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Cucina Comune

Messaggioda Tisifone » 14/02/2012, 20:11

Ciò che aveva spinto Tisifone a fare irruzione nelle cucine era la convinzione che a quell'ora tarda tutti i suoi colleghi fossero tra le braccia di Morfeo a recuperare le forze prima di affrontare un'altra giornata di scuola. Probabilmente se avesse anche solo ipotizzato che qualcuno avrebbe potuto sorprenderla in quell'atteggiamento alquanto disdicevole sarebbe rimasta in camera sua a sbollire la rabbia invece che dedicarsi a uno dei suoi strani hobby antistress: cucinare.

Chiunque lui o lei sia la persona in questione non vorrei essere al suo posto, professoressa Samyliak...

La battuta di Ferdy la fece saltare letteralmente, non l'aveva sentito arrivare e questo la diceva lunga sullo stato dei suoi nervi.

Chi le dice che non sia lei, Professor Stone.

Ribattè secca, rivolgendo all'uomo la luce omicida dei suoi occhi blu. Stava con una mano posata sul tavolo, il busto leggermente sporto in avanti, il coltello saldamente impugnato nell'altra sollevato a mezz'aria. I capelli erano raccolti in una frettolosa coda alta da cui sfuggivano delle ciocche ribelli che finivano per incorniciarle il viso. In quel momento con le guance arrossate dall'ira poteva apparire come una bellezza selvaggia.

Cos'è che l'ha tirata giù dal letto a quest'ora? Un qualche incubo? Oppure credeva che i Mangiamorte erano entrati a Hogwarts?

Chiese con tono ironico indicando con un gesto del capo sia la bacchetta che ancora impugnava, seppur non in posizione di attacco che la mise notturna disdicevole. Non era colpa sua se l'avevano abituata che gli uomini di classe dormissero con pigiami di seta e non in canottiera bianca. Di contro, per quanto fosse l'una di notte, la donna indossava una camicia da notte di raso blu lunga fino ai piedi con una generosa scollatura e una vestaglia dello stesso colore.

In ogni caso non si lasci influenzare dalla mia presenza e prenda pure quello che le serve.

Aggiunse brusca, mordendosi subito dopo il labbro inferiore in un gesto di incertezza. Tecnicamente l'aveva cacciato dalla cucina quando lui aveva i suoi stessi diritti di starci. Doveva smetterla di scaricare i propri nervi su ignari colleghi, non c'era da meravigliarsi se, escluso Nadal, non andata d'accordo con nessuno, ma le era difficile mantenersi quando si trovava in quello stato.

Cocco o cioccolata?

Chiese quindi, il tono leggermente più dolce, indicando con la punta del coltello due ciotole che erano sul tavolo.
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Messaggioda Ferdy » 16/02/2012, 14:43

Il ragazzo stette ad osservare la ragazza poggiato con una spalla su una delle travi sull'uscio della porta, mentre poggiava uno dei polpacci sullo stinco dell'altra delle due gambe, coperte solo fino alle ginocchia dal pantaloncino da notte che utilizzava anche d'inverno, seppur con il gelo della Scozia. Personalmente, il ragazzo, non soffriva il freddo, e poteva vedersi dal guardaroba pieno di magliette a maniche corte e panataloncini estivi, adatti ai soggiorni che oramai non erano più frequenti sulla costa francese di Marsiglia, e nel pensarlo gli ritornò in mente una seconda volta la madre, cosa voleva dire?

Chi le dice che non sia lei, Professor Stone.

Sorrise, e rimase quasi folgorato nell'incontrare il suo sguardo, i suoi occhi di un blu intenso; aveva quasi un'aria omicida in quella posizione: il busto sposto in avanti verso la cosa con cui stava lavorando, e con un coltello sollevato a mezz'aria, i capelli raccolti, che avevano mancato due ciocche, le quali le ricadevano lungo le guance arrossate.
Lui, però, la prese sullo scherzare, anche se la professoressa aveva ribattuto in maniera secca, probabilmente adirata da un episodio personale.

Mmm... sesto senso... e poi ancora non mi pare di aver infranto il Regolamento della scuola, e infranto una punizione da lei assegnata...

Fece lui, sull'ironia, secondo quanto era capitato a due studenti Dragargenteo, gli stessi con cui si era scontrato parecchio tempo prima: il ricordo lo faceva ancora ardere di lenta vendetta, ma avrebbe avuto la sua occasione. Tuttavia alludendo ai due, sperò che la professoressa non avesse tirato fuori la storia che lui aveva fatto saltare in aria la porta del Bagno dei Prefetti, mettendolo in tal modo in una situazione di imbarazzo, e alquanto scomoda.

Cos'è che l'ha tirata giù dal letto a quest'ora? Un qualche incubo? Oppure credeva che i Mangiamorte erano entrati a Hogwarts?

Ancora una volta sorrise per il comportamento freddo e quasi scocciato dell'insegnante, ma non ci badò ancora, sapeva bene che poteva farsi del male con quella donna, e non era nemmeno il caso di rispondere per quelle battutine buttate così, senza intenzione di attaccar briga, inoltre, anche a lui piaceva dialogare in quel modo, e per un qualche secondo sembrò di trovarsi davanti sua sorella e rimembrò amaramente quanto gli mancasse la "streghetta".

Diciamo... Entrambe le cose, ma mi sbagliavo, evidentemente.

Fece di rimando, mentre riponeva in una delle tasche posteriori la bacchetta che aveva abbassato alla vista della donna alle prese con la cucina: in quel momento si sentì esattamente come uno stupido, e abbassò per un momento il capo;

In ogni caso non si lasci influenzare dalla mia presenza e prenda pure quello che le serve.

Ribattè ancora in preda all'ira, quasi come a voler dire "Prenda ciò che gli serve e se ne vada!". Ma lui sembrò capirla: era umano assumere quel comportamento certe volte, e lui non considerava la donna una strega nel vero senso della parola secondo quanto si diceva per i corridoi del castello. Da tempo, precisamente dall'incontro con i professori nel Salone Comune, aveva sospettato di lei, osservando in primo luogo i comportamenti di tutti i professori, ma il suo lo aveva colpito in maniera maggiore rispetto al muoversi di altri: aveva individuato l'incerto in quella riunione, il professor Mcdullan, e aveva individuato la donna con la storia difficile, che era la donna in questione. Erano tutte supposizioni, ovviamente, ma era bravo nel distunguere quel genere di persone ed in quello stesso momento gli vennero in mente le parole del suo caro nonno: "Le esperienze delle persone, incidono sul viso dell'interessato in maniera direttamente proporzionale alla loro gravità... Ci sono persone solari, belle, pure, che magari hanno avuto tutto nella vita, ci sono persone scettiche invece, che magari hanno affrontato il più triste dei destini...".

In effetti no, ero venuto solo a controllare, me ne tornerò a letto.

E così dicendo fece per andarsene, ma la donna sembrò pentirsi delle parole dette al professore di Volo, che si bloccò quando sentì la stessa voce di pochi secondi prima dire...

Cocco o cioccolata?

Si voltò una seconda volta e fece un piccolo sbuffetto, non infastidito, ma divertito, quasi; si avvicinò al tavolo, e prese posto su uno degli sgabelli che lo circondavano, abbassando un momento lo sguardo sull'opera della professoressa di Divinazione e poi dicendo:

Direi cioccolata, professoressa, ma solo se mi da del tu, e... se poggia quel coltello sul tavolo, escludendo in maniera certa la probabilità di trascorrere la notte in Infermeria con un taglio netto e profondo lungo mezzo metro sul torace...
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Messaggioda Tisifone » 16/02/2012, 16:38

Mmm... sesto senso... e poi ancora non mi pare di aver infranto il Regolamento della scuola, e infranto una punizione da lei assegnata...


Perché far saltare in aria la porta del Bagno dei Prefetti non rappresenta un’infrazione alle regole della scuola vero?

Quando aveva sentito in giro i mormorii su quell’avvenimento, Tisifone aveva trovato divertente l’immagine de due draghi sarcastici e strafottenti beccati in posizione equivoca da qualcuno, ed era stata felice che non fosse capito a lei l’onore o meglio l’onere di dover placare gli animi, visto che non sarebbe stata per nulla obiettiva. Sarebbe stata troppo tentata di dare una pacca sulla spalla a Ferdy e togliere una caterva di punti ad Arianna e Typhon solo per ripicca. Purtroppo adesso si trovava in una situazione completamente diversa e l’altro le aveva dato un assis troppo bello per non sfruttarlo.

Peccato non fossi di ronda quella sera… avrei avuto un ottimo motivo per avercela con lei.

Concluse, cercando di mascherare un ghigno divertito, piegando la testa verso il tavolo, ma fallendo miseramente visto che i capelli, raccolti, non scesero a nasconderle il viso.

Diciamo... Entrambe le cose, ma mi sbagliavo, evidentemente.

Brutta cosa gli incubi, un po’ come l’insonnia. Non esiste un metodo definitivo per liberarsene, però se le capita spesso dovrebbe fare un salto in Infermeria a farsi dare un po’ di Pozione Antisogno. Con quelle occhiaie che si ritrova avrà dei problemi a far volare la scopa domani…

Ironica e non pungente, quasi una battuta colloquiale, da persone civili: litigare con Asher nel cuore della notte e decidere di preparare dei biscotti per calmarsi aveva anche di questi effetti collaterali.

In effetti no, ero venuto solo a controllare, me ne tornerò a letto.

A quella affermazione, Tissy scrollò le spalle ritornando a occuparsi della sua creazione culinaria. Lei ci aveva provato a rimediare all’uscita acida di prima ma se lui voleva tornare a letto non lo poteva biasimare: perché perdere tempo e sonno a vedere una strega nevrotica che cucina?

Direi cioccolata, professoressa, ma solo se mi da del tu, e... se poggia quel coltello sul tavolo, escludendo in maniera certa la probabilità di trascorrere la notte in Infermeria con un taglio netto e profondo lungo mezzo metro sul torace...

Posso darti del tu ma per quanto riguarda il coltello non so… Ho sempre desiderato imitare i lanciatori di coltelli babbani.

Disse, facendo finta di lanciare il coltello nella sua direzione, sorridendo apertamente, gli occhi che le brillavano di qualcosa di simile alla contentezza. Mentre lui si accomodava sullo sgabello di fronte a lei, Tisifone prese la ciotola dello zucchero e lo svuotò in quello della farina, insieme a un pizzico di sale e, preso un cucchiaio, iniziò a mescolare, per poi rovesciare il tutto sul bancone di metallo in una fontana perfetta.

Allora questi incubi?

Chiese, senza guardarlo negli occhi, per non apparire troppo curiosa o invadente, ma realmente desiderosa di scambiare quattro chiacchiere con lui. Doveva conoscere meglio i suoi colleghi e cercare di crearsi se non proprio una cerchia di amici almeno di conoscenti.
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Messaggioda Ferdy » 17/02/2012, 14:59

Posso darti del tu ma per quanto riguarda il coltello non so… Ho sempre desiderato imitare i lanciatori di coltelli babbani.

Un sorrisino divertito e un sopracciglio alzato con le braccia conserte sul bancone, lo sguardo fisso sulla fontana di farina che aveva rovesciato sul bancone; chissà cosa stava preparando, magari una buona torta: le torte, lui le amava, amava il cioccolato soprattutto, e la panna, eppure, per quanto ne mangiasse, riusciva a mantenersi in forma, e quella era davvero una fortuna, quasi quasi il pensiero di essere obeso non si figurava nemmeno nella sua mente, per quanto si sforzasse.

Tuttavia la devo avvertire che qualunque mago si cimenti in attività babbane, solitamente, non ottiene un buon risultato, come un Babbano con una bacchetta tra le mani, dopotutto...

Fece lui, sempre con sguardo fisso sull'opera della collega, mentre nella mente si figurava la figura di un alta torta di cioccolato; poi si soffermò sul viso dell'insegnante e potè notare la sua ira svanire pian piano, la vide quasi rimpicciolire nei suoi occhi.

Allora questi incubi?

Si accorse in quel momento di essere rimasto imbambolato per qualche secondo, ogni tanto gli capitava quando si metteva a riflettere in modo particolare, e scrollò la testa senza dare nell'occhio, rimanendo per un momento incerto, come se non avesse ancora capito ciò che gli era stata chiesto, poi come se avesse immediatamente capito si affrettò a rispondere.

Oh... si... in realtà è da un po che ho ricominciato a sognare sempre la stessa cosa, mia madre... ma non ne capisco il motivo... bhe... lei, insomma, non voleva che venissi a scuola ad Hogwarts, inizialmente, io mi sono ribellato...

Assunse un'aria preoccupata: in qualche modo aveva capito che non si trattava di una casualità se sognava sempre la stessa cosa, ma, sua madre, perché? Cosa c'era che non andava ancora? Che fosse un segno? Non sapeva come muoversi, ma forse la professoressa di Divinazione avrebbe saputo dirgli di più, lo sperava.

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Messaggioda Tisifone » 17/02/2012, 20:33

Tuttavia la devo avvertire che qualunque mago si cimenti in attività babbane, solitamente, non ottiene un buon risultato, come un Babbano con una bacchetta tra le mani, dopotutto...

Mi spiace contraddirti ma personalmente riesco bene in molte attività babbane, come la cucina per esempio…

Ribattè Tisifone, raddrizzando la schiena e dandosi un po’ di arie, brandendo il mestolo come se fosse uno scettro: piano piano il nervosismo e la rabbia che aveva prima stavano sparendo e si stava concedendo di rilassarsi un po’. Dopotutto abbassare la guardia per il tempo di fare una torta nelle cucine degli alloggi degli Insegnanti a Hogwarts non l’avrebbe uccisa, o almeno lo sperava ardentemente.

…anche se a volte baro un po’…

Aggiunse, tirando fuori dalla tasca della vestaglia la bacchetta e creando un piccolo cerchio magico intorno alla fontana per evitare che il contenuto scivolasse via.

L’unica volta che ho provato a fare senza, una volta aggiunte le uova rivoli di farina e bianchi sono scivolati ovunque.

Confessò, prendendo quattro uova e iniziando a romperle una alla volta nell’avvallamento della fontana. Al secondo uovo, la fontana iniziò a franare ma nulla fuoriuscì dal cerchio magico.

Per non parlare dei piccoli problemi che ho con proverbi e cose simili…Ma eccetto questi piccoli dettagli, non esiste nel Mondo Babbano qualcosa che non sia in grado di fare.

Sentenziò alla fine, mentre un piccolo ghigno le comparve sul viso al ricordo dei vari e fallimentari tentativi che Nadal aveva fatto nel cercare di farle ricordare anche i più elementari proverbi. Scuotendo la testa divertita, si arrotolò le maniche della vestaglia e, immerse le mani, nel composto di farina, zucchero e uova, iniziò a impastare, il busto che andava avanti e indietro a seguire l’andamento delle mani, il pendaglio a forma di drago che non si toglieva mai che dondolava allo stesso ritmo, mettendo in evidenza il solco dei seni.


Oh... si... in realtà è da un po che ho ricominciato a sognare sempre la stessa cosa, mia madre... ma non ne capisco il motivo... bhe... lei, insomma, non voleva che venissi a scuola ad Hogwarts, inizialmente, io mi sono ribellato...

Non mi meraviglia che fosse contraria. Anche i miei genitori all’epoca, avrebbero preferito farmi studiare a casa piuttosto che farmi mettere piede a Hogwarts. Ma tua madre che motivazione ha addotto?

Chiese curiosa: a tanti anni di distanza non aveva ancora compreso le motivazioni dei propri di genitori. Si asciugò il sudore dalla fronte con il retro del braccio e lasciandoci una striscia di farina. Era riuscita a trasformare quell’insieme di ingredienti in una palla compatta che mise da parte sul tavolo per dedicarsi alla fase successiva,sciogliere il burro a pezzettini che stava in un pentolino.

Comunque… Sogni ricorrenti? Vuoi un’opinione generale o un’interpretazione professionale?

Domandò, dandogli la schiena e girando in continuazione il burro per evitare che si mettesse a bollire.

In linea generale posso dirti che forse ti senti in colpa nei confronti di tua madre. Già lei non ti ci voleva qui come studente, il fatto che tu abbia ottenuto anche una cattedra non deve averle fatto proprio piacere, sbaglio?

Una volta che il burro si sciolse, Tisifone spense il fuoco e lentamente ne versò un po’ sul panetto, riprendendo a lavorarlo con le mani per far assorbire il nuovo ingrediente. Per tutto il tempo non guardò Ferdy negli occhi, per cercare di metterlo a proprio agio nel parlare di certe cose con una quasi perfetta sconosciuta.
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Messaggioda Ferdy » 23/02/2012, 17:06

Nel momento in cui aveva introdotto il discorso del rapporto conflittuale che aveva con sua madre l'aria si fece più pungente, ma non per il fatto che trovasse difficoltà nel parlarne con qualcuno, anzi, probabilmente, però, quella sensazione di disagio era dovuta al fatto che si sentisse in colpa in un certo senso, per come aveva trattato sua madre. Ferdy non aveva mai disobbedito ai propri genitori, ma non perché fosse educato, ma il terrore era stato imposto in lui fin dall'età infantile, e in quello stesso momento immagini fugaci scivolarono davanti i suoi occhi:

Suo padre correva da una parte all'altra della stanza, e mormorava incantesimi su ogni angolo, affinché nessuno al di fuori di quella stanza ascoltasse ciò che avvenisse in quel buono quarto d'ora.
Un ragazzo era inginocchiato al centro della stanza, il capo chino, le palpebre abbassate sugli occhi, preavvertendo ciò che stava per arrivare; i passi tutto intorno si fermarono e sentì suo padre torreggiare su di sé, la bacchetta puntata contro il figlio, poi una parola, che risuonò alle orecchie del ragazzo come una bestemmia:

Crucio!

Il ragazzo si sollevò a mezz’aria, spalancando gli occhi per il dolore, mentre perdeva momentaneamente la sensibilità del proprio corpo, subendo il dolore di migliaia di coltelli conficcati nella pelle. Gli occhi avvamparono di lacrime, ma sottili, tanto sottili da rendere lucide appena le pupille.
Poi altre urla, altre torture!


Istintivamente si tastò la schiena dove poteva avvertire ancora i segni delle torture inflitte da suo padre, ma ricacciò via quegli angusti ricordi, da tempo aveva deciso oramai che quell’uomo non era più un padre e rimembrare non sarebbe servito a nulla, il ricordo non guariva di certo.

Non mi meraviglia che fosse contraria. Anche i miei genitori all’epoca, avrebbero preferito farmi studiare a casa piuttosto che farmi mettere piede a Hogwarts. Ma tua madre che motivazione ha addotto?

Rimase un momento intontito, ma non per la domanda postagli dalla professoressa ma per i ricordi che venivano ricacciati nella sua mente, chiusi in un angolo oscuro; poi il suo sguardo si posò sull’insegnante, la quale aveva ripreso ad adoperare sulla sua ricetta.

Mia madre voleva che seguissi le orme di mio padre: un leccaculo al servizio del potere, ecco cos’era, ed il potere non ha mai portato grande fortuna a chi lo ha assaggiato…

E si voltò, deciso a non riprendere più in questione la sua storia, o i suoi ricordi, seppur consapevole che probabilmente stesse sbagliando.

Comunque… Sogni ricorrenti? Vuoi un’opinione generale o un’interpretazione professionale?

Credo che vorrei sentire prima una tua opinione generale…

Tisifone era una divinante, chi meglio di lei avrebbe potuto aiutarlo?! Inoltre era una delle migliori presenti in tutta la Gran Bretagna a quanto ne sapeva lui, magari avrebbe potuto dargli una mano a superare quel “problema momentaneo”, così lo avrebbe definito lui, ma chissà se con il tempo non fosse peggiorato? “Prevenire è meglio che curare…” direbbe qualche Babbano di cui ora ignorava il nome.
Seppur allettato dall’idea di ricevere il suo aiuto per quegli incubi detestanti, Ferdy non si sentiva in quel momento di chiedere la sua disposizione per affrontare quel problema insieme!? Dopotutto era forse la prima conversazione più o meno seria che avessero mai avuto in tutto l’anno scolastico fino a quel momento. No, forse non era il caso, non in quel momento, almeno.

In linea generale posso dirti che forse ti senti in colpa nei confronti di tua madre. Già lei non ti ci voleva qui come studente, il fatto che tu abbia ottenuto anche una cattedra non deve averle fatto proprio piacere, sbaglio?

Ci stavo pensando anche io e credo che sia così, che mi senta in colpa in un certo senso… Però ho smesso di interessarmi all’opinione dei miei genitori da tempo oramai, sono io l’artefice del mio destino, ed io solo!

Disse lui velocemente, sorpreso che l’insegnante la pensasse allo stesso suo modo. Impressionante come una persona non al corrente della sua vita privata potesse calarsi perfettamente nel suo personaggio e avvertire le sue stesse sensazioni, faceva quasi paura. Sorrise come affascinato da quella dote caratteristica di Tisifone, seppur sapesse bene che lei era comunque un’esperta in Divinazione, e qualcosa doveva saperne, anche se non era del tutto certo che i sogni centrassero qualcosa con la Divinazione: lui non era mai andato bene in Divinazione, non possedeva… com’è che si chiamava?... Occhio Interiore? Si proprio quello; magari era anche connesso alla Legilimanzia e Occlumanzia e cose del genere e forse avrebbe potuto chiedere un consiglio alla VicePreside Vireau. Chissà, magari un lavoro pluridisciplinare…

Tisifone, tu - esitò un istante come se ancora non fosse sicuro di poterle dare del “tu” – credi che ciò possa essere connesso all’Occlumanzia!? Insomma, quella mantica della magia?

Guardò la professoressa incerto, come se la domanda che aveva appena fatto fosse stupida, sperava tanto in un suo aiuto.

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Messaggioda Tisifone » 27/02/2012, 18:33

Con gesti più calmi e misurati rispetto a quelli che aveva compiuto appena entrata in cucina, Tisifone continuò a preparare il suo dolce, in parte curiosa di vedere cosa sarebbe venuto fuori. Quando raggiungeva quei picchi di nervosismo, infatti, era solita lasciarsi guidare dall'istinto, prendendo gli ingredienti a caso, e amalgamandoli in maniera creativa. E a giudicare dalla palla dorata che riposava davanti a lei alla fine aveva fatto della pasta frolla. Supponendo che l'esitazione di Ferdy fosse dovuta alla natura personale della sua domanda, Tisifone si concentrò sul dolce, prendendo il cacao e spolverandone una dose generosa sul ripiano e sulla pasta.


Mia madre voleva che seguissi le orme di mio padre: un leccaculo al servizio del potere, ecco cos’era, ed il potere non ha mai portato grande fortuna a chi lo ha assaggiato…


Io mi sono chiesta sempre come sarebbe stato seguire le orme di uno dei miei genitori…

Mormorò Tisifone, più a se stessa che al ragazzo, con un tono di voce di nostalgia misto a stanchezza. Da quando era arrivata a Hogwarts non aveva fatto che porsi domande del genere e questo la innervosiva non poco: aveva davvero sperato che la ricerca della verità sarebbe stata asettica e indolore non una seduta di psicoanalisi babbana continua.

Il potere logora sempre: chi non ne ha si affanna per ottenerlo, chi lo detiene lotta per conservarlo.

Commentò poi con il solito tono distaccato per far comprendere all'altro che non stava giudicando le sue parole. Il modo che il Corvetto usò per definire il padre, però, colpì non poco la Grifa cosa che le accadeva ogni volta che sentiva qualcuno parlar male dei propri genitori. L'aver perso i suoi in tenera età l'aveva resa sensibile su quell'argomento e anche un pò curiosa.

Che cosa fa tuo padre?

Chiese quindi con un tono disinvolto per dissimulare la sua curiosità, il volto di nuovo chino sul piano, le mani ormai nere per il cacao che stava impastando.


Ci stavo pensando anche io e credo che sia così, che mi senta in colpa in un certo senso… Però ho smesso di interessarmi all’opinione dei miei genitori da tempo oramai, sono io l’artefice del mio destino, ed io solo!


Se ti senti in colpa vuol dire che l’opinione dei tuoi genitori conta ancora qualcosa per te…

Affermò, sicura, un tantino dispiaciuta di smontare in quel modo le convinzioni di Ferdy, prendendosi un secondo per decidere se dargli il colpo di grazia o meno.

L’idea di essere i soli a poter decidere del proprio destino è una pia illusione, solo gli ingenui o i puri di cuore possono crederci davvero. Il destino, o meglio, il futuro è il frutto di mille scelte banali di cui noi ne compiamo solo una minima parte. La famiglia, gli amici, i nemici, gli estranei… ognuno di loro anche in piccola parte contribuisce a costruire il nostro futuro.

Aggiunse quindi, puntando i suoi occhi blu sul viso del ragazzo per fargli capire che era seria.

Tisifone, tu credi che ciò possa essere connesso all’Occlumanzia!? Insomma, quella mantica della magia?


L’Occlumanzia?

Ripetè Tisifone scuotendo la testa, non riuscendo a comprendere quello che per lei era un improvviso cambio di argomento.

L’Occlumanzia non è una mantica divinatoria, solo un incantesimo complesso di chiusura della mente. Anche se, una volta che lo si riesce a padroneggiare con dimestichezza, diventa quasi uno stile di vita. I migliori Occlumanti finiscono per tenere la propria mente chiusa sempre quasi automaticamente.

Spiegò perplessa, guardando Ferdy con un aria interrogativa come a volerlo spingere a spiegarsi meglio o a farle altre domande.
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Messaggioda Ferdy » 14/03/2012, 15:46

Perlomeno la professoressa di Divinazione si stava rivelando un'ottima compagnia per scambiare quattro chiacchiere, era vero quindi che la notte portasse consigli seppur non consigli intesi come quelli, ma a parer suo erano ancora migliori; l'opinione di una persona che osserva la questione in maniera oggettiva vede ciò che è giusto e che può vedere, la persona coinvolta invece vede ciò che vuole vedere, questo, seppur gli era chiaro nella mente, non era mai riuscito ad applicarlo sulla sua stessa pelle.
La guardò mentre continuava a preparare ciò che lui aveva sospettato che sarebbe divenuta una torta, e sembrò anche lei persa nei suoi pensieri, ma come lui non sembrava volerli estromettere dalla sua mente, di farci fronte, il contrario.

Se solo anche tu provassi ad essere più estroversa, credo che saresti completamente un'altra persona... Ma non l'hai capito, o meglio, sembra che tu non lo voglia capire...

Il potere logora sempre: chi non ne ha si affanna per ottenerlo, chi lo detiene lotta per conservarlo.

Quell'affermazione lo colpì, e per un momento la figura di un vecchio dalla barba argentea alto e con le mani congiunte dietro la schiena gli apparì dinnanzi ed un sorriso spontaneo gli salì alle labbra, forse solo perché gli parve di confrontare Angelo e Diavolo, ma fu bravo a non farsene accorgere.
Non commentò quell'affermazione ma dopo poco la voce di Tisifone risuonò ancora nell'aria silenziosa della cucina.

Che cosa fa tuo padre?

Sapeva che la donna glielo avrebbe chiesto, e fu come se avesse la risposta pre-conservata poiché rispose senza esitazione;

Lui è Segretario Anziano del Ministro al Ministero della Magia degli Stati Uniti d'America...

E poi fece una smorfia di disapprovazione: infatti lui non approvava; lontano miglia e miglia di chilometri da casa, vedendo la famiglia poche volte all'anno, e gli sarebbe dispiaciuto se non fosse per il fatto che per lui era come se un padre non lo avesse mai avuto. Erano finiti i tempi di soddisfare i sogni che il padre aveva per lui: il grande giocatore di Quidditch; certo, giocare a Quidditch era stata ed era ancora una delle sue passioni, ma la fama aveva privato lui degli anni più belli. Era vero che i soldi non facessero la felicità, ma lui l'aveva capito troppo tardi, purtroppo.
Parlarono ancora e quando lui chiese dell'Occlumanzia lei rimase quasi confusa da ciò che lui intendesse affermare:

L’Occlumanzia?

Ripetè. Lui annuì con il capo.

L’Occlumanzia non è una mantica divinatoria, solo un incantesimo complesso di chiusura della mente. Anche se, una volta che lo si riesce a padroneggiare con dimestichezza, diventa quasi uno stile di vita. I migliori Occlumanti finiscono per tenere la propria mente chiusa sempre quasi automaticamente.

Rimase leggermente deluso: aveva sperato nell'aiuto della docente ma forse lei non ne sapeva nemmeno le basi, magari avrebbe chiesto alla stessa VicePreside, ne avrebbe parlato con lei, ma poi mla domanda gli uscì automatica dalla bocca, spinto troppo dalla curiosità.

Tu sei un'occlumante?

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Messaggioda Tisifone » 20/03/2012, 22:22

Appellato un mattarello,Tisifone sparse un po’ di farina sul tavolo, vi sistemò la palla di pasta frolla al cacao che aveva fatto e la osservò perplessa. Con quel tipo di impasto le varianti in cui si poteva sbizzarrire erano poche: crostata o biscotti e la voglia di fare della crema di guarnizione era scemata insieme alla rabbia. Così suddivise la palla in piccole porzioni e iniziò a lavorare a prima con il mattarello con l’intento di ottenere una sfoglia lunga e rettangolare spessa non più di un centimetro. Mentre si dedicava al suo dolce, cercava di non soffermarsi a pensare che, per quanto bizzarra, quella poteva essere considerata la prima vera e propria conversazione civile che aveva avuto con un suo simile che non fosse Nadal in quella Scuola. La riflessione non andò oltre, non le interessava sapere perché adesso, perché con Ferdy Stone, quello su cui non voleva soffermarsi era il perché stava accadendo. Che una parte di sé si fosse stancata della Torre d’avorio in cui si era auto reclusa per tutto quel tempo? O forse, più semplicemente, quella serata rappresentava la classica eccezione alla regola, la sua regola di vita.


Lui è Segretario Anziano del Ministro al Ministero della Magia degli Stati Uniti d'America...

Visto il tono impostato usato dal Corvo, Tisifone sollevò la testa dal suo rettangolo, convinta di trovarlo a leggere un bigliettino su cui si era appuntato la risposta. Invece colse la smorfia di disapprovazione sul suo viso, come se il ruolo importante che il padre occupava nella società magica americana fosse qualcosa di cui vergognarsi e non di cui andarne fieri.

Un famoso giocatore di Quidditch… mi sembra che attività più diversa da quella svolta da tuo padre non la potevi trovare.

Commentò quindi, leggermente ironica, scoccando all’altro un’occhiata del tipo “non credevi che lo sapessi”. Il Quidditch non era esattamente il suo passatempo preferito, ma anche a un’eremita come lei non erano sfuggiti i gridolini isterici di alcune Grifondoro quando al banchetto di inizio anno la Preside aveva presentato il Signor Stone come il nuovo Professore di Volo.

Immagino che alle tue lezioni ci sia il pienone…

E una piccola nota di invidia colorò la sua voce, a dispetto del ferreo controllo che lei esercitava sempre sulle sue emozioni. Per quanto fosse consapevole che la propria, di materia, era complessa e mal vista e quindi di studenti ne avrebbe avuti sempre pochi, non riusciva a non provare invidia per quelle materie come Volo e Incantesimi che avevano sempre le aule piene.
Quando il rettangolo di pasta su cui stava lavorando raggiunse lo spessore richiesto, Tisifone prese la bacchetta e la agitò su di esso, in modo che si dividesse in varie forme, tutte legate alla Divinazione, sfere, cristalli, fiaccole, occhi inscritti in un triangolo, per poi trasferirli su una delle teglie presenti sul tavolo.

Tu sei un'occlumante?

A quella domanda la donna si immobilizzò, il mattarello sollevato a mezz’aria sul nuovo panetto di pastafrolla, un’espressione guardinga sul viso. Quella che sicuramente era una domanda innocente e innocua, rivolta a Tisifone Samyliak finiva per essere una domanda altamente indiscreta. Lei era un’Occlumante della vecchia generazione, come le diceva dolcemente Demetri, in quanto teneva perennemente una parte della propria mente chiusa al mondo, senza nessuno sforzo, più per necessità che per volontà.

Si

Rispose secca, riprendendo in mano il mattarello e tornando a dedicarsi al secondo rettangolo.

Perché?

Chiese quindi, senza sollevare lo sguardo, sempre guardinga: voleva sapere ma senza far capire all’altro quanto le interessava la sua risposta.
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Tisifone
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Messaggioda Ferdy » 21/03/2012, 14:29

Lei lo guardò, notando evidentemente quanto fosse disgustato dal ruolo del padre; forse un figlio doveva andare fiero per il lavoro del padre, una così alta carica, ma come è solito dire "Le apparenze ingannano", quell'uomo era avido e cattivo, era tutto di qualcosa che era lontanamente simile ad un padre.

Un famoso giocatore di Quidditch… mi sembra che attività più diversa da quella svolta da tuo padre non la potevi trovare.

Inarcò le sopracciglia, non perché non aveva capito la risposta della donna, ma perché la donna gli aveva dato una risposta in contro senso a ciò che era la realtà, infatti...

Infatti ti sbagli, è stato mio padre a costringermi a giocare a Quidditch, non che mi dispiacesse, io all'inizio ero entusiasta, ma quando mi sono accorto che mi stessi addentrando in un mondo che non mi apparteneva era troppo tardi per uscire, mio padre aveva "chiuso a chiave la porta", e io ho dovuto "sfondarla".

Che errore che aveva commesso, lasciare che i legami venissero sopraffatti dalla fama, quanto era stato stupido; aveva commesso lo stesso errore di suo padre, ma se non altro il fatto che era riuscito a dominarsi e correggersi lo faceva più grande di lui, nient'altro che un reietto. Come poteva vivere in un mondo senza soddisfazioni; certo, forse il lavoro poteva dare mille soddisfazioni, ma una moglie e dei figli al fianco sono la cosa che ogni uomo dovrebbe desiderare. Ma al tentativo di sua madre di proposta di fare i bagagli e andare a stabilirsi in America quello aveva rifiutato, dicendo che "Il futuro dei nostri figli non lo potremo costruire privandoli dei legami costruiti in questo posto e sbllottandoli da una parte all'altra", da precisare che lo stesso padre lo aveva costretto a lasciarsi alle spalle il mondo dei comuni per entrare nella gloria, che gloria non era alla fine.

Immagino che alle tue lezioni ci sia il pienone…

Quella frase fu pronunciata con un diverso suono, oppure era solo una sua impressione che la professoressa l'avesse pronunciata con un tono diverso da quello atono senza trasparenze di desideri o emozioni? Invidia: fu quello ciò che colse, ma non lo prese seriamente in considerazione, soprattutto perché non era da lei. In un certo senso lei doveva considerarsi privilegiata, poiché non tutti gli studenti possedevano Occhio Interiore, e quei pochi erano fortunati, come l'insegnante che aveva il piacere di istruirli. Saper volare si coltivava, era un'abilità che si poteva acquisire con il lavoro, diverso completamente dall'essere capaci.

Direi abbastanza...

Ma non so se tutte le ragazzine seguano il corso per a passione del volo, oppure per il mio sedere...

E così pensando si grattò la testa, concludendo che nelle lezioni avrebbe dovuto notare questa possibilità; notò che il suo "capolavoro" si sarebbe trasformato in tanti biscotti probabilmente, viste le forme legate alla mantica divinatoria: triangoli strani e sfere e altri simboli correlati alla Divinazione lievitarono in aria, trasferendosi in una teglia, probabilmente pronti per essere infornati.
Quando chiese se fosse un'occlumante non se lo aspettò, evidentemente, visto che si immobilizzò e rimase con il mattarello a mezz'aria; temette di aver fatto una domanda poco consona, e desiderò per un momento di ritornare indietro nel tempo e di non averlo detto, forse perché temesse qualche sua eventuale frecciatina a riguardo, o una risposta "congelante".
Ma non fu così, la docente rispose tranquillamente:

Si

Disse solamente; senza ulteriori spiegazioni, continuando a lavorare su un'altro rettangolo, quasi identico al precedente. Per quanto volesse dirglielo stette ancora in silenzio, sperando che la professoressa ricominciasse a parlare, e così fu.

Perché?

Voglio imparare l'Occlumanzia...

Ribattè velocemente, senza rispondere al suo "perché"; probabilmente avrebbe rifiutato, quasi certamente, ma tentar non nuoce, mai dire mai.

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