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Stanze Sandyon - Monique

Messaggioda Monique » 07/03/2012, 21:02

... Mi mancavi.

Lo sapeva, lo sapeva che era lui!

Sono un genio.
Grazie piccolo batuffolino coccoloso!


Un piccolo complimento verso se stessa, che aveva compreso a chi appartenesse il passo udito fuori dalla stanza dell'uomo, e poi un ringraziamento verso Mog, l'animaletto amico di Sandyon che Monique aveva rinominato in quel modo, sperando che a lui non dispiacesse naturalmente.

Anche tu mi sei mancato da morire...
... spero non ti dispiaccia se ho deciso di aspettarti in camera.


Rispose lei, giusto perchè sarebbe sembrato strano che fosse rimasta in silenzio, era lei solitamente la chiacchierona della coppia: si alzò in piedi, camminando a piedi scalzi verso l'uomo per, se lui l'avesse permesso, posargli le mani sul petto ed alzarsi in punta di piedi per catturare le sue labbra con un bacio dolce ma sicuramente intenso e sentito.

Non ero preparato ad una vista simile.
Come è andata la giornata?


Nata per stupirti, Vastnor.

Replicò lei con un mezzo sorriso, scostandosi da lui così da lasciargli il suo spazio: non voleva forzarlo o pressarlo, ma allo stesso tempo ci teneva a mostrarsi all'uomo in tutta sincerità e nella sua naturalezza più totale, cosicché lui comprendesse sempre di più con chi aveva a che fare.

Direi abbastanza bene nel complesso... lo sai che ho conosciuto i tre nuovi acquisti di Hogwarts?
Non c'è che dire, Madeline si circonda sempre di persone... particolari.


E con quel commento fece un mezzo arricciamento di naso come a far comprendere che quell'aggettivo non era da intendersi solo in senso positivo.

E la tua?
Successo qualcosa d'interessante?
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Messaggioda Sandyon » 07/03/2012, 22:17

Anche tu mi sei mancato da morire...
... spero non ti dispiaccia se ho deciso di aspettarti in camera.


Se ogni volta mi attendi in vesti simili, puoi anche viverci in camera mia.

Rispose prontamente e con tranquillità l'uomo, avendo ormai raggiunto un grado tale di confidenza con lei da poterselo permettere senza indugi.
Lei si mosse verso di lui, a piedini nudi, che lui notava essere davvero perfetti ed armoniosi nella forma delle dita e del collo, ed infine mettendocisi in punta lo volle baciare con dolcezza.
Non oppose resistenza, perché poi visto che era una sensazione piacevole?

Nata per stupirti, Vastnor.

E sembri riuscirci ogni giorno di più.

Dopo di ché, la ragazza si spostò lentamente da lui mentre ancora la fissava dritto negli occhi dopo averla sentita parlare con quel tono così avvolgente, carico di malizia e passione, e poco prima che si allontanasse del tutto, Sandyon portò il palmo della destra a stringere con leggera energia il sedere della donna, già, aveva proprio fatto una cosa del genere, ma sinceramente pensava di poterselo permettere e poi a dirla tutta con quel vestitino corto indosso era un richiamo che non era disposto a rifiutare.

Direi abbastanza bene nel complesso... lo sai che ho conosciuto i tre nuovi acquisti di Hogwarts?
Non c'è che dire, Madeline si circonda sempre di persone... particolari.
E la tua?
Successo qualcosa d'interessante?


Sandyon Vastnor non era affatto tipo da mettersi a guardare in giro per la scuola le novità, né tanto meno da soffermarsi a conoscere gente nuova.
Tre nuovi ingressi, si, gli era sembrato di intravederli alla mensa ma non si era minimamente interessato a loro.
Un uomo giovane abbastanza piazzato con un'eleganza insolita per quell'età e un portamento a tavola degno dei migliori tavoli parigini, tra un po' aveva pensato che l'avesse mandato il padre di Moni a spiarla viste le buone maniere ma si dovette ricredere quando Mog con un silenzioso Legilimens gli aveva confermato che non aveva mai visto Nicholas Vireau prima.
Una ragazza dall'aspetto solitario e fugace, di un fascino tutto particolare, docente di Erbologia probabilmente visto che entrando in sala grande aveva fatto delle leggere carezze alle piante nei vasi agli angoli della stanza, mentre in ultimo un uomo forse poco più giovane di lui con un'aria abbastanza sospetta e razionale, forse troppo per i suoi gusti, ma tutto sommato forse uno come tanti che si sentivano chissà chi a varcare la soglia di quella scuola come professori.
Normale che per lui fossero idiozie visto che lì dentro non era di certo per volontà e vocazione all'insegnamento.

Deduco quindi tu abbia avuto modo di conoscere più approfonditamente questi individui.
La mia giornata non ha avuto nulla di diverso da quella di ieri e l'altro ieri e via dicendo.
Lezioni, correzioni e un punto in meno ad ogni studente trovato fuori aula durante l'orario scolastico.


Sapeva bene che Monique avrebbe messo le mani sui fianchi guardandolo con aria di rimprovero minimo per aver fatto finta di punire degli studenti.
Un punto in meno non cambiava la vita a nessuno e più di una volta la Vice Preside lo aveva esortato a togliere qualcosa di meno misero che un punto, almeno tre o cinque, ma per lui la storia era sempre la stessa: odiava le regole fin da studente, perché doverle far rispettare così ferreamente addirittura da grande?
Un punto simbolico, questo era il massimo al quale arrivava e per quanto Moni si sforzasse non riusciva a toglierglielo dalla testa.

Non guardarmi in quel modo, uno ed uno soltanto, anzi che non ho fatto finta di niente.
Odio dover essere autoritario.
A proposito di autorità... La tua prefetta ti ha per caso parlato di me da circa una settimana a questa parte?
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Messaggioda Monique » 07/03/2012, 22:39

Vivere in camera sua... una proposta mica da sottovalutare, per niente.
Ovviamente sul momento non disse nulla, limitandosi a scoccare a Sandyon un sorriso malizioso e furbetto, facendogli persino la linguaccia quando lui le accarezzò, anzi, le strinse, il fondoschiena con aria di possessione.

Deduco quindi tu abbia avuto modo di conoscere più approfonditamente questi individui.

Altroché.
Due li ho conosciuti proprio a colloquio con la Preside, mentre l'altro direttamente nel suo nuovo ufficio.


Rispose Monique, sentendo un piccolo brivido pervaderle la schiena quando si ricordò di Noah e delle sue parole: che individuo inquietante... meglio non pensarci. Scosse appena il capo e tornò a concentrarsi su di lui e sulla sua giornata, che però sembrava essersi risolta in modo piuttosto piatto.

La mia giornata non ha avuto nulla di diverso da quella di ieri e l'altro ieri e via dicendo.
Lezioni, correzioni e un punto in meno ad ogni studente trovato fuori aula durante l'orario scolastico.


Un punto in meno?!
Oh Sandyon...


Mormorò la donna, poggiando le mani suoi fianchi per scoccargli un'occhiata di rimprovero da manuale.

Non guardarmi in quel modo, uno ed uno soltanto, anzi che non ho fatto finta di niente.
Odio dover essere autoritario.


Me ne sono accorta...

Commentò la francese lasciandosi scappare una mezza risata: ci aveva provato davvero a fargli cambiare idea, ma non ci era proprio riuscita e ormai sapeva che da lui non poteva proprio aspettarsi di più. Gli tornò vicino, circondandogli il collo con le braccia per baciarlo un'altra volta - sempre se lui gliel'avesse permesso - ma più a lungo e più umidamente di quella precedente.

A proposito di autorità... La tua prefetta ti ha per caso parlato di me da circa una settimana a questa parte?

Alexis?

Monique aggrottò la fronte - ancora a stretto contatto col suo corpo - fissandolo senza capire cosa intendesse dire il compagno: perchè mai la signorina Parker avrebbe dovuto parlarle del compagno? Scosse dunque il capo in segno di diniego, alzando leggermente le spalle.

No, non mi ha minimamente accennato di te...
... perchè, avrebbe dovuto?
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Messaggioda Sandyon » 07/03/2012, 23:53

No, non mi ha minimamente accennato di te...
... perchè, avrebbe dovuto?


Non proprio.
Diciamo che abbiamo avuto un incontro non premeditato e non sono stato esageratamente gentile con lei, mi aveva preso in un momento piuttosto serio e brutto, credo che possa esserci rimasta male, al massimo se ti capita, mandala nel mio ufficio nei prossimi giorni.


La partenza era buona, alla Sandyon Vastnor insomma, una partenza di qualcuno che come al suo solito non ha molto di che spartire con la persona che ha nominato, che preferisce stare da sola, che in sostanza... è Sandyon Vastnor, ma subito dopo aver completato tutta la frase per intero, si accorse che c'era un'aggiunta nel finale che non si sarebbe mai aspettato potesse uscire proprio dalla sua bocca.
Sospirò, mettendosi una mano sulla fronte scuotendo il capo, ritornando poi a fissare Monique come a volerle dare tutta la colpa di averlo fatto diventare così... così... così... più umano.

Mmhhh... Ormai l'ho detto, vero?

No, probabilmente la donna gli avrebbe impedito di ritrattare e quindi nei giorni successivi avrebbe avuto, per sua scelta tra l'altro, una ragazzina con cui dover parlare e scambiare quattro chiacchiere, come se già non bastava la prefetta dei Draghi invasata e pronta a tutto pur di diventare la sua discepola devota.
In ogni caso non c'era più bisogno di parlare di quello, anche perché era una questione riguardante lui ed Alexis, per quanto gli rodesse ammetterlo.
Tuttavia erano lì da poco e mancava ancora tanto all'ora di cena, insomma, il tempo a disposizione per parlare c'era eccome, già, ma di cosa?
Sandyon non aveva di sicuro esaurito gli argomenti, anzi, forse ne aveva un'infinità da sottoporle, ma per il momento doveva cercare di capire dentro di lui cosa volesse davvero fare o dire, cosa volesse rivelare, anche perché più avanzava il tempo e più il peso della verità si faceva insostenibile.

Monique.
Tu come reputi la menzogna?
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Messaggioda Monique » 08/03/2012, 0:09

Non proprio.
Diciamo che abbiamo avuto un incontro non premeditato e non sono stato esageratamente gentile con lei, mi aveva preso in un momento piuttosto serio e brutto, credo che possa esserci rimasta male, al massimo se ti capita, mandala nel mio ufficio nei prossimi giorni.


A quelle parole, non si capì chi tra i due fosse il più stupito: Monique che le aveva ascoltate, o Sandyon che le aveva pronunciate? Difficile a dirsi, decisamente, ma la donna si lasciò sfuggire uno sbuffo divertito e compiaciuto che contagiò anche i suoi occhi facendoli brillare di luce raggiante.

Chissà se è merito mio...
... ti sto sciogliendo il cuore, Sandyon?


Si domandò la francesina ancora sorridente, trattenendosi dallo scoppiargli a ridere in faccia visto che lui sembrava totalmente sconvolto da ciò che aveva appena pronunciato.

Mmhhh... Ormai l'ho detto, vero?

Sicuro che l'hai detto, e stai tranquillo che ti ritroverai la signorina Parker in ufficio quanto prima!

Esclamò Moni con un sorriso a metà tra il divertito ed il sadico, lasciandosi scappare un'altra sentita linguaccia prima di ridacchiare con fare sereno e soddisfatto: si sentiva più libera con lui, era impressionante quanto si sentisse legittimata ad essere se stessa ora, rispetto all'inizio del loro rapporto.
Ma Sandyon si fece poi improvvisamente serio, cambiando così di colpo da metterla in guardia.

Monique.
Tu come reputi la menzogna?


Che domanda strana quella.
La donna sentì il proprio sorriso spegnersi, sicura che non fosse un quesito casuale: Sandyon non faceva mai domande tanto per dire qualcosa, quindi doveva per forza esserci una motivazione sotto.

... la pugnalata al cuore più dolorosa che si possa dare a coloro a cui teniamo - rispose dopo diversi istanti, mentre anche la luce nei suoi occhi si spegneva. Paranoica? Forse, ma gliel'aveva insegnato anche lui - Perchè?

... cosa mi nascondi?
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Messaggioda Sandyon » 08/03/2012, 14:16

Quell'argomento non era per niente uno dei più delicati, anzi, in qualche piccolo secondo di frangente si chiese anche come mai avesse scelto proprio quell'attimo per parlare, ma effettivamente prima o poi doveva succedere, doveva capitare e lui suo malgrado non poteva e non voleva impedirlo.
Parlarne con Mog per diverso tempo durante i giorni passati non aveva aiutato la sua stabilità al segreto, dunque tutta l'atmosfera creatasi era il risultato di un insieme di pensieri di ogni tipo maturati secondo un criterio scelto e voluto, un percorso deciso per opera semplice del cuore e della lealtà, ma sarebbe stata lei sul serio pronta ad accettarla o sarebbe fuggita via non credendo nemmeno ad un fiato proferito dalle sue corde vocali.
In effetti i presupposti per andarsene c'erano, visto che di lui si sapeva veramente poco, aveva sempre rinunciato a parlare troppo di se, in più il suo lavoro non era di aiuto a favorire una verità, dato che nella maggior parte dei casi veniva pagato per fare le cose nell'ombra e allo scuro della verità e della realtà. Insomma non molte carte a suo favore, ma arrivato a quel punto, pensare di andare avanti ancora per molto e ritrovarsi magari ad aver aggravato ancora di più la situazione poteva risultare ancora più scottante, specie se in qualche modo uno dei nemici la avesse informata prima di lui, a quel punto sarebbe stato un vero delirio.

... la pugnalata al cuore più dolorosa che si possa dare a coloro a cui teniamo... Perchè?

Diciamo che non l'aveva propriamente aiutato ad andare avanti nel discorso, eppure strano, di solito non gli importava molto di dire la verità anche sapendo di far soffrire il prossimo, un dato di fatto fastidioso quello, un uomo come lui adesso costretto a sospirare e a togliere lo sguardo da quello di lei per non sostenere ancora il peso della verità, ma quello avvenne davvero per poco, in fondo lui era sempre Sandyon Vastnor e per quanto il suo cuore si fosse calmato e ammorbidito maggiormente, quella roccia non era ancora diventata fango e per lui allora fu sopratutto un bene prezioso.
Avere il cuore più tranquillo e calmo quindi poteva risultare essere un problema? In quel momento Sandyon si chiese se faceva bene a lasciare che lei lo sciogliesse così tanto, forse era necessario non farsi contaminare troppo, anche perché l'ultima volta che una donna ci era riuscita, lui aveva abbassato così tanto la guardia da ritrovarsi la famiglia sterminata.
In quel momento i ricordi di quei tempi passati tornarono forti e prepotenti ed anche lui sentì una forte pugnalata al cuore, ma questo gli fece anche capire cosa doveva aver provato possibilmente Monique nel sentirlo farle una domanda simile.
Non poteva tenerla ancora sulle spine, era inutile, si era scoperto, mostrato, adesso doveva solo prepararsi a raccogliere le conseguenze di ogni sua azione, ma per farlo, doveva dire ogni cosa seguendo il concetto unico di giustizia e verità, almeno in quel momento.

Il mio lavoro come mercenario non è mai finito e sono qui come insegnante per copertura.

Nel dire tali parole l'uomo alzò la bacchetta eseguendo un incantesimo imbottente sulle pareti della camera, onde evitare che chiunque potesse sentire quanto stava per annunciare alla donna e ancora compagna. La fissava con occhi freddi ma sinceri, la serietà traspariva da ogni poro, si notava chiaramente che anche per lui non era così semplice dire una cosa del genere così, di punto in bianco e sopratutto, con la prospettiva di passare una serata di fuoco con lei tra sospiri e gemiti di due persone separate per tutto il giorno e desiderose solo di tornare vicine e naturali, ma c'erano cose che venivano prima del piacere e già in passato Sandyon l'aveva imparato a suo spese un tale concetto.

Tuo padre ha tutta l'intenzione di catturarti, crede tu sia a conoscenza di un grande segreto, un segreto che custodiva tua "madre", per questo la fece uccidere, per far si di potersene impadronire ma a quanto pare lei non emise un fiato e dunque i riflettori si sono spostati sull'unica persona che si pensa in grado di averlo ereditato.
La faccenda sta diventando di proporzioni mondiali ed io sono stato incaricato dalla Preside Bergman di proteggerti e starti accanto per fare in modo che non ti accada niente.
NON HO... FINITO.


Prima che lei potesse in qualche modo interromperlo magari traendo subito conclusioni affrettate sul motivo per il quale si erano avvicinati tanto, Sandyon pose avanti la mano destra a palmo come a bloccarla del dire una qualsiasi cosa e dai suoi occhi traspariva soltanto molto ardore e rabbia, probabilmente quella per aver parlato ed averle fatto del male, ma sapeva bene che un modo per rimediare seppur minimo c'era, la condizione però era che lei lo avesse lasciato andare avanti.

Questo lavoro l'ho considerato tale fino a qualche mese fa, poi, dalla cena per il compleanno di Caroline ho sentito un moto diverso nei tuoi confronti, un sentimento sincero che non è assimilabile alla semplice dedizione lavorativa.
Esattamente, tutte le volte che ci siamo incontrati per caso ed anche la volta al cimitero erano stati premeditati proprio perché dovevo avere la sicurezza di proteggerti, ma dopo allora, da ben molte settimane ormai, il mio modo di vedere questo lavoro si è modificato, arrivando ad annullarsi.
La Preside fu in grado di chiedermi una cosa del genere perché ho un debito di vita con suo nipote che mi salvò durante una missione, l'anno scorso, non ricevo soldi ma solo un debito saldato, peccato che ora sarò costretto a dirle che dovrò trovare un altro metodo per farle riscuotere il credito visto che a prescindere da quello che dirai i farai tra poco, ho scelto di andare dalla Bergman e rinunciare a considerare questa mia attività come un lavoro, dato che ora tutto quello che sto facendo ed ho fatto è avvenuto solo perché... Ci tengo a te e al fatto che tu stia bene, sempre.


Prese un lungo respiro, guardandola ancora negli occhi, spostando poi lo sguardo sul letto, poi sulle tendine delle finestre, infine sul comodino dove era posata la sua valigetta. La prese, la aprì lentamente e cominciò a frugare all'interno trovando quello che desiderava, sorridendo un momento al contatto con quell'oggetto che aveva appena afferrato.
Ma per quell'istante non lo fece ancora vedere, semplicemente perché sentiva che c'era ancora molto da dire e sopratutto da sentire da lei, per capire effettivamente quello che poteva aver suscitato nella donna, in quella meravigliosa creatura che aveva scelto di fidarsi di lei e obiettivamente seppur non tantissimo, era stata presa in giro fino ad allora.

La Preside in ogni caso non c'entra niente.
A quanto so la volontà di proteggerti le è stata lasciata da una persona importante che tu sai bene essere stata una sua grande amica, quasi una sorella.
Madeline mi spiegò che secondo quanto le era stato riferito da Rose, se ti fosse stato detto subito tutto l'orrido piano di tuo padre probabilmente avresti perso la testa e non poteva permettersi di perdere una persona importante come te, visto che si sente come una tua zia alla lontana o non so bene cosa.
Ha fatto i suoi errori ma con una motivazione legata a qualcuno per il quale tu tieni fin dalla nascita, io invece ho molte meno scusanti dato che ho ascoltato la tua voce sussurrarmi il tuo amore e nel mentre io dentro di me sapevo che molte di quelle coincidenze che potevano averti fatta invaghire di me sono state frutto di un piano già architettato prima.
Ma ci tengo a dirti che ormai sono molti mesi che non è più così, sono molti mesi che quando siamo a letto insieme io condivido qualcosa di prezioso con qualcuno che reputo prezioso altrettanto.
Per farla breve, quel giorno in Australia e poi a casa mia era tutto vero, il mio errore unico e grande è stato quello di non parlare prima rimandando come uno stolto un evento che prima o poi di sicuro doveva capitare... la tua consapevolezza della faccenda.


Lasciò la presa sull'oggetto, spostandosi ancora per guardarla, sbattendo le palpebre più volte per cercare di contenere il nervosismo e l'angoscia che lo stavano pervadendo e rodendo dentro, cuore ed anima.
Sapeva di aver fatto la cosa giusta, ma c'era ancora un passo importante da fare, un passo fondamentale e che si era ripromesso di percorrere qualora ci fosse stata qualsiasi reazione da parte della donna, e non gli interessava di risultare folle ai suoi stessi occhi o agli occhi di lei, forse era l'unico modo per farle capire quanto ci tenesse a quella storia cominciata per caso, anche perché era l'unica dopo tanto che lo aveva fatto tornare a vivere.

In ogni caso...
Sei libera di scegliere e non guardarmi più in faccia e non voler proseguire questo rapporto, ti capirei.
Ma sappi anche che se non altro, nel caso desidererei comunque continuare a proteggerti, vorrei farti ugualmente da guardia del corpo, ovviamente senza alcun compenso e senza dover considerare ancora il debito con la Preside, quello lo disdirei comunque.
Vorrei almeno avere la possibilità di... sacrificare la mia vita per te, e tu non mi dovresti niente in cambio, sono i miei sentimenti e i miei errori a darmi tutti i motivi che servono per continuare a non toglierti mai gli occhi di dosso e mettermi al servizio della tua salvaguardia, giorno e notte, proprio come ho fatto fino ad ora.
E' da egoisti chiederti un favore del genere dopo averti detto tante cose, ma questa volta farò l'egoista, perdonami anche per questo, se puoi, e concedimi questo favore.


Alla fine, anche se pensava di volerlo prendere dopo la sua risposta, decise che non era giusto visto che ormai l'aveva preso e l'aveva preso per lei, e lei e soltanto lei poteva decidere se tenerlo dopo tutto quello o distruggerlo all'istante.
Non era la sua risposta che avrebbe cambiato il suo intento di darle la prima cosa che dopo tanti anni aveva scelto di regalare ad una donna, quindi riportò la mano sulla valigetta e prese di nuovo quell'oggetto, tirandolo fuori con lentezza e assoluta calma.
Sandyon non era un tipo da gioielli e regali sontuosi, era un tipo molto semplice e legato principalmente a far sciogliere l'anima della persona con i suoi doni e non certo a far uscir fuori un ringraziamento sentito solo per qualcosa di molto costoso, e di quello Moni se ne sarebbe accorta presto.

Tuttavia, anche se so bene che potresti non farci niente e non voler nemmeno contemplare l'idea di tenerlo, non avevo idea che ti avrei parlato proprio oggi, ma due giorni fa mi sono allontanato qualche ora perché avevo ordinato a Londra una cosa per te, volevo regalartela e anche se ora sai tutto, non posso tenere questo omaggio, non posso tenere qualcosa, la prima cosa che regalo a qualcuno dopo anni e anni di desertico e malinconico sentimento di vuoto e scarsa generosità, quindi ecco, questo in teoria, era per te... Non so se l'avresti apprezzato, facci quello che vuoi, non merito di sicuro che tu lo tenga con te ora che hai conosciuto tutta la versione dei fatti.

E così, dalla valigetta dell'uomo, uscì fuori un batuffolo bianco che si rivelò essere molto di più che un semplice batuffolo, dato che si trattava di un peluche abbastanza grande e morbido, di marca sicuramente di eccezione sia per il mondo magico che quello babbano, e soltanto a vederlo, Monique avrebbe potuto accorgersi subito dell'importanza di un regalo del genere e quanto era mirato a farla felice, farla contenta e darle qualche piccolo ricordo del passato più bello da stringere con se la notte sognando i vecchi scambi di effusioni affettuose con quello che ad oggi era il suo patronus.

Immagine

Fece qualche passo avanti e se lei glielo avesse permesso, avrebbe teso in avanti la mano porgendole il piccolo regalo guardandola negli occhi, con tutta l'aria di qualcuno che con onore e rispetto verso chi ha davanti, affronta le conseguenze dei suoi sbagli comportandosi da uomo e non da vigliacco.

Ti chiedo ancora scusa... Tesoro.
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Messaggioda Monique » 08/03/2012, 14:55

Il mio lavoro come mercenario non è mai finito e sono qui come insegnante per copertura.

CRASH.

Un rumore sordo, un rumore che probabilmente solo lei poté udire visto che proveniva dal suo cuore: era così, dunque. Sul momento non disse nulla, limitandosi a sbattere le palpebre quasi non avesse sentito bene o comunque compreso le sue parole.
Ora si spiegava come mai la Bergman l'avesse scelto nonostante il suo scarno curriculum... non le importava avere un eccellente insegnante di Difesa, le bastava averne uno anche mediocre ma in grado di proteggere lei.

Tuo padre ha tutta l'intenzione di catturarti, crede tu sia a conoscenza di un grande segreto, un segreto che custodiva tua "madre", per questo la fece uccidere, per far si di potersene impadronire ma a quanto pare lei non emise un fiato e dunque i riflettori si sono spostati sull'unica persona che si pensa in grado di averlo ereditato.
La faccenda sta diventando di proporzioni mondiali ed io sono stato incaricato dalla Preside Bergman di proteggerti e starti accanto per fare in modo che non ti accada niente.
NON HO... FINITO.


In realtà Monique non aveva in programma di dire nulla, semplicemente schiuse le labbra per prendere fiato ma probabile che Sandyon volesse dirle le cose come stavano per filo e per segno, forse per scaricarsi la coscienza o forse per rimediare a ciò che aveva appena ammesso, la donna non l'avrebbe saputo dire con certezza.

Questo lavoro l'ho considerato tale fino a qualche mese fa, poi, dalla cena per il compleanno di Caroline ho sentito un moto diverso nei tuoi confronti, un sentimento sincero che non è assimilabile alla semplice dedizione lavorativa.
Esattamente, tutte le volte che ci siamo incontrati per caso ed anche la volta al cimitero erano stati premeditati proprio perché dovevo avere la sicurezza di proteggerti, ma dopo allora, da ben molte settimane ormai, il mio modo di vedere questo lavoro si è modificato, arrivando ad annullarsi.


Se la ricordava bene quella cena... era stata la prima volta in cui aveva guardato Sandyon non come lo scorbutico professore di Difesa, ma come un uomo affascinante e misterioso in grado di conquistarla. Era stata quella sera, tra l'altro, che Monique gli aveva confessato di provare per lui una forte attrazione fisica, attrazione che poi aveva dato il via ad una serie di eventi che li avevano portati fino a lì.

... a prescindere da quello che dirai o farai tra poco, ho scelto di andare dalla Bergman e rinunciare a considerare questa mia attività come un lavoro, dato che ora tutto quello che sto facendo ed ho fatto è avvenuto solo perché... Ci tengo a te e al fatto che tu stia bene, sempre.

Aveva rinunciato al suo lavoro, dunque, decidendo di proteggerla per semplice volontà di farlo, per affetto e sentimento invece che per un dovere imposto da un debito da saldare con un'altra persona. Ciò avrebbe dovuto renderla felice ma in quel momento Moni sentiva come uno spasmo al cuore che le impediva di provare un qualsiasi sentimento: la cosa che le riusciva meglio, ora, era semplicemente rimanere in silenzio e lasciare che fosse lui a parlare ancora e ancora.

... sono molti mesi che quando siamo a letto insieme io condivido qualcosa di prezioso con qualcuno che reputo prezioso altrettanto.
Per farla breve, quel giorno in Australia e poi a casa mia era tutto vero, il mio errore unico e grande è stato quello di non parlare prima rimandando come uno stolto un evento che prima o poi di sicuro doveva capitare... la tua consapevolezza della faccenda.


La Preside non aveva colpe insomma, a meno che non si potesse considerare una colpa quella di voler bene a qualcuno così tanto da fare di tutto per proteggerlo. E lui, da quel giorno in Australia, non aveva mentito riguardo ai suoi sentimenti almeno a detta sua: certo, si erano incontrati ogni volta non per caso, non per il destino ma per premeditazione, e questo le fece balenare in mente un pensiero solo.

... c'eri sempre tu a dirgli dov'ero e cosa stavo facendo, vero?

Ovviamente la domanda era posta verso Mog, visto che riteneva alquanto improbabile che, ad esempio, la volta che era andata al cimitero di Hogsmeade, Sandyon l'avesse trovata per pura fortuna: no, conoscendo i poteri del Moguri c'era da scommetterci che era tutta opera sua.

In ogni caso...
Sei libera di scegliere e non guardarmi più in faccia e non voler proseguire questo rapporto, ti capirei.
Ma sappi anche che se non altro, nel caso desidererei comunque continuare a proteggerti, vorrei farti ugualmente da guardia del corpo, ovviamente senza alcun compenso e senza dover considerare ancora il debito con la Preside, quello lo disdirei comunque.
Vorrei almeno avere la possibilità di... sacrificare la mia vita per te, e tu non mi dovresti niente in cambio, sono i miei sentimenti e i miei errori a darmi tutti i motivi che servono per continuare a non toglierti mai gli occhi di dosso e mettermi al servizio della tua salvaguardia, giorno e notte, proprio come ho fatto fino ad ora.
E' da egoisti chiederti un favore del genere dopo averti detto tante cose, ma questa volta farò l'egoista, perdonami anche per questo, se puoi, e concedimi questo favore.


Egoista... che cosa buffa: anche lei si era sentita un'egoista in tutti quei mesi a sperare che lui l'amasse, dicendo a se stessa che era giusta la loro unione per il semplice fatto che se il destino li faceva sempre incrociare una motivazione doveva esserci... invece era tutta una farsa.

Tuttavia, anche se so bene che potresti non farci niente e non voler nemmeno contemplare l'idea di tenerlo, non avevo idea che ti avrei parlato proprio oggi, ma due giorni fa mi sono allontanato qualche ora perché avevo ordinato a Londra una cosa per te, volevo regalartela e anche se ora sai tutto, non posso tenere questo omaggio, non posso tenere qualcosa, la prima cosa che regalo a qualcuno dopo anni e anni di desertico e malinconico sentimento di vuoto e scarsa generosità, quindi ecco, questo in teoria, era per te... Non so se l'avresti apprezzato, facci quello che vuoi, non merito di sicuro che tu lo tenga con te ora che hai conosciuto tutta la versione dei fatti.

Fu solo in quel momento che Monique si rese conto che Sandyon le stava porgendo qualcosa, anzi, un regalo per lei: un peluche bianco e morbido, un peluche che le ricordava perfettamente la sua migliore amica ed anche il piccolo cucciolo che l'affiancava sempre... Sandyon le aveva regalato il pupazzetto di un lupo. Lo prese dalle sue mani, muovendosi lentamente e scoprendo così che le sue, di mani, stavano tremando vistosamente: si morse il labbro e si strinse quel peluche al petto, senza guardarlo negli occhi, prima di fare un paio di passi indietro.

... ho sempre pensato che fosse il destino a volerci insieme - mormorò con un filo di voce, tremante anch'essa - Ogni volta che c'incrociavamo per caso... dicevo a me stessa che non era una coincidenza, che forse Rose... o il fato... o forse addirittura Rachel... che qualcuno lassù voleva vederci insieme. E invece era tutta... una bugia...

Le veniva da piangere ma non una singola lacrima scese dai suoi occhi comunque lucidi e gonfi per il pianto imminente: alzò lievemente lo sguardo ed incrociò quello di lui, non sapendo decifrare gli spasmi forti ed intensi del proprio cuore.

Io ti amo, Sandyon, ed il mio sentimento non può cambiare nemmeno dopo aver saputo questo.
Ma...


Ma?
Ma cosa?
Non concluse la frase limitandosi ad abbassare lo sguardo: forse perchè non sapeva nemmeno lei che dire.
Gli diede le spalle e si incamminò verso la porta, a passo lento e nemmeno troppo stabile, col chiaro intento di uscire da quella stanza.

Stai facendo la cosa giusta...

....

Insomma, lo ami, però ti ha mentito, no? Per tutto questo tempo ti ha guardato negli occhi nascondendoti la verità, come potresti fidarti ancora di lui?


La voce della razionalità parlava ma lei non diceva nulla, continuando imperterrita a camminare.

Se teneva così tanto a te dall'inizio perchè non dirti la verità subito? Probabilmente vuole solo alleggerirsi la coscienza!

Lo amo...

Se adesso tornassi da lui ci faresti la figura della debole, capisci? Della serie "ti amo e per questo te le faccio passare tutte" ...

Lo amo...

Non farti fregare, puoi avere molto di meglio, anzi, puoi avere il mondo ai tuoi piedi, che ti frega di l--

Lo amo.


Bloccò il suo incedere di colpo, abbassando gli occhi sul peluche teneva ancora stretto tra le dita: una lacrima cadde su quel musetto bianco, una lacrima sfuggita al controllo della donna che si volse lentamente verso Sandyon; e quando i propri occhi incrociarono i suoi, non ci fu più di nulla di razionale da pensare.
Gli corse incontro e gli saltò al collo, abbracciandolo con tutta la forza che aveva in quel momento per lasciarsi andare ad un pianto silenzioso.

Niente più bugie... - sussurrò con voce rotta dalle lacrime che sgorgavano ora copiose da quegli iceberg scintillanti che erano i suoi occhi - Ti prego, niente più bugie...
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Messaggioda Sandyon » 08/03/2012, 16:18

Si stava allontanando, dopo aver preso quel piccolo regalo aveva detto qualche parola, portando ancora davanti a se il risultato dei suoi sentimenti ma evidentemente non riuscendo del tutto ad affrontare quella realtà, quel macigno che lui aveva lasciato andare in discesa libera come fosse la cosa più normale del mondo o forse la più difficile ma resa facile dal suo modo di esporla chiaro e pacato con quella punta di dispiacere che di certo legata a Sandyon Vastnor risultava essere quasi una confessione di dolore.
Monique prese a camminare avvicinandosi lentamente fino a raggiungere la porta, ancora con quei piedi nudi ma tanto la sua stanza era lì accanto, o forse si sarebbe messa le scarpe per andare un po' in ufficio chissà, questo al momento aveva poca importanza.
Sandyon conosceva bene quei momenti, i momenti nei quali ti senti solo perché qualcuno di fondamentalmente importante si sta allontanando da te di sua volontà, l'aveva già vissuto in passato, certo, allora non era amore ma amicizia, eppure certe sensazioni non si scordano quando sono così simili fra loro.
Si girò del tutto, consapevole dei suoi sbagli, non facendo la figura del menefreghista, anzi, era pronto ad osservarla mentre si allontanava da lui.
Non aveva risposto alla sua domanda sul proteggerla ma in quel caso semplicemente avrebbe ritenuto il silenzio assenso a meno che lei non glielo avesse detto esplicitamente che non lo voleva più nemmeno incrociare per i corridoi, un possibilità poi non troppo remota.

Vada come vada, non posso permettere che cada nelle mani di Tyslion, significasse anche andare contro la sua volontà.

... ho sempre pensato che fosse il destino a volerci insieme.
Ogni volta che c'incrociavamo per caso... dicevo a me stessa che non era una coincidenza, che forse Rose... o il fato... o forse addirittura Rachel... che qualcuno lassù voleva vederci insieme. E invece era tutta... una bugia...
Io ti amo, Sandyon, ed il mio sentimento non può cambiare nemmeno dopo aver saputo questo.
Ma...


Nessuno mi ha mai costretto a provare qualcosa per te, deduco quindi che tutto sia comunque destino, anche conoscerci per un lavoro segreto, ma la mia opinione vale poco ora come ora, lo capisco.

Mi ami ma non puoi sopportare tutto questo, come posso biasimarti?

Poi, accadde qualcosa di insolito, qualcosa che non aveva minimamente calcolato, qualcosa che a dir poco sconvolse tutti i piani legati al proseguimento di quella sera, di quella notte, ipotizzata da solo, davanti al fuoco a riflettere sulla sua vita e sui suoi errori prima di riprendere il proprio freddo cammino in solitudine avendo davanti soltanto gli scopi per i quali era stato chiamato a presidiare come docente in quella scuola di magia.
Invece no, ad un tratto ogni cosa sembrò cambiare di improvviso, sembrò cambiare quando Monique si voltò di scatto guardandolo con gli occhi lucidi e luminosi e si gli andò incontro abbracciandolo forte iniziando a piangere silenziosamente, come una bambina alla quale non importa niente di quello che è accaduto, per la quale non è importante quello che le è successo in passato, ma solo e soltanto quello che desidera le riservi il futuro.

Niente più bugie... Ti prego, niente più bugie...

Ed in quel momento, gli occhi di Sandyon si aprirono maggiormente ed una grande quantità di sangue caldo, denso e copioso prese a fluire dopo molto tempo dal suo cuore malandato e fino ad allora rimasto chiuso e delimitato al dolore e alla sofferenza. Per l'ennesima volta lei lo aveva stupito.

[yt]http://www.youtube.com/watch?v=HG7_O2pa_Mw[/yt]

Lasciati andare, lasciati andare
Senti lo spazio che è vuoto
Così insicuro, trova le parole e lasciati andare

Guardando verso il basso, Guardando verso il basso,
niente ritorna in mente
trova il posto e trasforma l'acqua in vino


Perchè... perché ti fidi ancora di me?

Ma sento che non sto andando da nessuna parte,
e non vedrò mai la fine

Così appassisco
E rendo il mio animo incapace
Mi arrendo e tutto mi appare chiaro
Interrompo
E lascio che la storia mi guidi


Forse dovrei semplicemente smettere di temere quello che ho vissuto.

Accendilo, accendilo
Lascia che il sentimento scorra
Chiudi gli occhi
Vedi gli unici che conoscevi


Forse dovrei lasciare che ancora una volta la porta ammaccata del mio cuore si apra e la lasci entrare.

Aprilo, Aprilo,
non combattere per identificarti
Tentalo, Tentalo,
Aiuta i ricordi a scappare
Le cose senza trasparenza mi consumano ancora
E mi sento come se mi stessi lasciando andare

Così appassisco
E rendo il mio animo incapace
Mi arrendo e tutto mi appare chiaro
Interrompo
E lascio che la storia mi guidi


Lei sta davvero superando tutto questo, sta davvero passando oltre a mesi di menzogne per... me.

Io appassisco
E mi lascio andare

Annego nelle esitazioni
Le mie parole iniziano a distruggersi
E tutte le mie creazioni migliori
Stanno bruciando nella terra

L’ultimo sguardo in basso
Mi lascia paralizzato
Lacrima ancora
Un altro che è fuggito


Cosa dovrei fare?
... Cosa devo fare?


Così appassisco
E rendo il mio animo incapace
Mi arrendo e tutto mi appare chiaro
Interrompo
E lascio che la storia mi guidi


Smettere di avere paura... Sandy... Paura di soffrire e di perdere quello a cui tieni...

Così appassisco
E rendo il mio animo incapace
Mi arrendo e tutto mi appare chiaro
Interrompo
E lascio che la storia mi guidi
Io appassisco
E mi lascio andare

La luce si riflette sulla gabbia
I mondo vogliono creare
I mondi che tu hai creato


Tu sei passata oltre il tuo orgoglio, il tuo onore, io non posso non essere disposto a mettere in gioco me stesso.
Forse, sei davvero la persona che cercavo, forse sei davvero un segno del destino, forse... non sono più relegato a soffrire.
Forse, forse io, dovrei...


Lasciati andare, lasciati andare.

Lasciarmi andare.

Le mani che ancora erano ferme e non accennavano a muoversi, si alzarono lentamente e mentre la donna ancora piangeva addosso a lui più innocente e fragile che mai, si strinsero sul corpo di lei, mentre si avvicinava di più a Moni per donarle calore, facendole strusciare il viso sul suo petto, sulla sua spalla, chiudendo lentamente gli occhi.
In quell'istante non ci fu un solo pensiero del passato che varcò la sua mente, in quel momento non ci fu una sola linea di sofferenza che sfiorò il suo cuore e il suo spirito, in quel momento c'erano soltanto lui e lei, con l'intromissione di un esserino che richiamato poco prima dai pensieri della donna era tornato di corsa ed aveva assistito pur non volendo alla scena, partecipando alle domande e ai pensieri più intimi ed interni del mercenario che comunque non se la sentì di rimproverarlo, dato che alla fine aveva soltanto espresso un pensiero in aiuto della persona che reputava il suo migliore amico.
Adesso sembrava che in quella stanza si fosse esaurito un momento di terrore e tristezza infinito, come se al termine di un temporale, di una tempesta, di un tornado o di un ciclone, fosse tornato il sereno, fosse tornato nuovamente il bel tempo, un tempo che splendeva e anche se ancora fresco perché dopo la pioggia si trema sempre ancora un po', trasportava con se la consapevolezza che finalmente un capitolo importante per la vita di ognuno dei due era finito: il capitolo della conoscenza e del semplice avvicinamento, il capitolo incerto su una storia che forse era destinata a resistere a cose ben più gravi che una bugia del genere ma che Sandyon promise a se stesso e alla sua compagna che non si sarebbe mai più ripetuta in nessun caso.

Niente più bugie.

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Messaggioda Monique » 09/03/2012, 12:36

Com'era liberatorio.
Monique non l'avrebbe mai pensato, perchè piangeva molto poco solitamente preferendo tenersi tutto dentro oppure sfogandosi in altri modi - ad esempio urlando - ma anche piangere in quel modo, senza riserve e senza alcun freno, era un ottimo modo per liberarsi, sfogarsi e sentirsi poi più leggera.
Piangeva con gli occhi chiusi e le braccia intorno al collo di Sandyon, nelle dita ancora stretto il peluche lui le aveva regalato: non sapeva cosa stesse passando nella mente dell'uomo, non riusciva proprio ad immaginarselo ma sapeva anche che coi gesti lui sapeva esprimersi molto bene... e quando il professore di Difesa, la sua guardia del corpo, la strinse a sé, Moni comprese che in qualche modo andava tutto bene.

Niente più bugie.

Una promessa quella che sentiva nella voce dell'ancora compagno, che la strinse di più a sé: e la donna accolse quell'invito a lasciarsi donare calore rannicchiandosi tra le sue braccia, piangendo ora contro il suo petto, contro il suo collo, beandosi della sensazione di averlo ancora vicino, ancora per sé; alzò lentamente il viso aprendo gli occhi, ma lo fissò un istante solo prima di baciarlo.
Un bacio forte, un bacio intenso, un bacio disperato che sapeva di amore e sofferenza, un bacio dolce e salato per le lacrime che ancora le sgorgavano dagli occhi finendo per bagnare le loro bocche, un bacio umido, un bacio innamorato: Monique lo stava baciando come mai aveva baciato qualcun altro prima, stringendosi al suo corpo come se volesse fondersi ad esso col proprio.
Lo baciò a lungo, fino a che non ebbe più fiato, e solo allora si staccò lentamente, respirando forte ed affannosamente con gli occhi bassi: paradossalmente, ora, non sapeva minimamente che fare.
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Messaggioda Sandyon » 09/03/2012, 21:23

Adesso molte cose erano tornate al loro posto, adesso molte verità erano finalmente uscite e saltate fuori a galla e l'atmosfera più passavano gli istanti e più si faceva più leggera, sopportabile, vivibile, vera e reale.
Adesso molte bugie venivano finalmente trattenute alla dogana del cuore e bloccate prima che uscissero, altre invece semplicemente sparivano, eliminate da un vento irrefrenabile di fiducia e sentimento.
Per quanto Sandyon facesse fatica a crederci, Monique Vireau era ancora lì, ad abbracciarlo, a stringersi a lui, finalmente al suo mercenario, libera di sentirsi protetta del tutto, adesso consapevole che una persona forte, consapevole, capace e giudiziosa in battaglia e pace la poteva difendere senza aver terrore che il padre potesse prenderlo in contropiede o lo eliminasse facilmente, o lo rendesse una pedina sulla propria scacchiera.
Si, per quanto Monique potesse preoccuparsi per lui, adesso che stavano assieme, non poteva pensare che fosse uno sprovveduto come una persona all'esterno della questione e Vastnor avendo lavorato anche per il padre non si poteva certo affermare che non fosse ben preparato ai vari pericoli da affrontare ad opera del capostipite Vireau prima che la facendo fosse definitivamente conclusa e portata a termine.

Il suo respiro, le sue lacrime, il suo calore.
Per troppo tempo mi sono dovuto privare del piacere di sentire tutto questo con la coscienza pulita.
Adesso è finita, basta con le menzogne, sarà meglio che informi presto anche la Bergman.


La strinse ancora di più mentre rifletteva allora sul da farsi, sulle prossime mosse e adesso con la tranquillità che se avesse voluto ci avrebbe potuto anche pensare ad alta voce visto che la donna adesso era perfettamente al corrente della sua posizione in quella faccenda.
Infine, la compagna alzò il viso lentamente fissandolo solo un secondo negli occhi prima di permettersi di baciarlo con una carica di passione ed amore come mai prima era avvenuto, baciando forse per la prima volta l'uomo che adesso sapeva non avere più segreti di alcun tipo con lei, come se in un certo senso quello fosse il loro primo bacio da quando si erano conosciuti quella notte nel giardino della scuola mentre si allenava con Dastel accanto.
Le lacrime sgorgavano dagli occhi meravigliosi di lei e l'uomo lasciò che lei facesse, contraccambiando anche se con un po' di impaccio visto che effettivamente era come se non baciasse in quel modo da una vita e forse alla fine, era proprio così.
Le mani, entrambe, del mercenario salirono fino al viso di lei, rimuovendo con i pollici le lacrime come a volerle far capire che era finito il momento per piangere, quel bacio quindi andò avanti per moltissimo tempo, un tempo durante il quale i sospiri, i gemiti e i battiti cardiaci facevano da unica melodia di intrattenimento.

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Una volta che si fosse concluso quel bacio così meravigliosamente lungo ed intenso tra i due amanti, qualcosa di assolutamente assurdo, imprevisto e shoccante sarebbe accaduto all'interno di quella stanza che per loro fortuna era totalmente insonorizzata.
Come se nulla fosse nell'aria si cominciò a sentire il suono di un singhiozzo sostenuto e trattenuto, come quello di un pianto sofferto e terribilmente struggente, ma di certo ancora non si vedeva niente di chiaro.
Sandyon di istinto sgranò gli occhi, come se obiettivamente sapesse perfettamente a chi appartenesse quel tono di "voce", per quanto ora piangente e sbiancò lentamente, anche se all'effettiva il momento in cui sentì quasi il sangue raggelarsi nelle vene fu quando da un < POFF > improvviso nell'aere apparve proprio lui... già...

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MOG!

Sigh sob sigh sob sigh sob, bwaaaaahhhh!!! Monique ti prego perdonami, io non volevo mentirti, ti prego scusamiiiiiiii!!!!

Vo... Voi vi...

Il piccolo esserino si fiondò addosso a Moni cominciando a strofinarsi addosso a lei strizzandosi le lacrime con il suo vestito, anche perché obiettivamente per lui non c'era il concetto di costoso o dispendioso o delicato, e con quelle che potevano definirsi le sue manine cercò di abbracciarla stringendola in vita continuando a singhiozzare come un bambino colto sul fatto e distrutto dal dolore e dal senso di colpa.
Sandyon Vastnor rimase completamente di sasso, con occhi fulminanti e respiro fermo, saliva seccata.

Lo sai, io sono il suo più caro amico, non potevo dirti la verità, ma volevo e prima mentre pensava a cosa fare e dire l'ho anche aiutato a convincersi di fidarsi di te, io mi fido e lo so che ho tradito anche io la tua fiducia... tu lo ami e a me no quindi perché dovresti perdonarmi, lo so lo so lo so lo so ma ti prego fallooooooo!!! Bwaaaaahhhh, sono un cattivo cattivo Moguri, ecco, picchiami, strappami la pelliccia e tirami il pon pon ma perdonamiiiii!!!!!

MOG!

Sandyon tuonò improvvisamente arrabbiato come non mai nei confronti del Moguri che senza alcun preavviso e permesso era apparso di fronte per la prima volta ad un'altra persona estranea, per la prima volta qualcun altro al mondo sapeva dell'esistenza del piccolo essere e soltanto dopo che l'amico urlò in preda alla furia effettivamente Mog si accorse di quello che era successo, fermando di improvviso il piangere trattenendosi e una volta aperti di più gli occhietti gonfi di lacrime e rossi di disperazione, fece una virata incredibilmente fulminea nascondendosi dietro Monique come a volersi proteggere tremando come una foglia.

Oh mamma che guaio...

Mog... esci... immediatamente... da lì... dietro...

Voce tremante dalla rabbia, lui tremava anche peggio.

Moni aiutami, ti prego!
Sono troppo giovane per morire, calmalo o mi uccide... ne è capace, te lo assicuro... sigh...
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