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da Estelle » 08/02/2012, 17:23
Ovvio, Moreau. Con il cervello da gallina che ti ritrovi non mi aspettavo di certo che potessi sputare veleno.Quel continuare ad insultarsi senza freno stava diventando un vero gioco. Ed Estelle, con sua grande sorpresa, si stava divertendo, sebbene le affermazioni della collega fossero un vero e proprio colpo basso. Perlomeno, pensò la ragazza, lei aveva qualcuno con cui conversare, fuori dall'ambiente scolastico, cosa che invece alla professoressa Ayed non succedeva spesso. Ma neanche questo le sembrò un buon motivo per farla sentire una vincitrice. Che poi, non era vincere ciò che voleva. Anzi, forse non sapeva nemmeno lei per quale motivo fosse lì, ora accomodata allo stesso tavolo della ragazza più odiosa di tutta Hogwarts, una ragazza con cui non avrebbe mai avuto a che fare. Ma erano colleghe, dopotutto, e Monique le aveva ripetuto di lasciar perdere certe occhiate e certe dicerie. Ma Estelle, purtroppo, aveva veramente intenzione di provare a scalfirla in qualche modo. Se sapevi che non potevi competere con me, come hai appena ammesso, perché sei venuta qui? E non venirmi a dire che volevi solo accendere, non ti credo.Capì quanto fosse arrabbiata dal semplice motivo che la collega riuscì a terminare la sua sigaretta ancor prima di lei. Certe cose capitavano persino a lei quando aveva i nervi fuori posto. Pensandoci.. Saana le aveva appena chiesto qualcosa? E quella sembrava veramente una frase normale, forse la priva che usciva da quelle labbra odiose senza alcuna offesa. Voglio capire che problema hai con me. E non dirmi che è solo per il mio faccino d'angelo e per il mio aspetto, perchè non me la bevo.Non aggiunse altro. Allungò quindi le gambe sotto il tavolo, in attesa.
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da Saana Leyla » 11/02/2012, 12:10
Saana era ancora lì, lo sguardo perso negli occhi color cielo della collega. Quella ragazzina ancora non capiva quanto fastidio le desse la sua sola presenza in quel malconcio locale. Nemmeno al suo tavolo, ma nel locale intero. Era una superficiale Barbie babbana senza un briciolo di personalità, e lo stava dimostrando, a pieno titolo, senza un minimo di vergogna. Saana chiamò il barman ancora una volta, ordinando stavolta un semplice tè alla mela con polvere di cannella, che una volta arrivato le fece tornare in mente una valanga di ricordi. Di quando una tipa come quella che le stava seduta davanti le aveva fatto capire di essersi portata a letto Aleph. Prima di rispondere sorseggiò il tè bollente, rilassando la mente e respirando profondamente.
Voglio capire che problema hai con me. E non dirmi che è solo per il mio faccino d'angelo e per il mio aspetto, perchè non me la bevo.
Saana rise, e rise forte a quella risposta. Che problema aveva con lei? Lei aveva problemi con tutti, non solo con la categoria a cui Estelle Moreau apparteneva per eccellenza. Lei era una stronza di natura, e tranne per il suo recente incontro con Nadal, non aveva mai avuto intenzione di fare amicizia con qualcuno in quel covo di sbandati.
Ascoltami, principessina delle oche, il mio mondo non gira intorno a te. Non ho un problema specifico con te. Il mio problema sono le persone in generale. Non sono una che fraternizza, questo lo hai notato anche da sola, nonostante le tue domande stupide. Tu sei solo un altro essere insignificante che popola questo mondo, un altro essere che per me non vale la pena guardare dritto negli occhi.
Quella fu la risposta, secca e dura come non mai. non aveva intenzione di sfogarsi con qualcuno, men che mai con una come lei, ma forse ora avrebbe capito che caratterialmente Saana non era proprio il suo tipo.
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da Estelle » 12/02/2012, 17:24
Rideva. E rideva anche di gusto, la ragazza. Non seppe come fece a trattenersi dal rifilarle un ceffone. Educazione, rispetto e la carica che ricopriva. Ad ogni modo, ignorò del tutto la sua reazione. Anzi, afferrò nuovamente la sua tazza di thè e continuò a berlo, sebbene lo avesse quasi finito. Giusto per distrarsi un po'. Non aggiunse altro. Attese solo che la collega rispondesse alla sua domanda, sebbene sapesse con certezza che non avrebbe mai ricevuto una vera risposta. Ascoltami, principessina delle oche, il mio mondo non gira intorno a te. Non ho un problema specifico con te. Il mio problema sono le persone in generale. Non sono una che fraternizza, questo lo hai notato anche da sola, nonostante le tue domande stupide. Tu sei solo un altro essere insignificante che popola questo mondo, un altro essere che per me non vale la pena guardare dritto negli occhi. E fu così che Estelle si sentì in dovere di tirare un sospiro di sollievo. Quindi il problema non era lei, o il suo aspetto. Il problema era semplicemente.. Saana. Come faceva ad essere così semplice una questione che sembrava le avrebbe rovinato l'intero soggiorno ad Hogwarts? Bene, non credo di dover aggiungere altro. Ho ascoltato abbastanza.Subito la interruppe Estelle, lasciando la tazza vuota sul tavolo. Fece leva con le braccia sulla sedia per mettersi in piedi. Indossò di nuovo il giaccone, abbottonando ogni singolo bottone, per poi coprirsi il collo con una sciarpa di lana. Scusa se ti ho disturbata. Farò in modo che non succeda più.E detto questo, incalzò verso l'uscita del locale, intenta a tornare ad Hogwarts.
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da Saana Leyla » 13/02/2012, 18:22
Saana continuò a sorseggiare il suo te speziato e dolce, noncurante che le parole appena pronunciate erano una chiara dimostrazione di sfogo nei confronti di quella biondina priva di personalità. Se a lei avessero detto una cosa del genere, non avrebbe atteso nemmeno il minimo tempo sindacale, si sarebbe alzata e avrebbe colpito con una sonora sberla l'interlocutore. Quella gallinella da pollaio no, lei continuava a bere il suo te, tirando un sospiro di sollievo addirittura, non appena ebbe finito di parlare. Bene, non credo di dover aggiungere altro. Ho ascoltato abbastanza.Si stava alzando la ragazza. Finalmente aveva capito che con lei meno si starnazzava e meglio era. Si infilò il cappotto, sicuramente firmato, e le rivolse un ultimo sguardo, un ultimo saluto per quella conversazione che aveva fatto uscire allo scoperto, anche troppo, il carattere di Saana. Scusa se ti ho disturbata. Farò in modo che non succeda più.E se ne andò. Saana rimase lì ancora per qualche momento, la tazza di tè ormai freddo davanti a sé. Ecco un'altra persona che l'avrebbe aggiunta alla sua lista nera personale.Che felicità. Ma anche lei aveva una lista nera, la lista dei cattivi, come si suol dire. Ed Estelle Moreau ne era entrata a far parte a pieno titolo. Prova ancora ad avvicinarti per qualsiasi motivo e passerai le pene dell'Inferno con Cerbero in persona, ragazzina.Pensò, alzandosi e lasciando qualche spicciolo sul tavolo. Tirò fuori una sigaretta e la accese, uscendo fuori nella gelida aria innevata di Londra. Era stata proprio una splendida giornata. [Fine]
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da Sandyon » 26/02/2012, 0:23
Avevano mangiato, avevano sorriso, avevano raccontato e scherzato anche un po', avevano visto l'altro sotto un aspetto nuovo e più vicino al reale e questo a Sandyon andava bene, lo faceva sentire maggiormente vicino a lei di quanto non fosse fino appena a poche ore prima. Passare dei pasti in compagnia della propria persona in senso affettivo ha sempre giovato ad un rapporto e quetso l'uomo lo seppe riconoscere senza problemi, sopratutto ora che fortunatamente molte nebbie su quello che rappresentavano un passato come quello di Monique Vireau, si andavano diradando mentre spiegava e raccontava la sua vita e il suo rapporto con la sua elfa domestica, facendo intendere all'uomo quanto buon cuore lei avesse al centro del petto e quindi quanto effettivamente fosse diversa rispetto alla famiglia, o almeno alla maggior parte. Erano delle parole, quelle della francese, che lo facevano riflettere attentamente su quello che per lei rappresentava l'amicizia e la fiducia, il voler essere certi che su qualcuno si può sempre contare e in quello stesso istante le parole di Moni lo riportarono alla prima volta che conobbe Mog in quella grotta sconosciuta e sperduta. Mog, quell'essere che ancora oggi è la persona della quale si fida di più, al pari di Dastel ovviamente e che sa che non lo abbandonerà mai. Ma com'è possibile essere certi di alcune cose? Più Sandyon ascoltava Monique e più quella domanda, su come si facesse a capire quando qualcuno poteva essere degno del nostro più completo appoggio interiore, si facevba spazio nella sua testa e sopratutto nel suo spirito. Non tutto era chiaro ancora per lui, non di certo l'esperienza di quella buona porzione di vita poteva renderlo onniscente su quelli che erano i fatti che conducevano l'uomo a fidarsi e a sentirsi protetto, anche perchè lui andando avanti nelsuo cammino, di persone come queste ne aveva conosciute davvero pochissime, e Moni, si, lei, sarebbe stata una di queste? Mentre si faceva tutte quelle domande, la donna proseguiva nel suo discorso e sembrava quanto mai certa e assolutamente sicura che tutto quello che stava affermando era pura e dorata realtà.
Il giorno del mio diploma ad Hogwarts le regalai un vestito, dicendole che volevo fosse libera: libera di scegliere cosa fare della sua vita, chi e se voleva servire qualcuno... come vivere insomma; e lei mi rispose che voleva stare con me per sempre, perchè ero sua amica e non avrebbe mai potuto abbandonarmi. Da quel momento ho capito che su Sophie avrei sempre potuto contare.
Ed io quando capirò che su di te posso contare? O forse l'ho già capito e non voglio ammetterlo... Mmhhh...
Non importa che la persona amica sia umana o elfica o... Animale. Spesso chi ha nelle vene il sangue puro si sente in grado di comandare sulle creature inferiori. Inferiore è chi crede ciecamente in questo e lo persegue come fine ultimo della sua patetica esistenza.
Rimase immobile ed impassibile per diversi secondi, finendo di bere il suo drink e attendendo che ella facesse lo stesso. Quel pranzo oramai era da definirsi concluso ma a quanto aveva portato, quanti benefici aveva creato? Veramente molti e Sandyon forse faceva ancora fatica ad accorgersene. Lei ogni istante che gli si trovava davanti, apriva nuovi mondi ed universi, lo faceva diventare comprensivo di alcune ipotesi e realtà che prima non avrebbe mai considerato, lo faceva sentire diverso, ogni secondo nuovo, ogni secondo capace di mettersi ancora una volta in discussione, come se già non fosse bastato il suo passato e la sua esperienza a farlo, insomma, più andava avanti quella storia tra di loro e più Sandyon Vastnor sentiva che un freno, se fino a poco prima l'avesse potuto porre, adesso ne stava diventando sempre più incapace, sempre più impossibilitato, ma la cosa più assurda era che non gli pesava per niente. Vide lei prendere l'ultimo boccone del dolce, gustandolo con quelle labbra fatta per essere baciate fino allo sfinimento e poi, rivolgergli la parola, dandogli ad intendere che era stata bene e che adesso, se volevano, potevano anche avviarsi verso l'uscita dopo aver pagato il conto e andar via per finire in completa tranquillità e bellezza quel pranzo così ricco, bello e rilassante.
Che ne dici, vogliamo pagare il conto e andare via?
Vogliamo? Voglio, Moni. Me ne occupo io, tu aspettami pure all'uscita, torniamo assieme al castello, a piedi. Ti andrebbe una passeggiata?
Sperò davvero che lei accettasse di buon grado il fatto di fare due passi, e di certo non lo aveva proposto con l'unico scopo di digestione, ma perchè forse l'avrebbe voluta ascoltare ancora ed ascoltare ancora qualcosa della sua vita, qualcosa del suo modo di vedere le cose, qualcosa su come per lei si percepiva ogni attimo vissuto e passato, reso speciale da cose che per ognuno erano sempre diverse. Si mosse, alzandosi in piedi appoggiando il tovagliolo sul tavolo. Avrebbe pagato lui il conto, come aveva messo bene in chiaro precedentemente, ma contro ogni probabilità di previsione, fece qualcos altro oltre a quanto dettato prima. Si avvicinò a Monique possibilmente ancora seduta, magari in procinto di alzarsi e chinandosi le posò un bacio casto e morbido sulle labbra, senza passione o umidità, solo la gentilezza di due superfici così sensibili che entrano a contatto, mentre la mano destra le rivolse una carezza sincera e accennata sulla guancia sinistra della compagna. Quell'attimo durò appena un secondo, durante il quale Sandyon tenne gli occhi chiusi come a voler percepire fin dentro al cuore tutta quella strana sensazione che non provava da tempo, una sensazione che però, non era ancora pronto a confessare né a se stesso e né tantomeno a lei. Tornò eretto col busto, la fissò ancora un secondo con il suo solito occhio freddo e serio, ma con un calore forse più percepibile nelle iridi lucide e scintillanti, prima di fare un passo indietro, voltarsi e dirigersi verso la cassa senza ulteriori indugi.
E' stato un pranzo... Molto bello.
Grazie di essere arrivata.
[ FINE ]
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da Veronique » 09/06/2012, 14:30
[Sabato - ore 19.40]
Il Paiolo, manco a dirlo, era strapieno di gente, forse anche perché era praticamente ora di cena, ma non fu difficile per i due trovare un tavolo: un po' perchè lui era Ferdy Stone e da quelle parti lo si conosceva, ed un po' perchè lei era pur sempre un gran bell'esemplare di donna.
Magari... potremmo anche mangiare qualcosa insieme, se ti va.
Gli propose lei una volta che si furono seduti, quel sorriso dolce ed innocente che quasi, per chi la conosceva davvero, stonava sul viso di lei e con la sua personalità solitamente così fredda, calcolatrice e cinica.
E questo è solo il primo passo...
Si fregava già le mani al pensiero di cosa sarebbe potuto succedere dopo, di come avrebbe potuto sfruttare la sua conoscenza di Ferdy per i propri scopi... ed era oltremodo decisa a non far sapere nulla al padre; no, Nicholas Vireau non ne avrebbe saputo niente, voleva fare le cose a modo suo. In quegli ultimi anni sotto l'ala del padre aveva avuto modo di comprendere a fondo i suoi piani, le sue strategie, il suo pensiero... ed era giunta alla conclusione che lei poteva avere molto, molto di più di ciò che lui poteva darle. Per ottenerlo, però, era necessario lavorare in modo circospetto e discreto, per questo l'uso del nome falso.
Signori, cosa posso portarvi?
Domandò un cameriere che si era avvicinato al loro tavolo: Veronique alzò lo sguardo su Ferdy e gli fece un piccolo sorriso, attendendo che lui ordinasse per poi parlare a sua volta; se avessero deciso di bere qualcosa e basta avrebbe optato per una semplice Burrobirra, in caso invece di una cena per intero avrebbe chiesto una bella zuppa di pomodoro fredda e dell'Acquaviola, tanto per cominciare.
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da Ferdy » 10/06/2012, 18:08
[Sabato - h 19:40]
Una volta che aprirono la porta del locale un'ondata di mormorii li travolse e per una frazione di secondi il giovane si sarebbe aspettato una platea di paparazzi armati di qualunque gossip, tuttavia non fu così, anzi, nessuno si era accorto del loro arrivo, probabilmente sarebbero stati più osservati se avrebbero trovato la locanda vuota. Diede uno sguardo ai tavolini e al bancone pieni: i suoi occhi pronti e veloci individuarono un tavolino in penombra lontano da sguardi indiscreti.
Lì è perfetto...
La guidò a passo svelto verso la loro postazione e una volta che la fece sedere prese posto anche lui, disfacendosi del mantello che appese al bordo dello schienale della sedia. Già consapevole della bibita da ordinare attese solo l'arrivo del cameriere con le braccia incrociate sul tavolo, poi Cassandra ruppe quel breve momento di silenzio con una proposta da accogliere al volo.
Magari... potremmo anche mangiare qualcosa insieme, se ti va.
Gli rivolse un sorriso a cui lui non poteva, o forse non sapeva, dire di no; fece per pensarci un po e poi con una mano si toccò lo stomaco quasi come per sentire se fosse pieno o meno: suo nonno, da piccolo, quando pranzavano insieme, faceva sempre quella specie di "test"; prima di incominciare a mangiare lo chiamava a se con una mano e con un sorriso dolce, il suo stesso sorriso che probabilmente aveva ereditato insieme alla carriera da giocatore da Quidditch, poi gli posava la mano sullo stomaco e tastava per vedere quanto fosse vuoto, infine lo mandava nuovamente a sedere; una volta finito il pranzo lo faceva avvicinare una seconda volta e ricompieva il gesto e se riusciva a tastare poco e niente voleva dire che il nipote aveva mangiato tutto o quasi tutto durante il pranzo, altrimenti aveva mangiato poco e gli diceva che avrebbe dovuto aspettare più tempo per il gelato, anche se in realtà il tempo fu sempre quello, che avesse mangiato abbastanza o meno, non riusciva a resistere alle pressioni del bimbo: non aveva preferenze con i suoi nipoti ma era evidente che avesse un debole per Ferdy, il più piccolo e di conseguenza il più "coccolato". Ritornò di fronte Cassandra e annuì con il capo.
Mi sembra un'ottima idea, in effetti sono a stomaco vuoto...
Disse mentre con una mano afferrava uno dei menù che stavano impilati al lato del tavolo, addossati al muro. Lo sfogliò un poco, staccando gli occhi a intervalli irregolari per guardare la donna di sfuggita, poi ritornava a leggere anche se in realtà sapeva già cosa ordinare, ormai quello era diventato solo un gesto comune. Richiuse il menù e le sorrise mentre un cameriere si avvicinava per le ordinazioni.
Signori, cosa posso portarvi?
Stone si voltò verso di lei per darle la precedenza ma dal momento che la donna fece lo stesso ordinò per primo.
Per me la zuppa di patate con spezzatino... e da bere... Vino rosso francese, qualunque esso sia, basta che sia francese...
Aspettò che anche Cassandra ordinasse, nel frattempo cominciò a disegnare dei cerchi immaginari sul tavolo di legno mentre il cameriere, concluso il suo compito, si allontanava da loro verso una porta che portava nel retro-locanda. Quando questi fu abbastanza lontano prese a parlare, ogni tanto guardandosi intorno, sempre con la solita sensazione di essere osservato: in quel momento maledì dentro sé il giorno in cui aveva intrapreso la sua carriera da giocatore, quel giorno era stato sottratto della libertà per lungo tempo.
Dimmi Cassandra... Cosa fai nella vita?
Il cameriere fu di ritorno con le bevande che poggiò sul tavolo e alcuni bicchieri da vino, due, in caso anche la donna avesse bevuto il vino francese che aveva ordinato. Prese la bottiglia e ne stappò il tappo di sughero, se la girò tra le mani e lesse la scritta che recitava...
"Margaux" ... di ottima fattura!
Fece un gesto verso il bicchiere di lei con la bottiglia, in caso avesse desiderato del vino, con un sorriso in volto, un sorriso più naturale rispetto ai precedenti, forse la sua agitazione cominciava a svanire e in quello stesso momento gli parve di essere solo con lei nel locale: fu una sensazione fantastica.
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da Veronique » 11/06/2012, 15:45
Eccola lì, seduta ad un tavolo del Paiolo Magico di fronte a Ferdy Stone, il celebre ex giocatore di Quidditch. Le veniva da ridere nel pensare che probabilmente, se solo avesse saputo chi lei era davvero e cosa voleva da lui, il ragazzo sarebbe scappato il più lontano possibile da lì, o forse avrebbe tentato di ucciderla seduta stante.
Già, scommetto che anche lui è un tuo amico... ti sei sempre fatta voler bene da tutti, cara sorellina.
Un pensiero carico di irritazione e stizza, ma come sempre all'esterno nulla di ciò che Veronique pensava riusciva a trapelare: osservandola, infatti, chiunque avrebbe visto solo una giovane donna bellissima, sorridente ed innocente tanto nello sguardo quanto nei modi; aveva dovuto imparare a fingere fin da piccola, e l'aveva fatto al meglio.
Mi sembra un'ottima idea, in effetti sono a stomaco vuoto...
Ottimo! ... cioè, non che tu sia a stomaco vuoto... ma che ti vada di cenare insieme...
Anche gesti come quello, le cosiddette gaffes, erano studiate a tavolino dalla francese che però riusciva a renderle credibili in modo quasi sbalorditivo: insomma, se fosse stata tra i babbani l'Oscar alla recitazione non gliel'avrebbe mai tolto nessuno. Quando il cameriere arrivò, i due ordinarono quindi la cena - due zuppe, una di pomodoro ed una di patate - accompagnata da Acquaviola per lei e vino francese per lui.
Dimmi Cassandra... Cosa fai nella vita?
Cerco disperatamente di uccidere mia sorella dopo averle estorto le informazioni che mi servono per diventare inarrestabile.
Sono una giornalista freelance per un quotidiano francese, l'Observateur: ultimamente il mio capo vuole che mi concentri a scrivere articoli su quello che succede nel mondo magico inglese, sembra che ci siano state strane morti ed apparizioni sospette di creature assurde che hanno stuzzicato la sua fantasia... perciò eccomi qui.
Ovviamente la prima risposta venne solo pensata nella mente della giovane, che invece rispose col lavoro che effettivamente Cassandra - prima di passare "accidentalmente" a miglior vita - svolgeva.
Tu invece so che sei diventato professore ad Hogwarts. Com'è essere sotto la direzione di Madeline Bergman? Ho sentito che è una donna eccezionale.
Aggiunse la ragazza con gli occhi che apparentemente brillavano di innocente curiosità: che la Bergman fosse forte era un dato di fatto, altrimenti la cara Monique non sarebbe mai stata al sicuro sotto la sua protezione come invece era; chissà se Ferdy le avrebbe parlato anche della sorella, tutto poteva essere visto che comunque, a quanto ne sapeva, la Preside si spostava spesso da scuola e lasciava la direzione nelle mani della maggiore delle Vireau. Il cameriere intanto portò loro da bere, e quando Ferdy alzò la bottiglia di vino in sua direzione, Veronique finse di pensarci qualche istante prima di annuire con un sorriso imbarazzato.
Va bene, ma solo per questa volta.
Il sottinteso qual'era? Che lei solitamente non era avvezza a bere vino, ma che l'avrebbe fatto perchè glielo stava offrendo lui e quindi - anche se indirettamente - che lui era speciale: piccoli giochetti psicologici che Veronique aveva affinato negli anni, ma in fondo era normale che facesse sempre piacere sentirsi importanti per qualcuno, soprattutto se a quel qualcuno si era interessati. Poco dopo il cameriere tornò al loro tavolo con le due ordinazioni, e quindi la loro cena poteva ufficialmente iniziare: la ragazza alzò il calice col vino e guardò Ferdy con espressione timida.
Vogliamo brindare a questa cena?
Gli propose con voce imbarazzata ma felice: in fondo, per essere semplice "lavoro", quella cena poteva rivelarsi anche estremamente interessante.
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da Ferdy » 13/06/2012, 14:24
Da quel giorno in poi poteva considerarsi estremamente fortunato: non sempre capitava che una donna di tanta bellezza rara inciampava così, dal nulla, e questa volta era toccato a lui; questo pensava in quella breve attesa affinché la cena fosse pronta, ma i dubbi erano ancora tanti ma in quella cena ne avrebbe soddisfatti abbastanza per prendere un secondo appuntamento con lei, magari, o così sperava.
Sono una giornalista freelance per un quotidiano francese, l'Observateur: ultimamente il mio capo vuole che mi concentri a scrivere articoli su quello che succede nel mondo magico inglese, sembra che ci siano state strane morti ed apparizioni sospette di creature assurde che hanno stuzzicato la sua fantasia... perciò eccomi qui.
Annuì con il capo, gli occhi fissi in quelli di lei in segno d'interesse per la professione della donna, non che non fosse interessato, anzi, il problema stava proprio in quello: la donna stava parlando di qualcosa di cui lui non conosceva l'esistenza. L'Observateur poteva essere addirittura il quotidiano più famoso di Francia, come quello più scarso, per cui la sua tattica per il momento era quella di annuire e dimostrare comprensione per ciò che Cassandra dicesse.
Stiamo parlando lingue differenti, me ne rendo conto, tuttavia questo problema è secondario...
Tu invece so che sei diventato professore ad Hogwarts. Com'è essere sotto la direzione di Madeline Bergman? Ho sentito che è una donna eccezionale.
Era ovvio: probabilmente Hogwarts non era così preparata e sicura dai tempi di Albus Silente, quando le tenebre incombevano sul mondo magico e non, situazione da considerare non da niente; probabilmente quella donna avrebbe meritato un Ordine di Merlino Prima Classe alla sua morte o, chissà, magari le sarebbe stata proposta la carica di Ministro: lui ce l'aveva sempre vista su quel gradino della scala, sul gradino più alto, aveva sempre pensato che fosse l'unica in grado di dirigere le redini del mondo magico, se era in grado di farlo così come lo faceva con la sua scuola.
Hai sentito bene, probabilmente la migliore da qualche secolo... Si è avvalsa dei migliori docenti per l'insegnamento nella sua scuola, una scuola preparata e amministrata nel migliore dei modi, anche grazie al contributo della sua Vice: Monique Vireau, davvero una donna brillante!
E anche questo era vero: se la scuola era così ben tenuta e gli studenti così educati era anche merito dell'insegnante di Incantesimi, la Vireau: preparata, versata, giusta esigente della disciplina; una macchina, non una donna, oltre al fatto che era molto carina, un livello sopra il perfetto. Quando lui fece segno con la bottiglia verso il bicchiere, la giovane assentì seppur non molto convinta...
Va bene, ma solo per questa volta.
Quella sua risposta lo fece sorridere per due motivi: lei non beveva vino; era strano che una donna non bevesse vino o che, a cena, seppur non avendolo mai bevuto, lo accettasse così forzatamente. Il secondo motivo era il fatto che quella concessione in quell'occasione, solo con lui, voleva voler pur dire qualcosa. Magari un piccolo gesto? Per il momento però non era il caso di illudersi, se ciò voleva dire si sarebbe visto più avanti, magari quando sarebbero stati più in intimità e, perché no, ciò poteva avvenire quella sera stessa. Tutto dipendeva da lei, lui non avrebbe mai rifiutato una tale bellezza in tutti i casi: sia se quell'incidente si fosse rivelato come il movente di una calda notte, sia se si fosse rivelato come l'inizio di una storiella. Quella risposta lo fece ridacchiare un po. Le versò il vino e poi la 'giornalista' propose un brindisi non appena la cena arrivò in tavola. Alzò il calice:
Vogliamo brindare a questa cena?
Un sorriso malizioso e un cenno d'intesa con il capo
A questa cena allora e... ad un futuro brillante per entrambi...
E fu così che portò il calice alzato alla bocca e fece scendere lentamente il liquido rosso scuro, gustandone il sapore amarognolo e al contempo dolce che gli suscitarono dei piccoli brividi lungo la spina dorsale e le braccia, sensazione che solitamente lo infastidiva ma in quell'occasione fu come un piacere. Poi posò il bicchiere di fronte il piatto verso destra, prendendo poi il cucchiaio e assaggiando la zuppa che trovò semplicemente deliziosa.
Direi ottima... Dimmi, Cassandra, quanto tempo ti tratterrai qui in Gran Bretagna?
Spero abbastanza per potermi concedere una serata più particolare di una cena...
Stava correndo di nuovo troppo? Il suo istinto, che di rado agiva, si stava sbagliando in quella circostanza? Era tutto da vedere, Cassandra si rivelava ancora un mistero, una carta da scoprire.
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da Veronique » 13/06/2012, 15:23
Hai sentito bene, probabilmente la migliore da qualche secolo... Si è avvalsa dei migliori docenti per l'insegnamento nella sua scuola, una scuola preparata e amministrata nel migliore dei modi, anche grazie al contributo della sua Vice: Monique Vireau, davvero una donna brillante!
E meno male che ancora non aveva iniziato a bere vino, altrimenti le sarebbe sicuramente andato di traverso: e ti pareva che sua sorella non venisse osannata da tutti; quella piccola palla al piede era sempre presente, sempre nelle menti di tutti. Oh sì, lei era la più bella, la più intelligente, la più affascinante, la più misteriosa, la più simpatica...
Ti odio con tutte le mie forze brutta figlia di put--
Il pensiero ben poco lusinghiero nei confronti della sorella s'interruppe nel momento in cui Veronique annuì alla proposta di lui di bere un po' di vino, col seguente commento volto a fargli credere che stesse facendo un'eccezione proprio per la sua presenza. Ferdy sembrò apprezzare quell'attenzione ma non disse nulla al momento, versandole il vino nel bicchiere ed accettando con un sorriso il suo brindisi.
A questa cena allora e... ad un futuro brillante per entrambi...
Uno scintillio divertito percorse per un momento gli occhi di Veronique: si sarebbe potuta sbagliare - difficile ma non impossibile - ma aveva colto una certa... malizia nelle parole di lui; che Stone volesse portarsi a letto la dolce Cassandra?
Oh, fosse per me ci potrei anche stare subito, ma... è troppo presto per la brava ragazza che interpreto. Ma non temere Stone, usciremo ancora ed avrai la tua focosa esperienza... è una promessa.
Pensò Veronique nella mente, facendo tintinnare il proprio calice contro quello di lui per bere un sorso di vino: in realtà le piaceva molto come alcolico, lo beveva spesso e lo sapeva apprezzare, ma ovviamente fece finta di nulla annuendo solo col capo in segno di apprezzamento. La cena potè così cominciare, ed entrambi si dedicarono alle rispettive zuppe ordinate poco prima.
Direi ottima... Dimmi, Cassandra, quanto tempo ti tratterrai qui in Gran Bretagna?
Anche la mia è molto buona - rispose lei con un sorriso: veramente era abituata a tutt'altro genere di cibi, ma preferì evitare polemiche molto in stile Vireau e poco in stile Carvier - Beh, fino a che non avrò scritto un pezzo che valga la pena di essere pubblicato in prima pagina su uno dei più importanti giornali di Francia... potrebbero volerci settimane.
Gli rispose senza inflessioni particolari nella voce, con noncuranza, ma ben attenta invece a cogliere qualsiasi sfumatura nel suo sguardo e qualsiasi movimento del suo corpo: voleva studiare le sue reazioni insomma, e capire quanto quelle parole potessero fargli piacere o meno.
Tu sarai molto impegnato con la scuola, immagino...
Aggiunse con fare timido, abbassando lo sguardo: un modo come un altro insomma per fargli capire che le sarebbe piaciuto molto rivederlo, ma che forse gli impegni di lui erano troppi per permettergli di prendersi una pausa dal lavoro per dedicarsi un po' a lei.
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