che, un po' circospetto, cominciò a studiare la nuova arrivata. La bambina sorrise all'animale e, con gesto lento ma sicuro, offrì al lupo la sua mano, con il palmo rivolto verso l'alto, affinchè gliela potesse annusare. Anne non fece alcun tentativo di carezzare l'animale, ma non per timore, bensì perchè sapeva istintivamente che gli animali non gradivano essere toccati contro la loro volontà, prendendo talvolta quei gesti come dei possibili attacchi. Perciò la giovane allieva rimase in fiduciosa attesa, sperando che il cucciolo avrebbe accettato la sua piccola profferta di amicizia. Se le da' fastidio, lo dica pure.Alle parole sollecite della professoressa Vireau, Anne distolse momentaneamente lo sguardo dal lupo portando i suoi chiari occhi sul volto della docente; con un lieve sorriso, si affrettò a rassicurarla: Oh, no... non preoccupateVi, non mi arreca alcuna noia, anzi..Era la verità: in vita sua non aveva mai provato alcun timore in presenza di qualsivogli creatura, per quanto selvatica e potenzialmente pericolosa potesse essere, ed entrava facilmente in sintonia interagendo con loro, molto più che non con gli esseri umani. In realtà era proprio il relazionarsi con i suoi simili ciò che la bambina paventava di più. Gradisce una tazza di tè e qualche pasticcino? E' opera di Sophie, la mia elfa, perciò può star certa che è tutto ottimo.Grazie, prenderei solo un po' di tè, se non Vi è di troppo disturbo...Osservando il tavolino imbandito, Anne non potè fare a meno di pensare, non senza nostalgia, a Tabitha: anche l'elfa della famiglia Bell era solita preparare una merenda molto abbondante, tanto da essere bastante a sfamare un'intero esercito, seppur fosse destinata solo alla bambina e a suo padre; quando poi Tabby sparecchiava soleva lanciare occhiatacce di rimprovero ad Anne perchè, a suo parere, 'la padroncina non si nutre abbastanza!'. Il corso dei ricordi venne interrotto dalla voce della Vice Preside. Allora, signorina Brontë, immagino sia curiosa di sapere il motivo per cui si trova qui: stia tranquilla, non ha fatto nulla di male, anzi... i suoi Prefetti mi hanno detto che è una studentessa modello. Ci tenevo ad incontrarla quindi non per punirla, ma anzi per sapere come si trova qui al Castello.Il piccolo 'mistero' del motivo di quella convocazione fu così svelato e la bambina apprendendolo provò un momentaneo sollievo, subitaneamente sostituito, però, dal lieve panico che la assaliva ogni volta che le era richiesto di esprimere i suoi pensieri e le sue opinioni ad alta voce. Il turbamento interiore di Anne fu palesato dall'imporporarsi delle sue gote. Come solitamente accadeva, decise di ricorrere a delle frasi di circostanza, esprimendosi con l'abituale tono sommesso. Mi trovo abbastanza bene, qui. Certo, non posso negare di provare un po' di nostalgia per la mia famiglia, ma penso sia una condizione omune un po' a tutti gli allievi... Le lezioni, per quanto alcuni argomenti li avessi già studiati con mio padre, sono molto interessanti. In definitiva, sono lieta di aver deciso di frequentare questa scuola.Certo, quelle frasi risultavano un po' distaccate ed impersonali, ma almeno le avevano permesso di evitare una poco educata scena muta.
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da Monique » 18/03/2012, 15:26
Oh, no... non preoccupateVi, non mi arreca alcuna noia, anzi..
Sentito Fire? Non fai paura piccolo, spiacente.
Commentò Monique dopo le parole di Anne, sorridendo affettuosamente al cucciolo di lupo che sembrò per un momento quasi offeso, prima di tornare a fissare la bambina accanto a sé, annusandole la mano con attenzione prima di darvi sopra una piccola leccatina affettuosa: no, decisamente non era in grado di fare del male a qualcuno ancora, o perlomeno a qualcuno che non rappresentava un pericolo per la padrona.
Grazie, prenderei solo un po' di tè, se non Vi è di troppo disturbo...
Naturalmente, si serva pure.
Le rispose Monique con un sorriso gentile, cercando di farla sciogliere un po': tuttavia il rossore sulle sue guance le fece comprendere che probabilmente alla bambina non piaceva troppo parlare ad alta voce quando si trattava di esporre i propri pensieri; le successive affermazioni di lei infatti, pur essendo assolutamente positive, le sembrarono alquanto impersonali.
Mi trovo abbastanza bene, qui. Certo, non posso negare di provare un po' di nostalgia per la mia famiglia, ma penso sia una condizione comune un po' a tutti gli allievi... Le lezioni, per quanto alcuni argomenti li avessi già studiati con mio padre, sono molto interessanti. In definitiva, sono lieta di aver deciso di frequentare questa scuola.
Immagino sia così. All'epoca la mia condizione era un po' diversa, non posso proprio dire di aver sentito la nostalgia di casa.
Commentò la Vice Preside con un leggero sorriso malinconico: dopo la partenza di Rose, infatti, Château Vireau aveva perso qualsiasi attrattiva ai suoi occhi, ma era felice che quella condizione non fosse prassi comune tra i suoi allievi. Gli occhi chiari di Monique si posarono sulla bimba, come a volerla studiare un momento; non voleva certo trattenerla lì a forza, ma era piuttosto curiosa...
Signorina Brontë, secondo lei perchè il Cappello Parlante ha deciso di smistarla a Dragargenteo?
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da Anne » 16/06/2012, 21:16
Immagino sia così. All'epoca la mia condizione era un po' diversa, non posso proprio dire di aver sentito la nostalgia di casa.Anne abbassò lo sguardo, contrita. Per un attimo, nella sua ingenuità fanciullesca, aveva scordato che, purtroppo, non tutti provenivano da una situazione familiare serena ed amorevole come la sua. La bambina stava prendendo coraggio per mormorare qualche parola di scusa per la sua indelicata deduzione di poco prima, quando la successiva domanda della professoressa Vireau la colse alla sprovvista. Signorina Brontë, secondo lei perchè il Cappello Parlante ha deciso di smistarla a Dragargenteo?Imbarazzata, Anne fissava ostentatamente il tè nella tazza di porcellana che ancora reggeva in mano, quasi sperasse di trovare nel liquido ambrato la risposta alla domanda che le era stata posta. Per qualche attimo nella stanza dominò un silenzio carico di attesa. La giovane allieva sentiva su di sè lo sguardo della Vicepreside. Quando alla fine Anne si risolse a parlare, il suo tono di voce era poco più percettibile di un bisbiglio. Io... Io... In realtà... Non ho punto idea del motivo per cui il Cappello Parlante ha deciso di assegnarmi proprio al Dormitorio di Dragargenteo...Subito dopo la Cerimonia dello Smistamento, a inizio anno, la bambina aveva passato diversi giorni interrogandosi su quella inaspettata decisione che l'aveva turbata e disorientata. Non riusciva a riscontrare in sè stessa alcuna delle peculiarità che si diceva caratterizzassero i Dragargenteo: troppo emotiva per risultare impassibile ed eccessivamente timida per desiderare di contraddistinguersi e primeggiare. Era stata la lettera che suo padre le aveva mandato, in risposta alla sua missiva in cui lei gli annunciava il risultato dello Smistamento e gli esponeva le sue perplessità al riguardo, a placare l'ansietà della bambina. Le aveva detto che a memoria di mago mai il Cappello Parlante era caduto in fallo e che lei era ancora un giovane germoglio in divenire, piena di potenzialità che, con ogni probabilità, proprio la Casata cui lei era stata assegnata, avrebbe aiutato ad emergere ed enfatizzare. Alla fine, seppur non era riuscita a trovare motivazione di quel smistamento, Anne accettò ciò che le erata stato destinato dal fato, impersonato dal Cappello Parlante, e aveva pian piano iniziato a sentirsi parte integrante della sua Casata, cercando contribuire attivamente al suo trionfo. Lentamente la bambina alzò i grandi occhi chiari verso la professoressa Vireau, che la stava a sua volta osservando incuriosita, Anne prese coraggio e, con un timido accenno di sorriso, parlò nuovamente, questa volta con un tono di voce più udibile seppur ancora sommesso. Mio padre era convinto che sarei finita tra i Corvonero...
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