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da Sandyon » 04/03/2012, 2:41
Durante la lunga e quanto mai esilarante inaugurazione della seconda parte del negozio di Mielandia ad Hogsmeade, molti bambini della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts hanno partecipato, accompagnati da prefetti e altro personale scolastico, girando per l'interno del locale e giocando alle varie prove dove venivano messi in palio dolci di pregiata e zuccherosa fattura. Oltre ai giochi, agli stand con le bevande gratuite e i cibi di ogni tipo, ai giocolieri, agli sbandieratori e alle presenze di grandi personalità del mondo magico contemporaneo, alcuni dei bambini presenti alla festa, un numero veramente esiguo, difatti solo quattro su migliaia, ha potuto avere modo di ricevere un dolce molto speciale da parte di una creatura magica sostanzialmente comune: lo gnomo, anzi, più precisamente questo gnometto era caratterizzato da un bel cappello a punta con sopra disegnati motivi notturni, una lunga barba saggia e uno sguardo un po' perso e abbastanza saggio. Il dolce consisteva semplicemente in una moneta d'oro ovviamente finta, con l'interno rappresentato da cioccolato purissimo. La particolarità di questo dolce era che magicamente comprendendo il naturale gusto del bambino soltanto al tatto, era in grado di modificare il suo interno facendo cambiare la tipologia di cioccolata in base al gusto, quindi se per esempio Jorge fosse andato matto per il cioccolato gianduja, allora il cioccolatino avrebbe preso quel gusto e tra l'altro, fra i più irresistibili e di pregiata qualità. Un richiamo irresistibile quindi per i piccoli che quindi gradirono ed assaggiarono di buon palato quel dono così piccolo ma generoso, anche perché non era di certo il primo esemplare di cioccolato che avevano messo sotto i denti dall'inizio dell'inaugurazione. Tuttavia dopo aver mangiato il cioccolato ed essersi allontanati dallo gnometto, nessuno avrebbe potuto ascoltare il suo dire in tono piuttosto allegro, entusiasta e sereno. Ooohhh, bene bene bene. Finalmente qualche nuovo amico! Ci vediamo stanotte bambini, vedrete, ci divertiremo...Quella festa si esaurì dopo diverse ore e i bambini e i ragazzi, sostanzialmente esausti e distrutti da tutto quel divertimento e movimento effettuato alla manifestazione, una volta rientrati nelle loro sale comuni, dormitori e stanze, sentirono anche un sonno calare estremamente profondo e potente che senza permetter loro nemmeno di togliersi i vestiti di dosso, una volta toccata la superficie del letto crollarono del tutto senza possibilità di replica. Tutto questo poteva anche risultare essere normale vista la quantità di energia persa nel giorno precedente, ma decisamente quella notte non fu così. Una scintilla di potere magico a loro insaputa cominciò a vorticare sopra le loro menti e nel frattempo che dormivano con profondità e riposo, nei loro sogni si figuravano apparire in un luogo fantastico e totalmente impossibile da immaginare dal nulla, ma la cosa ancora più strana era che in quel sogno i quattro bambini: Kayleen, Jorge, Adam e Hans si potevano vedere chiaramente insieme nel contesto e potevano comunicare dato che erano apparsi ognuno a distanza di pochi metri dall'altro. Lo stesso segno tutti e quattro e poi di certo non un sogno poco complesso e articolato. Era mai possibile? Una grande luna in lontananza a sovrastare il cielo che però mostrava una luce come se fosse pieno giorno. Nuvole bianche e morbide, alte e così vicine alla terra da poter essere toccate. Un campo di erba verde meravigliosamente fresca e rigogliosa e una strada, sulla quale loro erano apparsi talmente lunga da sembrare che conducesse davvero fino alla stessa luna che si stagliava in lontananza così magnificente ed enorme. Ogni bambino non possedeva più le proprie vesti ma un pigiama di pail con sopra disegnati dei motivi a forma di stelle, lune calanti e costellazioni del cielo. Ognuno a piedi nudi ma che a contatto con il terreno non si sporcavano o si raffreddavano, bensì stavano comodi e liberi. Per finire poi, all'interno del luogo misterioso, un'altra particolarità era che ogni tanto per l'aria ondeggiavano delle bolle, come quelle di sapone, che però all'interno figuravano degli oggetti o dei ricordi che i bambini negli anni passati avevano desiderato e voluto tanto, quindi anche scene di vita che non si erano realmente verificate ma che possibilmente loro avevano sperato che avvenissero. In mezzo a tutta quell'assurda realtà però, c'era ancora da scoprire come erano arrivati lì e perché proprio loro quattro, così piccoli, giovani e indifesi. Poteva essere opera del male o di qualche malvagio essere pronto ad incastrarli? Questo non era stato ancora definito, al momento i quattro ragazzi dovevano solo preoccuparsi di trovare una comunicazione tra loro e decidere insieme che fare...
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da Adam » 04/03/2012, 19:46
Adam aveva avuto la strana fortuna di essere tra i molti ragazzini a cui fu permesso di visitare la seconda parte del negozio di dolciumi chiamato Mielandia. Questo negozio aveva reso Hogsmeade tanto famosa quanto grassa e piena di cellulite. I dolci che Mielandia vendeva erano buonissimi ed irresistibili, ogni bambino amava mangiarli ed assaporarli, purtroppo non solo i bambini ma anche ogni tipo di creatura vivente, qualsiasi età avessero. Venendo direttamente dalla Svizzera Adam non era mai entrato in questo magico negozio, ne aveva solo sentito parlare molto bene. Mhà! Sarà!
Pensò lui dubbioso come sempre. Non si fidava degli inglesi, soprattutto se abitavano nei pressi di Hogwarts, quindi non aveva mai desiderato più di tanto entrare in quel posto, ma visto che gli veniva data questa possibilità il ragazzo accettò con noncuranza di visitare l’inaugurazione di Milandia , anche se interiormente non vedeva l'ora di entrarci e di vederlo; fu così che la sua curiosità fanciullesca per una volta prese il sopravvento sul suo odio per Hogwarts e tutto ciò che gli riguardava. Adam sapeva benissimo che per poter andare alle Olimpiadi aveva bisogno di muscoli e di una linea smagliante, e infatti aveva tutta l'intenzione di guardare solamente i dolciumi esposti nei lunghi scaffali stracolmi di roba, ma quando si trovò lì la sua forza di volontà fu messa a dura prova. Quelle bombe zuccherose piene di grassi erano irresistibilmente ammaliati e sapere di non poterne assaggiare nemmeno un po’ fu devastante per il bambino. Nonostante tutto Adam riuscì ad ignorare il profumo dolciastro e i colori sfavillanti delle leccornie e delle bevande distribuite gratuitamente ai vari stand, concentrandosi sulla sua amata Sarah e così resistette a quelle tentazioni maligne.
Maledetta Hogwarts!
Pensò arrogante come sempre.
Trova sempre un modo per mettermi in difficoltà!
Stava girovagando per il negozio cercando di non guardare per troppo tempo i dolciumi irresistibili.
Ma questa volta non l'avrà vinta! Non assaggerò nemmeno un dolce! Lo farò per Sarah!
Ormai quella ragazzina era il simbolo della sua vita. Si svegliava per Sarah e andava a nanna solo per lei. Da quando l'aveva incontrata non faceva altro che osannarla e adorarla e più che spesso le inviava delle lettere dove scriveva che, come lei, si stava impegnando per diventare un grande ginnasta.
Tsè! Come arriverò alle Olimpiadi se questi mi sbattono sotto il naso dolci e bevande zuccherose?! Maledetta Hogwarts!
Purtroppo per lui non riuscì a godersi nemmeno un po’ il soggiorno ad Hogsmeade, era partito celando l'entusiasmo per non apparire troppo infantile, ma ora l'entusiasmo era completamente scomparso. Lui pensava di fare una visita per osservare i prodotti zuccherosi di cui aveva tanto sentito parlare per poi offenderli e banalizzarli per la loro semplicità. Purtroppo i suoi piani furono stravolti. Quei dolciumi erano le cose più strabilianti al mondo! Dolci così non li aveva mai visti e il suo sogno di ridicolizzare anche Mielandia (l'orgoglio degli inglesi), si stava man mano distruggendo ogni volta che si faceva largo tra le persone presenti all'inaugurazione per vedere qualche particolarità del negozio o qualche spettacolino allestito per i bambini.
Questo posto è perfetto!... Oh, maledizione!
Fece un sospiro di rassegnazione e sbattendo il piede sul pavimento (perfetto anche lui) si mise a girovagare senza meta. Dopo aver scoperto la perfezione del negozio, Adam si costrinse a non magiare nulla per ripicca al negozio che aveva tanto successo.
Queste cose sono come le droghe! Non ho nessuna intenzione di toccarle! Non le annuserò nemmeno!
Fu così che passò tutta la giornata a testa alta cercando di evitare qualsiasi contatto con quei splendidi, magnifici, succulenti e squisiti dolci. Adam era veramente un tipo testardo, e il risultato del suo comportamento fu che purtroppo, alla fine, aveva una fame che non riusciva nemmeno a mantenersi in piedi. Tra l'acquolina che gli veniva a causa del profumo delle caramelle, dei pasticcini, dei biscotti e di qualsiasi altra cosa che poteva essere azzannata, e tutte le forze che aveva perso nel girovagare tutto il giorno, il povero bambino sentì un dolore allo stomaco così forte che quasi svenne.
Aiuto...
Disse sottovoce portandosi le mani allo stomaco.
...ho fame!
Non voleva passere per un'ipocrita e così non ammise che non ce la faceva più a resistere a quelle leccornie malefiche.
Uh, aspetta!
Adam si tastò la tasca del cappottino babbano che portava. Lì c'era una monetina d'oro! Stranamente aveva vinto una specie di “lotteria” che voleva che alcuni dei bambini mandati da Hogwarts ricevessero una monetina di cioccolato magico direttamente da uno strampalato gnomo. Adam l'aveva presa mal volentieri e lanciando un'occhiataccia malefica allo gnomo infilò il dolce nella sua tasca, progettando inizialmente di buttarlo.
Fortunatamente non l'ho fatto!
Prese il cioccolatino e se lo rigirò tra le mani. Lo mangio o non lo mangio? La scelta era ardua e guardandosi intorno Adam notò che non c'era nemmeno una margherita nei dintorni.
Maledizione!
Nemmeno i fiori volevano aiutarlo! Evidentemente doveva prendere quella decisione da solo.
Se lo mangio ingrasserò e diventerò una balena, Non potrò più fare ginnastica e non riuscirò mai a fare una rovesciata decente!
Pensò cercando (invano) di fare una lista decente dei pro e dei contro.
Se non lo magio probabilmente morirò di fame...
Esagerando come sempre, Adam non riusciva a prendere una decisione. In questi casi era solito lasciarsi prendere dal panico non riscendo a decidere in modo razionale. Questa volta però fu più facile: Il Tassetto si fece prendere dalla fame e scartando velocemente il dolcetto se lo infilò in bocca tutto d'un fiato per poi lanciare la cartaccia a terra, da buon maleducato che era.
Umh...
Mugugnando di soddisfazione si leccò le dita e si passò la lingua sulle labbra. Quel piccolo pezzo di cioccolata aveva una sapore che non aveva mai sentito da nessuna parte. Era un misto tra cioccolata bianca, al latte, al pistacchio, alla nocciola, alle arachidi e a qualsiasi altro gusto che normalmente non avrebbe potuto mangiare per mantenere la sua dieta.
Delizioso...
Disse parlando a bocca piena come se tutti gli insegnamenti di sua nonna sul bon ton fossero stati rimossi dalla sua mente per un pezzo di afrodisiaco cioccolato. Come ogni leccornia però, una volta ingoiata scomparì e Adam sconvolto per aver già ingurgitato, come un piccolo maialino, tutta quella cioccolata andò nel bagno a sciacquarsi la bocca.
Oh per la torre di astronomia!
Disse correndo come un pazzo verso la toilette del negozio.
Lo sapevo che era una droga!
Tornando finalmente in se, dopo essere stato travolto dalla passione del cioccolato, entrò violentemente nel bagno e si lavò la bocca da quel prelibato sapore dolciastro.
Che Dio mi perdoni!
Si era lasciato prendere dalla gola, e ora cosa avrebbe fatto?! Nel giro di pochi giorni sarebbe diventato una bomba! Non sarebbe più stato capace di fare la ruota e la verticale! Il suo sogno sarebbe finito nel gabinetto insieme a Mirtilla Malcontenta e la sua vita sarebbe finita per un singolo cioccolatino!... Ovviamente no, ma Adam aveva una fervida immaginazione…
Maledetto sia quello gnomo pazzo!
Quel piccoletto vestito da rimbambito aveva attentato alla sua vita! Adam gli avrebbe strappato ogni singolo pelo della barba, se avesse potuto! L’avrebbe fatto scomparire dalla faccia della terra!
Mi vendicherò!
Disse sbattendo la porta del bagno e uscendo da quel negozio maledetto.
In breve tempo gli alunni della scuola di magia furono radunati perché dovevano essere portati al castello. Era tardi quando rientrarono ed erano tutti stanchi, compreso Adam. Odiare e lanciare maledizioni era estremamente faticoso per qualcuno che aveva mangiato solo un pezzo di cioccolata maledettamente gustosa. Senza preoccuparsi minimamente dei suoi compagni, entrò nel suo odiato dormitorio e si lanciò sul letto stanco e sfinito (e affamato). Esattamente in quel momento si addormentò profondamente.
Ma che...?!
Il piccolo Tasso trattenne una lunga ed inesorabile parolaccia. Era strano, ma c'era qualcosa che non andava per il verso giusto. Adam si ricordava di essersi addormentato lanciandosi sul letto, ma ora era più che sveglio in un posto mai visto...
Non sarà per caso un'altro strano congegno inventato da Tisifone?! Quella donna non ha nulla da fare che dare fastidio a me?!
Pensò arrabbiandosi contro la professoressa di divinazione. Si voltò in tutte le direzioni, cercando di cogliere qualcosa che facesse indicare la presenza della donna, ma purtroppo non trovò nulla. Quel posto era strano, ma no! Stranissimo! Un'enorme luna sovrastava il cielo illuminando tutto con un luce flebile simile a quella del sole. L'enormità di quel satellite fece pensare ad Adam che forse si stava per verificare una collisione tra la terra e la luna, ma fortunatamente non successe nulla di apocalittico. Oltre alla luna il ragazzo si accorse della stranezza delle nuvole, erano talmente vicine che potevano essere spostate con un semplice soffio. Tutt'intorno non c'era altro che un prato verde e un lungo sentiero.
Maledizione! Chi...?!
Ed ecco che Adam trattenne un'altra parolaccia ancora più dura, lunga e cattiva della precedente. Guardandosi i vestiti lo studentello aveva notato che qualcuno gli aveva rubato (per non dire scippato) i suoi costosissimi abiti!
Se lo becco giuro che gli metto la testa nel water! Altro che Mirtilla Malcontenta!
Prese a guardarsi intorno per cercare quel qualcuno che oltre a rubargli anche le mutande lo aveva lasciato scalzo e con addossò un pigiama della peggior specie.
Stelline e lunette?! Stanno scherzando?! Non indosso pigiami così dal mio nono compleanno!
Disse mostrandosi grande. Proprio in quel momento un soffio di vento portò davanti al bambino delle bolle simili a quelle di sapone.
Che carine!
Esclamò correndo dietro a quelle bolle come se fosse un bambinetto di cinque anni... Correndo con i piedi scalzi sull'erba, provò a far esplodere una bolla però prima di toccarla si bloccò e la osservò
Mamma!
Una vocina flebile veniva da quel piccolo contenitore sferico, mentre al suo interno un’immagine prendeva forma. C'era un bambino e una vecchietta e stavano sorridendo felicemente. Il bambino era in braccio a una donna...
Pluff!
Adam cascò all'indietro. Quella strana bolla gli era esplosa quasi sulla faccia ed assorto com'era dalle immagini che stava contemplando si spaventò cascando a terra come un salme.
Accidenti...!
Disse trattenendo l'ennesima parolaccia.
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da Kayleen » 04/03/2012, 20:22
[Domenica 26 Febbraio, sera] Era stata una bella giornata quella appena trascorsa. Una giornata fuori dall’ordinario, come tutte le esperienze che stava vivendo da quando aveva messo piede ad Hogwarts. La sua prima gita ad Hogsmeade e non una gita qualunque, ma una scampagnata organizzata per un’occasione speciale: l’inaugurazione della seconda parte del negozio di Mielandia. Mai nella sua vita aveva messo piede in un posto tanto “delizioso”: nel mondo babbano ce n’erano di negozi di caramelle, ma mai ne aveva visti di quelle dimensioni e mai aveva potuto vedere così tanti e diversi tipi di dolciumi. In poche parole, una specie di paradiso per bambini (e per dentisti), anche se le carie ai denti erano in quel momento un ricordo lontano anni luce da lì. Lei aveva vissuto quel pomeriggio a pieno, gustando le prelibatezze che le erano offerte, sperimentando dolciumi sconosciuti e ogni tanto dai sapori disgustosi, cioccolati finissimi, collezionando figurine animate; tra questi, le era stata consegnata anche una moneta di cioccolato, all’apparenza normalissima. Se lo gnomo che gliel’aveva “regalata” non le avesse spiegato la sua particolarità, probabilmente l’avrebbe scambiato per il tipico cioccolatino babbano dalla carta argentata. Della presenza dello gnomo si era ovviamente stupita: era la prima volta che ne vedeva uno, in carne ed ossa, ed era proprio come lo aveva immaginato. Piccolo, barbuto, con il cappello a punta. Gli aveva creduto subito, nonostante fosse un tipo scettico per natura, quando le aveva detto cosa sarebbe successo, proprio perché le sembravano cose del tutto plausibili dette da una creatura del genere. Non si stupì neppure quando, scartando quella finta moneta, si trovò davanti un dischetto di cioccolato bianco, con incorporata della finissima granella di pistacchi. Lo gnomo aveva detto il vero: era il suo gusto preferito e in più quel cioccolato era davvero buono. Ha ragione, è delizioso! Aveva detto, verso quella strana creatura, prima di allontanarsi da lui e ributtarsi nella mischia di studenti e visitatori. Il pomeriggio era poi continuato e si era concluso nel migliore dei modi: pancia piena, tante risate, bellissimi ricordi e neppure un po’ di mal di stomaco. Era stato davvero tutto perfetto. E non le importava neppure che fosse stanchissima, si era divertita un mondo e questa era la cosa più importante.
Si era portata nel dormitorio Grifondoro quasi a fatica, trascinando i piedi lungo la scalinata che portava alla sala comune. La parola d’ordine l’aveva biascicata in qualche modo, tra uno sbadiglio e l’altro, e, una volta giunta al suo dormitorio, il letto era stato per lei un’attrazione irresistibile, qualcosa di magnetico che l’aveva attirata esattamente nello stato in cui si trovava, con ancora i vestiti addosso. Per tutto il giorno aveva indossato un maglione azzurrino, con i simboli delle carte da gioco (cuori, picche, quadri e fiori) ricamati in bianco, ed una gonna a sfondo bianco, a pieghe, su cui erano stampate tante macchinine colorate; i capelli li aveva tenuti sciolti e ai polsi aveva allacciato numerosi bracciali di acciaio e d’argento. Il solito abbigliamento particolare e originale, che la caratterizzava ogni volta che non aveva l’obbligo di indossare la divisa dei Gryffin.
Si gettò quindi sul letto a baldacchino senza curarsi di nulla, neppure di mettersi il pigiama, né di mangiare qualcosa per cena (anche se la sua pancia era veramente piena dopo la scorpacciata di dolci) e si addormentò in un battibaleno; in un attimo, fu letteralmente nel mondo dei sogni.
Quello che avvenne subito dopo, fu qualcosa di particolare. Sognò e si trovò catapultata in un mondo fantastico, fatto di lunghe distese di prati verdi e rigogliosi, nuvole bianche e morbide e una luna, enorme e luminosa, nonostante il cielo fosse diurno. Si guardò e non potè non notare quanto il suo abbigliamento era cambiato: al posto dei vestiti, aveva ora un pigiama pesante in pile, color panna, con delle stampe rosse a forma di luna e stelle. No, quello non era neppure il suo pigiama. Spaesata, iniziò a guardarsi attorno. I piedi nudi toccavano il sentiero sterrato ma non sentiva dolore, né freddo. Attorno a lei, nel frattempo, fluttuavano sottili bolle di sapone. Rimase immobile, a guardarle, e solo dopo qualche istante notò che contenevano qualcosa di strano, qualcosa di famigliare. Allungò la mano sinistra in loro direzione, ma non le voleva toccare, voleva solo vedere meglio cosa c’era al loro interno. E quasi si spaventò nel vedere sua madre tornare a casa con una Barbie bionda. Un regalo che non aveva mai ricevuto. Eppure, le erano sempre piaciute quelle perfette bambole dalla pelle abbronzata ed i riccioli dorati. No Kay, quelle bambole trasmettono un’idea sbagliata. Tu vuoi essere una donna emancipata, vero?
Ma mamma.. Io ne voglio una! Solo una, ti prego!
No Kay, ti ho già detto di no. Per il tuo compleanno ti regalerò qualcosa di davvero utile.Quei discorsi con sua madre, troppo difficili per essere capiti da una bambina, ancora le risuonavano nelle orecchie. Quello desiderava non l’aveva mai ricevuto, non una Barbie, per lo meno. E poi ancora, in un’altra bolla, suo padre con un tutù in mano. Un tutù di quelli rosa e con la gonna in tulle. Quanto aveva desiderato poter far danza, come tutte le bambine normali! Posso iscrivermi a danza classica insieme a Jenni?
Oh per favore Kay, quello non è mica uno sport! Sport di squadra, ecco quello che ti serve! Forse perderai un po’ di quel brutto carattere che ti ritrovi!Il risultato? Cinque anni di pallanuoto, nella piscina di Nevern. Sport bellissimo, ma poco femminile.
Era sempre più confusa. Quelle bolle piene di momenti vissuti, sperati ed immaginati da bambina la lasciavano decisamente perplessa.
Poi, d’improvviso, una voce, qualcuno che chiamava “mamma”. Si voltò in sua direzione automaticamente, con la speranza mista alla paura di trovarsi davanti a qualcuno. Forse questo poteva darle una mano o, in caso contrario, avrebbe potuto essere la sua condanna, il preambolo di un incubo. Il ragazzo che le si parò davanti era completamente sconosciuto, non l’aveva mai visto prima. Non lo ricollegò subito ad Hogwarts ma non riuscì neppure a collocarlo in nessun altro ambiente babbano. No, non si erano davvero mai visti. Prima di avvicinarsi a lui, lo osservò qualche istante rincorrere le stesse bolle di sapone in cui poco prima aveva visto le sue fantasie. Gli lanciò anche un’occhiata leggermente perplessa nel momento in cui questo cadde per terra, sopraffatto probabilmente da quelle strane visioni.Scusa.. Sai dirmi dove siamo?Chiese, in direzione di Adam, con voce sicura ed assolutamente poco cordiale. Con i ragazzi assumeva sempre lo stesso atteggiamento, leggermente strafottente.
Ultima modifica di Kayleen il 04/03/2012, 22:03, modificato 1 volta in totale.
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da Jorge » 04/03/2012, 21:46
[Domenica 26 Febbraio, sera] Del Mondo Magico si poteva dire di tutto, che era assurdo, illogico, folle, contrario a qualsiasi legge della fisica conosciuta o quasi, ma non che fossero incapaci di organizzare una inaugurazione indimenticabile e assolutamente magica o che non conoscessero il significato della parola dolce. O almeno era quello che pensava Jorge arrancando verso il suo dormitorio, trascinando la sua borsa, la divisa completamente sfatta, con la camicia fuori dai pantaloni e macchie appiccicose ovunque e la cravatta intorno alla testa per impedire al corto ciuffo di cadergli davanti agli occhi. Era così ubriaco di dolci che sarebbe bastato un nonnulla per farlo stramazzare a terra svenuto. In tutta la sua breve vita non aveva mai visto tanti dolci di colori, forme, gusti ed effetti diversi racchiusi nello stesso posto. Appena aveva varcato la soglia di Mielandia e la prima ondata di risate e profumi zuccherosi lo aveva assalito, Jorge aveva messo da parte la sua naturale diffidenza nei confronti delle novità, la sua abituale spavalderia e aria da bullo per comportarsi come il bambino che era, gettandosi a capofitto nella mischia. Aveva partecipato a qualsiasi gara proposta, dividendo con Miyabi una parte del suo bottino, bevuto ogni tipo di bevande, osservato a occhi spalancati i giocolieri, dato fastidio ad alcune autorità magiche a lui sconosciute a giudicare dalle occhiatacce che gli aveva rivolto la sua Prefetta Perfetta, riso come non gli accadeva da tempo. Ma la cosa più assurda che aveva fatto quel pomeriggio era stato avvicinarsi a un esserino buffo, che rispecchiava in tutto e per tutto l’idea che si era fatto da piccolo degli gnomi di una delle favole che la mamma gli raccontava quando era piccolo, un mix perfetto tra Dottolo, Pisolo e Cucciolo. Lo aveva osservato imbambolato, affascinato dall’espressione benevola che aveva in viso, chiedendosi se gli occhialini che aveva sul naso fossero finti e resistendo al desiderio di rubargli il buffo cappello che portava in testa, e aveva allungato la mano come in trance quando lo gnomo gli aveva sorriso dandogli un dolcetto simile alle monete che trovava sempre nella sua Calza della Befana. Da qualche parte nella sua mente in quel momento aveva riecheggiato la voce di suo padre, ricordandogli di non dover accettare nulla dagli sconosciuti, ma arciderbolina lì tutti erano sconosciuti eppure elargivano dolci a destra e a manca e nessuno si faceva scrupoli ad accettarli. Così aveva stretto le sue ditina piccole intorno alla moneta d’oro, estasiato e non preoccupato del fatto che sembrava essere l’unico o quasi ad aver ricevuto quel dono. Lo aveva scartato dubbioso, visto che di solito quel tipo di dolci erano fatti di cioccolato al latte che lui odiava, ma quando aveva visto la superficie liscia e nera i suoi occhietti erano brillati di contentezza, tanto che camminando, aveva inavvertitamente urtato un ragazzino di Tassorosso che andava nella direzione opposta alla sua. Lo aveva addentato con enorme curiosità e aveva emesso un gemito di soddisfazione nell’accorgersi che non solo si trattava di cioccolato extra dark ma che aveva anche un retrogusto di piccante, la sua preferita. Devo trovare il modo di procurarmi una tonnellata di questa roba.Aveva pensato ma, una volta giratosi per chiederne ancora, al posto di quello strano gnomo aveva trovato uno sbandieratore e per quanto avesse cercato per il negozio non lo aveva più trovato. E adesso che con estrema difficoltà stava praticamente strisciando attraverso la sua Sala Comune, il letto che ondeggiava davanti ai suoi occhi come una sorta di Sacro Graal irraggiungibile, ne era contento: il solo pensiero di annusare qualsiasi cosa di vagamente dolce gli dava la nausa. Non vomitare, non vomitare…Si ripeteva come un mantra, deciso a non dare spettacolo di sé e offrire ulteriore materiale ai ragazzi più grandi da usare contro di lui. Solo un secondo…Esclamò alla fine esausto, crollando sul letto di pancia, le braccia allargate, il viso inclinato di lato, gli occhi chiusi, pensando di riposarsi il tempo necessario per potersi togliere i pantaloni senza correre il rischio di imbiancare tutta la camerata. Invece Jorge cadde in uno strano quanto magico sonno profondo che lo trasportò dal suo letto a baldacchino nel Dormitorio dei Delfini su quella che a una prima occhiata sembrava essere una stradina di campagna, a giudicare l’enorme campo di erba che li circondava. Si guardò intorno spaesato, non comprendendo come con una luna così grande in lontananza potesse esserci un cielo così terso e luminoso come in una giornata di sole estivo. Ehi figlia dei fiori – esordì una volta vista Kayleen, usando quel nomignolo che lei disprezzava tanto convinto che si trattasse di un sogno e che lei esistesse solo nella sua mente – Adesso invadi anche i miei sogni?Le disse, con un ghignetto ironico sul viso, prima di spostare lo sguardo dal viso al corpo della ragazzina. Hummm… certo che devo aver fatto proprio indigestione per sognarti con una cosa così assurda addosso, anche se devo dire che questo abito astronomico ti rende più dolce.E le fece la linguaccia, sapendo quanto odiasse essere considerata tale. Il dubbio che non fosse proprio un sogno gli venne non tanto accorgendosi che anche lui indossava lo stesso identico assurdo pigiama, ma quando vide a pochi passi da loro due, altri due studenti che non conosceva per nulla. O meglio quando sentì l’imprecazione di Adam. Se lo becco giuro che gli metto la testa nel water! Altro che Mirtilla Malcontenta! Stelline e lunette?! Stanno scherzando?! Non indosso pigiami così dal mio nono compleanno! E’ un peccato, visto che ti donano così tanto…La risposta gli sfuggì dalle labbra ancor prima di poter riflettere sul fatto che un sogno non poteva interagire in maniera così autonoma, ironica e tagliente come cercava sempre di atteggiarsi in presenza di chi non conosceva. Quello strano tipo assomigliava vagamente al Tassorosso contro cui si era scontrato quando si era allontanato dallo gnomo, quindi un senso del perché lo stesse sognando ci poteva essere, ma quel Serpeverde era sicuro di non averlo mai visto o meglio mai notato prima. E non era possibile sognare qualcuno che non si conoscesse, o forse si sbagliava? Voi chi siete? E sopratutto che ci fate nel mio sogno? Chiese a entrambi, camminando verso Hans che era il più vicino dei due, la sua spavalderia e aria da bullo attenuata dal tono titubante con cui aveva pronunciato la parola sogno. Non appena mosse il primo passo si accorse che le cose strane non erano finite o meglio sarebbero state strane se quello non fosse stato un sogno, ma in quale altra realtà se non quella onirica poteva camminare per strada a piedi nudi e non sentire freddo o il dolore pungente dei sassolini che si insinuano sotto la pelle? E sono pure puliti.Mormorò, sollevando una gambina e guardandosi con attenzione la pianta del piede perfettamente pulita. Un sorrisino gli comparve sul viso, convinto a quel punto di essere davvero in un sogno e per averne la prova doveva solo provare a fare quello che aveva sempre sognato, toccare le nuvole. Si posizionò sotto una di esse e , steso un braccio verso l’alto, spiccò un salto e chiuse la sua manina intorno ad essa. Morbida…Sussurrò contento, riprendendo a guardarsi intorno molto più sereno: nei sogni non ti poteva accadere nulla di male, vero? Ehi, ma quello è il triciclo di mio cugino… ma che ci fa lì dentro?Disse, indicando una strana bolla di sapone che volteggiava nell’aria a pochi passi da lui. Incapace di stare fermo, si immersa in quel mare di bolle, ruotando la testa a destra e a sinistra, ritrovando piccoli oggetti che da piccolo aveva desiderato avere e, considerato che la sua infanzia l’aveva trascorsa in un mini appartamento sgangherato nel cuore di Alfama, il numero di bolle a lui riconducibili era molto elevato. Ah no…questo no no e no…Esclamò ad un certo punto, quando tra una fisarmonica e un paio di scarpe da tennis, intravide una bolla con la parte di un sogno ricorrente che però, a quanto pareva, non gli faceva per nulla piacere vederselo comparire così in quel modo perché gli ricordava quello che aveva sempre desiderato ma che non aveva mai potuto avere. Gli input che gli venivano da quel luogo erano troppi e troppo contrastanti l’uno con l’altro, sembrava un sogno surreale ma neanche quando aveva fatto quella indigestione di cozze e patatine fritte nel retro del ristorante di suo zio aveva fatto un sogno così bizzarro. Non aveva sentito la domanda che la Grifa aveva fatto al Tasso, troppo preso a esplorare quello strano posto, ma ora si trovava a ripetere la sua stessa domanda a tutti indistintamente, mettendo in dubbio le sue stesse convinzioni. Se questo non è un sogno, dove diavolo siamo?
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Jorge
- Apprendista Tatuatore Magico
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da Hans » 04/03/2012, 22:38
[Domenica 26 Febbraio, sera] Il pomeriggio era passato veloce, come veloci si erano susseguiti i vari sapori dei numerosissimi dolciumi che aveva assaggiato durante l'inaugurazione della seconda parte di Mielandia, ad Hogsmade, che visitava per la prima volta da quando aveva messo piede ad Hogwarts; pur avendone sentito parlare con molto entusiasmo da sua madre, che aveva frequentato col padre la scuola, e nonostante le numerose giornate passate a fantasticare su quei luoghi, quella città di maghi gli era parsa molto più stupenda, interessante, divertente e decisamente deliziosa di quanto si aspettasse, tanto che vi avrebbe volentieri fatto ritorno al più presto. Durante la sua visita ad Hogsmade però, non erano i dolci di Mielandia ad essergli rimasti più impressi, quanto un incontro con uno gnometto dal singolare cappello su cui vi erano strani disegni di stelle e lune che, per chissà quale motivo, gli aveva donato una strana moneta d'oro dal contenuto di cioccolato.. Fondente.. mi auguro..Aveva pensato fra sè, adorava il cioccolato fondente e quel regalo per pura casualità era proprio quel che sperava! L'aveva mangiato avidamente e null'altro ricordava di quell'incontro, nè dove fosse finito lo gnomo e neppure cosa avesse detto prima di andarsene, ma poco gli importava dopotutto! Questo era quel che era accaduto nel pomeriggio ma nel momento in cui fece rientro nella sua stanza, all'interno del castello di Hogwarts, tuttociò erano solo ricordi di una giornata estenuante. La stanchezza non gli concesse molti passi prima di cadere come un sasso sul suo letto e l'ultima cosa che vide prima di dormire fu il soldatino pietrificato poggiato sul suo comodino, un primo incantesimo riuscito! Il sonno si impossessò di lui ma tutto ciò durò solo pochi attimi, che lui ricordi, e subito si ritrovò in uno strano luogo, incredibile e inimmaginabile almeno per lui.. Indossava ora un pigiama di sicuro non suo ma non si fece troppe domande a riguardo poi vide chiaramente altri tre bambini, una ragazza e due ragazzi, che tuttavia non conosceva o non riconobbe come gli altri bambini che come lui avevano assaggiato il dolce dello gnomo pertanto non li collegò in alcun modo a tale evento supponendo che si trattassero semplicemente di persone frutto della sua fantasia. Prese quindi a guardarsi intorno, il luogo era stranissimo.. un campo d'erba immenso in fondo al quale un'enorme luna si stagliava nel celo, ma non un cielo notturno, infatti sembrava pieno giorno e attorno alla luna v'erano morbide nuvole bianche che parevano poter essere toccate, insieme a molte, moltissime bolle contenenti strane cose che molti ricordi gli riportavano alla mente! Vide la sua reggia in Austria ma con la differenza che v'era anche lui, adulto, e coperto da effigi reali, in un'altra bolla c'era uno splendido cane, un bovaro svizzero che abbaiava e scodinzolava felice e poi era pieno di bolle con i più svariati giochi e anche una divisa di Hogwarts da prefetto dei Serpeverde ma quella, beh quella era decisamente una bolla recente! Scosse il capo ritornando all'attuale situazione e osservando con maggiore attenzione i bambini lì con lui inizio quasi a studiarli: uno, Adam, che prima sputò sproloqui e poi rincorrendo le bolle di sapone, finì per cadere a terra... non lo conosceva ma la scena gli fece scappare una risatina.. la seconda, Kayleen, una bambina persa nei suoi pensieri che pareva non averlo neppure visto... e terzo, Jorge, anche lui sconosciuto ai suoi occhi come gli altri due, che si mise a parlare con gli altri bambini chiedendo loro che ci facessero nel suo sogno. Loro nel tuo sogno? Questo è il mio sogno! Non vedi cosa c'è nelle bolle di sapone? Sono tutte cose mie.. ricordi miei, desideri miei! E voi... indicò i tre ...dovete starne alla larga chiaro? disse con un filo di nervosismo Il sogno pareva prendere una strana piega, una piega che lui proprio non riusciva a capire.. perchè dei bimbi che non conosceva dovevano intromettersi? Che diavoleria era quella? Conosceva alcune magie, alcuni incanti, ma mai aveva sentito parlare di cose simili nè mai qualcuno si era intromesso nei suoi sogni... almeno quelli erano solo suoi! E se fosse stata tutta un'illusione? E se quei bimbi lo stavano ingannando? E se fosse stata qualcosa di peggio? Non voleva pensarci ma non poteva farne a meno.
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da Sandyon » 05/03/2012, 16:00
Ognuno dei quattro ragazzi aveva le proprie motivazioni per essere stranito non solo dal posto ma anche da tutta la situazione presente. C'è chi lo reputava ancora un sogno, chi invece comprendeva che aveva qualcosa di strano ed assurdo, e chi invece si limitava semplicemente ad osservare il tutto abbastanza estasiato e avvolto da quella stragrande vastità di bellezza e confusione naturale. Le bolle che aleggiavano intorno a loro ogni tanto scomparivano per lasciare spazio ai bambini di conversare tra di loro ed ancora passati alcuni istanti comparivano di nuovo per deliziare le loro menti con immagini belle e ricche di desideri tra i più fervidi e sostanzialmente soddisfacenti. Da lontano infine, appollaiato tra i rami folti di un albero di pere in mezzo al prato, vi era una figura nascosta che li fissava attentamente, mentre con la piccola manina si allisciava la barbetta bianca e lunga. Ma di certo non poteva rimanere lì a fissarli per sempre, anche perché la notte non era poi così lunga come la si poteva credere, quindi, senza indugiare ulteriormente con un saltello elastico cadde in mezzo alla fitta erba alta iniziando a planare velocemente per raggiungere la porzione di strada vicina a tutti e quattro i nuovi amichetti che gli avrebbero fatto compagnia dopo molto tempo passato da solo a fissare i sogni altrui. Oh oh oh oh! Salve a tutti amici, benvenuti nella mia terra, la "Terra dei sogni"!Disse poi, con una voce che sembrava molto quella di un vecchietto affabile e simpatico, di quelli che hanno sempre la battuta pronta ed una spiccato senza dell'umorismo. Già, quel vecchietto era proprio lo stesso gnomo che i bambini avevano visto il giorno prima, quello che aveva donato loro le monetine di cioccolata, le stesse monetine che riempirono un gigantesco calderone che si palesò improvvisamente in mezzo al gruppetto, ed ogni monetina aveva ovviamente la stessa proprietà magica di quelle già ricevute in precedenza, quindi il gusto si modificava a seconda del gusto personale del soggetto che la prendeva tra le mani. Oh non preoccupatevi, in questo mondo i concetti umani non esistono. Questi piccoli cioccolatini non vi faranno venire carie, brufoli o...Posò un momento di più lo sguardo su Adam. ... o qualche chilo di più! Siete protetti da ogni conseguenza negativa che può portare l'indigestione di dolci, inoltre i vostri panconi ne potranno contenere quanti ne volete, non appena vi sveglierete sarete vuoti ed affamati normalmente per la colazione, ve lo garantisco!Affermò con tanta tranquillità da sembrare convincente, almeno a prim'occhio. Lui non camminava, volteggiava a pochi centimetri da terra e posava i suoi occhi brillanti dietro gli occhiali su ognuno di loro, soffermandosi sui loro volti come a volerseli imprimere per sempre nella memoria. Nel frattempo la luna grande e spaziosa nel cielo diventava sempre più luminosa e instillava calma e tranquillità nei cuori di ognuno di loro, come se avesse delle proprietà benefiche sui loro spiriti ancora così giovani ed inesperti. Le nuvole del cielo scendevano di poco e da ognuna di queste si staccavano dei soffici pezzetti che arrivavano fino al terreno assumendo il ruolo di comodissime e soffici sedie per far accomodare gli ospiti di quello strano gnometto così piccolo ma giocherellone. Sedete sedete, vi prego, come siete carini, non mi aspettavo di fare delle scelte così azzeccate anche se non ho più lo stesso occhio da quasi cento lunghi anni! Ad ogni modo, io sono Tapion, lo gnomo dei sogni e dei desideri e avevo una grandissimo voglia di compagnia... Mi trovo sempre solo qui e non mi diverto così tanto, il mondo terreno è per me accessibile per pochissimi minuti all'anno e allora non posso che sperare ogni tanto di trovare qualcuno con cui giocare e sorridere quando accumulo abbastanza minuti per distribuire i miei cioccolatini magici! Perché non mi raccontate un poco di voi, voglio sapere tutto dei miei nuovi amici, sempre se volete essere miei amici, si intende... Per esempio, cominciamo da te bella bambina!Aggiunse avvicinandosi fluttuante verso Kayleen sorridendole e guardandola dritto negli occhi cominciando a volteggiarle intorno come a studiarla, come se fosse una sorta di tesoro prezioso, per poi fare lo stesso con ogni altro bambino dei tre e ritornare infine al punto di partenza, quindi dall'unica femminuccia del gruppo, per poi annuire con la testolina e battere le mani, un movimento che provocò all'istante un'improvvisa pioggia di stelle cadenti in alto nel cielo, anche se ovviamente la stranezza era quest'ultimo aveva ancora una tonalità di azzurro come se fosse giorno, eppure le stelle erano nitide, splendenti e continue, non smettevano di brillare ed estasiare lo sguardo con quello spettacolo di luci e fuochi artificiali direttamente frutto della natura e dell'immensità e vastità dell'universo. Allora piccola, come ti chiami, raccontami un po' di te e poi dimmi... sai che si fa quando ci sono le stelle cadenti?Ed ovviamente dopo di lei, lo gnomo si sarebbe rivolto ad ognuno di loro in ordine per sapere qualcosa su di loro e ascoltare per bene, un modo come un altro per far si che anche i quattro bambini che sembravano non conoscersi per bene, avrebbero potuto finalmente sapere con chi stavano condividendo quell'insolita quanto magica esperienza notturna.
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da Kayleen » 05/03/2012, 18:11
Attorno a lei, pian piano il paesaggio si stava popolando di altri bambini. Non si accorse dell’arrivo di Jorge, né di quello di Hans, se il primo non l’avesse apostrofata con quell’odiato soprannome. Si voltò di scatto, in direzione di quella voce semi-famigliare, con la stessa impressione infastidita a cui il Delfino poteva iniziare ad abituarsi: occhi rimpiccioliti e narici leggermente allargate.
Ehi figlia dei fiori
Che ci fai tu qui?
Sì perché quello è il suo sogno e Jorge non è di certo uno dei protagonisti tipici dei suoi sogni. Passi Adam, che potrebbe essere perfettamente frutto della sua immaginazione, visto che mai l’aveva incontrato per i corridoi di Hogwarts, ma Jorge non se l’aspettava proprio di “sognarlo”.
Adesso invadi anche i miei sogni?
Sei tu che invadi i miei a quanto pare, contro la mia volontà tra l’altro.
Borbottò, portando le braccia incrociate all’altezza del petto, prima di abbassare lo sguardo anche lei per osservare il pigiama che le era magicamente apparso addosso.
Hummm… certo che devo aver fatto proprio indigestione per sognarti con una cosa così assurda addosso, anche se devo dire che questo abito astronomico ti rende più dolce.
Innanzitutto, guarda che tu sei vestito nel mio stesso identico modo. L’unica differenza è che io una cosa del genere non la metterei mai –bugia, ma questo non importava- mentre sono sicura che tu la indossi abitualmente, ogni notte. –e non potè proprio fare a meno di ricambiare la linguaccia che lui poco prima le aveva rivolto.
Se questo non è un sogno, dove diavolo siamo?
Io penso proprio sia un sogno.. –rispose poi, alla domanda finale di Jorge, anche se il tono, rispetto a ciò che aveva detto precedentemente- L’unica cosa che non capisco è perché ci siate voi..
Ed il suo sguardo si spostò in direzione di Hans, l’ultimo che aveva notato tra i presenti, proprio perché anche lui si intromise nei loro discorsi.
Loro nel tuo sogno? Questo è il mio sogno! Non vedi cosa c'è nelle bolle di sapone? Sono tutte cose mie.. ricordi miei, desideri miei! E voi... ...dovete starne alla larga chiaro?
Ma cosa stai dicendo? La vedi quella Barbie lassù –ed alzando il braccio sinistro, con l’indice indicò la bolla contenente la bambola bionda, che continuava a girarle attorno- o qualcuno di voi da bambino giocava con le bambole, o quel desiderio è proprio mio! –come molti altri, del resto.- Stacci tu, alla larga! –concluse, sviluppando uno strano attaccamento verso quelle sottili portatrici di desideri mai ascoltati.
Della figura appostata sull’albero di pere si accorse solo in un secondo momento, quando cadde in mezzo all’erba con un saltello. Era per lei inizialmente solo qualcosa che si muoveva, si voltò in sua direzione e lo riconobbe solo quando lo gnomo si fu avvicinato. Si ricordava di lui, paradossalmente quasi di più del suo cioccolatino, per quando di ottimo sapore.
Oh oh oh oh! Salve a tutti amici, benvenuti nella mia terra, la "Terra dei sogni"!
Terra dei Sogni? –ripetè, con voce ed espressione confusa. Quindi si tratta di un sogno –dedusse, tra sé e sé, anche se il collegamento non era poi così automatico. Mi ricordo di lei, mi ha donato quella moneta di cioccolato da Mielandia! –aggiunse poi, anche se la cosa era abbastanza palese, soprattutto quando davanti ai loro occhi apparve il calderone ricolmo degli stessi dolcetti magici. Si limitò a fissarli un istante, prima di tornare a guardare l’ometto.
Carie, brufoli.. Lei non c’aveva neppure pensato! Neanche a Mielandia, quando tutti i dolci erano a portata di mano e gratuiti. Non capì perché lo sguardo fu rivolto in particolare ad Adam, forse perché tra i quattro era il più preoccupato per la linea. Cosa piuttosto buffa, visto che di solito quelli sono problemi da “femmine”.
Non commentò comunque, tornò semplicemente ad osservare lo gnomo con vivo interesse. Non era agitata, in realtà il suo stato d’animo era piuttosto sereno, come se in quel mondo fatato non avesse nulla da temere. Ed in effetti, nei propri sogni, tutti possiamo sentirci al sicuro. Inoltre, tutto era studiato per farli stare “comodi”. Anche le nuvole che poco prima Jorge era andato a sfiorare ora si erano trasformate in comode sedie morbide, su cui ci si poteva davvero sedere.
E io che ho sempre pensato che le nuvole non avessero consistenza! –esclamò, prima di accettare l’invito a mettersi comoda- Grazie –e in un attimo era seduta, gambe unite e schiena leggermente rigida, almeno i primi istanti, ma solo perché temeva che quella nuvola si sarebbe dissolta sotto al suo fondoschiena e sarebbe caduta direttamente per terra. Nel frattempo, continuava ad ascoltare le parole di Tapion, ora che si era presentato come “gnomo dei sogni e dei desideri”. Come doveva reagire in quella situazione? Poteva solo rilassarsi e lasciare che le cose andassero avanti da sole, come in un sogno.
Ehm.. –doveva iniziare proprio da lei? Parlare in mezzo a dei ragazzi sconosciuti era la cosa peggiore che poteva capitarle.- Mi chiamo Kayleen e di solito tutti mi chiamano Kayleen. –una frecciatina a Jorge, per poi continuare- Ho undici anni e sono nata a Nevern, in Galles. I miei genitori dirigono un ristorante vegetariano e vegano a Fishguard. –una pausa, giusto per pensare a che altro potrebbe raccontare di sé- Ho un coniglio ariete nano che ho chiamato Carota, ora penso stia beatamente dormendo sul letto a baldacchino.. Accanto a me? –un ultima affermazione molto più simile ad una domanda, in realtà, visto che ancora non aveva ben capito se stava dormendo o meno.
Sai che si fa quando ci sono le stelle cadenti?
Si esprime un desiderio? –di nuovo, si trovò a rispondere alla domanda dello gnomo, con un’altra domanda, ma stavolta era molto più convinta di quello che diceva. Nel mondo babbano quella era una tradizione piuttosto diffusa, in ogni angolo della terra.
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da Jorge » 05/03/2012, 22:37
Che ci fai tu qui? Se questo è un sogno era davvero molto ma molto realistico…Pensò Jorge, osservando con più attenzione del solito le smorfie del viso di Kayleen, esattamente uguali a quelle che la ragazzina aveva sfoggiato quando si erano incontrati per la prima volta in Biblioteca, le stesse che le comparivano ogni volta che la usava quel soprannome. Per quanto fosse carina, non l’aveva guardata così attentamente da poter riprodurre in un suo sogno tutti quei piccoli dettagli, narici leggermente allargate incluse. Sei tu che invadi i miei a quanto pare, contro la mia volontà tra l’altro.Quella era un’ottima osservazione anche se poteva suonare assurda: come si fa a invadere i sogni di qualcun contro la sua volontà? Che fosse un effetto collaterale dello stratosferico numero di dolci che aveva mangiato? Una sorta di incantesimo con effetti ritardati? A giudicare dalle stramberie che aveva visto fino a quel momento non lo poteva escludere a priori, anche se il suo scetticismo babbano lo spingeva a cercare qualche altra spiegazione, non necessariamente logica ma più comprensibile per lui. Innanzitutto, guarda che tu vestito nel mio stesso identico modo. L’unica differenza è che io una cosa del genere non la metterei mai, mentre sono sicura che tu la indossi abitualmente, ogni notte. Ohhh… ti soffermi a pensare a quello che indosso di notte? In effetti ho più gusto di te nel vestire. – ribattè lui, incapace di trattenersi, facendo lo spavaldo senza alcuna intenzione di essere seducente, - Ma mi spiace deluderti, io dormo con i colori del Benfica…Ci tenne a puntualizzare senza però avere alcuna intenzione di approfondire il discorso o spiegare cosa fosse il Benfica, sicuro che Kayleen, in quanto femmina, non sapesse nulla di calcio, figuriamoci di quello estero. Io penso proprio sia un sogno… L’unica cosa che non capisco è perché ci siate voi..Loro nel tuo sogno? Questo è il mio sogno! Non vedi cosa c'è nelle bolle di sapone? Sono tutte cose mie.. ricordi miei, desideri miei! E voi... ...dovete starne alla larga chiaro?Ma cosa stai dicendo? La vedi quella Barbie lassù o qualcuno di voi da bambino giocava con le bambole, o quel desiderio è proprio mio! Stacci tu, alla larga! Rimase in disparte ad assistere a quello scambio di battute, lanciando occhiate torve alle bolle di sapone che levitavano intorno a loro a intermittenza. No, non vedo alcuna bambola…Mormorò pensieroso, giungendo a un’unica conclusione: ognuno di loro vedeva qualcosa di differente, qualcosa di proprio, desideri mai realizzati a giudicare da quello che vedeva lui. Curioso però che una bambina non avesse mai avuto una Barbie! O siamo tutti grandi maghi capaci di invadere i sogni altrui – si risolse a dire, anche se non capiva per quale motivo dei perfetti sconosciuti come Adamo Hans dovessero voler invadere i suoi. Per la Grifa, bè il discorso era diverso, non facevano altro che litigare e farsi i dispetti e il mondo onirico poteva essere solo un altro campo di sfida – Oppure qualcun altro sta sognando noi…E la seconda opzione lo spaventava molto più della prima, perché voleva dire che esisteva qualcuno che lo conosceva così bene da sapere esattamente quanto avesse desiderato disperatamente essere al posto del cugino e non dover sentire la mancanza di nulla. Istintivamente iniziò a guardarsi intorno, in maniera frenetica questa volta, alla ricerca del “mostro” che aveva architettato tutto quello per chissà quali scopi malvagi. Qualcuno come lui…Aggiunse poi, puntando il suo ditino contro una figura piccola e vagamente familiare comparso all’improvviso da non sapeva dove e che si stava avvicinando velocemente a loro. Solo quando riuscì a scorgere gli occhialini buffi e il capello strano, Jorge ricollegò quell’esserino allo gnomo che gli aveva fatto assaggiare la più buona cioccolata fondente al peperoncino del mondo a lui conosciuto. E quel pensiero lo tranquillizzò un pochino: come poteva essere cattivo una persona capace di produrre qualcosa di così delizioso? Oh oh oh oh! Salve a tutti amici, benvenuti nella mia terra, la "Terra dei sogni"!Terra dei Sogni? Mi ricordo di lei, mi ha donato quella moneta di cioccolato da Mielandia! Se anche Jorge avesse nutrito qualche dubbio sull’identità dello gnomo, le parole di Kayleen e il calderone ricolmo di tutte quelle scintillanti monetine li dissolsero tutti. Rimase in silenzio, non sapendo esattamente cosa dire, decidendo quindi di limitarsi a salutare lo gnomo sollevando la mano destra e agitandola piano, abbozzando un sorriso predatore sul viso. Il suo stomaco si era messo a brontolare alla vista del calderone, come se non avesse passato tutta la giornata a mangiare dolci, troppo abituato a fare scorta di cibo ogni qualvolta ne aveva la possibilità. Oh non preoccupatevi, in questo mondo i concetti umani non esistono. Questi piccoli cioccolatini non vi faranno venire carie, brufoli ... o qualche chilo di più! Siete protetti da ogni conseguenza negativa che può portare l'indigestione di dolci, inoltre i vostri panconi ne potranno contenere quanti ne volete, non appena vi sveglierete sarete vuoti ed affamati normalmente per la colazione, ve lo garantisco!Lo prendo come un permesso a servici.Disse quindi, allungando lentamente la manina aperta oltre il bordo del calderone fino a sfiorare le monetine. Attese un paio di secondi e quando non accadde nulla di particolare, la chiusa e la ritirò lesto, colma di dolci che provò a mettere al sicuro nella tasca del pigiamino. In caso non le avesse trovate, si sarebbe limitato a scartarle a una a una per poi mangiucchiarle in tutta tranquillità, tutta la sua ansia e la sua diffidenza dissolti nel nulla, come se in quel luogo ci fosse qualcosa che lo spingeva a credere che nulla di male gli sarebbe accaduto. Ohhh…Esclamò quando vide dei pezzettini di nuvola staccarsi dalla “madre” e volare verso di loro. Sapeva per esperienza personale che erano morbidissime, ma non era proprio sicuro che sarebbero riuscite a sostenere il suo peso, quindi vi poggiò entrambe le mani e, usando la sua nuvoletta come appoggio, iniziò a saltellare per metterlo alla prova. E io che ho sempre pensato che le nuvole non avessero consistenza! Grazie.La frase di Kayleen lo fece sentire un pochino stupido, ma poi sollevò la spalle con un gesto di noncuranza: dopotutto lei era una Grifondoro, era normale che si mostrasse coraggiosa, lui invece era solo un Delfino e quindi si comportava in maniera prudente. Sorridendo all’idea di starsi per sedere su una nuvola, si diede un’altra spinta più forte e, mostrandosi molto agile, atterrò seduto sulla sua nuvoletta. Molto comode davvero.Commentò, non resistendo alla tentazione del tutto infantile di muovere le gambette nell’aria, approfittando del fatto che non toccavano terra. Sedete sedete, vi prego, come siete carini, non mi aspettavo di fare delle scelte così azzeccate anche se non ho più lo stesso occhio da quasi cento lunghi anni! Ad ogni modo, io sono Tapion, lo gnomo dei sogni e dei desideri e avevo una grandissimo voglia di compagnia...Jorge ascoltò con attenzione il discorso di Tapion, svelando così un po’ alla volta i misteri che si erano trovati ad affrontare da quando erano giunti in quel luogo, soprattutto la natura di quelle strane bolle di sapone. Sogni e desideri… ecco perché è capace di leggermi dentro così bene.Pensò il ragazzino, azzardandosi a voltare la testa indietro per lanciare un’ultima occhiata al tanto agognato triciclo. Perché non mi raccontate un poco di voi, voglio sapere tutto dei miei nuovi amici, sempre se volete essere miei amici, si intende... Per esempio, cominciamo da te bella bambina!Vedendo Tapion avvicinarsi a Kayleen, Jorge non riuscì a trattenere una piccola risata: voleva avvisare lo gnomo che la Grifa mordeva, ma non fece in tempo a dire nulla che la suddetta Grifa lo sconvolse rispondendo semplicemente senza fare troppe storie. Ehm…Mi chiamo Kayleen e di solito tutti mi chiamano Kayleen. Io escluso.Precisò, agitando la manina, per poi chiudersi in un silenzio strategico: doveva appuntarsi tutto quello che la ragazzina avrebbe detto, un giorno gli sarebbe potuto tornare utile per convincerla a far parte della sua “squadra”. Ho undici anni e sono nata a Nevern, in Galles. I miei genitori dirigono un ristorante vegetariano e vegano a Fishguard.Vegetariano e vegano? E poi mi viene a dire che i miei soprannomi non sono azzeccatissimi!Essendo dotato di uno sviluppatissimo istinto di sopravvivenza, Jorge non espresse a parole quel pensiero, limitandosi a sollevare le sopracciglia in direzione della ragazzina. Ho un coniglio ariete nano che ho chiamato Carota, ora penso stia beatamente dormendo sul letto a baldacchino.. Accanto a me? La scoperta che il suo animale da compagni era un coniglio lo lasciò perplesso: visto il suo caratterino Jorge era sicuro che lei avesse un lupo, un cane, un falco, insomma un animale più grosso. Sai che si fa quando ci sono le stelle cadenti?Più che ascoltare la risposta, Jorge sollevò la testa e si mise a scrutare il cielo, la bocca spalancata per la meraviglia: come diamine era possibile avere contemporaneamente un cielo estivo e una pioggia di perfette e luminose stelle cadenti? Immerso in quella piccola quanto inutile speculazione, il Delfino non si era accorto che l’attenzione dello gnomo si era spostato da Kayleen a lui. Non appena quello iniziò a volteggiare intorno alla sua nuvoletta, lui si mosse a disagio, girandosi a destra e a sinistra per monitorarne i movimenti. Tocca già a me? Domanda retorica la sua, fatta solo per prendere tempo e riordinare le idee: non sapeva da che parte cominciare visto che le cose che non voleva far sapere di sé erano più di quelle che era disposto a condividere con gli altri. Mi chiamo Jorge e i soprannomi che mi hanno dato fino a ora non mi fanno per nulla piacere - e così dicendo scoccò un’occhiataccia a Hans e Adam, colpevoli di poter essere amici di quelli che lo prendevano in giro per le sue origini. – Ho undici anni, sono nato a Lisbona, in Portogallo e i miei genitori sono dei liberi imprenditori.Disse cercando di assumere un tono noncurante, usando l’espressione libero imprenditore a nascondere il fatto che i suoi genitori fossero tendenzialmente disoccupati e vivevano alla giornata. Ho un furetto che si chiama Patis e che dorme acciambellato sul mio cuscino e quando vedo le stelle cadenti mi sdraio per terra ed esprimo un desiderio che di solito non si avvera mai.E dopo aver risposto a tutte le domande, incrociò le braccia sul petto e dedicò allo gnomo uno sguardo furente, come se fosse colpa sua.
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Jorge
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da Hans » 06/03/2012, 14:48
Accantonò per alcuni momenti ogni pensiero su quel sogno per concentrarsi sui bambini che lo circondavano, Kayleen, Jorge, Adam.. cercò di sforzarsi, magari li aveva visti a scuola, provò a immaginarli ognuno con una divisa di una casata diversa ma nulla, non gli tornavano proprio in mente e poi a distrarlo c'erano quelle bolle... quei desideri di quando era piccolo e alcuni anche attuali... Ma cosa stai dicendo? La vedi quella Barbie lassù o qualcuno di voi da bambino giocava con le bambole, o quel desiderio è proprio mio! Stacci tu, alla larga! No, non vedo alcuna bambola…Neppure io non vedo nessuna bambola, te lo stai inventando! Rispose a Kayleen poi ascoltò ancora le parole di Jorge e osservò dove egli indicava; dovette scuotere il capo perchè rimase basito nel veder comparire quello gnomo che gli sembrava di aver già visto e più si avvicinava più quella supposizione diventava per lui una certezza. La terra dei sogni? Che razza di magia è mai questa? Domandò Ma tu non sei quello gnomo che ci aveva... lasciò in sospeso le parole quando un calderone fece la sua comparsa proprio in mezzo a loro, ricolmo di monetine d'oro ripiene di cioccolato, le stesse che quel pomeriggio aveva assaggiato e lo gnomo riprese a parlare Oh non preoccupatevi, in questo mondo i concetti umani non esistono. Questi piccoli cioccolatini non vi faranno venire carie, brufoli ... o qualche chilo di più! Siete protetti da ogni conseguenza negativa che può portare l'indigestione di dolci, inoltre i vostri panconi ne potranno contenere quanti ne volete, non appena vi sveglierete sarete vuoti ed affamati normalmente per la colazione, ve lo garantisco!Oh le monetine al cioccolato fondente! Buonissime! Pensò fra sè e si fiondò sul calderone prendendone subito una manciata che, come Jorge, cercò di infilarsi in tasca se ne avesse avuta una poi ne prese una e se la mangiò con voracità Scompariranno quando mi sveglierò?Chiese osservando una delle monetine che faceva ruotare nella sua mano mentre lo gnomo parlava del fatto che non lo avrebbero fatto ingrassare o non avrebbero avuto come conseguenza i fastidiosissimi brufoli o altro.. Ogni problema parve passare, non ragionava più su quanto lo circondava, pensava solo a mangiarsi quei cioccolatini e ad osservare con il sorriso sul volto, quel volteggiante gnomo dal buffo aspetto. Il fare degli altri bambini, prima fra tutti Kayleen, gli fece ora portare l'attenzione sulle soffici nuvolette che erano scese a terra e si avvicinò ad una di esse ma attese che gli altri avessero fatto la loro mossa per usarle come sedie in modo da esser certo che funzionassero, che reggessero un bambino e non che sarebbe finito a terra facendo una figuraccia, quindi quando gli altri due si sedettero li imitò e rimase sorpreso dalla comodità di quelle improvvisate sedie Ma averne una nella realtà, di queste, è possibile signor Tapion? Ora che sapeva il suo nome, iniziò ad usarlo. Vide lo gnomo avvicinarsi a Kayleen e interrogarla, poi passò a Jorge e il successivo di certo sarebbe stato lui quindi mentalmente provò a prepararsi un piccolo discorsetto da fare ma il tempo passava veloce... e quando toccò a lui non era pronto, quindi dovette improvvisare! Emh... il mio nome è Hans, Hans von Lothringen, la mia famiglia è molto importante in Austria dove vivo anche se siamo originari della Lorena, territorio francese... Si morse il labbro, odiava quei maledetti mangiarane ... i miei genitori, entrambi maghi purosangue, vivono con le rendite ottenute dai vasti terreni che possiedono in Austria, in Francia ed in molti altri Paesi! E un giorno tutto questo sarà mio! Sognante dice quelle cose poi sulle stelle cadenti si ferma ad osservare quello strano cielo Suppongo di dover desiderare qualcosa, no? E si dovrebbe avverare, no? La sua più che una risposta è una domanda in direzione dello Gnometto. Si voltò quindi in direzione di Adam, ora toccava a lui...
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da Adam » 06/03/2012, 20:15
Accidenti...!Adam si trovava sulla soffice erba di quello strano mondo. Una di quelle strane bolle gli era esplosa quasi sulla faccia e lo spavento lo aveva fatto sussultare fino a farlo cadere. Scusa.. Sai dirmi dove siamo?Eh...?Una bambina spuntò dal nulla come se niente fosse. Adam già abbastanza confuso ignorò la domanda scorbutica che gli aveva posto e si rialzò. In quel momento un'altro bambino spuntò dal nulla e si mise a conversare con la ragazzina dai capelli biondi. Voi chi siete? E sopratutto che ci fate nel mio sogno? Lo strano bambino si rivolse ad Adam e ad un'altro che nel frattempo li raggiunse e rispose animatamente attaccandoli. Loro nel tuo sogno? Questo è il mio sogno! Non vedi cosa c'è nelle bolle di sapone? Sono tutte cose mie.. ricordi miei, desideri miei! E voi... dovete starne alla larga chiaro?Ma cosa stai dicendo? La vedi quella Barbie lassù o qualcuno di voi da bambino giocava con le bambole, o quel desiderio è proprio mio! Stacci tu, alla larga!No, non vedo alcuna bambola…Neppure io non vedo nessuna bambola, te lo stai inventando!Il francesino si limitò ad osservarli accigliato, litigare per una bambola era stupido, soprattutto perchè nelle bolle non c'erano affatto bambole! E poi quello non era un sogno! Era un'allucinazione! Un'enorme allucinazione che Adam si era beccato a causa di quel maledetto dolcetto! Allucinazione da zuccheri! Era l'unica spiegazione plausibile che poteva spiegare il perchè quei tre tipi avevano lo stesso pigiama e il perchè si trovassero tutti e tre lì con Adam. Non pensavo che i dolci facessero così male!Pensò mettendosi la mano sulla fronte per massaggiarsela. E non credevo di avere tanta fantasia da poter inventare tre persone così realistiche e averne talmente poca da far indossare a tutti e tre lo stesso pigiama...Si disse tra se e se sempre più confuso, poi toccandosi i capelli castani e grattandosi la testa pensò a quello che si poteva fare per farsi passare quella brutta sbornia da cioccolata, ma uno dei bambini creati dalla sua menti si mise a parlare di cose insensate. O siamo tutti grandi maghi capaci di invadere i sogni altrui... Oppure qualcun altro sta sognando noi…Smettila di dire cavolate!Lo rimproverò stanco del baccano che quei tre bambini facevano. Sogni qui... sogni lì... qui non si parla di sogni, ma di quella maledetta cioccolata velenosa!Disse quasi urlando, ma come se non contasse nulla continuò le sue farneticazioni insensate. Qualcuno come lui…Adam si voltò e vedendo quello gnomo svolazzare per l'erba si sentì incredibilmente preso in giro. TU?!Disse furente di rabbia stringendo i pugni. Quel malefico piccoletto voleva rovinargli la vita! Prima aveva intenzione di farlo ingrassare ed ora voleva farlo diventare pazzo?! Adam non l'avrebbe permesso! Oh oh oh oh! Salve a tutti amici, benvenuti nella mia terra, la "Terra dei sogni"!Amici?! Disse Adam irritato da tutta quella confidenza. Oh non preoccupatevi, in questo mondo i concetti umani non esistono. Questi piccoli cioccolatini non vi faranno venire carie, brufoli o... o qualche chilo di più! Siete protetti da ogni conseguenza negativa che può portare l'indigestione di dolci, inoltre i vostri panconi ne potranno contenere quanti ne volete, non appena vi sveglierete sarete vuoti ed affamati normalmente per la colazione, ve lo garantisco!Disse lo gnomo facendo apparire un calderone pieno di quello monetino d'oro cioccolatoso. Non solo vuole farci mangiare come porci, vuole che dopo facciamo anche colazione!? Ma è pazzo?!Le parole dello gnomo non ebbero alcun effetto sul Tasso perchè da una parte gli entrarono e dall'altra gli uscirono. Adam indietreggiò alla vista del calderone, ne aveva abbastanza di cioccolata. Un piccolo pezzo lo aveva portato ad avere le allucinazioni immaginandosi così un mondo tutto strano con tre bambini sconosciuti, se ne avrebbe mangiato anche solo un'altro pezzo sarebbe entrato in coma. A quel punto da una delle nuvole si staccarono 4 piccoli pezzettini più piccoli che si abbassarono fino a terra. Sedete sedete, vi prego, come siete carini, non mi aspettavo di fare delle scelte così azzeccate anche se non ho più lo stesso occhio da quasi cento lunghi anni! Ad ogni modo, io sono Tapion, lo gnomo dei sogni e dei desideri e avevo una grandissimo voglia di compagnia... Mi trovo sempre solo qui e non mi diverto così tanto, il mondo terreno è per me accessibile per pochissimi minuti all'anno e allora non posso che sperare ogni tanto di trovare qualcuno con cui giocare e sorridere quando accumulo abbastanza minuti per distribuire i miei cioccolatini magici! Stai dicendo che questa non è un'allucinazione? È tutto vero?Disse violentemente interrompendo le parole della bestiaccia dalle sembianze umane. Perché non mi raccontate un poco di voi, voglio sapere tutto dei miei nuovi amici, sempre se volete essere miei amici, si intende... Ancora ci chiama amici?! Praticamente ci ha rapito e vuole essere nostro amico?! Mai! Preferisco essere amico di un rapitore che di un tizio che conserva cioccolata in un calderone da lepricauno!Si mise a braccia conserte ed ignorando la sua nuvola rimase in piedi. con una faccia scontrosa e arrabbiata. Per esempio, cominciamo da te bella bambina! Allora piccola, come ti chiami, raccontami un po' di te e poi dimmi... sai che si fa quando ci sono le stelle cadenti?Lo gnomo malefico fece apparire un cumulo di stelle cadenti nonostante fosse giorno. Che domanda stupida... Si esprime un desiderio!Rispose automaticamente Adam sovrastando la voce di Kayleen. La bambina, come una fessacchiotta raccontò tutti i suoi fatti a quella specie di Lepri-tore (incrocio tra lepricauno e rapitore) e così fece anche il tizio di nome Jorge e l'altro di nome Hans. Ma questi hanno comprato il cervello su ebay?!Si chiese scontroso e maleducato come sempre. Non lo sanno che non bisogna parlare con i rapitori?! Non l'hanno mai visto NCIS o CSI?! Non esiste la tv in Inghilterra?! Capisco il purosangue, ma gli altri due...Fece un versaccio di disapprovazione e quando il piccoletto si mise a volteggiare intorno a lui Adam lo fissò con aria scontrosa rimanendo in silenzio. Le mie parole te le puoi anche scordare!Disse fissando il cielo per non incrociare il suo sguardo. Quello gnomo non si meritava niente! Prima gli da un pezzo di cioccolato che gli procura un'allucinazione assurda, poi confessa che quella non era un'allucinazione ma un rapimento e ora voleva che il ragazzo gli raccontasse la sua vita?! Ma nemmeno per sogno! Io sono un persona che usa il cervello! E tanto per cronaca... il cappello si è sbagliato, io non sono un Tassorosso!Imbarazzato dalla sua casa Adam si sentì in dovere di specificare quel ingrato errore che gli aveva rovinato la vita. Ripescare quel discorso tanto sofferto lo fece irritare ancora di più e mantenendo le braccia conserte si lanciò sulla nuvoletta soffice sbuffando come un cammello. Di solito i Tassi non usava il cervello e lui era proprio l'eccezione che confermava la regola. I tassorosso erano tutti portati ad obbedire come poveri zombie, ma Adam non l'avrebbe mai fatto! Lui era un discendente di Beauxbatons, non uno stupido tassorosso Hogwartziano. Lui era destinato al successo!
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Adam
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