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Messaggioda Sandyon » 15/01/2012, 19:17

Occhi che trasmettevano fuoco pur essendo glaciali, passione che si percepiva nell'aria come anche il desiderio e la voglia.
Monique sapeva bene cosa volesse, sapeva bene come colpire e come farsi desiderare, come imprimere nella memoria dell'uomo l'interezza del suo essere, arrivando quindi vicino a lui in una mise difficile da far passare inosservata.
Sandyon ormai aveva capito bene questo lato di lei, della regina del gelo: Amava farsi volere, amava provocare ed essere sicura di fare il giusto effetto in qualsiasi situazione, cosa che per altro le riusciva piuttosto bene.
La seconda volta che si trovavano così vicini, la seconda che si trovavano così svestiti, la seconda volta che la pelle candida della francesina era così vicina a quella di lui più scura e provata dalla guerra, la seconda volta che le sue mani affusolate e morbide passavano su quel corpo scolpito che pareva essere osservato millimetro per millimetro dalla donna, come obiettivamente lui stava facendo con il suo.
Infine, le successive parole di lei diedero chiaramente ad intendere che la possibilità di farsi trovare nella sua aula con un segno così profondamente intimo di un incontro bollente non le dava affatto fastidio, anzi, forse per lei sarebbe stato una sorta di trofeo personale.
Non le interessava affatto se pensassero male di lei, se pensassero qualcosa di strano, come se ormai fosse così sicura di se stessa da evitare di scervellarsi troppo su simili sciocchezze ideate dagli studenti e mocciosi vari...

E chi ti dice che io voglia implorare?
Non m'interessa di quello che pensa la gente, perciò... fai pure. Il mio collo è a tua disposizione.


Le labbra dell'uomo si incresparono appena disegnando un lieve sorriso e la testa si chinò con lentezza ancora per andare ad assaporare il collo della donna. Pareva affamato di quel profumo, pareva non essere minimamente intenzionato a resistere ad una simile tentazione, pareva desideroso di lasciarle impresso quel segno indelebile quasi a vita.
Infatti ecco che poco dopo le labbra si chiusero su quei preziosi centimetri di pelle e iniziarono quel lento lavoro di selvaggia seduzione, succhiando e mordendo, leccando e assaporando. I ragazzi della classe di Monique il giorno successivo di sicuro si sarebbero chiesti se la loro docente avesse avuto a che fare con un lupo mannaro o un vampiro il giorno precedente da quello che lui le avrebbe lasciato, ma in fondo, era stata proprio lei a dargli il via libera giusto?
Le mani di Sandyon strinsero ancor di più la presa, una sul fianco e l'altra sul sedere, possedendola come mai era accaduto prima, probabilmente opera del modo in cui stavano affinando il loro rapporto giorno dopo giorno. I progressi si vedevano, ed il sesso era un ottimo modo per capirlo ancora di più, e fu così quindi che appena pochi istanti più tardi, dalle labbra umide e carnose della professoressa di Incantesimi nonché Vice Preside di Hogwarts uscirono le parole che Sandyon seppe dentro di se che chiunque in tutto il mondo avrebbe pagato oro per sentirsele dire, persone di scuola comprese:

... prendimi...

... tu sei finita...

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Tre lunghe ore, tre intense ore, tre ore assolutamente da fuochi d'artificio.
Questa volta avevano fatto di più dell'ultima e con un impeto ancora più forte. Sandyon le stava facendo vedere e notare sempre di più come fosse il suo Io al letto e nell'intimità, non preoccupandosi minimamente se a lei andasse bene o meno, anche perché l'avrebbe dovuto accettare così com'era, per quanto l'uomo, a giudicare dai gemiti soffusi e dai sospiri successivi al rapporto, era quasi certo che a lei andasse benissimo così, senza niente da rimpiangere o da voler cambiare. Era aggressivo, selvaggio, sanguigno, passionale, dominatore... Suo.
Era stremata e lui anche si sentiva bene con se stesso. L'orgasmo lo aveva rilassato e lo aveva fatto sentire maggiormente sereno, adesso, sdraiato sul letto con lei al suo fianco appoggiata come al solito al suo petto con il viso.

Mmmmhh...
Mi scaldi... Sandyon?


Quelle parole giunsero come un fulmine a ciel sereno.
Monique si era spinta più in là quella volta, aveva osato e tentato un approccio più morbido, più intimo, più legato ad una coppia vera e propria.
Sandyon voltò il capo lentamente per guardarla negli occhi, intensamente, seppur al momento non trasparisse nessuna emozione.
La mano che stava carezzandole appena la spalla si fermo con lentezza fino a bloccarsi del tutto, sospirò con un po' di perplessità ed esitazione.

... Mmhhh...

Attese qualche secondo, proseguendo a fissarla ancora, silenzioso ulteriormente, mentre evidentemente nella sua testa stava affrontando qualche discorso fra se e se, per prendere qualche decisione importante legata evidentemente a cosa dire e fare, cosa dimostrare, o forse semplicemente, se quel comportamento sarebbe stato per lui giusto arrivati a quel punto, arrivati a quella situazione, arrivati a quella intimità.
Socchiuse gli occhi ritornando a fissare un punto qualsiasi nel muro, umettandosi le labbra percependo ancora il calore del seno di Monique schiacciato con eleganza sul suo petto villoso.

Sarebbe assurdo negarle una cosa del genere, è anche normale un atteggiamento del genere tra due persone che hanno appena finito un rapporto e non sono soltanto legati al letto. Effettivamente dovrei capire ancora bene cosa siamo io e lei. Uhm, mi sto facendo sviare i pensieri e le priorità da lei e questo è un male. Dunque, cosa devo fare... Se ci tengo dovrei... Ma se non ci tengo abbastanza... Mmhhh...

Buttò fuori molta aria, mentre rimaneva ancora interdetto dalle sue stesse elucubrazioni mentali, mentre lei probabilmente attendeva una risposta che si attardava a giungere. Una ventina di secondi passati dalla domanda di lei, quegli occhi ghiacciati della mora francese che erano luminosi e splendevano fiduciosi o forse, più speranzosi.
Chiuse le palpebre del tutto, stringendole e mordendosi appena il labbro inferiore con aria combattuta, ma alla fine, per forza, una delle due entità dentro di lui in conflitto avrebbe dovuto avere la meglio sull'altra...

Voltati e dammi la schiena...

Affermò, serio, basso nel tono, riaprendo gli occhi senza ancora guardarla, aspettando soltanto che lei eseguisse quanto richiesto, sempre se l'avesse fatto, ovviamente.
Nel caso ciò fosse avvenuto, allora, forse rimandoci male perché convinta che la sua fosse stata una risposta intrinseca negativa, Monique si sarebbe meravigliata nel sentire che poco dopo anche Sandyon si voltò attaccando il suo petto alla schiena della donna, posando il braccio sulla coscia di lei e l'altra mano invece con il gomito piegato a 120° sul cuscino a condurre la mano fra i capelli di lei per carezzarli gentilmente ma con fare ancora un po' impacciato e non del tutto sciolto e disinvolto.
In seguito, anche le labbra dell'uomo raggiunsero la testa dalla folta capigliatura di Moni, depositandovi sopra un piccolo bacio leggero e innocente, come quasi se lo stesse dando ad una bambina, una bambina... molto speciale.

... Mi è piaciuto...
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Messaggioda Monique » 15/01/2012, 20:10

Ci stava mettendo un po' troppo a rispondere, perlomeno per i gusti di lei che era di carattere una persona alquanto impaziente: tuttavia sapeva cosa poteva succedere nel mettere fretta a Sandyon, e non sarebbero state di sicuro conseguenze positive, perciò doveva mordersi le labbra e attendere fiduciosa... più o meno.

Voltati e dammi la schiena...

Dopo quelli che le sembrarono secoli, la voce dell'uomo la raggiunse, e Moni alzò per un momento gli occhi per guardarlo: sembrava combattuto, come se dentro di sé avessero lottato due entità diverse per decidere come comportarsi; forse aveva bruciato un po' le tappe? Poteva essere, però le era venuto spontaneo porre quella domanda alla persona con cui era stato così intima fino a pochi momenti prima, e se per caso a lui non fosse andato... beh, l'avrebbe capito. Magari ci sarebbe rimasta male, ma l'avrebbe capito.

... d'accordo.

Mormorò semplicemente senza riuscire a comprendere perchè lui le avesse detto una cosa del genere: tuttavia, quasi a volersi mostrare fiduciosa, fece come lui le aveva detto, dandogli le spalle e sospirando lentamente, sentendo tutto il corpo rilassato; il merito? Ovviamente dell'uomo che, poco dopo, la stupì attaccando il suo corpo a quello di lei, facendo così ciò che lei gli aveva chiesto.

Sandyon...

... Mi è piaciuto...

Tre piccole parole che le fecero venire un'esplosione nel cuore: sorrise - anche se lui non poteva vederla - spingendo il proprio fondoschiena contro il corpo di lui senza però avere un fine malizioso; semplicemente voleva fargli capire che era sveglia, che l'oblio della soddisfazione non l'aveva ancora catturata.

Anche a me, tantissimo.

Ammise, mordendosi il labbro quando sentì quel piccolo bacio che lui le posò tra i capelli: Sandyon non si lasciava andare spesso a dimostrazioni d'affetto così dolce... ma era bellissimo poterseli godere, forse perchè era proprio la loro rarità a renderli speciali.

... ti amo, Sandyon.
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Messaggioda Sandyon » 15/01/2012, 20:57

In effetti l'indecisione era stata veramente molta, ma alla fine aveva prevalso il suo lato più morbido, cosa relativamente interessante e sorprendente visti gli ultimi tempi che avevano visto l'uomo diventare sempre più freddo verso il genere umano in toto.
Ma Monique sapeva pizzicare le corde giuste, toccare i tasti adeguati e far sembrare ogni emozione più semplice da sentire, percepire e vivere, una sua dote effettivamente fondamentale per far si che il loro rapporto potesse andare avanti senza intoppi, un rapporto che doveva ancora definirsi adeguatamente, un rapporto che aveva ancora di fronte molte avversità, che aveva ancora davanti mille e più problemi, sopratutto nel momento stesso in cui uno dei due decide di mettere in gioco del tutto quello che prova al 100%

... ti amo, Sandyon.

Oh cazzo...

La reazione fu assolutamente spontanea nella sua mente, lui che non poteva di certo immaginare che potessero sopraggiungere delle parole del genere al seguito di una così breve ancora frequentazione.
Stava accelerando molto i termini e i tempi? A quanto sembrava, per lei no, dato che sapeva evidentemente con certezza che il sentimento nei confronti dell'ex mercenario era il più grande fra i grandi e a quel punto il caro Sandy non seppe proprio che farsi venire in mente per rispondere.
Avrebbe voluto rimanere zitto semplicemente, avrebbe voluto soprassedere su quell'esplosione di sincerità e romanticismo, avrebbe voluto tanto tornare indietro nel tempo e non abbracciarla, ma non per una cattiveria, semplicemente, perché aveva paura che prima o poi una cosa del genere fosse avvenuta e non sentiva affatto pronto a stimolare nel suo cuore una reazione adeguata o forse... sincera, vera, unica... viva.

Certe affermazioni necessitano di molta sicurezza e prove concrete, pensi davvero di aver detto la cosa giusta?

Si, probabilmente non era la risposta romantica migliore che esistesse al mondo, anzi, se quello era romanticismo allora Monique era nordamericana, ma Sandyon esattamente come lei non amava le mezze misure e la prima cosa sincera che gli venne in mente, decise di farla uscire, anche perché un "Grazie" o un "Bene" o ancora un "Capisco" ipotizzò che sarebbero stati visti molto ma molto peggio dalla Vice Preside adesso completamente con il cuore in mano pronto ad offrirglielo.
Strinse leggermente la presa del suo petto sulla schiena di lei quando sentì il sedere sodo e a dir poco perfetto avvicinarsi ancora di più a lui e donargli ancor maggiore calore. Voleva se non altro farle capire che aveva apprezzato, se non con le parole, con i gesti si, quello si.

Non so se essere felice o meno... Forse non dovrebbe battermi così tanto il cuore di fronte ad un'affermazione del genere da parte di un'altra donna che non sia... Dannazione, sono cambiato... sono cambiato...
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Messaggioda Monique » 15/01/2012, 21:14

Non si era nemmeno resa conto di aver pronunciato quelle parole, perlomeno fino a quando non sentì la propria voce rimbombarle nelle orecchie ed eccheggiare nella stanza.

P**** t****!!

Eh sì, un'imprecazione mentale ci stava tutta: di certo non perchè si fosse resa conto di non provare quel sentimento, sapeva bene per com'era fatta che se aveva pronunciato quelle parole con così tanta spontaneità non potevano che essere vere... ma come aveva potuto farsele sfuggirre? Insomma... era troppo presto, perlomeno per lui! Sarebbero dovuti andare con molta più calma, non avevano nemmeno definito il loro rapporto e lei si era lasciata andare... così.

... la pagherò...

Dentro di sé sentiva di aver rovinato tutto, seriamente: gli aveva aperto il suo cuore e questa era una cosa bellissima, ma i tempi erano del tutto sbagliati e temeva con tutta se stessa che quella piccola affermazione l'avrebbe allontanato da lei per sempre. Tuttavia non si sarebbe mai potuta rimangiare le proprie parole, perchè sarebbe stato come mentire sui propri sentimenti e questo non lo voleva affatto.

Certe affermazioni necessitano di molta sicurezza e prove concrete, pensi davvero di aver detto la cosa giusta?

Sempre meglio che un "Grazie".

Ed in effetti era un pensiero lecito visto che una risposta come "grazie", "bene" o altro le avrebbero fatto comprendere quanto a lui quell'uscita non solo non fosse piaciuta, ma gli avesse dato fastidio. La domanda di Sandyon era legittima, forse perchè si conoscevano da poco ed erano intimi da ancora meno, così Monique non gli fece attendere una risposta.

Ho fatto l'amore con te, ti ho raccontato i miei segreti, ho una fottutissima paura che ti facciano del male e ho ammesso di amarti senza nemmeno riflettere se fosse o meno il caso di parlare... non lo so se ho fatto la cosa giusta, probabilmente i tempi sono affrettati, ma... il mio cuore lo è, ne sono certa; perchè se così non fosse tutto quello che ho provato con te fino ad ora sarebbe da definirsi come una bugia, ed io non ho mai vissuto nella menzogna.

... o perlomeno, non per mia volontà.
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Messaggioda Sandyon » 15/01/2012, 22:54

Una cosa era sicura: Monique era stata più che comprensiva, anzi, a dirla tutta per l'ennesima volta Sandyon rimase sorpreso del modo maturo e responsabile con il quale la donna rispose a quella sua domanda e allo stesso tempo fece vedere di non essere rimasta delusa dalla sua risposta, ma anzi, dimostrò di averla accettata giustamente e con immensa razionalità.
L'uomo dentro di se emise un sorriso non indifferente, anche perché gli capitava molto poco spesso di essere così piacevolmente sorpreso dal comportamento di una persona, ma di sicuro era troppo presto per cantar vittoria e per convincere l'ex mercenario di strada ancora ce ne era da fare...

Ho fatto l'amore con te, ti ho raccontato i miei segreti, ho una fottutissima paura che ti facciano del male e ho ammesso di amarti senza nemmeno riflettere se fosse o meno il caso di parlare... non lo so se ho fatto la cosa giusta, probabilmente i tempi sono affrettati, ma... il mio cuore lo è, ne sono certa; perchè se così non fosse tutto quello che ho provato con te fino ad ora sarebbe da definirsi come una bugia, ed io non ho mai vissuto nella menzogna.

Vivere nella menzogna, già, ci ho vissuto anche per troppo tempo e non smetterò mai del tutto...

Fece una lunga ed attenta riflessione sulle parole della donna, parole vere e sincere, su quello non c'era dubbio, ma allo stesso tempo parole che pungevano, parole che facevano un po' male, un male relativo, è vero, ma pur sempre male.
Aveva affrettato i tempi, si, quello era vero, ma se alla fine aveva deciso di seguire l'istinto ed il cuore, lui cosa poteva farci? In fondo per tutto quel tempo Sandyon aveva fatto la stessa cosa, seguendo la rabbia, il rancore, l'odio, la follia, la solitudine, già, tutte cose dettate dall'istinto che avevano contribuito a renderlo quello che era allora, quindi più forte anche se più freddo.
Così, perché doverle impedire di essere se stessa? No, non l'avrebbe fatto, un errore imperdonabile, per altro inutile da fare se si conosceva già il risultato di una simile e stolta azione.

Non accennerò mai a rimproverarti per la tua sincerità, ma credo tu sappia bene comprendere che al momento non posso dirti quello che vorresti sentire, dico bene?

Il braccio che stava appoggiato sulla coscia si scostò scivolando fino a circondarle il ventre effettuando una leggera pressione a leva atta a farla voltare a pancia in su e poi, ancora dopo, a farla ruotare ancora di più per farla andare con tutto il corpo sopra di lui facendosi circondare il viso dai suoi capelli neri, iniziando poi a baciarla languidamente sulle labbra, sul collo e sulle guance, ma sempre con quella vena erotica e sensualmente virile che non si lasciava trascinare in un eccessivo e smielato romanticismo.
Le mani di lui ora la stringevano ai fianchi molto vicino al fondoschiena, come a bloccarla e farla rimanere lì, come ancorata a lui e al suo cuore che batteva forte in concomitanza con quello della donna e quegli occhi, i suoi, che rimanevano chiusi adesso, per cercare di godersi al meglio quel contatto umano che era davvero da molto tempo che gli era mancato, un contatto più forte, un contatto più serio, un contatto più intimo.
Quelle languide carezze e baci non ebbero mai una conclusione almeno per mezz'ora, stava facendo notte tarda ma a lui non importava nulla di ritrovarsi la mattina con un po' di stanchezza sulle ossa. Riaprì gli occhi, fissandola con intensità e trasporto, facendole una piccola carezza sulla guancia sinistra cercando il più possibile di studiare ancora di più i lineamenti perfetti di quella femmina sopra di lui.

Considerati la mia compagna per il momento, va bene?

Susurrò infine, probabilmente leggendole nel pensiero, con tono basso, caldo e morbido, seppur serio e assoluto, definendole finalmente cosa fosse lei per lui, cosa fossero loro, e di certo quell'affermazione dava ad intendere che se non altro Monique non doveva avere più il terrore di pensare che loro due potessero essere, per lui, ancora dei semplici amici o conoscenti di letto.
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Messaggioda Monique » 15/01/2012, 23:30

Aveva risposto alla sua domanda con sincerità, ma non sapeva se la cosa fosse un bene o un male: un bene perchè sicuramente era stata coerente col suo modo di fare, un male perchè... beh, perchè lui stava ancora in silenzio.
E se normalmente il silenzio poteva essere rilassante, ora invece la stava lentamente snervando.

Non accennerò mai a rimproverarti per la tua sincerità, ma credo tu sappia bene comprendere che al momento non posso dirti quello che vorresti sentire, dico bene?

Annuì, semplicemente. Non le aveva ancora detto "no", e già questo di per sé era un fatto positivo, ma era quel "al momento" a renderla decisamente euforica perchè significava, almeno secondo la sua interpretazione, che si trattava solo di una questione di tempo. E con quelle premesse, poteva dargli tutto il tempo che voleva.
Si lasciò voltare da Sandyon, studiando il suo sguardo e sorridendo con un piccolo mugolio dolce quando lui la fece poggiare sopra il suo collo: sospiri lenti e tremuli uscirono dalle sue labbra mentre lui la baciava, gli occhi semichiusi di chi si sente in paradiso, immerso in un bellissimo sogno dal quale non ci si vorrebbe svegliare mai.

Considerati la mia compagna per il momento, va bene?

Stavano insieme.
Insomma, Sandyon poteva avere anche uno strano modo di esprimersi ma quella frase poteva essere interpretata solo in un modo: stavano insieme, erano fidanzati, avevano appena intrapreso una relazione, si appartenevano... c'erano tante versioni ma il senso era quello. Sentì le labbra incurvarsi in un grandissimo sorriso, e il capo annuì veloce.

Assolutamente.
E stai tranquillo... hai tutto il tempo che vuoi.


Mormorò prima di prendere lei l'iniziativa e qualora gliel'avesse lasciato fare, baciarlo con trasporto ma anche dolcezza, affondando le mani tra i suoi capelli come se stesse nuovamente riscoprendo tutto per la prima volta.
Lo lasciò poi andare con lentezza, quasi a malincuore, scivolando da lui per voltarsi nuovamente di schiena come poco prima e dargli la possibilità, se l'avesse voluta, di abbracciarla nuovamente in quel modo.

Sarà meglio dormire... e sarà bellissimo farlo con te.
Buonanotte, Sandyon.


Sussurrò dunque con gli occhi già chiusi, pronta a scivolare tra le braccia di Morfeo con una consapevolezza ben precisa: il professore di Difesa che tanto aveva criticato all'inizio... era appena diventato suo.

[FINE]
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Messaggioda Monique » 26/02/2012, 1:38

[Stanza di Monique - Venerdì - ore 19.46]


Padroncina Monique dovrebbe cenare, Sophie non vuole vedere lei deperita!

Il capo della donna venne scosso con aria divertita a quelle parole, come se una cosa del genere fosse assolutamente impossibile: ed in effetti, per quanto Monique non mangiasse molto, quando lo faceva ci andava giù pesante; un ritmo alimentare squilibrato, dunque, ma a lei andava bene così e lo sapeva anche Sophie.

Io sto benissimo, vero Fire?

Replicò la donna, seduta sul pavimento della sua stanza: aveva giocato col proprio cucciolo di lupo per almeno un'ora buona sotto gli occhi vigili e divertiti dell'amica elfetta, che ogni tanto sentiva il bisogno - fortunatamente sempre placato da Moni - di passare del tempo sola con la sua padroncina; e la VicePreside, come sempre, l'aveva subito chiamata nella sua stanza per stare insieme.
Si erano raccontate le ultime novità - forse più Monique che Sophie - e l'elfa era sembrata felice per lei una volta saputo di Sandyon, dichiarandosi contenta che la padroncina avesse finalmente trovato qualcuno da amare.

Si potesse passare ogni sera così...

Pensò Moni con un sorriso, contenta di aver sacrificato la cena così da poter passare il tempo con la sua "famiglia" mentre tutti i colleghi erano in Sala Grande per il pasto: non le piaceva insonorizzare la camera e tagliarsi fuori dal mondo, ma non le andava nemmeno di fare troppo rumore sapendo che chiunque avrebbe potuto sentirla.

Padroncina Monique, Sophie può esprimere desiderio?

Richiesta insolita quella di Sophie, tanto che la donna, curiosa, alzò lo sguardo lentamente per posarlo sulla propria elfetta mentre la mano destra si poggiava vicino al momento come a volerlo sostenere.

Immagine


Cosa c'è, Sophie?

Sophie vorrebbe... ecco, vorrebbe sentire padroncina suonare il violino, non lo fa da tanto!

Quel desiderio lasciò la donna sorpresa ed interdetta, non credendo che all'elfa potesse mancare una cosa del genere: ma in fondo, quando viveva a casa, non si esercitava ogni giorno con Rose? E non aveva persino insegnato a Sophie a suonare il pianoforte proprio per poterla accompagnare?

... che ne dici Fire? - domandò allora al proprio lupo, che prese a scodinzolare felice - D'accordo Sophie, ma a patto che suoni con me.

Oh, padroncina... Sophie felice di suonare con padroncina Monique!

A quella risposta Moni fece un gran sorriso, alzandosi da terra per prendere la bacchetta e far comparire un pianoforte vicino alla propria elfa, invitandola poi a prendere posto di fronte ad esso.

Immagine


Tieni... questo è lo spartito.

Ma, padroncina... - mormorò Sophie con aria confusa - Sophie non conosce questa musica! E' nuova?

Moni si limitò ad annuire a quella domanda, e la gioia che fece brillare gli occhi dell'elfa è impossibile da descrivere: Sophie infatti sapeva che la padroncina non componeva più da tempo, ed il fatto che fosse tornata a farlo era un bellissimo segno di come stesse ritrovando se stessa.

Sei pronta?

E questa volta fu Sophie ad annuire semplicemente: la donna allora si avvicinò al proprio baule, vi puntò la bacchetta contro e, sussurrando qualcosa, fece scattare la serratura così da potervi estrarre il suo piccolo gioiello, un autentico Stradivari. Lo rimirò per un momento prima di sistemarlo sulla spalla sinistra, prendendo l'archetto con la destra per poterne sfiorare le corde: un ultimo cenno a Sophie, e l'elfetta poté iniziare a suonare seguita poco dopo dalla bravura di Moni.



Monique chiuse gli occhi e schiuse le labbra, lasciandosi andare a quel suono meraviglioso: da quanto non suonava, da quanto non si lasciava andare a quel modo... era quasi paradisiaca la sensazione che stava provando in quel momento, e del tutto impossibile da spiegare; sentiva come se si fosse messa in contatto con la propria anima, con Rose, e come se lei le stesse parlando, stesse sussurrando qualcosa al suo cuore.
Ed era un'emozione al di là dell'immaginabile.

Padroncina...

Sussurrò Sophie ad un certo punto, verso la fine della suonata, e quando Monique riaprì gli occhi si rese conto di aver utilizzato i suoi poteri senza però...

... metter mano alla bacchetta... com'è possibile?

Domandò Moni con un filo di voce, incredula e spaesata dalla visione che avevano di fronte agli occhi.

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Non lo so, padroncina... ma è bellissimo...
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Messaggioda Sandyon » 26/02/2012, 20:24

[ 19:48 - Corridoio Alloggi Insegnanti - Lunedì ]

Non si soffermava mai troppo a dare spiegazioni agli studenti sulle lezioni svolte, probabilmente perchè non si era mai sentito un tipo adatto a fare il professore ammirevole e riconosciuto come tale, ma quella volta, poco dopo la conclusione della lezione, le domande una sull'altra sulle tecniche di battaglia più complesse ed i nomi corrispondenti alle strategie di attacco e difesa avevano scatenato il putiferio, visto che nessuno si sentiva lontanamente capace di gestire un compito simile, sopratutto entro un tempo di tre giorni a partire da allora.
Rimase altri venti minuti buoni con i ragazzi, cercando di dare delucidazioni esaustive e pratiche di tutta la lezione, con rappresentazioni alla lavagna magica chiare e concise ed in più con un posticipo della consegna dei compiti di almeno altre 48 ore.
Insomma, in un modo o nell'altro si era liberato adeguatamente di loro e poteva tornarsene in camera a darsi una sciacquata prima di dirigersi a cena e probabilmente incontrare i colleghi di lavoro e la compagna, Monique, che come al solito aveva concluso la sua lezione del giorno già dalle 18:00 e quindi sarebbe stata la prima, come era giusto che fosse per la sua carica, a dare il via ai pasti assieme alla Bergman.

Trovo irritante quel tavolo in fondo, centrale. Perchè mai doversi esporre così tanto alla vista degli studenti mentre si mangia? Una volta non me ne fregava niente ma desso, grr, lo farei saltare in pezzi.

Eh già, non amava affatto doversi far vedere da tutti nell'atto di mangiare quasi fosse una sorta di vetrina libera di osservazione del modo di fare dei docenti. Da anni quel tavolo rappresentava la cristallina visione del corpo insegnante nell'atto di svolgere le cose più semplici e vitali, ma tanto per quel che pensava Sandyon, di sicuro un professore poteva mostrarsi ai suoi alunni nel modo più pacato possibile, nascondendo benissimo l'intento di omicidio di metà di loro dentro al proprio cervello.
Forse per quella sera avrebbe saltato, chissà, in fondo lo faceva spesso, ma era anche vero che da quando il suo rapporto con la Vice si era stretto, si faceva mostrare di più ai visi di tutti quanti, lasciando anche intendere forse un po' troppo alle persone, quindi era necessario fare un po' retro front per qualche giorno, giusto per non insospettire troppo.
Quanto avrebbe voluto evitare di dover dare spiegazioni alle fantasie altrui, quanto avrebbe voluto non essere lì, come professore, sotto i riflettori, ma era anche vero che se non lo fosse mai stato, probabilmente la sua relazione con la francese non sarebbe nemmeno esistita.
Stava percorrendo dunque il corridoio degli alloggi per raggiungere il proprio in concomitanza con quello di Monique, quando di improvviso e con lentezza una melodia di violino e pianoforte si fece strada tra i suoi timpani, facendolo rallentare ancora di più nel passo per poi infine avvicinarsi senza fare rumore all'ingresso della stanza di...

Moni...

Era lei, nessun dubbio, quel suono proveniva da lei e la vibrazione magica che percepì fu così chiara e netta che ebbe paura che qualsiasi altro docente che fosse passato di là l'avrebbe individuata senza problemi.
Non poteva credere che un simile potere scaturisse da una capacità musicale così bella e melodiosa, quella donna mostrava sorprese una dietro l'altra, anche se ora il dubbio più grande era come potesse essere che si sentiva anche un pianoforte suonare dentro.
Controllare magicamente un piano e allo stesso tempo suonare un violino, no, quasi impossibile a sentire la perfezione dell'esecuzione di quel pezzo, ma allora... chi poteva essere?
Osservò lo stipite della porta e la porta stessa, individuando un lieve spazio di luce tra essa e la cornice d'ingresso, questo poteva voler dire una cosa sola: la porta non era chiusa a chiave, forse per dimenticanza di lei, chi lo poteva sapere, ma non era importante, la cosa interessante era che avrebbe potuto approfittare di quella svista per vedere meglio tutta la vicenda.
Posò la mano sulla maniglia, abbassando con lentezza. Oliata nel migliore dei modi, non fece alcun rumore, anche perchè se ce ne fosse stato leggero, la musica l'avrebbe sovrastato, e così aprendo di poco il grande rettangolo di legno pregiato, fece strada ai suoi occhi azzurri dorati nello scorgere finalmente il quadro perfetto di quella vicenda.
Monique, il piccolo cucciolo Fire e un'elfa domestica intenta a suonare e Sandyon non ebbe dubbi su chi poteva trattarsi, visto che ne avevano parlato il Venerdì precedente a pranzo fuori.

E così... Lei è Sophie.

Quel piccolo ritratto di famiglia sembrava molto bello e complessivo di sentimenti e belle sensazioni. Evidentemente Monique sentiva davvero che quella era la sua famiglia e nient'altro ne poteva far parte, ma quello che avvenne poco dopo, alla conclusione della canzone lasciò intender meglio a Vastnor perchè si sentiva nell'aria tutta quell'energia magica.
L'elfa si guardava attorno come se la stanza non esistesse più, mentre nel frattempo la donna, accortasi di un particolare importante, si volse ancora non individuando la figura appena nascosta dell'uomo dietro la porta.
Non appena gli occhi di lui la poterono vedere dal fronte, Sandyon non potè non deglutire lentamente e silenzioso nell'ammirare la bellezza e la sensualità di quella femmina esemplare e incredibilmente bella. Non ammise nulla se stesso, ma il suo cuore pulsante e i due o tre brividi lungo la schiena parlarono per lui.
E così, aveva creato l'illusione senza utilizzare la bacchetta.
Sandyon era sicuro che nemmeno lei sapesse come avesse fatto, ma fatto stava che era accaduto e questo stava ad indicare che il potere di Monique stava crescendo ancora di più, esponenzialmente, e questo non era altri che un motivo in più per il padre di volerla tra le sue fila o forse semplicemente morta.

Presto dovrai sapere la verità. Sta cominciando a diventare seriamente molto più pericoloso.

Non lo so, padroncina... ma è bellissimo...


Sophie era ancora nell'illusione e probabilmente anche Moni, un'illusione positiva e bella a quanto sembrava, giudicando dal commento della migliore amica della compagna.
Magari forse la cosa migliore era farsi da parte e allontanarsi, lasciandole il suo spazio, anche perchè forse una rivelazione del genere anche se era da lei a lei, era comunque importante e difficile da gestire come fosse niente.
Se mai avesse voluto avrebbe potuto parlargliene dopo in sala mensa o magari al ritorno nelle stanze, quindi si, Sandyon comprese che era meglio lasciarla stare e andarsene via, peccato che non aveva calcolato una cosa importante: l'olfatto sopraffino di un lupetto.
Il nasino curiosone e attento di Fire infatti, nell'illusione di Moni stava annusando qualcosa dietro ad una roccia vicina la riva del lago, che poi nella realtà altri non era che la porta della camera e quello che annusava erano le scarpe e le caviglie dell'uomo che, accortosi all'ultimo del piccolo scherzetto dell'animale, scosse il capo sospirando e chinandosi, afferrò in braccio il piccolo animaletto bianco latte, facendosi in defintiva avanti uscendo da dietro la roccia/porta mostrandosi del tutto sia alla compagna che a Sophie, nelle sue vesti, per una volta da professore, decentemente classiche per dare una parvenza di serietà al suo impiego in quella scuola.

Chiedo scusa per non aver pagato il biglietto ed essermi intrufolato al concerto di nascosto.
Per addolcire le signore posso affermare però che la migliore amica della mia donna ha un talento notevole... Della violinista poi, non ne parliamo nemmeno.


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Messaggioda Monique » 26/02/2012, 21:21

Era totalmente senza fiato.
Quel paesaggio, quei colori le avevano tolto qualsiasi capacità di commentare, di sussurrare, anche solo di pensare.
Montagne innevate colorate dal Sole in procinto di tramontare, una distesa d'acqua calma di fronte a lei... persino le vesti erano cambiate, tramutandola in qualcosa di molto più simile ad una creatura mitica e leggendaria che ad una persona vera in carne ed ossa.

Padroncina Monique... sei bellissima...

Sussurrò Sophie con i suoi grandi occhioni scuri ora spalancati sul corpo di Moni, la quale respirò a fondo e lentamente, incapace di spiegarsi cosa fosse successo: non aveva assolutamente intenzione d'innescare l'illusione, non ci aveva nemmeno pensato... ma allora come, come era potuta accadere una cosa del genere? E soprattutto, era davvero possibile... farlo altre volte? Magari a comando?

... se tu fossi qui, sapresti cosa dirmi...

Già, un pensiero che a Moni venne assolutamente spontaneo e che le fece venire per un momento gli occhi lucidi: fortunatamente, ci pensò Fire a catturare la sua attenzione, prendendo ad annusare qualcosa dietro ad una roccia, o presunta tale almeno nell'illusione; quel comportamento mise in grande preoccupazione la donna, che temette di esser stata scoperta da qualcuno d'inappropriato che non conosceva il suo talento.
Ancora una volta, la fortuna volle aiutarla facendo comparire poco dopo, con Fire tra le braccia, la persona più gradita per Monique.

Chiedo scusa per non aver pagato il biglietto ed essermi intrufolato al concerto di nascosto.
Per addolcire le signore posso affermare però che la migliore amica della mia donna ha un talento notevole... Della violinista poi, non ne parliamo nemmeno.


Inutile dire che Sophie s'imbarazzò subito a quelle parole, facendo un mezzo squittio e nascondendosi dietro a Moni non appena i suoi occhioni si posarono la figura di Sandyon che ora le fissava con un leggero angolo della bocca all'insù - l'equivalente di un sorriso per una persona normale.

Non... non ti avevo sentito...

Mormorò la donna con aria imbarazzata, mordendosi il labbro: da quanto tempo si trovava lì? L'aveva sentita suonare, d'accordo, ma aveva anche capito che aveva... creato un'illusione dal nulla?

Non dovrei nemmeno preoccuparmi, mi fido di lui... ho solo...
... paura che si allontani da me.


Già, che pensieri stupidi... da donna innamorata, comunque.
Fece un grande e lento sospiro, per tranquillizzarsi, guardandolo negli occhi e sentendo una forte fitta all'altezza del petto, al centro del cuore, che fece spuntare dal nulla uno stormo di bellissime farfalle.

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Quella visione così improvvisa e romantica, dettata dai sentimenti della donna, le permise di scuotersi: mosse appena il capo ed alla fine sorrise a Sophie, spingendola dolcemente in avanti così da permetterle di farsi vedere da Sandyon.

Sophie, lui è Sandyon... ti ricordi? L'uomo di cui ti ho parlato.
Sandyon... lei è Sophie, la mia elfa.


La creaturina fece due passetti in avanti e si avvicinò all'uomo, studiandolo per un istante prima d'inchinarsi di fronte a lui fino a toccare il pavimento col naso.

Padroncina Monique parlato tanto di Voi a Sophie, Sophie onorata di poterVi conoscere.

Moni sorrise e, qualora Sandyon l'avesse guardata, gli avrebbe fatto un cenno come a fargli comprendere che per l'elfetta quella presentazione era una cosa seria, e che quindi avrebbe dovuto risponderle con altrettanta serietà se non voleva ferirla.
A seguito, Sophie alzò la testa e la fece scattare verso la donna, con un gran sorriso sulle labbra.

Padroncina Monique, anche padron Sandyon può entrare nell'illusione?

Una domanda che forse avrebbe potuto stranire Moni, ma non tanto quanto il modo in cui l'elfetta si rivolse verso Sandyon: pensandoci un secondo, però, non era così strano... se considerava Monique sua padroncina, e l'uomo era il suo compagno, era quasi naturale che lo chiamasse in quel modo.
La donna ci pensò un momento, mordendosi il labbro, ma alla fine decise che quel momento era stato talmente intimo e privato che non poteva non condividerlo con la persona che amava: chiuse gli occhi per un secondo, ma tanto bastò per coinvolgerlo; e così, Sandyon avrebbe potuto osservare cosa la sua compagna aveva creato... e come si era trasformata.

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Messaggioda Sandyon » 26/02/2012, 22:09

Sandyon era un uomo che sapeva sempre come presentarsi e fare quello scalpore e sorpresa che scuoteva un po' gli animi. Gli veniva spontaneo e sopratutto non era una cosa che gli capitava da molto tempo. Sorrideva poco e quel piccolo e lieve incurvamento delle labbra aveva un significato molto profondo ed obiettivamente la donna se ne accorse subito, visto che arrossendo un po' si trovò quasi a non sapere come sostenere ancora il suo sguardo. Stesso comportamente per l'amica elfa che non perse tempo a nascondersi dietro la padrona in preda a chissà quale paura e timore nei confronti dell'uomo.
Non si trovava ancora all'interno dell'illusione e questo gli diede modo di osservare vari comportamenti strani da parte della donna che ad un certo punto parve sorprendersi di un fattore ianspettato. Già, lui quelle farfalle non le poteva notare ma era comprensibile che qualcosa avesse fatto sorprendere ancora di più Monique. A quanto sembrava era davvero la prima volta che le accadeva una cosa del genere... Sandyon sentiva nell'aria un potere magico molto grande e sconfinato e per un istante gli parve anche di percepire una strana energia potente ed incontrastabile nell'aria, come un vento che si portava via ogni possibilità di salvezza da quella potenza inaudita.

Che sia questo il potere?
Che sia questo il modo di annientare l'immunità alle illusioni?
Forse crearle dal nulla è il primo passo per distruggerne anche le barriere difensive...
A quanto pare, se va avanti così non saranno necessarie le ultime parole scritte della "Madre" per farle capire come distruggere ogni speranza di salvezza ad un individuo che assume una pozione o che è immune geneticamente.
Nicholas... Ho idea che tu debba cominciare a tremare.
Ringrazio solo... Che lei sia dalla parte giusta.


Fissò profondamente la donna, questa volta maggiormente serio, facendole intendere con chiarezza che probabilmente stava pensando qualcosa di importante e fondamentale, ma di sicuro in quel frangente non avrebbe spiccicato frase, sopratutto con la presenza della migliore amica vicino o di quell'illusione che anche se di natura instabile, rappresentava con tutta la probabilità l'interno del cuore di lei, così forse sereno e felice come da tanto tempo non accadeva.
Sospirò, posando il cucciolo al terreno che corse nuovamente dalla padrona facendole qualche festa come a volerla avvertire ulteriormente che Sandyon Vastnor era arrivato e lui ne fosse felice, per quanto come al solito un po' uggioso perchè Dastel non era lì con lui per giocare e divertirsi.

Sophie, lui è Sandyon... ti ricordi? L'uomo di cui ti ho parlato.
Sandyon... lei è Sophie, la mia elfa.


Padroncina Monique parlato tanto di Voi a Sophie, Sophie onorata di poterVi conoscere.

L'elfa finalmente uscì allo scoperto, avvicinandosi maggiormente a lui, eseguendo un inchino formale e preciso, presentandosi ed elargendo un saluto degno della persona più gentile e rispettosa che ci fosse sulla faccia del pianeta.
A Sandyon non servì affatto cogliere lo sguardo preoccupato di Monique per sapere come comportarsi in un'occasione del genere, d'altronde non era difficile capire che forse quel modo di fare era calibrato proprio per la persona di fronte a lei, quindi molto importante, con la quale l'elfetta voleva fare la migliore delle figure.
Da parte sua, l'uomo fece un inchino piccolo col capo, fissandola negli occhi grandi e lucidi nel mentre posava il palmo della mano sul petto con aria da nobiluomo dei tempi andati.

Lieto di conoscere la persona più fidata dalla mia compagna. Piacere mio lady Sophie.

Lanciò poi un'occhiata verso Moni per comprendere se le fosse andato bene o meno il suo saluto di risposta verso l'elfa prima, di farsi un poco in disparte in direzione della porta nell'osservare che anche Sophie desiderava che lui entrasse a far parte dell'illusione.
Effettivamente la donna non ci aveva ancora pensato, ma non era così complesso rimediare, o meglio, Sandyon pensò che non lo fosse, ed infatti così avvenne.
Un altro passo in più per comprendere la natura di quel potere: Qualcosa ancora più forte dunque, visto che anche se lo controllava da poco e forse non ne comprendeva nemmeno i fattori, aveva già appreso come coinvolgere subito una persona aggiuntiva.
Gli occhi dell'uomo poco dopo si focalizzarono su quel paesaggio meraviglioso che lei aveva creato ed infine con ancor maggiore stupore sulla figura della Vice Preside che appariva molto simile a quella di una fata o qualcosa di simile.

Mi sarei dovuto aspettare una immagine del genere da parte di un'interpretazione spontanea di quello che senti e sei dentro.

Pronunciò con assoluta calma e serietà, infatti lui le cose non le diceva mai così, tanto per dirle, anzi, ognuna era ben calibrata per esser pronunciata al momento giusto e sopratutto con la certezza di credere davvero in ciò che venga detto, poichè altrimenti per Sandyon è molto più giusto tacere e non fiatare.
Mosse ancora un poco lo sguardo intorno a se per dare un'occhiata a tutto quello che lo circondava, stupendosi del fatto che anche se i capelli li aveva tenuti legati, adesso gli stavano un po' troppo lunghi sulle spalle. Un dato abbastanza strano di sicuro.
Non aveva ben compreso il senso della reale situazione avvenuta anche su di se fino a quando non diede uno sguardo istintivo e spontaneo verso la propria mano riconoscendo in essa... una zampa.
Sgranò gli occhi spostandosi di corsa verso la riva del lago per osservare la propria immagine riflessa e rimase tra lo spaventato e lo sconcertato.

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Si volse infine verso Monique, inarcando il sopracciglio leonino, abbastanza perplesso da quello nel quale lei forse senza nemmeno volerlo coscientemente l'aveva tarsformato.
Tutto il corpo ricoperto di pelo, la lunga criniera e gli occhi sottili e felini, gli artigli possenti come anche i muscoli delle gambe e delle braccia.
Un aspetto possente e allo stesso tempo feroce, selvaggio, minaccioso ma che in quel frangente non avrebbe potuto spaventare che Fire o forse Sophie, dato che per la compagna sarebbe stato facile intuire che quella trasformazione fosse opera della sua fervida fantasia.

E così, sarebbe in questo modo che mi vedi nei tuoi sogni?
Non pensavo prendessi così in parola la mia nomina sul campo di battaglia.
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2012-10-30 23:15:42 Sandyon d20 9  
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