È carina quella moretta. E ha proprio una gran faccia da z*****a. Perché non ci provi? Magari ti dice di sì!
Pensi che il mio metro di giudizio per una possibile partner sia la sua propensione alla tr******ne?
Non ci sarebbe nulla di male...
D'accordo che con te c'è feeling, ma potresti essere solo un'eccezione che conferma la regola!
Non credo proprio. Ti piacciono le t****e, altrimenti non ti saresti messo con una tale z*****a come la tua ex...
Non rispose nulla il Belmont ed era anche giusto che fosse così: non poteva certo negare che la Bishop non fosse fatta in quel modo, perché per come si era comportata aveva dato prova di possedere una vena da p*****a non certo trascurabile. Al catalano piacevano le ragazze -o donne- che sapevano essere spigliate e disinibite nel sesso e la cameriera moretta che gironzolava intorno al loro tavolo dava l'idea di esserlo parecchio.
... A parte questo, è piuttosto giovincella ed io ormai ho trent'anni suonati. Non sto dicendo che con una più giovane non ci starei, ma lei anche esteticamente mi sa troppo di piccola. Al massimo ci penserei per una botta e via...
Allora invece che pensarci e basta, agisci di conseguenza. D'accordo che puoi sempre contare su di me, ma ogni tanto cambiare ti fa bene...
Come se gli stesse dicendo di cambiare gusto di gelato, di tanto in tanto. Kelly era fatta in quel modo, era piuttosto pratica e rozza nelle relazioni di coppia o in generale nei rapporti umani. Non le andava giù che Clovis si lasciasse fermare dalla prima st****a che gli era capitata, doveva cercare di liberarsi dal suo fantasma e guardare nuovi orizzonti, anche se poi lo avesse fatto senza costruirci nulla di serio sopra. Per lei il Belmont doveva svagarsi e divertirsi quanto più possibile, anche perché per il lavoro da lui svolto non era facile di suo riuscire ad uscire e trovare un'altra compagna. Non che lo volesse spingere per forza in quello, ma da buona amica era convinta che dovesse darsi una bella smossa e se quella smossa non se la dava da solo, allora ci avrebbe pensato lei. Tutto, pur di non pensare ai propri problemi di coppia con Evan, problemi che portavano la Everett a riflettere se fosse il caso o meno di lasciarlo. Di concreto non c'era nulla di male che egli avesse fatto- non l'aveva tradita, per dirne una- ma il suo continuo volerla evitare era una sottile tortura psicologica per la londinese, non abituata a certi giochetti. Per lei se le cose non andavano dovevano essere palesate platealmente, come fece la bionda stessa quando perse la pazienza, sbandierando per tutto il pub i suoi problemi con Evan. Non le importava della propria reputazione, non le importava nemmeno che gli altri ascoltassero. Il che era un bene per il Milkovich, il quale poteva senza problemi sentire che la ragazza che gli interessava era arrivata ormai agli sgoccioli con il Chambers e non doveva fare altro se non aspettare per poi cogliere l'attimo.
Non sarò quella di prima, ma sono ugualmente bella e vaffanculo non me lo merito un trattamento simile! Non me lo merito... Non me lo merito affatto...
È vero, non te lo meriti, va bene? Però adesso fai un bel respiro e torna nei ranghi, come diciamo noi militari. Potrà non fregartene nulla di far sapere a tutto il tuo circondario che hai problemi di coppia, ma non vedo perché dover dare spettacolo gratuito. Senza considerare che purtroppo per te ora hai una sorta di reputazione da difendere, visto per chi lavori. Manda giù un sorso.
Avrebbe voluto rispondergli che non gliene fregava un c***o della reputazione, ma si trattenne, sbuffando infastidita per poi prendere il bicchiere e mandare giù tutto quanto in un sorso. Doveva molto al Principe di Andorra e non era così stupida da credere che le sue azioni non avessero alcuna influenza su di lui. Già solo per il discorso del matrimonio con la sorella aveva dovuto affrontare molti problemi -il giornale scandalistico Il Veritaserum li aveva etichettati come i "Reali della Promiscuità"- non voleva che per causa sua si andasse ad avallare ciò che già si diceva in giro su di loro. La vita faceva schifo, essere persone importanti faceva schifo e l'amore faceva ancora più schifo. Kelly odiava quella situazione ma non poteva fare altro che rassegnarsi all'evidenza dei fatti: non poteva andare avanti in quel modo, o lei ed Evan cercavano di risolvere i loro problemi oppure lasciavano che essi ammazzassero la loro relazione.
Ci sono cose ben peggiori da accettare in una relazione e credimi se ti dico che in questo lui è piuttosto in difetto. ... Mia madre non sarà l'esempio migliore del mondo, ma ha accettato di farsi massacrare di botte da mio padre perché lo ama. Ed Evan non riesce ad accettare che fisicamente io abbia un altro aspetto? ... A questo punto mi sembra di aver solo sprecato i miei anni con una persona del genere.
Ognuno ha i propri limiti e volenti o nolenti, se noi quei limiti non li abbiamo, non possiamo pretendere dall'altro che sia una nostra replica. Se vogliamo fare l'esempio di tua madre ci sto: tu per amore accetteresti un uomo che ti metta le mani addosso?
Certo che no!
Al primo schiaffo siamo certi entrambi che te lo mangeresti vivo e chiuderesti il rapporto in meno di un attimo, con l'amore sfumato da un secondo all'altro. Quindi come vedi, tua madre per amore lo farebbe, tu no... E non c'è nulla al mondo, nessuna persona amata al mondo, che possa farti variare questa idea. Evan sbaglierà ad avere questo come suo punto di non ritorno, ma se fosse davvero quella la motivazione, non sta a te decidere se possa essere valida o meno. Può non starti bene, può non andarti a genio e far valere le tue ragioni mandandolo a quel paese, ma nient'altro. ... Prima accetterai questa cosa e prima riuscirai a ragionare lucidamente su cosa fare con lui.
Non riusciva ad accettare completamente il discorso di Clovis, perché per lei significava fornire una giustificazione ad Evan, cosa che non voleva fare. Per lei il Chambers era colpevole al 100%, senza alcuna possibilità di scagionarlo. Ma con l'andare dei secondi, anche la stessa londinese dovette ammettere che il discorso del Belmont era sensato, seppur poco piacevole. Questo non toglieva però che ella si sentisse ferita dall'atteggiamento del fidanzato, un fidanzato che non diceva apertamente ciò che pensava, ma glielo faceva capire in maniera subdola ed anche un po' s*****a.
La cosa che non riesco proprio a sopportare di tutta questa storia è che lui non ha le p***e di dirmelo in faccia... Dimmelo che non ti piaccio più perché sono cambiata, invece che fuggire via! Sarebbe almeno tutto più accettabile di questo assurdo silen...
Vennero interrotti dal rumore fragoroso di una bottiglia caduta per terra. Kelly alzò lo sguardo sul bancone, vedendo che Ben si abbassava in fretta e furia a raccogliere qualcosa da terra. Fece il collegamento che doveva essergli caduta una bottiglia e lo archiviò, non pensando minimamente che la mano del Belmont sulla propria potesse aver causato tanto fastidio al Milkovich. O che il fatto di essere stati a letto insieme lo avesse sconvolto a tal punto. Terminò la sua frase, rimanendo poi zitta per qualche secondo. Cos'altro poteva dirle Clovis? Forse che lo stesso Evan poteva sentirsi in difficoltà, non sapendo bene come affrontare una cosa simile. Anche in quel caso Kelly avrebbe dovuto alla fine dargli ragione, mantenendo però quella buona parte di autostima per dire a sé stessa che il suo discorso rimaneva ugualmente valido. Aveva cercato di svagarsi, finendo a fare sesso con il detective che si occupava del caso di Alvares, ma a parte qualche altro incontro sporadico, la bionda non vedeva alcun futuro con lui. La chimica sessuale c'era ma mancava quel qualcosa in più che la spingeva a dire "sì, con lui ci voglio proprio stare".
Forse è il caso che mi concentri prima su Evan e su quello che dovrei fare con lui. Non credo di volere già una nuova relazione, nel caso in cui mi mollassi...
Dipenderà tutto da come ti sentirai una volta finita. Potresti scoprire di essere bisognosa di una relazione nella tua vita. A quel punto lascerai passare poco tempo. Oppure potresti ritrovarti a non volere più nessuno perché stai bene libera come il vento. Comunque hai ragione, concentrati prima su cosa fare con Evan, tanto sfuggire al problema non lo risolverà.
Emanuelle, la cameriera della Shamrock, stava svolgendo egregiamente il suo compito di spia. Né Clovis né Kelly sospettarono che ella stesse ascoltando intenzionalmente la loro conversazione per poi riferire tutto quanto a Benedykt. Tuttavia il suo gironzolare unicamente nella loro zona risultò ugualmente sospetto per la Everett, che pensò automaticamente di ritrovarsi di fronte ad una cameriera svogliata e avida di mance super consistenti. Lei era vestita bene, a Clovis non mancava un portafoglio bello gonfio di soldi, per cui perché non pensare di servire e riverire quei due per ottenere una mancia sostanziosa? I sospetti di Kelly divennero presto parola, quando condivise quella sua opinione anche con il catalano.
Ma lo sai che ho l'impressione che quella cameriera ci stia troppo intorno? Secondo me lo fa perché pensa di ottenere più mancia... Devo proprio parlare con Ben di questa storia. Una cameriera come quella è capace di fargli perdere un sacco di clienti con un atteggiamento simile.
Però è stata brava, almeno per quel che mi riguarda, quindi gliela lascerò davvero una buona mancia. Tanto sei in rapporti stretti con questo Ben, no? Io devo proprio scappare, però puoi restare qualche altro minuto e farglielo presente, come orario è sereno, non è chissà quanto indaffarato.
Sì, penso proprio che seguirò il tuo consiglio. Tanto volevo salutarlo già da prima.
Si alzarono entrambi in piedi, lei rimettendosi il cappotto per poi lasciarsi avvicinare da Clovis e scambiarsi con lui dei baci affettuosi sulle guance.
Sempre a disposizione e non parlo solo di quello, intesi?
Sì, sì, lo so... Ma anche quello non è male!
Rispose con una risata, mettendo sul tavolo l'intero importo da pagare e spingendo indietro la mano del Belmont che voleva aggiungere la sua parte.
Lascia stare, oggi offro io, tu vuoi dare una mancia sostanziosa a quella pessima cameriera, è il minimo che possa fare... Al massimo, la prossima volta offri tu.
Ed era accettabile per lei, perché erano pari, perché lui non la stava trattando come una pezzente, ma come un'amica. Era pronta ad andare a parlare con Ben, quando Clovis la trattenne per un'altra questione, più intima e privata.
... Uhm, te lo posso chiedere un favore?
Tutto quello che vuoi!
Tempo fa, durante una cena al Castello in grande stile, ho intravisto la sorellastra dei Reali, tale Sylviequalcheccosa.
Ah sì, quella con l'atteggiamento da z*****a.
Ha un aspetto intrigante, davvero niente male e su di lei il mio pensierino ce lo farei.
Stai scherzando spero. Si vede lontano un miglio che quella là è capace solo di spolparli vivi gli uomini, per poi sputarne gli ossi. Vuoi davvero fare la stessa fine degli altri?
Potresti indagare col tuo capo?
In quanto tua amica, dovrei dirti di no per il tuo bene ma se ci tieni così tanto...
Annuì, fintamente rassegnata. Non apprezzava in maniera particolare quella Sylvie qualcchecosa e non solo perché aveva l'aria di essere una persona piuttosto stronza con il prossimo. Era anche la Direttrice del Veritaserum, dunque erano sue le parole di disprezzo che aveva rivolto nei confronti dei Reali di Andorra quando si erano sposati. Non voleva che Clovis si andasse ad impelagare con una persona simile, ma era anche curiosa di vedere che cosa potesse uscirne fuori qualora il Principe le avesse dato buone notizie su di lei. Accettò quindi di aiutarlo, poi lo salutò un'ultima volta e mentre il Belmont usciva fuori dal pub -facendo contenta la Lamarck della mancia che le era stata lasciata- la Everett si avvicinò al bancone dove stava Ben, con la sua migliore espressione da finto tonto. Per sua fortuna, Kelly non sospettava nulla ed il suo avvicinarsi era del tutto innocente e privo di secondi fini loschi.
Ciao Ben! Scusa se non ti ho salutato prima, ma ti vedevo piuttosto impegnato con quelle bottiglie. E a ragione, ho visto che te n'è sfuggita una.
Si comportava in maniera tranquilla con lui, non sospettando affatto il suo malefico piano di farla spiare da una delle sue cameriere migliori.
Come vanno gli affari? Mio fratello si comporta sempre bene?
Poteva capitare che Cameron passasse allo Shamrock con gli amici e allora era compito del proprietario del locale assicurarsi che il piccolo Everett non combinasse cazzate. Ascoltò ciò che aveva da dire Ben, archiviando in fretta la questione convenevoli per passare a discorsi un po' più seri.
Senti, ti dispiace dedicarmi qualche minuto? Vorrei parlarti di una cosa piuttosto importante e preferirei farlo in privato...
Potevano andare nel suo ufficio. Oppure fuori, sul retro. L'importante era che fossero lontani da orecchie indiscrete. Non c'erano troppi clienti e Kelly assicurò il Milkovich che avrebbero fatto in fretta per non fargli perdere tempo. Una volta appartati -qualunque fosse il luogo- la bionda fissò seria in volto Benedykt, incrociando le braccia al petto.
Volevo parlarti della tua cameriera, quella mora, Emanuelle... Per tutto il tempo che io e il mio amico siamo stati qui, non ha fatto altro che girare intorno al nostro tavolo e temo anche di sapere il perché... Probabilmente lo ha fatto perché ci ha etichettati come clienti piuttosto ricchi e allora ha preferito servire noi per ottenere una grossa mancia, a discapito però di tutti gli altri clienti. Fossi in te mi farei dare qualche spiegazione e la licenzierei: non è così che deve comportarsi, sta lavorando e il lavoro non è un gioco. Ho sentito il dovere di dirtelo perché penso che un atteggiamento simile da parte sua non possa fare altro che danneggiarti...
Fratellino! Al tavolo quattro vogliono due cocktail "Due cuori, una caraffa"!
Mhmh...
... Ehm, sì però lo vorrebbero tipo... Ora...
Paige non lo vedi che sto facendo altro?!
Stai fissando un tavolo...
... Eh? No, macché! Osservo attentamente se la clientela è del tutto soddisfatta del servizio!
Allora mi sa che presto la clientela del tavolo quattro ti deluderà non poco...
Mh? Perché?
Perché vogliono questi due benedetti cocktail!
Ehi... Ok ok, va bene, afferrato, adesso me ne occupo... E poi non alzare la voce, sono io il capo qui!
Il mio Guru Tibetano diceva sempre "Le Gerarchie sono solo per coloro che non sanno gestire se stessi".
... E questo cosa vorrebbe dire?
In realtà me lo sono sempre chiesto anche io, però faceva scena dirtelo adesso!
Tieni, prendi questa benedetta caraffa e fila, devo restare concentrato.
A capire se Kelly abbia o meno un intrallazzo con quel bestione laggiù?
Sì... ... Eh? Cioè, no! Ma che cosa vai dicendo!?
Uno del genere deve avere una attrezzatura del piacere oltre l'immaginabile...
Pf, quelli così gonfi sono tutto fumo e niente arrosto...
Bisogna chiedere a Kelly se ci abbia mai fatto una Grigliata allora!
N-non è necessario!
E il tutto fumo e niente...
Sono affari loro... E p-poi pensa che brutto se si venisse a sapere che è vero?! Ne va comunque della dignità e virilità di quel ragazzo! Un po' di rispetto, e su...
... Bah!
E finalmente Paige si decise a lasciarlo in solitudine e contemplazione di quel tavolo lontano. La conversazione tra Kelly e Clovis stava andando avanti da un bel po' ed Emanuelle stava svolgendo un ottimo ruolo di spia. Restava sempre nei paraggi, era la prima a servire e riportava per filo e per segno ogni frase importante o scabrosa. Peccato che molte di quelle frasi non fossero di facile digestione, mentre altre, per fortuna, risultavano più incoraggianti.
Bene bene bene... I problemi con Evan ci sono... Perfetto... E sembra anche parecchio arrabbiata!
C'era da sfregarsi alla malefico signore del terrore e della tattica, ma se lo evitò, giusto per non dare ancora più nell'occhio. Si era già fatto sfuggire una bottiglia, cosa inaudita per un esperto come lui, quindi meglio tenere un profilo basso e discreto. Come agire, però, nei confronti della bionda? Provarci da subito? Aspettare un poco per correttezza e rispetto? E se lei fosse stata una in vena di apprezzare il coraggio e l'intraprendenza senza attese? E se qualcun altro si fosse presentato al posto suo anticipandolo? E se, alla fine della fiera, fosse stato rifiutato pesantemente come accaduto con Kaylee? Poteva anche far finta di nulla, il caro Ben, ma quel ricordo era ancora piuttosto vivido.
In effetti non ho garanzie che pure lei sia una di quelle da fidanzato di un certo livello... ... Però andiamo, è sempre Kelly Everett, non può essere cambiata tanto solo per una posizione di lavoro più influente. Andrei a sminuire la sua interiorità ed è sbagliato... Uff, non so davvero cosa devo fare...
Gran bel dilemma, un dilemma che andava per altro risolto al più presto, per via del fatto che Kelly...
... Fervida immaginazione di Ben...
... Era Kelly. Ok, non era detto che potesse essere proprio proprio così, ma di certo ci andava tanto vicino. Ergo, chiunque con un po' di sale in zucca e una buona percentuale di eterosessualità ci si sarebbe fiondato a pesce. E la sua percentuale di eterosessualità era ben oltre il 400% praticamente fin dai primi mesi di vita.
Si stanno salutando, dovrei agire o non dovrei? Andiamo, devo muovermi, altrimenti la rivedrò di nuovo chissà quando! Per la miseria quanto è alto quel tipo... ... E quanto è pompato...
Le prime avvisaglie di qualche confronto automatico si videro ben presto, non appena Clovis si mise in piedi, sovrastando la piuttosto alta Everett. Dopo il cambiamento estetico, la bionda era aumentata di qualche centimetro, raggiungendo quasi pericolosamente la stessa altezza già non troppo eccelsa del Milkovich. Tra l'altro anche lo stesso Evan, forse attuale fidanzato della Giurista, era piuttosto alto, in altre parole sul piano delle misure da terra, il mezzo polacco era quello messo peggio. Riflettere su quel dettaglio lo spinse a desistere alla fine, dandosi l'illusione che fosse meglio aspettare per il suo bene.
Ma sì, è giusto che io le dia i suoi spazi... Potrei risultare opprimente. Chi è che vuole un maschio super sexy a rompere le palle già dopo pochi istanti da single? Maturità e serietà, Benedykt, maturità e serietà! Tra qualche tempo potrai tranquillamente sfoderare la tua parlantina sciolta e il tuo atteggiamento sicurohmmiodio si sta avvicinando!
Ciao Ben!
E-ehilà!
Scusa se non ti ho salutato prima, ma ti vedevo piuttosto impegnato con quelle bottiglie. E a ragione, ho visto che te n'è sfuggita una.
Sì ma... Beh... Cioè, a volte le passano sotto l'acqua per togliere l'alcol fuoriuscito che le renderebbe appiccicose! Quindi diventano più scivolose e quando le afferro non me ne accorgo, così finiscono per fare un bel volo! ... Ma dove ho la testa certe volte, eheheh! Eh va beh...
Un sospiro un po' finto a dire la verità, per non parlare del sorriso.
Come vanno gli affari? Mio fratello si comporta sempre bene?
Una spada! La sera è sempre un tripudio di Galeoni, per mia fortuna! Quando lo vedo mi sembra sempre in compagnia di bravi ragazzi. I soliti piccoli eccessi dei giovani, ma niente di che! Tu invece? Continui a far crescere il terrore tra le aule del Ministero?
Stava riuscendo ad acquisire maggiore serenità, normalità, insomma, a risultare credibile. In realtà gli affari andavano bene o male come sempre. Non che fosse una cosa brutta, perché erano ottimi ingressi, ma non certo da navigare nell'oro. Piccoli traumi da ex femmina con cui aveva tentato l'approccio che gli aveva fatto comprendere quanto desiderasse accanto un uomo con solide sicurezze economiche e professionali.
Senti, ti dispiace dedicarmi qualche minuto? Vorrei parlarti di una cosa piuttosto importante e preferirei farlo in privato...
... Maaaa... Certo... ... Nel mio... Ufficio...
Posò con moltissima delicatezza il bicchiere che stava lucidando. Quella richiesta a bruciapelo innescò un processo di fantasie di ogni tipo con una velocità impressionante. Nei suoi sogni, lei gli chiedeva di vedersi, di prenderla seduta stante sulla scrivania, di ricordarle cosa volesse dire essere amata. In linea di massima non credeva fermamente in nessuna di esse, ma un mix di tutte in piccole percentuali non sarebbe stato malaccio, anzi.
Ti vuoi sedere?
Che ella preferisse mettersi comoda o rimanere in piedi, non faceva chissà quale differenza. Ben aspettava che ella fiatasse con la stessa aspettativa di un bambino il giorno di Natale dopo una letterina di quattordici pagine. Ma starsene lì con quell'aria un po' ebete non lo avrebbe reso più appetibile, spingendo così la bionda a mettersi completamente in gioco. Fu per quello che il Milkovich decise di sfoderare il suo sguardo marpione migliore in assoluto, con la vana speranza che potesse fare qualche effetto sulla ragazza.
Ok Kelly, sentiamo, dimmi tutto, qui non ci disturberà nessuno...
Volevo parlarti della tua cameriera, quella mora, Emanuelle...
... Eh?
Per tutto il tempo che io e il mio amico siamo stati qui, non ha fatto altro che girare intorno al nostro tavolo e temo anche di sapere il perché...
Come poteva il sangue gelare tutto in un attimo, dalla prima all'ultima goccia?
... A-a-ah s-sì?
Probabilmente lo ha fatto perché ci ha etichettati come clienti piuttosto ricchi e allora ha preferito servire noi per ottenere una grossa mancia, a discapito però di tutti gli altri clienti.
Quella calotta polare che si ritrovò al posto del sistema circolatorio si sciolse un pochino non appena la Everette andò avanti. Ma nonostante la fortuna che ella non fosse realmente riuscita a capire il perché delle azioni della cameriera, la depressione per Ben fu quanto mai inevitabile. Purtroppo però non aveva troppo tempo per deprimersi, perché doveva uscire da quella storia e in fretta. Ci mancava solo che ci andasse a rimettere proprio Emanuelle da quella faccenda.
E va a finire che poi devo mollarle pure altro extra!
Fossi in te mi farei dare qualche spiegazione e la licenzierei: non è così che deve comportarsi, sta lavorando e il lavoro non è un gioco.
Ci va giù pesante, già, è sempre lei, la solita Kelly...
Ho sentito il dovere di dirtelo perché penso che un atteggiamento simile da parte sua non possa fare altro che danneggiarti...
... Ti preoccupi per me...
Lo disse ad alta voce. Voleva pensarlo, ma invece lo disse. Batté le palpebre. Ingoiò un bolo di saliva grosso come un bicchiere d'acqua.
Ahahah, ma che vado a dire! Cioè, sì, certo che ti preoccupi, perché non dovresti, col rapporto che sussiste tra noi! Io penso a te, tu pensi a me... ... È proprio l'amore che ti fa parlare, non è vero baby?
La buttò sul demenziale scherzoso, come gli riusciva meglio, per farla breve. Un occhiolino fintamente sexy e un tono più basso, caldo, da doppiatore di film pornografici di pessima qualità. Alla fine l'intento era solo quello di strapparle un sorriso e nel contempo ragionare su una contromossa riguardo la faccenda di Ema. Ma cosa inventarsi di plausibile al fine di giustificare un ronzare così continuo attorno a loro due?
Comunque sia ti ringrazio per la premura, solo che... Vedi... Dunque... Emanuelle... Non sta passando un bellissimo momento! Eh sì, voglio dire, tu puoi capirla perché vieni da una famiglia sostanzialmente povera e lei ora come ora ha difficoltà economiche non da poco. Non vuole parlarne con la migliore amica perché sa che poi lo direbbe al fratello e, lo sappiamo, Axell sarebbe pronto a regalarle mezzo conto in banca! ... Quindi credo che, immaginandovi così facoltosi, abbia ceduto un minimo alla tentazione di un guadagno facile, ma è la prima volta che capita! Basterà che ci faccia solo un piccolo discorso e sono sicurissimo che capirà, lascia fare a me, alla fine sono o non sono il capo?! Lei è un elemento valido e piace a tutti, non la posso licenziare per uno scivolone... ... Quelli capitano a tutti.
Grande, si era mostrato anche magnanimo, comprensivo e intelligente, nonché un leader comprensivo e pronto a non sottovalutare i problemi dei dipendenti. Purtroppo aveva parlato un po' troppo velocemente, alternando pause qua e là innaturali, frutto di una riflessione improvvisata attimo dopo attimo. La Everett era cresciuta e col proprio lavoro aveva affinato anche la propria capacità di sgamare le bugie, specie con un fratello come il più piccolo. Sarebbe riuscito, il padrone dello Shamrock, a farla franca?
La chiacchierata con Clovis era servita come sfogo per la pessima situazione nella quale si trovava la Everett, ma non aveva risolto tutti i suoi conflitti interiori. La rabbia nei confronti di Evan proseguiva ad accumulare energia negativa che presto o tardi avrebbe fatto esplodere Kelly peggio di come fosse esplosa all'interno del locale. Era una situazione che non la faceva stare bene né vivere bene e di questo poteva rendersene conto anche il suo datore di lavoro. Kelly cercava di compensare i problemi di cuore con un lavoro maniacale e quasi ai limiti della perfezione, ma questo non giovava certo al suo stato di salute. Troppe volte aveva preferito rimanere in ufficio fino a tarda sera piuttosto che rientrare in una casa dove sapeva l'avrebbero assalita i pensieri. Era diventata persino assidua cliente di un negozio erboristico in fondo a Diagon Alley, dove acquistava regolarmente una tisana che le permetteva di dormire rilassata e senza brutti pensieri di mezzo. Stare con il Belmont era un palliativo non da poco, ma quel loro break insieme aveva portato alla luce un comportamento che la londinese giudicava molto scorretto da parte di una dipendente: la mora amica di Stella Cartwright non aveva fatto altro che stare appresso a loro, trascurando tutti gli altri clienti del pub. In quanto amica di Benedykt, Kelly si sentiva in dovere di farglielo presente, così che il proprietario dello Shamrock potesse prendere da solo i propri dovuto provvedimenti.
Ciao Ben!
E-ehilà!
Scusa se non ti ho salutato prima, ma ti vedevo piuttosto impegnato con quelle bottiglie. E a ragione, ho visto che te n'è sfuggita una.
Sì ma... Beh... Cioè, a volte le passano sotto l'acqua per togliere l'alcol fuoriuscito che le renderebbe appiccicose! Quindi diventano più scivolose e quando le afferro non me ne accorgo, così finiscono per fare un bel volo! ... Ma dove ho la testa certe volte, eheheh! Eh va beh...
Ti capisco, in questo periodo non me la passo proprio divinamente e mi capita di non avere la testa sul lavoro... È un periodo, sono sicura che passerà...
Ovvero quando si fosse decisa a lasciare del tutto Evan.
Come vanno gli affari?
Una spada! La sera è sempre un tripudio di Galeoni, per mia fortuna!
Sono molto contenta per te! Mio fratello si comporta sempre bene?
Quando lo vedo mi sembra sempre in compagnia di bravi ragazzi. I soliti piccoli eccessi dei giovani, ma niente di che! Tu invece? Continui a far crescere il terrore tra le aule del Ministero?
Se così si può dire. Mi sono fatta una certa nomea ormai, ma devo tutto anche al Principe. Avere lui dietro le spalle è un bel trampolino di lancio.
Non si sentiva in difetto la londinese, perché sapeva di aver fatto di tutto per mantenere alto quel nome. Aveva studiato e lavorato sodo affinché nessuno potesse dire che Joël avesse fatto beneficenza con lei, dandole un posto di rilievo unicamente perché povera. Le malelingue giravano ugualmente, ma Kelly non le sentiva e se le sentiva sapeva come rispondere a determinate provocazioni. Sapeva che presto o tardi si sarebbe misurata con tutti i MagiAvvocati all'interno del Ministero e quando fosse accaduto, lì avrebbe taciuto la loro boccaccia di m***a per sempre.
Senti, ti dispiace dedicarmi qualche minuto? Vorrei parlarti di una cosa piuttosto importante e preferirei farlo in privato...
Trattandosi di una questione delicata non le sembrava il caso di discuterne davanti a tutto il locale, per questo Kelly chiese quell'incontro privato in totale innocenza. Ma la mente del Milkovich sapeva viaggiare molto di fantasia e già credeva che la Everett dovesse ricollegarsi al discorso affrontato con Clovis poco prima, magari confessando di provare qualcosa per lui.
Carino il tuo ufficio...
Ti vuoi sedere?
No grazie, preferisco rimanere in piedi.
Si avvicinò alla scrivania, la toccò con mano, ammirò un po' l'arredamento. Insomma, quel Milkovich aveva fatto davvero un ottimo lavoro per cui perché non lodarlo un poco? In verità Kelly non aveva moltissimo tempo da dedicargli, ma volle ugualmente attardarsi quel tanto che bastava per raccontargli i suoi sospetti su Emanuelle.
Ok Kelly, sentiamo, dimmi tutto, qui non ci disturberà nessuno...
Sguardo serio, maturo e posato. Le piaceva che quando ci fosse qualcosa di importante di cui discutere Ben non si comportasse da totale c******e. Lo era, perché lo era -e questo, sotto sotto, era una qualità di lui che apprezzava- ma aveva preso in gestione un locale e lo stava mandando avanti, buttandosi a capofitto in un'impresa non da poco. Lo stimava per questo, la Everett, perché lui come lei era cresciuto in mezzo ai bassifondi, in un quartiere dove era più facile diventare un criminale che una persona onesta. Tutti giudizi che la bionda tenne per sé, affrontando subito e diretta il discorso sulla Lamarck. Gli spiegò tutta quanta la situazione, parlando dei suoi sospetti nei confronti della moretta e facendo presente quello che avrebbe fatto lei se fosse stata al suo posto. Una persona simile, nell'ottica della londinese, non meritava quel lavoro, in quanto aveva preferito pensare egoisticamente a sé stessa piuttosto che al danno arrecato a Ben. Se lui andava in perdita, lo stipendio lo perdevano tutte, non soltanto lei. Come poteva certe gente non rendersi conto delle conseguenze delle proprie azioni? Questa era una domanda che avrebbe dovuto tanto porre alla sua migliore amica.
Ho sentito il dovere di dirtelo perché penso che un atteggiamento simile da parte sua non possa fare altro che danneggiarti...
... Ti preoccupi per me...
... Eh... Quindi?
Lo fissò un po' stranita. Sì, si preoccupava per lui, ma cosa c'era di tanto anormale in questo? Lo sguardo scettico della Everett fece per fortuna rinsavire Benedykt che cercò di rimediare immediatamente al proprio errore, iniziando a parlare a ruota e a macchinetta.
Ahahah, ma che vado a dire! Cioè, sì, certo che ti preoccupi, perché non dovresti, col rapporto che sussiste tra noi! Io penso a te, tu pensi a me... ... È proprio l'amore che ti fa parlare, non è vero baby?
Sono fot********e innamorata di te, Ben.
Rispose sarcastica, sbuffando apparentemente infastidita. Se fosse stata un'altra situazione, un altro momento, un altro mood, probabilmente Kelly sarebbe stata al gioco, divertendosi a sedurre un po' il Milkovich giusto quel tanto che bastava per metterlo un po' in difficoltà. Ma in quel frangente aveva poca voglia di scherzare e Ben se ne rese conto, dovendo a tutti i costi -peraltro- fornire una spiegazione valida così da scagionare completamente Emanuelle da ogni accusa.
Comunque sia ti ringrazio per la premura, solo che... Vedi... Dunque... Emanuelle... Non sta passando un bellissimo momento! Eh sì, voglio dire, tu puoi capirla perché vieni da una famiglia sostanzialmente povera e lei ora come ora ha difficoltà economiche non da poco.
Ma scusa...
Non vuole parlarne con la migliore amica perché sa che poi lo direbbe al fratello e, lo sappiamo, Axell sarebbe pronto a regalarle mezzo conto in banca! ... Quindi credo che, immaginandovi così facoltosi, abbia ceduto un minimo alla tentazione di un guadagno facile, ma è la prima volta che capita! Basterà che ci faccia solo un piccolo discorso e sono sicurissimo che capirà, lascia fare a me, alla fine sono o non sono il capo?! Lei è un elemento valido e piace a tutti, non la posso licenziare per uno scivolone... ... Quelli capitano a tutti.
Ben fissava Kelly. Kelly fissava Ben. Aveva una sensazione strana riguardo quella storia, ma una sensazione che non riusciva a cogliere o a farla insospettire del tutto. Diciamo che lei, se fosse stata nel Milkovich, non avrebbe permesso un simile atteggiamento a prescindere, ma forse di fronte ad una persona in difficoltà alla fine avrebbe ceduto un minimo. Benedykt in questo si stava dimostrando molto più capace di lei. Sapeva gestire il personale ed anche trovare una soluzione a comportamenti scorretti da parte di questi. Non sapeva che la migliore amica di Stella fosse in difficoltà economiche, ma considerando il caratterino orgoglioso che dimostrava già solo al primo sguardo, poteva essere quel tipo di persona che non chiedeva aiuto a nessuno di fronte alle difficoltà.
Va bene, alla fine il pub è il tuo e te lo gestisci come ti pare.
Era salvo. Ben era salvo e Kelly pronta ad andare via, considerando che la questione si era risolta piuttosto in fretta.
Mi auguro che tu le parli in fretta, perché questo atteggiamento la mette parecchio in cattiva luce e se mi dici che è una brava cameriera mi dispiacerebbe per lei se perdesse credito per uno stronzata del genere. Allora se sai già come agire, ti lascio. Devo tornare assolutamente in ufficio. Stammi bene Ben, ci vedremo sicuramente presto.
La faceva molto facile lei. Avevano terminato di chiacchierare e adesso poteva tornare tranquillamente al proprio lavoro. Negli ultimi tempi era facile che frequentasse di più lo Shamrock, perché in fondo la compagnia allegra e frizzante del Milkovich la metteva sempre un po' di buonumore. Difatti, salutò con un sorriso il ragazzo e, se lui non la avesse fermata, la londinese se ne sarebbe semplicemente andata, ignara di tutto il diabolico piano architettato dal mezzo olandese.
Continui ad essere troppo sfuggente! Mi vuoi spiegare una buona volta cosa è successo ieri?
Fammi capire: ti fai rivedere dopo una vita e ti vai a preoccupare di cosa mi è successo ieri sera?!
Considerando che sei andato via con quella bella ragazza e poi stamattina sembravi pietrificato dal terrore, sì!
... Avvicinami il prosciutto cotto.
No!
Perché?
Te lo avvicino solo se parli!
Io devo parlare ma tu mica mi vuoi dire niente della giapponese tettona che hai lasciato a Okinawa, eh?!
Quella giapponese ha un nome!
Muka?
Per la sesta volta, ho detto Ruka!
Wow, la sesta, come la sua misura!
Non riuscirai a dirottare il discorso su di me e poi non l'ho lasciata, non siamo mai stati insieme, figurati...
Come ti sbagli, mai una volta che andassi a segno amico mio.
Abbiamo passato delle bellissime ore insieme, la trovo adorabile, ma ha una vita opposta alla mia...
Se è per questo pure la locazione geografica...
... Già...
Sai, mi chiamava Eagle-chan.
"Chan"?
Sì, è come se fosse un "Piccolo Eagle", è un suffisso di apprezzamento tenero o qualcosa del genere!
Immergere il viso in mezzo a quelle due angurie ogni notte... Cosa ti sei perso Eagle-chan!
Piantala per cortesia, non è sicuramente quella la prima cosa che mi mancherà di lei!
... La seconda? Oppure direttamente la sesta?
Ho sempre in ostaggio il tuo prosciutto cotto, quindi allora, ieri notte?
Uff, sei pesante!
Eagle Hawk era rientrato da circa una settimana, ma soltanto per un periodo breve. Sarebbe ripartito per l'America di lì a poco, però prima voleva trascorrere un po' di tempo col migliore amico e Paige Sullivan. Una volta tornato, si era dilungato relativamente con le chiacchiere a proposito del lungo soggiorno in Giappone. Infine, aveva mostrato una fotografia magica in movimento sua insieme a Ruka, sulle spiagge meravigliose offerte dall'isola di Okinawa. La ragazza pettoruta non era passata di certo inosservata ed anche la stessa Paige si era mostrata curiosa e maliziosa in proposito. Purtroppo per loro, Eagle non l'avrebbe mai presentata, perché seppur fosse difficile crederlo, tra loro c'era stata solo un'amicizia speciale.
... Diciamo che quella Megan... Aveva qualcosa... Di troppo!
Qualcosa di troppo?
Sì beh, di troppo, in più, mi capisci?
... Un attimo, intendi proprio quel "Troppo"?
... Era troppo stanca per combinare qualcosa, sai, aveva bevuto parecchio e ballato e cantato. Così arrivati a casa mi ha chiesto semplicemente di dormire e rimandare a stamattina. Io non avevo turno e quindi mi son detto "Ottimo, domattina più energie, uguale performance più eccezionale"... ... Solo che poi, stamane intorno alle 08:30 ho sentito qualcosa di molto molto strano.
... Il problema mattutino di noi maschi?
Ebbene sì, peccato che non fossi io ad averlo...
E... E... Cioè... Quando si è svegliata... Svegliato... Va beh che gli... Le... Hai detto?!
Per fortuna mi ha tolto lei... Lui... Dall'impiccio. Mi ha fatto le sue scuse perché sa perfettamente dei miei gusti ma ieri notte era troppo ubriaca... Ubriaco... Per ricordarsene! ... Alla fine però mi ha proposto se volessi ugualmente provare. Sai, per tentare di capire se potesse comunque stuzzicarmi!
E tu?!
Beh, che ti devo dire, alla fine mi son detto "Che sarà mai un tentativo isolato?".
Ad Eagle cadde di netto la confezione del prosciutto cotto tenuta nella mancina. Benedykt, sorridendo, fu lesto nel raccoglierla, aprirla e ritornare a farcire il panino. Nel frattempo l'amico di colore restò così per almeno 4-5 secondi buoni. Fino a quando il Milkovich non si decise a dirgli la verità.
Ma ti pare?! Volevo solo osservare la tua faccia... ... Ed ottenere con l'inganno il prosciutto!
Ma... 'Fan***o!
Ahahah, dai, passami l'insalata... Senti, tornando alle cose serie, per caso Paige ti ha confidato che ha bisogno di soldi?
Mh? No, perché?
Ho parlato con Emanuelle l'altro ieri. Quando Chloe ha chiesto il giorno libero per malattia lei era pronta a sostituirla. Solo che poi Paige le ha detto di non preoccuparsi, perché poteva occuparsene lei stessa.
Paige svolgere un extra senza essere forzata? ... Mi sa tanto che c'è davvero qualcosa sotto. Forse dovrei provare ad indagare...
No, lascia stare, magari aveva qualche debituccio e voleva levarselo con delle mance. Se dovessi vedere che la cosa prosegue tanto oltre, allora preferisco parlarci direttamente io. In fondo sono il suo capo, oltre ad essere il fratello, quindi è compito mio far luce sulla faccenda.
Come preferisci!
Il barattolo di olive denocciolate per favore!
Una volta rimpinzato a dovere quel sandwich, Ben lo taglio in due parti e le mise dentro la toastiera, così che si completasse l'opera. Intanto, prese un contenitore e ci mise dentro una fetta di torta fatta da lui tipo torta della nonna, con crema al limone e pinoli. Dopo, dal frigorifero, estrasse una lattina di 7UP e la sistemò insieme al contenitore con la torta in un porta pranzo. Non appena i due tramezzini furono cotti al punto giusto, li prese, avvolse in dei tovaglioli e li aggiunse al resto del cibo.
Vieni qui Padme!
Una barbagianni planò da un albero vicino fino alla finestra della cucina. Benedykt le affidò quel cestino da pranzo con il relativo indirizzo di consegna. Diede un biscotto come premio anticipato al volatile e lo lasciò librarsi via alla svelta. Infine, chiuse la finestra, soddisfatto.
Non sapevo che aveste iniziato anche un servizio di consegne a domicilio, sai?
Ah no no, non lo abbiamo iniziato affatto!
Ma allora dove è diretta Padme con quel cesto da pranzo?
... Niente, solo da chi ha bisogno di mangiare ma non ha la voglia di farlo.
IL POMERIGGIO PRECEDENTE
Ehilà! Buon po...
... meriggio. Hai una faccia veramente sbattuta, lo sai?
Grazie al c***o Ben, sono giorni che dormo di m***a!
A dire il vero ti vedo anche piuttosto smagrita...
Non ho molta voglia di mangiare ultimamente.
Per via della rottura con...
Se ci tieni ancora alle palle, ti conviene non dire quel nome.
Ok, ok...
Non è solo per quello, comunque. Ultimamente sto lavorando a pieno ritmo, il Principe mi sta facendo fare il c**o largo come un cratere. Da un lato non mi dispiace, tengo la mente occupata... ... Dall'altro non ho più un attimo vero di pace e quindi niente mensa né a pranzo né a cena.
Portati qualcosa da casa e mangia in ufficio, no?
Non ho una c***o di voglia, Ben, la mattina mi pesa pure aprire gli occhi.
... E a che ora ti si sveglia lo stomaco di solito?
Boh, tipo le 14:00 o giù di lì, tanto è l'unica cosa in basso che mi si sveglia ora come ora, e manco sempre...
Ho capito... Dai, magari da domani andrà meglio...
E cosa te lo fa pensare?
... Il famosissimo sesto senso del barman di fiducia!
... Allora, se sei qui vuol dire che hai cambiato idea e...
No... No, Ben, ero solo passata per recuperare un documento che ho lasciato nel mio armadietto... Anzi, a dire il vero è meglio che mi affretti, sono già in ritardo...
Oh... Certo, il documento, ok...
Sì ho perso un sacco di tempo mettendo all'aria tutta casa e mi sono ricordata solo all'ultimo che stava qui!
Eheh... Eheheh... Già può... Capitare, sì... Eheh... Già.
Vedrai che Chloe se la caverà, ho fiducia in lei, nemmeno si sentirà la mia mancanza, vedrai!
... Buon viaggio Ema, passa un buon weekend...
And oh-oh, I kissed a boy on the west side of town With a Porsche and a million dollar record deal Oh-oh, but there’s a boy living way downtown Doesn’t understand how he makes me feel Logic tells me I should drive that Porsche toward the sand But my heart only beats for this downtown man So, I’m like a loser Batting zero for ten I’m gonna drive downtown and make the same mistakes again
Chloe alla fine era andata davvero molto bene, più di quanto molti suoi colleghi potessero aspettarsi. Aveva saputo gestire tanti clienti insieme, tanti ordini in sequenza, commettendo solamente alcuni errori non madornali. Le casse delle Shamrock non erano mai state così piene in un fine settimana ed anche Élise aveva racimolato una buona dose di mance. Poverina, aveva suonato e cantato per quasi tutte e tre le sere, arrivando ad Hogsmeade dopo aver terminato di lavorare come MagiAvvocatessa. Benedykt le aveva sorriso non poche volte, ringraziandola con lo sguardo per l'impegno, l'energia e il contributo offerto a quell'iniziativa. La biondina trentenne non aveva mai pagato da bere o da mangiare, tutto rigorosamente offerto dal pub, idem per il cugino, passato durante il Sabato. Assurdo, un successo sensazionale, pubblicità in abbondanza e pochissimi imprevisti... Cos'altro si poteva volere di più dalla vita?
Che un certo bellimbusto biondo sia affogato fra le acque di Capo Verde...
Aveva ingurgitato quella bistecca quasi con rabbia, a causa anche di un appetito non indifferente. Il digiuno causa delusioni sentimentali poteva essere rispettato in occasioni normali, ma non dopo tutto il movimento del weekend. Ben si era dovuto per forza arrendere ai morsi della fame e così Chloe gli aveva detto di mettersi seduto e aspettare con calma il pasto. Essendo passate le due di notte la situazione si era fatta ancora più tranquilla, non c'era bisogno che si affannasse oltre il dovuto. Purtroppo, il fastidio nel pensare la canadese in spiaggia con il fidanzato gli aveva provocato un violento bruciore di stomaco. Sorseggiando una tisana digestiva, era assorto nei suoi pensieri, mentre man mano alcune persone andavano a pagare alla cassa e andavano via. Durante le sere precedenti avevano finito per terminare verso le tre e mezza/quattro ma per la Domenica era prevista la chiusura alle due e mezza.
... E adesso che torna come dovrei comportarmi? Cosa dovrei dirle? "Ehi Ema, bentornata! Andata bene la vacanza? Tutto risolto con il tuo perfetto e palestrato ragazzo?" Oppure potrei solo far finta di niente... E se tornando stesse con gli occhi gonfi e i lacrimoni perché si sono lasciati?! Dovrei saper contenere la gioia con efficacia, perché se capisse che sto esultando di certo mi odierebbe... ... Ma al tempo stesso potrei offrirle una valida spalla su cui piangere... Uff, finisco sempre a farmi le super fantasie idiote e impossibili, cresci Ben, cresci e guarda in faccia la realtà...
E giù un altro poco di tisana, che per la miseria faceva veramente schifo, davvero vendevano roba simile?! Assunse un'espressione disgustata, mettendo giù la tazza e decidendo che a quel punto meglio tenersi il mal di stomaco. Un lungo, lunghissimo sospiro, di quelli che contenevano mille parole, mille immagini, mille dispiaceri, mille domande. Élise nel frattempo terminava l'ennesima ed ultima canzone, ricevendo un caloroso applauso. Per essere a ridosso della conclusione di clienti ce ne stavano ancora parecchi, meglio che Chloe si preparasse a fare tanti giri per i tavoli. Il Milkovich si rese conto blandamente di quella stranezza, dando per buona l'ipotesi che semplicemente le persone fossero state tanto bene da non voler andare via. La verità però era tutt'altra e sfortunatamente non faceva parte delle memorie e dei ricordi dell'ex Delfinazzurro di Hogwarts. Questo succedeva quando nella testa di qualcuno, più che la conduzione di un locale, stava l'immagine delle cosce di una cameriera, e non solo quelle. ... Ci dovette pensare proprio la Martel a far tornare coi piedi per terra il mezzo polacco, che subito reagì con una espressione stranita e perplessa.
N-non vi preoccupate, s-sono certa che tra poco il proprietario sa-salirà sul palco!
... Dov'è che dovrei salire io?!
Molti dei presenti si voltarono a guardarlo, sorridenti e ansiosi. Gli occhi di Ben passarono dall'uno all'altro inizialmente smarriti, per poi farsi via via sempre più consapevoli. Accidenti, aveva garantito che si sarebbe esibito lui stesso per mettere la parola "Fine" a quel tris di giornate indimenticabili. Il problema era però che, avendo rimosso la suddetta promessa, adesso stava entrando nel panico. Perfino il resto dello staff si era affacciato perché solitamente era raro ascoltare il loro boss sul palco. C'erano praticamente tutti, sì, tutti meno una a dire la verità, quell'uno che nemmeno se ne doveva sentire la mancanza. Alla fine Ben decise di mostrare un sorriso di circostanza e subito partirono i fischi di incoraggiamento. Erano ormai le due e venti, la gente voleva andare a casa, l'indomani si lavorava, ma non prima di aver assistito al brano di chiusura del proprietario. Ricercò ancora una volta lo sguardo della cantante, chiedendole implicitamente di aspettarlo ancora un minuto, poi se ne andò al volo in bagno.
E adesso che mi invento? Non ho preparato niente, le persone aspettano e non ho la minima voglia di cantare... Ma se non lo faccio li deluderò tutti e sarò stato proprio la causa di questa grossa nota negativa durante il compleanno del pub... ... E poi se lo andassero a raccontare ad Emanuelle? Che figura ci farei? Emanuelle... Se ci fossi tu sarei molto più invogliato a salire sul palco... Dico perché devo stare così per una mezza cottarella stupida e insignificante?! Tanto tra lei e Kelly ho fatto proprio faville, non ho motivo di dannarmici così tanto... ... Ora come minimo staranno pensando che me la sia fatta sotto, devo uscire devo uscire devo uscire! Già, ok, ma che mi invento? Non c'è nemmeno Eagle a darmi una mano, un consiglio...
TOC TOC TOC
Capo? Tutto ok? Stai male?
Eh? No no, Chloe, tutto a posto! Avverti pure che tra un attimo calcherò la scena!
Oh, fantastico, siamo tutti in attesa!
Chiuse gli occhi, dando una mezza testata alla parete del gabinetto. E poi un'altra. E poi ancora un'altra. Infine, quando li riaprì, aveva uno strano bagliore freddo e malinconico brillante nelle iridi scure. Strinse i pugni, buttò fuori altra aria, dopo di che si mosse avviandosi senza più alcuna esitazione verso il piccolo palchetto. Quando la porta del bagno si riaprì e tutti lo videro partì un bell'applauso e il Milkovich alzò la mano in segno di amichevole saluto e ringraziamento. Era vero, come proprietario di un pub aveva ancora tanta strada da fare, come leader pure di più, come uomo non ne parliamo... ... Ma come artista sentiva di non essere poi così malaccio, anzi, poteva gareggiare senza problemi con chiunque, bellimbusti compresi. Aveva promesso di far scaldare gli animi per un'ultima volta, lo aveva fatto anche scrivere sui volantini, e 'fanculo avrebbe mantenuto la parola data.
Élise, ti posso chiedere il favore di accompagnarmi? So che non era previsto ma te ne sarei grato... No no, canto io, mi basta la chitarra, d'accordo? Grazie, dopo ti offro una birra...
Sorrise ancora una volta verso la "collega" di Casata, afferrando poi il MagiFono rivolgendosi all'intero pubblico, come al suo staff incompleto.
Eccoci qui, insomma, al termine di questi tre giorni senza pari. Spero siate stati tutti bene e non solo voi, anche ogni ragazzo e ragazza del mio gruppo, il mio fantastico e splendido gruppo. Devo essere sincero, inizialmente avevo pensato a finire con qualcosa di carico, qualcosa di esplosivo e spensierato, capite no? Poi però, nel corso di queste serate mi sono accorto della stragrande varietà di incontri e amicizie speciali nate proprio fra questi tavoli. Qualcuno ci provava, qualcuna ci stava e viceversa, e alle volte invece qualcun altro prendeva un sonoro ed amaro due di picche... ... Conosco la sensazione, vi sembrerà assurdo, detto da un sex symbol come me ma è assolutamente vero! La vita è fatta di una conseguenza indefinibile di buone e cattive notizie, buoni e cattivi momenti... Ma credo sia giusto ed importante viverli tutti indistintamente, perché in un modo o nell'altro ci permetteranno di crescere e di migliorarci. Questa canzone quindi la dedico a chi in questi giorni ha trovato un sentimento, chi invece lo ha smarrito e chi, purtroppo, lo ha mancato, magari per un soffio... ... E per quelli che lo avevano già da prima, ehi andiamo, dovete sempre essere i protagonisti? Per una volta lasciate un po' di spazio ai meno fortunati o a quelli che forse lo diventeranno ma hanno ancora una gran paura ed una grande emozione per l'avvenire. ... Grazie di cuore, grazie a voi, grazie al mio staff, grazie alla mitica e bravissima Élise... E buonanotte.
I lost my way, oh, baby, this stray heart Went to another, can you recover, baby? Oh, you're the only one that I'm dreaming of Your precious heart was torn apart by me and you
You're not alone, oh, and now I'm where I belong We're not alone, oh, I'll hold your heart and never let go Everything that I want, I want from you, but I just can't have you Everything that I need, I need from you, but I just can't have you
I said a thousand times and now a thousand one We'll never part, I'll never stray again from you This dog is destined for a home to your heart We'll never part, I'll never stray again from you
You're not alone, oh, and now I'm where I belong We're not alone, oh, I'll hold your heart and never let go Everything that I want, I want from you, but I just can't have you Everything that I need, I need from you, but I just can't have you
You're not alone, oh, and now I'm where I belong We're not alone, oh, I'll hold your heart and never let go
Everything that I want, I want from you, but I just can't have you Everything that I need, I need from you, but I just can't have you Everything that I want, I want from you, but I just can't have you Everything that I need, I need from you, but I just...
And oh-oh, I kissed a boy on the west side of town With a Porsche and a million dollar record deal Oh-oh, but there’s a boy living way downtown Doesn’t understand how he makes me feel Logic tells me I should drive that Porsche toward the sand But my heart only beats for this downtown man So, I’m like a loser Batting zero for ten I’m gonna drive downtown and make the same mistakes again
Ultimamente la sua vita non era più così malaccio. Élise cantava, in piedi sopra il palchetto, suonando la propria chitarra mentre la musica risuonava nelle sue orecchie e la sua voce allietava gli avventori dello Shamrock, suoi fan affezionati. Si sentiva amata dopo tanto tempo passato a credere che sarebbe morta da sola, magari impiccata in qualche bugigattolo sporco e maleodorante. La fine dei falliti e dei perdenti, ma lei non era più così tanto perdente... Più o meno. Lo stipendio da sogno che percepiva da Axell Cartwright veniva speso in buona parte per ansiolitici e calmanti magici, naturali e babbani. Essere la legale del giocatore di Quidditch significava rischiare di avere in piedi cause per molestie, comportamenti inappropriati, commenti inopportuni e quant'altro un giorno sì e l'altro pure. La Martel cercava in tutti i modi di far comprendere al suo capo che certi suoi atteggiamenti spontanei potevano essere male interpretati dal prossimo, giustificato poi nel volergli fare causa. E come se non bastasse, oltre a questo, c'era anche da mettere in conto il lavoro vero, quello da legale che la biondina riusciva a svolgere solo ed esclusivamente perché poteva contare su qualche dritta da parte del cugino più capace e in gamba di lei. Ogni tanto sentiva la propria coscienza strillare che era una bugiarda e si stava approfittando del buon cuore del suo capo, ma quando si ritrovava con l'affitto pagato, le bollette saldate e lo stomaco pieno, certe vocine fastidiose perdevano quasi subito la loro influenza sulla Martel, che riusciva persino a chiudere gli occhi tranquillamente la notte. Sempre con l'aiuto di qualche tisana rilassante -giusto due o quattro- o di qualche pozione soporifera in caso di forte stress. O anche grazie alle premure del cugino Tristan, che non mancava mai di farle fare un po' di esercizi ginnici poco prima della nanna.
My friends say I should quit this fight My friends say this love isn’t right My friends say I should quit this fight But I can’t so I am driving to his place tonight My friends say I should quit this fight My friends say this love isn’t right My friends say I should quit this fight But I can’t so I am driving to his place tonight
Gli applausi scrosciarono come una cascata lucente sopra la testa della bionda MagiAvvocatessa, mentre la Martel si esibiva in un sorriso tenero, dolce, imbarazzato. Era sola quella sera, il Remingford non era presente perché difficilmente la Domenica la passava al pub, sapendo che il giorno dopo ricominciava la settimana lavorativa. Nemmeno Élise era tipa da fare così tanto tardi, tuttavia vista l'occasione speciale, aveva fatto un'eccezione, proseguendo a rimanere a quella serata dedicata interamente allo Shamrock. Adesso, come da accordi, era arrivato il momento di far salire il proprietario del locale sul palco, che aveva promesso un'esibizione per i suoi affezionati clienti. Doveva essere già lì, non appena le ultime note della canzone si erano spente, ma sembrava che qualcosa stesse bloccando Benedykt dal presentarsi di fronte al suo pubblico. Che semplicemente non si fosse accorto della fine della performance? In fondo quella sera sembrava davvero pensieroso.
N-non vi preoccupate, s-sono certa che tra poco il proprietario sa-salirà sul palco!
Dato che molti si stavano infastidendo dell'attesa, la Martel aveva preso il coraggio di parlare di fronte a tutti, anche se la voce le uscì -ovviamente- a mozzichi e bocconi, con qualche tentennamento e una balbuzie abbastanza marcata. Tanto era capace di lasciarsi andare quando doveva semplicemente cantare, quanto era una completa frana se doveva invece mettersi a parlare in pubblico. Qualcuno avrebbe potuto chiedersi per quale razza di motivo avesse scelto allora una carriera giuridica e la stessa Élise se lo chiedeva, ogni giorno, non riuscendo mai a trovare una risposta sensata che le dicesse "Vabbé, dai, mica è così male!".
Ben... B-bisogna chiudere la serata in bellezza... Eheheheheh... Non... Non dovresti salire... qui?
Il Milkovich le chiese di attendere ancora qualche minuto, perché doveva scappare urgentemente al bagno. Il sorriso della Martel si tirò ancora di più, nervosa, e uno strano squittio le uscì dalla gola, che grazie alla vicinanza del MagiMicrofono poterono sentire tutti i presenti. Qualcuno rise, qualcuno applaudì, mentre la stessa Colette non sapeva bene che cosa fare, che cosa dire. Non era proprio una bravissima intrattenitrice, anzi no, non lo era per nulla. Cercò in fretta qualche cosa da poter dire, una barzelletta magari, un aneddoto, ma ogni volta che pensava di aver trovato qualcosa, una vocina nella sue testa le sottolineava quanto fosse stupida, idiota e incapace di far pazientare ancora un po' il pubblico.
Ehehehe... I-Insomma... Bella serata, vero? Spero che... Vi siate divertiti tanto quanto me... A-a breve Ben verrà qui... C-credo che sia andato in bagno... Magari ha mal di pancia? Ooooh n-non avrei dovuto dirlo! N-non ho rovinato la cena a nessuno, giusto?
Se ci fosse stato Tristan di sicuro lui avrebbe saputo come salvare la cugina da quel pastrocchio. Ma il MagiDetective non era lì e la Martel doveva per forze di cose cavarsela da sola, anche se ancora per poco. Dopo qualche altro minuto finalmente Benedykt si fece vedere, facendo tirare alla biondina un sospiro di sollievo non indifferente. Salì sul palco ed Élise era pronta a scendere, quando il ragazzo la bloccò, facendole una richiesta un po' particolare.
Élise, ti posso chiedere il favore di accompagnarmi? So che non era previsto ma te ne sarei grato...
Va... Va bene! Non c'è problema ma... Devo anche cantare?
No no, canto io, mi basta la chitarra, d'accordo? Grazie, dopo ti offro una birra...
Rise, alleggerita a dire il vero dal non dover proseguire a fare da cabarettista per i clienti del pub. Si mise in posizione, osservando per qualche istante lo spartito, studiando gli accordi. Il brano richiedeva una chitarra elettrica, che la mezza francese si fece prestare da qualcuno della band. Era abbastanza comoda da poter utilizzare, quindi la giovane donna si mise seduta sullo sgabello, dando un cenno di assenso al Milkovich per fargli comprendere che lei era pronta. Nel frattempo Ben stava tenendo un discorso a tutto il pub, un po' particolare a dire il vero, che Élise prese a seguire interessata dal concetto espresso in quelle parole.
Poi però, nel corso di queste serate mi sono accorto della stragrande varietà di incontri e amicizie speciali nate proprio fra questi tavoli. Qualcuno ci provava, qualcuna ci stava e viceversa, e alle volte invece qualcun altro prendeva un sonoro ed amaro due di picche... ... Conosco la sensazione, vi sembrerà assurdo, detto da un sex symbol come me ma è assolutamente vero! La vita è fatta di una conseguenza indefinibile di buone e cattive notizie, buoni e cattivi momenti... Ma credo sia giusto ed importante viverli tutti indistintamente, perché in un modo o nell'altro ci permetteranno di crescere e di migliorarci. Questa canzone quindi la dedico a chi in questi giorni ha trovato un sentimento, chi invece lo ha smarrito e chi, purtroppo, lo ha mancato, magari per un soffio... ... E per quelli che lo avevano già da prima, ehi andiamo, dovete sempre essere i protagonisti? Per una volta lasciate un po' di spazio ai meno fortunati o a quelli che forse lo diventeranno ma hanno ancora una gran paura ed una grande emozione per l'avvenire. ... Grazie di cuore, grazie a voi, grazie al mio staff, grazie alla mitica e bravissima Élise... E buonanotte.
Anche lei conosceva bene quella sensazione. Forse in maniera pure peggiore, perché per diverso tempo Élise si era sentita rifiutata dalla persona che amava, come se valesse troppo poco affinché lui stesse con lei. Credeva di aver trovato finalmente l'amore della sua vita, credeva che insieme sarebbero stati felici, poi tutto si era infranto, un sogno spezzato, così come il cuore, fatto a pezzi e schiacciato con un rullo compressore, giusto per essere sicuri che non potesse riprendersi mai più. La sensazione di esserci finita lei sotto un rullo l'aveva provata, in seguito, parecchie volte. La depressione, la tristezza erano state le sue uniche compagne per molto tempo, insieme al senso di vuoto, di fallimento, di incapacità. Sensazioni che in quel periodo l'avevano lasciata stare, grazie a quei cambiamenti che avevano migliorato la sua vita, pur facendone derivare diversi problemi. Il suo nuovo lavoro, anche se stressante, alla fine la faceva stare vicino ad una persona che era apprezzabile, una volta conosciuta a fondo. Di sicuro era generosa e grazie a quei soldi la Martel aveva visto i propri problemi economici svanire nel nulla, dandole quella tranquillità di cui aveva bisogno per vivere. Non era certo una che spendeva e spandeva, anzi come una formichina metteva da parte ogni zellino in più nel suo conto bancario alla Gringott, consapevole che da un attimo all'altro avrebbe potuto perdere quel lavoro e ritrovarsi nuovamente senza uno straccio di lavoro e uno straccio di galeone. Per il momento non ci voleva pensare, fino a quando fosse riuscita ad evitare la maggior parte delle cause e a vincere quelle che suo cugino Edward l'aiutava a portare avanti, poteva ritenersi soddisfatta come legale dei Gods of Arena. Ma i soldi non erano tutto, non potevano dare il calore di un abbraccio o la gioia di un sorriso, specie se provenivano da una persona che realmente ti voleva bene. Non aveva ancora trovato il suo vero amore -e su questo la Martel un po' ci aveva perso le speranze, perché insomma, chi se la pigliava una ultra trentenne, con le ansie, le paranoie e le tette completamente assenti?- ma aveva accanto un cugino straordinario, che oltre a scaldarle il letto, sapeva rendere quegli istanti di vita passati insieme molto più sopportabili.
I said a thousand times and now a thousand one We'll never part, I'll never stray again from you This dog is destined for a home to your heart We'll never part, I'll never stray again from you
Cantava bene il Milkovich, aveva una voce fluida ed uno stile esuberante, senza essere troppo esagerato. Cantava di un cuore vagabondo, un cuore andato a spasso, ma che in fondo apparteneva ad una sola persona, seppur questa ormai non lo volesse più. Doveva concentrasi nel suonare, per questo motivo Élise non poté fare durante l'esibizione di Benedykt considerazioni più profonde sul suo stile o anche sulla canzone in generale. Si arrischiò a vedere che il pubblico apprezzava, normale, anche perché tutti loro si erano un po' sentiti di cani vagabondi, alla ricerca di una casa confortevole dove fermarsi per sempre. Quella frase in particolare la colpì molto, trovandosela bene addosso, come se anche lei in fondo fosse sempre un po' raminga. Aveva perso la propria casa e adesso era alla costante ricerca di un'altra, anche se in verità non è che ci si impegnasse molto. Come già detto, la Martel aveva poche speranze e per quanto a volte accarezzava l'idea di stare col cugino, subito dopo la scacciava via, consapevole che non fosse quella la soluzione al suo vuoto sentimentale. Fra l'altro anche Tristan, che era bello come il sole, aveva ricevuto di recente un sonoro due di picche. Gli sarebbe piaciuta quella canzone, sicuramente, peccato che non fosse lì ad ascoltarla. Magari gliel'avrebbe potuta far sentire in privato, cantata da lei, anche se di certo non sarebbe stata la stessa cosa.
Everything that I want, I want from you, but I just can't have you Everything that I need, I need from you, but I just can't have you Everything that I want, I want from you, but I just can't have you Everything that I need, I need from you, but I just... Just can't have you...
L'accento venne calcato su quell'ultima strofa, quelle ultime parole, molto amare, come la chiusura della canzone che venne però accompagnata da molti applausi. Benedykt non era solo un bravo gestore ma anche una voce capace, un musicista niente affatto male. Appartenevano alla stessa ex-Casata, forse era scontato credere che fossero tutti così talentuosi, ma non era affatto così. Molti facevano sbocciare il proprio talento attraverso altre forme d'arte diverse dalla musica, ma quello non era il caso né della Martel né del Milkovich. Finalmente, dopo l'ultimo brano, la gente iniziò ad andare via lentamente, svuotando sempre di più il locale. La MagiAvvocatessa era scesa dal palco, sedendosi ad un tavolo libero e bevendo prima un sorso d'acqua per idratare la gola oltre che il corpo, provato dal caldo di quei giorni. Ben invece se ne stava dietro al bancone, in silenzio, pensando a chissà che cosa, forse anche lui colpito dalla propria stessa canzone. Quando infine un po' di gente era andata via, la giovane donna si fece coraggio, avvicinandosi per parlargli e magari per farsi offrire l'ultima birra della serata.
Posso farti i complimenti per la canzone? Sei stato davvero bravo, hanno apprezzato tutti quanti!
Come mai alla fine hai scelto proprio questa? Non ho seguito bene il tuo discorso, sai, stavo dando un'occhiata agli accordi... ... Però insomma, ho capito che la volevi dedicare un po' a tutti noi sfigati in amore, ehehehe! È stato un gesto carino da parte tua...
Si sedette al bancone e in quel momento, probabilmente, il Milkovich le avrebbe offerto la famosa birra promessa. I gomiti poggiati sopra, quella salopet che la faceva tanto ragazzina ancora, la bionda sorrise dolce nei confronti dell'ex-Delfinazzuro, intavolando una conversazione abbastanza sciolta. I suoi problemi di autostima e sicurezza si palesavano solamente quando poteva lagnarsi col cugino Tristan oppure quando aveva a che fare con un vasto numero di persone. Con qualcuno che ormai conosceva abbastanza bene, non aveva alcun problema, se non i soliti suoi, ma quelli per fortuna riusciva a tenerli a bada, la maggior parte delle volte.
Sei... Sei stato scaricato di recente? Sai, da come parlavi, sembrava che ti avessero tirato un bidone... S-scusa se sono inopportuna, è che di bidoni ne ho presi tanti anche io, quindi magari ti consola un po' sapere che non sei il solo, ecco... Tutto qui...
Speriamo che non sia davvero così, senno sai che figura? Io sono completamente incapace nei problemi di cuore! Ma perché devo sempre parlare troppo? Stupida, stupida, stupida Élise!
Il termine della canzone venne accompagnato da un applauso ben più che generoso. Benedykt lo accolse con un sorriso di circostanza, vero ma non vivo, grato ma non luminoso. Così finalmente anche quella terza serata poteva volgere verso la conclusione, decretando un incasso davvero strepitoso. Lo Shamrock aveva avuto il compleanno meritato, 365 giorni di sforzi ed impegni, speranze e difficoltà. Ma quando il proprietario si allontanò dal microfono magico, l'immagine della sua cameriera "preferita" gli tornò davanti come una martellata in fronte. Si fermò, prese un lungo, lunghissimo respiro, dopo di che raggiunse alla svelta il bancone permettendo a Chloe di dedicarsi ai clienti che ancora dovevano pagare. Altri quindici minuti e il pub si era del tutto svuotato, a parte Élise che si stava concedendo un sorso d'acqua fresca seduta ad un tavolo. Il Milkovich tranquillizzò il resto dello staff: potevano anche andare subito a casa, ci avrebbe pensato lui a dare una sistemata, loro necessitavano di riposo. D'altronde quando si usava la magia gli sforzi erano incredibilmente minori e ci si impiegava anche la metà della metà del tempo. Stava infatti dando il via al lavaggio dei diversi boccali, bicchieri e ciotoline quando la voce della Martel lo raggiunse facendogli alzare lo sguardo su di lei.
Posso farti i complimenti per la canzone? Sei stato davvero bravo, hanno apprezzato tutti quanti!
Manco l'avessi scritta io, comunque grazie, un tuo giudizio positivo è apprezzatissimo!
Come mai alla fine hai scelto proprio questa? Non ho seguito bene il tuo discorso, sai, stavo dando un'occhiata agli accordi... ... Però insomma, ho capito che la volevi dedicare un po' a tutti noi sfigati in amore, ehehehe! È stato un gesto carino da parte tua...
... A dire il vero non l'avevo programmata. Sì, in teoria avrei dovuto, ma con tutto il trambusto organizzativo mi è passato proprio di mente. Quindi è stata una decisione impulsiva, forse anche più autentica se ci pensi, no?
Cercava di sviare il discorso, il problema, la verità. Purtroppo la sua espressione o magari anche il suo tono lo tradivano abbastanza. Servì il famoso boccale di birra alla bionda MagiAvvocatessa, glielo aveva promesso e poi se l'era stra guadagnato. A dire il vero andava anche a lui di farsi una bella bevuta, ma prima sarebbe stato meglio sistemare le faccende importanti. Chiese quindi ad Élise di pazientare qualche minuto mentre avviava le diverse pulizie e sistemazioni in giro per il locale. Lei tanto nel frattempo poteva sorseggiare la pinta e rilassarsi, tanto per sua fortuna sembrava che il giorno seguente non dovesse lavorare fino al pomeriggio. Il suo datore di lavoro, sapendo dell'evento allo Shamrock, le aveva concesso l'intera mattinata libera per dormire e arrivare poi in ufficio lucida ed energica.
Dico sempre che devo comprare un Myr per il locale ma ogni volta va a finire che rimando. Magari, visto che è stato il compleanno del pub, potrei fargli questo bel regalo... ... E lo farei sopratutto a me!
Un Myr avrebbe snellito di parecchio la difficoltà durante le serate più intense ed impegnative, accollandosi gli oneri che normalmente rallentavano il personale. Ma un Myr costava e non poco, ecco perché Ben aveva sempre evitato di inserirlo come priorità tra le spese, ponendo prima stipendi e fornitori. Tornò di fronte a Colette, seduta sullo sgabello, riempiendosi a sua volta un bicchiere con della birra rossa, la sua preferita.
Alt, aspetta, dammi qua...
La giovane donna aveva da poco dimezzato il proprio boccale ma il Milkovich lo fece tornare di nuovo pieno fino all'orlo.
... Non ti ho fatto compagnia dall'inizio della bevuta, non sta bene, così siamo a posto.
Ad essere sinceri né l'uno né l'altro si trovavano nella condizione adatta per abbondare ulteriormente con l'alcol. Entrambi durante la serata avevano mandato giù diversi drink, non mangiando neanche così tanto. Per il proprietario tutto quel problema non c'era, insomma, abitava a poca distanza da lì, ma per Élise? Sul momento lui non ci stette a pensare e forse nemmeno lei, visto l'inizio della conversazione vera e propria. Quella donna faceva davvero sorridere con un abbigliamento tutt'altro che adulto e più consono ad una ragazzina. Ma ormai Benedykt era così abituato a vederla vestire così che neanche ci faceva più caso, lo aveva identificato solo come il suo stile. Ognuno era libero di avere il proprio e alla fine bisognava dire che su di lei quello stava anche piuttosto bene.
Sei... Sei stato scaricato di recente?
... Come? Perché? Cosa te lo fa pensare?
Sai, da come parlavi, sembrava che ti avessero tirato un bidone... S-scusa se sono inopportuna, è che di bidoni ne ho presi tanti anche io, quindi magari ti consola un po' sapere che non sei il solo, ecco... Tutto qui...
... N-no, non sei stata inopportuna, cioè, voglio dire, ti sei interessata quindi è più che altro una... Gentilezza!
Eheheheheh... Squit...
E quello... Cos'era? Ahahah! Ok ok mi sa che sta iniziando a regnare un po' troppo l'imbarazzo... Va beh, diciamo che già essere scaricato sarebbe stato un passo avanti, avrebbe significato stare insieme alla persona, almeno per un po'...
Ed invece lui non aveva avuto la minima chance di essere il fidanzato della Lamarck, neanche per due giorni, anzi, due ore, o due minuti. Lei aveva preferito quell'altro, il super figone, tanto bello quanto st****o, come al solito. Ma forse possedeva delle qualità sconosciute a Ben e che lo rendevano di riflesso molto più speciale di quanto sembrasse in apparenza. In ogni caso, dalla sua uscita la ex Delfinazzurro avrebbe compreso perfettamente la sua situazione emotiva, senza bisogno di domande aggiuntive. Evidentemente però nel riuscire ad esprimere quella confidenza il Milkovich subì una sottospecie di sblocco. Forse ci stava di mezzo l'essere leggermente brillo, forse la voglia di aprirsi ogni tanto con qualcuno smettendo i panni del barman che invece ascolta tutti. In pratica di lì a poco Élise si ritrovò ad essere la semplice spettatrice di un monologo intenso e particolarmente sentito.
... È stato tutto quanto quasi automatico, mi segui? Intendo dire, quando hai per tanto tempo un esempio come mio zio Eugene, è ovvio che tu voglia cercare di emularlo! Altro che quell'idiota di mio padre, un pazzo fottuto buono solo a combinare guai... Da ragazzetto vedevo mio zio e mi rendevo conto che lo rispettavano tutti, gli volevano tutti bene ed aveva il suo discreto numero di fan femminili. Mi ha insegnato tutto quello che so non solo sulla gestione di un posto simile ma anche sulle tecniche dietro al bancone, in parole povere gli devo quasi tutto... Così mi sono cucito addosso l'identità del maschio sicuro di sé, dal carattere forte e magari pure latin lover... ... Già, patetico, non serve che indori la pillola, sono patetico, solo e patetico.
Alzò il bicchiere in alto, dopo di che mandò giù tutto insieme l'ultimo quarto di contenuto rimasto.
Mh... Te l'ho mai fatta assaggiare la grappa invecchiata di quel nuovo fornitore Mezzo Gigante? È qualcosa di sensazionale, fortina, ma devi provarla assolutamente... ... Ecco qui!
Uno spettacolo, cosa ti dicevo? Sai che c'è? Prendo un bicchierino... Dai un altro anche tu, su su ti proibisco di rifiutare, già non ti fai pagare per le performance musicali, almeno fatti offrire da bere romba buona!
... Ai Delfinazzurro e alla musica!
Fece tintinnare il piccolo bicchiere con quello della Martel di nuovo pieno e poi via, tutto nello stomaco a bruciare. Non che facesse freddo, anzi, era ormai l'inizio dell'Estate, ma quella sensazione di calore non era affatto male. Il liquore in questione toccava senza ombra di dubbio i settanta gradi, quantità elevata anche per le grappe più invecchiate. Ma non a caso era prodotta dai Mezzi Giganti che di sicuro non ci andavano giù leggeri con gli alcolici.
Wow... ... Certo che arriva subito alla testa... Sai allora di cosa abbiamo bisogno? Un paio di hot dog!
Le fece l'occhiolino e, dopo aver chiuso l'ingresso del pub, la invitò a seguirlo fino alla zona cucina.
Aggiuntina di cheddar e bacon? Insomma, facciamo un bel po' schifo, ahahah... ... Che salse ci vuoi?
Nello scomparto apposito prese i würstel adatti proprio al concetto di hot dog perfetto. Mentre quindi cuoceva per bene i primi in una padella, inseriva il pane in un macchinario di rosolatura ventilato, così da lasciarlo morbido dentro ma croccante fuori. Sempre nella stessa padella ci buttò qualche fettina di bacon che andò quindi ad insaporire i würstel con il relativo grasso. In pochi attimi si sparse nella cucina un odore invitante adatto a palati affamati notturni. Nessuna sottiletta, Ben prese direttamente la forma di formaggio cheddar dentro al frigo e ne affettò un poco sul momento. Di solito quel tipo di formaggio veniva usato per i piatti più elaborati mentre le sottilette di cheddar proprio per hamburger e hot dog. Quella però era una follia che andava premiata con ingredienti di prim'ordine, perché solo così il risultato finale sarebbe stato...
... Questo.
E direi che un'altra mezza pinta ci sta a pennello, sei d'accordo con me?
Tre minuti dopo se ne stavano seduti ad uno dei tavoli con quello spuntino ben poco salutare ed un altro boccale piccolo di birra per uno. Il sapore dell'hot dog era sopraffino. Pur essendo un cibo semplice, il Milkovich ne sapeva esaltare ogni aspetto, rendendolo succulento. Già al primo morso le pupille gustative potevano andare in festa, l'indicatore di colesterolo decisamente meno ma... Chi se ne fregava?
Prima hai detto "Noi sfigati in amore"... Ti sei messa nel mucchio per una ragione particolare o solo perché non hai trovato ancora qualcuno di valido con cui stare? ... Sempre che tu abbia voglia di raccontarmi i cavoli tuoi, si intende, altrimenti come se non avessi chiesto nulla!
Élise non aveva mai veramente scambiato più di qualche parola con il Milkovich. Le serate che passava allo Shamrock erano di solito in compagnia del cugino, dal quale tornava dopo ogni esibizione, come se fosse la sua zona di comfort personale. Anzi, senza il come: lui era la sua zona di comfort e fine, senza aggiungere altro. Si sentiva sicura quando stava con lui, mentre ogni qual volta si ritrovava da sola in mezzo ad una folla, la Martel iniziava a soffrire e a farsi piccola piccola, sperando che nessuno la notasse. Era difficile credere che una persona del genere riuscisse a cantare su un palcoscenico di fronte ad un pubblico ed infatti c'era voluta la spinta di suo cugino affinché Colette affrontasse di nuovo il delirio del palcoscenico. Dopo aver partecipato ed essersi classificata nel contest indetto dallo Shamrock, Élise si era fatta più coraggiosa e aveva deciso di riprendere la vecchia abitudine di esibirsi -gratis ovviamente- in un pub. Poteva gestire un pub pieno di gente, poteva ancora riuscire a cantare senza entrare nel pallone e poi, dopo un paio di volte che si faceva vedere, le persone la riconoscevano e salutavano, facendola sentire molto più a suo agio.
... A dire il vero non l'avevo programmata. Sì, in teoria avrei dovuto, ma con tutto il trambusto organizzativo mi è passato proprio di mente. Quindi è stata una decisione impulsiva, forse anche più autentica se ci pensi, no?
Quella sera si era sentita abbastanza tranquilla da andare a parlare direttamente con il proprietario del locale, congratulandosi con lui per la canzone appena cantata. Una performance che metteva in risalto le qualità musicali di Ben, ex-Delfinazzurro esattamente come la Martel. Élise si era divertita molto ad ascoltare il brano cantato dal Milkovich, specchiandosi in quelli che erano i connotati di una persona che rimaneva perennemente in solitudine, non riuscendo mai a trovare quella giusta o peggio, scaricata da quella amata. Poteva capire bene quella sensazione, lei che era la Regina del Due di Picche, ed era convinta di aver riconosciuto in Benedykt un suo simile, dal cuore recentemente spezzato. Il giovane era ben deciso a scambiare due parole con la sua cantante solista, ma dovette allontanarsi per qualche minuto, dovendo finire di pulire e sistemare il locale, ormai semi vuoto. Per scusarsi del fatto che doveva farla attendere, Ben le mise davanti un boccale di birra, non sapendo quanto fosse pericoloso lasciare la Martel con dell'alcool in giro e a sua disposizione.
Ma sì... In fondo che cosa vuoi che sia un boccale di birra? Non reggo molto l'alcool, però sarebbe scortese rifiutare da bere dopo che mi è stato offerto... No no, non si può sprecare, e poi domani posso andare a lavoro un po' più tardi, Mr. Cartwright mi ha dato libera la mattinata... Oh per le Trame di Morgana, domani è già Lunedì... Ecco, lo sapevo, già mi viene l'ansia! Meno male che ho questa, almeno posso distrarmi un po'...
Quando non prendeva tisane e pozioni per calmare i nervi, l'unico rimedio contro lo stress da lavoro, per la Martel, era bere, bere fino a perdere completamente sé stessa. Praticamente il boccale venne dimezzato in brevissimo tempo e se non fosse arrivato il Milkovich in tempo per farle compagnia, Colette avrebbe proseguito a bere e bere. Il boccale, comunque, le venne riempito di nuovo, un gesto che fece sorridere di allegria Élise, di nuovo pronta ad affogare qualunque tipo di dispiacere o ansia dentro quel fondo giallo chiaro.
... Non ti ho fatto compagnia dall'inizio della bevuta, non sta bene, così siamo a posto.
Sei veramente una persona generosa!
Non iniziava ancora a dare di matto, in fondo aveva bevuto solamente qualche sorso ed era abbastanza lucida da poter riprendere la conversazione là dove si era interrotta, chiedendo ulteriori informazioni al Milkovich sul suo stato emotivo e sentimentale. Prima di rendersi conto che forse quello fosse un discorso inadeguato e soprattutto doloroso per l'altro, cosa che la fece imbarazzare e, di conseguenza, squittire nel cercare di dissimulare la propria gaffe.
S-scusa se sono inopportuna, è che di bidoni ne ho presi tanti anche io, quindi magari ti consola un po' sapere che non sei il solo, ecco... Tutto qui...
... N-no, non sei stata inopportuna, cioè, voglio dire, ti sei interessata quindi è più che altro una... Gentilezza!
Eheheheheh... Squit...
E quello... Cos'era? Ahahah! Ok ok mi sa che sta iniziando a regnare un po' troppo l'imbarazzo... Va beh, diciamo che già essere scaricato sarebbe stato un passo avanti, avrebbe significato stare insieme alla persona, almeno per un po'...
Hai... Hai ragione! Quando mi imbarazzo mi esce questa... Risata strana... Ehehehe... Eheheheh... Squit! Appunto... Ooooh ti posso comprendere perfettamente! Ma con certi amori è meglio non provarci affatto che starci insieme! Tu adesso sei triste perché ti hanno dato due di picche, ma se ci fossi stato insieme e poi fosse finita, avrebbe avuto il tempo di distruggerti. Fidati, ne so qualcosa...
Dopo aver mandato giù l'intero boccale di birra, Élise iniziava a parlare come una donna di mondo, senza più balbettii strani o imbarazzanti di mezzo. Non parlava con tristezza, ma solo con saggezza, la saggezza di chi aveva avuto il cuore spezzato in mille frantumi, insieme alla sua dignità, calpestata e investita più e più volte. Non avrebbe mai smesso di ricordare quel giorno, il giorno in cui era stata scaricata, mollata, perché considerata... Be', una suola di scarpa usurata, fondamentalmente. Un altro po' di birra in corpo permise al Milkovich di essere più sincero ed aperto con lei, come se fossero amici di vecchia data, confessioni che la Martel ascoltò con vivido interesse, pronta a correre in sostegno del suo nuovo migliore amico.
... È stato tutto quanto quasi automatico, mi segui?
Certo, come no!
Intendo dire, quando hai per tanto tempo un esempio come mio zio Eugene, è ovvio che tu voglia cercare di emularlo!
Un grande tuo zio!
Altro che quell'idiota di mio padre, un pazzo fottuto buono solo a combinare guai... Da ragazzetto vedevo mio zio e mi rendevo conto che lo rispettavano tutti, gli volevano tutti bene ed aveva il suo discreto numero di fan femminili. Mi ha insegnato tutto quello che so non solo sulla gestione di un posto simile ma anche sulle tecniche dietro al bancone, in parole povere gli devo quasi tutto... Così mi sono cucito addosso l'identità del maschio sicuro di sé, dal carattere forte e magari pure latin lover... ... Già, patetico, non serve che indori la pillola, sono patetico, solo e patetico.
Allora brindiamo alla solitudine e all'essere patetici!
Non era ancora arrivata al punto di non ritorno, ma l'alcool la rendeva più sciolta e sicura di sé, di fare battute come quella, inneggiando a ciò che, nella vita di tutti i giorni, la faceva solo deprimere, al punto da non volersi più alzare dal letto. Poi Ben ebbe la brillante idea di far assaggiare alla mezza francese una grappa sensazionale, prodotta da Mezzi Giganti che, si sapeva, con gli alcolici ci andavano giù pesanti. La leggera gradazione di settanta gradi circa fece immediatamente girare la testa alla Martel, non tanto da farla svenire, ma abbastanza da mandarla completare su di giri. Poi, il secondo bicchiere, decretò completamente la sua fine: il volto si distese, completamente, gli occhi apparivano inebetiti e le guance rosse, tanto rosse, così come il naso, mentre un sorriso cretino si disegnava sulle sue labbra. Era il momento, quello, in cui Élise rischiava di compiere qualcosa di inappropriato, qualcosa di indicibile. Il mattino dopo, poi, non si ricordava mai nulla, ma era capitato spesso di essersi risvegliata nel letto di qualche uomo, veri e propri casi umani che la Martel si andava a cercare con un Lumos sparato a mezz'aria.
... Ai Delfinazzurro e alla musica!
A noi poveri sfortunati e alla Grappa dei Mezzi Giganti! Accidenti quant'è buona! Ci sanno proprio fare...
Wow... ... Certo che arriva subito alla testa... Sai allora di cosa abbiamo bisogno? Un paio di hot dog!
Non direi mai di no agli hot dog! Sono così buoni, e ti rendono felice ad ogni morso! Tu non ti senti felice quando mangi un hot dog? E poi anche il nome, hot-dog, è speciale... Una volta avevo un cane da piccola, ma non gli piacevano gli hot dog... E nemmeno io, ogni volta che mi avvicinavo mi ringhiava. Ahahahahahahahahahahah! Sono talmente sfigata che nemmeno i cani mi vogliono!
Completamente andata, partita, mentre seguiva Benedykt in cucina e annuiva ad ogni proposta, dall'aggiunta di bacon e cheddar, ad ogni tipo di salsa possibile. Saliva su un profumino da quella zona che faceva venire l'acquolina in bocca alla Martel. Lo stomaco gorgogliava impunemente, mentre ella osservava ogni passaggio della cucina del Milkovich, tanto il giorno dopo non avrebbe ricordato più nulla! Quando il giovane le presentò il piatto, per poco a Colette non uscirono fuori gli occhi dalle orbite per la meraviglia che le venne presentata davanti, quella forma allungata e perfettamente abbrustolita, all'interno di un morbido pane caldo e croccante all'esterno, con salse di tutti i colori e cheddar fuso, da leccarsi i baffi.
Questa sì che è un'opera d'arte...
E direi che un'altra mezza pinta ci sta a pennello, sei d'accordo con me?
Oste, riempi quel boccale!
Riusciva persino a fare battute, risultando simpatica e divertente, spigliata e ironica, mentre dava un morso e poi aiutava il pezzo ad andare giù grazie ad una bella sorsata di birra fresca. Era lei o il mondo le appariva così leggero e volteggiante? Si guardava intorno, sorridendo, osservando il locale vuoto, poi Ben, il locale vuoto, la cucina, poi di nuovo Ben, certo che era proprio buono quel hot dog, ne avrebbe mangiati a dozzina, birra, fiumi e fiumi di birra, ancora.
Prima hai detto "Noi sfigati in amore"... Ti sei messa nel mucchio per una ragione particolare o solo perché non hai trovato ancora qualcuno di valido con cui stare? ... Sempre che tu abbia voglia di raccontarmi i cavoli tuoi, si intende, altrimenti come se non avessi chiesto nulla!
Tieniti forte bello, perché dopo averti raccontato la storia della mia vita, avrai solo voglia di suicidarti per la pena che ti farò. Ma prima....
Mandò giù un altro bel sorso della bionda, in fondo doveva pur idratare la gola per poter parlare, no?
Intanto, sono stata talmente sfigata che la mia prima volta l'ho avuta con mio cugino! Non avevo uno straccio di nessuno che mi guardava e temevo che sarei rimasta zitella a vita, solo che non mi andava di morire sola e vergine, quindi ho chiesto il favore a mio cugino, più piccolo, di aiutarmi a perdere la verginità e lui ha accettato... Si parlava di essere patetici? Eccomi, sono qui presente! Dopo si sono susseguite una serie di storie a breve termine, dove sono stata sempre mollata, per un motivo o per un altro... principalmente perché vengo considerata una tipa poco interessante. E infine, il meglio viene sempre per ultimo, quando finalmente credo di aver trovato la persona giusta, l'amore della mia vita, la mia anima gemella... ... Lui mi scarica due giorni prima del matrimonio perché si è stufato di stare con una come me, un'incapace che odia il suo lavoro e che gli farebbe solo cattiva pubblicità visti i miei fallimenti come MagiAvvocata. Tutto questo, ovviamente, mi ha procurato una serie di traumi, attacchi di panico, ansia perenne e depressione... Sono passati tre anni e ancora non riesco a non pensare a lui senza chiamarlo il Signor Bastardo Che Mi Ha Spezzato il Cuore e mi Ha Fottuto l'Autostima... Ed è sempre a lui che voglio brindare, cento di questi giorni e che possa cascarti l'attrezzo un giorno per via del morso di un Troll!
Era meglio se Ben smettesse di riempirle il boccale, perché lei di certo non sarebbe stata in grado di fermarlo o di dire basta. Non conosceva limiti quando si trovava in quello stato, al contrario doveva ancora superarli i propri, limiti che potevano scadere tanto nel ridicolo, quanto nello scandaloso, altrimenti non si spiegava come fosse possibile che la Martel si ritrovasse ogni volta nel letto di qualche tipo diverso dopo ogni ubriacatura violenta.
Ce l'aveva pure piccolo... E si vantava di essere un mostro a letto... Vuoi un consiglio? Se non supera i diciassette, non ti vantare delle tue dimensioni! Rischi solo di farci brutta figura... Ma tu non mi sembri il tipo da diciassette... No, no... La tua faccia mi sa di diciotto o anche diciannove! ... Ci ho preso?
Vedere Élise Colette Martel chiedere tranquillamente ad un ragazzo le proprie misure? Solamente da ubriaca ed infatti lo era, mentre sorrideva e guardava il Milkovich, con uno sguardo che a tratti pareva caricarsi di... Malizia.
Conversando con Élise, lentamente il Milkovich si stava rendendo conto di un dettaglio importante: lei non era una ragazza. Poteva vestirsi come tale, averne il timbro, alle volte anche l'atteggiamento, ma non era una ragazza, bensì una giovane donna. Aveva avuto esperienze difficili, la sua mente aveva formulato idee e considerazioni dettate da molteplici vicende, maturate oltre i trent'anni. Per alcuni secondi, mentre Ben la ascoltava parlare, il ragazzo si sentì anche parzialmente in imbarazzo ad averla sempre considerata una "piccola". L'alcol le permetteva di esprimersi più liberamente e nelle sue parole erano contenuti consigli soggettivi carichi di maturità. Ma allora perché quella maturità non veniva fuori abitualmente? Forse era sommersa da un gigantesco peso di insicurezze e paranoie? Ragionamento che per uno come il cugino sarebbe stato ovvio, ma l'ex Delfinazzurro, non conoscendola abbastanza, non poteva formulare una teoria tanto esatta.
Tu adesso sei triste perché ti hanno dato due di picche, ma se ci fossi stato insieme e poi fosse finita, avrebbe avuto il tempo di distruggerti. Fidati, ne so qualcosa...
... Forse non ha tutti i torti, una come lei presto o tardi mi avrebbe mollato, chi voglio prendere in giro?
Quella nottata stava divenendo lentamente la sagra della depressione, fortuna che il bere aiutasse almeno una dei due a non struggersi troppo. Per l'altro, invece, mandare giù una buona quantità di alcolici significava perdersi nelle chiacchiere e nei racconti della sua vita. La Martel si mostrò in fretta una valida ascoltatrice, annuendo e sembrando davvero capace di registrare ogni info della storia di Ben. Si sentiva appesantito in parte dalle parole espresse, da quelle scomode verità, mentre la MagiAvvocatessa non faceva che smorzare. Praticamente da brilla, se non direttamente ubriaca, appariva quasi come un'anima coraggiosa, che affrontava a testa alta le difficoltà del destino. Brindarono alla solitudine, all'essere patetici, con un sorriso complice che se in Ben fu anche mesto, in Élise stranamente divertito. Altre due aggiunte ad altissima gradazione negli stomaci e venne assolutamente il bisogno di accompagnare alla bevuta anche del buon cibo spazzatura.
Sai allora di cosa abbiamo bisogno? Un paio di hot dog!
Non direi mai di no agli hot dog! Sono così buoni, e ti rendono felice ad ogni morso! Tu non ti senti felice quando mangi un hot dog?
Solo quando mangio quelli fatti da me, vedrai, sarai felice per una settimana!
E poi anche il nome, hot-dog, è speciale... Una volta avevo un cane da piccola, ma non gli piacevano gli hot dog... E nemmeno io, ogni volta che mi avvicinavo mi ringhiava. Ahahahahahahahahahahah! Sono talmente sfigata che nemmeno i cani mi vogliono!
Pf, guarda che ti batto a mani basse! Una volta una ragazza mi scaricò con la scusa che non poteva funzionare... Perché non andavo a genio al suo cane! ... La sera prima però mica ci pensava al cane quando mangiava di gusto tutta la cena che avevo preparato appositamente per lei. Antipasto, primo, secondo, contorno e dessert... Più un vino che mi era costato quanto metà della spesa per gli ingredienti della cena intera!
A vederli dall'esterno qualcuno avrebbe facilmente pensato che entro il mattino dopo sarebbero stati trovati morti: suicidio assistito a vicenda. Oppure uno di fronte all'altro con le bacchette tirate su e via di anatema che uccide all'unisono, insomma, una cosa del genere. Intanto però la cucina si riempiva di un odore magnifico, perché accidenti se il Milkovich sapeva destreggiarsi bene ai fornelli. Addirittura gli stessi cuochi del pub spesso e volentieri passavano a chiedergli qualche consiglio quando dovevano pensare a dei panini fuori menù del weekend. Seduti ad un tavolo, altro boccale di birra ed hot dog gigante alla mano, i due compari di Casata intrapresero un nuovo penoso discorso. Dopo le disgrazie e le tristezze del mezzo polacco, venne il turno per Colette di mettere sul piatto le proprie sventure. Forse... FORSE... Ben era ancora leggermente più lucido di lei, abbastanza da restare sbigottito dalla storia penosa confessata dalla bionda.
Intanto, sono stata talmente sfigata che la mia prima volta l'ho avuta con mio cugino! Non avevo uno straccio di nessuno che mi guardava e temevo che sarei rimasta zitella a vita, solo che non mi andava di morire sola e vergine, quindi ho chiesto il favore a mio cugino, più piccolo, di aiutarmi a perdere la verginità e lui ha accettato... Si parlava di essere patetici? Eccomi, sono qui presente!
Tuo cugino... Cioè vuoi dire... ? ... Ok, wow!
Dunque quel Tristan che ci provava spudoratamente con Kelly era stato la prima volta della sua cara cuginetta. Per assurdo venire a sapere una cosa simile rese meno strano provare attrazione nei confronti della sorella. Cioè, ok, un cugino non era un fratello, ma lì si parlava ugualmente di un cugino di primo grado, mica alla lontana.
Dopo si sono susseguite una serie di storie a breve termine, dove sono stata sempre mollata, per un motivo o per un altro... principalmente perché vengo considerata una tipa poco interessante. E infine, il meglio viene sempre per ultimo, quando finalmente credo di aver trovato la persona giusta, l'amore della mia vita, la mia anima gemella...
E... ?
... Lui mi scarica due giorni prima del matrimonio perché si è stufato di stare con una come me, un'incapace che odia il suo lavoro e che gli farebbe solo cattiva pubblicità visti i miei fallimenti come MagiAvvocata.
Che cosa?!
Tutto questo, ovviamente, mi ha procurato una serie di traumi, attacchi di panico, ansia perenne e depressione...
... Ne avrai formulati di insulti immagino.
Sono passati tre anni e ancora non riesco a non pensare a lui senza chiamarlo il Signor Bastardo Che Mi Ha Spezzato il Cuore e mi Ha Fottuto l'Autostima...
E sei stata anche fin troppo gentile, ahahah!
Ed è sempre a lui che voglio brindare, cento di questi giorni e che possa cascarti l'attrezzo un giorno per via del morso di un Troll!
Naaaaa, il Troll ha i denti piatti, c'è poca soddisfazione... Io dico un cane a tre teste, un morso a testa!
Alzò il boccale verso quello di lei ed essi si toccarono con un bel suono acceso poco prima che il contenuto finisse in buona parte nei loro corpi. Per quanto sicuramente l'hot dog fosse stata una buona soluzione per arginare il dilagare della sbronza, quella dannata grappa dei Mezzi Giganti aveva colpito nel segno. In parole povere mangiare aveva solamente reso meno semplice collassare, fornendo ad entrambi più energia per restare svegli e intenti a parlare a sproposito. Se non altro bisognava dire che quel passatempo stava aiutando Benedykt a non pensare ad Emanuelle, alla delusione e al suo cuore malconcio. Così anche l'episodio accaduto con Paige di qualche giorno prima appariva meno vivido nella sua memoria, facilmente messo da parte, accantonato. Mentre guardava negli occhi Élise, poi, si rese conto di uno stranissimo particolare: lei sembrava proprio guardarlo con desiderio, interesse, interesse fisico. ... Possibile?
Ce l'aveva pure piccolo... E si vantava di essere un mostro a letto... Vuoi un consiglio? Se non supera i diciassette, non ti vantare delle tue dimensioni! Rischi solo di farci brutta figura...
Ehm... D'accordo... Grazie del suggerimento...
Ma tu non mi sembri il tipo da diciassette... No, no... La tua faccia mi sa di diciotto o anche diciannove!
Coff coff coff!
... Ci ho preso?
Gli andò di traverso l'ultimo sorso di birra e tossì per diversi secondi mentre la legale di Axell Cartwright aspettava la risposta alla domanda. Chiedere così a bruciapelo ad un maschio le dimensioni era assolutamente fuori luogo, specie non avendo la certezza della dotazione altrui. Se infatti il Milkovich fosse stato messo parecchio male avrebbe provato una marea di disagio, eventualmente palese nella sua espressione. Ma ormai era assodato che Élise non avesse più così tanta capacità di ragionare logicamente o con raziocinio. Andava spedita a ruota libera, non ponendosi alcun freno, curiosa e con quell'aria sbarazzina da una giovane donna che sapeva apparire una bambina birichina. Si pulì le labbra con un fazzoletto, sospirando infine con un mezzo sorriso da maschio non del tutto disarmato. Tutto quell'alcol non fece altro che accentuare per un attimo quel suo lato montato e scemo da playboy senza speranza, donandogli giusto un pizzico di credibilità.
... Preferisci saperlo da me... O scoprirlo da sola... Mh?
IL MATTINO DOPO - CAMERA DA LETTO DI BENEDYKT - ORE 09:37
Si era ripromesso da tempo di comprare per la sua stanza un letto per lo meno a una piazza e mezzo. Invece ogni volta rimandava, rimandava, rimandava e così finiva per restare sempre con il solito mono piazza. Era abituato a rotolare molto fra le lenzuola e già faceva fatica a non cascare quando dormiva da solo, figurarsi in compagnia. Infatti, non molto prima delle dieci, il proprietario dello Shamrock volò giù verso il pavimento, atterrando con un tonfo pazzesco. Da lì iniziò una piccola serie di gemiti sofferenti, anche perché era finito pure a pancia in sotto, quindi colpendo per bene la fronte. La testa ballava e sentiva la bocca impastata, anche i sensi erano ovattati all'inizio, con una sensazione di stanchezza davvero singolare. Come se in realtà non avesse riposato chissà quanto, forse appena due o tre ore al massimo.
Biascicava strizzando le palpebre così da mettere adeguatamente a fuoco intorno a sé. Per fortuna le serrande erano abbassate quel tanto che serviva a non far penetrare la fastidiosa luce del sole. Una volta messo seduto al suolo la prima stranezza che colse fu l'aver toccato con il piede una mutandina femminile bianca. La prese, aprendola e rigirandola tra sé, deglutendo a fatica della saliva che ancora aveva il retrogusto di birra... O era qualcos'altro? Poi lentamente iniziò a visualizzare diversi capi di abbigliamento qua e là sparsi, tra cui una salopette, le sue scarpe, i suoi boxer ed altre scarpe non sue. Ma fu il sentire un'altra voce alle sue spalle che determinò la completa sveglia parziale e vigile dell'ex Delfinazzurro che a quel punto si tirò su in piedi di corsa. Altri gemiti, in quel caso di una persona che si stava lentamente svegliando, provenivano dal suo stesso letto... E da una presenza impensabile e improbabile.
É-É-Élise!?
Cosa avevano combinato? Come era successo? Perché mai aveva soltanto una gran nebbia nel cervello? Quando la giovane donna si tirò su, presumibilmente anche lei con gli occhi spalancati e quella spaventosa consapevolezza, Ben le fece subito segno di abbassare la voce. Poteva pure essere che ci fosse sua sorella dentro casa e ci mancava solo che venisse a sapere una cosa tanto delicata.
Fammi prima essere sicuro che siamo soli, aspetta, aspetta!
Afferrando i boxer dal terreno ed infilandoseli goffamente, Ben si affacciò all'esterno della stanza, guardando a destra e a sinistra. Di Eagle nemmeno l'ombra, così come la Sullivan, quindi era probabile che non fossero rientrati a casa quella notte. Forse il migliore amico aveva partecipato ad una missione e la sorella... Beh meglio non chiedersi nulla sulle attività notturne di Paige. Se non altro poté tirare un sospiro di sollievo e poi farsi riprendere dal panico, girandosi nuovamente verso la Martel ancora nel suo letto del tutto sfatto.
Ok... Ok... Non c'è nessuno... E credo che non ci sia mai stato nessuno mentre noi eravamo qui... Glom...
Cercava di fare qualche collegamento ma non gli riusciva. Ogni tanto appariva un brevissimo flash ma così tanto confuso che in realtà rileva poco e niente di quella apparente sessione intima con la bionda. A giudicare da tutti gli indumenti lanciati alla rinfusa dovevano aver avuto parecchia fretta di spogliarsi e darsi da fare. Dannazione a quella stramaledetta grappa e a tutti i Mezzi Giganti... Così come anche suo zio, che poteva dirglielo quanto fosse potente quella roba. Certo che, per aver ingerito tutto quell'alcol, stranamente non sentiva un gran bisogno di scappare in bagno. In ogni caso, avendo dormito in realtà molto poco, il suo corpo esigeva una fonte di sostentamento valida al fine di equivalere l'efficacia del sonno. Un buon gorgoglio della pancia giunse come anticipo alla sua proposta, detta un po' per necessità, un po' per non sprofondare nel più tremendo dei silenzi vergognosi.
Domenica 12 Giugno 2114 / Camera da letto di Benedykt, Hogsmeade / Ore 09:37
E poi anche il nome, hot-dog, è speciale... Una volta avevo un cane da piccola, ma non gli piacevano gli hot dog... E nemmeno io, ogni volta che mi avvicinavo mi ringhiava. Ahahahahahahahahahahah! Sono talmente sfigata che nemmeno i cani mi vogliono!
Pf, guarda che ti batto a mani basse! Una volta una ragazza mi scaricò con la scusa che non poteva funzionare... Perché non andavo a genio al suo cane! ... La sera prima però mica ci pensava al cane quando mangiava di gusto tutta la cena che avevo preparato appositamente per lei. Antipasto, primo, secondo, contorno e dessert... Più un vino che mi era costato quanto metà della spesa per gli ingredienti della cena intera!
Mmmh... Buoni gli hot dog...
Stava sognando sprazzi di quello che era accaduto la sera precedente, insieme al proprietario dello Shamrock. Non ricordava precisamente tutto, solo qualche sprazzo di conversazione, confidenze serie ma dette in un tono leggero, come se non facessero male, come se non importassero più nulla. Quella zavorra, che la Martel si portava appresso quando era nella sua vita normale e quotidiana, con l'alcool sembrava sparire del tutto, lasciando al suo posto una giovane donna sicura di sé, capace di essere divertente, spiritosa e soprattutto libera da tutto quello che solitamente le faceva del male.
Non avevo uno straccio di nessuno che mi guardava e temevo che sarei rimasta zitella a vita, solo che non mi andava di morire sola e vergine, quindi ho chiesto il favore a mio cugino, più piccolo, di aiutarmi a perdere la verginità e lui ha accettato... Si parlava di essere patetici? Eccomi, sono qui presente!
Tuo cugino... Cioè vuoi dire... ?
Sì, proprio lui, Tristan!
... Ok, wow!
Che pena, vero? Sono proprio ridicola!
Mmmh... sì, ridicola...zzz...
Non si era preoccupata di apparire come tale agli occhi del Milkovich, quando aveva iniziato a parlare di sé, delle proprie disavventure, di tutto quello che nella sua vita era andato storto. Si era soffermata solo sulle sfortune in amore, tralasciando per il momento quelle lavorative, perché Benedykt stava soffrendo per una ragazza che non lo guardava affatto. Ed Élise, quella sera, si era sentita molto più vicina al proprietario dello Shamrock per questo, consapevole di quanto potesse far male avere il cuore a pezzi.
Sono passati tre anni e ancora non riesco a non pensare a lui senza chiamarlo il Signor Bastardo Che Mi Ha Spezzato il Cuore e mi Ha Fottuto l'Autostima...
E sei stata anche fin troppo gentile, ahahah!
Ed è sempre a lui che voglio brindare, cento di questi giorni e che possa cascarti l'attrezzo un giorno per via del morso di un Troll!
Naaaaa, il Troll ha i denti piatti, c'è poca soddisfazione... Io dico un cane a tre teste, un morso a testa!
Un bel cagnolino... Tutto per me... eheheheh...
La realtà si mescolava ogni tanto con il mondo onirico, facendo emergere da quella conversazione un cucciolo dolce e tenero che la Martel avrebbe accudito e allevato, se solamente il cucciolo non si fosse rivoltato contro la mezza francese, facendole intendere di non essere interessato ad avere una padrona come lei. Persino nei sogni Colette collezionava rifiuti, tanto che il volto si rabbuiò appena, mentre si rigirava, schiaffando il braccio da qualche parte sul cuscino, la gamba mezza sospesa in aria. Stava dormendo in un letto piuttosto piccolo per essere il suo solito. Lei possedeva un letto a due piazze, comodo quando il cugino si fermava a dormire da lei, ma in sostanza utile per la Martel, vista la sua propensione a girarsi e muoversi come un rotolo sotto le lenzuola. Certo, ogni tanto stare lì dentro la faceva sentire un po' sola quando non c'era nessuno a scaldarle la sua parte di materasso, ma dal momento che le sembrava inutile spendere soldi per comprarne uno singolo, preferiva tenersi quello che aveva già da tempo. Tutto questo produsse una serie di fastidi, perché la biondina era abituata a nuotare nel letto, letteralmente, cosa che in quel momento le sembrava impossibile fare visto che ad ogni movimento si sentiva sospesa, come se da un momento all'altro potesse cadere. Possibile che il suo letto si fosse rimpicciolito a tal punto? O forse era lei che stava dormendo al limite del bordo. Fece una serie di versi da cavernicolo, risvegliandosi, lentamente, gli occhi che ancora non erano riusciti a mettere bene a fuoco la stanza. Quando la voce del Milkovich non solo la fece svegliare di soprassalto, ma le mise addosso anche parecchia paura, facendole esplodere il cuore nel petto.
É-É-Élise!?
AAAAAAAAAAAAAAAAH! CHE É SUCCESSO?! COSA?! CHI?! B-BENEDYKT?!
Per poco non scivolò giù dal letto, alzandosi con il busto di scatto e ritrovandosi in pochi secondi... Completamente nuda. Un copione già visto e rivisto, tantissime altre volte e che la spinse a coprirsi con il lenzuolo, sperando di non aver fatto quello che sembrava fosse palese avesse fatto. Gli occhioni azzurri, sbarrati, fissavano increduli il Milkovich, atterrito tanto quanto lei e soprattutto spaventato all'idea che qualcuno avesse potuto sentirli non solo durante la notte ma anche in quel traumatico e imprevisto risveglio.
Fammi prima essere sicuro che siamo soli, aspetta, aspetta!
O-o-okay!
Vide i goffi tentativi del ragazzo di rimettersi su i boxer, mentre lei cercava di girare il viso dall'altra parte, sconcertata da quanto era appena accaduto. Non poteva crederci di averlo fatto di nuovo, non poteva credere che anche questa volta era finita come le altre volte, solo addirittura peggio, visto che il Milkovich era, in un certo senso, un suo... Datore di lavoro! Non che la pagasse per suonare e cantare nel suo pub, però le dava il permesso e questo era abbastanza per indurre la Martel a non voler mai, in nessun modo, ritrovarsi in situazioni spiacevoli con il proprietario del pub.
Calmati, calmati, calmati! N-non è detto che sia successo davvero qualcosa, magari era troppo sbronzo e manco gli si è alzato! Trama, perché a me, perché sempre a me?! Non riesco a ricordarmi nulla... Buhaaaaaa... E poi questi capelli sono così annodati... Aspetta... P-perché li sento... A-appiccicosi? Oh Trama! Oh Trama! Oh Trama! Oh Trama! Allora sono proprio una sgualdrinaaaaaaaah!
Quando il Milkovich ritornò dalla Martel, la giovane donnina era più impanicata che mai, cadaverica in volto e gli occhioni a palla che sembravano aver visto un Lich in gonnellino hawaiano. Non riusciva a parlare, non riusciva nemmeno a guardarlo fra un po', mortificata di aver combinato chissà che cosa e di non poter nemmeno scusarsi per questo, dal momento che non riusciva a far funzionare il cervello dopo una sbronza simile.
Ok... Ok... Non c'è nessuno... E credo che non ci sia mai stato nessuno mentre noi eravamo qui... Glom...
N-Niente testimoni... O-ottimo... Siamo in una... Botte di ferro... Eheheheh... Eheheheheh... Squit... Hic... Hic... Hic...
Talmente tanta era l'agitazione, che a Colette si strozzò la voce per via di un fastidioso e persistente singhiozzo, il quale necessitava di un bicchiere d'acqua fresca per poter passare. Questo avrebbe fatto andare via anche quel saporaccio che si sentiva in bocca, come se avesse bevuto ammoniaca nelle ultime ventiquattr'ore. Non si sforzava di capire che cosa fosse, non voleva saperlo, cercava di non ricordare le cose assurde ed oscene che poteva aver compiuto sotto effetto dell'alcool. Invece le parve davvero strano, dopo i litri di birra bevuti, che non sentisse nemmeno un piccolo stimolo nel dover andare in bagno, come se si fosse già svuotata la vescica.
Porca Morgana! Vuoi vedere che gliel'ho fatta in qualche cassetto credendo che fosse il gabinetto?!
Le era già capitato in passato, ma non le sembrava di aver visto in giro cassetti stranamente aperti e dal quale risaliva un'odore pungente. Se solamente avesse guardato in fondo alla stanza, però, la Martel si sarebbe resa conto della presenza di un cestino sul cui fondo era possibile vedere del liquido, come se qualcuno ci avesse buttato dentro... Dell'acqua.
... Eheheh... Ehm... Co-oh-lazione?
S-sì... No! Cioè sì, ma... Prima... Prima posso farmi una... Doccia? Ho... Devo aver sudato tanto stanotte... MENTRE DORMIVO! Sicuro mentre dormivo! E... E... Avrei proprio bisogno di... Lavarmi...
Non appena il padrone di casa le diede l'okay, Élise attese che Benedykt uscisse dalla stanza, per arrotolarsi il restante lenzuolo intorno al corpo e camminare come un pinguino fino al bagno, portando con sé gli indumenti indossati la sera precedente. L'acqua calda e un po' di pulizia l'avrebbe fatta sentire meglio, specie perché avrebbe lavato via almeno quelle che lei sospettava fossero... Fluidi corporei umani, sparsi in verità un po' ovunque. La doccia comunque non le servì soltanto per tornare pulita e profumata, ma anche per riflettere su cosa fare, cosa dire al Milkovich per cercare di uscire fuori da quella situazione imbarazzante. Ormai era rassegnata al fatto che fosse accaduto quel che pensava: troppi indizi sparsi qua e là portavano in quella direzione ed inoltre oramai lo sapeva che quando esagerava col bere, dopo o finiva a letto col primo che capitava oppure si ritrovava mezza morta in coma etilico per almeno ventiquattro ore. Evidentemente quella notte aveva superato il suo limite senza giungere al fatidico coma e come conseguenza di questo si era ritrovata nuda nel letto di Benedykt, entrambi imbarazzatissimi di quanto accaduto. Certo, la Martel non ricordava nulla, ma non sapeva che anche Ben avesse perso la memoria. Per il momento erano entrambi due zucche vuote che provavano a ricordare senza giungere a nulla, se non alla consapevolezza di aver combinato qualcosa insieme.
Élise Colette Martel... Non puoi comportarti sempre come se avessi quindici anni! Sei una donna ormai! Sei adulta! Dovresti saper affrontare certe situazioni con un certo distacco ed eleganza! Adesso vai di là, ti comporti normalmente e gli chiedi scusa per quanto è accaduto. E già che ci sei, gli fai anche presente che vuoi continuare ad esibirti nel suo locale, specificando che fra di voi non cambierà niente. Forza, muovi le chiappe!
Discorsi di incoraggiamento, discorsi validi, forti, di una persona che sapeva cacciare fuori le pa**e quando serviva. Se solo si fosse comportata in questo modo anche sul posto di lavoro oltre che nella vita, sicuramente avrebbero smesso di chiamarla "Causapersa" e probabilmente sarebbe stata accolta come una vera MagiAvvocata, a tutti gli effetti. Terminata la doccia, Colette si rivestì e si asciugò velocemente i capelli, dirigendosi poi verso la sala pranzo/zona cucina, con una determinazione del tutto nuova. Il volto esprimeva quella sicurezza quasi fanciullesca, per via del suo aspetto sempre così infantile e quando si ritrovò di fronte al Milkovich, fece un bel respiro, cercando di guardarlo negli occhi mentre gli faceva le sue più sentite scuse.
Hhhh......................................
Zero, il vuoto più totale. Dal momento che sembrava una cretina in piedi in quel modo, la Martel si sedette sulla prima sedia libera che trovò, provando a contenere lo sconforto e la rabbia che le faceva essere ogni volta sempre sé stessa. Purtroppo, non appena gli occhi si erano posati sul volto di Ben, la mezza francese non era riuscita più a parlare per via del troppo imbarazzo e aveva quindi preferito fissare un punto qualunque della cucina, tipo il granello di polvere solitario nell'angolo della casa, tanto per dirne una. Non poteva andare a finire così, con lei che stava lì a scroccare pure la colazione senza aver primo chiarito ogni cosa. Se non riusciva a farlo con determinazione e con aria da adulta, poteva provarci almeno a modo suo, stupido e cretino, ma almeno un modo.
Qu-Qualunque cosa io abbia combinato stasera... Mi dispiace! Non... Non volevo... Sì, volevo, non è mica stato uno stupro! Solo... Solo... Non ricordo nulla ma so che quando bevo tendo a comportarmi... A fare... Ad essere... Beh, ecco, non volevo metterti in una situazione imbarazzante e mi dispiace che ti sia ritrovato con me che dormivo nel tuo letto! Se... Se per te va bene io... Io continuerei ad essere amici e, ehm... A lasciarci... Tutto alle spalle... Qualunque episodio imbarazzante... Io abbia fatto... ... Per favore?
La sua voce si assottigliò verso la fine, riuscendo al tempo stesso a raggiungere notevoli tonalità acute. Tutto stava nel capire in che modo avrebbe agito il Milkovich, anche se la Martel non si aspettava nulla di buono: insomma, chi mai poteva desiderare di andare a letto con lei, a parte quel malato perverso di suo cugino? Nessuno, appunto, ed il povero malcapitato che ci finiva beh... A Élise venivano poi i sensi di colpa, perché di certo non augurava a nessuno di finire a letto con una cozza come lei.