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Cucina Comune

Messaggioda Tisifone » 21/03/2012, 23:10

Infatti ti sbagli,

Il tono deciso e sicuro con cui Ferdy aveva pronunciato quella frase fece aggrottare le sopracciglia alla donna. Pur non considerandosi una saccente, difficilmente si sbagliava e soprattutto non riusciva a vedere come una carriera tra le alte sfere del Ministero potesse essere considerato simile a una carriera nel mondo del Quidditch.


… è stato mio padre a costringermi a giocare a Quidditch, non che mi dispiacesse, io all'inizio ero entusiasta, ma quando mi sono accorto che mi stessi addentrando in un mondo che non mi apparteneva era troppo tardi per uscire, mio padre aveva "chiuso a chiave la porta", e io ho dovuto "sfondarla".

Capito.

Si limitò a dire, dopo aver ascoltato con attenzione la spiegazione del giocatore, riprendendo a lavorare con il mattarello la pastafrolla in modo da ottenere un secondo rettangolo perfetto. Non aveva intenzione di aggiungere altro sull’argomento, troppo poco affine alle dinamiche padre – figlio per poter avere qualcosa di appropriato da dire. Sperava solo che i suoi genitori, avendone la possibilità, non l’avrebbero costretta a seguire una strada che non le si confaceva.

Di sicuro non sarei mai finita a Hogwarts…

Ricordò a se stessa e di conseguenza avrebbe vissuto una vita totalmente diversa da quella che aveva avuto, nel bene e nel male.


Direi abbastanza...

Annuì a quella che per lei era una semplice conferma dei suoi pensieri. Finito di stendere la pasta, prese di nuovo in mano la bacchetta e, dopo aver lanciato un’occhiata al ragazzo seduto di fronte a lei, ricavò una serie di biscotti a forma di bolide, scopa, pluffa e boccino, in onore del Professore di Volo.

Voglio imparare l'Occlumanzia...

Quasi ignorando la risposta di Ferdy, Tisifone fece levitare anche la seconda trance di biscotti su una teglia, per poi infilare entrambe nel forno già caldo. Poi con gesti calmi e misurati, rimise a posto tutti gli utensili che aveva usato, lanciando un Gratta e Netta sul tavolo, e infine si lavò accuratamente le mani. Solo dopo che tutto fu sistemato a dovere Tisifone tornò a concentrarsi sul Corvonero.

I Babbani dicono che volere è potere, ma non in questo caso.

Affermò quindi, appoggiandosi al bancone alle sue spalle, le braccia conserte come a voler mettere una certa distanza tra loro due.


L’Occlumanzia non è un capriccio che ti puoi levare così, semplicemente volendo. E’ un incantesimo complesso che richiede molta concentrazione e dedizione.

Continuò, fissando i suoi occhi blu in quelli dell’altro.

Dammi quindi una motivazione valida per cui dovrei scomodare la Preside per chiederle l’autorizzazione a insegnare qualcosa che esula dal mio incarico di docente.

Certo voler imparare l’Occlumanzia non era pericoloso come la Legilimanzia, non si trattava di scoprire i segreti degli altri, quanto proteggere i propri, ma in ogni caso, secondo la Grifondoro, ci doveva essere una buona ragione per voler imparare una tale pratica.

E soprattutto se vuoi qualcosa da me chiedimelo come si deve.

Concluse, facendo chiaramente capire all’altro che senza un po’ delle buone maniere che aveva dimostrato fino a quel momento con lei non sarebbe andato da nessuna parte.
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Messaggioda Ferdy » 24/03/2012, 19:27

Era fermo lì, in sospeso, temendo una risposta negativa da parte della docente di Divinazione; si limitò soltanto a guardarla, cercando quanto più il contatto visivo, non era un debole, non la temeva, non voleva farsi vedere debole già in una semplice conversazione. Si morse il labbro inferiore con un canino, tenendolo stretto alla dentatura inferiore, le palpebre socchiuse, mentre l'insegnante non sembrò affatto colpita dalla sua affermazione, quasi come se non lo avesse preso seriamente, ma lui non stava mica scherzando, era del tutto disposto.

I Babbani dicono che volere è potere, ma non in questo caso.

Era forse un no? Non avrebbe mollato così in fretta l'obiettivo, questa volta era deciso, avrebbe insistito se necessario, in tal modo si sarebbe accertato che la professoressa non lo stesse provando, in modo da vedere se il suo fosse davvero un desiderio o meno. Quei sogni assurdi, il dolori delle torture che ritornavano nel suo presente a farlo ansimare nella notte, facendolo sbalzare sul letto: era finito il tempo del sottomesso, del "figliolo" obbediente, si sarebbe ribellato con tutte le armi necessarie. Sentiva che il padre lo stava cercando, magari ancora deciso a rinchiuderlo in casa, impedendogli di ritornare più ad Hogwarts, magari usava appunto il canale mentale, anche se per quanto lui ne sapeva per entrare nella mente era necessario il contatto visivo, ma ciò andava contro al fatto che i più bravi occlumanti potevano farne a meno. Non aveva mai saputo di questa dote, di questa capacità del padre, ma saèeva bene quanto l'uomo fosse potente e quella possibilità era da prendere in considerazione seriamente.
La fissò, senza batter ciglio, deciso a sentire ciò che volesse dire ancora.

L’Occlumanzia non è un capriccio che ti puoi levare così, semplicemente volendo. E’ un incantesimo complesso che richiede molta concentrazione e dedizione.

Non ascoltò totalmente quella affermazione in quanto sovrappose le sue parole a quelle della donna;

So bene cosa comporti e cosa significa.

Disse incontrando i suoi occhi blu, non temendo di rimanere folgorato, ma restando inerte, a braccia conserte, l'epressione seria, quasi speranzosa, ma l'ultimo tratto era difficile da decifrare sul suo volto.


Dammi quindi una motivazione valida per cui dovrei scomodare la Preside per chiederle l’autorizzazione a insegnare qualcosa che esula dal mio incarico di docente.

Non ci pensò, perché oramai aveva le idee chiare, decise, avrebbe dato la stessa vita per combattere il padre e chiunque lo sostenesse.

Pensi che non sappia cosa significhi? Pensi che le torture abbiano lasciato solo questa cicatrice? - e così dicendo alzò la maglietta, facendo brillare sotto la luce del lampadario acceso una cicatrice che gli attraversava la schiena da sopra a sotto - Ardo, la notte mi desto dal sonno e sento il corpo levitare a pochi centimetri dal letto, e posso ancora sentire le sue minacce, le condanne infertemi da quel bastardo!

L'ultima parola fu pronunciata con un tono leggermente carico di odio rispetto al resto della frase. Gliel'avrebbe fatta pagare cara. Recò ancora il silenzio, mentre gli occhi si allacciavano intensamente a quelli blu dell'altra ancora più intensamente.

E soprattutto se vuoi qualcosa da me chiedimelo come si deve.

Lui sospirò, come in un atto di pazienza e pronunciò con sincera cortesia:

Professoressa Samyliak, ho bisogno del suo aiuto, voglio far strisciare quel fottuto stronzo e sentirlo implorare... Ma lei mi deve addestrare affinché questo avvenga...

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Messaggioda Tisifone » 28/03/2012, 21:25

Se c’era una cosa che Tisifone odiava sopra ogni cosa era la maleducazione e il fatto di interrompere una persona mentre parla sovrastandone la voce era uno degli esempi più irritanti di maleducazione. E se Ferdy avesse osservato bene i gesti della donna l’avrebbe vista abbassare le braccia lungo i fianchi e stringere le mani a pugno, mentre lo sguardo diventava più gelido e affilato.

So bene cosa comporti e cosa significa.

Ne dubito.

Si limitò a mormorare, sostenendo senza alcuna difficoltà il suo sguardo senza cercare di leggervi dentro. L’allentamento a cui Demetri l’aveva costretta fin da quando era giunta a Londra a dodici anni era stato un gioco al massacro che diventava ogni anno più duro, perché l’eccellenza non la si ottiene senza un po’ di sacrificio, parola di cui, a suo parere, quel ragazzo non ne conosceva il significato. Non era certo il ragazzino viziato, abituato a essere l’idolo di milioni di ragazzine, che si era aspettata di incontrare ma neanche un uomo maturo, capace di affrontare con la giusta lucidità le avversità della vita.


Pensi che non sappia cosa significhi? Pensi che le torture abbiano lasciato solo questa cicatrice? Ardo, la notte mi desto dal sonno e sento il corpo levitare a pochi centimetri dal letto, e posso ancora sentire le sue minacce, le condanne infertemi da quel bastardo!

Rimanendo al suo posto, con la schiena appoggiata al lavabo, Tisifone osservò con sguardo privo di alcuna espressione di pietà o disgusto la cicatrice che deturpava la pelle della schiena del collega, ascoltando con perplessità lo sfogo di rabbia e odio verso il padre.

Sapevo che alcune famiglie Purosangue erano solite educare i figli a suon di Cruciatus ma credevo che fossero abbastanza intelligenti da non lasciare segni.

Commentò, la solita voce inespressiva come il suo viso. Se Ferdy pensava che bastava farle vedere una cicatrice o raccontarle quanto il padre fosse un odioso bastardo per intenerirla aveva sbagliato i suoi conti. Lei condannava la violenza in famiglia, come un disegno artistico sulla caviglia fatto con delle bruciature dimostrava, ma questo non le impediva di non provare alcuna empatia nei confronti dei ragazzini vittime di violenza, anzi la sua personale esperienza le diceva che spesso diventavano degli adulti più violenti e sadici di chi li aveva generati.

Professoressa Samyliak, ho bisogno del suo aiuto, voglio far strisciare quel fottuto stronzo e sentirlo implorare... Ma lei mi deve addestrare affinché questo avvenga...


Quell’ultima richiesta alzò il livello della sua perplessità ai massimi storici. Per Salazar, come credeva di poter far strisciare qualcuno e fargli implorare pietà imparando l’Occlumazia? Se le avesse chiesto di insegnarli qualche Maledizione senza Perdono il discorso avrebbe avuto più senso ma così…

Proprio perché non è una Maledizione senza Perdono puoi anche accontentarlo…

Le fece notare la sua coscienza. Con i suoi insegnamenti non sarebbe riuscito a far del male a nessuno e forse avrebbe acquistato un po’ di pace interiore.

E a me questo dovrebbe interessare perché…?

Ribattè a se stessa, dando vita a un piccolo monologo interiore mentre il suo corpo continuava a restare immobile, lo sguardo fisso e impenetrabile, dando l’idea di star riflettendo sull’infinito e oltre.

Perché fare per una volta l’altruista non ti ucciderà.

Sentenziò, ponendo fine alla dissidio interiore nello stesso istante in cui il timer del forno si mise a trillare. Con calma puntò la bacchetta contro di esso, ne aprì lo sportello e fece levitare fuori le due teglie contenenti biscotti fragranti al cioccolato.

Quelli volanti puoi mangiarli tu. Ti manderò un gufo dopo aver parlato con la Preside.

Disse, indicando i biscotti con forme che ricordavano il Quidditch. Poi in silenziò sistemò in un contenitore di plastica i biscotti divinanti, come li chiamava lei, e uscì dalla cucina. Si era appena presa l’impegno di insegnare a qualcuno i rudimenti dell’Occlumanzia ma prima di iniziare doveva ottenere il benestare della Bergman.
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Messaggioda Ferdy » 01/04/2012, 22:04

Qualche attimo di silenzio, in attesa di una risposta, e Ferdy socchiuse gli occhi speranzoso; quando La Samyliak parlò fu un sollievo, l'attesa non alleviava di certo la tenzione, era risaputo.
Non si accorse nemmeno di aver incrociato le dita dietro la schiena, e sperò che l'insegnante non si fosse accorta di quel gesto ridicolo;

Quelli volanti puoi mangiarli tu. Ti manderò un gufo dopo aver parlato con la Preside.

Un sorriso sprizzante di gioia e gratitudine. Ignorò la prima parte della risposta, seppur doveva riconoscere che anche quello eraimportante: era un regalo dopotutto, a tutti gli effetti, ma era sicuro che se gliel'avrebbe chiesto lei avrebbe negato, orgogliosa com'era. La mano dietro la schiena, con ancora le dita incrociate ritornò lungo il fianco, e distese le dita, lentamente la osservò riporre in un contenitore i biscotti legati alla sua disciplina, prima che uscisse dalla cucina, ma ancora una volta il ragazzo parlò, questa volta non con il tono serio e a mò di contrasto con quello della donna, più sereno e gentile:

Professoressa... io... Grazie... di tutto!

Dopodiché, con un gesto della bacchetta osservò i biscotti sistemarsi in un contenitore uguale a quello di Tisifone e levitare a mezz'aria verso di lui, che si era girato, deciso a ritornare nel suo comodo letto in camera, mentre le luci della cucina si spensero con un altro gesto della bacchetta accompagnato da un lieve Nox.

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Messaggioda Estelle » 24/04/2012, 16:51

[CUCINA COMUNE - Ore 14.45]

Vittima di un incontro - scontro, ancora del tutto integra dopo essersi trovata improvvisamente sul pavimento a causa della sua distrazione post - lezione.
Erano stati i 30 minuti più strani - ed entusiasmanti - di tutti quelli trascorsi ad Hogwarts. E, tutto ciò, riteneva fosse merito solo di Lucas, ancora uno sconosciuto per lei, ma per qualche strano motivo sentiva di volerlo conoscere meglio, per quanto poteva. Ragazzo che ora camminava al suo fianco, facendole compagnia, non facendola sentire sola.
Estelle sorrideva con lui.
Ignorava le pile di compiti da correggere e le lezioni da preparare. Ignorava che i suoi ragazzi Corvonero avrebbero avuto bisogno di lei, e magari avrebbero sentito la sua mancanza. Ignorava che Ferdy fosse solo a badare a loro. Ignorava anche che, il collega, l'avrebbe sicuramente lasciata andare, se solo avesse saputo il motivo per cui Estelle non era con lui.

Gli uffici sono al sesto piano.. mentre gli alloggi nella Torre Sud..

Ripetè, stupidamente, come se lui non fosse già al corrente di queste informazioni.
Camminavano ancora. Estelle non riusciva a non essere nervosa. Cercava di non sbagliare, di non ricadere in qualche altra figuraccia.
Rideva di se stessa, più che altro. Sapeva di essere un completo disastro. Sapeva anche di non avere un ottimo equilibrio, quindi lo scontro precedente non era stato certo a causa del ragazzo.
Estelle, sfortunatamente, era il genere di ragazza che inciampava ovunque. Ma, il caso aveva voluto che, inciampando, si ritrovasse ogni volta senza alcun graffio, solo con qualche livido sparso qua e là. Ovviamente, nulla che potesse spaventarla sul serio.

Eccoci qui..
Prego. Prima gli ospiti.


Disse solo una volta raggiunta la loro destinazione, rivolgendo un sorriso al ragazzo.
Aprì la porta e, ancora sorridendo, lo invitò a precederla in cucina.

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Messaggioda Lucas » 24/04/2012, 17:11

Camminava con le mani nelle tasche, il passo rilassato di chi non risente di nervosismo o ansia, di chi è perfettamente a suo agio nella propria pelle e con la situazione che lo circondava: senza farsi troppo notare, Lucas osservava di tanto in tanto la persona accanto a sé, studiandola silenziosamente.
Era lei, Estelle, quella nervosa tra i due, o perlomeno era così che Lucas la percepiva: l'aveva imbarazzata poco prima nel corridoio che dava sugli uffici dei docenti, ma non gli dispiaceva perché se si era imbarazzata probabilmente aveva un minimo d'interesse per lui e questo, nella mente dell'uomo, giocava a suo favore.

Gli uffici sono al sesto piano.. mentre gli alloggi nella Torre Sud..

Un commento fatto forse per rompere il silenzio, ma il sorriso che incurvò le labbra dell'uomo non era di scherno né di compassione: in realtà sembrava preso da chissà quali pensieri, immerso in chissà quali ragionamenti, ma su cosa stesse veramente riflettendo non era dato saperlo a nessuno all'infuori di lui. Continuava a seguirla, un passo appena dietro a lei per studiare la sua camminata, il suo corpo, il modo in cui i capelli le ondeggiavano ai lati del viso.
Non era mai stato così presuntuoso da credere di poter capire una persona al primo sguardo, ma Estelle gli sembrava una donna dalle mille potenzialità che però non era mai stata presa veramente sul serio, che non sapeva forse nemmeno lei stessa quanto potesse dare agli altri.

Eccoci qui..
Prego. Prima gli ospiti.


Troppo gentile, Miss.

Gli piaceva chiamarla in quel modo, era galante e speciale in qualche modo, come quegli appellativi che si usavano un tempo, quando il gentil sesso era ancora tale e gli uomini non erano dei porci totali. Lucas era solito pensare che la galanteria, in un uomo, era sempre un valore aggiunto, e che una donna doveva sempre essere trattata gentilmente: se poi la donna era interessante ed affascinante come colei che aveva accanto poi, essere gentili diventava ancor più semplice.

Ha detto che ha avuto a che fare con una classe difficile, prima... quale materia insegna dunque?

Domandò alla donna mentre si guardava velocemente intorno, incrociando le braccia all'altezza del petto mentre si appoggiava ad un mobile accanto al frigorifero imponente che conteneva con tutta probabilità cibo sufficiente per l'intero corpo insegnanti.
Dopo aver ascoltato la risposta della giovane donna, Lucas avrebbe studiato - questa volta palesemente - il corpo di lei, senza nascondere quindi un sorriso ammirato nei confronti di lei.

Immagino di non poterla tentare con qualcosa da mangiare, vero?
Non ho ancora avuto modo di pranzare, oggi.
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Messaggioda Estelle » 24/04/2012, 17:50

Troppo gentile, Miss.

Non ricordava l'ultima volta in cui un ragazzo si era dato così tanta pena per lei, nel mostrarsi gentile nei suoi confronti, e addirittura così tanto galante. Anzi, non ricordava nemmeno che ci fosse stata una prima volta, o forse era semplicemente l'estasi del momento, o forse Lucas - chissà - ad impedirle di ricordare.
Una volta entrato in cucina, Estelle lo seguì a ruota, richiudendosi la porta alle spalle.
Ora non sorrideva, ma avrebbe tanto voluto farlo. Comunque l'espressione sul suo volto faceva capire quanto fosse poco tranquilla, ma allo stesso tempo lieta di essere in quel momento lì, con lui, soprattutto.
Era di certo la sua presenza quella che riusciva a metterla di buon umore. E non come le mattine trascorse a fare colazione da sola, oppure con Simon, il suo compagno di stanza, uomo per cui aveva avuto una "simpatia", e che per tempo non si era fatto vedere in giro.

Ha detto che ha avuto a che fare con una classe difficile, prima... quale materia insegna dunque?

La sua attenzione fu catturata nuovamente da lui.
Si mosse verso il bancone centrale, decidendo così di accomodarsi ad uno degli sgabelli. Lo osservò muoversi verso il frigorifero e poi fermarsi accanto a quest'ultimo.
D'un tratto, qualcosa le prese a muoversi all'altezza del ventre. Un gorgoglio, più che altro.
In quel preciso istante si ricordò di non aver fatto colazione, quella mattina, e per di più stava anche per rinunciare al pranzo. Questo era decisamente un suicidio da parte sua, per una ragazza come lei che il cibo lo adorava. E lo adorava ancora di più quando ricordava di avere una linea perfetta e di non doversene nemmeno preoccupare.

Babbanologia. Da circa due anni.
E stamattina ho incontrato la classe peggiore di tutta la mia carriera.


Mormorò, con un certo dispiacere nel tono, appoggiandosi al bancone con un braccio, mentre l'altro tentava di nascondere i gorgoglii del suo stomaco vuoto, questa volta poco imbarazzata: le sembrava comunque inutile nascondere una cosa del genere, visto che era la cosa più naturale che ci fosse al mondo.
Lasciò che il ricordo di quella sgradevole mattinata passasse, alzando così gli occhi azzurri sul volto del nuovo docente.
In quel preciso istante notò che anche lui stava guardandola, questa volta anche più attentamente. Estelle sorrise - non seppe spiegarsi perchè. Forse perchè lusingata, ancora una volta, da tali attenzioni, o anche perchè lo sguardo di Lucas lasciava comprendere quanto fosse di suo gradimento quella vista.

Immagino di non poterla tentare con qualcosa da mangiare, vero?
Non ho ancora avuto modo di pranzare, oggi.


Neanche io, in effetti. Sono a digiuno da questa mattina.

Rispose lei, lasciandosi andare ad una piccola risata, lieve e dolce, mentre si metteva in piedi per raggiungerlo accanto al frigorifero.
L'espressione sorridente, si chinò verso lo sportello dell'elettrodomestico, aprendolo ed osservando il suo interno con ovvio entusiasmo.

.. pasta.. pane.. pancetta..
Uhm.. credo che metterò su una bella matriciana.. vuoi favorire?


Chiese, chinando il capo all'indietro per dare un'occhiata al ragazzo e rivolgergli così un sorriso.

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Messaggioda Lucas » 24/04/2012, 18:23

Babbanologia. Da circa due anni.
E stamattina ho incontrato la classe peggiore di tutta la mia carriera.


Non era una materia facile, quella, perché per molti Purosangue era assolutamente inutile - e doveva ammettere che anche lui da giovane non le aveva dato molto peso. Estelle non doveva avere una vita semplice coi ragazzi, e questo fu per Lucas l'ennesimo segnale della forza che la giovane donna possedeva, magari senza nemmeno farci caso o rendersene conto.
Aveva tante domande da porle, ma c'era prima da chiarire se e cosa mangiare insieme: in America, Turner aveva sempre visto ragazze magrissime che tentavano di dimagrire ulteriormente non mangiando mai, ma sperava con tutto se stesso che la donna di fronte a sé lo stupisse in senso positivo.

Neanche io, in effetti. Sono a digiuno da questa mattina.

Per scelta o per le circostanze?
Lucas non seppe darsi risposta sul momento, limitandosi ad osservarla con la coda dell'occhio mentre gli si avvicinava per aprire il frigorifero - forse una comune dispensa con incanto refrigerante, ma l'effetto era quello - e studiarne il contenuto con attenzione.

.. pasta.. pane.. pancetta..
Uhm.. credo che metterò su una bella matriciana.. vuoi favorire?


Sorrise compiaciuto nel sentirla usare un "tu" molto più informale sicuro di potersi rivolgere a lei in quel modo da quel momento senza darle fastidio: annuì appena col capo, scostandosi dal mobile con un colpo di reni per andarle alle spalle, scivolando dietro di lei con un movimento fluido e silenzioso; in pratica senza che nemmeno Estelle potesse accorgersene, la bocca dell'uomo si ritrovò improvvisamente vicino all'orecchio di lei, il naso di Lucas solleticato appena dai capelli biondi della donna.

Come rifiutare una proposta tanto invitante...

Le sussurrò all'orecchio con voce suadente, volta forse a provocarle un brivido lungo la schiena anche se non avrebbe potuto accorgersi della riuscita o meno dell'effetto desiderato: in ogni caso, subito dopo aver pronunciato quelle parole si scostò da lei e fu lui questa volta ad andarsi a sedere su uno sgabello, più che mai deciso ad osservarla cucinare visto che per la sua esperienza una donna così elegante in grado di preparare qualcosa di commestibile era un evento più unico che raro.

E come mai proprio Babbanologia?
Nessun'altra materia era di tuo gusto forse?


Le domandò, curioso ma come sempre tranquillo e pacato nello sguardo e nei movimenti, palese dimostrazione di come si sentisse a suo agio lì con lei: solo il suo sorriso tradiva una sorta di divertimento malizioso e di mistero al contempo, un sorriso un po' sghembo che sembrava caratterizzare le labbra dell'uomo incurvate all'insù.
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Messaggioda Estelle » 25/04/2012, 10:01

Una matriciana. Aveva optato per il piatto più semplice che ci fosse nell'arte culinaria.
Sua madre le aveva spiegato gran parte delle ricette presenti in un librone che lei non si era mai permessa di aprire. Le sembravano tutte così esagerate, ricche di condimenti che lei, sicuramente, non avrebbe mai utilizzato.
Le piaceva la cucina semplice. Anzi, la cucina che con la sua semplicità sapeva essere buona. Ricordava ogni singolo posto in cui andava a mangiare proprio per il sapore che le pietanze le lasciavano. Per quanto potesse sembrare assurdo, Estelle si trovava bene così.
Era un'amante della cucina, e lo era anche tanto. Ma preferiva di gran lunga cucinarsi da sè, così da poter essere libera di cucinare a modo suo.
Intravide un secondo pacco di pancetta. Poteva bastare benissimo per entrambi, se solo Lucas avesse accettato. Ed Estelle attendeva ancora una sua risposta, fingendosi occupata a prestare attenzione a ciò che il frigorifero conteneva.
Ricordò che, da qualche parte, dovevano persino esserci dei barattoli di salsa già pronta. Magari ciò le avrebbe evitato qualche minuto in più a cucinare.

Come rifiutare una proposta tanto invitante...

Non riuscì a trattenere un sobbalzo, evidentemente perplessa dal comportamento del ragazzo.
Non si era accorta di nulla, nemmeno dei suoi spostamenti. Avrebbe tanto voluto farlo: si sarebbe sicuramente evitata le gote rosse, per la seconda - o terza - volta.
Un brivido le percorse la schiena. Estelle tentò di non voltarsi. Anzi, lasciò che sulle sue labbra si formasse un ampio sorriso. Per quanto fosse stato inaspettato, una parte di lei aveva sperato che succedesse. In fondo quello era il primo vero contatto che andava un po' più in là delle proprie aspettative.
Ed inoltre, dopo ciò, Estelle era sicura che Lucas non era un uomo qualunque, non per lei, almeno.
Riusciva a provocarle effetti che nessuno era riuscito mai a darle. Oltre al fatto che, sicuramente, Lucas sapeva come comportarsi con le donne e come provocarle.

Niente in confronto a Simon..

Pensò lei, chiaramente stupita dalla natura del suo pensiero.
Simon, fino a qualche settimana prima, era stato l'uomo verso cui aveva provato dei sentimenti - ancora di natura sconosciuta per lei. La loro era una sorta di amicizia, ma Simon non riusciva a darle nulla, a trasmetterle ciò che le serviva.
Il loro rapporto era durato ben poco. Estelle si era decisa troppo tardi, forse: non aveva intenzione nemmeno di provarci, con il proprio compagno di stanza. Avrebbe serbato per lui sempre un sentimento, ma di natura semplicemente affettiva, e nulla più.
Vide Lucas allontanarsi e prendere il posto che precedentemente aveva occupato lei.
Questo era chiaramente un invito. Ed Estelle intendeva coglierlo con piacere.
Non poteva essere una chef provetta, ma tra i fornelli se la cavava. E di questo ne era orgogliosa. Perlomeno, poteva garantire vitto e alloggio alla sua sorella minore quando trascorrevano del tempo assieme a Londra - o a Lille.

E come mai proprio Babbanologia?
Nessun'altra materia era di tuo gusto forse?


Questo volta gli stava dando le spalle, mentre si allungava verso gli scaffali più alti per raggiungere uno dei pentoloni, così da poterlo mettere sui fornelli.
Le piaceva come fosse curioso della sua vita, o delle sue scelte. Sembrava gli interessasse davvero, e non giusto per trascorrere del tempo solo perchè ne era obbligato. Ma, in realtà, Estelle ricordò di come fosse stato liui ad accettare l'invito senza alcuna replica. Quindi anche se, sfortunatamente, lui non intendesse restare con lei, di certo non sarebbe rimasto lì.

Quando ancora frequentavo Hogwarts, la Babbanologia non mi piaceva affatto.
Preferivo di gran lunga cimentarmi in Pozioni ed Incantesimi.. ed infatti ero davvero brava. I miei docenti mi dicevano che sarei potuta benissimo diventare un'ottima insegnante.


Cominciò lei, lasciando che la fiammella si accendesse e l'olio, presente in una padella presa precedentemente, si scaldasse.
Prese a sminuzzare la cipolla, bloccandosi ogni tanto sul posto per asciugarsi le lacrime dagli occhi. Rideva, voltandosi ogni tanto verso l'uomo seduto alla sue spalle, occupato a vederla cucinare.
Non le dispiaceva nemmeno che avesse preferito non aiutarla. Anzi, per lei era pure un piacere. Non era così complicato come poteva sembrare.

Una volta conclusi i corsi, non avevo nemmeno intenzione di diventare professoressa. Preferivo avere solo il mio incarico da prefetta, perchè in fondo il mio posto qui l'avevo già trovato.

Continuò, mentre lasciava cuocere, ora, i dadini di pancetta nell'olio bollente, fino a farli diventare quasi traslucidi. Unì la cipolla al composto, ed abbassò la fiamma al minimo.
Intanto, si allungò verso un altro scaffale, questa volta una posto in basso. Si chinò sempre alla stesso modo, piegando le gambe, in modo da restare in equilibrio sui talloni, ma sapeva perfettamente che una parte di lei - il suo fondoschiena, ecco - era ben visibile, soprattutto a qualsiasi persona fosse accomodata al bancone. E per di più, anche ad osservarla.
Sorrise di questo suo pensiero, rialzandosi poco dopo con un barattolo di polpa di pomodoro tra le mani.

Mi sono sempre sentita parte di questo mondo, ma allo stesso tempo una parte di me non voleva abbandonare le mie origini per metà babbane.

Versò la polpa di pomodoro nella padella, mentre ancora parlava. Non sapeva nemmeno lei sino a che punto intendeva arrivare, ma il flusso dei suoi pensieri era così strano che non intendeva darci troppo peso. Era sempre stata una ragazza incasinata, ma mai come in quel momento.
In realtà, tutto ciò la portava a pensare alla sua scelta. Non si era mai soffermata a pensare al futuro, quando aveva terminato i corsi ad Hogwarts. Aveva sempre immaginato la sua vita come prefetta e basta. Invece ora poteva ritenersi fortunata.
Il futuro era cambiato, e lei - anche se ancora del tutto perplessa - ne era orgogliosa. Amava la sua vita, amava ciò che era diventata e ciò che, un giorno, avrebbe voluto essere.
Aggiunse del pepe, ed un pizzico di sale, per dare così sapere, e lasciò a cuocere.

Ed in più.. l'idea di vedere il mondo "normale" attraverso gli occhi del "mondo magico" mi ha sempre affascinata ed incuriosita.
E questa, quindi, è la stata la mia scelta.


E detto ciò, chinò il capo all'indietro, lanciando un sorriso al collega, riprendendo poi a cucinare, questa volta impegnata a versare l'acqua in una pentola per metterla poi, successivamente, a lessare a fiamma media.

Tu, invece?
Come mai proprio la "Trasfigurazione"?


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Messaggioda Lucas » 25/04/2012, 13:41

Era divertente osservarla muoversi in cucina mentre chiacchierava: era come se, occupandosi di altro, Estelle riuscisse a sciogliersi un po', ad essere meno nervosa e più concentrata sul suo obiettivo - preparare il pranzo in quel caso.
Lucas la osservava silenzioso mentre parlava, sorridendo ogni tanto nel vederla prendere un cibo piuttosto che un altro o allungarsi verso una pentola o una padella: lui non era mai stato troppo bravo a cucinare, se la cavava con le basi certo ma nulla di più; inserire un piatto italiano come quello nella sua dieta era, per l'uomo, un piacevole cambiamento.

Quando ancora frequentavo Hogwarts, la Babbanologia non mi piaceva affatto.
Preferivo di gran lunga cimentarmi in Pozioni ed Incantesimi.. ed infatti ero davvero brava. I miei docenti mi dicevano che sarei potuta benissimo diventare un'ottima insegnante.


Due materie base nella preparazione di un mago, non si stupiva che la donna ne fosse stata portata: a dire il vero gli sembrava che difficilmente Estelle potesse aver trovato difficoltà in una qualsiasi materia da studentessa, pensiero che lo portò a chiedersi che Casata avesse frequentato quando studiava lì ad Hogwarts. Corvonero forse, seguendo il filo logico dei pensieri dell'uomo, o magari una Delfina, chi avrebbe potuto dirlo? Era l'ennesima domanda che Lucas avrebbe voluto porle, ma c'era tempo... tempo per ogni cosa.

Una volta conclusi i corsi, non avevo nemmeno intenzione di diventare professoressa. Preferivo avere solo il mio incarico da prefetta, perchè in fondo il mio posto qui l'avevo già trovato.

Lo sguardo dell'uomo si accese per un momento quando osservò la donna piegarsi, gli occhi chiaramente posati sul fondoschiena di lei: che male c'era, in fondo? Era pur sempre fatto di carne, e colei che trafficava con pentole e padelle era decisamente una donna in grado di farla cadere in tentazione, la carne.

Mi sono sempre sentita parte di questo mondo, ma allo stesso tempo una parte di me non voleva abbandonare le mie origini per metà babbane.

Non poteva comprenderla del tutto, essendo lui un Purosangue, ma si era sentito un po' nello stesso modo quando aveva abbandonato l'Inghilterra per l'America: amava quei luoghi, quel caos, quel movimento continuo intorno a lui ma al tempo stesso sentiva di essere sempre legato alla tranquillità ed alla pacatezza dell'ambiente inglese.

Ed in più.. l'idea di vedere il mondo "normale" attraverso gli occhi del "mondo magico" mi ha sempre affascinata ed incuriosita.
E questa, quindi, è la stata la mia scelta.


Forse era quella la cosa più divertente, alla fine: spiegare ad un mago il mondo babbano era tanto facile a dirsi quanto difficile a farsi; la prima volta che qualcuno aveva provato a farlo salire su una macchina, ad esempio, Lucas si era quasi preso un colpo nello scoprire che quella specie di scatola metallica si muoveva da sola.

Tu, invece?
Come mai proprio la "Trasfigurazione"?


Toccava a lui parlare di sé, ma non c'era molto da dire in fondo: la vita di Turner era stata meno entusiasmante fino a quel momento di quanto si sarebbe potuto pensare, e lui non aveva certo intenzione di infiocchettarla per rendersi più interessante agli occhi della donna, non era nel suo stile.

Mi è sempre piaciuta l'idea di poter trasformare qualcosa in qualcos'altro, alterandone la struttura, il colore, il peso o la forma. In realtà non credevo che sarei mai diventato un professore, subito dopo il diploma mi sono spostato negli USA guadagnandomi da vivere come insegnante privato.

Raccontò con una lieve alzata di spalle e quel particolare sorriso sghembo che sembrava renderlo perennemente divertito da ciò che lo circondava.

Penso che ognuno sia portato per qualcosa.
Io sono nato per insegnare agli altri come Trasfigurare le cose, e tu... per far girare la testa agli uomini, Miss.
Come vedi, a ciascuno il suo.


Un complimento nemmeno troppo velato, ma comunque sicuramente leggero e non troppo invasivo: le cose andavano fatte con calma, Lucas lo sapeva bene, la fretta non era mai una buona via da seguire per ottenere ciò che si voleva; anzi, il piacere stava proprio nell'attesa, nell'avvicinarsi lentamente al proprio scopo e raggiungerlo un passo alla volta.
Si alzò dallo sgabello avvicinandosi a lei a passo cadenzato, fluido, allungando poi la mano verso uno sportello dal vetro trasparente da cui s'intravedeva una pila di piatti puliti ed ordinati: ne prese due senza alcuna fatica essendo piuttosto alto, posandoli poi sul bancone accanto al fornello dove la pasta stava prendendo forma.

Se l'odore è buono quanto il sapore, credo consumerò il pasto più buono della mia vita.

Commentò, e non era una frase fatta ripensando a cosa effettivamente Lucas era solito mangiare.

Grazie per essermi finita contro, Estelle.

Aggiunse l'uomo, allungando la mano per spostare una ciocca dei suoi capelli biondi dietro l'orecchio di lei, sfiorandole così delicatamente la guancia in una lieve carezza appena accennata.
Le sorrise ancora, lasciandole lo spazio che le serviva per poter completare la cottura della pasta e per poterla così impiattare: in realtà gli piaceva molto starle vicino, ma proprio per il suo modo di fare e ragionare era molto più bello così, sfiorarla appena e poi allontanarsi per farla abituare gradualmente alla sua presenza, per farle desiderare di sentirlo ancora così vicino.
Lucas sapeva bene che alla maggior parte delle donne piaceva provocare, e che solitamente era questo che faceva eccitare gli uomini, ma per lui era l'esatto opposto: era la donna semplice, inconsapevolmente provocante, ad eccitarlo; ed ancora di più, gli piaceva avere la possibilità di essere lui a provocare, per quanto non si potesse considerare il tipo che ci prova con tutte.
C'era un confine ben deciso tra essere gentile e corteggiare una donna, e se nel primo caso Lucas si considerasse un uomo gentile con tutte, nel secondo... al momento c'era solo una persona che aveva acceso in lui quel desiderio di farle la corte.
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