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da Sandyon » 05/02/2012, 23:50
La mano che Monique posò su quella di lui fu accompagnata da un gesto caldo, leggero, rassicurante e molto morbido, quasi di un affetto tutto particolare. L'uomo rimase qualche secondo interdetto da quel modo di fare di lei, ma allo stesso tempo sorpreso positivamente. Non tolse la propria, invece lasciò che lei si prendesse cura della sua pelle così dura e resa non più delicata dalle mille battaglie che il tempo gli avevano posto davanti. Il dolce per lei giunse in fretta come anche quello di lui, entrambi dall'aspetto ottimo e solo allora quindi la donna poté sentirsi libera di raccontare al compagno quanto poteva dire sulle proprie amicizie, rispondendo quindi a quella domanda a bruciapelo, mentre le loro mani tenevano ancora le dita intrecciate e le unghie lunghe e curate della francesina facevano risplendere lo smalto trasparente con french che probabilmente aveva pagato una fortuna, permettendoselo ovviamente.
Sì... ne avevo tre, ma adesso me ne è rimasta solo una. La prima era Rose, e non credo ci sia bisogno di spiegarne il motivo. La seconda era Flame, e penso valga lo stesso discorso di prima. La terza, l'unica che mi sia rimasta... è Sophie, la mia elfa. I miei genitori me l'hanno regalata per il mio compleanno, e col tempo è diventata la mia migliore amica. E' anche merito suo se ho la bacchetta che adesso posso usare ogni giorno.
Ascoltava attento e senza perdere nemmeno una parola o una lettera, in quel momento sapeva bene che Monique stava facendo conoscere una nuova parte di se e quello che comprese poco dopo non si scostò molto da quello che aveva ipotizzato. Rose, la sua governante e la sua lupa, Flame, due figure per lei importanti molto più di qualsiasi cosa, di qualsiasi altra creatura, a conti fatti ovviamente, anche di lui. Sandyon quella volta però non provò affatto gelosia bensì comprensione, ma rimase ugualmente molto sorpreso nel capire che un'altra persona amica era rappresentata da un'elfa, una creatura che i purosangue preferivano di solito schiavizzare che rendere amica. A lui comunque non diede troppo fastidio, anzi, lo aiutò a comprendere ancora di più quanto la donna che lo confrontava fosse aperta di mentalità e cuore, tutte doti che miglioravano la visione che teneva di lei.
Sentivo che quel legno non era normale. Una simile potenza magica può provenire solo dagli alberi che coltivano loro, sbaglio forse?
E tu invece? Sembri un tipo così solitario, ma... hai mai avuto un migliore amico?
Una domanda che raggiunse non solo il cervello ma anche il cuore con prepotenza. Sandyon poteva immaginarlo che la stessa cosa sarebbe potuta essere chiesta anche a lui e difatti così fu. Monique era interessata anche a sapere i suoi di legami ma come poterle dire che il primo aveva spezzato uno di quelli di lei ed il secondo era il padrino della sua collega di lavoro? No, meglio evitare certe cose, forse le avrebbe esposte a tempo debito, con calma e dovuta pazienza e magari con meno pericolo di morte alle spalle. Sospirò, chinando appena il capo, come a darle ad intendere che non era una domanda semplice e con semplice risposta, poi, alzando di nuovo la testa, la fissò dritto negli occhi, uno sguardo un po' vacuo, un po' perso, un po' malinconico, non certo il suo solito serio, risoluto e ciecamente incisivo.
Non ho amici, al massimo ho persone che posso definire fidate. Il tempo delle amicizie per me si è concluso anni fa, quando una di queste, molto forte, si è rotta disgraziatamente e disgregando irreversibilmente i miei sentimenti in merito. Gradirei non parlarne comunque, almeno per il momento.
Non fu imperativo come al solito, più che altro molto sicuro di quello che diceva, semplicemente voleva dare ad intendere che dalla sua bocca non sarebbe emerso altro per il momento, nessun dettaglio aggiuntivo. La donna per quella volta si sarebbe dovuta accontentare anche se di per se, Sandyon non aveva detto poi molto. Nonostante tutto, lei attendeva di assaggiare il suo dolce e quello non lo rifiutò, anzi, si affrettò poco dopo a prendere una piccola porzione al cucchiaino per lei e donargliela senza indugio, sperando potesse piacerle, mentre invece lui, osservando il liquido nel dolce e ripensando al doppio senso precedente di lei, fece una smorfia apparentemente simpatica e ironica, scuotendo il capo rifiutando l'assaggio ma per una motivazione divertente che solo e soltanto lei avrebbe potuto capire in pieno.
In ogni caso. Ti va di parlarmi del tuo rapporto con questa amica? Com'è nato e la tua famiglia lo accettava quando eri ancora sotto la sua ala? Immagino che Rose a questo punto, ne fosse contenta.
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da Monique » 06/02/2012, 0:22
Sandyon non scostò la mano quando lei poggiò la propria sulla sua, ma anzi si lasciò coccolare un po' e questo la riempì di gioia: abituarsi alle coccole o comunque ai gesti di affetto reciproco era una delle prime cose, a parer suo, che si affrontavano quando si stava insieme, ed oltretutto conoscendo l'uomo il fatto di accettare e ricambiare quel gesto era un passo enorme per loro come coppia.
Sentivo che quel legno non era normale. Una simile potenza magica può provenire solo dagli alberi che coltivano loro, sbaglio forse?
No, hai perfettamente ragione. Il dragone che affrontai tempo fa, quello di cui ti ho parlato, aveva attaccato uno degli ultimi villaggi di elfi rimasti, dove viveva anche Sophie... non avrei potuto lasciarli al loro destino, e quando l'ho sconfitto hanno deciso di ringraziarmi con la bacchetta che ora porto con me.
Spiegò la donna al compagno, ricordando per un momento quegli istanti: lei e l'antico Dragone di Cristallo faccia a faccia, la paura di morire e la determinazione di voler vivere ancora... che giornata memorabile era stata quella. In ogni caso toccava a lui ora rispondere alla sua domanda, ma l'argomento sembrò pesare molto su Sandyon che infatti, mentre Moni mangiava il suo dolce, si espresse con toni e parole abbastanza criptici.
Non ho amici, al massimo ho persone che posso definire fidate. Il tempo delle amicizie per me si è concluso anni fa, quando una di queste, molto forte, si è rotta disgraziatamente e disgregando irreversibilmente i miei sentimenti in merito. Gradirei non parlarne comunque, almeno per il momento.
Non ti preoccupare, non sei obbligato a raccontarmi nulla se non te la senti.
Commentò l'altra, dolce e sincera nel tono, stringendo appena la sua mano con un piccolo sorriso prima di assaggiare il dolce di lui, un millefoglie alla crema molto delicato e goloso, totalmente diverso dal tortino al cioccolato fondente che invece aveva ordinato lei.
In ogni caso. Ti va di parlarmi del tuo rapporto con questa amica? Com'è nato e la tua famiglia lo accettava quando eri ancora sotto la sua ala? Immagino che Rose a questo punto, ne fosse contenta.
Lo era moltissimo - confermò sorridente ed un po' malinconica, parlando tra una cucchiaiata e l'altra - All'inizio, quando i miei mi dissero che Sophie sarebbe stata la mia elfa personale, pensai semplicemente "Forte, è come avere una bambola che fa ciò che dico"... e per i primi tempi fu così. Lei non parlava mai e io mi limitavo a darle ordini.
Si fermò per un momento, scosse la testa e poi riprese con un lieve sospiro.
Poi un giorno, semplicemente, le chiesi se le mancasse casa: lei mi rispose di no, che stava benissimo, che era felice... ma capii che stava mentendo; mi resi conto di quanto la sua esistenza fosse condizionata in casa con noi, soprattutto coi miei che la trattavano come feccia... decisi che con me sarebbe stato diverso. Iniziai a parlarle spesso, a raccontarle tutto ciò che mi succedeva o che pensavo, e piano piano anche lei cominciò ad aprirsi. I miei genitori detestavano il nostro rapporto ma non potevano farci niente perchè non potevano cacciarla di casa, era la mia elfa personale e solo io potevo darle ordini... semplicemente fingevano che non esistesse, oppure la trattavano male per dispetto: ma ci pensavo io a prendermi cura di lei...
Ancora una pausa, un sorso di vino, due calcoli mentali e poi nuovamente un fiume di parole pacato e calmo dalle sue labbra, lo sguardo perso nei ricordi.
Il giorno del mio diploma ad Hogwarts le regalai un vestito, dicendole che volevo fosse libera: libera di scegliere cosa fare della sua vita, chi e se voleva servire qualcuno... come vivere insomma; e lei mi rispose che voleva stare con me per sempre, perchè ero sua amica e non avrebbe mai potuto abbandonarmi. Da quel momento ho capito che su Sophie avrei sempre potuto contare.
Concluse sorridendo e terminando anche l'ultima cucchiaiata del suo dolce: aveva mangiato e bevuto a sazietà, aveva potuto godere della compagnia di Sandyon e aveva persino fatto "ginnastica" ... era stato un pranzo perfetto.
Che ne dici, vogliamo pagare il conto e andare via?
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da Estelle » 07/02/2012, 14:56
Una passeggiata. Aveva decisamente scelto il giorno ed il posto sbagliato. E, soprattutto, l'abbigliamento poco adatto ad una giornata simile. Neve. Sì, Londra, ormai, era diventata una città innevata. Ma conservava sempre la stessa atmosfera; anzi, forse ne aveva ancora di più, in quel momento. Sembrava essere tornati a Natale. Ragazzini da tutte le parti che schiamazzavano, allegri, lanciandosi piccole palle di neve addosso. Mamme premurose che portavano per mano i loro piccoli, per non farli cadere. Anche Estelle, un giorno, avrebbe voluto essere come loro. Essere una moglie ed una madre, prendersi cura, così, di qualcuno che non fosse lei. Questo era uno dei suoi sogni più grandi. Ripercorse, mentalmente, il percorso che aveva svolto quella mattina. Riprese l'immagine di una Londra ricca di neve. Fortunatamente aveva scattato una foto, così da potersene ricordare. Non aveva programmi, quel pomeriggio. Anzi, più che altro, aveva un solo desiderio: bere qualcosa di caldo in un locanda. Purtroppo, a Londra non c'era granchè che le piacesse sul serio, non nel quartiere in cui si trovava in quel momento, almeno. Perciò cambiò subito destinazione, e decise di tornare nel mondo della magia, in una locanda che aveva frequentato poco e niente. Il Paiolo magico. Per essere un posto famoso, Il Paiolo Magico era molto buio e dimesso. Alcune vecchie erano sedute in un angolo e sorseggiavano un bicchierino di sherry. Una di loro fumava una lunga pipa. Un omino col cappello a cilindro stava parlando al vecchio barman, completamente calvo. Estelle prese posto ad un tavolo, uno dei più appartati. Un thè caldo alla vaniglia, perfavore.Detto ciò, con una certa nonchalance, si accese una sigaretta.
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da Saana Leyla » 07/02/2012, 15:17
Saana era lì, seduta su una panchina ghiacciata. Quel pomeriggio i candidi fiocchi di acqua congelata, ma non troppo per posarsi, avevano ricoperto l'intera città di Londra, riportandola ad un antico splendore, quello splendore che non aveva quando a cadere era la pioggerella sottile di metà autunno. Era quasi romantico, nonostante per lei la parola romanticismo non avesse significato alcuno. Almeno così pensava. Gli eventi degli ultimi giorni le avevano fatto cambiare idea su molte cose, anche su ciò che lei riteneva ormai fosse un concetto scontato. Amava la neve, amava l'atmosfera che ricreava, cupa, notturna, quasi perfetta. Portò la sigaretta alle labbra, aspirando quanta più nicotina possibile, per poi buttarla fuori. Fumare per lei non era mai diventato un vizio, bensì uno sfogo che ogni tanto la faceva rilassare e le permetteva di riflettere meglio sugli eventi. Una sferzata di vento la fece sobbalzare. Ok, amava le temperature polari, ma non fino a quel punto, considerando soprattutto che il suo abbigliamento era decisamente troppo leggero per quel tempo. Si alzò elegantemente dalla panchina, cercando un luogo dove dirigersi per bere qualcosa di alcolico e caldo. E quale miglior posto se non il Paiolo Magico? Spinse la porta, la sigaretta ancora intera tra le labbra, ed entrò Proprio quello che ci voleva. Un luogo tetro, un po' malconcio, ma pulito. Il barista, il cui difetto principale era dato dalla calvizia totale, era al bancone, impegnato in un'animata discussione con uno di quei vecchi maghi raggrinziti senza nulla da fare. Si guardò intorno, notando qualche volto alle prese con discorsi di poco conto. Si sedette lontana da tutti loro, la sigaretta in mano- Un rum doppio liscio e senza ghiaccio, grazie.Ordinò alla cameriera lì vicino, che non aveva fatto più di tanto caso alla figura femminile appena apparsa. in lontananza le sembrò di intravedere una faccia non nuova, ma abbassò subito lo sguardo per evitare che, se anche l'avesse riconosciuta, quella figura le potesse dar fastidio.
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da Estelle » 07/02/2012, 15:30
Non aveva fatto caso a chi fosse entrato dopo di lei, ne tantomeno a chi popolasse quel luogo. Aveva semplicemente preso il suo posto, in maniera del tutto normale, fregandosene altamente di cose succedesse. Ma una figura catturò la sua attenzione. No,non era un uomo, ne tantomeno un ragazzo. Fumava allora. Perlomeno, al di là dell'odio profondo che la ragazza appena inquadrata provava per lei, avevano qualcosa in comune. Ed Estelle era proprio quello che cercava. Un pretesto. Non tanto per poter instaurare un certo tipo di conversazione, che magari si sarebbe pure potuta trasformare in amicizia. Più che altro, il suo intento era capire quale fosse il suo problema. Estelle non aveva bisogno di amiche, ne tantomeno di un'amica come la professoressa Ayed. Spense la sigaretta che aveva in mano, ormai arrivata a metà. La spense perchè subito dopo ne prese un'altra. Non avrebbe dovuto esagerare, visto che si era auto imposta di fumare molto meno del solito, una sigaretta al giorno, magari. Ma quell'occasione era troppo importante per poterla mandare in fumo. "Ricorda.. non sei capace di contrastare una figura simile.Anche questo era vero. Ma non era di certo il modo migliore per poter intraprendere una conversazione simile. E poi Estelle aveva bisogno di capire. Magari, quel pomeriggio, le sarebbe servito a qualcosa, dopotutto. Passo sensuale e accorto, una volta in piedi, prese a camminare verso il tavolo della collega. Riconosceva quello sguardo,e sapeva benissimo che il suo arrivo non l'avrebbe scossa di una virgola. Si avvicinò a lei. Non prese posto al suo tavolo. Solo.. esordì: Hai da accendere?
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da Saana Leyla » 07/02/2012, 15:46
Saana era ancora lì, la sigaretta ormai finita che le girava tra le dita delicate e rosee. Il suo rum arrivò in fretta, e subito ne bevve un sorso, sentendolo scendere giù per le pareti della gola come fosse un tè bollente e ristoratore. Lo aveva preso doppio, in modo da farselo durare per un po' prima di doverne ordinare un'altro. Non era un'alcolista, ma ogni tanto le piaceva bere un po' di alcool in più, tanto più che aveva la particolare caratteristica di non ubriacarsi mai e di rimanere sempre lucida. La scocciatura che aveva visto nel tavolo in fondo alla sala si stava avvicinando con incedere felino, quasi dovesse far aprire le bocche di tutti i poveri disgraziati, anche se li ce n'erano pochi e troppo occupati a bere o a discutere sull'ultima partita della stagione di Quidditch, che la osservavano. Saana bevve un altro sorso di rum, giusto per placare la voglia di spaccarle quella faccia da finto d'angelo che si ritrovava. Esordì con un "Hai da accendere?" che la fece sorridere. E così la ragazzina tutta frivola e superficiale fumava. Molto più probabilmente per farsi grande.
Sì, solo se mi offri una sigaretta. Io le ho finite, e qui in giro non si trovano molti rivenditori.
In realtà il suo pacchetto era pieno. Ma se doveva sopportare la vista di quella gatta morta ancora per molto, tanto valeva sfruttarla fino in fondo. Con riluttanza le fece senno di sedersi di fronte a lei, bevendo un altro goccio di rum per quietare la mente e gli istinti omicidi. Estelle Moreau. Insegnante di Babbanologia e purtroppo sua collega. Ultimamente aveva visto atteggiamenti abbastanza chiari tra lei e quell'incompetente di McDullan. Dio, ma cosa passava nella testa di quell'idiota? Un'oca e un inetto, l'accoppiata perfetta.
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da Estelle » 07/02/2012, 16:44
Sì, solo se mi offri una sigaretta. Io le ho finite, e qui in giro non si trovano molti rivenditori.Era forse già tanto se le rivolgeva la parola. Sicuramente, era per l'effetto dell'alcool. Rum. Si, rum. La collega si dava al rum. Non che ci fosse qualcosa di male, certo. Anzi, in un certo senso l'ammirava. Lei, personalmente,non aveva mai sopportato l'alcool, sia per gusto, sia per ricordi molto personali e terrificanti che preferiva non riportare alla mente. Prese posto al tavolo assieme alla professoressa Ayed, seppur avesse notato che l'invito fattole era piuttosto controvoglia. Ma ignorò tutto, sia per evitare di creare inutili discussioni, sia per darle del filo da torcere, seppur non se ne credeva capace. Estrasse dalla tasca dei jeans il pacco di sigarette semi-vuoto, allungando un braccio in direzione della collega in modo che potesse servirsi da sola. Non mi stupisce vederti sola, Ayed.Aggiunse solo, accavallando una gamba sull'altra, gli occhi azzurri che seguivano il movimento delle gambe, per poi posarsi sul volto della collega, un sorrisetto compiaciuto sulle labbra, la mano destra che si allungava sul tavolo a raggiungere la sua tazza di thè che il cameriere aveva, intelligentemente, portato da lei.
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da Saana Leyla » 07/02/2012, 16:57
La modella da quattro soldi sedette di fronte a lei, con quell'aria di chi aveva appena ottenuto una vittoria. Il bicchiere di rum tra le mani oramai calde vibrava del suo disgusto, ma facendo un respiro profondo bevve un altro sorso e la guardò. Capelli biondi, occhi color cielo, aria di una che se la tirava pure troppo per l'aspetto che aveva. Certo, non era una brutta ragazza, anzi. Ma decisamente se fosse stata un uomo, con lo stesso carattere che si ritrovava, l'avrebbe rifiutata a priori una così. Non si stupì più di tanto della frase che le rivolse offrendole la sigaretta. Quella fuori aveva la faccia angelica e innocente, ma dentro era una vipera, ne era convinta. Lei invece aveva la faccia da stronza ed era ugualmente una vipera. Almeno era coerente con se stessa e con gli altri. Prese la sigaretta dal pacchetto e la accese, aspirando a lungo con lo sguardo perso nel vuoto. I fiammiferi erano sul tavolo, se li voleva che se li prendesse pure. Non mi stupisce vederti sola, Ayed.Saana spostò lo sguardo buttando un'occhiata veloce ai presenti. Senti da chi veniva la predica. Una che passa il suo pomeriggio sola al Paiolo Magico con una tazza di disgusto te alla vaniglia, a giudicare dall'odore, e una sigaretta di bassa marca. Riprese a guardarla con insistenza, sorseggiando il suo rum, giunto oramai a metà e prendendo un'altra boccata di fumo. Non mi sembra tu sia in condizioni migliori, Moreau. Non vedo nessuno a parte il tuo ego qui intorno.Saana continuò a fissarla con le sue scure iridi dorate, cercando di farle capire che quello di sicuro non era l'atteggiamento adatto per quella conversazione. Almeno non con lei.
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da Estelle » 07/02/2012, 17:18
Sapeva meglio di lei che non avrebbe dovuto cominciare in quel modo, ma ancora doveva capire in che modo prenderla, e magari instaurare una conversazione del tutto normale. E poi, se quello era il vero carattere di Saana, doveva, comunque, cominciare a prendere esempio da lei. Sembrava che la professoressa Ayed riuscisse ad ottenere il giusto rispetto, cose che capitava anche lei, certamente, ma un po' di "viperismo" non faceva male a nessuno. Non mi sembra tu sia in condizioni migliori, Moreau. Non vedo nessuno a parte il tuo ego qui intorno.Ahi, se la stava cavando decisamente meglio, ora. Ed era esattamente quello ciò che cercava. Se le loro conversazioni doveva essere solo delle liti.. bene, quello era il loro primo incontro ufficiale. La guardò. Sapeva che Saana era esattamente una di quelle persone superficiali che si attenevano solo all'aspetto fisico. Esatto, Saana la considerava un'oca. Inutile biasimarla: chiunque avrebbe dato la stessa opinione. Ma, fortunatamente, Estelle aveva dei valori, forse tanto solidi quanto quelli di Saana. Quindi, non c'era nulla che potesse dividerle. Anche Saana se la cavava. Insomma, era indubbiamente una bella ragazza, una diciottenne coi fiocchi. Magari, anche Estelle avrebbe potuto avere la stessa opinione, non conoscendola, certamente. Sorseggiò il suo thè, l'espressione tranquilla sul volto. Tzzzzzzzzzzzzzzzzz.. questa brucia, Ayed.Mormorò, rivolgendole uno sguardo, ancora con espressione tranquilla. Sapeva di perdere in partenza, ma non era nemmeno vincere il suo obbiettivo. Anzi, non sapeva nemmeno lei quale fosse il suo obbiettivo. Lo ammetto.. sei molto più in gamba di me. E non potrei mai competere con te.Ancora del tutto tranquilla, si lasciò andare a quel piccolo, e poco sentito, seppur reale, complimento. Lasciò la tazza sul tavolo, ancora piena per metà, e portò la sigaretta alle labbra. Afferrò i fiammiferi della collega e accese la sigaretta, aspirando intensamente, lasciando poi andare il fumo in aria.
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da Saana Leyla » 07/02/2012, 17:43
Sapeva di averla ferita nell'orgoglio,quella era una che appena sentiva una battuta su se stessa scoppiava a piangere. Aspirò un'altra boccata e buttò la cenere nel piccolo contenitore sospeso al centro del tavolo. Si chiese come le fosse venuto in mente di entrare in quel buco maledetto. Menomale che aveva il suo rum, si disse. La squadrò e rise di gusto sentendo la risposta della giovane.
Tzzzzzzzzzzzzzzzzz.. questa brucia, Ayed.
Cos'è, pensava di prenderla per il culo con quella faccia da brava ragazza ricca sfondata? Le sue parole, nonostante lei affermasse il contrario, non l'avevano neppure scalfita. Oca orgogliosa e isterica, cosa poteva esserci di peggio? In aggiunta a quella frase la rampolla aggiunse anche qualcos'altro, mantenendo lo stesso sguardo vacuo e tranquillo, come se stesse conversando con una vecchia amica.
Lo ammetto.. sei molto più in gamba di me. E non potrei mai competere con te.
Lo sai allora. Sai che sono una vipera velenosa e che mordo, eh ragazzina? Pensò fra sé Saana finendo in un colpo solo di bere il suo rum invecchiato, ma neanche tanto. La sigaretta oramai era finita, le sue labbra bruciavano a contatto con il filtro color grano. La spense premendo più forte che poteva nel contenitore lucido e sporco di cenere, per poi ritornare ad osservarla.
Ovvio, Moreau. Con il cervello da gallina che ti ritrovi non mi aspettavo di certo che potessi sputare veleno.
Commentò Saana amaramente, incrociando le mani sul tavolo e chiudendo per qualche istante gli occhi.
Se sapevi che non potevi competere con me, come hai appena ammesso, perché sei venuta qui? E non venirmi a dire che volevi solo accendere, non ti credo.
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Saana Leyla
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2012-10-05 00:11:11 |
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2012-10-05 00:10:38 |
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