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da Estelle » 27/04/2012, 18:19
Ancora trafficava tra i fornelli. Lucas sembrava seguire con attenzione ogni suo movimento, ed anche ciò che stava dicendo. Le piaceva avere a che fare con qualcuno che la prendesse sul serio, e non che la sbeffeggiasse anche in merito a cose serie, come ad esempio la scelta della Babbanologia - in quel caso. La pentola ripiena d'acqua era sul fornello posteriore.
Mi è sempre piaciuta l'idea di poter trasformare qualcosa in qualcos'altro, alterandone la struttura, il colore, il peso o la forma. In realtà non credevo che sarei mai diventato un professore, subito dopo il diploma mi sono spostato negli USA guadagnandomi da vivere come insegnante privato.
Qualcosa in comune, allora, l'avevano, in fondo. Entrambi mai avrebbero pensato di diventare professori. Eppure il destino aveva voluto che entrambi lo diventassero, che fossero assunti presso Hogwarts.. e che si (sc) in - contrassero. Estelle ora non badava più all'acqua sul fornello. Sembrava essersene dimenticata - ed infatti così era - occupata ad ascoltare la strana vita - interessante - dell'uomo che le era di fronte e che, in solo pomeriggio, le aveva fatto desiderare di non avere nessun'altro tipo di impegno per trascorrere la maggior parte del tempo possibile in sua compagnia.
Penso che ognuno sia portato per qualcosa. Io sono nato per insegnare agli altri come Trasfigurare le cose, e tu... per far girare la testa agli uomini, Miss. Come vedi, a ciascuno il suo.
Sicuramente quello era il complimento più strano che le avessero attribuito, di una natura tale da farle mettere in dubbio anche la sua dote nell' attirare l'attenzione degli uomini. Si era sempre reputata una ragazza "acqua e sapone" - come erano soliti definirle nel mondo babbano . Le storie, certo, non le erano mancate, ma ciò non le era servito granchè a convincerla di essere bella. Insomma, sapeva di essere bella, ma non le piaceva mostrarlo e farsene vanto dappertutto e, soprattutto, con tutti. Rise, ora che aveva terminato di pensarci su, portando istintivamente una mano sulle labbra, come a voler nascondere qualcosa, magari quella strana fossetta che le usciva ogni volta che rideva e che sua madre le aveva sempre ribadito.
L'acqua in pentola, intanto, aveva raggiunto l'ebollizione. Il ripiano di metallo al di sopra del piano cottura era diventato una distesa di vapore, ormai. Estelle diede le spalle al Tassorosso. Afferrò il pacco di spaghetti dal ripiano accanto e ne versò una buona quantità dentro la pentola. Intanto, Lucas l'aveva raggiunta, le si era affiancato. Non seppe se il suo fosse un tentativo di distrarla - perchè Lucas, ovviamente, aveva capito che ne poteva essere capace - o, magari, una semplice casualità. Estelle sorrise, vedendolo allungarsi, senza alcuna fatica poi - e non come lei che doveva alzarsi in punta di piedi ogni volta - verso uno sportello dal vetro trasparente, da cui estrasse due piatti di ceramica, che successivamente lasciò sul bancone, accanto al piano cottura.
Se l'odore è buono quanto il sapore, credo consumerò il pasto più buono della mia vita.
L'odore, in effetti, stava prendendo forma ed aveva già riempito l'intera cucina. Estelle tirò un grande respiro, chiudendo poi gli occhi, in estasi, sinceramente soddisfatta di se stessa. Quello sì che era un buon segno. Sicuramente, il pasto che aveva preparato con tanta cura non era poi così malvagio.
Grazie per essermi finita contro, Estelle.
Le venne quasi un colpo al cuore. Quella sì che era la frase più carina che le avesse detto, niente in confronto al complimento precedente - complimento che aveva accettato, comunque, di buon grado. Estelle si voltò verso di lui, nel momento esatto in cui Lucas allungava una mano in sua direzione e le accarezzava la guancia, spostandole una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio. Anche quello era il genere di contatto che la faceva sentire, in qualche senso, speciale, così come un ragazzo avrebbe dovuto farla sentire, di solito. Lucas ci era riuscito in un solo pomeriggio. Lucas era riuscito a cambiarle la giornata e l'umore. Lucas era decisamente una bellissima novità, che Estelle non avrebbe sprecato. E quando le si allontanò, Estelle si sentì quasi spaesata, come se le mancasse qualcosa di assoluta importanza. Non le importava risultare banale anche nei suoi pensieri. Le sue erano semplicemente sensazioni. Ed in quel momento sentiva che Lucas non l'avrebbe mai stancata, così come anche i loro veloci contatti.
A tavola. Si mangia.
Non voleva risultare banale, o sdolcinata, nel rispondergli. Aveva optato per una semplice affermazione che magari l'avrebbe salvata da altro imbarazzo. Prese a preparare i piatti, cercando di stare attenta a non macchiarsi i vestiti. Cercò di posizionare il cibo anche in modo che, alla vista, risultasse un buon piatto. Ed il risultò le risultò soddisfacente.
Prese i due piatti, ognuno in ogni mano, portandoli così sul bancone centrale. Volutamente, li posizionò uno di fronte all'altro. Ciò le ricordava tanto le scene che tanto adorava dei film, quelle cene romantiche che sempre aveva sognato di poter trascorrere. Sorrise, facendo segno a Lucas, con una mano, di accomodarsi.
Se per caso non dovesse essere ottimo, sentiti pure colpevole. La tua presenza mi mette in agitazione.. in senso buono, naturalmente.
P.S. Son sicura che in alcune parti risulterò monotona e banale, ma questo pomeriggio proprio non riuscivo a concentrarmi. Chiedo venia
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da Lucas » 27/04/2012, 19:24
Non si aspettava nessuna risposta particolare a quel complimento: in fondo non l'aveva detto per fare forzatamente colpo, ma soprattutto perché pensava veramente che fosse stato un bene per lui che Estelle andasse a sbattere contro la sua figura; se poi quel complimento fosse anche riuscito a suscitarle qualcosa di positivo, sarebbe stato tutto di guadagnato.
A tavola. Si mangia.
Sorrise a quelle parole, lasciando che si occupasse anche dell'impiattamento della pasta: sembrava a suo agio muovendosi in quel modo, rendendo speciale il pranzo, e a Lucas non dispiaceva affatto starla a guardare. A pensarci bene, anzi, era quasi affascinante osservare come una donna così elegante e sofisticata fosse in grado di destreggiarsi in cucina: tutto andava a confermare l'ipotesi iniziale dell'uomo, ovvero che la sua collega era una di quelle persone davvero singolari che, se si aveva la fortuna d'incontrare, era meglio non lasciarsi sfuggire. Tutto fu pronto, e così i due poterono prepararsi per il pranzo: Estelle portò i piatti a tavola, Lucas prese invece due bicchieri, dell'acqua e del vino per potersi godere quel pranzo al meglio.
Se per caso non dovesse essere ottimo, sentiti pure colpevole. La tua presenza mi mette in agitazione.. in senso buono, naturalmente.
Se cucini così bene quando sei agitata, non riesco ad immaginare cosa potresti preparare da rilassata.
Commentò Lucas con un sorriso mentre spostava lo sgabello alla donna così da permetterle di sedersi: un piccolo sprazzo di galanteria, ma in fondo che male c'era a mostrarsi cortesi con una così attraente figura? E poi, in fondo, lei aveva cucinato per lui, era il minimo che potesse fare per ringraziarla. Le si accomodò di fronte, prendendo la brocca col vino e fissandola interrogativo per un momento come a chiederle se voleva berne un po': se avesse accettato, avrebbe riempito entrambi i calici per permettere loro di fare un brindisi, proposto dall'uomo che alzò il bicchiere verso l'alto invitandola a fare lo stesso.
Agli scontro fortunati... ed al destino che li permette.
Se la donna avesse accettato di brindare con lui, Lucas avrebbe fatto tintinnare i due bicchieri con quel suo sorriso sghembo sulle labbra e gli occhi più brillanti, più intensi quasi, fissi su di lei; solo dopo avrebbe finalmente fatto onore alla pasta, prendendone una bella forchettata per poi gustarla con sguardo concentrato.
... lo sapevo che sarebbe stata fantastica.
Commentò infine soddisfatto, come se fosse stato orgoglioso che Estelle avesse rispettato le sue aspettative: non amava troppo parlare durante il pasto, gli piaceva assaporare con tranquillità ed in silenzio il cibo che consumava, ma c'erano tante altre cose che voleva sapere di lei e per questo sentiva che avrebbe fatto un'eccezione, per una volta.
Parlami di come si sta al Castello... sono simpatici i nostri colleghi? Finora sei l'unica che ho conosciuto. Potrei dire che se fossero tutti come te sarei in un posto meraviglioso, ma...
E qui si fermò un attimo, arrischiandosi ad allungare la propria mano, calda, per sfiorare un momento la pelle delle dita di lei, molto più serio ora in viso per farle capire che non stava cercando di prenderla in giro.
... qualcosa mi dice che qui non c'è nessuno, come te.
Si concesse di sorridere allora, lasciandole la mano in uno di quei tanti contatti lievi e brevi che servivano a creare una sorta di alchimia, tra loro: internamente, dentro di sé, Lucas sperava che dopo quell'incontro Estelle fremesse all'idea di rivederlo, ma era una speranza che non riusciva nemmeno ad ammettere a se stesso visto che non era abituato a ricercare così la compagnia di qualcuno.
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da Estelle » 28/04/2012, 15:57
La sentenza fu emanata. Presto si sarebbero accomodati per gustarsi quel pasto che Estelle aveva preparato con cura ed affetto, non volendo comunque essere, il suo, un tentativo per mettersi in mostra. Stava semplicemente facendosi perdonare per quanto accaduto tempo prima. Le sembrava ancora impossibile trovarsi in compagnia di un uomo come Lucas, e tutto per puro caso. La sua giornata era decisamente migliorata, e tutto nel giro di qualche ora. Ed ora, l'unico pensiero che le veniva alla mente, era che desiderava con tutta se stessa poter prolungare ancora di molto quelle ore, e magari poter ottenerle anche un'altra volta, magari per un vero appuntamento. Ovviamente, lei non avrebbe detto nulla. Non le piaceva andare di fretta e, soprattutto, mostrarsi così sfacciata. Ma - quella era una promessa che si stava facendo proprio in quel momento - non si sarebbe mai lasciata sfuggire questa opportunità, perchè in quel momento sentiva solo di voler che quel momento non terminasse mai.
Se cucini così bene quando sei agitata, non riesco ad immaginare cosa potresti preparare da rilassata.
Sapeva sempre cosa dirle e come tirarle su il morale, oltre al fatto che la sua insicurezza, in presenza di Lucas, scompariva del tutto: Lucas era il genere di uomo che non ti faceva mai sentire in quel modo. Sapeva come prenderle, le persone, e come farle sentire sempre a proprio agio. Estelle si sentiva stupida nel ripensare a come era arrossita prima e a come si sentiva nervosa mentre cucinava. Non ne aveva motivo. Lucas non le avrebbe mai rimproverato una cosa del genere. Ed anche se non ne aveva la sicurezza, la sua era più una convinzione. Anzi, le era sembrato che Lucas apprezzasse più la spontaneità, piuttosto che azioni fatte strafatte per attirare l'attenzione. Ed Estelle, seppur ancora molto dubbiosa su quest'ultimo concetto, non si era creata alcun problema: aveva preferito, già in partenza, essere naturale, e del tutto sincera. La tavola era pronta. Lucas aveva anche contribuito: acqua e vino. E aveva anche scelto il vino che le piaceva di più. Casualmente.
Lo vide attendere accanto allo sgabello, allontanarlo dal tavolo e guardarla, come se stesse aspettando qualcosa. Estelle intuì. Senza pensarci troppo, si accomodò, alzando lo sguardo su di lui e sorridendo, come a volerlo ringraziare il quel modo silenzioso. Ancora la guardava. Questa volta la brocca del vino tra le mani. Estelle allungò il bicchiere in sua direzione. Lo vide riempirsi. Le sembrò anche troppo pieno, ma in quel momento non ci fece troppo caso. Fortunatamente, era abbastanza brava nel digerire l'alcool, anche se in realtà non ne aveva bevuto abbastanza per poterlo constatare sul serio.
Agli scontri fortunati... ed al destino che li permette.
E quello era decisamente il momento migliore per brindare e a cui brindare. Il loro scontro. Lo aveva chiamato "scontro fortunato". Qualcosa le faceva pensare - così come poco prima - che il loro scontro non fosse stato momento di imbarazzo. Anzi, a suo modo, Lucas lo riteneva.. fortunato. E, magari, in quel momento, provavano esattamente le stesse cose. Ovviamente Estelle era una donna: il suo modo di vedere il mondo era diverso. Ma, allo stesso tempo, avevano una concezione simili di quel momento. Estelle sentiva solo di essere felice, ma di esserlo sul serio. Anche quando fece tintinnare il suo bicchiere con quello dell'uomo, e poi lo portava alle labbra, per assaporare il gusto del vino.
Allora Lucas prese a mangiare. Lo vide esitare prima di iniziare. Sembrava non attendere altro.
Fa' che sia buono! Fa' che sia buono! Fa' che sia buono!
Cantilenava lei, mentalmente, gli occhi azzurri posati sulla figura dell'uomo di fronte a lei, chinato appena sul piatto, mentre prendeva una forchettata di spaghetti per portarli così alle labbra. Non lesse alcuna espressione sul suo volto. Stava cominciando a pensare che non fossero usciti poi così buoni come sembrava.
... lo sapevo che sarebbe stata fantastica.
Estelle sorrise, sinceramente grata che il suo pasto non fosse malvagio. Decise allora di accompagnarlo. Prese a mangiare anche lei, spostando di tanto in tanto, con la mano sinistra, i capelli dietro le orecchie, in modo che non le dessero ulteriore fastidio.
Parlami di come si sta al Castello... sono simpatici i nostri colleghi? Finora sei l'unica che ho conosciuto. Potrei dire che se fossero tutti come te sarei in un posto meraviglioso, ma... qualcosa mi dice che qui non c'è nessuno, come te.
Per un attimo, sembrò che ci fossero solo loro - ed infatti così era. La sua attenzione improvvisamente ribaltata sulla mano dell'uomo che ora sfiorava la sua. Estelle che sorrideva - non riusciva a smettere - le labbra appena incurvate verso l'alto, più che altro. Desiderava che non la lasciasse, per nessun motivo, ma qualcosa le diceva che presto sarebbe stato solo un lontano ricordo. E sperava che il contatto successivo arrivasse il più presto possibile, proprio come in precedenza. L'aveva lasciata respirare, e poi le aveva mozzato il respiro una secondo volta. Estelle sentiva il cuore batterle ripetutamente e più volte. Sembrava volesse uscirle dal petto. Qualcosa le diceva che era proprio questo il genere di stato in cui doveva trovarsi quando qualcuno le piaceva. Perchè Lucas le piaceva sul serio, lui era diverso. E, in un certo senso, pensava che per lui fosse lo stesso.
Un po' come alloggiare in un hotel. Tutti i comfort di cui hai bisogno, una vista spettacolare, la possibilità di fare anche viaggi a Londra, e non doversi preoccupare di nulla.
Parlava come se stesse descrivendo un luogo immaginario, ma in realtà era ciò che pensava realmente di Hogwarts. Era decisamente il luogo migliore in cui avesse mai vissuto. Non le mancava nulla. A parte la famiglia, ma quell'anno sua sorella minore l'aveva raggiunta, quindi non c'era di cui preoccuparsi.
I nostri colleghi sono tutti molto competenti, devo dire. La preside ha fatto un'ottima scelta a chiedere di loro.
Continuò, lasciando andare all'unico commento positivo che avesse mai espresso sui suoi colleghi. Non che avessero lati negativi - anzi, li avevano eccome - ma Estelle li conosceva troppo poco per darsi a giudizi, di cui magari si sarebbe potuta pentire successivamente.
Purtroppo non so dirti come sono caratterialmente. Ho evitato, volutamente, di conoscerli: l'unica volta che ci siamo visti mi hanno guardata come se mi volessero mandare al rogo. Ma questi.. sono solo dettagli.
Aggiunse sarcastica lei, lasciandosi andare ad una risata, per poi portare un altro boccone di pasta alle labbra. Aveva davvero fatto un ottimo lavoro. E non si era nemmeno impegnata abbastanza. Aveva semplicemente seguito le regole. Curvò le labbra verso l'alto. Sorrise al ragazzo, che ancora mangiava ed intanto l'ascoltava.
Ma stai tranquillo.. qualcuno si salva.
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da Lucas » 28/04/2012, 19:42
Un buon piatto di pasta, un calice di ottimo vino rosso ed una piacevole compagnia: Lucas Turner poteva dire in tutta onestà di avere il necessario per un momento perfetto; e dire che non si era nemmeno sforzato di ottenere qualcosa. Era anzi convinto che fosse stato proprio il suo non pretendere niente ad avergli fatto incontrare Estelle e ad aver creato quella situazione a lui così congeniale. Probabilmente se si fosse sforzato, se si fosse dannato per conoscere qualcuno quel giorno e farci amicizia, non ci sarebbe mai riuscito.
E' proprio vero che il destino agisce quando meno te lo aspetti...
Convenne silenziosamente l'uomo mentre Estelle gli raccontava il suo punto di vista sulla vita nel Castello, rispondendo in modo positivo - lo capiva dal suo sguardo, dal suo sorriso, da ogni gesto di lei - a quel piccolo e breve contatto tra le loro mani. Lucas sperò che le piacesse così, che non volesse arrivare subito al sodo, ad un incontro più intimo e fisico che però avrebbe potuto anche uccidere un rapporto più profondo che sarebbe potuto nascere col tempo.
No, voglio pensare che lei sia diversa, altrimenti sarebbe inutile rimanere qui.
Era un uomo, certo, ma non era certo quel tipo di uomo: quello che puntava solo al sesso, al mero piacere fisico momentaneo, che dopo essere andato a letto con una donna la gettava via o peggio le diceva di rimanere solo amici; poteva non sembrare a prima vista, ma per quanto - come ogni essere umano sulla terra - gli piacessero i rapporti intimi con le donne, non era tipo da lasciarcisi andare così a cuor leggero. Per i maschi forse era più facile, ma non tutte le donne si concedevano a partner occasionali per una "botta e via": se per esempio avesse ceduto al desiderio che provava in quel momento verso Estelle, e lei avesse ricambiato finendo quindi a letto insieme - e rovinando tutto - e poi le avesse detto di rimanere amici, ad esempio, la donna si sarebbe potuta sentire ferita ed usata; si sarebbe quindi trattenuto, sperando in un evolversi del rapporto. Se era destino, in fondo, tutto si sarebbe svolto per tempo.
Un po' come alloggiare in un hotel. Tutti i comfort di cui hai bisogno, una vista spettacolare, la possibilità di fare anche viaggi a Londra, e non doversi preoccupare di nulla.
Le parole di Estelle, la sua voce e i suoi gesti, lo fecero tornare coi piedi per terra, facendogli ringraziare Merlino per il fatto che la donna stava parlando del Castello e non di se stessa: non sarebbe stato poi così grave perdersi qualche parola sulla vita ad Hogwarts, mentre al contrario gli sarebbe spiaciuto parecchio se la sua disattenzione gli avesse impedito di scoprire qualcosa in più di lei.
I nostri colleghi sono tutti molto competenti, devo dire. La preside ha fatto un'ottima scelta a chiedere di loro.
Non sembri molto convinta di quello che dici.
Commentò Lucas di rimando, ma non la stava sicuramente accusando di qualcosa: piuttosto era curioso ed un poco interdetto, come se ci fosse qualcosa nel comportamento di lei che non gli tornava - e che lei comunque chiarì poco dopo, a riprova per l'uomo che in qualche modo fosse per lui abbastanza semplice, seppur mai scontato, riuscire a capire i pensieri e le sensazioni della donna di fronte a sé.
Purtroppo non so dirti come sono caratterialmente. Ho evitato, volutamente, di conoscerli: l'unica volta che ci siamo visti mi hanno guardata come se mi volessero mandare al rogo. Ma questi.. sono solo dettagli.
Solitamente chi si comporta così è divisibile in due categorie: la prima è quella delle persone che provano invidia per qualcosa che tu hai e che loro non potranno mai avere; la seconda è quella di coloro che vivono di pregiudizi, incapaci di ammettere con se stessi che nella vita si può sempre cambiare idea.
Disse lui, ragionando ad alta voce quasi come se stesse parlando verso se stesso: posò lo sguardo su di lei e le fece un piccolo sorriso sghembo, allungando le dita con un movimento fluido per non farsi notare da lei e poterla così sorprendere nuovamente con una piccola carezza sul dorso della sua mano.
Per quanto mi riguarda non sono solito vivere di pregiudizi, ed in quanto all'invidia... la proverei soltanto nei confronti dell'uomo verso il quale convergono le tue attenzioni.
Un modo indiretto - ma potenzialmente efficace - per scoprire se ci fosse o meno un uomo nella vita di Estelle senza essere troppo invadente: non sarebbe parso poi così strano se la donna fosse stata circondata di ammiratori, ma ciò che a Lucas premeva sapere era se c'era già un uomo speciale nella vita di lei, almeno si sarebbe potuto fare da parte nel caso. Non gli piaceva infatti "tampinare" le donne già impegnate, lo trovava un gesto irrispettoso nei confronti delle loro relazioni.
Ma stai tranquillo.. qualcuno si salva.
Ora sì che mi sento meglio.
Aggiunse lui con un sorriso divertito, pulendo il suo piatto dall'ultima forchettata di pasta e pulendosi la bocca con un sorso di vino: si sentiva sazio senza scoppiare, una sensazione davvero piacevole. In realtà non si era nemmeno accorto di aver mangiato, ma sospettava che il merito fosse tutto della bionda di fronte a lui.
Dovrei tornarmene in camera per prepararmi alla lezione di domani, sennò che figura farò coi miei studenti? Non vorrei mai deludere le loro aspettative.
Disse all'improvviso, tornando serio perchè si vedeva che ci teneva a svolgere bene il proprio lavoro ma con un velo di tristezza negli occhi, come se fosse dispiaciuto - ed in effetti così era - all'idea di doversi allontanare da lei.
Credi che potremmo fare una passeggiata domani sera, dopo cena? Le giornate si stanno scaldando ed il Lago Nero dev'essere bellissimo illuminato dalla Luna...
Le propose qualche istante dopo, modulando la voce per non darle alcuna inflessione particolare: se si fosse dimostrato troppo speranzoso, infatti, lei avrebbe anche potuto sentirsi in obbligo di dover accettare, mentre Lucas voleva che Estelle desiderasse rivederlo, che fremesse all'idea di passare altro tempo con lui, che passasse le successive 24 ore e più a pensare al momento in cui lui l'avrebbe sfiorata di nuovo; un comportamento molto egoistico, certo, ma solitamente era così che l'uomo ragionava quando teneva a qualcuno. E a quella donna capitata così casualmente nella sua vita, lui teneva particolarmente.
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Lucas
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da Estelle » 08/05/2012, 12:57
Lucas continuava ad ascoltarla. Sembrava non intendesse smettere. Estelle parlava ancora, rispondeva alle sue domande e cercava di restare il meno tempo possibile in silenzio, per evitare che le si potesse rivoltare contro. Insomma, il silenzio, a volte, poteva essere confortante, ma in quel momento avrebbe potuto peggiorare le cose. Era nervosa, e restare in silenzio l'avrebbe fatta sentire peggio. Anzi, se prima si era sempre sentita una normale ventenne che passava tranquillamente inosservata tra la gente - o magari attirare chiaramente l'attenzione con il biondo dei suoi capelli o anche per le sue evidenti forme - ora cominciava a sentirsi più importante, come se Lucas le ponesse un riflettore addosso. Insomma, Lucas la valorizzava, ed Estelle si sentiva estremamente bene accanto a lui. Sentiva che il ragazzo era il pezzo mancante nella sua vita. Come quando aveva studiato un libro sugli Androgini, in continua ricerca della loro parte mancante, della loro anima gemella. Certo, parlare di anima gemella era del tutto inappropriato, nonchè affrettato. Persino lei riteneva fosse stupido definire il proprio compagno - o compagna - un'anima gemella. Non credeva in queste cose, come non credeva al destino. O perlomeno, così era stato fino a quel momento. Di certo, qualcosa, o qualcuno, sopra di loro, aveva voluto quell'incontro.
Solitamente chi si comporta così è divisibile in due categorie: la prima è quella delle persone che provano invidia per qualcosa che tu hai e che loro non potranno mai avere; la seconda è quella di coloro che vivono di pregiudizi, incapaci di ammettere con se stessi che nella vita si può sempre cambiare idea.
Pffffff.. invidia.. come no..
Il primo pensiero che le venne alla mente. Anche lei, fino a qualche mese prima, aveva condiviso tali ragionamenti, ma una volta giunta ad Hogwarts e conosciuto il corpo docenti, si era ricreduta. I suoi colleghi non avevano nulla da invidiarle: le donne erano particolarmente belle, di una bellezza rara, che anche lei pensava di avere, ma subito si era sentita sminuita nei loro confronti. Le ammirava, in un certo senso, ma non condivideva il loro modo di pensare. Gli uomini, poi, non si erano permessi nemmeno di conoscerla, o magari ciò derivava anche dal fatto che di professori nuovi ce n'erano esattamente tre, tra i quali vi erano anche Ferdy, suo amico da sempre. Sorrise. In realtà solo per un accorgimento: il suo problema di comunicazione con i suoi colleghi non era poi così impossibile da risolvere, anche perchè i colleghi non erano molti.
Per quanto mi riguarda non sono solito vivere di pregiudizi, ed in quanto all'invidia... la proverei soltanto nei confronti dell'uomo verso il quale convergono le tue attenzioni.
Sorrise. Imbarazzata e contenta. Sperava in un' affermazione simile. Insomma, era l'evidente segno che Lucas intendeva conoscerla meglio, e non dimenticarsi di lei non appena avesse varcato la soglia della cucina per andare via. O magari.. magari era solo semplice curiosità. Magari non gli importava sul serio, ed era solo per conversare. Si stupì di quanto entrambe le opzioni potessero risultare reali. Fortunatamente, Lucas l'aiutò a rimuovere tali pensieri con un'altra carezza alla mano. Estelle lo guardò ancora, socchiuse gli occhi e sorrise.
Puoi stare tranquillo.. la mia camera non è stata ancora condivisa con nessuno.
E detto ciò, chiuse l'occhio destro, in modo da fare l'occhiolino al ragazzo, assecondando così anche la sua curiosità. Non volendo entrare troppo nel personale - temeva che Lucas non potesse apprezzarlo - non chiese nulla, cercando di pensare che Lucas non mantenesse nessun tipo di legame fuori Hogwarts. Le sarebbe dispiaciuto, in effetti. Ma questo era qualcosa che non avrebbe mai rivelato, chiaramente.
Dovrei tornarmene in camera per prepararmi alla lezione di domani, sennò che figura farò coi miei studenti? Non vorrei mai deludere le loro aspettative.
Solo in quel momento Estelle si accorse che era trascorso molto più tempo del solito. Controllò l'orario sull'orologio proprio sopra la porta, e prese a guardare il suo piatto di pasta vuoto. Avevano mangiato entrambi, con gusto ed anche con indifferenza: sembrava che stessero facendo qualcosa di troppo importante per stare attenti a cosa e a come stessero mangiando. Si mise in piedi ed afferrò un piatto per ogni mano, portandoli così sul bancone, accanto al lavandino.
Certo, vai pure. Non vorrei essere la causa di tutto questo.
Rispose di rimando, voltandosi indietro e sorridendo al ragazzo, che intanto si apprestava a raccogliere le sue cose. Lei, intanto, apriva l'acqua del rubinetto e cominciava a raccogliere le stoviglie nel lavandino.
Credi che potremmo fare una passeggiata domani sera, dopo cena? Le giornate si stanno scaldando ed il Lago Nero dev'essere bellissimo illuminato dalla Luna...
Lasciò l'acqua aperta, non se ne curò. Un piatto quasi le sfuggì dalle mani. Lucas l'aveva veramente invitata ad uscire? E quello, poi, era un appuntamento? Di certo, Lucas non intendeva farle capire nulla, ma sembrava che non gli desse fastidio la sua compagnia - se no per quale motivo l'avrebbe invitata fuori?. Ed Estelle non avrebbe rifiutato. Insomma, in quel momento sentiva che era ciò che voleva. Già l'idea che il loro primo incontro fosse giunto al termine la dispiaceva, e non poco. E ciò l'avrebbe portata ad essere speranzosa, a sperare che il giorno seguente arrivasse al più presto.
Mi piacerebbe molto..
Rispose, sinceramente lieta che glielo avesse chiesto. Non aggiunse altro. Riprese a strofinare distrattamente un piatto sporco, con il volto inclinato di lato, gli occhi azzurri posati sul corpo del ragazzo.
P.S. Scusa il ritardo
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da Lucas » 09/05/2012, 13:05
Di certo non pretendeva che lei gli dicesse niente, non era tenuta in nessun caso a raccontargli qualcosa della sua vita privata, però era pur vero che un po' di curiosità l'aveva: era una bellissima donna e non era pensabile che non avesse mai avuto rapporti con qualcuno, ma la domanda vera riguardava un suo eventuale legame con qualcuno in quel momento, all'interno di Hogwarts - o anche all'esterno, in fondo non doveva per forza intrattenere una relazione con un altro insegnante.
Puoi stare tranquillo.. la mia camera non è stata ancora condivisa con nessuno.
Un piccolo sorriso spuntò dalle labbra di Lucas, che però cercò di non mostrarsi troppo compiaciuto: sicuramente quella risposta prevedeva una sorta di volontà da parte di Estelle di fargli comprendere che non era legata a nessuno - o perlomeno non lo era da quando era entrata al Castello, ma non doveva per forza significare qualcosa di più di un semplice desiderio di soddisfare la curiosità dell'uomo. In ogni caso, ciò che voleva sapere era ormai informazione data, e tanto bastava. Il tempo era trascorso velocemente, i piatti erano stati svuotati ed anche con grande soddisfazione, almeno da parte di lui, ed era ora di congedarsi per dedicarsi un po' al suo dovere di professore.
Certo, vai pure. Non vorrei essere la causa di tutto questo.
Forse però sarai la causa della mia distrazione...
Pensò il neo docente senza lasciar trapelare nulla, solo un piccolo sorriso sghembo ad incurvare le sue labbra sottili: forse Estelle si sarebbe chiesta cosa lui stesse pensando, ma avrebbe serbato quel pensiero solo per sé, come un piccolo ma prezioso segreto. C'era un'ultima cosa che però dovevano risolvere prima di darsi la buonanotte: avrebbero potuto rivedersi? Lucas azzardò un invito molto pacato, non troppo galante e non troppo invasivo perché non voleva spaventarla né accelerare i tempi; una conoscenza lenta e progressiva era l'ideale nel loro caso, e già fare una passeggiata da soli al chiaro di Luna non era certo cosa da poco. Ma lei avrebbe accettato, oppure avrebbe rifiutato garbatamente il suo invito?
Mi piacerebbe molto..
Questa volta il sorriso sul suo volto si ampliò, ed un piccolo cenno di assenso fu l'accompagnamento ideale a quell'incurvamento di labbra: Lucas la osservò ancora qualche istante mentre lavava i piatti sporchi - invece di farlo fare agli elfi domestici, quella donna era davvero una fonte di sorprese - col viso rivolto verso di lui, e pensò che non avrebbe potuto passare una prima serata di benvenuto migliore; si alzò dunque dal suo posto e le si avvicinò, fino ad arrivarle alle spalle. Di nuovo, la mano dell'uomo arrivò fino al suo orecchio per porvi dietro una ciocca di capelli biondi, ed a seguito un piccolo bacio venne depositato sulla guancia di lei.
A domani Estelle... e grazie.
Le sussurrò all'orecchio con voce calda, inebriandosi ancora una volta del suo odore prima di scostarsi dalla donna e lasciare la cucina comune in direzione della sua stanza - che forse avrebbe trovato anche velocemente seppur con un po' di fatica: colei che aveva conosciuto era una persona particolare, sorprendente, bellissima ed intrigante; ancora non sapeva dire cosa tra loro sarebbe nato, forse una semplice amicizia o forse qualcosa di più... per il momento, Lucas si sarebbe accontentato di passeggiare con lei l'indomani, certo che, comunque, sarebbe stata una serata fantastica.
[FINE]
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Lucas
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da Estelle » 22/05/2012, 15:47
[Martedì pomeriggio - Ore 15.00]
Un'altra giornata lavorativa giunta al termine. Nessun programma interessante per lei, quel pomeriggio. Si sarebbe stancata correggendo una pila di compiti degli studenti del terzo anno, sempre meno volenterosi, soprattutto ora che la scuola stava giungendo al termine. Le pesava abbastanza abbassare la media della classe, lei cercava in tutti i modi di non sembrare crudele, ma gli elaborati che le pervenivano non erano mai come sperava. Certo, le eccellenze erano presenti, ma guarda caso non erano mai abbastanza. Per ora, le interessava, comunque, solo godersi un ottimo pranzo, uno di quelli da farti venire l'acquolina in bocca, da lasciarti sazia solo alla vista del piatto pieno.
La cucina era vuota. Chissà per quale strano motivo, lei era sempre l'ultima a terminare le lezioni. Non aveva ancora idea su cosa le sarebbe andato di cucinare, magari qualcosa di semplici e non troppo laborioso - certe pietanze se le riservava per i momenti importanti, o per gli incontri "casuali" (ogni riferimento era puramente casuale). Con la mano destra, aprì l'anta del frigorifero e infilò del tutto la testa al suo interno, studiandone il contenuto. C'era abbastanza cibo da nutrire un reggimento. Lei che, in quel momento, aveva una grande fame, temeva di rischiare di terminare tutto - ovviamente non sarebbe accaduto. Tastò alla ricerca della busta contenente il pane tagliato a fette. Dopo averne estratto il contenuto, si allungò verso la credenza più alta, alla ricerca di una padella.
Se qualcuno mi vedesse, si spaventerebbe..
Se qualcuno l'avesse vista, sicuramente avrebbe pensato che stesse cucinando, il che era una reazione normalissima. Ma non poteva sapere cosa lei avesse intenzione di cucinare. Aprì di nuovo il frigorifero ed estrasse un contenitore con della carne macinata, composta a cerchio, formando dei dischetti tutti uguali, e di eguale misura. Il tempo di accendere il fuoco e mettere a cucinare la carne. Cinque minuti, e sarebbe stata pronta. Ed infatti così fu. Il pane tagliato a fette era già sistemato sul ripiano di marmo. Una fetta di formaggio, una di pomodoro ed una di insalata proprio accanto. Compose il suo panino con gusto, mentre già lo pregustava mentalmente, o sentendone solo l'odore.
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Estelle
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da Dylan » 22/05/2012, 21:26
Sentiva dentro di se il peso e la stanchezza della prima parte di una giornata lavorativa come molte altre sarebbero avvenute. Percepiva ansia, timore, dubbio riguardo quelle prime lezioni svolte. Come avrebbero trovato i ragazzi il loro nuovo professore? La lezione sarà risultata interessante? Bisognava davvero ammetterlo: essere professori era molto ma molto più complesso e difficile che essere studenti, e lui poteva assolutamente confermarlo avendo vissuto entrambe le realtà. Salito verso la torre sud e disposta la propria valigetta nera di pelle nel suo alloggio diviso con il professore di aritmanzia, Dylan decise che forse la cosa migliore era evitare di tornare ancora una volta nella grande sala per prendere parte al pasto comunque con i colleghi. Per quella volta il bisogno di un poco di pace e di tranquillità gli imposero di andare semplicemente alla cucina comune dei docenti e prepararsi lì, seppur in ritardo lieve, il pranzo tanto meritato. Datosi una sciacquata, si rimise nuovamente la canottiera bianca e il maglioncino attillato azzurro, sistemandosi appena i capelli neri come la pece. Uscì dalla stanza finalmente rilassato e con meno nervi in tensione, arricchito da un sorriso morbido e sereno, quello di qualcuno soddisfatto del proprio operato e pronto a dare il meglio di se in tutti i giorni seguenti. Non gli sembrava ancora vero essere lì. Arrivato all'entrata della cucina però, si accorse che non era affatto da solo, dato che una donna, una ragazza di bellissimo aspetto regnava lì dentro, seduta intenta a consumare un panino da poco preparato, forse sicura anche lei di non ricevere alcun disturbo a quell'orario con tutti gli insegnanti ai piani più bassi in compagnia degli studenti.
Di lei mi ricordo, deve essere...
Signorina Moreau dico bene? Dylan Connor, il nuovo professore di alchimia, ci siamo incrociati ma mai presentati ufficialmente!
Il nostro ragazzo timido e a volte un po' impacciato, quella volta fu il più possibile naturale, forse perché la ragazza davanti era alla fin fine una sua coetanea, anch'ella molto giovane, esattamente come la professoressa Vilvarin già incontrata in precedenza. La fissò intensamente con i suoi occhi del colore blu profondo e così scuro da confondersi quasi con il nero se non fosse stato per la luce del sole che tenue e delicata si rispecchiava in loro. Con se portava sempre e comunque la sua borsa a tracolla di stoffa nera, ove all'interno erano presenti i suoi arnesi da disegno: il pennello e il raccoglitori di fogli bianchi lisci e ruvidi. Avanzò quindi di un passo e poco più per allungare la mano e stringere quella della collega, qualora lei avesse accettato ovviamente, parlando con il tono più amichevole e ammirato possibile.
Speravo davvero di incontrarla al più presto in privato, deve sapere che sono davvero felice di conoscere una persona dotata come lei, così giovane e in breve tempo presa di ruolo in una scuola prestigiosa come Hogwarts, che incredibile talento e conoscenza della sua materia!
Ovviamente, proprio come era stato per la professoressa di erbologia, Dylan si sentiva in dovere di congratularsi con Estelle per essere stata chiamata di ruolo ad un'età così giovane, risultando esattamente come la Vilvarin una sorta di ragazza prodigio dalla quale lui poteva solo che imparare. Nonostante fosse comunque con le migliori intenzioni però, per l'ennesima volta D.C. si accorse che aveva messo da parte la percezione della realtà e della situazione, tornando con i piedi per terra quando ancora una volta posò lo sguardo sul piatto e sul cibo che la signorina Moreau stava per consumare, arrossendo appena, incapace di celare il suo impaccio per averla disturbata in un momento del genere senza chiedere permesso, non ancora conscio del fatto che quello era un luogo aperto a tutto il corpo insegnante, corpo del quale faceva parte a tutti gli effetti anche lui, ma per Dylan l'educazione presupponeva altre cose e altre reazioni.
Oh, chiedo scusa, forse vuole del tempo per se, almeno a pranzo; sono stato invadente! Se lo preferisce, posso prepararmi qualcosa e consumarla in camera, rimane comunque il fatto che è stato davvero un piacere incontrarla signorina Moreau!
Concludendo così le proprie richieste di perdono, Dylan attese quindi che la splendida bionda insegnante dei modi e costumi babbani gli facesse presente quali erano le sue preferenze per quell'ora di pranzo poco attardata, così da organizzare i suoi impegni in base alle sue preferenze ed educatamente salutarla a dovere prima di lasciarla al proprio pasto serenamente, felice di averla almeno appena conosciuta, altrimenti avrebbe preso parte con lei a quel convivio intimo riflettendo quindi sul da mangiare ringraziando con un cenno del capo ed un sorriso per la concessione di parte del tempo della francese.
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Dylan
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da Estelle » 25/05/2012, 12:57
Il panino pronto sul ripiano di marmo, proprio accanto ai fornelli. Sembrava molto più condito di quanto già non lo fosse. Sebbene si preoccupasse abbastanza di mantenere una linea impeccabile, quando si trattava di mangiare non riusciva a trattenersi. Il cibo era la cosa più piacevole che avessero inventato nel mondo babbano, e alcune pietanze erano molto meglio di altre, riuscivano a farla sentire bene. Il cibo, inoltre, poteva essere un ottimo mezzo su cui scaricare la propria rabbia, o la propria tristezza. Aveva avuto modo di scoprirlo tempo prima. Fortunatamente, ne era uscita indenne. In piedi di fronte al bancone, prese tra le mani il suo panino. Non volle accomodarsi perchè le piaceva così, in piedi, ed era troppo serena, quel pomeriggio, da potersene stare comodamente seduta.
Signorina Moreau dico bene? Dylan Connor, il nuovo professore di alchimia, ci siamo incrociati ma mai presentati ufficialmente!
Non si era accorta di nulla. Quasi le venne un colpo. Alzò il capo in direzione della strana figura che ora le era esattamente di fronte, un po' più vicino alla porta d'ingresso della cucina. Prese ad osservarlo. Anche lui sembrava essere incuriosito. Occhi azzurri, di un azzurro più scuro, quasi blu. Era incredibile quanto fossero belli, forse molto più belli dei suoi, anch'essi azzurri. Si intonavano alla perfezione con la maglietta che il professore - così aveva detto - indossava. I capelli scuri, corti quel che bastava per non risultare disordinati. Aveva sentito parlare di lui. Monique li aveva preavvisati dell'arrivo di un nuovo docente. Estelle, ovviamente, aveva preso visione di tale notizia, ma non le era sembrata più di tanto importante. Non fino a quel momento, almeno. Dylan, a suo modo, sembrava molto curioso, allo stesso tempo lieto di esser capitato proprio in quel momento in cucina, come se la stesse cercando. Eppure i due ancora non si conoscevano, non si erano nemmeno intravisti. Estelle non era nemmeno venuta a conoscenza che il ragazzo fosse arrivato ad Hogwarts. O perlomeno.. non fino a quel momento.
Dylan Connor..
Qualcosa le diceva che si sarebbe ricordata di lui non appena quello strano incontro fosse terminato.
Speravo davvero di incontrarla al più presto in privato, deve sapere che sono davvero felice di conoscere una persona dotata come lei, così giovane e in breve tempo presa di ruolo in una scuola prestigiosa come Hogwarts, che incredibile talento e conoscenza della sua materia!
Presa dal momento, dalla curiosità ed anche dall'attenzione che gli stava dedicando, non si era accorta che ora lui le si era avvicinato, questa volta con la chiara intenzione di ufficializzare la conoscenza con una stretta di mano. Attendeva, forse speranzoso, chissà. Estelle allungò la mano a mezz'aria, dopo aver naturalmente riposto il panino al suo posto, e raggiunse quella del collega, stringendola appena, mentre sulle sue labbra si formava un sorriso sincero. A suo modo, anche lei era lieta di averlo incontrato. Ed anche che lui fosse lì. Chissà per quale motivo.
Piacere di conoscerla, Dylan. Sono felice di averla incontrata. Ho sentito molto parlare di voi.
Ancora un attimo, prima che la stretta di mano terminasse, ed entrambi tornassero a poca distanza l'uno dall'altra. Estelle ora non più preoccupata per il suo pranzo, ma solo a trovare le parole giuste, qualcosa da dire, giusto per spezzare il ghiaccio. Dylan era stato naturalmente meglio di lei. Ancora lo ringraziava mentalmente.
Lei non è poi più tanto grande di me.. ed è qui ad Hogwarts per merito, come tutti i nostri colleghi, daltronde. Ottima conoscenza dell'Alchimia e, se non sbaglio.. lei dipinge? Perchè sarei molto lieta di dipingere con lei. Non sarò una grande artista, ma me la cavo.
Un'occhiolino in sua direzione, ancora sorridente. Sapeva abbastanza su di lui per poter portare avanti una conversazione normale e, soprattutto, aveva veramente voglia di dipingere. E per di più sapeva che Dylan era un esperto, avrebbe potuto darle ottimi consigli e, magari, si sarebbe anche potuti divertire, assieme, anche per conoscersi meglio e rendergli piacevole il soggiorno ad Hogwarts.
Oh, chiedo scusa, forse vuole del tempo per se, almeno a pranzo; sono stato invadente! Se lo preferisce, posso prepararmi qualcosa e consumarla in camera, rimane comunque il fatto che è stato davvero un piacere incontrarla signorina Moreau!
Stia tranquillo, non mi da assolutamente fastidio.
Replicò subito lei, ancora sorridente, prendendo a spostare il suo panino sul tavolo al centro della stanza, in modo da lasciare così lo spazio necessario al suo collega, nel caso avesse voluto prepararsi qualcosa.
Un pranzo in compagnia non mi dispiacerebbe affatto.. ad una condizione, però..
Ancora in piedi, si appoggiò al bancone con il corpo, con una mano si scostò lievemente i capelli dietro le orecchie. Prese a sorridere di nuovo al collega, chiaramente incuriosito dal suo dire. Continuò.
..non darmi del "lei".
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da Dylan » 26/05/2012, 14:21
Non appena i loro occhi si incontrarono, Dylan fu quasi certo che lei non fosse affatto una ragazza chiusa o fredda. Aveva un modo di fare gentile, estroso quanto bastava per far sentire a suo agio la persona avanti a se, inoltre la voce era soave e pulita, con tonalità diverse a seconda del pensiero da esprimere, non monofonica insomma, assolutamente un piacere ascoltarla. Fortunatamente il ragazzo percepiva di aver trovato un'altra persona come lui piuttosto socievole e con la quale poter decidere di intraprendere un ottimo rapporto lavorativo, per questo chissà quali divinità stava ringraziando.
Piacere di conoscerla, Dylan. Sono felice di averla incontrata. Ho sentito molto parlare di voi.
"Voi"? Non mi dica, è una dama del 700 che ha trovato una macchina del tempo ed è venuta a trovarci qui nel futuro per vedere che aria tirava, dico bene signorina?
Si avvicinò ulteriormente stringendole la mano con assoluta tranquillità e il chiaro intento di non farle del male. Allo stesso tempo, la borsa venne posata su un'altra sedia libera del tavolo e nel momento stesso in cui realizzò che probabilmente le voci sul suo conto si erano già sparse in fretta per il castello, arrossì leggermente, impacciato per quella rivelazione, non abituato lui che la gente parlasse di se nell'ambito della scuola, lui che era così pressoché invisibile ai tempi degli studi, ed in parte onestamente anche per sua volontà.
E cosa si dice in giro sul mio conto? Wow, voglio dire, è una cosa davvero strana, non pensavo di passare osservato nella mia normalità, sono solo un comune professore!
Per lui quella era pura ed onestà verità. Umile il nostro Dylan Connor, non c'era che dire, un'umiltà insegnata da una famiglia che in primis desiderava che il ragazzo non si sentisse mai al di sopra di nessuno ed imparasse sempre a vedere il prossimo come una possibile fonte di esempio ed insegnamento. Tutti gli esseri umani avevano qualcosa da insegnare nel loro modo di essere e di vivere a prescindere dalla loro età o dal loro carattere.
Lei non è poi più tanto grande di me.. ed è qui ad Hogwarts per merito, come tutti i nostri colleghi, daltronde. Ottima conoscenza dell'Alchimia e, se non sbaglio.. lei dipinge? Perchè sarei molto lieta di dipingere con lei. Non sarò una grande artista, ma me la cavo.
Mentre Connor junior si stava preoccupando di osservare nella credenza e negli altri scomparti quale cibo fosse di suo gradimento per quel pranzo, la voce di Estelle lo sorprese tanto che dovette per forza fermarsi e voltarsi ancora una volta per incontrare il suo sguardo, felice e sinceramente gioioso che ci fosse qualcuno nel castello oltre alla vice preside Vireau che apprezzasse l'arte in ogni sua forma, una fra queste ovviamente l'arte visiva.
Ammetto che il merito è un lato che devo ancora far effettivamente vedere di me. Ho fatto più e più lettere di richiesta di insegnamento qui, mentre a quanto ho capito tutti gli altri docenti sono stati chiamati senza bisogno di mandare curriculum, ecco perché trovo ancora più sorprendente la posizione sua e della professoressa Vilvarin, così giovani e così incredibilmente dotate tanto da non aver bisogno di chiedere lavoro perché vi è stato offerto subito! A parte ciò, si, dipingo da molti anni, è una delle mie ragioni di vita, anzi forse al momento è l'unica... Dipingere assieme? Scherza sarebbe a dir poco magnifico, e non può dire di non essere una grande artista fino a quando non mi avrà fatto vedere una sua opera, mai giudicare a prescindere, almeno questa è la mia filosofia... L'arte può essere in ciò che noi riteniamo poco importante o poco valente...
Un fiume immenso di parole e pensieri, ecco il nostro Dylan Connor, a volte così impegnato nel parlare ed esprimere le sue idee e le sue filosofie da ragazzo tra le nuvole da dimenticarsi che la persona avanti a se potrebbe tranquillamente annoiarsi o stancarsi di starlo a sentire. Fortunatamente però il suo sesto senso sviluppato negli anni lo avvertì giusto in tempo di smettere di andare oltre a parlare per chissà quanto, visto che tra l'altro la signorina Moreau non aveva ancora dato il suo pieno consenso a farlo rimanere lì, consenso che per fortuna del prefetto giunse poco dopo.
Stia tranquillo, non mi da assolutamente fastidio. Un pranzo in compagnia non mi dispiacerebbe affatto.. ad una condizione, però.. ..non darmi del "lei".
Lo sai che mi togli davvero un gran peso? A me piace trovarmi a mio agio amichevolmente con le persone, ma purtroppo persino la mia collega Parker non è solita chiamarmi per nome per via della mia posizione o a darmi del "tu", sarà assolutamente magnifico poterlo fare almeno con te, senza pensieri!
Sorriso di rimando in direzione della ragazza appoggiata al bancone mentre faceva oscillare la chioma bionda. Una cornice del viso che ad un tratto per il ragazzo risultava essere un ottimo punto di partenza per uno dei suoi soliti ed intensi "attacchi d'arte", ma chiaramente si trattenne visto e considerato che si trovavano nella condizione di mangiare entro poco, anzi, Estelle aveva già iniziato ed era meglio che lo facesse anche lui. Prese dell'insalata eseguendo un condimento leggero di olio, sale e limone, poi del pane integrale, tre fette ed infine della mozzarella fior di latte piccola da 125 grammi, mettendo tutto in un piatto, decidendo per quel giorno di stare leggero, forse perché era anche un tipo che stava attento alla linea o alla muscolatura, chi poteva dirlo così, su due piedi? Tornò a sedere attendendo prima che lo facesse la collega di Babbanologia, aspettando solo di iniziare a deliziarsi del pranzo assieme a lei.
E così anche tu francese come il capo, da dove vieni? Sempre Parigi? La Francia è una bellissima nazione, ammetto che visitare la maggior parte dei musei presentì lì, per un artista come me, è stato davvero un sogno ed una soddisfazione. Hai deciso di insegnare la cultura dei non maghi anche per questo, per una sorta di omaggio a quelle grandi menti e animi provenienti da persone senza poteri come Monet, Rembrandt o Magritte?
Gli piaceva conversare con lei, lei che incarnava la maggior parte delle sue passioni: la bellezza estetica, la Francia e l'arte. Una persona che probabilmente custodiva in se molte cose, molti segreti e molte caratteristiche uniche, affascinato lui dalla possibilità di incontrare così tanti punti di vista diversi in quel nuovo mondo, quel nuovo percorso che sapeva bene aver cercato per tanto tempo con insistenza ed ora ancora più intenzionato a seguire. Era mai possibile che un posto che una volta frequentava silenziosamente e senza troppi avvicinamenti al resto del mondo adesso gli stesse fornendo il prezioso tesoro dell'arricchimento personale con così tante menti brillanti e di estremo interesse? Felice più che mai di quella prospettiva, il ragazzo decise di proseguire una volta sentita la risposta della ragazza, informandosi su un suo aspetto del discorso "arte" un poco più personale e soggettivo.
Hai un artista preferito? O una corrente?
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