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Baton Rouge

Messaggioda Anko » 18/03/2018, 23:34

Kurosawa è il cognome della donna che Itsuki teneva sott'occhio fino a qualche mese fa o sbaglio?

Annuì in silenzio, stringendo il pugno ma rimanendo zitta, senza aggiungere altro. Per quanto gentile con lei, per quanto amichevole, per quanto simpatico, Kisuke non poteva comprendere le tradizioni, la cultura e le logiche dietro il pensiero della Minazuki, non provenendo lui da una famiglia come quella di Anko o Itsuki. Tutto era diverso, molto più arcaico, serio, tradizionale, come se la giapponese fosse nata e cresciuta in un contesto differente, in un secolo differente. L'odio verso l'Amakura era stato alimentato per anni dalle malelingue che puntavano a non riconoscere la bravura della Minazuki come combattente esperta e valorosa perché femmina. E quindi, gli Amakura venivano osannati, gli Amakura venivano lodati per le loro eccezionali doti combattive, a differenza dell'ultima nata in casa Minazuki. Unito al timore di perdere il proprio posto come Guardia del Corpo di Kirie, Anko aveva reagito ed agito in maniera sconsiderata, provocando la propria stessa fine con le sue mani.
Adesso che si trovava però in difficoltà e che Itsuki era l'unico a potersi prendere cura di lei, la guerriera stava imparando a conoscerlo sotto un altro profilo. Le bruciava la sconfitta, ma non odiava il giovane uomo, non come prima. Forse la depressione stava agendo su di lei rendendole certe emozioni più inibite, sedandole, perché la forza di combattere e lottare Anko l'aveva momentaneamente persa a seguito della sua attuale crisi esistenziale. Ciò comunque non la fermò dal promettere al Danma che avrebbe rivelato tutta la verità all'Ignis entro lo scadere di tre settimane. Una parola data, una promessa solenne che poteva valere più di un Voto Infrangibile. Kisuke poteva stare tranquillo che sarebbe accaduto, esattamente entro i termini stabiliti dalla stessa Minazuki.

... Fa come se non avessi detto nulla.
Scusami, mi sono lasciata trasportare non considerando che non potrei permettermi il tuo tempo e le tue risorse...


Parlando e mangiando, Anko arrivò a scoprire che il ragazzo di fronte a lei fosse abile come meccanico, avendolo fatto come lavoro in passato. L'entusiasmo di quella notizia la trasportò abbastanza da chiedergli di dare un'occhiata alla sua moto, tenuta nascosta e provata dopo il lunghissimo viaggio che la guerriera gli aveva fatto fare per arrivare fin lì. Tuttavia la sua situazione economica non le permetteva di chiedere favori o prestazioni senza pagare. Per questo l'entusiasmo venne di molto smorzato e Anko fu costretta a scusarsi con il Danma per aver parlato in maniera sconsiderata. Ricevendone in risposta una risatona sincera e affabile che bloccò il suo inchino a metà e le fece rialzare di scatto la testa.

Pf... Ahahahah!

Che c'é?
Pensi che io sia buffa?


Ma finiscila, pensi che quando vado a dare un'occhiata alla moto di Itsuki, lui mi dia dei soldi?

Lui è un tuo caro amico, però...

Una revisione generale qua e là non ti costerà nulla perché a me non costa nulla...
... Al massimo se trovassi delle riparazioni da fare potremmo parlarne, ma sul discorso "Occhiata", non mi devi niente.


Che persona gentile e disponibile che era. Non poteva saperlo Kisuke quanto potesse far bene al cuore della Minazuki incontrare qualcuno che sapesse starle così vicino e darle una mano, senza giudicarla male, senza farla sentire in colpa, senza ricordarle che cosa avesse perso. Stava nascendo spontaneamente un sentimento di amicizia verso di lui, un primo passo importante per una come lei che di amici non ne aveva poi così tanti. Forse perché con le ragazze non aveva molto a che spartire, mentre i ragazzi si sentivano minacciati dalla giapponese nella loro virilità. Alla fine Anko aveva sopperito a quelle mancanze concentrandosi molto negli allenamenti, ma ora che non sapeva più quale strada intraprendere, riusciva anche a rendersi conto di quanto le mancasse quel tipo di contatto umano.

... Grazie ancora per il pranzo, Danma-san.
Senza di te, non mi sarei mai azzardata a sottrarre ad Amakura qualcosa di più di un biscotto...


Macché, figurati, però ti sei fermata di colpo, ho detto forse qualcosa che ti ha...

Str***one, ci sei?

C***o!!!

... Porca t***a, trasformati presto, svelta, svelta!

Riprese i panni di Meisa, la micetta randagia che si era presentata ad Itsuki installandosi a casa sua. Si mise sul tavolo, seduta sull'attenti e fissando entrare l'Amakura nella stanza della cucina, con il suo solito sorriso ed il viso a dire il vero un po' sudato, come se avesse corso fino a lì. Anche Anko aveva il cuore che batteva forte per la paura di essere scoperta, ma il suo di sudore non poteva certo essere visto. Invece se ne rimase lì tranquilla, come se nulla fosse, prima di rendersi conto che, come sua gatta, avrebbe dovuto come minimo fargli qualche festa.

Nyau!

Ah eccovi qui tutti e due...

Scese dal tavolo e andò incontro all'Amakura, imitando i gesti tipici di un gatto contento di rivedere il suo "padrone". Corpo sinuoso che si strusciava sulle sue gambe e piccole fusa di contentezza nel rivederlo.

È piuttosto invadente lo sai?
Mi ha fissato per tutto il tempo!
Fa sentire in soggezione...
... Ho dovuto per forza darle una scatoletta di tonno, quindi stasera non la riempire, potrebbe non avere fame.


Lasciala perdere, poverina... Meisa tesoro, sei contenta del mio ritorno mh?!

Nyau... Nyau...

Venne presa in braccio e come da copione, Anko iniziò a strusciare il musetto sul viso dell'Amakura, ringraziando però internamente Kisuke per l'aiuto che continuava a fornirle. Le coccole verso il padrone durarono all'incirca un'altra decina di secondi, secondi nei quali la Minazuki si rese conto che sì, Itsuki era davvero sudato ed emanava un odore parecchio forte. La cosa però non sembrava darle troppo fastidio, anche perché in quanto finta gatta doveva sembrare che non gliene importasse assolutamente nulla.

Tu finisci pure con comodo... Io vado a farmi una ricca doccia amico mio!

Beh vedi che se trovi umido è perché l'ho fatta anche io poco fa!

Non sembra molto, sai?

... B-beh è ovvio, non mi andava di rubarti di nuovo il cambio così ho rimesso i vestiti di prima!

Complimenti al tonto, così hai vanificato il ruolo della doccia che dovrebbe essere quello di profumarti, baka!

Eheheh, c***o hai proprio ragione!

Nyau...

Scusami, scusami tanto!

Si stava pure beccando dello scemo per colpa sua. A Kisuke pareva però non importare, anzi non appena l'Ignis del Fuoco si allontanò per mettersi sotto la doccia, il Danma iniziò ad aprire vari sportelli, rubando dalla dispensa dell'amico -previo averlo informato prima- qualcosa da mangiare. Dopo aver concluso, invitò la gatta a seguirlo all'interno del garage e una volta arrivato lì aprì un piccolo armadietto dove mise al suo interno tutto quello che aveva fregato dalla dispensa dell'Amakura.

Non lo apre mai, dentro ci sono gli attrezzi specifici che uso io per controllargli la moto.
La chiave è quella con il bordo di colore rosa scuro di gomma, la troverai all'ingresso attaccata alla parete di sughero assieme alle altre.
Non è molto, ma almeno potrai avvalerti di qualcosa in più rispetto ad un biscotto...
... Io tornerò la prossima settimana, così nel caso andremo a dare una controllata al tuo bolide!


Nyau...

Come potrò mai ripagarti?


Un giorno avrebbe trovato il modo. Anko seguì di nuovo Kisuke in cucina, da dove salutò il migliore amico prima di andarsene e lasciarli nuovamente soli. Prima però si accovacciò di fronte a Meisa, parlando a bassa voce affinché il ragazzo non lo sentisse parlare con la sua gatta di casa.

Prova a vederlo un po' meno come Amakura ed un po' più come Itsuki...
Chissà che non possa scivolare via qualche grammo di disprezzo...
Stammi bene...
... Miao miao!


Non le fece carezze perché non sapeva se lei le apprezzasse o meno, ma fu Anko a dargli un buffettino con la testa sulla gamba, per fargli comprendere che lo ringraziava infinitamente di quello che stava facendo per lei. Adesso avrebbe dovuto trovare il modo migliore per raccontare all'italo-giapponese chi lei fosse veramente e decidere, al tempo stesso che cosa fare. Non sapeva nemmeno da dove iniziare, ma quando il Danma se ne andò non ebbe proprio modo di iniziare a riflettere sulla questione. Perché quando si voltò, dando le spalle alla porta, si ritrovò di fronte la figura di Itsuki completamente nudo, facendo scattare in lei l'istinto di scappare, per non vedere ciò che purtroppo aveva ben visto.

NYAU!

AMAKURA SEI UN PERVERTITO!!!!


... Non riesco proprio a capire cosa le prenda...

終わり
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Messaggioda Itsuki » 11/04/2018, 22:48

04 Febbraio 2114
Abitazione di Itsuki Amakura
Quartiere Semi Centrale Magico
Baton Rouge - Louisiana
Ore 14:59




Sull'onda di quella musica, Itsuki si dava da fare con esercizi di combattimento di ogni tipo, sia kata che tecnici.
In realtà non c'era nessuna radio: quella base era stata creata da Kisuke ed era lui che la stava performando dal vivo.
Approfittando del suo ultimo giorno di permanenza lì, l'amico gli aveva chiesto di dargli un sincero parere su una demo.
Il Danma sguazzava nell'Electric Rock Jappo, era piuttosto bravo, ma non si era mai gettato nel mercato per l'eccessiva concorrenza.
Ad Itsuki però piacevano le musiche che creava, gli davano la giusta carica per allenarsi, proprio come in quel caso.
Il Fuoco nel suo Spirito gli permetteva di stare a petto nudo e calzoncini aderenti a tre quarti.
Aveva da poco finito l'ultima serie di capriole e trazioni addominali quando la musica sfumò e l'amico spense il ripetitore magico.

Beh allora?
Che cosa ne dici?
Sincero però!
Lo sai che accetto le critiche!


L'Amakura posò lo sguardo sul Danma sorridendo, con gli occhiali da sole indosso, espressione quasi di sufficienza.

Sei troppo paranoico...
Sai perfettamente di cavartela alla grande!
Il pezzo spacca, dà carica e grinta, ok?


Immagine

Meisa, ovvero Anko, se ne stava seduta su una delle rocce del giardino, forse osservando gli esercizi di Itsuki ed in parte per ascoltare il sound di Kisuke.
In quei giorni i due avevano spesso e volentieri chiacchierato, il Danma le aveva controllato la moto e sistemata al meglio delle sue possibilità.
Un lavoro eccellente che però non le aveva fatto pagare assolutamente nulla se non qualche dritta riguardo alcuni sistemi di combattimento.
Mentre l'amico del Demone Ignis rimetteva a posto l'attrezzatura, la gatta venne interpellata proprio dal focoso combattente.

Ehi, Meisa, a te invece è piaciuta?

Sorrise verso la micetta, mentre Kisuke le rivolgeva uno sguardo tutto particolare, lo sguardo che sapeva chi ci fosse dietro.
In verità lo sapeva perfettamente anche Itsuki ma ancora faceva finta di niente, prendendo un po' in giro anche il Danma stesso.
Accanto al ragazzo stava il borsone con tutte le sue cose, ormai era proprio arrivato il momento di andare.

Andrai a stare per un po' da Fujiko?

Ovvio, no?
Con tutto il terrore che avrà accumulato in queste settimane...
Vorrà un racconto dettagliato di tutti i giorni trascorsi qui.


Non sbuffare, ce lo siamo meritati, anzi che ha sopportato bene il colpo, lo dico sempre...

Con me lo ha sopportato perché sono il fratello, sei tu il problema amico, ormai è risaputo!

Potrei prendere anche il Premio MagiNobel per la Pace e forse sarebbe ancora sospettosa!

Beh tu intanto prendilo, poi vediamo! Posso darti una mano maggiore nel convincerla con un titolo del genere, ahahah!

Ahahahah!

Si fissarono per qualche secondo dopo la risata, poi si abbracciarono con grande affetto e profonda stima, rispetto.
Erano due amici in tutto e per tutto, anche a distanza di chilometri, anche a distanza di anni e di un sacco di cretinate.
Quando l'abbraccio si sciolse, Kisuke si avvicinò a Meisa e si inginocchiò di fronte a lei, facendole dei grattini sotto il muso.
Aveva capito che Anko non disdegnasse determinati tipi di attenzione sotto forma di gatta.

Ricordi la promessa che mi hai fatto Meisa?
... Fai la brava e non dare troppe preoccupazioni al tuo padrone!
Sei e resterai sempre la più bella micetta che abbia mai visto...


In quel messaggio in codice c'erano diversi tipi di parole e significati, alcuni ad Anko chiari, altri un po' meno.
Le ricordò il giuramento sul rivelare ad Itsuki della propria identità e le fece anche presente un proprio giudizio personale.
Esulando dalla sorella, per Kisuke Anko era davvero una femmina eccezionalmente bella e attraente, dettaglio che forse alla donna non era sfuggito.
A parte ciò, definire l'Amakura come suo Padrone ebbe quasi un alone di doppio senso ma assolutamente non voluto.

Ti ci sei affezionato quasi quanto me, eh Kisuke?

Puoi dirlo forte...
Ammetterai però che è una gatta davvero in gamba...
E poi dove la trovi un'altra che ti evita il cambio della sabbietta perché va sempre fuori!?


Oh guarda, solo per quello la adoro alla follia, la mia palletta di pelo senza coda!

Si avvicinò anche Itsuki, facendole delle carezze invece sulla testa con il palmo della mano, delicata e leggera.
Terminato quel momento, entrambi i due maschi si misero in piedi e il Danma afferrò il borsone.
Una bella stretta di mano.

Vorrei dirti "Salutami tua sorella" ma...

Già... Un "Ma" grosso come il pianeta... Come al solito al massimo parlerò bene di te!

Ci conto!

Kisuke si allontanò dall'abitazione, uscendo sul vialetto per poi iniziare a percorrere la strada verso la PassaPorta affittata per l'occasione.
Fujiko sarebbe stata felice di rivederlo e probabilmente lo avrebbe messo sotto torchio nemmeno dieci minuti dopo il suo ritorno.
Dal suo canto, Itsuki rientrò dentro, seguito da Anko/Meisa.
Era il post pranzo e ci stava bene probabilmente un pochino di sonno, ma non subito, senza fretta.
Arrivato dentro la camera da letto, l'Amakura rimase alcuni attimi in pieno silenzio, andandosi infine a sedere sul bordo del materasso.

La sai una cosa?
Certe volte penso di aver proprio sprecato la mia vita...
Ho portato avanti un compito che poi si è rivelato nullo.
Avrei potuto cambiare le cose, scegliere di inseguire qualche progetto in più, ma non l'ho fatto.
E ora mi ritrovo dentro questa stanza a parlare con te, una gattina tanto comprensiva, con una insana voglia di tornare indietro nel tempo.
Però tocca farsi sempre forza, Meisa, altrimenti si finisce con il rimanere bloccati nella depressione e non uscirne mai.
C'è solo una cosa che ci può salvare: continuare a sognare.


La sua chitarra se ne stava appesa al muro.
Non la utilizzava molto spesso negli ultimi tempi.
Non aveva avuto modo, con quella vita frenetica e zeppa di inconvenienti.
Tuttavia Itsuki volle imbracciarla, sfiorando le corde con uno sguardo velatamente malinconico.

Non parlo del sogno che si fa quando si dorme, intendo il sogno di qualcosa di meglio, di un cambiamento, di una evoluzione...
Sia nel bene che nel male, sia nei momenti più belli che in quelli più brutti, continuare a sognare rinnova la speranza che non sia tutto finito...
Hai presente Kirie, la signorina che è passata di tanto in tanto a trovarmi?
Lei ad esempio sta vivendo il suo sogno adesso quando prima non le era concesso e ha scoperto quanto sognare sia meraviglioso...
Tempo fa credevo di poter essere io la matrice dei suoi sogni ma alla fine lo è diventato qualcun altro, però in fondo va bene anche così...
Perché nonostante tutto inseguendo il mio obiettivo ho comunque imparato qualcosa, ho assimilato degli insegnamenti e li porterò sempre con me...
Non ho idea quando mi torneranno utili, non ho idea di come li userò al di fuori del mio precedente destino ma pazienza, per adesso mi limito a sognare e poi quel che sarà sarà...


Fece un gesto classico alla gatta, battendo sul materasso accanto a sé per invitarla a saltare e metterglisi vicino.
Quel discorso valeva per se stesso ma Itsuki voleva che arrivasse anche a quella persona, anche alla donna dietro l'animale.
Perché aveva analizzato i suoi Elementi nel corso delle settimane e aveva cominciato a capire come potesse sentirsi, chiedendo anche consulto alla nonna Hinako.
Ella gli aveva spiegato che tipo di famiglia fossero i Minazuki e come potesse vivere in quell'istante Anko la sofferenza della sconfitta e della perdita del proprio ruolo.
Aveva inoltre promesso al nipote che avrebbe provato a scrivere al nonno di lei per chiedergli la cortesia di avere un occhio di riguardo verso la giovane guerriera.
Che quell'appello potesse essere utile o meno nessuno al momento lo sapeva o immaginava, ma l'Amakura sentiva di volerle stare vicino, anche nell'apparente ignoranza.
In pochi secondi, nella stanza si diffuse la musica creata dal mezzo italiano, una canzone scritta probabilmente da lui e cantata in giapponese, così che lei potesse comprenderla.



Ho imparato a sognare,
Che non ero bambino
Che non ero neanche un' età
Quando un giorno di scuola
Mi durava una vita
E il mio mondo finiva un po là
Tra quel maestro palloso
Che ci dava da fare
E il boccino che andava
Come fosse a motore
C'era chi era incapace a sognare
E chi sognava già

Ho imparato a sognare
E ho iniziato a sperare
Che chi c'ha avere avrà
Ho imparato a sognare
Quando un sogno è un cannone,
Che se sogni
Ne ammazzi metà
Quando inizi a capire
Che sei solo e in mutande
Quando inizi a capire
Che tutto è più grande
C' era chi era incapace a sognare
E chi sognava già

Tra una botta che prendo
E una botta che dò
Tra un amico che perdo
E un amico che avrò
Che se cado una volta
Una volta cadrò
E da terra, da lì m'alzerò
C'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò

Ho imparato a sognare,
Quando inizi a scoprire
Che ogni sogno
Ti porta più in là
Cavalcando aquiloni,
Oltre muri e confini
Ho imparato a sognare da là

Quando tutte le scuse,
Per giocare son buone
Quando tutta la vita
È una bella canzone
C'era chi era incapace a sognare
E chi sognava già

Tra una botta che prendo
E una botta che do
Tra un amico che perdo
E un amico che avrò
Che se cado una volta
Una volta cadrò
E da terra, da lì m'alzerò

C'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò
C'è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò


Senza neanche accorgersene, il Demone Ignis aveva avuto gli occhi lucidi per circa metà del brano, ripensando a tutte le vicende del suo passato.
Non era stata una vita comune la sua e nemmeno esageratamente felice: una vita fatta di conquiste, di sbagli, di persone divenute sfiduciate ed altre ormai scomparse.
Nella sua mente ripercorreva ogni singolo attimo delle sue pazzie, ogni singolo frammento della gioventù, dell'adolescenza incosciente, della maturità conquistata.
Quando anche l'ultima nota scomparve dall'eco di quella camera da letto, il Vulcano sospirò con pesantezza, quasi spompato di ogni energia.
Si alzò lentamente in piedi, riponendo al suo posto la chitarra, per poi avvicinarsi ancora una volta alla gattina e prenderla in braccio.
Con Meisa stretta al petto, il giovane uomo si andò a sistemare sul letto, sdraiato, mettendosela poi al fianco, guardandola negli occhi.
Una mano ancora a farle qualche carezza sul petto, un sorriso morbido, voce quasi sussurrata.

Ti va di riposare un po'?
... Ricordati una cosa, Meisa...
Sei nella mia vita da poche settimane...
Ma puoi fidarti di me, almeno tu...


Immagine

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Messaggioda Anko » 13/04/2018, 22:44

2114年 02月04日
Baton Rouge, Louisiana
Ore 14 Minuti 59


Faceva freddo per restarsene troppo tempo all'esterno, senza alcuna protezione, ma sembrava che il suo "padrone" non sentisse affatto le gelide temperature invernali. Itsuki si allenava sulla base della musica ricreata dal suo migliore amico Kisuke, musica che secondo il modesto giudizio della Minazuki "spaccava". Lei se ne stava tranquilla, accucciata accanto al Danma, osservando gli allenamenti dell'Amakura con un certo interesse e sentendo l'irresistibile impulso di allenarsi anche lei. Era atletico, definito, veloce, con una tecnica impareggiabile, ma questo la guerriera lo aveva già compreso da tempo. Pur non essendo per niente felice della propria condizione, riusciva un po' a dimenticare i propri problemi, specialmente quando poteva passare del tempo con Kisuke. Il quale conosceva il suo segreto e lo stava mantenendo, sulla base di una promessa fattagli dalla Minazuki stessa.

Beh allora?
Che cosa ne dici?
Sincero però!
Lo sai che accetto le critiche
!

Sei troppo paranoico...
Sai perfettamente di cavartela alla grande!
Il pezzo spacca, dà carica e grinta, ok?


Per una volta, sono d'accordo con lui...

Prrrr... Prrrr...

Fissava con gli occhietti socchiusi il Danma, facendosi scaldare dai raggi solari. Le piaceva la sensazione del calore sul pelo, per questo aveva scelto quell'angoletto, ben vicino al suo nuovo amico, ma anche bello caldo e soleggiato. Lei aveva la pelliccia, certo, ma a differenza dell'Amakura non possedeva un Fuoco così alto da sopportare anche temperature basse.

Ehi, Meisa, a te invece è piaciuta?

Nyau!

Ci puoi scommettere Amakura!

Non poteva parlare, ma poteva far capire al Danma che avesse apprezzato, strusciandosi con la testolina contro le sue gambe, mentre l'altro sistemava ogni cosa dentro il borsone. Quel giorno sarebbe andato via e lei doveva ammettere che la cosa la rendeva un po' triste. Era bello poter parlare con qualcuno, essere sé stessa senza fingere, ma l'Ignis non poteva rimanere lì per sempre. Aveva una casa ed una sorella dall'altra parte del mondo che lo aspettava, per questo doveva andare via. Lo comprendeva, ma al tempo stesso se ne dispiaceva tantissimo.

Non sbuffare, ce lo siamo meritati, anzi che ha sopportato bene il colpo, lo dico sempre...

Con me lo ha sopportato perché sono il fratello, sei tu il problema amico, ormai è risaputo!

Potrei prendere anche il Premio MagiNobel per la Pace e forse sarebbe ancora sospettosa!

Beh tu intanto prendilo, poi vediamo! Posso darti una mano maggiore nel convincerla con un titolo del genere, ahahah!

Ahahahah!

Non sapeva che cosa avessero combinato i due per far arrabbiare così tanto la sorella di Kisuke, ma era evidente che l'Amakura ancora ne soffrisse. Sembrava particolarmente legato a lei, forse erano stati insieme, e adesso invece si ritrovava tutto solo a sopportare la sfiducia della donna. Anko non voleva essere cattiva, ma un po' era rincuorata che Itsuki non avesse nessuna fidanzata ufficiale. E se poi avesse scelto di riconquistare il proprio onore? Avrebbe dovuto convincerlo a lasciarla e a sposare lei, per farlo. Già solo così le cose non erano affatto semplici per lei, figurarsi poi con una fidaznata indesiderata di mezzo.

Prrrr... Prrrr... Prrrr...

Devi per forza andare via?

Ricordi la promessa che mi hai fatto Meisa?

Prrr... Nya!

Sì, lo ricordo, tranquillo...

... Fai la brava e non dare troppe preoccupazioni al tuo padrone!

... Nyau!

Niente più sfide, promesso.

Sei e resterai sempre la più bella micetta che abbia mai visto...

Nya!
Prrr....


Modestamente, in questa forma ho un pelo davvero morbidissimo...

Non aveva capito di risultare per il Danma tanto attraente. Forse perché lei non era una femmina come tante altre se ne potevano incontrare in giro. Non faceva caso a certe cose, pensava unicamente al proprio scopo nella vita, uno scopo che ormai era andato a p*****e proprio a causa sua. Non poteva che biasimare sé stessa per quello che era successo, ma adesso di fronte a lei si era aperto un baratro difficile da superare. Le domande su cosa avrebbe fatto della propria vita erano all'ordine del giorno, accompagnate spesso e volentieri da una forte depressione nel rendersi conto di aver sprecato i suoi anni migliori. Niente ragazzi, niente feste, niente scuola... Aveva perso la possibilità di fare una miriade di esperienze che adesso le mancavano, la facevano sentire inadeguata e finita. Pensieri che in quel momento però la Minazuki scacciò via, perché già si sentiva triste per la partenza del Danma, non voleva aggiungere altro carico al proprio stato d'animo.

Ti ci sei affezionato quasi quanto me, eh Kisuke?

Puoi dirlo forte...
Ammetterai però che è una gatta davvero in gamba...
E poi dove la trovi un'altra che ti evita il cambio della sabbietta perché va sempre fuori!?


Oh guarda, solo per quello la adoro alla follia, la mia palletta di pelo senza coda!

Sono una signorina io, mi imbarazzo a fare i miei bisogni di fronte ad uno sconosciuto...

Era quello il vero motivo per cui la Minazuki evitava di utilizzare la sabbietta messa a disposizione dall'Amakura. E se poi, mentre la stava facendo, lui passava a guardarla? No, non ce l'avrebbe mai fatta, per questo aveva adottato un'altra situazione, neanche troppo fastidiosa perché in realtà le bastava trattenersi fino a quando il Vulcano non andava via per lavoro, poi poteva usufruire del suo bagno quanto le pareva. Una condizione che tanto sarebbe finita presto, quando cioè avrebbe raccontato ad Itsuki la verità su chi lei fosse veramente.

Vorrei dirti "Salutami tua sorella" ma...

Già... Un "Ma" grosso come il pianeta... Come al solito al massimo parlerò bene di te!

Ci conto!

Nyau!

Torna a trovarmi!

Lo vide andarsene via e lo seguì con lo sguardo fino alla fine, sentendo dentro di sé un po' di tristezza. Solo in quell'istante Anko si rese conto di quanto le mancasse il contatto umano, a seguito forse delle vicende che l'avevano vista coinvolta. Aveva bisogno di un amico, di una persona che le stesse vicino, ma non poteva contare su molte conoscenze. Kisuke era stato davvero un colpo di fortuna per lei, ma adesso che lui non c'era più ritornava il vuoto lasciato dalla solitudine, nata dalla consapevolezza che nessuno avrebbe potuto comprendere come si sentisse.

La sai una cosa?

Nyau?

Aveva seguito l'Ignis in casa e poi in camera da letto, dove si era seduto sul bordo del materasso. Sembrava pensieroso, assente, ma aveva dalla sua una persona pronta ad ascoltarlo, anche perché non è che avesse molto altro da fare. Per questo motivo, seduta per terra, la Minazuki lo fissava, aspettando che egli le spiegasse a cosa stesse pensando.

Certe volte penso di aver proprio sprecato la mia vita...
Ho portato avanti un compito che poi si è rivelato nullo.
Avrei potuto cambiare le cose, scegliere di inseguire qualche progetto in più, ma non l'ho fatto.
E ora mi ritrovo dentro questa stanza a parlare con te, una gattina tanto comprensiva, con una insana voglia di tornare indietro nel tempo.
Però tocca farsi sempre forza, Meisa, altrimenti si finisce con il rimanere bloccati nella depressione e non uscirne mai.
C'è solo una cosa che ci può salvare: continuare a sognare.


Il mio sogno era essere una guerriera rispettata e al servizio dei Kurosawa...
So come ti senti, ma non è facile continuare a fare ciò che tu dici...
Tu hai un lavoro, una bella casa, un amico fidato, una famiglia che ti vuole bene...
Ma io? Io sono sola al mondo, in questo momento...


Abbassò la testa, dispiaciuta, di nuovo depressa, rialzandola solo per vedere l'Ignis che imbracciava la sua chitarra. Non gliel'aveva mai vista suonare, ma evidentemente doveva esserne capace perché strimpellò qualche nota su di essa con fare sicuro. Aveva gli occhi carichi di tristezza e malinconia la Minazuki, gli stessi identici dimostrati dal suo acerrimo avversario.

Non parlo del sogno che si fa quando si dorme, intendo il sogno di qualcosa di meglio, di un cambiamento, di una evoluzione...
Sia nel bene che nel male, sia nei momenti più belli che in quelli più brutti, continuare a sognare rinnova la speranza che non sia tutto finito...
Hai presente Kirie, la signorina che è passata di tanto in tanto a trovarmi?


Kurosawa-sama?

Lei ad esempio sta vivendo il suo sogno adesso quando prima non le era concesso e ha scoperto quanto sognare sia meraviglioso...
Tempo fa credevo di poter essere io la matrice dei suoi sogni ma alla fine lo è diventato qualcun altro, però in fondo va bene anche così...
Perché nonostante tutto inseguendo il mio obiettivo ho comunque imparato qualcosa, ho assimilato degli insegnamenti e li porterò sempre con me...
Non ho idea quando mi torneranno utili, non ho idea di come li userò al di fuori del mio precedente destino ma pazienza, per adesso mi limito a sognare e poi quel che sarà sarà...


Nessuno ha deciso il tuo destino, Amakura.
Per me invece è stato così. Ed ero orgogliosa di poterlo adempiere...


Lui le fece il gesto di salire sul letto e lei lo fece, andando ad acciambellarsi accanto al ragazzo. Poco dopo, eccola lì con gli occhi chiusi, distesa, a far finta di dormire, mentre invece ascoltava con attenzione la canzone cantata da Itsuki. Aveva una bella voce, una voce calda e piacevole da ascoltare e come aveva intuito era anche bravo con la chitarra. Pur avendo sempre provato odio e disprezzo nei suoi confronti, Anko scoprì molte qualità dell'italo-giapponese. Era un essere umano come lei, era umile e per niente spavaldo, aveva un cuore buono e generoso e veramente puro. Inoltre -ma questo fu più difficile da ammettere- era molto bello. Cercava di non soffermarsi troppo sul suo corpo per non destare sospetti, ma quando lo vedeva allenarsi era più difficile non sentirsi attratti da lui. E per ultimo, cosa da non sottovalutare, sembrava che in parte egli potesse comprendere ciò che stesse provando la Minazuki.

Prrrrr... Nya?

Dove mi porti?

Venne presa in braccio, sistemata sul suo petto e poi affianco, stesa sul letto insieme a lui. Lui la fissava negli occhi e lei ricambiava lo sguardo. Non si era avvicinata così tanto ad un maschio da anni e la cosa, anche se in forma Animagus, la portò un minimo ad imbarazzarsi. Meno male che avendo la faccia coperta di peli, quel rossore non era visibile. Ma Meisa la gatta non sapeva che le variazioni del suo elemento erano come un libro aperto per il Vulcano. Il quale però non disse nulla, invitando la sua micetta a riposare insieme a lui.

Ti va di riposare un po'?
... Ricordati una cosa, Meisa...
Sei nella mia vita da poche settimane...
Ma puoi fidarti di me, almeno tu...


Non disse nulla, sul momento, continuando a fissarlo con espressione enigmatica. Poi avvicinò il musetto alla bocca di Itsuki, toccandola con la propria. Un bacio, per modo di dire, perché ella era ancora sotto le sembianze di una gatta, ma comunque fu inequivocabile quel gesto, dato perché l'altro si sentiva giù di morale. Un modo forse per fargli comprendere che accettava le sue parole, che avrebbe provato a renderle reali, perché bastava togliersi dagli occhi anni di odio per vedere con chiarezza che l'Amakura fosse la persona più degna di fiducia che conoscesse. Probabilmente era stata trasportata dall'emozione del momento, ma per la prima volta Anko scelse di rimanere a dormire appiccicata a lui. Di solito durante la notte tendeva ad andarsene via, ma in quel momento sentiva il bisogno di essere anche lei abbracciata e coccolata, condividendo quella necessità con l'uomo. Erano entrambi soli, ma insieme nella loro solitudine.

Presto ti dirò tutto, Amakura...

終わり
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Messaggioda Anko » 21/06/2018, 1:59

2114年 02月08日
Baton Rouge, Louisiana
Ore 17 Minuti 32


Scorreva molto lento il tempo quando la decisione di agire era stata finalmente presa. Erano passati solamente tre giorni da quando Kisuke era andato via dalla Louisiana, ma Anko non aveva affatto dimenticato la promessa che gli aveva fatto. Il migliore amico di Itsuki aveva accettato di non raccontare la verità su di lei in cambio però che fosse la Minazuki stessa a dirgliela, entro tre settimane. Le settimane erano trascorse ed il suo compito non era diventato per nulla più semplice, anzi se possibile si era aggravato man mano che le ore passavano e che la forte guerriera sentiva il peso di quella macchia sporcarle la coscienza.

... Devo dirglielo...
... Non posso continuare a mentirgli...


Immagine


L'Amakura, da quando l'aveva accolta in casa scambiandola per una gatta randagia, si era affezionato a quella micetta a cui aveva dato il nome di Meisa. Pur non piacendole l'idea di approfittare della situazione, Anko era stata costretta a farlo, spinta dal suo orgoglio a non rivelargli chi fosse, spinta dalla necessità di non sapere dove andare né cosa fare. Non aveva preso ancora nessuna decisione, non sapendo se seguire i dettami della sua tradizione -sposare Itsuki dopo che questi l'aveva sconfitta- oppure, come aveva suggerito suo nonno, cambiare totalmente la propria vita, il proprio scopo, sé stessa, scegliendo lei per la prima volta che strada seguire.
L'odore della libertà le inebriava i sensi, la volontà di continuare a lottare faceva ribollire il suo animo ed in mezzo a queste due vie, ella rimaneva ferma, bloccata dalla consapevolezza che quella scelta avrebbe cambiato per sempre il proprio destino.
Non le si poteva chiedere di scegliere in breve tempo, non le si poteva chiedere di farlo dopo che aveva passato un'intera vita lasciando che fossero gli altri a scegliere per lei. Kirie Kurosawa aveva deciso che sarebbe stata lei l'erede dei Minzuki destinata a proteggerla; suo nonno le aveva imposto quello stile di vita duro e fatto di sacrifici e suo padre aveva scelto per lei ciò che dovesse sapere e non sapere. Nessuno le aveva mai dato la possibilità di fare qualcosa agendo semplicemente come le suggeriva l'istinto e quell'unica volta che lo aveva fatto i risultati erano stati disastrosi.

A breve rientrerà a casa...
Mi sembra di sentire i suoi passi...


Aveva imparato a conoscere un po' meglio Itsuki, vivendo a stretto contatto con lui. Non era il bastardo che credeva essere, anzi il suo carattere, il suo comportamento, i suoi atteggiamenti dolci e teneri nei suoi confronti l'avevano all'inizio messa sulla difensiva, poi disorientata ed infine l'avevano spinta a rivedere tutto quanto. Provava ancora un forte risentimento nei suoi confronti per averla sconfitta e perché il nome degli Amakura continuava ad infangare quello dei Kurosawa. Ma non poteva negare a sé stessa che Itsuki non fosse una brava persona, gentile con i più deboli, implacabile con i nemici. Quel tipo di qualità che avrebbe voluto vedere in un marito e che in quel momento, a ripensarci, le fecero arrossire le guance di vergogna all'idea di lei e e l'Amakura insieme.

Non sono costretta a sposarlo e anche se fossi costretta non dovrebbe piacermi!
Sarebbe un matrimonio per dovere, non certo per piacere...
Devi toglierti dalla testa che possa uscire qualcosa di bello da quel pervertito!


Più di una volta sotto forma di Meisa era stata costretta ad assistere alla scena dell'uomo che girava nudo per casa, magari cercandola per farle delle coccole che lei, in quel momento, non voleva. Era convinta della totale innocenza dell'Ignis la Minazuki, perché se avesse anche solo sospettato che egli glielo facesse apposta solo per prenderla in giro, probabilmente sarebbe ritornata umana all'istante cercando di ucciderlo con il proprio naginata.

Questo... Questo è lui!
Ne sono sicura.


Scattò in piedi dal divano dove si era messa seduta, cercando di sistemarsi nervosamente il vestiario. Indossava un paio di jeans scuri attillati, scarpe con il tacco, maglietta a maniche lunghe con girocollo e fantasia a righe e sopra di essa una camicetta. Non voleva spaventare l'Amakura né metterlo sulla difensiva, per questo motivo attese che egli arrivasse in salotto -dove Anko si trovava in quel momento- pronta a richiamare la sua attenzione. Un approccio per nulla delicato quello della Minazuki, ma almeno avrebbe subito fatto comprendere ad Itsuki come stessero realmente le cose. Probabilmente, nel vederla lì in piedi in silenzio, l'Ignis avrebbe finto sorpresa, chiedendole -come giusto che fosse- che cosa ci facesse lei in casa sua.

Amakura-san mi dispiace di essermi intrufolata in casa tua di nascosto ma ho le mie buone ragioni.
Ti prego, siediti e permettimi di parlarti...
C'è una cosa importante che devo dirti.


Non gli aveva mancato di rispetto, perché sapeva di essere lei quella nel torto più totale. Cercò da subito un dialogo che fosse quanto più possibile diplomatico, perché sapeva che avrebbe dato al giovane uomo un grosso dispiacere, rivelandogli che la gatta a cui si era tanto affezionato altri non era che la Minazuki stessa.

...

Si era ripromessa che sarebbe stata educata e sincera. Che una volta arrivato Itsuki si sarebbe inchinata di fronte a lui per chiedergli scusa, raccontandogli di averlo ingannato per tutto quel tempo. Ma era davvero difficile parlare e raccontare la verità, specialmente quando orgogliosamente non avrebbe mai voluto abbassarsi ad un livello tanto inferiore rispetto all'Amakura. Rimaneva ferma a fissarlo, lui seduto e lei in piedi, con lo sguardo di chi si stava strozzando con le parole che non riusciva a dire.

Per tutto... questo tempo... Io ho approfittato della tua ospitalità per... nascondermi... dopo essere stata sconfitta da te...
La mia famiglia non ha approvato ciò che ho fatto e di conseguenza... Sono stata cacciata di casa...
Non sapevo dove altro andare... Ho perso il mio onore in battaglia contro di te, ma l'ho perso una seconda volta approfittando della tua ignoranza per restare in casa tua senza che tu lo sapessi...
... Credo ormai che tu abbia capito chi io sia veramente... E per questo motivo mi... dispiace... per ciò che ho fatto...


Due secondi di silenzio. Poi infine si chinò in avanti, decisa a rimanere in quella posizione fino a quando Itsuki non avesse parlato. Sapeva di averlo ferito e la cosa la disturbava, sia perché non voleva sentirsi in debito con lui per nessun motivo, sia perché da un lato l'avergli dato un dispiace un po' faceva dispiacere anche lei.
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Messaggioda Itsuki » 25/06/2018, 14:44

08 Febbraio 2114
Galleria Commerciale
Quartiere Semi Centrale Magico
Baton Rouge - Louisiana
Ore 17:14


All'Amakura non dava così tanto fastidio che Anko stesse rimanendo lì in forma felina, per quanto fosse abbastanza curioso di sapere quando sarebbe uscita allo scoperto.
Meisa era una gattina molto dolce, affettuosa ed anche tanto bisognosa di affetto, bisogno probabilmente condiviso con la sua vera forma umana.
Itsuki si era aperto con lei proprio come si faceva con un animale domestico, senza percepire chissà quale tipo di vergogna o fastidio.
Tipico suo seguire spesso e volentieri un istinto innato, un impulso da tempo controllato ma sempre presente, a differenza dell'amico Kisuke, ancora ogni tanto testa matta.

Chissà quanto gli avrà rotto il c***o Fujiko...

Ogni volta che rientrava in Europa, puntualmente il Danma veniva sommerso da domande provocatorie e insinuanti da parte della sorella iper apprensiva.
Oramai aveva tutti e tre una trentina d'anni, perché proseguire a comportarsi in quella maniera?
Beh, l'Assistente di Nausicáa Patroklos era stata fin troppo scottata dagli eventi del passato per non risentire più della paura del peggio in agguato.
E così al povero fratello toccava tranquillizzarla e farle capire che ormai i tempi della Yakuza erano finiti del tutto.

Forse ho un po' esagerato oggi, ma si comporta così bene che se lo merita...

Nella tasca della giacca, rimpicciolita a dovere con la magia, stava una busta della pescheria dove bene incartato c'era un trancio di salmone di primissima scelta.
Il colore arancio acceso e luccicante, le striature bianche e ondeggianti, il profumo di appena pescato, praticamente per un gatto il top del top.
Inoltre Itsuki sapeva bene che continuare a darle tonno presto o tardi l'avrebbe uccisa, anche perché non era realmente ricco di chissà quali sostanze.
Mentre in quel salmone c'erano tutte le proteine e l'omega3 necessario affinché alla cara Anko venisse restituita un bel po' di energia.

Magari ne cucinerò un bel pezzo condito in padella con aromi e olio per me a cena, lasciandolo accidentalmente sul tavolo prima di andare a dormire...

Meisa in quanto "Gatta" era ladra, quindi non si sarebbe certo stranito il suo padrone se l'indomani avesse trovato il piatto vuoto.
In quella maniera la Minazuki avrebbe potuto mangiare anche qualcosa di cucinato e abbondante di sapore e gusto, anche perché Itsuki in cucina se la cavava proprio alla grande.
Attraversò la strada commerciale, con ancora gli occhiali da sole indosso, non essendo calata del tutto la pallida stella gialla.
Un completo di quelli che se l'avesse visto in quella maniera la sorella di Kisuke, probabilmente sarebbe morta... O almeno a lui piaceva pensarla così.

Immagine

Ci fu però un evento che modificò tutti quanti i suoi piani normali per la serata.
Anko aveva deciso di parlare e dire tutta la verità e di questo lui se ne accorse piuttosto facilmente: l'Elemento nello Spirito di lei non era rimpicciolito.
Chiaramente nel corpo di una micetta era ridotto come potenziale, mentre invece adesso la sua identità era naturale e standard.
Quindi, pur sapendo che stesse per rientrare aveva deciso di restare in forma classica.

È troppo sveglia per non essersi accorta di me, questo vuol dire che forse si sia decisa...

Sorrise tra sé, arrivando all'ingresso dell'abitazione per poi aprire e richiudere la porta alle proprie spalle.
La busta con dentro la cena venne riportata a dimensioni normali e posata sopra il tavolo della cucina.
Doveva assolutamente tirar fuori il suo perfetto lato da attore ignaro e perplesso.
Ecco perché giunse dentro al salotto chiamando la propria gatta, facendo intendere di non avere la più pallida idea di chi fosse l'ospite indesiderato.

Meisa?
Meisa tesoro, dove sei finita?
Ti ho portato tanta pappa buona stasera!
Che fine hai fatto Mei-... E tu cosa ci fai qui?!


Amakura-san mi dispiace di essermi intrufolata in casa tua di nascosto ma ho le mie buone ragioni.

E meno male che il Ninja dei due ero io!

Ti prego, siediti e permettimi di parlarti...
C'è una cosa importante che devo dirti.


... Ok ok, va bene d'accordo, tra poco mi dirai tutto quello che vuoi ma dammi qualche secondo, hai per caso vista la mia gattina?
È di colore scuro, bellissima, con la coda piccola e due occhi vispi che ti incantano.
Agile, sinuosa, e poi è diffidente verso il prossimo che non sia io, quindi forse potrebbe essere fuggita quando sei entrata...
... Ecco, vuoi vedere che è scappata a causa tua? Chissà quando tornerà adesso, le avevo preso anche del salmone di prima scelta...


Sapeva come fare la sua parte, il caro Itsuki, scuotendo il capo con aria preoccupata, passandosi una mano dietro la nuca.
A quel punto probabilmente Anko gli avrebbe fatto intendere di sapere che Meisa non sarebbe tornata più, probabilmente.
Una frase strana, all'apparenza, che mise in allarme (per finta) l'Amakura che subito portò lo sguardo attento sugli occhi della Minazuki.
Di seguito, togliendosi la giacca e la cravatta e restando quindi con la camicia, la invitò a proseguire, assumendo una espressione molto seria.

Che cosa intendi dire scusa?

Per tutto... questo tempo... Io ho approfittato della tua ospitalità per... nascondermi... dopo essere stata sconfitta da te...

... Eh?
Ti eri nascosta in casa mia senza che lo sapessi?
Giuro che non ti ho proprio mai vista!
Che poi scusami, cosa c'entra la sconfitta con l'essere stata qui di nascosto?


La mia famiglia non ha approvato ciò che ho fatto e di conseguenza... Sono stata cacciata di casa...
Non sapevo dove altro andare... Ho perso il mio onore in battaglia contro di te, ma l'ho perso una seconda volta approfittando della tua ignoranza per restare in casa tua senza che tu lo sapessi...


... Aspetta aspetta aspetta, quindi mi stai dicendo che in realtà...

... Credo ormai che tu abbia capito chi io sia veramente... E per questo motivo mi... dispiace... per ciò che ho fatto...

Rimase in silenzio a fissare la donna che intanto si era chinata in avanti nella solita posa orientale di scuse e senso di colpa.
Itsuki era un po' burlone, quello sì, ma non sadico o eccessivamente str***o, non con le persone che non se lo meritassero almeno.
Era stato divertente farle gravare un po' il peso di quella intrusione senza permesso, ma alla fine non è che gli avesse combinato guai o altro.
Anzi, a vederla si notava che dovesse recuperare un po' di peso: forse Kisuke non l'aveva messa abbastanza all'ingrasso con le poche cose rubate dalla credenza.

Quindi nessuna sa che tu sia qui, ho capito bene?

Di sicuro ella avrebbe solo scosso il capo, rimanendo ulteriormente piegata in avanti.

Hai fissato il pavimento anche troppo a lungo, basta, tirati su forza.

Non appena ella si fosse messa su, Itsuki si sarebbe avvicinato a lei, arrivandole a pochi centimetri dal corpo.
Era di sicuro molto più alto e imponente rispetto a lei, mentre la guardava ancora enigmatico ma profondo.
Tempo un paio di secondi e poi il giovane uomo l'avrebbe abbracciata o per lo meno ci avrebbe provato.
Una stretta non troppo forte, ma sentita, al termine della quale le sussurrò una cosa assolutamente reale e davvero sincera.

... Mi mancherai e spero tu sia stata una gatta felice in questo poco tempo vissuto a casa mia...

Si staccò poi piano.
Gli occhi un poco lucidi.
Eh sì, ridendo e scherzando l'Amakura era davvero un tenerone in certi casi.
Che sapesse tutto oppure no, si era seriamente avvicinato alla micetta, quella era una verità assoluta, senza prese in giro.

In pratica da adesso in poi avrò una nuova presenza umana in casa e non felina, giusto?
Oppure ti sei scoperta perché hai trovato un nuovo posto dove stare?


Era abbastanza ovvia la risposta: Anko non era priva di cuore e aveva deciso di uscire allo scoperto per non rischiare di aggravare ulteriormente la situazione.

... Senti, io comunque un bel po' di salmone l'ho comprato.
Visto che non devo per forza dartelo crudo, arrangio una ricetta italiana al volo e ti faccio tornare a mangiare bene.
Ti ricordo alla perfezione durante il nostro scontro...
... C***o, hai perso come minimo sette chili.


In quelle condizioni sarebbe durata la metà della metà del tempo in un altro combattimento contro il Demone Ignis.
La condusse fino in cucina, dandole le posate e i piatti da mettere in tavola, mentre prendeva le penne, la panna, il prezzemolo ed ovviamente il salmone.
Un piatto intramontabile della cucina italiana che lui sapeva replicare alla perfezione anche meglio di sua madre.
Anko aveva sempre assaggiato le cose solo riscaldate ma per quella cena avrebbe finalmente mangiato qualcosa di assolutamente espresso.

Ho abbondato nella porzione, buon appetito!

Immagine

Si sedette a sua volta, riempiendo entrambi i bicchieri con dell'acqua fresca e liscia.
Il suo non era un comportamento strano o arrabbiato, più che altro pacato e lineare.
Forse Anko si sarebbe aspettata una reazione diversa, come la volontà di cacciarla via quanto prima.
Ma l'Amakura, ormai doveva averlo capito, non era affatto una cattiva persona.

Hai detto che non hai luogo dove stare, no?
Ti hanno cacciata via e ti sei dovuta nascondere dentro casa del tuo peggior nemico al fine di sopravvivere.
Pensi seriamente che possa decidere di mandarti via in mezzo a una strada?
Non diciamo cretinate, mangia altrimenti si fredda...
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Messaggioda Anko » 25/06/2018, 18:37

L'ultima cosa che avrebbe voluto fare era prendere in giro qualcuno. Anche il suo nemico meritava rispetto, così almeno le aveva sempre insegnato suo nonno. Anko aveva passato un difficile periodo, un periodo che in realtà non era ancora nemmeno finito. La sua confusione l'aveva spinta a nascondersi in casa dell'Amakura, per una sorta di spinta autolesionistica forse, ma anche perché in parte sentiva che il suo destino fosse legato ad Itsuki.
Non poteva ignorare che se egli avesse voluto sposarla, lei avrebbe dovuto sottostare a qualunque condizione. Era stata sconfitta, per cui non aveva alcuna voce in capitolo al riguardo, ma suo nonno le aveva comunque offerto la possibilità di abbandonare ogni cosa ed essere completamente libera.
Il problema era: che cosa voleva Anko Minazuki?
Sentiva un fortissimo desiderio a scappare via e a ricominciare da capo, ma dall'altra parte c'era il suo giuramento verso Kirie, la sensazione che dovesse proteggerla altrimenti avrebbe infranto i suoi doveri nei confronti della Kurosawa. Tutto questo aveva dovuto affrontare la Minazuki in quelle ultime settimane, non parlandone con nessuno, nemmeno con il migliore amico di Itsuki, Kisuke Danma. Non ne avrebbe avuto il tempo, comunque, perché le sue visite duravano sempre troppo poco e poco egli poteva comprendere del mondo della Minazuki.
Quel periodo, comunque, doveva avere per forza di cose una fine. Anko sentì la porta aprirsi e attese che l'Amakura arrivasse in salotto, cercando di calmarlo prima che potesse cacciarla via senza darle modo di spiegarsi.

Ti prego, siediti e permettimi di parlarti...
C'è una cosa importante che devo dirti.


... Ok ok, va bene d'accordo, tra poco mi dirai tutto quello che vuoi ma dammi qualche secondo, hai per caso vista la mia gattina?
È di colore scuro, bellissima, con la coda piccola e due occhi vispi che ti incantano.
Agile, sinuosa, e poi è diffidente verso il prossimo che non sia io, quindi forse potrebbe essere fuggita quando sei entrata...
... Ecco, vuoi vedere che è scappata a causa tua? Chissà quando tornerà adesso, le avevo preso anche del salmone di prima scelta...


Doveva avere proprio qualche problema mentale la guerriera giapponese, se nel sentirsi descrivere in quel modo dall'Amakura provò una sorta di orgoglio felino vanitoso. Peccato che lei NON fosse un gatto e per quanto le parole di Itsuki le facessero piacere, dall'altra parte sapere che presto gli avrebbe dato un grosso dispiacere non faceva altro che acuire i suoi sensi di colpa.
Ormai era inutile mentire e non lo avrebbe fatto comunque a causa della promessa fatta a Kisuke. Era stata disonorata, ma non avrebbe mai perso l'orgoglio di essersi sempre comportata come imponeva il codice del samurai, la sua bibbia di vita. L'italo-giapponese non era stupido e nonostante la Minazuki non avesse detto apertamente che era lei Meisa, egli comunque intuì subito la verità dalle sue parole biascicate insieme alle scuse. Si era anche inchinata, rimanendo ferma in quella posizione, perché sapeva di averla combinata veramente grossa e che difficilmente avrebbe potuto ottenere il suo perdono. Non che la cosa le importasse, però forse un minimo l'avrebbe dispiaciuta.

Quindi nessuna sa che tu sia qui, ho capito bene?

Nessuno.

Fece anche cenno di no col capo, a rafforzare quella negazione.

Hai fissato il pavimento anche troppo a lungo, basta, tirati su forza.

Obbedì unicamente perché ora lei si trovava in una posizione di inferiorità rispetto all'Amakura. Aveva reagito in maniera piuttosto pacata, ma quando il giovane uomo si avvicinò a lei, sovrastandola, Anko non poté fare a meno di pensare che l'avrebbe picchiata per avergli mentito e per avergli tolto una felicità tanto grande come il possedere Meisa.
Doveva avere davvero una bassissima opinione di lui per pensare che fosse in grado di alzare le mani su una donna, ma in verità Anko non pensava una cosa del genere unicamente verso l'Amakura, ma lo estendeva un po' a tutto il genere maschile. Era stata abituata a combattere, quindi si aspettava che anche gli altri fossero in grado di menare le mani all'occorrenza. E a causa del suo caratterino piuttosto sprezzante ed orgoglioso, c'erano state occasioni nelle quali la prima ad alzare le mani era stata proprio lei.
Tutte esperienze di un passato che adesso sembrava così lontano, ma che la mise in un primo momento in allarme. Poi, all'improvviso, Itsuki fece l'unico gesto che non si sarebbe mai aspettata: la abbracciò.

Eh? Che cosa sta succedendo?!

... Mi mancherai e spero tu sia stata una gatta felice in questo poco tempo vissuto a casa mia...

Cos'era tutta quella confidenza? Perché la abbracciava con sentimento? Forse, sotto sotto, l'Amakura provava qualcosa per lei? E perché a lei una cosa del genere stava dando non pochi battiti violenti del cuore ed un continuo innalzarsi e sferzare degli elementi più scapestrati che possedesse?
In verità, in quei pochi secondi il cervello di Anko andò in black out totale ed il suo cuore si fermò, per poi riprendere a battere un po' più deciso e caldo grazie alle parole gentili che le aveva rivolto l'italo-giapponese. Da quando era iniziata tutta quella storia, nessuno l'aveva mai abbracciata, né lei aveva chiesto che qualcuno lo facesse, spinta dal suo orgoglio di volersi sentire forte ad ogni costo. Eppure adesso che era accaduto, aveva compreso quanto ne avesse bisogno. La sua non era una situazione facile da affrontare e lo aveva fatto da sola, solo negli ultimi tempi aiutata un po' da Kisuke.
Tutte quelle sensazioni Itsuki le avrebbe sentite attraverso gli elementi di lei, ma spettava a lui decidere se prenderne atto e agire di conseguenza oppure fare finta di nulla. In ogni caso, proprio nel momento stesso in cui la Minazuki finalmente si era quasi decisa ad alzare le braccia per ricambiare quel gesto, il giovane uomo si staccò ed ella perse quindi la propria occasione di dimostrargli quanto bisogno avesse di contatto umano.

... Stai piangendo?

Anche lei avrebbe voluto farlo, ma si sarebbe trattenuta, lasciando ad altri la possibilità di dimostrarsi deboli. Non voleva che nessuno la vedesse in quel modo, sebbene non si rendesse conto di quanto apparisse disperata, con le guance leggermente più incavate rispetto all'ultima volta che l'Amakura l'aveva vista. Nonostante i pasti segreti che le aveva fornito il Danma, ella continuava ugualmente a non riprendere abbastanza chili per via della dieta forzata a cui era stata costretta ad aderire.

In pratica da adesso in poi avrò una nuova presenza umana in casa e non felina, giusto?
Oppure ti sei scoperta perché hai trovato un nuovo posto dove stare?


Ho scelto di dirti la verità perché ho promesso ad una persona che così sarebbe stato.
... Inoltre non potevo continuare a nascondermi in quel modo, sapendo che tu avresti continuato ad affezionarti a me senza sapere chi realmente fossi...


Quello forse Kisuke non lo aveva calcolato, ma Anko -proprio per via della sua educazione- difficilmente mentiva o inventava bugie. Era stato difficile per lei ingannare Itsuki, ma adesso che si era scoperta non avrebbe continuato a farlo. Sarebbe stata muta come una tomba e non gli avrebbe mai rivelato il nome di questa persona, ma davvero poteva sperare che l'Amakura non lo intuisse da solo? In un certo senso sì, lei ci credeva veramente, ma quello non era un problema. Il problema era ritrovarsi adesso di fronte a lui, con la testa alzata per non distogliere mai lo sguardo dai suoi occhi, truce in volto, ma anche spaesata, incapace di comprendere che cosa dovesse fare. Era lì in procinto di dirgli che se ne sarebbe andata, perché non poteva credere che egli la volesse davvero ospitare in casa non essendo ancora né sua moglie né la sua promessa sposa. Ma di nuovo l'italo-giapponese fu più lesto di lei a parlare, invitandola a fermarsi almeno per cenare tutti e due insieme.

... Senti, io comunque un bel po' di salmone l'ho comprato.
Visto che non devo per forza dartelo crudo, arrangio una ricetta italiana al volo e ti faccio tornare a mangiare bene.
Ti ricordo alla perfezione durante il nostro scontro...
... C***o, hai perso come minimo sette chili.


... Non fa niente, posso cavarmela anche da sola...

Sempre orgogliosa, ma il suo stomaco mandava tranquillamente a fanculo il suo orgoglio, borbottando e lamentandosi furioso di fronte alla prospettiva di rimanere a digiuno. Probabilmente anche Itsuki avrebbe insistito, facendole notare che non gli sarebbe costato nulla cucinare per due e così alla fine la Minazuki cedette, macchiata ormai da quello che era diventato una vera e propria tentazione per lei: il buon cibo.
Non era mai stata un tipo goloso, ma la cucina di Itsuki la faceva impazzire, pur avendo mangiato sempre e solo degli avanzi. Ora aveva l'opportunità di cenare con un piatto caldo, fumante e delizioso e in un certo senso le fu impossibile non cedere di fronte a quell'idea. Persino la sua espressione si rilassò di molto, sebbene ella continuasse ad evitare di parlare.

Ho abbondato nella porzione, buon appetito!

Itadakimasu...

Giunse le mani, fece un breve inchino con il capo e poi prese la forchetta, mettendosi in bocca quella squisitezza. Il salmone si scioglieva sul palato e il sapore della pasta insieme alla panna aromatizzata col prezzemolo era veramente sublime. Senza nemmeno rendersene conto, Anko aveva già finito metà piatto in soli cinque secondi, ma dovette per forza di cose bloccarsi, altrimenti avrebbe rischiato una pesante indigestione.

Hai detto che non hai luogo dove stare, no?

È così, altrimenti non sarei venuta da te...

Ti hanno cacciata via e ti sei dovuta nascondere dentro casa del tuo peggior nemico al fine di sopravvivere.

Sì e me ne andrò via il prima possibile.

Pensi seriamente che possa decidere di mandarti via in mezzo a una strada?

... Perché no?!

Non diciamo cretinate, mangia altrimenti si fredda...

Quale motivo poteva spingere Itsuki ad essere così tanto gentile e generoso con lei? Lo aveva insultato pesantemente durante lo scontro e lui stesso si era arrabbiato tantissimo, alla fine, tirando fuori il vero sé stesso e massacrandola. Non poteva essere pietà e compassione, quella, avrebbe dovuto trattarsi sicuramente di qualcos'altro.

... Forse fa così perché... Gli piaccio?

Le spuntò un piccolo sorriso sul volto, pur non volendo compiacersi di una cosa del genere. Non era semplicemente vanità, ma il piacere di sapere che forse ella fosse entrata un po' nei pensieri di un ragazzo degno di lei al livello combattivo. In fondo, se si fossero sposati, non sarebbe stato poi così male. Era bello, forte, possedeva un buon cuore e sapeva anche cucinare benissimo!
La Minazuki non aveva capito assolutamente niente, ma per il momento non aveva alcuna intenzione di rivelare i suoi pensieri all'Amakura. Voleva aspettare di vedere se in futuro egli le avesse dato altri segnali per farle comprendere che era interessato e solo allora si sarebbe anche potuta esporre.

Allora ti ringrazio... Cercherò di restare qui il meno possibile, almeno fino a quando non avrò capito cosa devo fare...

Proseguì a mangiare qualche altra forchettata, in maniera più lenta e calma, riflettendo e pensando. Avrebbe tanto voluto poter prendere il posto di suo padre nel proteggere la nuova Capofamiglia, ma alla luce di quanto le era stato rivelato iniziava a credere che per proteggerla avrebbe dovuto agire diversamente da come aveva sempre ipotizzato. Pur avendo teoricamente perso quel diritto nello scontro contro l'Amakura, il suo senso del dovere era molto più forte e caparbio di qualsiasi sconfitta. L'unica cosa che la tratteneva dal correre da Kirie ad aiutarla era semplicemente il pensiero di non averne più alcun diritto.

Come sta oujosama?
... Kurosawa-sama no?
Ti stai assicurando che non le accada nulla di male?
Ti prendi cura di lei?
Non sottovalutare i pericoli... Adesso è tuo compito vegliare su di lei...


Le faceva male dirlo, ma era così e non poteva evitare quella verità.

Spoiler:
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Messaggioda Itsuki » 26/06/2018, 14:51

... Stai piangendo?

Lo trovi tanto assurdo?
Alla fine mi ero affezionato a te, cioè a Meisa.
In un certo senso è come se oggi fosse scappata e non tornerà più con certezza!


Non lo disse con un tono pesante o troppo sofferente, proprio per non farla dispiacere ulteriormente.
Anzi, mantenne comunque un sorriso abbastanza morbido e una voce leggera, calcolatamente tranquillizzante.
Era già preparato all'eventualità di non rivedere più la gatta, ma alla fine aveva ceduto nel tempo all'affezionarcisi ugualmente.
Gli svantaggi dell'essere un Ignis e del cedere facilmente ai sentimentalismi.

... Senti, io comunque un bel po' di salmone l'ho comprato.
Visto che non devo per forza dartelo crudo, arrangio una ricetta italiana al volo e ti faccio tornare a mangiare bene.
Ti ricordo alla perfezione durante il nostro scontro...
... C***o, hai perso come minimo sette chili.


... Non fa niente, posso cavarmela anche da sola...

Tu potrai anche cavartela, ma io non ce la farò mai a finirmi tutto questo salmone da solo, quindi visto che l'ho comprato per te, è tuo dovere aiutarmi a consumarlo!

La mise giù in una maniera abbastanza ironica ma esponendo il pensiero con un fare anche piuttosto serio.
D'altronde davvero aveva preso una marea di salmone e quale modo migliore di consumarlo se non preparando pasta in abbondanza?
Anko aveva sempre assaggiato come avanzo la cucina dell'Amakura ma mai nella sua piena efficenza espressa.
Motivo per cui nell'arco di pochissimi secondi già aveva dimezzato la propria porzione.

Ti hanno cacciata via e ti sei dovuta nascondere dentro casa del tuo peggior nemico al fine di sopravvivere.

Sì e me ne andrò via il prima possibile.

Pensi seriamente che possa decidere di mandarti via in mezzo a una strada?

... Perché no?!

Non diciamo cretinate, mangia altrimenti si fredda...

Nella propria ottica non era venuta chissà quanto bene quella pasta, ma lui era sempre troppo critico nei confronti dei piatti che preparava.
Invece Anko apprezzava, apprezzava eccome, tanto da far sorgere il dubbio all'Amakura di averne fatta anche poca, con tutto che fossero circa 150 grammi a testa.
Poco male, nel caso avrebbe potuto pure arrangiare qualcos'altro, bastava che non la vedesse più con quell'aspetto magro e molto più debole del passato.
Di certo non poteva immaginare quali pensieri astrusi e interessanti si stesse facendo lei, ringalluzzita all'idea di poter già essere entrata nelle "mire" del Demone Ignis.

Allora ti ringrazio... Cercherò di restare qui il meno possibile, almeno fino a quando non avrò capito cosa devo fare...

Tanto ormai l'avrai capito che io qui ci sto davvero poco, esco la mattina e torno il tardo pomeriggio, Sabato e Domenica esclusi.
Quindi tendenzialmente puoi prenderti il tempo che preferisci, tra l'altro se ti va la mattina potremmo anche fare riscaldamento e ginnastica assieme.
Lo pratico tra le 07:00 e le 09:00, perché poi alle 10:00 devo essere al lavoro.
... Ah già, cosa te lo dico a fare, mi hai già visto fare il riscaldamento mattutino!


Immagine

A proposito, come l'hai trovato?

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Sei abituata diversamente?

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È vero!
Adesso che ci penso, potremmo anche fare stretching ad incastro!
Sarebbe davvero comodo e utile...
... Sempre che tu sia d'accordo, chiaramente.


Immagine


Con Kisuke qualche volta ci ho provato ma è stato un autentico disastro!
Intendiamoci, non se la cava affatto male, ma non ha ancora i muscoli elasticizzati come i miei.
Con te invece sarebbe tutt'altra storia.
Anche se forse sarebbe meglio aspettare che tu abbia ripreso almeno tre o quattro chili...


In quello stato fisico, se solo avesse provato a fare una spaccata probabilmente Anko sarebbe morta di dolore.
Ogni cosa a suo tempo e lei ne aveva passato molto, di tempo, in forma felina, rallentando quindi la tonicità dei muscoli e delle articolazioni.
Ma per una persona allenata da sempre come lei sarebbe bastata una settimana abbondante di allenamenti regolari e alimentazione corretta per tornare al top.
Tralasciando comunque la questione addestramento, Anko si sentì in dovere di chiedere notizie di Kirie, non avendo mai abbandonato del tutto il compito di proteggerla.ù

Come sta oujosama?

Eh?

... Kurosawa-sama no?

Aaaahhh, e chiamala Kirie, non avevo capito!

E quando mai l'avrebbe chiamata solo col suo nome senza nemmeno un suffisso?!

Ti stai assicurando che non le accada nulla di male?
Ti prendi cura di lei?
Non sottovalutare i pericoli... Adesso è tuo compito vegliare su di lei...


Ehi ehi, piano, andiamo con una domanda alla volta...
Anche se a dire il vero basta una risposta per tutte...
Kirie-san e non ti aspettare che utilizzi il -sama, anche perché fosse per me userei il -chan, è felicemente fidanzata con un Vice Sceriffo della Vigilanza Magica.
Ho controllato un po' che tipo di persona sia ed è altamente qualificato per proteggerla e non farle accadere nulla di male.
Non posso mettermi in mezzo, sarebbe abbastanza strano, rischierei di rovinare la loro serenità di coppia e non è di sicuro il mio intento.


In parole povere, ancora meno probabilità che la ex Kurosawa decidesse di riprendere il proprio posto come Capo Famiglia.
Ma tanto oramai Anko era stata allontanata da quel compito, non c'era chissà quanto da disperare.
Il suo unico scopo ormai era essere la moglie di Itsuki e recuperare così il proprio onore perduto.
Peccato che ormai il mondo non girasse più in quel modo.

Ah, a proposito di Kisuke, il mio amico, hai presente?
Quello che hai visto di tanto in tanto bazzicare qui in casa.
Ti sta simpatico come persona?
Immagino che pure lui ci resterà di un male nel venire a sapere che Meisa non c'è più...


Eh sì, la parte dello gnorri all'Amakura riusciva proprio alla perfezione.
Se non altro da quel punto di vista Anko stava tranquilla che Kisuke non ci sarebbe rimasto realmente male, sapendo già la verità.
Cara cara Minazuki, ignara che non fosse Itsuki quello tra i due amici ad essersi un po' interessato a te.
Ma d'altronde a restare con la mentalità nel medioevo era facile prendere granchi sulle questioni sentimentali.
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Messaggioda Anko » 29/06/2018, 21:12

... Stai piangendo?

Lo trovi tanto assurdo?
Alla fine mi ero affezionato a te, cioè a Meisa.
In un certo senso è come se oggi fosse scappata e non tornerà più con certezza!


Sempre più convinta la Minazuki che in quel lasso di tempo Itsuki avesse iniziato a vederla sotto un altro punto di vista. Era merito probabilmente della sua forma felina, ma non importava affatto se lui le si fosse avvicinato perché l'aveva creduta una gatta per tutto quel periodo. Stava provando un legame nei suoi confronti, legame che sarebbe servito ad Anko se avesse infine deciso di rimanere sempre fedele alle tradizioni di famiglia e sposarlo. Per il momento si sentiva piuttosto colpita dall'atteggiamento dell'uomo, provando un piacevole calore che si estendeva nel suo basso ventre.
Un calore che saliva anche a scaldarle il cuore, quando l'Amakura si dimostrò premuroso nei suoi confronti, obbligandola quasi a mangiare con lui perché la vedeva fin troppo dimagrita dal loro ultimo incontro. Non fece troppe storie Anko ed accettò, anche perché di fame ne aveva in abbondanza. Lo dimostrò mangiando quasi alla velocità della luce il piatto che le aveva messo davanti Itsuki, trovando quella pasta al salmone davvero squisita. Se ne sarebbe mangiata altre tre porzioni, ma cercò di limitarsi, anche perché rischiava seriamente un'indigestione dalla quale poi sarebbe stato difficile riprendersi.
Era difficile credere che il suo nemico giurato fosse pronto a tenderle una mano e farla restare lì tutto il tempo che le fosse servito per capire quale fosse la sua strada. Eppure sembrava proprio che all'Ignis la compagnia della Minazuki non dispiacesse affatto, anzi insistette pure per farla rimanere! Povera Anko, talmente inesperta da scambiare pura e semplice bontà di cuore con un interesse sentimentale nei suoi confronti.

Allora ti ringrazio... Cercherò di restare qui il meno possibile, almeno fino a quando non avrò capito cosa devo fare...

Tanto ormai l'avrai capito che io qui ci sto davvero poco, esco la mattina e torno il tardo pomeriggio, Sabato e Domenica esclusi.
Quindi tendenzialmente puoi prenderti il tempo che preferisci, tra l'altro se ti va la mattina potremmo anche fare riscaldamento e ginnastica assieme.
Lo pratico tra le 07:00 e le 09:00, perché poi alle 10:00 devo essere al lavoro.
... Ah già, cosa te lo dico a fare, mi hai già visto fare il riscaldamento mattutino!


Sì... Me lo ricordo... perfettamente...

Non era facile dimenticarlo, affatto. Prima di tutto perché era stata costretta a riconoscere la perfetta forma fisica di Itsuki durante quegli allenamenti ed in secondo luogo perché quella situazione l'aveva spesso scaldata in un modo che Anko non sentiva da molto tempo. Non riusciva a comprendere se fosse lui ad essere troppo attraente o lei ad essersi rammollita. La guerriera giapponese ignorava quanto potesse influenzare il suo corpo e la sua mente possedere due elementi tanto ribelli e passionali quali il Fuoco ed il Vento. Ma forse, anche sapendolo, non avrebbe mai accettato l'idea di subirne gli effetti senza lottare.

A proposito, come l'hai trovato?

... Completo... sì...

Sei abituata diversamente?

Ad essere sincera no... Sono poche le differenze fra il tuo allenamento ed il mio.
Davvero singolare... Sembra quasi che lo stile degli allenamenti degli Amakura e quello dei Minazuki si influenzino a vicenda...


Non poteva sapere che suo nonno ed il nonno dell'Ignis erano stati per lungo tempo amici, si erano allenati a vicenda ed avevano affinato le loro tecniche insieme, differenziandole pochissimo. Togliendo quelle segrete di famiglia, tutto il resto era stato perfettamente mescolato dai due uomini, che poi avevano passato le loro conoscenze ai rispettivi figli e nipoti.

È vero!
Adesso che ci penso, potremmo anche fare stretching ad incastro!
Sarebbe davvero comodo e utile...
... Sempre che tu sia d'accordo, chiaramente.


Sì, potremmo farlo.
E quando recupererò le mie forze, ci dedicheremo anche a degli allenamenti seri, sessioni di combattimento corpo a corpo e con le nostre armi...
Mi hai sconfitto Amakura, ma questa sarà solo la spinta che mi aiuterà a superare i miei limiti per diventare ancora più forte.
Prima o poi, sarai tu a finire culo a terra senza riuscire ad alzarti.


Ancora quell'atteggiamento spavaldo ed orgoglioso, che non riusciva proprio ad abbandonare, anche dopo aver perso sé stessa ed il proprio onore. Non aveva alcuna intenzione di permettere che un Amakura fosse più forte di lei, sarebbe stato come impedire a sé stessa di respirare. Desiderava con tutte le sue forze riuscire in quell'impresa, non più per Kirie ma per una questione puramente personale. Nonostante questo, Itsuki si dimostrò piuttosto tranquillo al riguardo, lasciando forse soprassedere quell'atteggiamento per continuare la conversazione normalmente.

Con Kisuke qualche volta ci ho provato ma è stato un autentico disastro!
Intendiamoci, non se la cava affatto male, ma non ha ancora i muscoli elasticizzati come i miei.
Con te invece sarebbe tutt'altra storia.
Anche se forse sarebbe meglio aspettare che tu abbia ripreso almeno tre o quattro chili...


Dammi una settimana.
Con la giusta dieta, riprenderò la forza di un tempo.


Conosceva bene i limiti del proprio corpo e sapeva come prendersene cura, per cui entro una settimana Itsuki avrebbe avuto al suo fianco un'ottima compagna per allenarsi, che non lo avrebbe deluso a differenza del Danma. Il povero Kisuke non poteva competere con due combattenti esperti come l'Ignis e la Minazuki, i quali erano stati addestrati fin da bambini alla lotta e al perfezionamento delle tecniche guerriere di famiglia. Una famiglia il cui centro girava intorno ai Kurosawa, l'ultimogenita e diretta discendente dell'attuale Capofamiglia.
Nonostante il dolore della sconfitta e della sua situazione, Anko rivolgeva spesso i pensieri verso Kirie, chiedendosi come stesse, come fare ad aiutarla e se fosse o no il caso di presentarsi da lei per chiederle solennemente scusa. Lei non possedeva più alcun diritto, ma Itsuki sì, dunque poteva perlomeno sperare che l'Amakura si stesse mettendo d'impegno nel proteggerla, non lasciando che le accadesse nulla di male.

Ti stai assicurando che non le accada nulla di male?
Ti prendi cura di lei?
Non sottovalutare i pericoli... Adesso è tuo compito vegliare su di lei...


Ehi ehi, piano, andiamo con una domanda alla volta...
Anche se a dire il vero basta una risposta per tutte...
Kirie-san e non ti aspettare che utilizzi il -sama, anche perché fosse per me userei il -chan, è felicemente fidanzata con un Vice Sceriffo della Vigilanza Magica.
Ho controllato un po' che tipo di persona sia ed è altamente qualificato per proteggerla e non farle accadere nulla di male.
Non posso mettermi in mezzo, sarebbe abbastanza strano, rischierei di rovinare la loro serenità di coppia e non è di sicuro il mio intento.


Tu... stai lasciando che un gaijin svolga il compito che dovrebbe essere tuo?!
Con quale coraggio riesci ancora a guardarti allo specchio la mattina?


Non voleva insultarlo per il semplice gusto di farlo. La Minazuki si espresse in quel modo perché era rimasta veramente scioccata dall'affermazione dell'Amakura. Aveva lasciato cadere la forchetta nel piatto, fissandolo con sguardo serio e grave, come se avesse appena insultato uno dei kami giapponesi o persino la Trama stessa.

Sei uno stolto Amakura!
Sottovaluti il grande pericolo che incombe su Kurosawa-sama!
Anche io l'ho sottovalutato, per anni, pensando unicamente a me stessa e al desiderio di esserle al fianco quando avesse preso il posto della venerabile Madre, dimenticando che il mio compito è proteggerla sempre e non soltanto quando mi è più comodo.
Non puoi davvero pensare che ora questo dovere ricada sulle spalle di un uomo che non è stato addestrato e non conosce la famiglia Kurosawa come noi.
Oujosama ha bisogno di m... Di te... Di noi, se mi vorrà ancora dopo quello che ho fatto...
Io le sarò sempre eternamente grata per avermi scelta, anche se ho deluso le sue aspettative...


Aveva sempre frainteso tutto, credendo che Kirie non avesse alcuna intenzione di assumersi le proprie responsabilità perché era una persona poco ligia ai suoi doveri. Invece si era trovata in perenne pericolo e lei non aveva fatto nulla per aiutarla, cieca di fronte all'unica verità che riuscivano a vedere i suoi occhi offuscati. Il desiderio di proteggerla era così forte che avrebbe voluto alzarsi da quella tavola e correre da lei, per giurarle completa fedeltà e devozione. Ciò che la bloccava era la consapevolezza di aver perso il proprio onore, una macchia che le impediva di mettersi al servizio della MagiDottoressa. A prescindere da quale sarebbe stata la risposta dell'Amakura, Itsuki cercò di proseguire con il discorso, spostando l'attenzione sul migliore amico.

Ah, a proposito di Kisuke, il mio amico, hai presente?
Quello che hai visto di tanto in tanto bazzicare qui in casa.
Ti sta simpatico come persona?
Immagino che pure lui ci resterà di un male nel venire a sapere che Meisa non c'è più...


Non posso dirlo con certezza.
Forse, imparando a conoscermi meglio, potrà apprezzarmi anche come persona.
In ogni caso è un tipo molto simpatico, sarò felice di potergli parlare faccia a faccia, senza più usare la mia forma Animagus...


Per lei il discorso su Kirie non era ancora concluso. Quel tarlo l'avrebbe portata sicuramente a pensare ancora e ancora sul da farsi. Se Itsuki non assolveva al proprio compito, allora come poteva dormire sogni tranquilli, sapendo che lei fosse in pericolo? Doveva fare qualcosa, magari incontrarla, chiederle perdono e sentire dalle sue labbra che non voleva nessuno al proprio fianco a proteggerla. Sì, quella poteva essere una soluzione, ma avrebbe significato scaricare le proprie responsabilità sulle spalle della Nonomiya. Non poteva farle questo, no, doveva essere Anko a scegliere e non altri al suo posto. Il Vento in lei esigeva questa libertà o si sarebbe pentito di essersi sottomesso a lei.
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Messaggioda Itsuki » 02/07/2018, 17:20

... Ah già, cosa te lo dico a fare, mi hai già visto fare il riscaldamento mattutino!

Sì... Me lo ricordo... perfettamente...

A proposito, come l'hai trovato?

... Completo... sì...

Completo e di suo estremo gradimento, a giudicare dal movimento degli Elementi nello Spirito della Benedetta del Mana.
Itsuki era un Ignis di altissimo livello ed era in grado di percepire quelle variazioni con estrema facilità.
Fino ad allora aveva accolto Anko sapendo benissimo chi fosse ma senza mai farglielo capire o sapere.
Continuava su quella linea di gioco: era consapevole che ella si fosse parzialmente eccitata ma fece ugualmente finta di niente.

Sei abituata diversamente?

Ad essere sincera no... Sono poche le differenze fra il tuo allenamento ed il mio.
Davvero singolare... Sembra quasi che lo stile degli allenamenti degli Amakura e quello dei Minazuki si influenzino a vicenda...


Non a caso le nostre due famiglie sono tutt'oggi considerate le migliori, no?

Doveva quindi esserci un vago punto di incontro tra le due, magari determinate nozioni o fondamenti.
Itsuki avrebbe voluto parlare, dire molto di più, ma se lo evitò, voleva lasciare nella serenità quella cena.
Per di più, la Minazuki viveva ancora una condizione difficile e di riflesso un equilibrio molto instabile.
Meglio essere quindi vaghi un po' su tutto e nel frattempo godersi la serata di compagnia, la prima di molte.

È vero!
Adesso che ci penso, potremmo anche fare stretching ad incastro!
Sarebbe davvero comodo e utile...
... Sempre che tu sia d'accordo, chiaramente.


Sì, potremmo farlo.
E quando recupererò le mie forze, ci dedicheremo anche a degli allenamenti seri, sessioni di combattimento corpo a corpo e con le nostre armi...
Mi hai sconfitto Amakura, ma questa sarà solo la spinta che mi aiuterà a superare i miei limiti per diventare ancora più forte.
Prima o poi, sarai tu a finire culo a terra senza riuscire ad alzarti.


Oh, non vedo l'ora, An-chan!

Le fece un occhiolino e subito dopo una linguaccia, sorridendole con una particolare intensità negli occhi.
Per Itsuki misurarsi e migliorare faceva parte di un piacere, fonte di divertimento e appagamento personale interiore ed esteriore.
Ma agli occhi di Anko sarebbe potuto apparire anche come uno sguardo interessato, forse anche in parte affascinato dalla sua bellezza.
Insomma, l'avrebbe condotta molto fuori strada ed anche in quel caso senza volerlo.

Ehi ehi, ok, non ti scaldare, niente An-chan, d'accordo!
Vorresti sempre... Ehm... Ah sì, Minazuki-sama?
Perché lo trovo un po' troppo altisonante...
... Se ci basassimo sulla versione occidentale e ci chiamassimo solo per nome?


Tentò quella proposta folle, sperando che anche solo per un secondo ella la considerasse.
D'altronde di sicuro non aveva mai chiamato Kisuke con il suffisso e l'amico viceversa.
Anche sua sorella, Fujiko, aveva dimenticato completamente quel modo di fare.
D'altronde se adesso Anko viveva lì, doveva un poco amalgamarsi alle usanze occidentali, giusto?
A parte quello, sembrava che la cosa più importante per lei comunque rimanesse Kirie.
Desiderava sapere che in qualche modo l'Amakura fosse ancora con il controllo completo della situazione.
Peccato che Itsuki aveva da tempo capito quanto fosse meglio lasciarle i suoi spazi, concetto non tanto bene afferrato dalla Minazuki.

Tu... stai lasciando che un gaijin svolga il compito che dovrebbe essere tuo?!
Con quale coraggio riesci ancora a guardarti allo specchio la mattina?


Gentile... Parecchio!
E tu con quale coraggio riesci a dire certe cose verso chi ti ha ospitata ignaro per settimane e ti sta offrendo altra ospitalità?


Le scoccò un'occhiata truce (per finta ovviamente), scuotendo poi la testa sbuffando.

Relax, non me la sono mica presa, però anche tu cerca di capire.
Quei due stanno insieme, non voglio rovinargli la relazione stando in mezzo.
Hanno tutti i miei contatti e semmai servisse il mio aiuto, sanno che correrei.
Non è mica uno sprovveduto il compagno, che ti credi?


Sei uno stolto Amakura!
Sottovaluti il grande pericolo che incombe su Kurosawa-sama!
Anche io l'ho sottovalutato, per anni, pensando unicamente a me stessa e al desiderio di esserle al fianco quando avesse preso il posto della venerabile Madre, dimenticando che il mio compito è proteggerla sempre e non soltanto quando mi è più comodo.


Ma non è un discorso di comodità!
Ti rendi conto sì o no che proteggendola nel modo che pensi tu, rischio di rovinarle la relazione?
D'accordo voler proteggere e aiutare, ma non rischiando di farsi odiare per questo.


Non puoi davvero pensare che ora questo dovere ricada sulle spalle di un uomo che non è stato addestrato e non conosce la famiglia Kurosawa come noi.
Oujosama ha bisogno di m... Di te... Di noi, se mi vorrà ancora dopo quello che ho fatto...
Io le sarò sempre eternamente grata per avermi scelta, anche se ho deluso le sue aspettative...


E sapessi che le frega a lei che sei stata sconfitta...
Sei ugualmente una guerriera di altissimo livello, qualità e classe.
Certo che ti vorrà, nel senso, vorrà conoscerti e comunque considerarti nella sua vita.
E poi non è che voglia far ricadere il mio compito sulle spalle di lui, ma è lui stesso che l'ha voluto e gli è stato pure bene.


Ma tanto sarebbe stato molto meglio presto o tardi portarla in Colorado e metterla direttamente in correlazione con Hank e Kirie.
In tal modo, ella avrebbe potuto capire meglio che avesse affianco la ex Kurosawa e di seguito regolarsi e farsi un'idea.
Naturale che adesso come adesso per la Minazuki nessuno fosse all'altezza di proteggere la sua "padrona".
Faceva parte della sua educazione, del suo lignaggio, di tutto ciò che ormai Itsuki, come la stessa Nonomiya, avevano dimenticato da tempo.

Ah, a proposito di Kisuke, il mio amico, hai presente?
Quello che hai visto di tanto in tanto bazzicare qui in casa.
Ti sta simpatico come persona?
Immagino che pure lui ci resterà di un male nel venire a sapere che Meisa non c'è più...


Non posso dirlo con certezza.
Forse, imparando a conoscermi meglio, potrà apprezzarmi anche come persona.
In ogni caso è un tipo molto simpatico, sarò felice di potergli parlare faccia a faccia, senza più usare la mia forma Animagus...


Lo prenderai subito in simpatia.
Su di lui puoi contare, non ti volterà mai le spalle, è un amico vero e fidato.
Basta che non gli fai girare un po' troppo la testa!


Itsuki volle in quella maniera farle capire che potenzialmente ella potesse essere il tipo del Danma.
Peccato che forse alle orecchie della combattente sarebbe arrivata una traduzione più da maschio geloso.
Nel frattempo, i due piatti erano stati spazzolati ed anche con sommo gusto da parte della Minazuki.
Poteva sembrare finito il pasto, ma non del tutto: c'era ancora una sorpresa speciale in serbo per lei.

Alt, dove scappi?
C'è ancora il dessert...
L'ho preparato giusto l'altro ieri e tenuto appositamente in fresco.
Adesso dovrebbe essere pronto per essere mangiato...


L'Amakura andò quindi verso il frigo, dopo aver messo nel lavandino i piatti che presero a lavarsi da soli.
Lo aprì ed estrasse una teglia piena di un dolce davvero ma davvero invitante alla vista.
Emanava un profumo fresco, con note di panna, cacao e nocciola.
Naturalmente, niente che Anko potesse aver mai provato prima in vita sua.

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Tiramisù alla Nutella... Non sai cosa sia la Nutella?
Beh... E' una crema di cacao e nocciole!
La si usa come aggiunta in molti dolci.
Aspetta, adesso ti servo una bella fetta corposa, devi recuperare peso abbiamo detto!


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E di nuovo buon appetito!

Anko non aveva la più pallida di cosa avrebbero percepito le sue papille gustative di lì a poco.
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Messaggioda Anko » 05/07/2018, 21:26

Fino a qualche mese prima non avrebbe mai immaginato che si sarebbe ritrovata nella cucina di un Amakura, a mangiare dei cibi cucinati da un Amakura e a conversare con un Amakura di allenamenti e stretching. Tutto questo le sarebbe apparso assurdo e paradossale, non conoscendo la verità sul legame che aveva unito in passato le loro due famiglie. Gli Amakura e i Minazuki erano amici prima che alleati, un'amicizia che aveva conosciuto il proprio apice grazie ai nonni dei due ragazzi seduti uno di fronte all'altro. Anko ignorava quella verità, Itsuki forse la conosceva già da tempo ma rimaneva zitto di fronte alle innumerevoli prove che si stavano presentando sotto gli occhi della guerriera giapponese. Non capiva la Minazuki, colpa anche del voto di silenzio fatto da suo nonno, il quale preferiva non parlare mai dell'amico ormai defunto. Era rimasto legato ai vecchi ordini che aveva imposto la nonna di Kirie di non nominare mai più un Amakura in casa sua, anche dopo essersi ravveduta verso il terminare dei suoi anni. Non aveva fatto in tempo a comprenderlo, che la venerabile Hisoka era morta e a lui era rimasto il senso di colpa, la sensazione di non averla protetta da una morte che non riusciva a credere fosse completamente spontanea e naturale.

Mi hai sconfitto Amakura, ma questa sarà solo la spinta che mi aiuterà a superare i miei limiti per diventare ancora più forte.
Prima o poi, sarai tu a finire culo a terra senza riuscire ad alzarti.


Oh, non vedo l'ora, An-chan!

C-cosa?

Cos'era quello sguardo più intenso, quel sorriso che rendeva il suo volto ancora più bello? Anko sembrò per i primi due secondi rapita dall'espressione montata su dall'Amakura, per poi riprendersi e innervosirsi a causa del nomignolo con il quale l'aveva chiamata. Continuava a prendersi troppa confidenza con lei, senza nemmeno prima dire palesemente che volesse sposarla. Non poteva accettarlo, come non poteva accettare quell'assurdo diminutivo del proprio nome, che tanto aveva odiato in passato e tanto continuava ad odiare nel presente.

Quante volte ti devo ripetere che non mi devi chiamare così?!

Ehi ehi, ok, non ti scaldare, niente An-chan, d'accordo!
Vorresti sempre... Ehm... Ah sì, Minazuki-sama?


Tsk, sarebbe il caso...

Perché lo trovo un po' troppo altisonante...

Mi accontento anche del -san.

... Se ci basassimo sulla versione occidentale e ci chiamassimo solo per nome?

Scordatelo Amakura!

Non spese nemmeno un secondo del suo tempo a riflettere su quella proposta. C'era solo un modo per Itsuki di spingerla a considerare quell'eventualità: farsi carico dell'onore -per lei- e dell'onere- per lui- di condurla sull'altare. Oppure ricordarle in maniera cattiva e piuttosto subdola che una persona senza onore come lei non aveva alcun diritto di dettare leggere in quella casa, al cospetto dell'uomo che l'aveva sconfitta. Sì, anche in quel caso avrebbe rimesso a posto quella gatta con le unghie sempre perennemente affilate e pronte a far male, ma l'Amakura non era quel tipo di persona né mai lo sarebbe diventato... A meno che non avesse scelto di sfruttare questo vantaggio in occasioni particolarmente speciali.
Nonostante avesse passato l'intera sua vita al controllo della propria mente e del proprio fisico, Anko era sempre stata una persona che perdeva facilmente le staffe, specialmente quando c'era qualcosa di assolutamente importante per lei. Vento e Fuoco poi non l'aiutavano a mantenere il controllo, agitandola ancora di più, giocando con la sua emotività come si faceva con una pallina da ping pong. L'argomento che fece scattare subito la giapponese era Kirie Kurosawa, la giovane donna di cui Amakura doveva prendersi cura e tenere al sicuro ma che, a detta dell'Ignis, aveva già trovato un uomo che badasse a lei e sapesse difenderla.

Tu... stai lasciando che un gaijin svolga il compito che dovrebbe essere tuo?!
Con quale coraggio riesci ancora a guardarti allo specchio la mattina?


Gentile... Parecchio!
E tu con quale coraggio riesci a dire certe cose verso chi ti ha ospitata ignaro per settimane e ti sta offrendo altra ospitalità?


Il coraggio mi viene dato dal fatto che stai venendo meno ad una tua responsabilità importante e al di sopra di ogni cosa!
Sei un Amakura c***o!
Dovresti sapere che non puoi lasciare ad altri il compito di difendere una Kurosawa!


Relax, non me la sono mica presa, però anche tu cerca di capire.
Quei due stanno insieme, non voglio rovinargli la relazione stando in mezzo.
Hanno tutti i miei contatti e semmai servisse il mio aiuto, sanno che correrei.
Non è mica uno sprovveduto il compagno, che ti credi?


Sei uno stolto Amakura!
Sottovaluti il grande pericolo che incombe su Kurosawa-sama!
Anche io l'ho sottovalutato, per anni, pensando unicamente a me stessa e al desiderio di esserle al fianco quando avesse preso il posto della venerabile Madre, dimenticando che il mio compito è proteggerla sempre e non soltanto quando mi è più comodo.


Ma non è un discorso di comodità!
Ti rendi conto sì o no che proteggendola nel modo che pensi tu, rischio di rovinarle la relazione?
D'accordo voler proteggere e aiutare, ma non rischiando di farsi odiare per questo.


Non puoi davvero pensare che ora questo dovere ricada sulle spalle di un uomo che non è stato addestrato e non conosce la famiglia Kurosawa come noi.
Oujosama ha bisogno di m... Di te... Di noi, se mi vorrà ancora dopo quello che ho fatto...
Io le sarò sempre eternamente grata per avermi scelta, anche se ho deluso le sue aspettative...


E sapessi che le frega a lei che sei stata sconfitta...

Itsuki avrebbe sentito perfettamente gli elementi di Anko, fino a quel momento agitati, spegnersi di colpo. Come se in quell'istante la Minazuki fosse stata colpita terribilmente al cuore dalle parole dell'Ignis. Era così, perché aveva travisato quella frase iniziale da parte dell'Amakura. Stava dicendo che a Kirie non importava nulla di lei? Dopo che era stata lei a sceglierla? Un dolore veramente grande iniziò ad espandersi lungo il suo petto, bloccandola dal continuare ad interrompere il giovane uomo che in questo modo poté proseguire, curando immediatamente il danno appena causato.

Sei ugualmente una guerriera di altissimo livello, qualità e classe.

Tu... Pensi questo... Di me?

Era come dirle che fosse bellissima. Divertente. Straordinaria. Da sposare. Se per un istante il mondo della Minazuki le era crollato addosso, esso si era rimesso subito su, grazie alle successive parole dell'Amakura e a quelle che seguirono ancora.

Certo che ti vorrà, nel senso, vorrà conoscerti e comunque considerarti nella sua vita.
E poi non è che voglia far ricadere il mio compito sulle spalle di lui, ma è lui stesso che l'ha voluto e gli è stato pure bene.


Oujosama... Mi vuole nella sua vita?
Credi davvero che sia così?


Non la stava prendendo in giro, anche perché se lo avesse fatto avrebbe tentato sicuramente di pestarlo a sangue per quella cattiveria gratuita. Per Anko era importantissima l'opinione che Kirie aveva di lei e rimase sorpresa quando Itsuki confermò senza alcun dubbio che la Kurosawa avrebbe voluto incontrarla, anche dopo essere stata sconfitta.

... Non voglio che un compito assegnatomi dalla stessa oujosama sia preso in incarico da qualcun'altro.
È stata lei a scegliermi, Amakura.
Lei aveva previsto che in futuro sarei stata al suo fianco, a difenderla, e per questo motivo io non posso abbandonarla, anche se la situazione sembra dire tutto il contrario.
Sono stata addestrata da mio nonno perché una Kurosawa ha detto che l'erede dei Minazuki non sarebbe stato un maschio, ma io.
... Se accetterà di incontrarmi, desidero parlare con lei e sapere dalle sue labbra ciò che pensa.
Anche se non ha assunto il ruolo di Capofamiglia, lei sarà per sempre l'unica Kurosawa che servirò.


Aveva un tono solenne, fedele, devoto... Molto yuri, per la mente perversa dell'Ignis, ma era anche vero che l'atteggiamento di Anko si prestava molto bene a quel tipo di travisamenti. Sembrava quasi, dal modo in cui parlava, che Kirie fosse la donna di cui era innamorata, un po' come accaduto allo stesso Itsuki, che non era riuscito a resistere al fascino della Nonomiya. Forse era in quello il grande potere delle donne Kurosawa: il fascino che attirava individui forti, affidabili, pronti a tutto pur di salvare loro la vita. Nemmeno la Minazuki ne era immune, sebbene la sua fedeltà verso Kirie avesse radici diverse da quelle sviluppate dall'Amakura.
Messo in chiaro quel concetto, si passò ad altri tipi di argomenti, come quello riguardante il migliore amico dell'Ignis, Kisuke Danma. Anko seppe mantenere un certo contegno quando venne nominato, memore della promessa che gli aveva fatto di non rivelare quel segreto a Itsuki. Inoltre, il fatto che il vocal coach fosse pronto a "presentarglielo" rese molto felice la Minazuki, che comunque aveva preso in simpatia il Danma, reputandolo un vero amico per come si era comportato con lei.

In ogni caso è un tipo molto simpatico, sarò felice di potergli parlare faccia a faccia, senza più usare la mia forma Animagus...

Lo prenderai subito in simpatia.
Su di lui puoi contare, non ti volterà mai le spalle, è un amico vero e fidato.
Basta che non gli fai girare un po' troppo la testa!


Ancora una volta Itsuki se ne uscì con una frase facilmente fraintendibile dalla guerriera, la quale rimase in silenzio per alcuni secondi, fissandolo di nuovo compiaciuta di quella palese dimostrazione di gelosia.

Non hai nulla da temere...
In fondo... Hai tutti i diritti di reclamare ciò... Ciò che è tuo... Quando vuoi...


Era la prima volta che parlava così tanto apertamente della questione matrimonio. Non aveva preso mai l'argomento con lui fin'ora non solo perché in forma Animagus non poteva farsi scoprire, ma anche perché lei stessa non avendo preso alcuna decisione non sapeva ancora che cosa fare. Temeva la situazione in cui Itsuki reclamava il diritto di sposarla e lei, invece, desiderava ormai cambiare totalmente strada. Che cosa avrebbe fatto in quel caso? I suoi doveri o la sua libertà? Scelse di non porsi alcun problema ora, l'Ignis non si era ancora del tutto esposto, quindi aveva ancora un po' di tempo per riflettere e pensare sul da farsi. E nel mezzo, avrebbe anche parlato con Kirie, sperando che quell'incontro le avrebbe schiarito un altro po' le idee.

Alt, dove scappi?

Eh?
Stavo iniziando a sparecchiare...


C'è ancora il dessert...

Ma sono piena...

L'ho preparato giusto l'altro ieri e tenuto appositamente in fresco.
Adesso dovrebbe essere pronto per essere mangiato...


Lo vide alzarsi, senza alcuna possibilità di replica, e prendere dal frigo uno strano dolce che non aveva mai visto. Per sentirne l'odore avrebbe dovuto avvicinarsi, ma preferì invece sollevare la pirofila e annusarla, esattamente come un gatto, sentendo l'odore dolce di latte e cioccolato.

Che cos'è?

Tiramisù alla Nutella...

Cos'è la Nutella?

Non sai cosa sia la Nutella?
Beh... E' una crema di cacao e nocciole!
La si usa come aggiunta in molti dolci.
Aspetta, adesso ti servo una bella fetta corposa, devi recuperare peso abbiamo detto!


Amakura io ne voglio solo un pezzetto.
Sto davvero scoppiando...


Fu tutto inutile. Le venne servita una fetta generosa e abbondante di dolce, che la Minazuki si studiò un po' perplessa senza decidersi a mangiarla.

E di nuovo buon appetito!

Ita.. dakimasu...

Ne assaggiò una sola forchettata ed immediatamente il sapore della Nutella provocò un coro in festa nella sua bocca, facendole sgranare gli occhi sorpresa ed allargare a dismisura le pupille degli occhi.

Ma... ma... è buonissima!

Come una bambina piuttosto golosa, Anko si lanciò a mangiare la sua fetta di dolce, senza più preoccuparsi del fatto che si sentisse piena o degli effetti che avrebbe potuto avere dopo. Non aveva mai assaggiato niente di simile e adesso già sentiva di non poterne fare a meno. Normale, dopo trent'anni passati a misurare ogni minima cosa ingerisse per mantenersi sempre pura e in forma, mangiare qualcosa del genere la mandava completamente in visibilio. Chiese addirittura il bis, probabilmente ignorando le raccomandazioni da parte di Itsuki di non esagerare. Ne voleva solo un altro pezzettino, solo uno e poi avrebbe smesso. Venne accontentata, proprio come una ragazzina, sorridendo felice di quell'ulteriore aggiunta di zuccheri, non calcolando però quello che sarebbe accaduto all'incirca quaranta minuti dopo aver finito di mangiare.

I fatidici 40 minuti dopo...


C***o che male!
Mi hai... Avvelenata Amakura... Ammettilo!
Mi viene... da vomitare...


Indigestione. Una semplice indigestione dopo aver mangiato tutto quel ben della Trama. Anko si lamentava, stingendosi convulsamente la pancia, stesa sul divano.Toccava all'Ignis rimediare ora e si sperava che avesse qualcosa di risolutivo o entro pochi minuti la Minazuki gli avrebbe rovinato il suo costosissimo divano.
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